Tutela fauna e flora
Scade martedì 18 febbraio il termine ultimo per candidarsi a partecipare al corso di formazione per le Guardie Ittiche Volontarie, promosso dalla Città metropolitana di Torino con la collaborazione dell’Unione dei Consigli di Valle dei Pescatori del territorio provinciale. Il corso si terrà alla Cascina Le Vallere di corso Trieste 98 a Moncalieri, dove ha sede l’Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese. Sono in programma 40 ore di lezione in orario serale su materie tecniche e giuridiche. Per accedere all’esame finale di abilitazione alla funzione di Guardia Ittica Volontaria occorre aver frequentato almeno l’80% delle ore di lezione.Le materie che saranno trattate durante il corso sono la biologia e il riconoscimento delle specie ittiche d’acqua dolce, la gestione delle comunità ittiche, la legislazione sulla pesca, gli ecosistemi del territorio della Città metropolitana di Torino e la tutela dei corpi idrici, nozioni di diritto penale e di diritto amministrativo, le fattispecie penali e gli interventi di polizia giudiziaria di competenza delle Guardie Ittiche Volontarie, le norme per la tutela del patrimonio ambientale naturale, la storia delle tecniche e degli attrezzi di pesca e le norme per la compilazione dei modelli di accertamento e contestazione delle violazioni amministrative. Il corso si concluderà con un’esercitazione pratica.
Le candidature alla partecipazione al corso di formazione devono essere inviate all’indirizzo e-mail protocollo@cert.cittametropolitana.torino.it tramite le associazioni piscatorie a cui appartengono le aspiranti Guardie Ittiche Volontarie.
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito Internet della Città metropolitana di Torino alla pagina
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/fauna-flora-parchi/fauna-e-flora/promozione/corsi-ggv

- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Caprioli, volpi, rapaci, serpenti velenosi: sono centinaia gli animali selvatici presi in carico nel 2024 dal Canc - Centro Animali non Convenzionali dell’Università di Torino nell’ambito della convenzione attiva con la Città metropolitana di Torino per il servizio di recupero sul territorio di animali selvatici feriti.Un accordo che viene confermato anche per il 2025 con il rinnovo per il progetto “Salviamoli Insieme on the road” per il recupero di alcune particolari specie selvatiche ferite rinvenute sul territorio metropolitano: una collaborazione più che ventennale con il CANC, che ha sede a Grugliasco in largo Braccini 2 per avvalersi della professionalità e della passione dei sanitari e dei tecnici veterinari per recuperare e salvare animali non convenzionali in difficoltà: nello specifico ungulati, carnivori, rapaci diurni e notturni, ofidi.
“La Città metropolitana di Torino, grazie al progetto Salviamoli Insieme on the road, garantisce un importante presidio sul territorio per la tutela della fauna selvatica” commenta il consigliere metropolitano delegato all’ambiente Alessandro Sicchiero riportando i dati dell’impegno dell’anno appena concluso: 280 gli interventi nel corso del 2024.
Si può chiamare il numero 349.4163385 per essere messi in contatto con un operatore specializzato per segnalare un animale ferito o in difficoltà, ricevere consigli su come comportarsi in attesa dell’intervento dei veterinari. I tecnici che rispondono sono in possesso di una laurea che li abilita a soccorrere e gestire nel modo più corretto la fauna selvatica, tutelando l’incolumità di chi chiama e degli animali. L’esperienza accumulata in anni di servizio consente ai tecnici di valutare se, nei casi meno gravi, il cittadino può portare direttamente al CANC gli animali rinvenuti o se, invece, occorre un intervento diretto da parte di personale in grado di manipolare in maniera corretta animali che non sono abituati al contatto con l’uomo e possono subire danni gravi a seguito di un intervento errato.
Il servizio è attivo 24 ore su 24
Le segnalazioni di animali selvatici in difficoltà possono anche essere inviate via e-mail infofauna@cittametropolitana.torino.it
Prevezione incidenti con la fauna selvatica
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2024/prevenzione_incidenti_fauna_selvatica/
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Alcuni sono giovani, laureati da pochissimi anni, altri hanno alle spalle esperienze professionali sia nel settore della vigilanza ambientale e faunisticache in altre funzioni della pubblica amministrazione, ma anche nel privato. Sono i 16 nuovi agenti della Polizia locale della Cittù metropolitana di Torino che, in accordo con la Regione Piemonte, l'Ente di area vasta ha recentemente assunto con un concorso, per destinarli ad attività che vanno dal controllo della fauna selvatica alla vigilanza sul rispetto delle norme sull’attività venatoria. Alcuni sono laureati in Scienze Naturali o Scienze Forestali, altri hanno una formazione universitaria più orientata sulle materie amministrative. Ci sono anche persone che hanno esperienze lavorative lontane da quella che stanno per iniziare, ma che hanno una forte passione e un forte interesse per l’ambiente e per la fauna selvatica. Si occuperanno, tra l’altro, di concretizzare il Piano di contenimento degli ungulati, coadiuvati dai selecontrollori volontari, anch’essi formati dalla Città metropolitana.Insieme ai loro dirigenti, martedì 3 dicembre i nuovi agenti, che sono inquadrati come Nucleo Faunistico nella Polizia locale della Città metropolitana, hanno incontrato il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e il Consigliere Alessandro Sicchiero, delegato all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora. È stata per loro l’occasione per raccontare le esperienze professionali da cui arrivano e le motivazioni della loro partecipazione al concorso.
“La vostra sarà una presenza importante e particolarmente apprezzata sul territorio. - ha sottolineato il Vicesindaco Suppoaccogliendo i nuovi agenti – Il confronto con la Regione Piemonte per l’integrazione della dotazione organica del nostro Ente è stato lungo e complesso , ma ora sta dando risultati concreti”. IlConsigliere metropolitano Alessandro Sicchiero ha da parte sua richiamato l’impegno che attende i nuovi agenti nel contenimento degli ungulati e nel presidio delle aree rurali e montane: “Sarete le frontwomen e i frontmen della Città metropolitana sul territorio: una presenza particolarmente apprezzata dagli amministratori locali e dai cittadini”.
La prossima settimana gli agenti seguiranno un corso di informazione e formazione presso il CANC, il Centro Animali Non Convenzionali dellaStruttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, che ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e cura il servizio “Salviamoli Insieme on the road” per conto della Città metropolitana.Nel mese di gennaio, invece, il nuovo personale faunistico-venatorio della Città metropolitana parteciperà ad un corso di formazione per gli agenti delle Polizie locali organizzato dalla Regione Piemonte.

- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
“La trota del Moncenisio, patrimonio storico e naturalistico” è il tema di un convegno in programma sabato 9 novembre alle 15,30 all’Ecomuseo “Le Terre al Confine” di via Trento 9 a Moncenisio. L’iniziativa dell’Associazione Tutela Ambienti Acquatici e Ittiofauna, dell’Unione dei Consigli di Valle dei Pescatori della Provincia di Torino e di AlpStream-Centro per lo Studio dei Fiumi Alpini, è patrocinata dalla Città metropolitana di Torino.Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti del Comune di Moncenisio e della Città metropolitana, sono in programma le relazioni tecniche. De “La Trota del Moncenisio, tra storia e scienza” parlerà Marco Baltieri dell’Associazione Tutela Ambienti Acquatici e Ittiofauna. Paolo Lo Conte, esperto di ittiofauna della Funzione specializzata Tutela Fauna e Flora della Città metropolitana, si soffermerà sul tema “I Salmonidi delle Alpi occidentali e il loro valore patrimoniale”. Alessio Berardengo, Edoardo Bogetto e Federico Mina illustreranno le proposte dell’Associazione Tutela Ambienti Acquatici e Ittiofauna per la promozione della pesca ricreativa nelle Alpi Occidentali.
Per ulteriori informazioni sull’iniziativa si può scrivere all’indirizzo e-mail cultura@comune.moncenisio.to.it

- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Nel pomeriggio di sabato 26 ottobre, a Bobbio Pellice, si terrà la presentazione del progetto Ge.Co. Gestione ecologica dei conflitti, un’iniziativa finanziata dal programma transfrontaliero Alcotra Italia-Francia e i cui obiettivi sono lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia di specie protette, due in particolare: la Salamandra di Lanza e la Trota Fario mediterranea, che accompagneranno i partecipanti al progetto - tra cui 120 studenti di sei scuole italiane e francesi - in un vero e proprio viaggio sulla convivenza pacifica con le specie protette.“Una modalità di approccio alla tutela ambientale che si potrà trasformare anche in opportunità di sviluppo per i territori in cui vivono - commenta il consigliere della Città metropolitana di Torino delegato all’ambiente Alessandro Sicchiero, che aggiunge - il progetto europeo Ge.Co. porterà ad analizzare e prevedere le criticità che nascono dall’impatto del turismo e dell’attività delle imprese sull’habitat e sulla vita della Salamandra di Lanza e della Trota Fario, definendo poi un piano transfrontaliero di mitigazione dei conflitti”.
Per la salamandra l’obiettivo sarà quello di ridurre il rischio rappresentato dal traffico stradale, mentre per la trota si intende incrementarne la popolazione sul versante italiano e mantenerla numericamente stabile su quello francese.
Sono cinque i territori coinvolti, a cavallo di Italia e Francia: la Val Pellice, la Valle Po, la Val Susa, Saluzzo e il parco del Queyras. Cinque anche i partner del progetto: con il coordinamento del capofila, la società francese Oxalis di Aix-les-Bains, concorrono alla sua realizzazione l’Ente di gestione delle Aree protette del Monviso, il Parc Naturel Régional du Queyras, la Fédération des hautes-Alpes pour la pêche et la protection du milieu aquatique e la Città metropolitana di Torino.
Le scuole coinvolte sono quattro italiane e due francesi: il Liceo valdese di Torre Pellice, il Liceo Carlo Denina e l’Istituto di istruzione superiore Soleri-Bertoni di Saluzzo, l’Istituto di istruzione superiore Des Ambrois di Oulx, il Collège del Hautes Vallées di Guillestre e il Licée d’altitude di Briançon.
L’obiettivo è quello di creare delle comunità di giovani che diventino custodi della biodiversità, veri e propri attori a lungo termine del loro territorio, utilizzando vari strumenti formativi, a cominciare dai workshop transfrontalieri, e portandoli alla firma di patti di impegno multi stakeholder.
Sabato 26 ottobre a Bobbio Pellice per la Città metropolitana di Torino interverrà il consigliere Marco Cogno.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Sembrerebbe una pratica di caccia obsoleta e riservata a nostalgici del tempo che fu, ma in realtà può rivelarsi importante per garantire la sicurezza in contesti particolarmente delicati, come le piste di decollo e atterraggio degli aerei. Stiamo parlando della falconeria, una vera e propria arte applicata all’addestramento di rapaci specializzati nella cattura di altri volatili. La Città metropolitana di Torino ha recentemente fissato i criteri per l’organizzazione dei corsi di formazione in materia di falconeria.
“Nei contesti aeroportuali, in cui sono presenti importanti popolazioni di storni, gabbiani, piccioni, corvi e passeracei, i motori a reazione degli aerei possono risucchiare al proprio interno numerosi uccelli. Oltre a comportare la morte di centinaia di volatili, il fenomeno del bird strike può provocare il blocco dei motori, mettendo seriamente a rischio i decolli e gli atterraggi. - sottolinea il Consigliere metropolitano delegato all’ambiente e alla tutela della fauna, Alessandro Sicchiero - A Caselle come in altri aeroporti italiani operano esperti falconieri, i cui rapaci addestrati allontanano gli uccelli che potrebbero causare problemi ai velivoli. Il regolamento che abbiamo adottato recentemente garantisce che i corsi per i falconieri potranno essere organizzati solo da enti di formazione accreditati presso la Regione Piemonte o da associazioni formalmente costituite, che perseguano tra le proprie finalità istitutive un interesse specifico nella falconeria. Essendo istituzionalmente competenti per la tutela della fauna, dobbiamo assicurarci che chi organizza tali corsi abbia a cuore la gestione e il benessere degli animali allevati, la crescita professionale e l’aggiornamento dei detentori di rapaci”.
I corsi che potranno essere organizzati sotto la vigilanza della Città metropolitana di Torino devono avere una durata di 40 ore, di cui almeno 20 costituite da prove pratiche. Le materie di studio sono la normativa di riferimento, la biologia e l’ecologia dei rapaci (sistematica, stato di conservazione, etologia, ciclo biologico, fenologia), il riconoscimento della specie, le tecniche base di addestramento e di allevamento, la corretta gestione igienico-sanitaria dei soggetti, il benessere animale, le esigenze ambientali e alimentari. Le singole lezioni teoriche devono avere una durata non superiore alle 3 ore consecutive e una frequenza almeno bisettimanale. Per le lezioni pratiche all’aperto vengono conteggiate 4 ore continuative per la mezza giornata e 8 ore continuative per l’intera giornata, escludendo dal conteggio i tempi occorrenti ai trasferimenti. Per ogni corso è previsto un registro delle presenze dei docenti e degli allievi che, al termine della formazione, dovrà essere consegnato all’Unità specializzata Tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino per la conservazione agli atti d’ufficio. Ogni singolo corso deve essere tenuto da un minimo di tre a un massimo di sei docenti qualificati, di cui almeno uno laureato in scienze veterinarie, o naturali, o biologiche ad indirizzo faunistico.
Enti e associazioni interessate all’organizzazione e gestione dei corsi devono presentare una domanda all’Unità specializzata Tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino, corso Inghilterra 7, 10138 Torino, telefono 011-8616935, e-mail infofauna@cittametropolitana.torino.it, allegando il programma del corso, la ripartizione delle materie, la durata, gli orari e le sedi in cui si terranno le lezioni teoriche e le prove pratiche. La Città metropolitana si riserva di attuare la vigilanza sullo svolgimento dei corsi tramite proprio personale.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Il 24 settembre, nella seduta del Comitato consultivo provinciale pesca, la prima a cui ha partecipato il Consigliere metropolitano Alessandro Sicchiero, delegato all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora, si è discusso dell’istituzione di tratti in cui rendere esclusiva la pesca a mosca, con divieto di trattenimento dei salmonidi in alcune aree dell’Unione Montana Via Lattea: sul torrente Ripa lungo la strada dei Buoi dalla frazione Desertes al ponte Fenils, sulla Dora a Beaulard dal passaggio ferroviario in paese al ponte Rollieres e sul Chisone nella zona dei trampolini olimpici da Soucheres Basses al ponte di Traverses. Il Consigliere Sicchiero ha espresso la sua disponibilità all’ascolto delle problematiche esposte dai rappresentanti del mondo della pesca e delle associazioni per la tutela ambientale. Ha anche ringraziato le associazioni dei pescatori per il presidio del territorio e il grande lavoro che svolgono per la tutela dei fiumi e della fauna ittica.Marco Baltieri è stato confermato quale rappresentante del Comitato provinciale presso la Consulta pesca regionale, organismo di cui entrerà a far parte di diritto il Consigliere Sicchiero.
Da parte dei rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale è stato sollevato il tema del Piano di contenimento dei cormorani, recentemente annunciato dalla Regione Piemonte. A giudizio di Baltieri, la gravità della situazione dipende dai contesti locali, nel senso che effettivamente in alcuni siti la predazione da cormorano può comportare la scomparsa di specie a rischio, come nel caso del Temolo o avere un forte impatto sulle attività di piscicoltura. La necessità di azioni di contenimento deve quindi essere valutata caso per caso.
Diversi membri del Comitato consultivo ritengono opportuno che il rappresentante torinese nella Consulta regionale tenga alta l’attenzione sull’esigenza di tutelare la risorsa idrica, in un momento in cui si apprende che il deflusso minimo ecologico potrà essere ridotto del 50% sulla base di una recente delibera regionale.
Si è poi passati all’illustrazione del progetto per la valorizzazione della pesca a mosca nelle alte valli di Susa e Chisone, attraverso l’istituzione di tre zone No Kill, in cui sarebbe possibile utilizzare esclusivamente la tecnica a mosca, aperte a tutti, senza immissioni di novellame e senza pagamento di un accesso. La tabellatura e la gestione sarebbero a carico della Città metropolitana.
I funzionari della Città metropolitana hanno spiegato che i vincoli imposti dal Piano ittico regionale non rappresentano un ostacolo all’istituzione delle nuove zone No Kill, ma che i campi gara già realizzati su di un’estensione di 13 km in Val Chisone limitano la possibilità di creare nuove zone di pesca speciale. Si rende quindi necessaria una ricognizione sull’asta fluviale, per comprendere se sia opportuno mantenere l’attuale assetto o se sia eventualmente possibile sopprimere qualche campo meno utilizzato. Dal confronto è anche emersa la necessità di adottare un regolamento delle nuove zone No Kill, analogamente a quello in vigore a Luserna San Giovanni. È anche stata avanzata la richiesta di vigilare affinché non si consolidino interessi particolari che potrebbero alterare l’equilibrio tra turismo e pesca.
La Città metropolitana di Torino è impegnata per migliorare il progetto, con l’intento di contemperare gli interessi dei pescatori, la tutela della fauna ittica e la promozione turistica. Anche se non sono previste immissioni dirette nelle zone No Kill, le zone stesse potranno giovarsi dell’attività di ripopolamento attuata dagli incubatoi di valle.
Thomas Martin, Consigliere del Comune di Oulx, ha sottolineato che il progetto rientra in un più complessivo sforzo del territorio per il consolidamento di alternative alla tradizionale pratica dello sci, che rendano turisticamente più appetibili le valli olimpiche, in modo da consentire alle strutture ricettive presenti di continuare l’attività economica, grazie alla pratica del ciclismo, della pesca a mosca, dell’arrampicata e di altre attività outdoor. La proposta verrà valutata, a fine 2025, considerando l’efficacia, l’impatto sulla qualità dell’ambiente e le ricadute in termini di valorizzazione turistica.
Il Comitato consultivo ha poi approvato l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato alla pratica del Belly boat, che, secondo un recente pronunciamento della Regione Piemonte, non è da considerarsi un natante e quindi non può essere vietato.
In merito all’istituzione di tratti in cui vietare il trattenimento della Trota marmorata nella prossima stagione, gli esperti della Città metropolitana hanno annunciato che è che è stata riscontrata la presenza di una popolazione significativa di Trote marmorate nel torrente Chiusella, dal ponte della Strada Provinciale 64 a Trausella a valle, sino alla confluenza con la Dora Baltea. Per poter procedere in modo efficace con le analisi genetiche è necessario vietare il trattenimento della marmorata e dei suoi ibridi. Sul torrente Orco per la stessa ragione si ritiene opportuno vietare il trattenimento dal ponte di Cuorgnè a valle fino alla confluenza con il Po. Sulla Stura di Lanzo la proposta è di vietare il trattenimento dal confine inferiore del Comune di Germagnano a valle fino al ponte del Diavolo a Lanzo. Per il Pellice è in corso la ricognizione dei tratti e quindi l’argomento potrà essere approfondito nella seduta in programma a dicembre.
Per quanto riguarda l’opportunità di una modifica della Zona di protezione di Rivarolo sulla roggia di Vesignano, il Consiglio di Valle ha proposto di ridurre l’estensione del tratto terminale, in quanto ormai cementificato e non più idoneo alla sopravvivenza e alla salvaguardia delle specie ittiche. Il tratto terminerebbe all’altezza della ditta Gribaldi: proposta che il Comitato ha approvato all’unanimità.

- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Era stata recuperata ferita e impossibilitata a riprendere il volo, ma le cure ricevute dai sanitari del CANC, il Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco, nell’ambito del progetto “Salviamoli Insieme”, finanziato dalla Città metropolitana di Torino, le hanno consentito di tornare libera in natura. Parliamo di una Poiana, che, su segnalazione dei dipendenti della Regione Piemonte, i tecnici del CANC avevano recuperato al 43° piano del grattacielo dell’amministrazione regionale in piazza Piemonte a Torino. Il rapace era rimasto intrappolato ed aveva riportato un trauma cranico. Dopo le cure del caso, la capacità della Poiana di riprendere il volo è stata testata in un apposito tunnel allestito al CANC. Il volatile è stato liberato in un luogo idoneo nell’ambiente naturale.COSA FARE SE SI AVVISTANO ANIMALI IN DIFFICOLTÀ
Per quanto riguarda la fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini, il CANC e la Città metropolitana di Torino hanno stipulato da alcuni anni una convenzione, che prevede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città Metropolitana, per il servizio “Salviamoli Insieme on the road”. Tale servizio prevede il recupero in campo della fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini. Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e, come detto, cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulla linea telefonica 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi di ungulati, carnivori pericolosi, rapaci e ofidi. Al numero 366-6867428 del servizio “Salviamoli Insieme” rispondono invece i veterinari in reperibilità che visitano gli animali selvatici portati al CANC dai privati cittadini. Le segnalazioni di animali selvatici in difficoltà possono anche essere inviate via e-mail all’indirizzo infofauna@cittametropolitana.torino.it
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Gli incubatoi ittici svolgono un ruolo fondamentale nella conservazione e nella gestione delle risorse ittiche del territorio. Per questo ogni anno anno la Città metropolitana di Torino destina un contributo alle associazioni piscatorie che si occupano della gestione degli Incubatoi di valle per la manutenzione e per la copertura dei costi delle attività svolte.Il sistema degli Incubatoi di valle è stato costituito a partire dalla metà degli anni ’80 ed è stato successivamente esteso alla pianura, per potenziare alcune specie ittiche autoctone appartenenti alle famiglie dei Salmonidi (la Trota Fario mediteraneae la Trota Marmorata), dei Timallidi (il Temolo adriatico) e degli Esocidi (il Luccio italico). Tali specie sono tipiche del bacino padano e negli anni sono andate incontro a un processo di riduzione dell’areale di distribuzione, a cui si può ovviare con le operazioni di ripopolamento.
Attualmente presso i 13 incubatoi presenti sul territorio metropolitano vengono portati allo sviluppo oltre 1 milione di avannotti che permettono di sopperire quasi completamente alla necessità di ripopolamento dei corsi d’acqua provinciali.
La gestione degli Incubatoi sarebbe impensabile senza il volontariato organizzato nelle associazioni stesse: le quali, in molti casi, si sono costituite proprio per avviare l’attività delle strutture di proprietà della ex Provincia di Torino, poi confluite in Città metropolitana, formalizzando in accordi scritti la collaborazione con l’Ente di area vasta per la produzione di materiale ittico da ripopolamento.
“Intorno a questi centri” spiega Alessandro Sicchiero, consigliere delegato della Città metropolitana con delega alla Tutela della flora e della fauna “si è creato un positivo spirito di aggregazione tra pescatori, fondamentale nella realizzazione e diffusione di una cultura collaborativa volta a tutelare e migliorare le condizioni ambientali dei nostri fiumi”.
Gli incubatoi attualmente distribuiti sul territorio provinciale sono i seguenti:
• Ala di Stura gestito dall’Associazione Tutela della Stura di Lanzo
• Carmagnola: ubicato in località Cascina Vigna, gestito dall’Associazione Dilettantistica Pescatori Carmagnolesi;
• Cantoira, gestito dall’Associazione Tutela della Stura di Lanzo;
• Locana: sito in località Nusigliè, gestito dall’Associazione Pescatori Riuniti Alta Valle Orco
• Luserna S. Giovanni: con sede in via Airali 54, gestito dall’Associazione Pescatori Riuniti della Val Pellice;
• Mattie: ubicato in Regione Giordani, gestito dall’Associazione Pescatori Val Susa;
• Perosa Argentina: ubicato in via G.Bosco 1, gestito dall’Associazione Pescatori Val Chisone e Germanasca;
• Perrero: ubicato in località Siberia, gestito dall’Associazione Pescatori Val Chisone e Germanasca;
• Pont Canavese: ubicato in località Piangiacolin, gestito dall’Associazione Pescatori e Comuni Riuniti in Consiglio di Valle Medio e Basso torrente Orco;
• Porte: ubicato in località Malanaggio, gestito dall’Associazione Pescatori Bassa Val Chisone e Lemina;
• Quagliuzzo: con sede in via Provinciale 40, gestito dall’Associazione Pescatori Bassa Val Chiusella;
• Quincinetto gestito dall’Associazione Dora Baltea - Il Molino
• Trana: ubicato in località Sarsine, gestito dall’Unione Sportiva Val Sangone
Nel corso dell’ultimo anno la Città metropolitana ha dato un contributo all’Associazione Pescatori Valsusa e all'Associazione Pescatori riuniti in Consiglio di Valle medio-basso Torrente Orco e all’Associazione Tutela della Stura di Lanzo per la manutenzione straordinarioa degli incubatoi ittici di Mattie e Pont Canavese, di Porte e Cantoira-Ala di Stura.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
È stato affidato alle cure dei sanitari del Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco il Pitone reticolato albino lungo circa 3.5m e del peso di 16kg che è stato recuperato da due tecnici faunistici e da un tecnico del CANC ieri sera, 31 luglio, in un campo di mais di Vinovo. Il nucleo CITES dei Carabinieri Forestali di Torino sta cercando il proprietario.
Il salvataggio del Pitone rientra tra gli interventi previsti dalla convenzione attivata dalla Città m etropolitana , che vede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino per il recupero in campo della fauna selvatica, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città metropolitana .
COSA FARE SE SI AVVISTANO ANIMALI IN DIFFICOLTÀ O PERICOLOSI
Per quanto riguarda la fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini, il CANC e la Città metropolitana di Torino hanno stipulato da alcuni anni una convenzione, che prevede l'impegno diretto della Struttura didattica speciale Veterinaria dell'Università di Torino, oltre che del personale della Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città Metropolitana, per il servizio “Salviamoli Insieme on the road”. Tale servizio prevede il recupero in campo della fauna selvatica pericolosa o non gestibile dai cittadini. Il CANC ha sede in largo Braccini 2 a Grugliasco e, come detto, cura il servizio per conto della Città Metropolitana. Il servizio “Salviamoli Insieme on the road” è attivo 24 ore su 24 sulla linea telefonica 349-4163385, a cui rispondono i tecnici faunistici che effettuano i recuperi di ungulati, carnivori pericolosi, rapaci e ofidi. Al numero 366-6867428 del servizio “Salviamoli Insieme” rispondono invece i veterinari in reperibilità che visitano gli animali selvatici portati al CANC dai privati cittadini. Le segnalazioni di animali selvatici in difficoltà possono anche essere inviate via e-mail all’indirizzo infofauna@cittametropolitana.torino.it.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora