Agricoltura
Da venerdì 6 a domenica 8 ottobre a Carignano è in programma la XXVI Sagra del Ciapinabò, che offre la possibilità di gustare il caratteristico tubero, cucinato con le ricette della tradizione e in inedite preparazioni. La conferenza stampa di presentazione della manifestazione si è tenuta stamani a Palazzo Cisterna.
Il cuore pulsante dell'evento, come sempre, è il Comitato Manifestazioni Carignano che, in collaborazione con l'amministrazione comunale, ha preparato un programma di iniziative enogastronomiche, culturali, artistiche, ludiche, che coinvolgeranno le diverse piazze della cittadina piemontese, che lo scorso anno hanno accolto circa 30.000 visitatori.
Durante la Sagra nelle piazza San Giovanni e Carlo Alberto sono in programma le degustazioni del Ciapinabò e delle specialità enogastronomiche dello street food. In piazza Liberazione ci sarà l’Isola del Gusto con i prodotti tipici, mentre in piazza Savoia è in programma la XIV Mostra locale dei bovini di razza Frisona.
Sotto i portici delle vie limitrofe, come già successo in maggio in occasione della manifestazione “Fiori & Vini”, artigiani e creativi esporranno i manufatti del loro lavoro. C’è grande attesa anche per gli showcooking, a cui parteciperanno chef stellati, che prepareranno in tempo reale specialità a base di ciapinabò, con abbinamenti intriganti e sfiziosi che andranno dall'aperitivo al gelato.
La Sagra del Ciapinabò è nata agli inizi degli anni ’90 in modo assolutamente volontaristico e senza motivazioni scientifiche o economiche. L'Helianthus tuberosus, o Topinambur o, in lingua piemontese, Ciapinabò, venne scelto perché è l’ingrediente fondamentale nell'assortimento di verdure che accompagna la Bagna caôda: un modo semplice e immediato per coinvolgere il pubblico alla ricerca delle identità gastronomiche regionali. La Sagra è oggi un evento di portata nazionale ed è un’importante occasione per incontrare e far incontrare contadini e cultura accademica, cuochi, grandi cultori dell'enogastronomia e semplici neofiti, artisti, artigiani e commercianti.
Gli stand gastronomici si affiancano ai laboratori divulgativi dedicati alle proprietà culinarie e salutistiche del tubero, mentre la mostra della razza bovina Frisona offre uno spaccato della realtà zootecnica della ricca pianura torinese. Mentre la Sagra continua a crescere nei numeri e nell’attenzione dell’opinione pubblica il Ciapinabò si propone come una valida alternativa all'agricoltura e all'alimentazione tradizionali, alle prese con antichi problemi e con le nuove esigenze di una dieta sana ed equilibrata.
Ormai non è più considerabile come un tubero spontaneo, perché alcune aziende agricole carignanesi lo propongono ormai sui mercati di tutto il Piemonte e non solo, mentre Slow Food e l’Istituto alberghiero di Carignano ne studiano le proprietà organolettiche e le infinite possibilità di utilizzo innovativo in cucina e per la produzione di bioetanolo. Il Ciapinabò è anche entrato nel Paniere dei prodotti tipici istituito sedici anni orsono dall’allora Provincia di Torino.
Per consultare il programma completo della Sagra:www.comune.carignano.to.it
Per informazioni e prenotazioni: Comitato Manifestazioni Carignano, telefono 011-9697201 o 334-6885244, e-mail comitatomanifestazioni@libero.it. Per informazioni su showcooking e menù: 334-6885244, 335-7446506
IL PROGRAMMA DELLA SAGRA
Venerdì 6 ottobre
- alle 19 apertura delle isole del gusto nelle piazze Liberazione e San Giovanni, degustazione della Bagna caôda con Ciapinabò, dei Ciafrit e di piatti al Ciapinabò a scelta in piazza Carlo Alberto.
- alle 21 giochi e musica a cura di VIDA Network in piazza Carlo Alberto, “Gran Galà della Magìa” a cura della Marco Berry Onlus al teatro Cantoregi.
Sabato 7 ottobre
- dalle 10 in avanti apertura degli stand commerciali, enogastronomici, artigianali e della “Ramazzotti Italia Lounge Area” in piazza Carlo Alberto.
- alle 11 inaugurazione della Sagra in piazza Carlo Alberto e della Mostra locale dei bovini di razza Frisona in piazza Savoia.
- dalle 12 alle 24 degustazione di Ciapinabò con bagna cauda, Ciafrit e piatti a scelta con il Ciapinabò nelle piazze Carlo Alberto e San Giovanni.
- dalle 12 Isola del Gusto con degustazione di prodotti tipici nelle piazze Liberazione e San Giovanni.
- alle 15 passeggiate con i pony in piazza Carlo Alberto
- alle 16 prova di tosatura per i giovani allevatori in piazza Savoia e sfilata di bovini giovani alle 16,30.
- dalle 15 alle 16 showcooking “Ice Cream & Food”: il gelato gourmet in cucina, con piatti che avranno come protagonista il Ciapinabò, tra primo, antipasto e secondo, combinati con il gelato gourmet, fra le note dei classici del Blues.
- alle 16 musica itinerante con il gruppo di Cortemilia “Cui da ribote”.
- dalle 16,30 alle 17,30 showcooking “Ciapinabò & Rock – I colori del cibo”, con lo chef Stefano Sforza del ristorante “Les Petites Madelines” dell’hotel Turin Palace.
- dalle 18 alle 19 showcooking “Street Flower 70-80”: le Tapas all'ora dell'aperitivo, con la preparazione di alcune tipologie a base di Ciapinabò, con il sotto fondo musicale anni 70-80.
- dalle 19,30 piatti al Ciapinabò a scelta in piazza Carlo Alberto.
- alle 21 esibizione di Zumba a cura della Polisportiva Carignano in piazza San Giovanni; DJ Set anni 80-90-2000 a cura di VIDA Network in piazza Carlo Alberto, concerto della VMP Big Band jazz al teatro Cantoregi.
Domenica 8 ottobre
- a partire dalle 8 Motogiro del Ciapinabò organizzato dalla Federazione motociclistica italiana e dal Motoclub Vecchio Piemonte di Carignano.
- dalle 9 apertura degli stand commerciali, enogastronomici e artigianali.
- a partire dalle 9,30 Mostra locale dei bovini di razza Frisona in piazza Savoia, con sfilata dei bovini giovani alle 10, gara di conduzione per i giovani allevatori alle 11,30, sfilata di capi adulti alle 14,30, dimostrazione di mungitura e premiazione alle 17.
- a partire dalle 10,30 passeggiate con i pony in piazza Carlo Alberto.
- alle 11 “L'arte di fare il formaggio” in piazza San Giovanni
- a partire dalle 12 Isola del Gusto nelle piazze Liberazione e San Giovanni, degustazione di Ciapinabò con Bagna caôda e Ciafrit nelle piazze Carlo Alberto e San Giovanni e di piatti con Ciapinabò a scelta in piazza Carlo Alberto.
- a partire dalle 14 truccabimbi, bolle di sapone, baby dance, esibizione di balli a cura di VIDA Network in piazza Carlo Alberto.
- alle 15 esibizione di balli country western “Old Wild West” in piazza Carlo Alberto e di ginnastica ritmica a cura della Polisportiva Carignano in piazza San Giovanni.
- dalle 15,30 alle 16,30 showcooking “Cooking & Pop”, con la realizzazione di una ricetta creativa dedicata alla cucina popolare, rivisitata dallo chef stellato Cristian Milone della Trattoria Zappatori di Pinerolo).
- alle 16 “La Transumanza - Dai monti del Ravè alle valli della Quadronda” passando per via Umberto I°, piazza Carlo Alberto e via Silvio Pellico, a cura della Cascina Ravero dei fratelli Perotti.
- alle 17 “L'arte di fare il formaggio” in piazza San Giovanni.
- dalle 17,30 alle 18,30 showcooking “Mixology Cocktail & Food”, con il bartender Nicola Pulp Agricola: il cocktail in abbinamento ad una ricetta dedicata al Ciapinabò, con l'accompagnamento musicale dei Remix dj.
- alle 19 premiazione del piatto più originale e ricetta più sfiziosa al Ciapinabò per il 7° Memorial “Olindo Cammarella” e premiazione del Ciapinabò più grande per il 16° Memorial Savio Ines.
I PIATTI IN DEGUSTAZIONE
Zucchini ripieni di carne e Ciapinabò, Flan con Ciapinabò e bagna cauda, Battuta di vitello con bagna cauda (come da antica ricetta dei canonici di Vezzolano), Peperoni arrostiti con Bagna caôda (come da antica ricetta dei canonici di Vezzolano), Agnolotti al Ciapinabò, Vellutata di Ciapinabò con gamberi croccanti, Lasagne al Ciapinabò, Scaloppine con Ciapinabò e patate, Pesche ripiene al vecchio Piemonte con variazione di Ciapinabò caramellati, Bônet con Ciapinabò caramellati, Sfoglia con mele e Ciapinabò.
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Domenica 1° ottobre torna a Torino l’appuntamento con il mercato dei prodotti tipici agroalimentari del “Paniere” in piazza CLN. I prodotti proposti nel mercato sono tutti rigorosamente di stagione o conservati secondo metodi naturali e tradizionali. La prima domenica di ottobre i consumatori torinesi e i turisti che visitano il centro città potranno trovare in piazza CLN il Peperone di Carmagnola, il Pomodoro costoluto di Cambiano le Antiche mele piemontesi, le farine e i prodotti da forno confezionati con gli Antichi mais piemontesi, i Canestrelli della Valle di Susa, i grissini Rubatà, il miele delle vallate alpine, la Menta di Pancalieri, il Sarass del Fèn, la Toma di Lanzo, il Genepy delle vallate alpine, i vini Doc del Canavese, i Nocciolini di Chivasso, il Salame di Giôra e il Salame di Turgia.
IL “PANIERE”: SEDICI ANNI DI PROGETTI E INIZIATIVE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI TIPICHE
Il Paniere dei prodotti tipici, ideato e promosso a partire dal 2001 dall’allora Provincia, oggi Città Metropolitana di Torino, accoglie le specialità agroalimentari e agricole del territorio provinciale, che in base a verifiche tecnico-scientifiche, sono prodotte in maniera artigianale da produttori locali, appartengono alla tradizione storica locale, sono ottenute con materie prime locali, costituiscono una potenzialità per lo sviluppo locale. L'identificazione delle caratteristiche organolettiche, tecnologiche e storiche, fa capo a disciplinari di produzione, stilati dalle associazioni dei produttori o dai Consorzi. Il "Paniere" è stato fornitore ufficiale dei XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006. Dopo la fase di avvio del progetto, promossa e coordinata dall’allora Provincia, nel 2013 si è costituita ufficialmente l’Associazione dei produttori del Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino. Ne fanno parte le associazioni di prodotto, che riuniscono gli agricoltori e gli artigiani del settore agro-alimentare, impegnati nella tutela e valorizzazione delle tipicità inserite nel “Paniere”.
Per saperne di più: www.cittametropolitana.torino.it/cms/agri-mont/prodotti-del-paniere/prodotti-tipici www.prodottidelpaniere.it www.2343ec78a04c6ea9d80806345d31fd78-gdprlock/prodottidelpanieretorino/
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Da venerdì 6 a domenica 8 ottobre a Carignano è in programma la XXVI Sagra del Ciapinabò, che offre la possibilità di gustare il caratteristico tubero, cucinato con le ricette della tradizione e in inedite preparazioni.La conferenza stampa di presentazione della manifestazione si terrà domani, venerdì 29 settembre, alle 10,30 nella Sala Marmi di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12.
I colleghi giornalisti sono cordialmente invitati ad intervenire
La Sagra del Ciapinabò è nata agli inizi degli anni ’90 da un'idea del Comitato Manifestazioni carignanese, in modo assolutamente volontaristico e senza motivazioni scientifiche o economiche. L'Helianthus tuberosus, o Topinambur o, in lingua piemontese, Ciapinabò, venne scelto perché è l’ingrediente fondamentale nell'assortimento di verdure che accompagna la bagna caôda: un modo semplice e immediato per coinvolgere il pubblico alla ricerca delle identità gastronomiche regionali. La Sagra è ormai un evento di portata nazionale ed è un’importante occasione per fare incontrare contadini e cultura accademica, cuochi, grandi cultori dell'enogastronomia e semplici neofiti, artisti, artigiani e commercianti. Gli stand gastronomici si affiancano ai laboratori divulgativi dedicati alle proprietà culinarie e salutistiche del tubero, mentre la mostra della razza bovina Frisona offre uno spaccato della realtà zootecnica della ricca pianura torinese. La Sagra continua a crescere nei numeri e nell’attenzione dell’opinione pubblica e, intanto, il Ciapinabò si propone come una valida alternativa all'agricoltura e all'alimentazione tradizionali, alle prese con antichi problemi e con le nuove esigenze di una dieta sana ed equilibrata. Ormai il Ciapinabò non è più considerabile come un tubero spontaneo, perché alcune aziende agricole carignanesi lo propongono ormai sui mercati di tutto il Piemonte e non solo, mentre Slow Food e l’Istituto alberghiero di Carignano ne studiano le proprietà organolettiche e le infinite possibilità di utilizzo innovativo in cucina e per la produzione di bioetanolo. Il Ciapinabò è anche entrato nel “Paniere” dei prodotti tipici istituito sedici anni orsono dall’allora Provincia di Torino.
Per consultare il programma completo della Sagra: www.comune.carignano.to.it
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Domenica 8 ottobre a Ussegliosi festeggerà l’autunno con la terza edizione della “Dèsarpà”, parola franco-provenzale che indica il ritorno a valle delle mandrie dagli alpeggi. Mentre le prime nevi sulle vette più alte annunciano la conclusione del lungo periodo di lavoro estivo in alta quota, in paese si fa festa, al termine di cento giorni di duro lavoro a contatto con gli animali e con i pascoli per produrre la vera Toma di Lanzo d’alpeggio.
La monticazione dei capi bovini è importante per la tutela del prodotto locale, ma anche per la salvaguardia del delicato ambiente alpino. Le bovine allevate nelle valli di Lanzo, robuste e di bassa statura, sono perfettamente adattate all’ambiente montano, anche se sono diverse nel colore del manto, nella conformazione della testa e delle corna e per il carattere. La Pezzata rossa, più mansueta, produce più latte, mentre la Pezzata nera e la castana, più aggressive, sono protagoniste delle “battailles des reines”, combattimenti pressoché incruenti tra le “regine” delle mandrie.
IL MERCATO DEL TERRITORIO CON I FORMAGGI DELLE ALPI
Nel cuore delle Alpi Graie, dove otto vette superano i 3000 metri di altezza, si producono formaggi dal sapore unico, grazie alle diverse varietà di erbe che crescono allo stato naturale, sempre senza pesticidi, diserbanti e fertilizzanti chimici. È qui che il margaro, con le sue sapienti mani e con metodi che si tramandano da secoli, produce la Toma di Lanzo d’alpeggio, la Toma del Lait Brusch, i formaggi erborinati, il burro, il Bruss e i deliziosi formaggi con latte di capra e di pecora.
Nel mercato contadino che domenica 8 ottobre sarà allestito nel piazzale adiacente al Municipio di Usseglio i contadini saranno a disposizione per svelare alcuni segreti dei loro prodotti. Ci saranno anche i produttori del Salame di Turgia, del lardo delle valli di Lanzo, delle mocette, dei prodotti da forno come i torcetti, le paste di meliga e i basin d’Ussei, dei mieli, dei liquori alle erbe alpine, delle mele di antiche varietà piemontesi.
Immancabili le patate di montagna: le gialle Majestic e Kennebec, la Monnalisa, la Vivaldi adatta alla frittura, la rossa Desiree Cherie per gli gnocchi e la viola, molto utilizzata per decorare vari piatti. Si potranno assaporare i piatti a base di patate e formaggi nel padiglione enogastronomico e nei ristoranti locali.
Quella della transumanza autunnale sarà una festa anche per i bambini, che potranno diventare margari per un giorno, tra pastori, mucche con i campanacci tradizionali, erba profumata e latte fresco. Ciccio Pasticcio li accompagnerà lungo la transumanza e li intratterrà con laboratori didattici e un momento di folclore, “A le tourna oura d’l roudoun”, una storia di transumanza e di amicizia tra Gina e Matilde che al ritorno dall’alpeggio estivo vedranno le cose e la vita in modo diverso. I bimbi potranno seguire il rito della mungitura come si svolgeva un tempo e gustare la cena loro riservata.
Sabato 7 ottobre alle 14 nel piazzale dell’albergo Furnasa saranno distribuite le canne da pastori e i cappelli che accompagneranno i partecipanti alla transumanza nel viaggio verso le “muande”. Si aiuteranno i margari a caricare tutto l’occorrente portato in alpeggio sui carri e sui basti di muli e cavalli. Si caricheranno gli ultimi formaggi preparati con il latte profumato di erbe alpine e poi inizierà una sorta di “rodeo” che vedrà i margari impegnati ad allacciare al collo delle mucche i grandi “Rudun” (campanacci) e i festoni, preparati dai bambini. Terminata la preparazione si gusterà una merenda a base di formaggi d’alpeggio, pane nero con burro e zucchero.
Alle 16, tra lo scampanellare dei rudun, avrà inizio la discesa verso il paese, dove le mandrie saranno accolte con la musica e la simpatia dei paesani e dei turisti. Si potrà assistere al rito della mungitura come si svolgeva un tempo. I piccoli visitatori e gli accompagnatori potranno partecipare ai laboratori dedicati agli itinerari dei formaggi intorno al Monte Lera. Alle 19,30 ci sarà la cena del marghé, con cabaret e magia a cura del Mago Iolly.
Domenica 8 ottobre il mercato contadino si aprirà alle 9, mentre alle 10,30 si celebrerà la Messa con la benedizione delle mandrie e delle bandiere delle sedi locali della Coldiretti. Alle 9,30 e alle 15,30 si terranno incontri didattici dedicati alla potatura delle rose, delle ortensie e dei meli. Il pranzo tipico nei ristoranti e nell’area fieristica proporrà piatti a base di patate, taglieri di formaggi d’alpeggio e raclette di toma su pane rustico di montagna e molto altro.
Nel pomeriggio sono in programma esibizioni di gruppi folcloristici e la distribuzione di frittelle di mele. Alle 17 ci sarà la premiazione dei produttori di patate, con riconoscimenti alla patata più grande e a quella più curiosa. Nei due giorni si potrà visitare la mostra fotografica sulla vita d’alpeggio “Le melodie dei monti“ curata da Giusi Gallo.
Per saperne di più si può consultare il portale Internet www.eventusseglio.it oppure telefonare ai numeri 338-1746454 e 347 3113981.
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Da venerdì 6 a domenica 8 ottobre a Carignano è in programma la XXVI Sagra del Ciapinabò, che offre la possibilità di gustare il caratteristico tubero, cucinato con le ricette della tradizione e in inedite preparazioni.La conferenza stampa di presentazione della manifestazione si terrà venerdì 29 settembre alle 10,30 nella Sala Marmi di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12.
I colleghi giornalisti sono cordialmente invitati ad intervenire
La Sagra del Ciapinabò è nata agli inizi degli anni ’90 da un'idea del Comitato Manifestazioni carignanese, in modo assolutamente volontaristico e senza motivazioni scientifiche o economiche. L'Helianthus tuberosus, o Topinambur o, in lingua piemontese, Ciapinabò, venne scelto perché è l’ingrediente fondamentale nell'assortimento di verdure che accompagna la bagna caôda: un modo semplice e immediato per coinvolgere il pubblico alla ricerca delle identità gastronomiche regionali. La Sagra è ormai un evento di portata nazionale ed è un’importante occasione per incontrare e far incontrare contadini e cultura accademica, cuochi, grandi cultori dell'enogastronomia e semplici neofiti, artisti, artigiani e commercianti. Gli stand gastronomici si affiancano ai laboratori divulgativi dedicati alle proprietà culinarie e salutistiche del tubero, mentre la mostra della razza bovina Frisona offre uno spaccato della realtà zootecnica della ricca pianura torinese. La Sagra continua a crescere nei numeri e nell’attenzione dell’opinione pubblica e, intanto, il Ciapinabò si propone come una valida alternativa all'agricoltura e all'alimentazione tradizionali, alle prese con antichi problemi e con le nuove esigenze di una dieta sana ed equilibrata. Ormai il Ciapinabò non è più considerabile come un tubero spontaneo, perché alcune aziende agricole carignanesi lo propongono ormai sui mercati di tutto il Piemonte e non solo, mentre Slow Food e l’Istituto alberghiero di Carignano ne studiano le proprietà organolettiche e le infinite possibilità di utilizzo innovativo in cucina e per la produzione di bioetanolo. Il Ciapinabò è anche entrato nel “Paniere” dei prodotti tipici istituito sedici anni orsono dall’allora Provincia di Torino.
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Due giornate organizzate dalla Città di Giaveno e dall'Unione Comuni Montani Valsangone, per valorizzare uno dei prodotti tradizionali e più genuini del territorio: la patata di montagna. Accadrà sabato 23 e domenica 24 settembre, grazie alla manifestazione “La patata di montagna nel territorio del Gruppo di Azione Locale “Escartons e Valli Valdesi”, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino. Il Comune di Giaveno è inserito con una zonizzazione nel territorio di applicazione del Piano di sviluppo locale 2014 - 2020 del GAL Escartons e Valli Valdesi, che punta alla valorizzazione delle tipicità locali.Nella giornata di sabato 23 sono in programma alle 16 la visita all’azienda agricola “Le Frisole” e alle 16,45 un seminario sul tema “La patata di montagna, il valore di una coltura e di un prodotto”, a cui interverranno l’assessore regionale all'agricoltura Giorgio Ferrero, rappresentanti della Città Metropolitana di Torino, del GAL, dell’Uncem, dei Comuni dell'Alta Val Sangone e delle associazioni di categoria Coldiretti, CIA e Unione Agricoltori. Saranno anche presentate la Denominazione comunale della Patata di montagna di Giaveno e la cartina del Sentiero del Cevrin di Coazze. Domenica 24 la manifestazione si aprirà ufficialmente alle 10 in piazza Mautino, alla presenza del console del Perù in Torino e delle autorità locali. Le aziende agricole del luogo venderanno le loro produzioni nello spazio “Valsangone Patate 2.0”, ma ci saranno anche una mostra di attrezzi agricoli, uno spettacolo e un laboratorio per insegnare ai bambini a preparare gli gnocchi. Sarà possibile degustare piatti a base di patate preparati secondo le ricette della cucina locale e di quella peruviana. L'iniziativa conferma l'impegno della Città di Giaveno nel sostegno all’agricoltura di fondovalle e di montagna, attraverso la valorizzazione delle buone prassi, dei prodotti, delle manifestazioni e delle iniziative che concorrono a far conoscere le filiere produttive locali, stabilendo sinergie tra agricoltura, turismo e tutela ambientale.
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A Pancalieri da venerdì 15 a martedì 19 settembre è in programma la trentasettesima edizione di “Viverbe”, rassegna di vivai ed erbe officinali organizzata dalla Pro Pancalieri in collaborazione con il Comune e con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. Nei 4000 metri quadri di esposizione saranno allestiti stand di erboristeria, liquoristica, cosmesi e prodotti biologici. Nella piazza “Aromi e Gusti” si potranno assaggiare piatti tipici regionali e internazionali. Mostre, spettacoli, gare ciclistiche e di bocce, un torneo di scacchi, un raduno di appassionati della Vespa Piaggio e serate musicali con grandi orchestre di liscio arricchiscono il programma della manifestazione, che sarà inaugurata venerdì 15 con “Viver Mojito”, il mojito party con la Menta di Pancalieri. Nell’area coperta, nello stand dell’AssoMenta, che riunisce i coltivatori, distillatori e produttori locali di Menta Piperita, sarà visitabile durante l’intera manifestazione una mostra allestita dall’azienda agricola Chialva. Domenica 17 alle 16 Madama Menta e Monsu Insens saranno i personaggi principali del corteo storico folkloristico, con la partecipazione di maschere provenienti da tutto il Piemonte. Martedi 19 durante la serata di chiusura è in programma uno spettacolo pirotecnico.PANCALIERI, PAESE DELLA MENTA PIPERITA
Una manifestazione come “Viverbe” non poteva che nascere a Pancalieri, noto a livello internazionale come “il paese della Menta”, prodotto dal 2001 inserito nel “Paniere” delle specialità agroalimentari selezionate dall’allora Provincia di Torino. L'indicazione di Menta di Pancalieri si riferisce alla specie botanica Mentha Piperita varietà Officinalis Sole, forma Rubescens Camus, nota come Menta Italo-Mitcham; della quale viene utilizzata o la pianta verde che viene essiccata per la sua conservazione e utilizzata in erboristeria. Viene utilizzato anche e soprattutto l'olio essenziale, ottenuto esclusivamente dalla distillazione a corrente di vapore dell'erba verde in pianta intera (non trinciata) proveniente dalla coltivazione della specie. La specie botanica venne introdotta in Italia nel 1903 da Honoré Carles, che si associò nel 1901, a Giovanni Varino fondatore dell’omonima distilleria di Pancalieri nel 1870. Nel 1908 il Carles avviò un’attività per conto proprio a Pancalieri. Da quel momento la coltivazione della Menta Mitcham o italoMitcham si diffuse velocemente, sia per le rese in erba verde, remunerative per gli agricoltori, sia per le rese in essenza di pregio remunerative per i distillatori. A quell'epoca l'agricoltore coltivava la menta per conto del distillatore, che ritirava l'erba verde pagandola un tanto al miriagrammo. L'indicazione Olio essenziale di Menta di Pancalieri è riservata al distillato grezzo e al ridistillato (plurirettificato) utilizzati per preparare prodotti finiti, nei quali è presente l'olio essenziale di menta come ingrediente qualificante o determinante. La Menta Piperita è coltivata in pieno campo nelle aziende agricole di una zona geografica posta a cavallo tra la Città Metropolitana di Torino e la Provincia di Cuneo, meglio identificata come “Pancalierese”, poichè Pancalieri è il centro in cui per la prima volta si sono affermate la coltura sistematica e la produzione dell’olio essenziale, richiesto sul mercato nazionale e internazionale in funzione per le sue peculiarità e i notevoli pregi. Le condizioni ambientali della zona di produzione sono tali da conferire al distillato caratteristiche di qualità che lo contraddistinguono dagli altri oli di menta coltivati nel mondo.
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La Festa dell’Uva Erbaluceda oltre ottant’anni richiama a Caluso migliaia di visitatori, in cerca di divertimento e di un vino ritenuto dalla critica internazionale come uno dei più interessanti bianchi italiani. Da mercoledì 13 a lunedì 18 settembre nella cittadina canavesana si festeggia l’Erbaluce in tutte le sue declinazioni insieme a un prodotto agricolo, l’uva Erbaluce, motivo di orgoglio per tutto il Canavese.Il vino fu uno dei primi in Italia ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata, proprio cinquant’anni orsono, nel 1967. L’Erbaluce ha ottenuto la DOCG nel 2011. Oltre all’Erbaluce, la Festa di Caluso celebra anche il Passito di Caluso e il Cuveè Erbaluce spumante.
Il programma dell’ottantaquattresima edizione della manifestazione, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, prevede eventi artistici e musicali, le sfilate, il palio, l’incoronazione della Ninfa Albaluce, il torneo calcistico tra i rioni e la premiazione delle varie gare e concorsi che occupano un’intera settimana. Il direttivo della Pro Loco di Caluso sceglie ogni anno un tema da assegnare alla manifestazione, per dar sfogo alla fantasia e alla sana competizione con cui i gruppi a piedi, rappresentanti di tutte le frazioni e rioni di Caluso, si sfideranno venerdì 15, domenica 17 e lunedì 18 settembre per le vie del paese per conquistare il palio. Il tema scelto per l’edizione 2017 è la musica. La Festa dell’Uva Erbaluce non vuole essere solo una “sagra”, ma un momento di celebrazione di un modo di vivere e di intendere la terra canavesana.
I dettagli e il programma sono consultabili nel sito Internet www.festadelluvacaluso.altervista.org
LA LEGGENDA DELLA NINFA ALBALUCE E LE NINFE DEL XXI SECOLO
Racconta la leggenda che, nel tempo dei tempi, sulle colline moreniche lasciate dai grandi ghiacciai trovavano dimora le ninfe del lago, dei boschi e delle sorgenti, venerate insieme alla notte, al sole, alla luna, ai venti e alle stelle. Alba era una di quelle dee. Solita a indugiare sulle rive dei ruscelli, un giorno, complici le nubi, ad Alba apparve di nascosto il Sole, il quale, rapito da tanta bellezza, subito se ne innamorò. Ma l’incontro fu difficile perché il tempo non consentiva al Sole di non apparire se non quando l’Alba non c’era già più. Era un inseguirsi pieno di ansia. Fu la Luna, sorella del Sole, a risolvere la situazione. Decise un giorno di non lasciare il cielo, ma di interporsi sul cammino del Sole, in modo che questi, nascosto, potesse raggiungere la Terra per incontrare Alba. L’abbraccio fra i due innamorati avvenne sul Bric più alto delle colline che circondano Caluso. Da quell’amore nacque Albaluce, una bimba con gli occhi color del cielo, la pelle di rugiada e lunghi capelli splendenti come raggi di sole. Era gentile e nobile e ogni anno venivano al tempo cacciatori e contadini, pastori e pescatori, per offrirle i frutti dei campi, la cacciagione, i pesci dalle squame scintillanti, il fresco formaggio nei canestri di giunco. Si faceva festa, si scambiavano merci, si rendeva omaggio alla bella Albaluce, che veleggiava sul lago condotta da bianchi cigni. Ma ecco un giorno farsi avanti i capi tribù al comando della regina Ippa, reclamando la terra da coltivare, perché il lago non dava frutti sufficienti. I verdi ruscelli, le limpide acque dovettero lasciare posto ai campi da seminare. Si scavò un grande canale per far defluire le acque, ma l’acqua, così costretta, travolse tutto seminando la morte. Era triste la ninfa Albaluce quando attorno a lei si radunarono sette giovani rimasti fedeli all’antico rito. Il pianto del Sole e dell’Alba trasformò i secchi arbusti che rimanevano in riva al lago ormai prosciugato in vigorosi ceppi, da cui si alzarono lunghi tralci, dai quali pendevano dolci, dorati grappoli di succosa uva bianca: era il dono della dea ai suoi fedeli ed era l’atto di nascita del vitigno Erbaluce, generato dalle lacrime di una dea che ha nel cuore i raggi del padre Sole e la tenera dolcezza dell’Alba, quella che sorge ogni mattina sul Bric di Caluso. La ninfa è dunque il personaggio di maggior rilievo della Festa dell’Uva. Per questo motivo è nato un Ordine delle Ninfe che ha l’onore di scegliere, fra tutte le aspiranti ninfe, una rosa di tre candidate calusiesi, di età compresa tra i venti e i trent’anni. Le tre giovani vengono sottoposte all’esame di un comitato di elezione, formato da tre membri dell’Ordine delle ninfe e quattro rappresentanti della comunità calusiese (Pro Loco, Comune, Parrocchia e Credenza). Le ragazze vengono intervistate, in momenti diversi. Ogni membro del comitato esprime un voto personale e segreto da 1 a 5. Alla fine di ogni singola intervista due incaricati, esterni al comitato dei sette ma membri dell’Ordine delle Ninfe, ritirano i voti di tutti i componenti del comitato, per procedere con l’intervista successiva e così via fino alla fine. Concluse le interviste, i due personaggi incaricati di raccogliere i voti in gran segreto compiono lo spoglio delle schede e proclamano la Ninfa Albaluce eletta. Solo queste due persone ne conoscono il nome e si relazionano con lei fino al momento della proclamazione. La Ninfa eletta deve con piacere ed entusiasmo rivestire il ruolo di ambasciatrice del vino Erbaluce, sorridere, essere solare, positiva e socievole. Deve ovviamente conoscere la leggenda di Albaluce, conoscere quanti e quali rioni e frazioni sono presenti a Caluso, la storia della città e dei vini Erbaluce e Passito. Deve saper parlare in pubblico e presenziare alle manifestazioni in cui è richiesta la sua presenza. Non deve essere necessariamente una bellissima Miss, ma una ragazza spontanea e spigliata, felice di calarsi nel ruolo che la tradizione le assegna.
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Da giovedì 14 a domenica 24 settembre a Carema, con la 65ª Festa dell’Uva e del Vino si festeggiano i cinquant’anni del riconoscimento della DOC Carema, una delle prime in Italia. Da molti anni l’amministrazione comunale è impegnata in un articolato e ambizioso progetto per la rivalutazione di una millenaria cultura enologica e di un paesaggio vitivinicolo unico nel suo genere, del quale la DOC Carema è il simbolo.Carema è una delle realtà vitivinicole coinvolte nel progetto Interreg della Strada dei vigneti alpini che, dopo un lavoro preparatorio durato due anni, dal marzo 2017 è entrato nella fase operativa. La Strada coinvolge amministrazioni pubbliche e agenzie torinesi, valdostane e savoiarde, che hanno candidato il progetto al sostegno da parte dell’Unione Europea nell’ambito del programma Interreg Alcotra 2014-2020. L’Asse 3 del programma riguarda in particolare l’attrattività del territorio, e uno degli obiettivi da perseguire è l’incremento del turismo sostenibile. La Strada dei vigneti alpini intende proporre un itinerario turistico tematico transfrontaliero, che valorizza le peculiarità dei tre territori coinvolti dal punto di vista enologico, gastronomico, geografico, storico e culturale.
IL PROGRAMMA DELLA FESTA DELL’UVA
- giovedì 14 settembre nell’antica chiesa dei Disciplini convegno sul tema “La Via Francigena – itinerario storico, culturale e religioso: un’occasione di valorizzazione e di sviluppo del territorio”
- venerdì 15 convegno “Doc. Carema 1967 – 2017 – Cinquant’anni… e la storia continua…”
- sabato 16 settembre alle 15 benedizione dellaCappella di via Croce recentemente restaurata, impartita da monsignor Edoardo Cerrato, vescovo di Ivrea. A seguire inaugurazione del nuovo parcheggio di viaVairola adiacente al Municipio e alla chiesa parrocchiale
- mercoledì 20 settembre nella chiesa dei Disciplini alle 20,30 incontro informativo sul tema “Associazioni Fondiarie, ll’alternativa possibile all’abbandono del territorio”
- giovedì 21 convegno su “Viticoltura eroica e paesaggi terrazzati: il caso Carema”
- nella serata di sabato 23 percorso enogastronomico “Andar per cantine antiche”
- domenica 24 alle 9 accoglienza delle autorità e aperitivo alla Cantina Produttori. A seguire sfilata inaugurale della Festa dell’Uva con la banda musicale di Carema e visita alla mostra delle opere del concorso di pittura estemporanea nell’ex centrale idroelettrica e alla mostra d’arte nella chiesa dei Disciplini. Alle 11 Messa nell’antica chiesa di San Martino. A seguire foto ricordo con le autorità di fronte alla chiesa e pranzo ufficiale nella tensostruttura allestita nell’area sportiva. Alle 15,30 esibizione della mini banda e del complesso bandistico di Carema. Alle 17 cerimonia di premiazione.
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A Giaveno il mese di settembre è ricco di sapori, con l’omaggio ai prodotti della terra e ai prodotti lavorati artigianalmente con passione da uomini e donne, giovani imprenditori agricoli e artigiani che credono nel loro territorio e nelle sue potenzialità. Si inizia con il pane e i grissini, in occasione della quattordicesima edizione della manifestazione “Giaveno Città del Buon Pane”, in programma domenica 10 settembre, per proseguire il 23 e 24 settembre con un incontro e la festa dedicata alla patata di montagna e ad altre produzioni locali; fino ad arrivare - si spera in un cambio di condizioni di tempo - alla festa dedicata al fungo porcino.“Giaveno Città del Buon pane” è patrocinata dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dall’Uncem Piemonte e dall’Atl “Turismo Torino e provincia”. A Giaveno la produzione di pane, grissini e prodotti da forno è storia di famiglie e di generazioni che continuano a svegliarsi presto per impastare, infornare e produrre secondo tradizione forme grandi, ma anche per lavorare pani piccoli e dai gusti nuovi.
La manifestazione di domenica 10 settembre è organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Gruppo panificatori artigiani e produttori, impegnati a valorizzare la Denominazione Comunale d’Origine, che riguarda la Biova, lo Stirotto, la Micca e la Mezzana. Il cuore dell’evento sarà come di consueto in piazza Mautino, dove ci saranno l’area forni per la panificazione e l’area dedicata alla vendita al minuto di pane e grissini, dello “Stirato Torinese” e dei prodotti da forno dolci e salati preparati anche con l’impiego di altri prodotti locali come la salciccia per i salatini, il lardo e il salame. In piazza Mautino saranno presenti anche altre attività che operano nel campo del recupero della tradizione colturale e dei prodotti di nicchia, come il Mulino della Bernardina che valorizza le antiche varietà di mais, con un impianto di macine in pietra ancora perfettamente funzionante e aperto alle visite del pubblico. La novità di quest’anno è lo spazio dedicato ai “Grani recuperati” con la presenza delle associazioni “Principi Pellegrini”, “Divangazioni” e Sanaindivia, impegnate nella tutela delle varietà storiche di frumento tenero e nella loro trasformazione in prodotti da forno e pane. Saranno esposti alcuni pannelli dedicati al grano e alcuni piccoli covoni di frumenti tratti dal campo-catalogo 2017, realizzato a cura del Giardino Botanico Rea. L’area inoltre ospiterà l’esposizione dei disegni realizzati dagli alunni della scuola media Francesco Gonin nell’ambito del concorso “Giaveno, un mondo di pane”, fra i quali è stata individuata l’immagine del manifesto ufficiale dell’edizione 2017 di “Giaveno Città del Buon Pane”. In piazza Molines sarà possibile assistere alla trebbiatura del grano come avveniva un tempo, con l’impiego di macchinari e trattori d’epoca appartenenti a collezionisti privati. Nelle vie e piazzette del centro cittadino ci saranno banchi e bancarelle di prodotti agroalimentari e artigianali. I ristoranti, le trattorie, i caffè e i negozi saranno tutti aperti e le vie del centro saranno ancora coperte dalle decine di ombrelli colorati che hanno contrassegnato da giugno, l’estate giavenese. L’inaugurazione ufficiale della manifestazione è in programma alle 11 in largo Umberto I dinanzi alla chiesa dei Batù, con l’intervento delle autorità locali e della delegazione del Comune di Saint Jean de Maurienne, gemellato con Giaveno. Invece del nastro inaugurale saranno tagliati un grissino e una forma di pane tipica della Savoia. L’evento sarà accompagnato da un’esibizione di danzatrici dell’associazione ArteInMovimento, che proporanno le coreografie “La sfida dei panettieri” e “Pasta Madre”. Nella giornata di domenica 10 settembre sarà possibile visitare alcuni luoghi d’arte. Il Circolo Ricreativo Culturale aprirà il portone della chiesa dei Batù, risalente al 1576. La chiesa abbina le severe linee classiche dell’edificio originario alle successive decorazioni barocche; conserva arredi e dipinti originali ed un coro a scanni. L’edificio di culto sorge all’inizio di via Umberto I e sarà visitabile dalle 10 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18. In borgata Buffa, in via Vittorio Emanuele II al numero 260 si trova invece l’antico Mulino della Bernardina, risalente al 1745, recentemente recuperato dalla famiglia Ughetto e dall’attuale mugnaio. All’attività tradizionale è stata abbinata la coltivazione di antiche varietà di mais come il Pignoletto rosso e l’Ottofile, oltre al grano e alla segale. Il Mulino della Bernardina accoglierà i visitatori dalle 10 alle 12,30 e dalle 14 alle 18,30. Sarà visitabile negli stessi orari anche il mulino chiamato “du Detu” di Ruata Bassa di Giaveno, gestito in via Beale 8 dalla famiglia Colombatti. Edificato nel 1218, era il mulino dell’Abbazia benedettina di San Michele della Chiusa. Venne acquistato e restaurato nel 1877 da Benedetto Giai Via, detto “Detu”. E’ stato in attività fino agli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. Nel novembre 2016 è stato aperto per la prima volta ai visitatori. I due mulini sono raggiungibili in auto, a piedi o con una navetta gratuita, con prenotazione il giorno della manifestazione all’Ufficio turistico comunale in piazza San Lorenzo 34. Nei locali comunali di via XX Settembre da sabato 9 a domenica 17 settembre sarà allestita la mostra di pittura “Colori”, con opere di Lidia Agosti, Giovanna Bruna Grigolon, Tanina Maritano, Franca Miola, Marisa Giovale Alet e Mita Sapone. Sarà visitabile dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19, il sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15,30 alle 19.
Sabato 9 e domenica 10 settembre a Giaveno si terrà il 45° Campionato Nazionale A.N.A. Marcia di Regolarità in Montagna a pattuglie.
Per saperne di più: www.comune.giaveno.to.it; Ufficio Turistico Comunale, telefono 011-9374053, e-mail infoturismo@giaveno.it e manifestazioni@giaveno.it
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