I NOSTRI COMUNICATI

 

Assistenza ai Comuni

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Ipotizza un investimento di 680.000 euro lo studio per la messa in sicurezza della località Bussolino di Gassino, dove all’inizio dello scorso mese di marzo il cedimento di uno storico muro di sostegno sulla strada comunale che collega la frazione con il capoluogo ha causato il crollo di un piazzale adibito a parcheggio. Lo studio è stato redatto dai tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino su richiesta dell’amministrazione comunale.
Tra il 1° e il 4 marzo scorsi le intense precipitazioni avevano saturato i terreni retrostanti il muro di sostegno in pietrame, realizzato circa 200 anni orsono. I carichi indotti dalla permanenza di autoveicoli nell’area potrebbero aver scatenato il crollo del manufatto. Accanto al muro di sostegno crollato sorgono un edificio residenziale e l’antica chiesa dei Santi Andrea e Nicola, non interessati dal dissesto, ma comunque a forte rischio in futuro. Per ovviare ai danni provocati dall’evento meteorologico e dalla frana che ha coinvolto la vicina Strada Provinciale 97, il Comune di Gassino ha richiesto agli uffici della Direzione Azioni integrate un documento di stima sommaria dei lavori per il ripristino. Oltre ad essere un antico nucleo abitato, la zona interessata dal crollo del muro di sostegno è una meta turistica apprezzata per le passeggiate che offre ed è frequentata tutte le domeniche per la celebrazione della Messa nella chiesa della frazione.
Gli studi intrapresi inducono a presumere che il muro sia collocato in corrispondenza del limite tra la formazione sedimentaria della Pietra da Cantoni e quella di Baldissero. Sono state eseguite tre prove geofisiche, due prove sismiche a rifrazione e una prospezione sismica di tipo MASW-Multichannel Analysis of Surface Waves, allo scopo di definire la stratigrafia del sottosuolo nell’area di imposta delle fondazioni del muro crollato e nei dintorni. Le prove eseguite hanno fornito risultati attendibili, soprattutto al fine di valutare la profondità del substrato lapideo, dove sarà necessario intestare le nuove fondazioni.
Il muro crollato era costituito da pietrame e mattoni legati con malta e aveva una lunghezza complessiva di circa 30 metri e un’altezza di 4-5 metri. Soltanto la zona prossima all’abitazione che sorge a sud del manufatto è rimasta intatta. Non è visibile sul versante una vera e propria frana, ma le palificate in legno presenti nella porzione di versante sottostante il muro crollato mostrano chiari segni di cedimento.
Le proposte di intervento dei tecnici della Città metropolitana per la sistemazione della piazza Zuretti e del tratto di versante franato insieme al vecchio muraglione in mattoni sono quindi:
- realizzazione di una pista di cantiere per l’accesso all’area di lavoro, che potrà essere realizzata sia partendo dal cortile dell’edificio posto più in basso, sia dalla strada comunale attraverso una parziale demolizione del muretto esistente;
- taglio degli alberi presenti lungo il percorso della pista di cantiere e già sradicati dalla frana;
- rimozione delle macerie costituite in gran parte dal materiale del muro crollato e trasporto in discarica o impianto di recupero;
- spostamento dei sottoservizi interferenti, in particolare della linea elettrica di alimentazione dei due lampioni franati;
- riprofilatura del versante franato, per ripristinare una pendenza di sicurezza, come da calcolo effettuato, al fine di preparare l’area di cantiere in sicurezza;
- ricostruzione del muro in calcestruzzo armato con fondazione a mensola, lungo 20 metri, alto 4 metri dall’estradosso della mensola di fondazione, a cui si aggiungerà la balaustra in muratura armata alta 1,16 metri, per un totale di 5,16 metri di altezza. La fondazione dovrà essere ancorata su due file di micropali in calcestruzzo con armatura tubolare in acciaio, con un diametro esterno di 270 millimetri e spessore di 10 millimetri, trivellati in opera e sfalsati ad interasse di 60 centimetri. Si prevede di dare una leggera inclinazione di circa 20° alla fila di micropali di monte, per intercettare più facilmente il substrato roccioso, per un totale di 66 micropali. Lo studio prevede il mascheramento del muro con piante rampicanti come l’edera, mentre la balaustra alta circa 1,16 m, che è visibile dalla piazzetta, verrebbe realizzata in mattoni il più possibile simili al tratto di muro ancora esistente. E’ previsto l’ammorsamento della muratura con barre in acciaio ad aderenza migliorata ancorate alla testa del muro in calcestruzzo armato. A monte del muro di sostegno è previsto il riempimento con materiale granulare drenante appositamente sistemato e costipato;
- è prevista la realizzazione di barbacani (feritoie lasciate nello spessore di un muro di sostegno per permettere lo scolo delle acque)lungo il nuovo muro, in grado di convogliare l’acqua drenata disposti su tre file in numero pari a 40 posti ad interasse orizzontale di 1,50 metri;
- riprofilatura del versante alla base del nuovo muro, disponendo due file di palificate vive di sostegno a doppia parete in legno di castagno con dimensioni di 2 metri x 2 metri, vincolate al terreno con barre in acciaio ad aderenza migliorata. L’attuale versante presenta un’inclinazione di circa 38° e pertanto la sistemazione con palificate vive è necessaria per riportare il terreno a una pendenza di almeno 3/1, circa 20°;
- ricostruzione della piazza Gianfranco Zuretti, antistante la chiesa dei Santi Andrea e Nicola, con la ricostituzione della pavimentazione in porfido, a seguito della costipazione del riempimento a monte del muro di sostegno e della stesa di 20-25 centimetri di materiale di misto cementato e di un letto di sabbia spesso 6-8 centimetri. Sono previsti il posizionamento di una panchina e di un cestino per i rifiuti, la piantumazione di due alberi e la sistemazione generale della piazzetta;
- realizzazione di una canaletta di drenaggio delle acque piovane a monte della piazzetta, da collegare al pozzetto esistente attraverso una tubazione;
- inerbimento della superficie del versante riprofilato con la tecnica dell’idrosemina.
La stima economica di massima, redatta ai fini del finanziamento delle opere, indica l’importo dei lavori in 430.000 euro e quantifica le somme a disposizione in 250.000 euro.frana Bussolino Alto Gassino 12 2024 1

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La riqualificazione del castello dei conti Frola di proprietà del Comune di Montanaro è l’oggetto di un Documento di stima sommaria dei lavori che l’area Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino ha redatto su richiesta dell’amministrazione locale. Il progetto prevede la demolizione parziale del palazzo dell’ex cronicario che sorge in via Mazzini e rientra nel perimetro del castello. La stima del costo di realizzazione dei due lotti in cui verrebbero suddivisi i lavori ammonta ad 1 milione e 192.000 euro.
Edificato a fine anni ‘60 del secolo scorso, l’ex cronicario sorge di fronte al castello e, con i suoi quattro piani fuori terra, ne impedisce la visibilità da via Mazzini. L’amministrazione comunale intende ridurre l’impatto del fabbricato sul contesto architettonico del castello, demolendo l’ex cronicario fino al primo piano e realizzando un terrazzo-balconata a livello della corte interna. Il piano terra non verrà demolito e se ne progetta il recupero e la destinazione come sede della Pro Loco e di associazioni locali con finalità socio-sanitarie.
Il progetto, redatto dai tecnici della Città metropolitana di Torino, darebbe nuovo lustro al centro medioevale di Montanaro, la cui valenza storica e architettonica è legata alla presenza dei Franchi e dei Longobardi. Il castello di Montanaro è circondato da un giardino e da un parco storico ed è stato edificato nei primi anni del XIII secolo nella parte alta del paese, in posizione dominante, da dove si può ammirare un gradevole scorcio di paesaggio canavesano. L’importanza del nucleo abitato è testimoniata da documenti risalenti alla fine del X secolo. Nell’XI secolo Montanaro passò sotto il controllo della vicina Abbazia di San Benigno di Fruttuaria, una sorta di micro-stato monastico, dipendente direttamente dalla Santa Sede, grazie alla cui protezione il paese beneficiò di alcuni secoli di pace e prosperità. A questo periodo risalgono l'edificazione dell’imponente casa Bricca e del castello. Successivamente si affermò a Montanaro l’influenza dei Savoia, fino alla formale annessione al Regno di Sardegna alla fine del Settecento.
L’amministrazione comunale ha chiesto ai tecnici della Città metropolitana di progettare la demolizione parziale dell’ex cronicario per valorizzare e riqualificare il castello come attrazione turistica, creare spazi adeguati per le associazioni con scopi socio-assistenziali e turistici, garantire alle persone disabili l’accessibilità completa a tutti gli spazi recuperabili e alla terrazza della corte interna, contenere la spesa con interventi di efficientamento energetico, limitare i futuri costi di gestione, perseguire con la riqualificazione dell’involucro la qualità architettonica e tecnico-funzionale e di relazione con il contesto edificato. La richiesta ai progettisti dell’area Azioni Integrate con gli Enti Locali è stata quindi quella di una stima dei lavori e dei costi per la riqualificazione della porzione dell’ex cronicario che potrà essere utilizzata e la demolizione dei restanti piani, riducendone l’impatto sul castello e sulla sua corte interna.
La nuova disposizione studiata dagli esperti della Città metropolitana prevede un accesso unico da via Mazzini per gli spazi utilizzati dalle associazioni locali con finalità socio-sanitarie e per quelli dedicati alla Pro Loco. Dal piano terra sarà possibile raggiungere il nuovo terrazzo e la corte interna, grazie ad un nuovo volume vetrato, inglobando nella distribuzione verticale la scala esistente e un nuovo ascensore in sostituzione dell’attuale. Nel progetto è stato previsto di intervenire anche sulle facciate, non solo con l’intenzione di riqualificare energeticamente l’involucro, ma anche per migliorarne l’inserimento nel contesto urbanistico. È necessaria una rivisitazione nelle linee, nei materiali di rivestimento, nella copertura del terrazzo e nei parapetti, armonizzando meglio il fabbricato con l'ambiente del castello e del centro storico, rispettandone sempre le caratteristiche peculiari. È prevista la realizzazione del terrazzo quale copertura del piano terra, che dovrà essere ristrutturato integralmente e che verrà isolato, sia nel periodo invernale che in quello estivo, in termini di sfasamento termico. Per motivi di praticità e semplicità della manutenzione, i serramenti sono ipotizzati in alluminio preverniciato, ma con disegno e colori che riprenderanno le tinte tradizionali. Il volume vetrato a copertura della scala e dell’ascensore sarà un elemento neutro, privo di disegno e colore, che servirà proprio ad evidenziare il distacco dagli edifici adiacenti senza inserire nuove linee architettoniche, fatta eccezione per la pensilina di copertura dell’uscita-ingresso che riprende come linea curva quella della Torre del Zecca.
L’intervento complessivo è stato suddiviso in due lotti funzionali, di cui il primo comprende la demolizione dei piani 1, 2 e 3 e la ristrutturazione del solaio al primo piano, con la realizzazione della nuova terrazza prospiciente il cortile del castello. La stima dell’impegno finanziario per la realizzazione del lotto è di 499.500 euro. È particolarmente interessante lo studio proposto dai tecnici della Città metropolitana sulle varie fasi della demolizione. Il secondo lotto, per il quale si ipotizza una spesa di 693.000 euro, riguarda la ristrutturazione del piano terra. In questo caso sono stati individuati gli ambiti di intervento, con stime sommarie di costo, che potranno essere definite in dettaglio in base alle future scelte sul tipo di ristrutturazione che il Comune di Montanaro vorrà realizzare.progetto castello Montanaro 1

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Ipotizza una spesa totale di 571.000 euro il progetto di risistemazione e messa in sicurezza di un punto critico della viabilità del Comune di Bollengo, che l’Ufficio Pianificazione e realizzazione opere pubbliche della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino ha redatto su richiesta dell’amministrazione comunale. Il documento di fattibilità delle alternative progettuali riguarda la sistemazione e l’allargamento di via Bredda e la sua estensione fino a via Ceresa Rossetto. I tecnici della Città metropolitana hanno identificato la migliore soluzione sia dal punto di vista tecnico che economico.
L’obiettivo indicato dal Comune di Bollengo è il collegamento tra i due tratti stradali esistenti con una nuova infrastruttura, affiancata da una nuova pista ciclopedonale. L’area presa in considerazione dai tecnici della Città metropolitana è quella lungo via Bredda, tra l’intersezione della strada comunale con la provinciale 338 e via Ceresa Rossetto. Le aree che saranno interessate dai cantieri sono in parte costituite dalla viabilità esistente e in parte sono terreni agricoli di proprietà privata.
L’amministrazione comunale aveva già previsto, nel proprio Piano regolatore, la realizzazione di un collegamento tra la Strada Provinciale 338 e via Ceresa Rossetto, in alternativa a via Bredda, strada comunale che unisce la SP 338 al centro storico toccando il cimitero di Bollengo. Nel 2023 il Comune ha già realizzato un tratto dell’infrastruttura, limitato al collegamento tra le vie Ceresa Rossetto e Rialetto. Per dar seguito al primo, il Comune di Bollengo ha deciso di procedere con la progettazione di un secondo intervento, finalizzato ad unire la nuova arteria con via Bredda. Il Piano regolatore di Bollengo prevede che la nuova infrastruttura prolunghi il primo intervento fino all’intersezione tra via Bredda e via Delle Vigne.
Il confronto tra i tecnici della Direzione Azioni integrate e l’amministrazione comunale ha fatto emergere come la migliore ipotesi per ridurre i costi e l’utilizzo di suolo sia quella che prevede il collegamento dell’intervento 1 con via Bredda all’altezza del cimitero, sfruttando così anche l’area adibita a parcheggio. L’ipotesi progettuale rende però necessaria una variante al Piano regolatore e una modifica del progetto originario. Il tratto di via Bredda tra il cimitero e l’intersezione dovrà essere allargato, poiché ha una larghezza di 4,5 metri, a fronte di una media di 5,5 delle altre infrastrutture.
Il progetto redatto dai tecnici della Città metropolitana è diviso in due lotti, che riguardano l’uno la viabilità ordinaria e l’altro quella ciclopedonale. I lotti sono realizzabili in tempi differenti, per rispettare la volontà dell’amministrazione, che ha come priorità il collegamento viario con l’estensione di via Bredda. La pista ciclabile potrà essere realizzata successivamente, anche se è ugualmente importante, perché potrà assicurare un importante collegamento con il vicino Comune di Burolo, utilizzabile negli spostamenti casa-scuola-lavoro. La pista ciclabile è anche concepita come l’avvio della realizzazione di una serie di percorsi cicloturistici lungo la Serra Morenica di Ivrea, da collegare alle principali ciclovie previste dal PUMS, il Piano urbano per la mobilità sostenibile della Città metropolitana di Torino.
Il primo lotto contemplato nel documento di fattibilità delle alternative progettuali riguarda quindi l’infrastruttura viabile, mentre il secondo riguarda la pista ciclabile, con la valutazione di diverse ipotesi in merito alla tipologia superficiale e di protezione della pista. Il lotto 1 comporta una spesa di realizzazione stimata in 271.000 euro e riguarda ilcollegamento tra la Provinciale 338 e via Ceresa Rossetto, con la realizzazione di tre nuovi tracciati stradali, dell’attraversamento di un corso d'acqua, di modifiche al piazzale del cimitero e di una mini-rotatoria con un diametro compreso tra 14 e i 26 metri tra via Bredda e il piazzale del cimitero. L'obiettivo del progetto è migliorare la connettività tra le due strade esistenti, ottimizzando così il flusso del traffico. La pista ciclabile prevista dal lotto 2 correrà lungo il ciglio sinistro di via Bredda in prossimità dell’intersezione con la Provinciale 338 e via Ceresa Rossetto, per poi passare sul ciglio destro con un attraversamento ciclabile dopo l’intersezione con via delle Vigne. Per garantire un corretto utilizzo della viabilità realizzata nel lotto 1 sarà come detto necessario prevedere un allargamento di un tratto di via Bredda, tra via delle Vigne e il cimitero. Per la ciclabile viene stimata una spesa di realizzazione di 300.000 euro e la soluzione suggerita dai progettisti prevede la realizzazione della pista con una pavimentazione naturale o in materiale drenante ecocompatibile, separata dalla viabilità ordinaria tramite un cordolo in cemento armato.intervento Bollengo linea rossa via Bredda linea blu nuova viabilità comunale 1

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Il Comune di Brandizzo sta valutando la possibilità di ampliare la scuola dell’infanzia intitolata a Maria Montessori, con la realizzazione di un nuovo padiglione in cui ospitare sezioni aggiuntive. Nell’ambito della progettazione esecutiva e su richiesta dell’amministrazione comunale, i tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino hanno predisposto un primo studio di fattibilità tecnica ed economica dell’ampliamento, che prevede la realizzazione di un padiglione che potrebbe ospitare due o tre nuove sezioni e gli spazi di servizio adeguati all’incremento degli alunni.
I tecnici hanno previsto una distribuzione dei nuovi spazi su due livelli. Durante le prime fasi di valutazione è emersa l’opportunità di procedere innanzitutto alla redazione del documento delle alternative progettuali, prospettando l’ampliamento sia con due che con tre sezioni. In accordo con l’amministrazione locale, i tecnici della Città metropolitana hanno percorso le due differenti ipotesi progettuali, per poterne comparare i dati progettuali ed economici. L’ampliamento consentirebbe fra l’altro di sopperire all’eventuale chiusura della scuola dell’infanzia paritaria, consentendo ai bambini che attualmente la frequentano di essere redistribuiti, in parte o totalmente, tra la scuola Montessori e la Pajetta-Andersen, che invece non può essere ampliata.
L’area individuata per l’ampliamento si trova nella parte pianeggiante del territorio comunale, a nord-est dell’abitato e nel lotto di pertinenza della scuola Maria Montessori. L’ingresso principale avviene da via Manassero, mentre un accesso secondario, principalmente di servizio per la refezione, è presente sulla via Salerno. A sud invece la scuola confina con il centro socio-sanitario di recente realizzazione. In fase di progettazione della struttura e dell’impiantistica, è stata individuata un’area nel perimetro del complesso da adibire ad un possibile ampliamento della scuola che sarà costruita. La superficie utile permetterebbe di realizzare un padiglione per ulteriori due o tre sezioni della scuola dell’infanzia, con tutti gli spazi e i servizi connessi.
L’ipotesi progettuale A prevede due nuove sezioni, mentre la B ne prevede tre. Le verifiche dimensionali sono state conteggiate sull’intero complesso, per definire l’ampliamento possibile e il rispetto degli standard di superficie relativi alla scuola. Attualmente il lotto scolastico ha un’estensione effettiva di 3.975 metri quadrati e ospita quattro sezioni di scuola dell’infanzia, per un totale di circa 100 alunni. Le normative di legge impongono che l’area coperta non sia superiore ad un terzo del totale. La superficie lorda per l’edificio scolastico è quindi parametrata in funzione del numero degli studenti e secondo i valori indicati dalla normativa. Il nuovo ampliamento dovrà necessariamente integrarsi con l’esistente, condividendo spazi presenti e comuni a tutte le sezioni. È necessario verificare che vengano previsti e realizzati tutti gli spazi richiesti dalla normativa, con la verifica del rispetto degli standard anche rispetto alla funzione che attualmente assolvono.
La struttura in ampliamento, come prefigurata dallo studio di fattibilità redatto dai tecnici della Città metropolitana, sarebbe strutturalmente indipendente e si affiancherebbe lateralmente a quella esistente, con un corpo di fabbrica che ne consentirebbe il collegamento sviluppandosi esclusivamente su un unico piano. Il blocco in ampliamento è stato pensato per consentire eventualmente anche la realizzazione di un altro ingresso alla scuola, indipendente e utile per separare il flusso degli alunni.
Gli spazi previsti all’interno del fabbricato in ampliamento sono: due o tre nuclei costituiti ciascuno dall’aula per le attività ordinate a tavolino e le attività speciali e dai servizi igienici, lo spogliatoio comune alle sezioni, il deposito e la piccola lavanderia aggiuntivi a quelli esistenti, gli spazi distributivi. Per le attività libere e i giochi collettivi, per il riposo, per le esigenze dei docenti e degli assistenti verranno utilizzati i locali esistenti nella struttura principale, che comprendono anche un deposito, la lavanderia, i servizi igienici adeguati ai diversamente abili, lo spazio multifunzione e il locale refettorio con i servizi connessi.
Il costo di un ampliamento con due nuove sezioni e 58 nuovi posti (per un totale a regime di 233 posti) sarebbe di 932.850 euro, mentre realizzare tre nuove sezioni con 78 posti aggiuntivi costerebbe 1.203.000 euro. La seconda ipotesi consentirebbe di usufruire della massima superficie coperta realizzabile nell’area e di istituire una sezione primavera della scuola dell'infanzia. È chiaro che un ampliamento di maggiori dimensioni diminuirebbe l’area verde disponibile nel complesso scolastico, comporterebbe maggiori costi di realizzazione e il rischio che l’ampliamento risulti eccessivo rispetto all’andamento demografico della popolazione scolastica ipotizzabile al momento. Spetta ora agli amministratori locali la scelta dell’ipotesi progettuale su cui puntare.progetto ampliamento scuola infanzia Montessori Brandizzo 1

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Un nuovo tratto di marciapiede lungo la Strada Provinciale 167 tra il km 1+943 ed il km 2+200: è questa l’opera che lUfficio Pianificazione e realizzazione opere pubbliche della Direzione Azioni integrate con gli Enti Locali della Città metropolitana di Torino ha progettato su richiesta dell’amministrazione comunale di San Pietro Val Lemina. Il documento di fattibilità delle alternative progettuali riguarda il tratto della Provinciale 167 - via Europa per la toponomastica comunale - tra gli incroci con le vie Roma e Giacomo Puccini, lungo il quale sono presenti numerosi edifici residenziali che non hanno un collegamento pedonale con il centro del paese e con gli impianti sportivi. Attualmente i residenti sono obbligati a transitare sulla banchina stradale, che in parte è anche più larga di un metro e mezzo, ma in parte si riduce ad una larghezza di 50 centimetri. Il marciapiedi stretto e la ridotta visibilità, dovuta al versante montano sul ciglio sinistro, comportano un rischio elevato per i pedoni, che devono anche raggiungere due isole ecologiche su entrambi i lati della Provinciale 167 senza attraversamenti pedonali. Il marciapiede avrebbe anche lo scopo di collegare le due isole ecologiche poste all’inizio e alla fine del marciapiede stesso. I tecnici della Città metropolitana hanno analizzato diverse ipotesi progettuali.

IPOTESI 1: MARCIAPIEDE LUNGO IL CIGLIO DESTRO

La prima ipotesi è quella di realizzare un marciapiede rialzato largo un metro e mezzo, aderente ai muri di confine con le proprietà private e sul ciglio destro della Provinciale 167. Attualmente tra il ciglio asfaltato della strada e le proprietà private è presente un’area cementata/naturale che funge da cunetta di raccolta delle acque, ma che non è collegata a scarichi fognari. Si è pertanto ipotizzato di occupare queste aree e parte della SP 167, per realizzare il marciapiede. L’utilizzo di parte della strada causa però inevitabilmente un restringimento della carreggiata. Per poter ottenere il nulla osta da parte della Direzione Viabilità della Città metropolitana si è scelto di prevedere alcuni allargamenti stradali, in modo da poter garantire la larghezza di 7 metri del piano bitumato, essendo previste due corsie larghe 3 metri e due banchine larghe 50 centimetri. Gli allargamenti necessari per il raggiungimento dei 7 metri di larghezza della strada bitumata sono stati ipotizzati sul ciglio sinistro, escludendo la necessità di realizzare muri di sostegno. Il marciapiede così ipotizzato inizierebbe in prossimità del parcheggio davanti agli impianti sportivi. Per non dover prevedere anche in questo tratto un allargamento stradale si è preferito ridurre una parte del parcheggio, così da non dover ridurre troppo la sede stradale e non dover realizzare muri di sostegno sul lato sinistro. La spesa totale per l’alternativa 1a è di 110.000 euro, mentre quella per l’alternativa 1b è di 167.000 euro.

IPOTESI 2: MARCIAPIEDE LUNGO IL CIGLIO SINISTRO

La seconda ipotesi delineata dai progettisti della Città metropolitana è quella di realizzare un marciapiede rialzato in aderenza all’attuale ciglio sinistro della Provinciale 167, dove però sarà necessario realizzare muri di sostegno, in quanto il versante è vicino alla strada. I muri di sostegno dovrebbero avere un’altezza sempre inferiore ai 2 metri ed essere formati da elementi prefabbricati, ricoperti da elementi in pietra, per dare continuità ai muri presenti nei dintorni. Nelle prime due ipotesi progettuali si è volutamente omesso il tipo di pavimentazione del marciapiede. Sono possibili una pavimentazione in conglomerato bituminoso o una in pietra, con una notevole differenza di prezzo. Entrambe le tipologie permettono di raggiungere lo scopo prefissato, ma la pavimentazione in pietra garantirebbe maggiore continuità con i marciapiedi esistenti. Per l’ipotesi 2a è ipotizzata una spesa totale di 176.00 euro, mentre per la 2b la spesa prevista è di 238.000 euro.

L’IDENTIFICAZIONE DELLA MIGLIORE IPOTESI PROGETTUALE

Per ciascuna delle due ipotesi sono state differenziate le stime in base al tipo di pavimentazione scelto per il marciapiede: le ipotesi 1a e 2a riguardano il bitumato, le 1b e 2b prevedono il marciapiedi in pietra. Per identificare quale ipotesi sia la migliore e preferibile, è necessario valutare attentamente i punti di forza e di debolezza di entrambe le ipotesi. Il primo confronto si basa sulla quantificazione economica. La realizzazione dei muri di sostegno è un costo superiore a quello previsto per l’allargamento stradale dell’ipotesi 1, il che ha come conseguenza un incremento del costo dell’intero intervento. Entrambe le ipotesi creano un collegamento per i residenti alle isole ecologiche e il centro abitato, ma una delle due è più sicura. Nell’ipotesi 2, cioè il marciapiede su lato sinistro, i residenti per raggiungere il marciapiede devono attraversare la Provinciale 167. La presenza del versante montano non permette di disporre in tutti i punti delle distanze di visibilità necessarie alla realizzazione degli attraversamenti pedonali per ciascun accesso privato. Questo comporta che i pedoni potrebbero attraversare la Provinciale in punti non segnalati e privi della distanza di visibilità idonea. Inoltre la realizzazione di muri di sostegno sul lato sinistro impedirebbe un eventuale allargamento della 167, che la Città metropolitana di Torino potrebbe decide di effettuare in futuro.
Tutto ciò premesso, i tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali indicano come alternativa migliore l’ipotesi 1. Anche perché l’unico attraversamento pedonale previsto per il raggiungimento dell’isola ecologica al km 2+200 della Provinciale 167 è posto proprio in corrispondenza dell’isola. L’area sarebbe idonea anche se non venissero realizzate opere di rallentamento del deflusso veicolare. I tecnici consigliano comunque la realizzazione di una piattaforma rialzata in corrispondenza dell’incrocio tra la Provinciale 167 e via Giacomo Puccini, in quanto la Città metropolitana autorizza questo tipo di opere solo nelle intersezioni stradali. La piattaforma avrebbe lo scopo di rallentare i mezzi che giungono da nord e segnalerebbe meglio l’attraversamento pedonale che potrà essere posto sulla piattaforma stessa. Il costo della piattaforma rialzata è stimato in 25.000 euro.sezione tipo ipotesi progetto San Pietro Val Lemina 1

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L’amministrazione comunale di Lusigliè, nell’ambito delle politiche sociali di sostegno al reddito, intende procedere alla ristrutturazione e al recupero di un immobile del centro storico di sua proprietà e in stato di abbandono, per ricavare una o più unità abitative da affittare o concedere a titolo gratuito a cittadini o a nuclei familiari a basso reddito del territorio. Su richiesta del Comune, il progetto di fattibilità tecnica degli interventi è stato redatto dai tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino. Sono state elaborate due ipotesi progettuali, che comportano rispettivamente un investimento di 442.700 e di815.600 euro.
Durante le prime fasi di valutazione, anche a seguito del rilievo dei locali, è emersa l’opportunità di procedere preliminarmente con la redazione del documento delle alternative progettuali prospettando il recupero del sottotetto a fini abitativi. Dopo una serie di considerazioni, per valutarne la fattibilità e in accordo con l’amministrazione, si è deciso di percorrere due differenti ipotesi progettuali, per poterne comparare i dati progettuali ed economici: la prima prevede il solo recupero dei locali abitativi esistenti, la seconda il recupero anche del sottotetto a fini abitativi.
L’edificio che sarà recuperato è delimitato a nord dalla piazza Statuto, ad est dalla chiesa parrocchiale di San Giorgio, a sud da una tettoia e ad ovest da un fabbricato di civile abitazione. L’edificio fa parte di un aggregato edilizio del centro storico, è composto da due piani fuori terra e da un piano sottotetto. Il portico al piano terra è fortemente caratterizzato dagli archi a sesto ribassato che lo compongono, unico esempio nel suo genere presente a Lusigliè.
Al piano terra, con accesso dal portico, sono presenti due locali disimpegnati, un bagno, con volta a botte lunettata, e un locale cantina, con piano ribassato senza pavimentazione e con soffitto ligneo. Al piano primo, con accesso dalla scala interna ad unica rampa con pedate in pietra, sono presenti quattro locali: due stanze presumibilmente utilizzate in passato come camere da letto, un soggiorno e una cucina. Il grande vano situato ad ovest è ribassato di circa 25 centimetri, mentre la cucina posta sopra il portico è ad una quota rialzata di circa 40 centimetri: entrambi i locali hanno un pavimento in marmette di cemento e graniglia. Dalla cucina si accede al balconcino fronte piazza. Gli altri locali sono complanari e hanno un pavimento in cotto. All’ampio locale unico del sottotetto si accede con una scala in legno dal soggiorno. Le aperture esistenti sui tre lati sono aperte, il pavimento è in battuto di cemento e la struttura della copertura a vista.
Poiché si tratta di intervenire su un edificio che costituisce un importante tassello del tessuto urbanistico del paese, i tecnici della Città metropolitana hanno proposto un progetto che rispetta la normativa per il restauro e risanamento edilizio, tenendo in considerazione lo stato di abbandono che perdura da tempo e quello di conservazione degli elementi architettonici, anche strutturali, degli impianti esistenti e delle finiture.

IPOTESI A: RECUPERO DEI LOCALI ABITATIVI ESISTENTI

La prima ipotesi progettuale delinea un intervento di manutenzione straordinaria, che prevede le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali dell’edificio, realizzare e integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici. Le operazioni di manutenzione straordinaria ipotizzate dovranno essere eseguite con materiali che abbiano le stesse caratteristiche di quelli esistenti, senza modificare le quote, la posizione, la forma delle strutture stesse e delle scale. Ad intervento ultimato si potrà ricavare un’unità abitativa al piano primo, con locali accessori e di servizio al piano terra. Il sottotetto non avrà utilizzo abitativo. Per quanto attiene alle opere strutturali sono previsti un consolidamento del solaio in legno, interventi cuci-scuci sulla parete est, un intonaco armato, tamponamenti del sottotetto, catene metalliche per l’eliminazione della spinta, un cordolo sommitale in acciaio, un portale metallico, opere edili a corredo (murature piene, ecc) e una nuova scala di accesso al sottotetto. Al piano terra verrà realizzato un vespaio aerato. Le opere murarie interne riguarderanno essenzialmente la necessità di adeguare gli spazi alle esigenze distributive dell’unità immobiliare. È prevista la rimozione di tutte le contropareti esistenti, delle controsoffittature e dei rivestimenti vinilici sui pavimenti in cotto. I serramenti esterni in legno con vetro semplice e le persiane in legno verranno sostituiti con serramenti in legno con profilo esteticamente simile agli esistenti. Si prevedono inoltre una verifica degli interventi puntuali sugli intonaci, la realizzazione ex novo dell’impianto di riscaldamento e della linea di adduzione del gas e il rifacimento complessivo dell’impianto elettrico.

IPOTESI B: RECUPERO DEI LOCALI ESISTENTI E DEL SOTTOTETTO AI FINI ABITATIVI

Nella seconda ipotesi l’intervento si configura come restauro e risanamento conservativo e comprende il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori, degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio. I principali lavori previsti sono il consolidamento del solaio in legno, interventi di cuci-scuci sulla parete est, un intonaco armato, tamponamenti del sottotetto, catene metalliche per l’eliminazione della spinta, un cordolo sommitale in acciaio e appositi controventi, un portale metallico e una serie di opere edili a corredo (murature piene, ecc.). Ad intervento ultimato si potranno ottenere due unità abitative, una al piano primo e l’altra nel sottotetto, oltre ai locali accessori e di servizio comuni al piano terra. Sarà necessario creare un vano scala al piano primo, al fine di disimpegnare l’accesso al sottotetto. In alternativa, se sarà necessario avere un alloggio di maggiori dimensioni, si potrà optare per un’unica unità immobiliare, abitativa al piano primo e nel sottotetto, sempre con spazi accessori e di servizio al piano terra. Per la valutazione preliminare della spesa è stato effettuato un calcolo sommario dell’intervento mediante computazione estimativa. Si è poi indicata in via sintetica l’incidenza delle varie lavorazioni sull’importo totale di costruzione.ipotesi progettuale B

Assistenza ai Comuni

Mettere in sicurezza idraulica alcune zone edificate del Comune di Luserna San Giovanni, attraverso la realizzazione di un canale scolmatore che rappresenti una “gronda” per le acque di versante, provenienti da monte e responsabili di allagamenti durante le piogge intense: è questo l’obiettivo del progetto che i tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino hanno redatto su richiesta dell’amministrazione comunale. La spesa per realizzare il nuovo canale di gronda è stimata in 890.000 euro.
La concentrazione dell’acqua piovana sul versante della zona Baussan, dalla Strada Provinciale 163 a Villa Olanda, provoca una consistente “venuta d’acqua” verso le zone edificate di valle, soprattutto in specifici restringimenti e impluvi o in aree particolarmente urbanizzate. L’esigenza di controllare le acque in eccesso ha portato i progettisti a proporre la realizzazione di un canale di gronda, in grado di trasportare le acque in eccesso verso il torrente Angrogna.
Quella del canale di gronda, assimilabile alla gronda di un tetto, in quanto raccoglie le acque di un versante e le trasporta in un recettore per salvaguardare un’area edificata, è subito apparsa come l’unica soluzione possibile per ovviare alla problematica idrogeologica. Il torrente Angrogna, in cui il canale riverserà le acque in eccesso, si trova a poca distanza dall’area considerata dal progetto. Una parte del canale sarà realizzata a cielo aperto, a valle del versante di raccolta, mentre l’altra potrà essere scavata al di sotto della Provinciale 163, attraverso la posa di appositi scatolari e pozzetti di salto.
Sulla base delle testimonianze raccolte sia dai tecnici che dai cittadini e in seguito a sopralluoghi nell’area, sono stati individuate tre porzioni di un bacino scolante che potrebbe causare allagamenti consistenti più a valle, in aree a bassa pendenza e in presenza di zone urbanizzate e di infrastrutture.
Essendo il bacino di monte su di un versante più elevato e scosceso rispetto agli altri due in successione verso lo scarico nel torrente Angrogna, tra il tratto di monte e quello di valle del canale di gronda si prevede di realizzare un “pozzettone” di salto di alcuni metri per collegare i due tratti a differenti altezze.
Lo schema idraulico prevede la raccolta di portate per tempi di ritorno di 200 anni per un totale complessivo, nel tratto finale, di 2,46 metri cubi al secondo. Le opere previste sono in sintesi:
- realizzazione del tratto di monte del canale di gronda con una canaletta di drenaggio a sezione trapezoidale in legname e pietrame con base minore di 75 centimetri, base maggiore di 2 metri e 25 centimetri, profondità di 75 centimetri, pendenza variabile dello 0,90,1 % e lunghezza di circa 360 metri. Il materiale di scavo della canaletta sarà riutilizzato per la realizzazione della pista di manutenzione sulla sinistra idrografica
- costruzione di un manufatto di raccordo tra il tratto di monte a cielo aperto e quello a valle del canale di gronda, che sarà realizzato con scatolari prefabbricati. Il manufatto sarà un pozzettone di salto in calcestruzzo armato gettato in opera, profondo alcuni metri e incassato all’interno del versante
- realizzazione del tratto di valle del canale di gronda al di sotto della S.P. 163 che dal pozzettone di salto del canale di monte trasporterà l’acqua con scatolari prefabbricati in calcestruzzo armato fino al torrente Angrogna. Sono previsti una serie di pozzetti di salto ed un pozzetto di deviazione di un canale irriguo. La sezione interna dello scatolare è di 1 metro x 1 metro, mentre la pendenza del canale è dello 0,50% per circa metà percorso, per poi diventare dell’1% più a valle. La lunghezza prevista è di circa 200 metri
- costruzione di una vasca di calma in calcestruzzo armato rivestita in massi, da posizionare prima dello scarico nell’Angrogna, per permettere una riduzione consistente delle velocità e mitigare eventuali effetti di rigurgito in caso di piene importanti del torrente
- scogliera in massi ciclopici da realizzare in prossimità del manufatto di sfioro della vasca di calma. L’opera è concepita a protezione della sponda idrografica sinistra dell’Angrogna, che è già attualmente soggetta ad erosione. Il materiale di scavo della vasca di calma e della scogliera sarà riutilizzato per i ritombamenti di sponda.carta Luserna San Giovanni 1

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La messa in sicurezza dell’incrocio tra la Strada Provinciale 107, la via delle Scuole e piazza San Pietro a Brusasco comporterà per il Comune un investimento di 118.000 euro: la stima è il risultato del progetto di fattibilità tecnica ed economica che i tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino hanno redatto su richiesta dell’amministrazione comunale brusaschese e consegnato nel mese di settembre. Il Comune aveva chiesto di valutare la realizzazione di un attraversamento pedonale rialzato in presenza dell’impianto semaforico esistente. L’incrocio tra la Provinciale 107 e la viabilità comunale nel centro del paese è uno snodo fondamentale, in quanto vicino al plesso che ospita la scuola primaria e la secondaria di primo grado, al Municipio e alla piazza principale del paese.
La Provinciale 107 collega il Comune di Cavagnolo con il Comune di Crescentino attraversando l’abitato di Brusasco. Il tratto di strada sul quale l’amministrazione comunale intende intervenire si trova al km 0+800 e, in quanto ricompreso nel centro abitato, è interessato da un limite di velocità di 50 km orari. L’obiettivo primario dell’intervento è il miglioramento delle condizioni di sicurezza, abbinato alla mitigazione della velocità dei veicoli, da perseguire rivedendo il funzionamento dell’impianto semaforico e realizzando una piattaforma stradale a raso con asfalto pigmentato. L’intervento è ricompreso quasi totalmente nel sedime della Provinciale 107 e della viabilità comunale. Nel centro abitato di Brusasco la SP 107 è dotata di marciapiedi e percorsi pedonali, che però non creano un percorso continuo su entrambi i lati. Sono infatti presenti due attraversamenti pedonali della provinciale e alcuni passi carrai, tra i quali quello secondario della scuola. La 107 è percorsa da ogni tipologia di veicoli, ha una larghezza della piattaforma di circa 9,50-10 metri ed è dotata di illuminazione pubblica. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica redatto dai tecnici della Città metropolitana prevedequattro attraversamenti pedonali e, grazie anche alla revisione del funzionamento del semaforo, ha come fine principale quello di riorganizzare sistematicamente l’intersezione e mitigare la velocità di percorrenza dei veicoli, per incrementarne i tempi di percezione dei possibili pericoli. È inoltre previsto un nuovo tappeto d’usura (la parte della pavimentazione a contatto con i pneumatici) con l’aggiunta di un pigmento colorante con granuli di colore rosso. Il tappeto di usura dovrà essere ecocompatibile e realizzato in conglomerato bituminoso. È previsto l’adeguamento della segnaletica orizzontale, compresa quella degli attraversamenti pedonali, ma anche della segnaletica verticale. È previsto inoltre un prolungamento e l’ampliamento del marciapiede sul lato destro della Provinciale 107, con piccole rampe di raccordo per gli attraversamenti pedonali e a fine marciapiede. Il marciapiede e la sede stradale modificati dovranno essere integrati con la rete per lo smaltimento delle acque superficiali.

localizzazione intervento Brusasco 2

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Ipotizza una spesa di 130.000 euro il quadro economico del progetto di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione di un marciapiede sul lato destro della Strada Statale 228 del Lago di Viverone, dal km 4+840 al km 5+200, nel territorio del Comune di Bollengo. Il progetto è stato redatto dai tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali, su richiesta dell’amministrazione comunale di Bollengo. L’area oggetto d’intervento è situata lungo la Statale 228 in prossimità di una serie di incroci a raso, che danno accesso ad alcune attività produttive. In zona sono anche presenti due rotatorie, dotate entrambe di marciapiede rialzato. I marciapiedi non sono collegati tra di loro, il che impedisce lo spostamento dei pedoni in sicurezza tra le diverse aree produttive. Il Comune di Bollengo ha pertanto la necessità di collegare i due punti con un marciapiede rialzato nel tratto che separa le due rotatorie. L’opera è compatibile con la destinazione d’uso dell’area di intervento, ma interessa una strada di competenza dell’ANAS nel centro abitato di un Comune con popolazione inferiore a 10.000 abitanti, il che rende necessario il nullaosta della stessa ANAS.
Il marciapiede rialzato previsto nel progetto di fattibilità tecnica ed economica confina con l’attuale ciglio bitumato nelle aree in cui attualmente sono presenti la banchina vegetata e il fosso di raccolta delle acque piovane. La carreggiata della Statale 228 ha una larghezza delle corsie e delle banchine compatibile con la classe funzionale assegnata e quindi non occorre preservare le aree limitrofe per eventuali allargamenti. Essendo presente l’illuminazione pubblica soltanto in prossimità della rotatoria si deve prevedere la predisposizione del prolungamento dell’impianto anche sul nuovo tratto di marciapiede, con la posa di plinti di fondazione e dei corrugati utili all’installazione dei futuri nuovi pali della luce e dei cavi.
Attualmente i pedoni percorrono, a partire dal km 5+200 della statale 228, la banchina sterrata fino al raggiungimento del tratto di marciapiede esistente lungo la Statale. Terminato il marciapiede, i pedoni raggiungono la rotatoria al km 4+840 transitando all’interno dell’area industriale. Tale tratto è sicuro fintanto che le attività produttive della zona sono aperte, mentre i cancelli chiusi costringono i pedoni a camminare sulla banchina sterrata. Per collegare le due aree mediante un marciapiede sarà sufficiente realizzare due tratti che possano essere collegati a quello esistente. I prolungamenti dovranno quindi rappresentare la naturale estensione dei tratti esistenti, cosi da non creare un distacco visivo e funzionale.
Vista la natura e le specifiche differenti per ciascun tratto d’intervento, la normativa permette di realizzare l’opera in lotti funzionali. Lottizzare l’intervento permette inoltre all’amministrazione comunale di avere un progetto pronto e approvato per entrambi i tratti di marciapiedi, che possono essere realizzati con due appalti in periodi differenti. Questo garantisce una maggiore flessibilità per la reperibilità di fondi e la realizzazione.
Il lotto 1 riguarda un tratto di marciapiede in prosecuzione dalla rotatoria al km 4+840, mentre il lotto 2 è in prosecuzione dalla rotatoria al km 5+200.
Per quanto riguarda il lotto 1 il marciapiede esistente è situato in prossimità della rotatoria al km 4+840, è rialzato rispetto al piano viabile, ha una pavimentazione in conglomerato bituminoso ed è largo un metro e mezzo, ad eccezione del tratto finale in corrispondenza dell’attraversamento pedonale. Sarebbe ottimale un marciapiede più largo, per consentire a coloro che si spostano in carrozzina di poter accedere in modo agile, oltre a garantire una maggiore sicurezza per tutti gli utilizzatori, grazie ad una migliore visibilità e sicurezza nell’attesa di attraversare la strada. Visto che lo spazio tra l’area bitumata e il muro perimetrale presenta una larghezza massima inferiore al metro ed essendo in prossimità di un attraversamento pedonale, i tecnici ritengono necessario arretrare il muro in cemento armato esistente, che verrà demolito e realizzato a circa un metro di distanza, così da garantire in prossimità dell’attraversamento un marciapiede con una larghezza di 1,5-2 metri. La pavimentazione drenante sarà formata da masselli autobloccanti drenanti. A completamento dell’opera è stata prevista la predisposizione dell’illuminazione pubblica compresa di plinti, palo e corrugati. Il Comune ha intenzione di realizzare un unico nuovo impianto di illuminazione, che collegherà anche il tratto di marciapiede appena realizzato.
Per quanto riguarda il lotto 2, il marciapiede esistente è in prossimità della rotatoria al km 5+200. È largo un metro e mezzo, è rialzato rispetto al piano viabile, ha una pavimentazione in autobloccanti in calcestruzzo e si interrompe in corrispondenza del manto bitumato. Il nuovo tratto di marciapiede dovrà avere le medesime caratteristiche e verrà realizzato in aderenza all’attuale ciglio bitumato per una larghezza di un metro e mezzo, nonostante la larghezza di molto superiore esistente nella maggior parte del tratto tra infrastruttura e muro di delimitazione della proprietà. Per garantire un camminamento continuo tra le due rotatorie sarà necessario prevedere una serie di adeguamenti degli attraversamenti pedonali e delle rampe di discesa.7 Marc lotto 2

Assistenza ai Comuni

La Città metropolitana di Torino si è dotata di una nuova piattaforma informatica per la rilevazione dei bisogni dei Comuni in termini di assistenza tecnica per i lavori pubblici di loro competenza e di segnalazione delle esigenze dei territori attinenti alle opere pubbliche di competenza dell’Ente di area vasta. In occasione della seduta del Consiglio metropolitano del 26 settembre la piattaforma è stata presentata dal Vicesindaco Jacopo Suppo ai rappresentanti delle Zone omogenee in cui sono suddivisi i 312 Comuni del territorio. Per diffondere capillarmente le conoscenze sulle potenzialità e sulle modalità di utilizzo, nelle prossime settimane, la Direzione Azioni integrate con gli Enti locali organizzerà una ulteriore serie di presentazioni online della piattaforma.
Come ha sottolineato il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, “la piattaforma risponde a una filosofia amministrativa che vuole riportare la Città metropolitana a essere protagonista nei diversi territori, accorciare le distanze con gli amministratori locali e operare all’insegna della concretezza”.
La piattaforma raggiungibile sul sito Internet dell’Ente alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/azioni-integrate-enti-locali/rilevazione-fabbisogni consente alle amministrazioni comunali di inviare richieste di progettazione ed eventuale direzione lavori delle opere di propria competenza, ma anche di segnalare l’esigenza di opere pubbliche concernenti l’edilizia scolastica e la viabilità di competenza della Città metropolitana.
La piattaforma ha lo scopo estendere su vasta scala una rete di assistenza agli Enti locali e di predisporre la rilevazione dei fabbisogni di investimento, aggregati per tipologie omogenee di competenza. La rilevazione dei fabbisogni è a sua volta propedeutica all’elaborazione della programmazione annuale e pluriennale delle opere pubbliche e degli acquisti di beni e servizi, di cui si occupa la Direzione programmazione e monitoraggio opere pubbliche, beni e servizi. Le segnalazioni, suddivise in sotto-ambiti tecnici, analizzate e catalogate, potranno essere “interrogate” dalle direzioni che erogano servizi agli Enti locali e al territorio, per capire i fabbisogni di intervento.
Nell’ambito dell’assistenza tecnica ai Comuni, le segnalazioni sono suddivise in quattro sotto-ambiti: viabilità ed edilizia di competenza comunale, ambiente e tutela del territorio, area espropriativa e topografica. Come detto, le opere pubbliche di competenza della Città metropolitana che possono essere oggetto di segnalazione da parte dei Comuni sono attinenti alla viabilità (messa in sicurezza, ampliamento, potenziamento e ammodernamento tecnologico di strade provinciali, nuove opere viarie, piste ciclabili, manutenzione ordinaria e straordinaria) e all’edilizia scolastica (nuove opere, consolidamento statico, adeguamento sismico di edifici esistenti, prevenzione degli incendi, ammodernamento degli impianti elettrici, messa in sicurezza dei locali, demolizioni, ampliamenti e potenziamenti, ristrutturazioni, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione energetica, manutenzione ordinaria e straordinaria).
La piattaforma è già stata testata con successo tra il novembre del 2022 e il gennaio del 2023, con la raccolta di 80 tra richieste di assistenza tecnica (il 40% del totale), di interventi sull’edilizia scolastica (40%) e sulle strade provinciali (20%) di competenza della Città metropolitana. Nel 2024 la raccolta e compilazione annuale dei moduli di fabbisogno da parte dei Comuni sarà possibile dal 1° febbraio al 31 marzo. Nei mesi di aprile e maggio avverrà l’elaborazione dei dati raccolti, la predisposizione di una bozza e la trasmissione formale del piano integrativo delle opere pubbliche, a seguito dell’acquisizione dei pareri da parte delle Zone omogenee.logo assistenza tecnica ai Comuni