I NOSTRI COMUNICATI

 

E-government

E-government

Un milione e mezzo di euro per contrastare gli attacchi informatici, che negli ultimi anni sono sempre più sofisticati, mirati e in continua evoluzione: il finanziamento al progetto CyberMetro presentato dalla Città metropolitana di Torino è stato assegnato dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, nell’ambito dell’Avviso 8 dedicato agli interventi di potenziamento della resilienza delle pubbliche amministrazioni alle attività della cybercriminalità.
La sicurezza informatica è diventata una priorità assoluta per individui e organizzazioni private e pubbliche. - sottolinea il Vicesindaco metropolitano, Jacopo Suppo, commentando con soddisfazione l’assegnazione del finanziamento. L’escalation di attacchi informatici, che colpiscono anche il nostro Ente richiede un impegno costante di personale ad alta specializzazione e di attrezzature e software informatici aggiornati all’evoluzione del fenomeno. La lotta alla cybercriminalità serve a difendere le nostre infrastrutture informatiche e garantire la continuità e la qualità dei servizi online erogati dal nostro Ente all’utenza esterna e interna.
Il progetto finanziato dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale si svilupperà sui tre assi portanti di tutti i processi di transizione digitale:
- l’innovazione tecnologica, grazie all’acquisizione, allo sviluppo, all’integrazione e alla rifunzionalizzazione di infrastrutture tecnologiche, alla fornitura di apparati hardware e all’acquisizione di soluzioni software
- le procedure organizzative, attraverso la predisposizione e definizione delle policy di gestione dei rischi nei vari ambiti e la definizione delle procedure di attuazione delle contromisure

la formazione in modalità e-learning, rivolta al personale interno, mediante corsi online e simulazioni, ma anche alle pubbliche amministrazioni del territorio della Città metropolitana di Torino, che potranno contare su webinar dedicati.

E-government

Da diversi anni la Città metropolitana ha messo in atto una strategia finalizzata all’abbattimento del divario digitale: un tema che è sempre più di attualità anche per potere intercettare gli investimenti e per poter compiere quel processo di digitalizzazione che è insieme obiettivo di sviluppo, di equità sociale, di sostenibilità.

Per questo la Città metropolitana di Torino in collaborazione con Fondazione Piemonte Innova (già Torino Wireless) ha organizzato degli incontri con lo scopo per indagare le esigenze specifiche dei Comuni in tema di digitalizzazione di processi e servizi, per misurare il livello di maturità digitale del territorio e stabilire le priorità di intervento.

Sono in programma 2 sessioni nelle giornate del 25 e 30 novembre (in entrambe le date alle 10 e alle 16).
Per informazioni: sviluppo@cittametropolitana.torino.it
Per iscriversi: bit_ly/CittaMetro-Digital

E-government

Partiranno tra maggio e giugno i lavori per la realizzazione della connessione Internet a banda ultra larga nelle cosiddette “aree bianche a fallimento di mercato” del Piemonte. Per iniziativa della Regione, nell’auditorium della sede di corso Inghilterra della Città Metropolitana di Torino si è tenuto giovedì 11 gennaio un incontro con i sindaci dei Comuni interessati alla prima fase degli interventi.
Il Piano nazionale per la banda ultralarga nelle aree bianche mira a risolvere il problema del digital divide garantendo la copertura ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana, la copertura ad almeno 30 Mbps garantita alla totalità della popolazione italiana, lacopertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare).Per il raggiungimento di tali obiettivi Infratel Italia, società pubblica istituita per favorire la digitalizzazione del Paese, ha avviato un piano di attività che ha previsto una gara per la selezione di un operatore in grado di realizzare e successivamente gestire l’infrastruttura passiva per la diffusione dei servizi a banda ultra larga. L’operazione è resa possibile dall’utilizzo di fondi nazionali, europei (FESR-Fondo europeo di sviluppo regionale e FEASR-Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) e regionali. Durante l’incontro nella sede della Città Metropolitana i rappresentanti della società Open Fiber, aggiudicataria della seconda gara per la realizzazione delle nuove reti, i funzionari di Infratel e quelli regionali hanno illustrato il quadro degli interventi e fornito chiarimenti di tipo tecnico e amministrativo.

LE FASI DEL PROGETTO

I Comuni piemontesi interessati alla prima fase degli interventi sono 132, con una popolazione di quasi 300.000 abitanti. Quelli appartenenti al territorio della Città Metropolitana di Torino sono una cinquantina. Quasi tutte le amministrazioni locali hanno già firmato le convenzioni operative. Le fonti di finanziamento pubbliche per la banda ultra larga in Piemonte nelle aree bianche a fallimento di mercato ammontano complessivamente a 284 milioni di Euro, così ripartiti: 195 milioni di fondi europei PAR FSC, 44,3 milioni di fondi POR FESR e 45,6 di fondi POR FEASR. A queste risorse si aggiungeranno altri 200 milioni di Euro di investimenti privati. Dopo la firma del contratto con Open Fiber (avvenuta a novembre) e dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte di Infratel, l’aggiudicatario dovrà redigere il progetto esecutivo entro sessanta giorni e dare successivamente avvio ai lavori di infrastrutturazione. Nelle prossime settimane è prevista una serie di sopralluoghi nei territori interessati alla redazione dei progetti esecutivi, con l’obiettivo di individuare infrastrutture pubbliche o private riutilizzabili per la posa della fibra ottica: ad esempio impianti dell’illuminazione pubblica, sottoservizi, ecc. Si dovranno anche individuare spazi o aree idonee ad ospitare le varie strumentazioni e verificare i vincoli da rispettare. L’intervento sulla banda ultra larga è piuttosto complesso, soprattutto per la mole di autorizzazioni necessarie: Infratel ne ha calcolate circa novemila solo in Piemonte. La concertazione territoriale con tutti gli attori pubblici e privati interessati, in questo caso, è veramente una conditio sine qua non dell’intero processo.  Il piano regionale sulla banda ultra larga mira anche alla salvaguardia e valorizzazione degli investimenti già attuati, alla tutela e valorizzazione dei piccoli operatori locali (che avranno pari opportunità di accesso) e allo stimolo alla domanda, attraverso la diffusione dei servizi regionali digitali. La rete realizzata sarà data in concessione per vent’anni all'aggiudicatario e rimarrà di proprietà pubblica.

L’IMPEGNO DELLA REGIONE PIEMONTE E DELLA CITTÀ METROPOLITANA

L’Assessora regionale all’attività produttive, presente all’incontro dell’11 gennaio in corso Inghilterra, ha sottolineato che i fondi europei impegnati sul piano per la banda ultra larga non verranno rendicontati sulla base della fibra posata, ma sulle effettive unità abitative connesse: una garanzia del fatto che, che dopo i lavori di posa dei cavi, la rete divenga immediatamente operativa. L’assessora regionale ha ringraziato Anci, Uncem e Upi per la collaborazione dimostrata, nell’ambito di un lavoro senz’altro impegnativo, ma che risulta fondamentale e strategico per il territorio. L’importanza dell’investimento è stata rimarcata anche dall’Assessore regionale all’agricoltura, che ha auspicato un cambiamento di mentalità nelle aree rurali, per cogliere al massimo le opportunità di visibilità sul Web per le aziende e di sviluppo dell’e-commerce. La Consigliera delegata ai progetti europei ha sottolineato come sia un dovere istituzionale per la Città Metropolitana di Torino coordinare il processo di diffusione della banda larga, che consente di mantenere il presidio sul territorio. La consigliera ha convenuto sul fatto che uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo economico e sociale è rappresentato dal divario digitale tra le aree densamente urbanizzate e il resto del Paese, quelle zone in cui imprese del settore non hanno ritenuto sufficientemente remunerativo investire nell’infrastruttura a banda larga. Negli scorsi anni la Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana, è intervenuta su diversi territori per favorire l’espansione dell’infrastruttura, ma rimangono importanti criticità da risolvere. La diffusione della banda larga e ultra larga è una priorità per un Ente che ha come misssione istituzionale la promozione dello sviluppo economico sociale. La Città Metropolitana di Torino considera l’accesso alle nuove tecnologie come un diritto di tutti i cittadini e di tutte le aree geografiche, in considerazione dei vantaggi che ne derivano, soprattutto in termini di fruizione di servizi avanzati. La Consigliera metropolitana delegata ai progetti europei ha ricordato che le politiche di informatizzazione e di digitalizzazione rappresentano anche uno strumento di rafforzamento della social innovation, intesa, nel suo senso più ampio, come elaborazione di pratiche organizzative che prevedono l'utilizzo sociale di qualunque innovazione tecnologica, economica, produttiva. Tali pratiche rafforzano la collaborazione e la partecipazione paritetica dei cittadini, incentivando lo sviluppo locale. Da parte sua, la Città Metropolitana di Torino ha previsto nel suo Piano Strategico condiviso con i territori di promuovere una connettività all'altezza delle esigenze della pubblica amministrazione e del mondo delle imprese. L’Ente di area vasta intende dotarsi di un catasto digitale delle infrastrutture delle telecomunicazioni (previsto dall’Agenda digitale del Piemonte), che raccoglierà in un’unica “mappa” i dati provenienti da diversi enti e potrà riutilizzare le infrastrutture fisiche già esistenti, con un notevole risparmio di risorse pubbliche (costi di scavo e interramento delle linee) e la limitazione dei disagi per la popolazione e per l’ambiente. La Città Metropolitana contribuirà inoltre a “popolare” il catasto nazionale, in linea con quanto previsto dal Piano nazionale della banda ultra larga e dal MISE-Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture.

E-government

La Città metropolitana ha inviato ieri a Roma il progetto per la riqualificazione delle periferie urbane con interventi di 11 Comuni -confinanti con la Città di Torino e con una popolazione superiore ai 10mila abitanti – Regione Piemonte e Città metropolitana stessa.

Il progetto, denominato ToP Metro, prende le mosse dalla visione d’insieme del Piano strategico territoriale metropolitano, che supera le divisioni concettuali fra periferie della città e e le aree urbanizzate confinanti.

La scelta di circoscrivere l’area d’intervento a soli 11 Comuni contigui a Torino(Beinasco, Borgaro, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, Settimo, San Mauro e Venaria), oltre alla stessa Città di Torino, su un totale di 315 Comuni inclusi nella Città metropolitana, nasce dall’esigenza di dotare di adeguate infrastrutture un’area che già oggi si presenta come una periferia diffusa ma ancora non adeguatamente dotata di continuità strutturale.

ToP Metro prevede 91 interventi puntuali di livello comunale, che integrandosi tra loro garantiscono riqualificazione e maggiore sicurezza delle aree periferiche individuate. Tali interventi riguardano lavori di manutenzione e riqualificazione di spazi finalizzati a rendere i luoghi gradevoli e accoglienti, (arredo urbano, marciapiedi, barriere architettoniche, pulizia...); riqualificazione di aree e spazi pubblici degradati; la manutenzione, messa in sicurezza, e rifunzionalizzazione di edifici pubblici, a partire dagli spazi destinati all'educazione allo sport; la risistemazione di parchi urbani e interventi per la messa in sicurezza rispetto al rischio idrogeologico; interventi di promozione della sicurezza urbana; incremento della mobilità ciclabile (e sua integrazione con gli elementi paesaggistico/ambientali).

Vi sono poi interventi trasversali - proposti direttamente dalla Città metropolitana - finalizzati a favorire l’occupazione e il sostegno alle necessità alimentari delle fasce deboli e comprendono: il sostegno e l’agevolazione alla creazione d’impresa e al nuovo lavoro autonomo; l’attrazione e il sostegno agli investimenti delle imprese; la distribuzione dell’invenduto dei mercati alle persone in difficoltà a fronte del loro impegno per le comunità, progetto gestito in collaborazione con Snodi.

Infine è previsto un intervento di area vasta - proposto dalla Regione Piemonte - che comprende: la redazione di un piano per la governance della Corona Verde (comprensivo di azioni di comunicazione e formazione sul tema del verde metropolitano) e la redazione di un programma di azione della mobilità ciclabile metropolitana da integrare e coordinare con il Piano urbano mobilità sostenibile esteso al territorio metropolitano e con il piano per la governance Corona Verde.

Il progetto chiede al Governo un contributo di circa 40 milioni di euro, capace di attivare un investimento totale più che doppio, di 93 milioni di euro, reso possibile dal cofinanziamento privato (38 milioni di euro circa,  ossia più del 37% dell’investimento totale) e al cofinanziamento degli singoli Comuni attuatori. Fra i soggetti privati coinvolti vi sono cooperative edilizie, fondazioni bancarie, piccole e medie imprese e aziende di grandi dimensioni, agenzie territoriali per la casa e agenzie di sviluppo promosse dal privato sociale.