I NOSTRI COMUNICATI

 

Parchi e riserve naturali

Parchi e riserve naturali

È dedicato al coinvolgimento dei cittadini di Arignano e Marentino e agli ottimi risultati in termini ambientali dell’appuntamento di fine inverno con il plogging lento il secondo reportage della serie “Oasi Metropolitane”, che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino dedica ai parchi e alle riserve naturali gestiti dall’Ente. Per vedere il reportage nel canale YouTube della Città metropolitana basta accedere al link https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=j3am36gAU1s&t=5s
Il reportage è stato girato sabato 8 marzo, giornata della passeggiata ecologica durante la quale, nell’ambito del progetto ISOLA, i volontari hanno raccolto i rifiuti trovati lungo il loro cammino. Lo scopo dell’iniziativa è da alcuni anni quello di aiutare l'ecosistema della preziosa area umida, gli animali che lo popolano e la vegetazione intorno all’acqua. Il plogging è una pratica nata in Svezia che coniuga l'attività sportiva all'aria aperta, come il jogging, con la salvaguardia dell'ambiente. Ad Arignano se ne propone da alcuni anni una versione lenta, in cui non è necessario correre ma basta camminare.
Questo specchio d’acqua è molto significativo per la nostra comunità e per la sua identità. I più anziani tra noi ricordano che a loro volta i loro antenati raccontavano vicende incentrate sul lago. Partendo dal lago e dai conti Costa della Trinità, che lo vollero realizzare, si può ripercorrere le nostra storia, inerpicandosi verso il paese, con il suo castello, la roccae le quattro torri che lo dominano. - ha spiegato al microfono di “Oasi Metropolitane” il Sindaco di Arignano, Ferdinando Scimone - Il plogging è una buona pratica che dovremmo adottare ogni volta che veniamo al lago, portandoci un sacchettino per raccogliere i rifiuti. Devo però testimoniare che, rispetto a qualche anno fa, c’è meno immondizia sulle sponde. A forza di lavorare sul progetto, si ottengono buoni risultati”. “Noi di Marentino abitiamo proprio sopra il lago, che è un elemento importante del nostro paesaggio. Speriamo che lo si possa valorizzare anche in futuro. - sottolinea la vicesindaca Milena Viarizzo - Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro bello e importante di pulizia e di valorizzazione delle specie autoctone. Speriamo che nel futuro si possano ulteriormente tutelare la fauna e la flora presenti dentro e intorno al lago. Anche in inverno, nelle belle giornate per i nostri concittadini la passeggiata domenicale al lago è un classico e tra poche settimane potremo assistere ad una bellissima fioritura”.

ISOLA”, UN PROGETTO PER TUTELARE L’AMBIENTE DEL LAGO DI ARIGNANO

Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino aveva partecipato con successo nel 2022 al bando Simbiosi della Fondazione Compagnia di San Paolo, candidando l’area del Lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città metropolitana è stata partner.
Il lago collinare di Arignano si trova a una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. Fu il conte Paolo Remigio Costa della Trinità a realizzare nel XIX secolo il vasto bacino irriguo in regione Cremera, al confine tra i Comuni di Marentino e Arignano. All’ingegnere e architetto Benedetto Brunati, ispettore generale del Genio Civile, si deve il progetto della diga e dei mulini a valle alimentati dall’acqua raccolta nel bacino, redatto nel 1838. Il sito era una vasta depressione ricoperta di erba. Il 5 febbraio 1839 Carlo Alberto concesse le "regie patenti" di autorizzazione ai lavori, che procedettero molto rapidamente. Da alcuni anni lo specchio d’acqua tra le colline a est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana.
Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 partecipano otto soggetti di cui sei sono pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi Naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto comprensivo statale di Andezeno, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali. Due partner sono invece soggetti no profit: l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Gli obiettivi del progetto sono tre: l’aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale.
La naturalità del lago sarà incrementata grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, garantito dalla nuova paratoia in via di realizzazione: questo consentirà la differenziazione degli ambienti, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. Nel 2024 sono stati realizzati 5 stagni-bacini temporanei idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi minacciati dalla frammentazione e distruzione dei loro habitat naturali.Le aree prative sono state interessate da trinciature intensive e ripetute durante l’anno, associate ad interventi per la gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea. La ricostruzione del cotico erboso sarà realizzata tramite la semina di un miscuglio polifita, che consenta di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. Nelle porzioni di bordo e all’interno delle superfici boschive sono state messe a dimora specie arbustive autoctone, tra cui piante di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago sono stati realizzati 7 siti di rifugio per pesci e rettili (due in più rispetto ai 5 previsti dal progetto iniziale) abbattendo alcune piante, posizionandone la chioma in acqua e ancorandole alla stessa ceppaia o ad altre piante. Saranno inoltre messi a dimora rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. Sono stati effettuati, nel 2023 e nel 2024, due interventi di contenimento dell'ittiofauna alloctona da parte degli operatori dell'Ente Parchi Reali, insieme ad esperti ittiologi. Grazie ad iniziative come il plogging lento e ad altri momenti formativi ed educativi, la popolazione locale viene sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e e vegetali. È in via di completamento un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, che vedrà la posa di targhette e pannelli illustrativi del progetto con informazioni sugli habitat e delle specie di maggiore rilievo. La realizzazione del progetto è in grado di produrre ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni.plogging lento Lago Arignano 08 03 2025 1
 

Parchi e riserve naturali

Buona partecipazione e ottimi risultati in termini ambientali nella mattinata di sabato 8 marzo al Lago di Arignano, dove si è ripetuto l’appuntamento di fine inverno con il plogging lento, una passeggiata ecologica durante la quale i volontari hanno raccolto i rifiuti trovati lungo il loro cammino. Lo scopo dell’iniziativa è quello di aiutare l'ecosistema della preziosa area umida, gli animali che lo popolano e la vegetazione intorno all’acqua. Il plogging è una pratica nata in Svezia che coniuga l'attività sportiva all'aria aperta, come il jogging, con la salvaguardia dell'ambiente. Il termine è infatti la fusione della parola svedeseplocka upp (raccogliere) con l'inglese jogging. Ad Arignano se ne propone da alcuni anni una versione lenta, in cui non è necessario correre ma basta camminare.
La giornata, a cui hanno partecipato il Sindaco di Arignano, Ferdinando Scimone, la Vicesindaca di Marentino, Milena Viarizzo, due funzionarie del Dipartimento Ambiente e Sviluppo Sostenibile della Città metropolitana di Torino e alcune Guardie Ecologiche Volontarie, è stata promossa nell'ambito del progetto Isola, finanziato attraverso il bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo. Ad organizzare l’evento la Città metropolitana di Torino, i Comuni di Arignano e Marentino e il Comitato per la Salvaguardia del Lago di Arignano, in collaborazione con Pro Natura Animali e Pro Loco di Arignano. Guanti e sacchetti sono stati forniti dagli organizzatori. I volontari si sono divisi in due squadre, che hanno percorso le sponde del lago in direzioni opposte, per poi incontrasi a metà strada. I rifiuti raccolti sono stati suddivisi per tipologie e saranno ovviamente trattati secondo le normative in materia di raccolta differenziata.
Al plogging lungo le sponde del Lago di Arignano sarà prossimamente dedicato un reportage video della nuova serie “Oasi Metropolitane”, ideata e realizzata dalla Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino e destinata alla pubblicazione del canale YouTube dell’Ente.

ISOLA”, UN PROGETTO PER TUTELARE L’AMBIENTE DEL LAGO DI ARIGNANO

Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino aveva partecipato con successo nel 2022 al bando Simbiosi della Fondazione Compagnia di San Paolo, candidando l’area del Lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città metropolitana è stata partner.
Il lago collinare di Arignano si trova a una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. Fu il conte Paolo Remigio Costa della Trinità a realizzare nel XIX secolo il vasto bacino irriguo in regione Cremera, al confine tra i Comuni di Marentino e Arignano. All’ingegnere e architetto Benedetto Brunati, ispettore generale del Genio Civile,si deve il progetto della diga e dei mulini a valle alimentati dall’acqua raccoltanel bacino, redatto nel 1838. Il sito era una vasta depressione ricoperta di erba. Il 5 febbraio 1839 Carlo Alberto concesse le "regie patenti" di autorizzazione ai lavori, che procedettero molto rapidamente. Da alcuni anni lospecchio d’acqua tra le colline a est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana.
Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 partecipano otto soggetti di cui sei sono pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi Naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto comprensivo statale di Andezeno, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali. Due partner sono invece soggetti no profit: l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Gli obiettivi del progetto sono tre: l’aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale.
La naturalità del lago sarà incrementata grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, garantito dalla nuova paratoia in via di realizzazione: questo consentirà la differenziazione degli ambienti, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. Nel 2024 sono stati realizzati 5 stagni-bacini temporanei idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi minacciati dalla frammentazione e distruzione dei loro habitat naturali.Le aree prative sono state interessate da trinciature intensive e ripetute durante l’anno, associate ad interventi per la gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea. La ricostruzione del cotico erboso sarà realizzata tramite la semina di un miscuglio polifita, che consenta di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. Nelle porzioni di bordo e all’interno delle superfici boschive sono state messe a dimora specie arbustive autoctone, tra cui piante di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago sono stati realizzati 7 siti di rifugio per pesci e rettili (due in più rispetto ai 5 previsti dal progetto iniziale) abbattendo alcune piante, posizionandone la chioma in acqua e ancorandole alla stessa ceppaia o ad altre piante. Saranno inoltre messi a dimora rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. Sono stati effettuati, nel 2023 e nel 2024, due interventi di contenimento dell'ittiofauna alloctona da parte degli operatori dell'Ente Parchi Reali, insieme ad esperti ittiologi. Grazie ad iniziative come il plogging lento e ad altri momenti formativi ed educativi, la popolazione locale viene sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e e vegetali. È in via di completamento un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, che vedrà la posa di targhette e pannelli illustrativi del progetto con informazioni sugli habitat e delle specie di maggiore rilievo. La realizzazione del progetto è in grado di produrre ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni.plogging lento Lago Arignano 08 03 2025 3

Parchi e riserve naturali

Sabato 8 marzo dalle 10 alle 13 alla diga del Lago di Arignano appuntamento con il plogging lento, una passeggiata ecologica durante la quale i volontari saranno impegnati a raccogliere i rifiuti trovati lungo il loro cammino. Lo scopo è quello di aiutare l'ecosistema della preziosa area umida, gli animali che lo popolano e la vegetazione intorno all’acqua. Il plogging è una pratica nata in Svezia che coniuga l'attività sportiva all'aria aperta, come il jogging, con la salvaguardia dell'ambiente. Il termine è infatti la fusione della parola svedese plocka upp (raccogliere) con l'inglese jogging. Ad Arignano se ne propone una versione lenta, in cui non è necessario correre ma basta camminare.
La giornata è promossa nell'ambito del progetto Isola, finanziato attraverso il bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo. Organizzano l’evento la Città metropolitana di Torino, i Comuni di Arignano e Marentino e il Comitato per la Salvaguardia del Lago di Arignano, in collaborazione con Pro Natura Animali e Pro Loco di Arignano. Ai partecipanti si raccomanda di munirsi di abbigliamento caldo, scarponcini e acqua. Guanti e sacchetti saranno forniti dagli organizzatori. In caso di pioggia o neve l'appuntamento sarà rinviato al successivo sabato 15 marzo con le stesse modalità. Per informazioni si può chiamare il numero telefonico 368-7171811.

ISOLA”, UN PROGETTO PER TUTELARE L’AMBIENTE DEL LAGO DI ARIGNANO

Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino aveva partecipato con successo al bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo, candidando l’area del Lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città metropolitana è stata partner.
Il lago collinare di Arignano si trova a una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. Lo specchio d’acqua tra le colline a est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana.
Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 partecipano otto soggetti di cui sei sono pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi Naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto comprensivo statale di Andezeno, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali. Due partner sono invece soggetti no profit: l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Gli obiettivi del progetto sono tre: l’aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale.
La naturalità del lago sarà incrementata grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, garantito dalla nuova paratoia in via di realizzazione: questo consentirà la differenziazione degli ambienti, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. Nel 2024 sono stati realizzati 5 stagni-bacini temporanei idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi minacciati dalla frammentazione e distruzione degli habitat a loro vocati.Le aree prative sono state interessate da trinciature intensive e ripetute durante l’anno, associate ad interventi per la gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea. La ricostruzione del cotico erboso sarà realizzata tramite la semina di un miscuglio polifita, che consenta di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. Nelle porzioni di bordo e all’interno delle superfici boschive sono state messe a dimora specie arbustive autoctone, tra cui piante di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago sono stati realizzati 7 siti di rifugio per pesci e rettili (due in più rispetto ai 5 previsti dal progetto iniziale) abbattendo alcune piante, posizionandone la chioma in acqua e ancorandole alla stessa ceppaia o ad altre piante. Saranno inoltre messi a dimora rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. Sono stati effettuati, nel 2023 e nel 2024, due interventi di contenimento dell'ittiofauna alloctona da parte degli operatori dell'Ente Parchi Reali, insieme ad esperti ittiologi. Grazie ad iniziative come il plogging lento e ad altri momenti formativi ed educativi, la popolazione locale viene sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e e vegetali. È in via di completamento un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, che vedrà la posa di targhette e pannelli illustrativi del progetto con informazioni sugli habitat e delle specie di maggiore rilievo. La realizzazione del progetto è in grado di produrre ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni.PLOGGING LAGO ARIGLIANO 2025 page-0001

Parchi e riserve naturali

Si intitola “Oasi Metropolitane” ed è nuovo format di reportage video che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino dedica ai parchi e alle riserve naturali gestiti dall’Ente. La prima puntata è stata pubblicata nel canale Youtube della Città metropolitana e non poteva che essere dedicata al trentennale dell’istituzione del Parco del Lago di Candia e al lavoro di squadra che il Comune canavesano e la Città metropolitana di Torino stanno realizzando per valorizzare l’area protetta. Il link per vedere il reportage è www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=AweUixayfAc
In linea con le normative europea, nazionale e regionale, il Parco del Lago di Candia è identificato come Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale. Il reportage racconta i progetti a cui stanno lavorando la Città metropolitana di Torino e il Comune di Candia, nel trentennale dell’istituzione di quello che fu il primo parco naturale provinciale a livello nazionale. Tra le opere in fase di completamento c’è un camminamento in sicurezza, adatto anche a fruitori con capacità di movimento ridotte: partendo dall'area attrezzata in riva al lago e passando per la sede della società Canottieri Candia, il camminamento consentirà di raggiungere la stazione e il paese utilizzando la strada comunale Sottorivara ed evitando la diramazione della Strada Provinciale 84.
"I turisti e gli atleti che frequentano il il Lago potranno cosi raggiungere il suggestivo centro storico di Candia, dove si possono ammirare pregevoli dipinti murali e le foto storiche, che raccontano la Candia del tempo che fu. - commenta con soddisfazione il Sindaco di Candia, Mario Mottino. - Il camminamento consentirà anche di soffermarsi in via Giulichino, nell’area dell’ex campo sportivo, dove i turisti potranno usufruire di un punto per la ricarica delle biciclette con pedalata assistita, di un percorso salute, di un’area picnic, di giochi per i bambini e di un anfiteatro per spettacoli". I lavori sono finanziati dal progetto SUA-FSR di cui è capofila il Comune di Ivrea. Il lago di Candia è un’oasi naturalistica, ma è anche teatro di gare e allenamenti per gli atleti che praticano il canottaggio e la canoa-kayak, i quali, grazie al nuovo camminamento, potranno raggiungere in sicurezza lo specchio d’acqua dai parcheggi.
Intanto, sono quasi terminati i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dell'area della palude e delle zone limitrofe, curati dalla Città metropolitana. È stata anche definita la gestione della paratoia del canale Traversaro che collega il lago alla palude. Nel 2024 la sigla di una convenzione tra il Comune di Candia e la Città metropolitana ha consentito l’avvio di un progetto di collaborazione e sinergia, nel cui ambito la Città metropolitana ha assegnato all’amministrazione comunale un contributo per la manutenzione delle attrezzature turistiche e sportive nell'area attrezzata e in quella riservata ai canottieri.
Gli obiettivi che Città metropolitana e Comune di Candia hanno fissato nella convenzione che regola i rapporti tra i due Enti sono importanti: gestire, curare e mantenere gli habitat presenti e la dotazione di attrezzature; effettuare la manutenzione ordinaria delle proprietà comunali oggetto della convenzione e provvedere alla loro riqualificazione ambientale, anche grazie all’attrazione di finanziamenti europei, statali, regionali; coordinare le attività di tutela naturalistica e conservazionistica ambientale; realizzare attività formative sul campo per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado; promuovere l'informazione ambientale e lo sviluppo culturale, formativo e sociale dei cittadini attraverso iniziative, incontri, conferenze e un’adeguata segnaletica informativa; sviluppare rapporti di collaborazione con Enti ed istituzioni pubbliche e private per la promozione e la valorizzazione dell’area protetta.
Il Comune di Candia ha affidato alla Città metropolitana di Torino per dieci anni la manutenzione ordinaria di propri terreni, strutture e proprietà immobiliari nell'area protetta, affinché possano rispondere ai requisiti di naturalità, funzionalità e fruizione previsti dalle normative europee, nazionali e regionali. Il Comune concede alla Città metropolitana il diritto di superficie trentennale sul Centro Visite del Parco, mantenendo l’accesso all’area esterna della struttura e al bagno per iniziative didattiche, culturali, turistiche e ambientali, su richiesta alla Città metropolitana. Il Comune mantiene la disponibilità delle strutture e la responsabilità per la custodia, ad eccezione del Centro visite la cui responsabilità è della Città metropolitana di Torino. La Città metropolitana si impegna a conservare gli habitat e i sistemi naturali presenti, ad elaborare e coordinare i progetti di valorizzazione naturalistica, di didattica ambientale e di promozione dell'area protetta, a curare la manutenzione ordinaria dei terreni comunali compresi nell’area protetta, dei sentieri, dei percorsi, delle aree di sosta attrezzate, delle passerelle, dei ponticelli e delle altre infrastrutture già presenti o che verranno realizzate in futuro con ulteriori progetti. Le passerelle per la posa delle reti utilizzate dagli ornitologi per lo studio delle migrazioni dell’avifauna, realizzate dalla Città metropolitana nel 2015, dovranno essere predisposte in modo da evitare l’accesso al pubblico per motivi di sicurezza.

PER SAPERNE DI PIÙ: IL LAGO E LA PALUDE NATI DA UN GHIACCIAIO PREISTORICO

Non è certamente un caso se il Parco del Lago di Candia è stato identificato come un elemento fondamentale della Rete Ecologica Metropolitana e Regionale. Sono trascorsi circa ventimila anni da quando il Grande ghiacciaio balteo, nel suo ritiro all'interno della Valle D'Aosta, trasformò la precedente pianura in una corona di colline con una depressione centrale, colmata da paludi e laghi: Sirio, San Michele, Viverone, Candia. Gli specchi d’acqua in cui si riflette oggi il paesaggio canavesano sono accomunati dalla stessa origine, ma non dal medesimo destino: a differenza dei laghi non lontani, lo specchio d’acqua di Candia riverbera un paesaggio assai più integro, che si è mantenuto esente da eccessive interferenze antropiche. La scarsa edificazione sulle rive e la minor pressione turistica hanno permesso al bacino di conservare la sua naturalità, grazie alla quale il lago e la vicina palude sono una delle più importanti zone umide del Piemonte, non a caso inserita nell’elenco dei SIC-Siti di Importanza Comunitaria - oggi Zone Speciali di Conservazione - ai sensi della direttiva Habitat dell'Unione Europea. Il lago ha dato il nome al primo parco di interesse provinciale italiano, istituito nel 1995 su proposta dell’allora Provincia di Torino. I quasi 350 ettari del parco comprendono il lago, la palude e la paludetta. Situato fra Candia e Mazzè a una quota di 226 metri, il lago ha una superficie di 1,5 km quadrati e una profondità media di 4,7 metri. È alimentato da alcune sorgenti situate lungo la costa meridionale. Il deflusso avviene attraverso il canale Traversaro, zona di particolare interesse per la vegetazione. Oltre 400 sono le specie floreali presenti, fra le quali alcune varietà idrofile non comuni come il trifoglio fibrino, l'utricularia, la potentilla palustre e la rarissima violetta d'acqua (Hottonia palustris). Dal punto di vista faunistico, la ricchezza maggiore è sicuramente rappresentata dall'avifauna. Situato sulla rotta sud-occidentale, il lago di Candia è un importante luogo di sosta per gli uccelli svernanti e di passo. Duecento le specie censite, tra le quali il tarabuso, il tarabusino, l'airone rosso e, in particolare, la moretta, che ha fatto del parco uno dei principali siti di nidificazione in Italia. Poche e vaghe sono le notizie storiche sulla fauna ittica. Sul lago insistono fin dal XVI secolo diritti di uso civico per la pesca professionale, unica fonte di sostentamento fino a pochi decenni or sono per decine di famiglie locali. Tra le specie presenti, la carpa, la tinca, il luccio, la scardola, il persico reale, il persico trota, il pesce gatto e il carassio (le ultime tre immesse). Il parco è interessante anche per gli spazi circostanti: boschi, canneti e prati. Lo si può visitare a piedi, in bicicletta o in barca.Oasi Metropolitane puntata Lago Candia 02 2025

Parchi e riserve naturali

Nel Parco Naturale del Monte San Giorgio di Piossasco, una delle aree protette gestite dalla Città metropolitana di Torino, sono stati recentemente installati i dispositivi per il contenimento della Processionaria del Pino. L’operazione viene effettuata mentre i bruchi di Processionaria sono ancora all’interno dei nidi. Con i primi rialzi di temperatura abbandoneranno la pianta ospite e, in fila indiana, si dirigeranno in processione verso un luogo adatto, in cui interrarsi e formare la crisalide. La pericolosità dei bruchi deriva dai peli urticanti presenti sul loro corpo che, in caso di contatto, possono provocare irritazioni cutanee, alle mucose e agli occhi. Se inalati, i peli urticanti possono causare problemi alle vie respiratorie, sia alle persone che agli animali.
Su alcuni esemplari di Pino nero presenti in aree del Parco del Monte San Giorgio molto frequentate dagli escursionisti e interessati da nidi di Processionaria, sono stati dunque collocati dispositivi per la cattura dei bruchi. La raccomandazione agli escursionisti è di non toccare i collari e i serbatoi collocati sui tronchi degli alberi, non sostare in prossimità delle piante interessate dai nidi (in particolare nelle giornate ventose), evitare di toccare i bruchieventualmente presenti. La lotta contro la processionaria deve essere attuata in modo mirato, per evitare l'uso eccessivo di pesticidi che potrebbero danneggiare altri insetti utili e compromettere l'equilibrio ecologico. Esistono diversi metodi di contrasto e nel Parco naturale del Monte San Giorgio si è ritenuto di procedere con l'installazione di trappole che intercettano le file di bruchi, evitando la loro dispersione.

UN PERICOLO PER L’UOMO, GLI ANIMALI E GLI ALBERI

La Processionaria del pino - Thaumetopea pityocampa è il nome scientifico - è un lepidottero che infesta principalmente le conifere, in particolare i pini. I peli delle larve contengono una sostanza tossica, la thaumetopoina, che può provocare eritemi, orticaria, prurito, oltre a disturbi respiratori e irritazione agli occhi.
Il contrasto alla processionaria del pino è quindi un’azione di gestione molto importante, per evitare che l'infestazione di questo insetto possa portare a conseguenze molto gravi sia per la salute pubblica che per gli ecosistemi forestali. La Processionaria è anche un parassita molto pericoloso per i pini, poiché le sue larve si nutrono degli aghi delle conifere. Un'infestazione massiva può ridurre significativamente la fotosintesi, indebolendo gli alberi e aumentando la loro vulnerabilità a malattie, stress idrico e altre infestazioni. In casi estremi, può portare alla morte dell'albero.
Gli animali, in particolare i cani, sono molto vulnerabili al contatto con la Processionaria, che può causare gravi danni alla bocca, alla lingua e alla gola. In alcuni casi, l'ingestione dei peli può provocare necrosi tissutale, con esiti mortali se non trattata prontamente. larva Processionaria repertorio 1

Parchi e riserve naturali

Un lavoro di squadra per valorizzare il Parco del lago di Candia: la Città metropolitana di Torino e il Comune di Candia collaborano alla realizzazione di importanti progetti, nel trentennale dell’istituzione di quello che fu il primo Parco naturale provinciale a livello nazionale.Tra i lavoriin fase di realizzazione c’è uncamminamento in sicurezza, adatto anche a fruitori con capacità di movimento ridotte: partendo dall'area attrezzata in riva al Lago e passando per la sede della società Canottieri Candia, il camminamento consentirà di raggiungere la stazione e il paese utilizzando la strada Sottorivara.
"I turisti che frequentano il primo Parco istituito trent’anni fa, potranno cosi raggiungere il suggestivo centro storico di Candia dove si possono ammirare pregevoli dipinti murali e le foto storiche, che raccontano la Candia del tempo che fu. - commenta con soddisfazione il Sindaco Mario Mottino - Dal prossimo anno il camminamento consentirà anche di soffermarsi in via Giulichino, nell’area dell’ex campo sportivo, dove i turisti potranno usufruire di un punto per la ricarica delle biciclette con pedalata assistita, di un percorso salute, di un’area picnic, di giochi per i bambini e di un anfiteatro per spettacoli. I lavori sono finanziati dal progetto SUA-FSR di cui è capofila il Comune di Ivrea. Il camminamento servirà anche agli atleti che praticano il canottaggio e la canoa-kayak per raggiungere il campo di gara e di allenamento del Lago di Candia.
"Sono quasi terminati anche i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dell'area della palude e delle zone limitrofe, curati sempre dalla Città metropolitana. - spiega il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo - È stata anche definita la gestione della paratoia del canale Traversaro che collega il lago alla palude. Nel 2024 la sigla di una convenzione tra il Comune di Candia e la Città metropolitanaha consentito l’avvio di un progetto di collaborazione e sinergia, nel cui ambito abbiamo anche assegnato all’amministrazione locale anche un piccolo contributo per la manutenzione delle attrezzature turistiche e sportive nell'area attrezzata e in quella riservata ai canottieri: un segnale di rafforzata collaborazione istituzionale".

GLI IMPEGNI DI COMUNE E CITTÀ METROPOLITANA

Come spiega Alessandro Sicchiero, Consigliere metropolitano delegato all’ambiente, ai parchi e alle aree protette, “gli obiettivi che Città metropolitana e Comune di Candia hanno fissato nella convenzione che regola i rapporti tra i due Enti sono importanti:gestire, curare e mantenere gli habitat presenti e la dotazione di attrezzature; effettuare la manutenzione ordinaria delle proprietà comunali oggetto della convenzione e provvedere alla loro riqualificazione ambientale, anche grazie all’attrazione di finanziamenti europei, statali, regionali; coordinare le attività di tutela naturalistica e conservazionistica ambientale; realizzare attività formative sul campo per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado; promuovere l'informazione ambientale e lo sviluppo culturale, formativo e sociale dei cittadini attraverso iniziative, incontri, conferenze e un’adeguata segnaletica informativa; sviluppare rapporti di collaborazione con Enti ed istituzioni pubbliche e private per la promozione e la valorizzazione dell’area protetta”.

Il Comune di Candia affida alla Città metropolitana di Torino per dieci anni la manutenzione ordinaria di propri terreni, strutture e proprietà immobiliari nell'area protetta, affinché possano rispondere ai requisiti di naturalità, funzionalità e fruizione previsti dalle normative europee, nazionali e regionali. Il Comune concede alla Città metropolitana il diritto di superficie trentennale sul Centro visite, mantenendo l’accesso all’area esterna della struttura e al bagno per iniziative didattiche, culturali, turistiche e ambientali, su richiesta alla Città metropolitana. Il Comune mantiene la disponibilità delle strutture e la responsabilità per la custodia, ad eccezione del Centro visite la cui responsabilità è della Città metropolitana di Torino. La Città metropolitana si impegna a conservare gli habitat e i sistemi naturali presenti, ad elaborare e coordinare i progetti di valorizzazione naturalistica, di didattica ambientale e di promozione dell'area protetta, a curare la manutenzione ordinaria dei terreni comunali compresi nell’area protetta, dei sentieri, dei percorsi, delle aree di sosta attrezzate, delle passerelle, dei ponticelli e delle altre infrastrutture già presenti o che verranno realizzate in futuro con ulteriori progetti. Le passerelle per la posa delle reti utilizzate dagli ornitologi per lo studio delle migrazioni dell’avifauna, realizzate Città metropolitana nel 2015 dovranno essere predisposte in modo da evitare l’accesso al pubblico per motivi di sicurezza.

IL LAGO E LA PALUDE NATI DA UN GHIACCIAIO PREISTORICO

Non è certamente un caso se il Parco del lago di Candia è stato identificato come un elemento fondamentale della Rete Ecologica Metropolitana e Regionale. Sono trascorsi circa ventimila anni da quando il Grande ghiacciaio balteo, nel suo ritiro all'interno della Valle D'Aosta, trasformò la precedente pianura in una corona di colline con una depressione centrale, colmata da paludi e laghi: Sirio, San Michele, Viverone, Candia. Gli specchi d’acqua in cui si riflette oggi il paesaggio canavesano sono accomunati dalla stessa origine ma non dal medesimo destino: a differenza dei laghi non lontani, lo specchio d’acqua di Candia riverbera un paesaggio assai più integro, che si è mantenuto esente da eccessive interferenze antropiche. La scarsa edificazione sulle rive e la minor pressione turistica hanno permesso al bacino di conservare la sua naturalità, grazie alla quale il lago e la vicina palude sono una delle più importanti zone umide del Piemonte, non a caso inserita nell’elenco dei SIC-Siti di Importanza Comunitaria – oggi Zone Speciali di Conservazione - ai sensi della direttiva Habitat dell'Unione Europea. Il lago ha dato il nome al primo parco di interesse provinciale italiano, istituito nel 1995 su proposta dell’allora Provincia di Torino. I quasi 350 ettari del parco comprendono il lago, la palude e la paludetta. Situato fra Candia e Mazzè a una quota di 226 metri, il lago ha una superficie di 1,5 km quadrati e una profondità media di 4,7 metri. È alimentato da alcune sorgenti situate lungo la costa meridionale. Il deflusso avviene attraverso il canale Traversaro, zona di particolare interesse per la vegetazione. Oltre 400 sono le specie floreali presenti, fra le quali alcune varietà idrofile non comuni come il trifoglio fibrino, l'utricularia, la potentilla palustre e la rarissima violetta d'acqua (Hottonia palustris). Dal punto di vista faunistico la ricchezza maggiore è sicuramente rappresentata dall'avifauna. Situato sulla rotta sud-occidentale, il lago di Candia è un importante luogo di sosta per gli uccelli svernanti e di passo. Duecento le specie censite, tra le quali il tarabuso, il tarabusino, l'airone rosso e, in particolare, la moretta, che ha fatto del parco uno dei principali siti di nidificazione in Italia. Poche e vaghe sono le notizie storiche sulla fauna ittica. Sul lago insistono fin dal XVI secolo diritti di uso civico per la pesca professionale, unica fonte di sostentamento fino a pochi decenni or sono per decine di famiglie locali. Tra le specie presenti, la carpa, la tinca, il luccio, la scardola, il persico reale, il persico trota, il pesce gatto e il carassio (le ultime tre immesse). Il parco è interessante anche per gli spazi circostanti: boschi, canneti e prati. Lo si può visitare a piedi, in bicicletta o in barca.palude adiacente Lago Candia repertorio 1

Parchi e riserve naturali

Sono ripresi i lavori di riforestazione del Bosco del Gerbasso, area di proprietà del Comune di Carmagnola, nell'ambito del progetto “Corona Verde Aree protette del Parco Po Piemontese” promosso dalla Città metropolitana di Torino.
L’intervento, atteso dal 2021, rappresenta un tassello importante per la salvaguardia del patrimonio naturalistico locale. Grazie alla collaborazione tra il Comune di Carmagnola e la Città metropolitana di Torino, si sta concretizzando un progetto di grande rilevanza ambientale.
La piantumazione prevede la messa a dimora di 2.633 essenze, tra alberi e arbusti, nelle aree libere comprese nella perimetrazione del bosco. Si tratta di una significativa azione di ripristino ambientale che vede l’integrazione di specie autoctone quali farnie, ciliegi selvatici, carpino bianco, cerro, pioppo bianco, acero campestre, olmo, meli e peri selvatici, oltre a diverse varietà di salici. Tra gli arbusti figurano corniolo, crategus, sanguinella, ligustro e sambuco.
Queste essenze andranno ad integrare quelle già presenti in loco e contribuiranno a contrastare la diffusione di piante infestanti e specie alloctone, preservando e valorizzando uno degli ultimi relitti di foresta planiziale della zona.
L’area interessata dall’intervento copre circa quattro ettari. A garanzia del successo dell’operazione, il progetto prevede un piano di manutenzione e supporto agli impianti per i prossimi sette anni, così da assicurare un elevato attecchimento delle piante e un naturale contenimento delle specie infestanti.
Il Sindaco di Carmagnola, Ivana Gaveglio, sottolinea che “il Bosco del Gerbasso rappresenta un patrimonio naturale prezioso per il nostro territorio e questa riforestazione, nel terreno comunale che abbiamo deciso di acquisire e mettere a disposizione come polmone verde, segna un ulteriore passo avanti per tutelare la biodiversità e consolidare la rete ecologica del Comune di Carmagnola e del territorio circostante”.
A Carmagnola la Città metropolitana di Torino sta realizzando un altro tassello importante di un progetto complessivo di riqualificazione forestale del territorio avviato a partire dal 2021 grazie alle risorse messe a disposizione dai bandi Forestazione del Ministero per la transizione ecologica e a quelle disponibili nell’ambito del PNRR. - sottolinea il Consigliere metropolitano delegato all’ambiente, ai parchi e alle riserve naturali, Alessandro Sicchiero - L’obiettivo generale è il contrasto ai cambiamenti climatici, alle bolle di calore e all’inquinamento atmosferico nelle aree di pianura, grazie all’incremento dell’assorbimento e stoccaggio di anidride carbonica derivante dalla creazione di nuove foreste urbane ed extraurbane. Con i fondi messi a disposizione dal bando ministeriale del 2021 sono stati programmati interventi su 15 ettari, con la messa a dimora di circa 11.500 piante fra alberi e arbusti in due ambiti territoriali, che riguardano a sud di Torino i Comuni di Carignano e Carmagnola e a nord, quelli di Verolengo e Lauriano. La riforestazione interessa aree abbandonate lungo il Po, con l’inserimento di specie tipiche delle zone fluviali e golenali: pioppo e salice bianco, farnia, carpino, frassini aceri e ontani. Sono stati programmati anche il miglioramento di un tratto di sentiero al Gerbasso e la riqualificazione forestale in alcuni tratti di bosco”.Riforestazione-Gernasso-nov2024-3

Parchi e riserve naturali

È partito il percorso di pianificazione e programmazione necessario a garantire l’operatività del nuovo Parco Naturale dei Cinque Laghi, istituito con una legge regionale. In qualità di coordinatore del Parco, il Consigliere metropolitano delegato all’ambiente e alle Aree protette, Alessandro Sicchiero, ha invitato gli attori locali in rappresentanza dei diversi interessi coinvolti a partecipare ad una serie di riunioni propedeutiche alla stesura e all’approvazione del PPES-Piano Pluriennale Economico e Sociale del Parco, che fanno peraltro seguito ad una attività di ascolto degli attori locali portata aventi nell’inverno 2023-2024.
Intendiamo proseguire il percorso intrapreso e fare tesoro dei risultati del confronto già avviato. - spiega il Consigliere Sicchiero - Tali risultati sono sintetizzati nel documento di concept del PPES, predisposto a cura di CAIRE Consorzio, su cui chiamiamo in queste settimane a confrontarsi i portatori di interessi privati e di interessi sociali diffusi. Il documento è il punto di partenza dell’esplorazione e del confronto da intraprendere ora”.
Il confronto con gli attori locali è stato organizzato in quattro tavoli tematici, dedicati alla gestione sostenibile delle risorse naturali (obiettivi 1 e 2 del concept), alla gestione della ricerca, della salvaguardia e della governance istituzionale del Parco (obiettivi 3, 4 e 5), alla promozione e gestione dell’accessibilità e della fruizione naturalistica (obiettivo 6), alla promozione e allo sviluppo dell’accoglienza turistica e della valorizzazione agro-alimentare (obiettivi 7 e 8).
Martedì 5 novembre nella sala consiliare del Municipio di Ivrea si sono svolti i primi incontri del tavolo dedicato alla gestione sostenibile delle risorse naturali e di quello sulla promozione e sullo sviluppo dell’accoglienza turistica e sulla valorizzazione agro-alimentare.
Il lavoro è stato organizzato prevedendo di svolgere per ciascun tavolo tematico tre incontri, a distanza di 3-4 settimane l’uno dall’altro, ciascuno dei quali avrà un significato e un ruolo specifico. Il primo incontro ha una funzione esplorativa e comporta la discussione critica dei diversi cluster di azioni prefigurate nel concept per gli obiettivi oggetto di ciascun tavolo tematico. Gli attori coinvolti possono ovviamente proporre integrazioni dedicate a temi specifici. Il secondo incontro ha un carattere di approfondimento e di definizione delle azioni prioritarie e dei relativi fabbisogni di risorse. Il terzo incontro, in conclusione, dovrà esprimere una valutazione delle proposte attraverso la precisazione dei contenuti progettuali del PPES, anche alla luce delle verifiche politiche e programmatiche condotte nel frattempo dagli estensori del Piano di sviluppo.
Introducendo i lavori, il Consigliere metropolitano Alessandro Sicchiero ha sottolineato che solo a seguito della definizione degli obiettivi e delle azioni del piano sarà possibile avviare la ricerca delle risorse nazionali e regionali necessarie. L’economista Giampiero Lupatelli, che, per conto di CAIRE Consorzio, ha curato la stesura del documento di concept, ha ricordato le potenzialità di sviluppo turistico che il parco offre al territorio, grazie alla corretta valorizzazione e tutela dei suoi habitat naturali e delle sue peculiarità agricole e agroalimentari. La scommessa che il Canavese può giocare nei Cinque Laghi è quella di coniugare la sostenibilità economica, sociale e ambientale delle iniziative di valorizzazione. Nel concreto, questo significa che la valorizzazione delle pratiche di gestione agronomica e forestale sostenibile è anche e soprattutto uno strumento di conservazione e promozione della biodiversità e di valorizzazione dei servizi ecosistemici garantiti dalle aree boschive.
Nel primo incontro dedicato alla gestione sostenibile delle risorse naturali, dagli interventi dei rappresentanti delle associazioni sportive locali, come l’AVIS Ivrea e la Compagnia Cinque Laghi, è emerso un forte interesse per la tutela e la valorizzazione di un territorio che offre importanti spazi e occasioni per una fruizione sportiva rispettosa dell’ambiente. Hanno portato il loro contributo di idee e proposte anche l’associazione Amici Mombarone, alcuni studiosi naturalisti, l’associazione Vivere i Parchi, la Cooperativa Acque Potabili di Bienca, l’associazione di pescatori sportivi FIPSAS, il gruppo AIB di Chiaverano e l’associazione fondiaria La Serra, i quali hanno insistito sulla necessità di vigilare sul rispetto delle norme che tutelano la biodiversità nella Zona Speciale di Conservazione dei laghi Sirio, Pistono, Nero, San Michele e di Campagna, ma anche sulla valorizzazione dei servizi ecosistemici garantiti dalle aree boschive, dai seminativi e dai prati umidi e sulla tutela della fauna ittica.Sicchiero riunione PPES Parco 5 Laghi Ivrea 05 11 2024 1

Parchi e riserve naturali

Sarà il Consigliere metropolitano Alessandro Sicchiero, delegato all’ambiente, ai parchi e aree protette, alla tutela della fauna e della flora, il coordinatore del Parco dei 5 Laghi di Ivrea, recentemente costituito. Il coordinatore, com’è stato annunciato nel corso di una conferenza stampa in Municipio ad Ivrea, elaborerà le politiche di gestione dell’area protetta comprendente i laghi Sirio, Pistono, Nero, San Michele e di Campagna, affiancato dalla Comunità consultiva, che rappresenta i Comuni coinvolti. Sarà inoltre costituito il Tavolo del Parco, a cui saranno invitati a partecipare gli stakeholder del territorio. Amministratori locali, operatori economici, associazioni di categoria e di tutela ambientale si confronteranno sul Piano strategico sociale ed economico per la gestione dell’area protetta. Una proposta di Piano è già stata redatta su incarico della Città metropolitana di Torino (che svolge un ruolo di raccordo e coordinamento) e sarà la base del confronto. Tra i temi che il Consigliere Sicchiero e i Sindaci di Ivrea, Matteo Chiantore, di Cascinette, Davide Paolo Guarino, di Montalto Dora, Renzo Galletto, e di Chiaverano, Maurizio Tentarelli, hanno toccato nella conferenza stampa vi sono l’esigenza di contemperare la tutela di habitat preziosi e fragili con una fruizione turistica consapevole della delicatezza dell’ambiente lacustre. Dovranno anche essere tenute nella dovuta considerazione le attività imprenditoriali agricole e ricettive presenti sul territorio. Si dovrà inoltre avviare una progettazione in grado di attrarre risorse finanziarie europee, nazionali e regionali.
Il Piano pluriennale, - spiega il Consigliere metropolitano delegato Alessandro Sicchiero - sarà finalizzato allo sviluppo delle potenzialità del territorio, con un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale e sociale. Ho apprezzato la concordia istituzionale e la condivisione degli obiettivi da parte degli amministratori del territorio, che, dal punto di vista della Città metropolitana, è fondamentale. Temi come l’overtourism e la fruizione non corretta degli ambienti naturali vanno affrontati insieme, per cogliere le opportunità ma anche per tutelare le peculiarità del territorio. La socialità positiva che si può sviluppare in luoghi come i 5 Laghi è un altro elemento importante, ma dovremo essere in grado di gestire correttamente l’affluenza dei visitatori, curare la manutenzione dei sentieri e la segnaletica. La sinergia e la rete che i Comuni e la Città metropolitana stanno costruendo, superando i confini municipali, sarà fondamentale quando andremo a confrontarci con la Regione Piemonte. Fin da subito ho percepito che ad Ivrea, Montalto Dora, Borgofranco d’Ivrea, Chiaverano e Cascinette il tessuto sociale è vitale e c’è una forte unità d’intenti, che dobbiamo rafforzare coinvolgendo tutti i portatori di istanze sociali e ambientali e di interessi economici nell’individuazione delle linee fondamentali del Piano strategico e delle azioni concrete. L’istituzione del Parco è anche l’occasione per costruire un corretto piano di comunicazione che racconti il territorio dal punto di vista sociale e ambientale”.
Sui temi della comunicazione, dell’overtourism e dell’impatto dell’accesso al parco con i mezzi privati si è soffermato il Sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore, il quale ha auspicato un sempre maggior utilizzo dei bus navetta per raggiungere l’area protetta. Sollecitato sulla gestione del Parco della Polveriera in riva al lago San Michele dai giornalisti presenti alla conferenza stampa, Chiantore ha assicurato che si intende valorizzare il ruolo svolto delle associazioni già presenti nell’area protetta, mentre in tema di comunicazione ha annunciato che si sta valutando l’istituzione di un punto informativo in riva al lago Sirio.
Renzo Galletto, Sindaco di Montalto Dora, ha insistito sulla necessità che i visitatori del Parco vengano aiutati, grazie ad azioni di informazione e formazione, a superare il modello del turismo “fai da te” e a diventare ospiti rispettosi e amanti dell’ambiente naturale. In questo senso, a giudizio di Galletto, le associazioni di tutela ambientale possono svolgere un’importante opera di sensibilizzazione. Il Sindaco di Montalto Dora ha inoltre annunciato che, per quanto riguarda l’area intorno al lago Pistono, la sua amministrazione comunale ha in corso una trattativa per l’acquisizione dei terreni noti come Terre Ballerine.
Sul tema della qualità del turismo si è soffermato anche il Sindaco di Chiaverano, Maurizio Tentarelli, il quale ha annunciato che la sua amministrazione intende potenziare il servizio di bus navetta, ma ha anche acquisito un terreno per realizzare un nuovo parcheggio e sta lavorando per potenziare il sistema di videosorveglianza per contrastare gli episodi di microcriminalità.
Il Sindaco di Cascinette, Davide Paolo Guarino, ha invece toccato i temi del potenziamento e della qualificazione della ricettività e del coinvolgimento delle aziende agricole. In una prospettiva di sviluppo di un turismo ambientalmente sostenibile, le aziende agricole locali possono proporre servizi ed esperienze interessanti: dalle passeggiate accompagnate a cavallo, in bicicletta o a piedi alle degustazioni di vino nelle cantine dei produttori locali.Tentarelli Sicchiero Chiantore Guarino Galletto conferenza stampa Ivrea 26 09 2024 1

Parchi e riserve naturali

La conservazione degli ambienti naturali e delle specie protette è fondamentale per garantire la biodiversità e la salute degli ecosistemi. I siti della Rete Natura 2000 sono cruciali per la protezione di habitat e specie di rilevanza comunitaria, e una gestione efficace di questi spazi è essenziale per preservare il loro stato di salute e integrità. La mappatura precisa e la valutazione accurata degli habitat sono strumenti indispensabili per prevenire e mitigare gli impatti negativi delle attività umane e per sostenere interventi di conservazione mirati e informati.

In questo contesto, la Città metropolitana di Torino e l'ENEA hanno siglato un accordo di collaborazione cientifica che punta a migliorare la gestione e la protezione di alcuni siti della Rete Natura 2000. Questo accordo prevede la definizione di modalità standardizzate per l'individuazione e la restituzione cartografica degli habitat in cinque siti cruciali: “Lago di Meugliano e Alice”, “Lago di Maglione”, “Oasi xerotermica di Puys-Beaulard”, “Oasi xerotermica di Oulx-Amazas” e “Boschi umidi e stagni di Cumiana”.

Attualmente, per questi siti non sono disponibili strumenti conoscitivi adeguati, come i piani di gestione e le carte degli habitat, necessari per valutare l'impatto delle attività proposte e garantire una conservazione efficace. L'ENEA, con il suo Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali e il Laboratorio PROTER-BES, apporterà la sua esperienza nella caratterizzazione e gestione degli ecosistemi, utilizzando esperienze già collaudate per la creazione di metodologie standardizzate per ambienti igrofili e palustri. Nel 2019 infatti un precedente accordo fra la Città metropolitana ed Enea aveva consentito di mappare i siti di Rete Natura “Stagno interrato di Settimo Rottaro”, “Palude di Romano Canavese” e “Boschi e Paludi di Bellavista”.

Il nuovo accordo include: l'implementazione delle indagini ambientali e la restituzione cartografica degli habitat per i cinque siti citati; l'approfondimento dell'habitat della specie Myricaria germanica lungo il torrente Pellice e la Dora Riparia, per valutarne la distribuzione attuale e potenziale e un corso di formazione specialistico per il personale della Città metropolitana di Torino, con sessioni teoriche e pratiche.

"Questa iniziativa rappresenta un avanzamento fondamentale nella mappatura e gestione degli habitat della Rete Natura 2000” spiega il consigliere della Città metropolitana di Torino Alessandro Sicchiero che ha la delega ai Parchi e alle Aree protettte. “Grazie alla collaborazione con l'Enea, avremo strumenti avanzati per delineare con precisione gli habitat e valutare meglio le loro condizioni. Questo ci permetterà di adottare misure di conservazione più efficaci e mirate. È un passo decisivo per garantire una protezione adeguata delle nostre risorse naturali e per sostenere la biodiversità nel lungo termine."

Con un investimento totale di 60 mila euro a titolo di rimborso spese, questa collaborazione rappresenta un passo importante verso una gestione più efficace e basata su dati accurati della Rete Natura 2000, contribuendo alla preservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario.