Cultura
"È stata una grande e bellissima sfida, quella della candidatura di Agliè a Borgo dei Borghi 2025. Il 2^ posto lascia tanto orgoglio per il lavoro di squadra e la consapevolezza che ora Agliè è una meta conosciuta a livello nazionale": questo il commento della consigliera di Città metropolitana di Torino delegata al turismo Sonia Cambursano con i complimenti di tutto il nostro territorio al sindaco del Comune di Agliè Marco Succio e a tutta la comunità locale.Domenica sera 20 aprile durante la trasmissione di Rai3 Kilimangiaro è stato il borgo siciliano di Militello ad ottenere la vittoria su altri 19 Comuni candidati.
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L'Abbazia di Novalesa, gioiello di arte, storia e cultura in Val Cenischia, affidata da Città metropolitana di Torino alla comunità monatica benedettina accoglie i visitatori in questi giorni di fine aprile, ad eccezione di sabato 19 aprile.✅ All'Abbazia di Novalesa si può ammirare l'opera di Michelangelo Pistoletto "Il terzo paradiso" posizionata nel 2024
✅ La Cappella di Maria Maddalena è sempre visitabile prenotando l'apertura sull'app Chiese a porte aperte
✅Il Museo archeologico è aperto ad ingresso libero
✅ Domenica di Pasqua, 20 aprile il complesso abbaziale è aperto dalle 11 alle 13 con visita guidata alle ore 11.30
✅ Lunedi 21 aprile, Pasquetta visite guidate alle 10.30 e 11.30
✅ Venerdi 25 aprile alle ore 15,30 VISITA SPECIALE alla biblioteca dell'Abbazia e agli affreschi di Antoine de Lonhy.
Prenotazione obbligatoria scrivendo a visite@abbazianovalesa.org indicando nome e numero di partecipanti.
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Nel 2024, all’età di soli 67 anni, è venuto a mancare Luciano Viotto, uno dei protagonisti più appassionati della scena jazz torinese. Funzionario della Città metropolitana di Torino, Viotto era da poco in pensione dopo una lunga carriera nell’ambito dell’urbanistica, iniziata nel 2005 presso l’allora Provincia di Torino.Per ricordarne la figura e la passione per il jazz, la Città metropolitana di Torino, in collaborazione con il Torino Jazz Festival e la Fondazione per la Cultura Torino, promuove una mostra fotografica dedicata a Chet Baker. Le immagini esposte furono scattate da Luciano Viotto il 21 aprile 1988, durante il concerto al Teatro Carignano, pochi giorni prima della scomparsa del celebre trombettista, avvenuta il 13 maggio ad Amsterdam.
Luciano Viotto non era un musicista, ma un raffinato conoscitore del jazz e un appassionato collezionista. Tra i suoi progetti di studio e divulgazione, si ricorda una dettagliata discografia completa di Miles Davis.
Il concerto al Carignano fu un evento unico: Chet Baker si esibì con un quintetto d’eccezione composto da Enrico Rava, Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Giovanni Tommaso e Roberto Gatto. La partecipazione di Baker fu incerta fino all’ultimo: fermato alla dogana francese, riuscì a raggiungere Torino solo grazie all’intervento di un avvocato, arrivando in teatro per il secondo set. Nonostante le difficoltà, la sua performance fu memorabile.
Le fotografie scattate da Viotto in quell’occasione saranno esposte nel foyer della sede della Città metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7.
La mostra inaugura il 22 aprile alle ore 16, alla presenza della famiglia di Luciano Viotto, di Lorenza Cattadori di Musica Jazz e del sassofonista Gianni Denitto.
La mostra resterà aperta fino al 5 maggio, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 (chiusa nei weekend e nei giorni festivi).
Ingresso gratuito.
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Sono passati 121 anni dalla tragedia del Beth, causata da una delle più devastanti valanghe che si ricordino nella storia delle Alpi Occidentali. Sabato 19 aprile alle 11 nella piazzetta della frazione Plan di Pragelato che, giusto un anno fa, è stata intitolata alle vittime della più grande sciagura sul lavoro mai avvenuta in Piemonte, si terrà la cerimonia di commemorazione degli 81 operai periti nel 1904. L’evento è patrocinato dalla Città metropolitana di Torino.La storia industriale delle miniere di rame realizzate in Val Troncea a oltre 2700 metri di quota era iniziata nel 1863 con la concessione acquisita dall’imprenditore torinese Pietro Giani. L’iniziativa conobbe vicende travagliate dal punto di vista economico, ma fu anche un’occasione per la sperimentazione di nuove tecniche estrattive. La storia delle miniere del Beth si interruppe però nel peggiore dei modi, martedì 19 aprile 1904. Nei giorni precedenti gli operai, ormai a corto di viveri, impressionati dalle forti e persistenti nevicate, dai rumori e dal pericolo imminente, avevano deciso di scendere a valle per trascorrere la Pasqua in famiglia. Si narra che i minatori locali, che conoscevano i pericoli dell’alta montagna, avessero proposto invano ai compagni di ricoverarsi nelle gallerie delle miniere, portando con sé gli attrezzi, per poi liberarsi una volta che la valanga incombente fosse caduta.
Il distacco della massa nevosa avvenne tra le 12 e le 12,30 di quel 19 aprile, preceduto dal tuono che annuncia il distacco delle grandi masse nevose: un rumore che chi pratica l’escursionismo invernale con gli sci o con le racchette da neve ben conosce e teme. I diversi gruppi in cui si erano divisi gli operai furono travolti e trascinati a valle senza scampo. Fu possibile iniziare le ricerche dei pochi sopravvissuti solo il giorno dopo, mercoledì 20 aprile. I valligiani, gli artiglieri provenienti dal Forte di Fenestrelle, le Guardie Forestali e i Carabinieri riuscirono a salvare una trentina di minatori, mentre 40 salme furono trovate, ricomposte e seppellite in una fossa comune nel cimitero di Laval. Oltre due mesi dopo, il 28 giugno 1904, sotto la neve che ancora ingombrava il canalone del Gourée, venne alla luce il corpo dell'ultima vittima recuperata. Il più giovane degli operai uccisi dalla valanga era originario di Salza, in val Germanasca: aveva solo 16 anni. Gli altri minatori provenivano da Pragelato, da Pinasca, da Perosa Argentina, da Perrero, da Prali, da Massello e da Roure, ma c’erano anche alcuni operai esperti provenienti dalla Provincia di Belluno, dove esisteva una consolidata tradizione di estrazione del rame. Dopo la tragedia al Beth l’attività riprese con molte difficoltà, per poi cessare definitivamente nel 1914. Passarono gli anni e la tragedia di quei poveri minatori rischiò di essere dimenticata, fino a quando la passione di alcuni pragelatesi attenti alle tradizioni e alla storia del loro paese non l’ha riportata all’attenzione dell’opinione pubblica, riaprendo il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in ambiente montano.

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Lungo un tratto dell’antica via Francigena, nella bassa Valle di Susa, tra i Comuni di Buttigliera Alta e Rosta, sorge la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Il complesso architettonico, oggi di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, è il protagonista di Storie metropolitane, la rubrica dedicata al racconto delle eccellenze del territorio curata dall’Ufficio stampa della Città metropolitana di Torino.
La nuova puntata, pubblicata sul canale Youtube al link https://youtu.be/y702JcHWtwY , sottolinea l’importanza artistica di Giacomo Jaquerio, il noto pittore piemontese che sabato 5 e domenica 6 aprile i Comuni di Buttigliera Alta, Rosta ed Avigliana, insieme alla Fondazione Ordine Mauriziano, celebreranno in occasione del 650° anniversario della sua nascita.
Sulla statale del Moncenisio in direzione di Avigliana, poco lontano da Rivoli, si apre sulla sinistra un breve viale di platani che termina su uno spiazzo dove sorge uno dei più pregevoli monumenti di arte medievale del Piemonte: la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Il monumento risale al 1198, quando Umberto III di Savoia donò ai frati Antoniani un terreno su cui costruire un complesso che si prendesse cura dello spirito, negli spazi della chiesa, della sacrestia e del convento, e, nello stesso tempo, del corpo, nei locali dell’ospedale adibito al sollievo del cosidetto “fuoco di Sant’Antonio”.
“Il toponimo attuale – spiega Marta Fusi, direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano - deriva dal nome del canale, “ri invers”, che scorre a ridosso del complesso. Il cuore della Precettoria è la chiesa, con la sua splendida facciata asimmetrica con trionfo di ghimberghe in terracotta e pinnacoli che, insieme all’abside slanciata, rappresentano l’esempio più evidente dell’anima gotica di Ranverso. Completano la struttura la sacrestia e il chiostro, anche se ad attirare l’attenzione dei visitatori è soprattutto il piccolo portico di accesso alla chiesa”.
Lo spazio dell’ingresso, realizzato intorno alla metà del XIV secolo, è caratterizzato da volte a crociera rette da pilastri, sulle estremità dei quali si trovano curiose piccole sculture che decorano capitelli e mensole con teste umane e di animale e volti mostruosi. Le costruzioni vicine alla Chiesa costituiscono il concentrico, cioè il centro dell’antica vita di Ranverso. Qui il luogo più importante era l’Ospedale, o Spedale, di cui oggi è ancora possibile ammirare la facciata con decorazioni in terracotta del XV secolo.
“Nel presbiterio e nella sacrestia – commenta la direttrice Fusi - si conservano gli affreschi più importanti di Giacomo Jaquerio, pittore piemontese attivo dalla seconda metà del XIV secolo sino al 1453, anno della sua morte. Nel presbiterio a sinistra si trovano affreschi, uniche opere firmate dal pittore, come la Madonna in trono con Bambino e altri ritratti di profeti. A destra invece scene della Vita di Sant’Antonio attribuite ad una più generica “scuola di Jaquerio”, nelle quali vengono spesso rappresentati maiali”.
Il suino è infatti un elemento che ricorre molto spesso nell’iconografia legata a Sant’Antonio proprio per il largo uso che i monaci Antoniani facevano del grasso degli animali per la cura delle malattie cutanee legate al Fuoco di San’Antonio.
“Anche la cappella della sacrestia conserva affreschi di Jaquerio – prosegue Marta Fusi - Sulla volta sono raffigurati i quattro Evangelisti, ognuno dei quali è identificabile, grazie al simbolo che gli è proprio; sulla parete sud sono effigiati i santi Pietro e Paolo, a est l’Annunciazione, a nord la Salita al Calvario, a ovest la Preghiera nell’Orto degli Ulivi”.
Posto sull’altare maggiore un capolavoro di Defendente Ferrari, ritenuto l’ultima opera del grande pittore piemontese attivo tra il 1510 e 1530: il polittico, al cui centro si trova la Natività con a destra San Rocco e San Bernardino da Siena e a sinistra Sant’Antonio e San Sebastiano.
“Occuparsi di un bene così prezioso – conclude la direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano, Marta Fusi – è una bella sfida e una grande responsabilità. Noi lavoriamo per i figli dei nostri figli. Operare per un luogo storico, artistico e culturale come la Precettoria tocca molteplici aspetti: da una parte occorre garantire l’apertura e l’accessibilità della parte museale, e dall’altra, trovare risorse per il restauro e la conservazione. Grazie ad importanti finanziamenti l’intero tetto della manica conventuale è stato restaurato e stanno per partire i lavori che riporteranno allo splendore il Corridoio degli Stemmi. Inoltre, col finanziamento di 5 milioni di euro della Regione Piemonte, si recupererà l’antico Ospedaletto e la Cascina Bassa, che verranno utilizzati come strutture ricettive per ampliare l’offerta turistica del sito con la realizzazione di un punto di ristoro, di un ampio parcheggio per i visitatori e di una foresteria a servizio di chi percorre gli itinerari dell’antica Via Francigena.
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2025/storiemetropolitane/index.shtml
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In occasione di tre ricorrenze dal profondo valore civico, il 25 aprile (anniversario della Liberazione), il 2 giugno (festa della Repubblica italiana) e il 4 novembre (giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate), sei istituzioni pubbliche che hanno sede in edifici storici torinesi aprono le loro porte per offrire un percorso insolito, nel cuore della città.
L’evento è promosso dalla Città di Torino - Presidenza del Consiglio comunale e dalla Prefettura di Torino, con la collaborazione della Città metropolitana di Torino, di Turismo Torino e Provincia, per il Ministero della Cultura, dei Musei Reali e dell’Archivio di Stato di Torino, e per la Fondazione Torino Musei, di Palazzo Madama.
L’itinerario ha inizio a Palazzo Civico, storica sede del municipio cittadino, inserita nel nucleo originario della Torino di fondazione romana. Il percorso di visita, la cui partenza è prevista dal Cortile d’Onore del Palazzo stesso, di impianto tipicamente barocco, si snoderà attraverso le sue Sale Auliche: lo Scalone d’Onore seicentesco, la neoclassica Sala dei Marmi e il suo loggiato, la Sala delle Congregazioni, la splendida Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, per concludersi presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale che, eccezionalmente, aprirà le sue porte ai visitatori.
Percorse le vie che collegano il Palazzo di Città con Piazza Castello, si raggiungono i Musei Reali per la visita nelle sale di rappresentanza di Palazzo Reale, centro di comando della dinastia sabauda e prima reggia dell’Italia unita. Si sale al piano nobile attraverso lo Scalone d’Onore, commissionato dal re Vittorio Emanuele II all’architetto Domenico Ferri nel 1861, all’indomani dell’Unità d’Italia, quando per i Savoia si prospettava un ruolo nazionale con Torino capitale del nuovo regno. È un’architettura di gusto eclettico, con una decorazione ispirata a modelli barocchi.
Si entra nel grande Salone delle Guardie Svizzere, si attraversano numerose sale fastose tra cui quella del trono e quella del Consiglio, nella quale il 4 marzo 1848 fu siglato lo Statuto Albertino, per giungere nella Galleria Beaumont, che prende il nome dal pittore di corte incaricato di dipingerne la volta. Qui ha sede l’Armeria Reale, che accoglie la raccolta dinastica di armi e armature antiche. Aperta al pubblico nel 1837 è una delle istituzioni culturali che Carlo Alberto promuove insieme alla quadreria di Palazzo Madama, futura Galleria Sabauda, l’Accademia Albertina e la Biblioteca Reale. Al termine si percorre lo scalone alfieriano, che collega gli appartamenti reali con le costruzioni destinate alle Segreterie di Stato, agli Archivi di Corte e al Teatro.
Si giunge al Palazzo delle ex Regie Segreterie di Stato, antica sede di ministeri sabaudi e dal 1866 della Prefettura di Torino. Il percorso prevede, la Galleria affacciata sui Giardini Reali realizzata da Benedetto Alfieri tra il 1738 e il 1756, lungo ambiente di raccordo tra la Galleria Beaumont e gli Archivi di Corte, che si apre in cima allo spettacolare scalone alfieriano, affrescata dal bolognese Pelagio Palagi durante la stagione del rinnovamento dei reali palazzi voluto da Carlo Alberto. Un affaccio sull’infilata delle sale di rappresentanza, allestite sempre da Alfieri, affrescate da Francesco Gonin e arredate con i migliori pezzi provenienti dal mobiliere di Palazzo Reale e dalle Raccolte Civiche culminante nell’ufficio che fu di Camillo Benso Conte di Cavour, una piccola stanza dalle pareti blu, la più vicina a Palazzo Reale, rimasta intatta dalla sua prematura scomparsa nel 1861. Tante le curiosità come la piccola porta segreta, alle spalle della sua scrivania, da dove si può raggiungere Palazzo Reale. Anche l’ufficio del Prefetto è aperto al pubblico.
Dalla Galleria si passa all’aula del Consiglio della Città metropolitana di Torino, già Provincia di Torino. Nel 1864 Torino non è più capitale. Gli intendenti delle Segreterie vengono sostituiti dai Prefetti ai quali viene collegato un consiglio provinciale. L’ampia sala dedicata alle riunioni del consiglio, con le sue decorazioni, è un’interessante espressione dei modelli eclettici propri del periodo umbertino, ispirati alla tradizione pittorica e architettonica italiana.
Dall’aula metropolitana si giunge all’ Archivio di Stato le cui sale furono ideate ancora una volta da Juvarra per conservare i documenti dell’Archivio di Corte, tuttora custoditi nelle «guardarobe» che circondano le stanze. Originariamente i Regi Archivi erano uno dei luoghi più segreti dello Stato sabaudo: potevano accedervi solo il re, i suoi ministri e gli archivisti. Questa parte della visita termina con il passaggio attraverso lo scalone juvarriano, antica via di accesso e di uscita dell’Archivio di Corte.
Le visite con partenza alle 14.30 e alle 15.00 si concluderanno a Palazzo Madama ove, accompagnati dal direttore Giovanni C.F. Villa, si avrà piena coscienza di quella che Guido Gozzano definì «la casa dei secoli» poiché «Nessun edificio racchiude tanta somma di tempo, di storia, di poesia». Un Palazzo Madama narrato nel suo essere ideale generatore dell’Italia unita e dell’Europa dei popoli, con la visita che si soffermerà nella Sala del Senato del Regno d’Italia che «volle preparò sancì l’unità nazionale. Costituì il Regno d’Italia, proclamò Roma capitale», come recita il fastigio a lettere d’oro in essa posto, e nella Sala Feste in cui, il 18 ottobre 1961, il Consiglio d’Europa firmò la Carta Sociale Europea, la carta dei diritti dei popoli d’Europa.
Modalità di visita
I gruppi saranno accompagnati nella visita dai volontari delle istituzioni coinvolte, insieme a studentesse e studenti delle scuole secondarie impegnati in un progetto di alternanza scuola-lavoro.
L’ingresso è gratuito esclusivamente su prenotazione. Per l’accesso in Prefettura è necessario esibire un documento di identità.
Informazioni e Prenotazioni: www.turismotorino.org/visite_palazzi_istituzioni
Turno A: partenza da Palazzo Civico ore 14.30; partenza da Palazzo Reale ore 16.00; la visita prosegue a Palazzo Madama
Turno B: partenza da Palazzo Civico ore 14.45; partenza da Palazzo Reale ore 16.15
Turno C: partenza da Palazzo Civico ore 15; partenza da Palazzo Reale ore 16.30; la visita prosegue a Palazzo Madama
Turno D: partenza da Palazzo Civico ore 15.15; partenza da Palazzo Reale ore 16.45
Massimo 30 persone per Gruppo.
Accessibilità
Il percorso è accessibile a persone con disabilità motoria, ad eccezione dello scalone di collegamento tra l’Armeria e la Prefettura. Sarà possibile utilizzare un percorso alternativo, con passaggio esterno, oppure entrare direttamente nella Prefettura saltando i Musei Reali, che potranno essere visitati in altra data.
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Per ricordare il 500° anniversario della nascita del compositore e organista Giovanni Pierluigi da Palestrina l'associazione culturale Contatto, nell'ambito della rassegna Chivasso in Musica, sostenuta dal Bando MusicArt della Città di Chivasso e patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, ha organizzato un concerto in programma sabato 5 aprile alle 21 nel Duomo Collegiata di Santa Maria Assunta.Il coro misto Musicaviva, diretto da Daniela Lepore, eseguirà la “Missa Fratres Ego Enim” di Palestrina. Alla consolle dell'organo Felice Bossi del 1843 siederà l'organista Aldo Bergamini, che inframmezzerà i brani corali con composizioni organistiche di Girolamo Frescobaldi. L'attrice Carla Vezza leggerà i brani evangelici e il Salmo tratti dalla liturgia della Messa “In Coena Domini" del Giovedì Santo. Si tratterà, quindi, di un concerto spirituale, proprio del tempo di Quaresima (fa eccezione il Gloria della Messa palestriniana) in preparazione alla Domenica delle Palme (13 aprile) e al Triduo Pasquale.
Chi desidera avere il posto riservato può scrivere a info@associazionecontatto.it entro e non oltre la mattina di sabato 5 aprile. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito Internet www.associazionecontatto.it

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Nel primo fine settimana di aprile i Comuni di Buttigliera Alta, Rosta ed Avigliana e la Fondazione Ordine Mauriziano celebreranno il 650° anniversario della nascita del pittore Giacomo Jaquerio, massimo rappresentante in Piemonte dell’arte tardo-gotica, attivo tra Torino, Ginevra e la Savoia, noto soprattutto per gli affreschi che realizzò a partire dal 1410 per decorare gli interni della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Il programma delle iniziative culturali, delle rievocazioni storiche, dei momenti musicali e delle escursioni guidate nei dintorni della Precettoria di Sant’Antonio è stato illustrato nel corso di un incontro che si è tenuto nella sala panoramica al 15° piano della sede di corso Inghilterra della Città metropolitana di Torino.
Erano presenti il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, la Consigliera metropolitana delegata al turismo Sonia Cambursano, la dottoressa Marta Fusi, direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano, gli amministratori locali, tra i quali i Sindaci di Buttigliera Alta, Rosta e Avigliana, Alfredo Cimarella, Domenico Morabito e Andrea Archinà.
I BUS NAVETTA PER RAGGIUNGERE SANT’ANTONIO DI RANVERSO
In occasione della presentazione, sono state dettagliate le modalità con cui, sabato 5 e domenica 6 aprile, le persone che non intendono o non possono raggiungere la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso con mezzi propri potranno usufruire gratuitamente dei bus navetta in partenza da Avigliana e da Rivoli per iniziativa della Città metropolitana di Torino e della Città di Rivoli. In entrambe le giornate il bus navetta da Avigliana, programmato dalla Città metropolitana di Torino nell’ambito del PUMS-Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, partirà dalle 14 in avanti da piazza De Andrè alla volta del Santuario della Madonna dei Laghi, per consentire la visita ai dipinti di Jaquerio. Il bus raggiungerà poi la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. È prevista una corsa ogni ora e mezza circa. La navetta Rivoli-Sant’Antonio di Ranverso partirà inveceda piazzale Mafalda di Savoia dalle 14 in avanti, per iniziativa della Città di Rivoli, che dal punto di vista organizzativo si appoggia al Consorzio Turismovest. L’ultima corsa è prevista per le 19.
LA RIQUALIFICAZIONE DEL COMPLESSO E IL PROGRAMMA DEGLI EVENTI
Gli eventi del 5 e 6 aprile si inseriscono in un progetto di riqualificazione del polo artistico e culturale di Sant’Antonio di Ranverso, oggetto di importanti investimenti e restauri curati dalla Fondazione Ordine Mauriziano, che comprendono anche l’Ospedaletto e la Cascina Bassa.
Sabato 5 aprile si terrà la conferenza celebrativa, che si aprirà alle 9,30 con il saluto delle autorità, seguito dagli interventi delle storiche e critiche dell’arte Cristina Scalon e Arabella Cifani, che si soffermeranno sul polo di Ranverso nelle carte dell’Archivio della Fondazione Ordine Mauriziano e sulla rivalutazione della figura di Giacomo Jaquerio. Seguirà l’intervento dell'architetto Luigi Valdemarin sui restauri del complesso monumentale. Alle 15 è in programma un momento dedicato alle scuole, curato da Serena Fumero. Alle 17 si terrà un concerto del coro degli Alpini di Rosta e della corale “Il bramito” di Bussoleno. Domenica 6 aprile si terranno le rievocazioni storiche e, alle 9,30, inizierà una camminata culturale ad anello di 3,5 km, con partenza e arrivo alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso e tappa alla cappella di Madonna dei Boschi per visitare gli affreschi della scuola jaqueriana. Chi è più allenato potrà seguire il percorso di 8 km, che prosegue lungo la pista ciclo pedonale “Just the Woman I Am” sino alle scuole secondarie Giacomo Jaquerio e alla Villa San Tommaso nel parco Rosa Luxemburg, sempre con arrivo a Sant’Antonio di Ranverso. Nel pomeriggio alle 16,30 è in programma la sfilata dei gruppi storici “Conte Verde” di Rivoli, “Conte Rosso” di Avigliana, “Il filo della memoria” e “Marchesi Carron di San Tommaso” di Buttigliera. Alle 17 il programma degli eventi si chiuderà con il concerto della Filarmonica San Marco.
A giudizio di Marta Fusi, direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano, “l’evento organizzato per il 650° anniversario della nascita di Giacomo Jaquerio sottolinea l’importanza della collaborazione e della sinergia tra gli enti, al fine di promuovere e valorizzare un importante bene artistico. La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, infatti, custodisce un capolavoro che è una delle poche opere firmate da un pittore che è considerato uno dei maggiori esponenti del gotico internazionale in Piemonte”.
“Abbiamo fortemente voluto promuovere un evento dall’ampio respiro culturale, per porre l’accento sul cuore del patrimonio artistico del nostro territorio, celebrando e contribuendo alla riscoperta di un artista del calibro di Giacomo Jaquerio. - commenta il Sindaco di Buttigliera Alta, Alfredo Cimarella - Da molti anni, le nostre amministrazioni lavorano, in collaborazione con la Regione e la Fondazione Ordine Mauriziano, in direzione della riqualificazione e del rilancio turistico di questo eccezionale complesso monumentale, cerniera tra la cintura metropolitana di Torino e la valle di Susa, punto importante lungo la via Francigena”.
Per il primo cittadino di Rosta, Domenico Morabito, “le iniziative programmate il 5 e 6 aprile sono un’occasione straordinaria per far conoscere il nostro territorio. Parliamo della meravigliosa cornice della Collina Morenica di Rivoli. È un territorio raggiungibile in treno da Torino e, scendendo alla stazione di Rosta, si può inforcare una bicicletta e scoprire un ambiente meraviglioso. In vista del 5 e 6 aprile, le nostre scuole e le nostre associazioni collaborano con gli uffici comunali, per dimostrare che, oltre ad un territorio bellissimo, da noi c’è una comunità che saprà dare il meglio di sé”.
“Avigliana ha un legame storico con la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, voluta dal conte Umberto III di Savoia, nato proprio ad Avigliana. Dietro l’altare del nostro santuario della Madonna dei Laghi vi è un pilone dedicato alla Madonna del Latte, che Umberto III volle far ridipingere in stile jaquariano. - sottolinea il Sindaco Andrea Archinà - La Precettoria fa parte di un nucleo di arte e architettura medioevale di assoluta eccellenza. Da questo punto di vista è importante la sperimentazione da parte della Città metropolitana di un bus navetta che collega i luoghi storici del nostro territorio in modo sostenibile”.
“Le iniziative del primo fine settimana di aprile a Buttigliera Alta, Avigliana e Rosta sono il frutto di un importante lavoro per mettere in rete le eccellenze della Bassa Valle di Susa, al fine di promuovere il turismo lento e sostenibile, su cui il territorio può puntare carte importanti. - sottolineano il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e la Consigliera metropolitana delegata allo sviluppo economico e al turismo, Sonia Cambursano - La Città metropolitana apprezza e sostiene questa impostazione e i bus navetta gratuiti sono il riconoscimento tangibile della validità dei progetti in corso di elaborazione e realizzazione”.
VITA E OPERE DI GIACOMO JAQUERIO
Giacomo Jaquerio è considerato uno dei maggiori esponenti della pittura tardogotica in Piemonte, attivo nella prima metà del Quattrocento. Nato nel 1375 circa a Torino da una famiglia con una lunga tradizione nella pratica della pittura, visse la prima parte della sua vita tra continui spostamenti fra Torino, Ginevra, Thonon-les-Bains ed altre località d’oltralpe, lavorando come pittore di corte al servizio di Amedeo VIII di Savoia e del principe Ludovico di Acaja e ricevendo commesse da istituzioni religiose e da importanti casate nobiliari. Dal 1429 in poi abitò stabilmente a Torino, dove ricoprì anche le cariche pubbliche di consigliere del Comune e tesoriere. Della sua vasta produzione solo pochissime opere sono documentate e il primo documento certo è proprio la sua firma, scoperta nel 1914 sugli affreschi della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, databili intorno al 1410, epoca in cui l’artista doveva già essere a capo di una fiorente bottega. La “Salita al Calvario” è il suo capolavoro caratterizzato da toni marcatamente realistici di crudeltà e dolore. Jaquerio morì tra il 1445 e il 1453, quando i documenti riportano i nomi della moglie vedova e degli eredi. La sua bottega fu ancora attiva nella seconda metà del XV secolo: al suo entourage e ai suoi modelli, costituiti da cartoni e matrici per la realizzazione di motivi decorativi in serie, sono riconducibili numerose opere presenti nei territori del ducato sabaudo e di diretta discendenza dalle pitture della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.
VISITARE SANT’ANTONIO DI RANVERSO
La Precettoria è visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 9,30 alle 13 (ultimo ingresso alle 12,30) e dalle 14 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17). Il biglietto d’ingresso intero costa 5 euro, ridotti a 4 euro per i minorenni, gli over 65 e i gruppi di almeno 15 persone. I bambini fino a 6 anni e i possessori dell’Abbonamento Musei hanno l’ingresso gratuito. Per informazioni e prenotazioni si può chiamare dal mercoledì alla domenica il numero telefonico 011-6200603 o scrivere a ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it e maggiori informazioni sono reperibili nel sito Internet www.ordinemauriziano.it
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Da sabato 15 marzo riprendono le visite guidate nelle ex miniere di talco Paola e Gianna di Prali, gestite dall’Ecomuseo delle miniere e della Valle Germanasca. Anche nel 2025 la Città metropolitana di Torino riconosce con il suo patrocinio il valore culturale e storico delle iniziative dell’Ecomuseo, che dagli anni ‘90 valorizza le tradizioni e le installazioni minerarie delle Valli Chisone e Germanasca. L’attività estrattiva è stata per lungo tempo il motore economico delle due valli e ne ha fortemente caratterizzato il paesaggio.Alla fine degli anni ’80 la “coltivazione” del talco di Prali sembrava giunta al capolinea e il patrimonio minerario rischiava di andare perduto irrimediabilmente: i macchinari arrugginivano, le strutture rischiavano di crollare, gli archivi si dissolvevano e rischiava di scomparire la memoria della tecnologia, del lavoro e dei sacrifici dei minatori.
Nel 1993 l’allora Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca, sull’esempio di progetti avviati con successo in Gran Bretagna, Francia, Germania e Austria, avviò, nell’ambito di un’intensa cooperazione transfrontaliera, un progetto turistico-culturale di conservazione e valorizzazione del patrimonio minerario. Nel 1998 nacque ScopriMiniera, la proposta di tour guidati nelle gallerie della miniera Paola, alla scoperta della vita e del lavoro dei minatori della Val Germanasca. Grazie alle connessioni con la realtà culturale e ambientale locale, ScopriMiniera ha creato e consolidato un movimento turistico e alcuni posti di lavoro. I risultati ottenuti, le nuove capacità e competenze acquisite, le relazioni create hanno stimolato e contribuito alla creazione del progetto di un Ecomuseo del territorio della Val Germanasca, riconosciuto nel 2003 dalla Regione Piemonte.
A ScopriMiniera si è affiancato da alcuni anni il percorso ScopriAlpi nella miniera Gianna, dove si può vedere il punto esatto in cui rocce originatesi negli oceani della Tetide sovrastano rocce di origine continentale, confermando la teoria che attribuisce la formazione delle Alpi allo scontro tra le placche continentali africana ed europea. Aquasi 2 km di profondità dalla superficie, le gallerie della miniera Gianna hanno intercettato e reso visibile il contatto tra le due placche tettoniche e la cicatrice che testimonia lo scontro avvenuto 65 milioni di anni orsono tra i due continenti. Il percorso conduce i visitatori attraverso gli anfratti, le gallerie e le strutture di una miniera aperta oltre 60 anni fa e utilizzata fino al 1995 per estrarre un talco bianco purissimo e apprezzato in tutto il mondo. Maxi cartografie, videoproiezioni e installazioni multimediali, una “finestra di interpretazione geologica”, luci, suoni e voci narranti, apparecchiature e scenografie accompagnano i visitatori nelle tre ore di esplorazioni e scoperte.
Tutti i dettagli sulle visite guidate su prenotazione delle miniere e sulle attività didattiche dell’Ecomuseo sono consultabili nel sito Internet www.ecomuseominiere.it

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Cultura
La celebrazione del Santo patrono S.Eldrado come ogni anno scandisce la ripresa delle visite all'Abbazia di Novalesa, gioiello medievale di arte, storia e cultura in Val Cenischia: un bene di proprietà da molti anni di Città metropolitana di Torino, affidato alle cure della comunità monastica benedettina.Da sabato 15 marzo l'Abbazia riapre ai visitatori con i seguenti orari: visite Abbazia sabato ore 10.30 e 11.30, domenica ore 11.30; visite museo archeologico sabato e domenica ore 11-13.
Gruppi e scuole possono prenotare una visita dedicata - tranne al lunedì - scrivendo a viste@abbazianovalesa.org
Quest'anno, per i visitatori di apre una nuova possibilità in aggiunta al consueto percorso alla scoperta delle Cappelle all'interno dell'Abbazia: è entrata infatti nel circuito "Chiese a porte aperte" la Cappella della Maddalena. Si tratta di un'occasione unica e nuova per entrare ad ammirare la Cappella, esterna ai muri dell'Abbazia e finora chiusa al pubblico.
"Chiese a porte aperte" è il progetto che consente di visitare autonomamente i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e della Valle d’Aosta con l’ausilio delle nuove tecnologie. L’applicazione gestisce molteplici operazioni dalla prenotazione della visita all'apertura automatizzata della porta: una volta effettuato l’accesso tramite QR si viene guidati alla scoperta del bene al suo interno.
"Siamo davvero contenti che il percorso di visite alla scoperta della Abbazia della Novalesa si amplii - commenta il vicesindaco di Città metropolitana di Torino Jacopo Suppo - si tratta di un tassello importante nell'impegno della comunità monastica benedettina e del nostro Ente verso la celebrazione a gennaio 2026 del 1300° anniversario della fondazione di questo bene".
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