I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Agricoltura

Fare il boscaiolo non basta più nel mondo forestale: occorre aggiornarsi, conoscere ed essere sempre al passo con i tempi. "Ma non può mancare la passione: quella è fondamentale": ad aprire la fiera inter-nazionale Boster questa mattina, venerdì 14 settembre, nella bellissima pineta di Beaulard, è stata Elena Agazia, direttrice di Paulownia, società organizzatrice dell'evento, con il convegno "Sviluppi delle Unioni di Comuni delle montagne sull'arco Alpino", promosso dal Comune di Oulx, in collaborazione con la Regione Piemonte e UNCEM. Hanno preso parte all'incontro inaugurale l'Assessore regionale alla Montagna Alberto Valmaggia, il vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna, il Consigliere delegato ai lavori pubblici della Città Metropolitana Antonio Iaria, il presidente dell'Anci Piemonte Alberto Avetta, il presidente nazionale dell'Uncem Marco Bussone e il sindaco di Oulx Paolo De Marchis, insieme a tanti altri primi cittadini della Val Susa ed amministrato-ri montani.
Il sole ha accompagnato la prima giornata della manifestazione. Sabato 15 e domenica 16 settembre, gli appuntamenti non mancano e il programma è veramente ricco ed interessante, per i professionisti del settore, ma anche per chi vuole scoprire il mondo forestale. Da non perdere la finale del Campionato Na-zionale dei boscaioli.

Agricoltura

Da venerdì 14 a domenica 16 settembre a Beaulard di Oulxè in programma la nona edizione biennale della fiera internazionale BOSTER-Bosco e Territorio, l’unica manifestazione in Italia interamente all’aperto dedicata alla valorizzazione delle filiere del legno, alla gestione del territorio e all’agricoltura di montagna. La manifestazione è stata presentata nel corso di una conferenza stampa nel palazzo della Giunta Regionale.
Al centro dell’evento, nato nel 2002 ad Usseaux, per iniziativa dell’allora Provincia di Torino e organizzato da alcuni anni dalla società Paulownia Italia, ci sono l’economia forestale, le attrezzature e le professionalità a essa collegate, l’agricoltura di montagna, il design e l’artigianato collegati al legno. Numerosi saranno i corsi, i workshop, i convegni, le visite e i seminari durante i tre giorni di una manifestazione imperdibile per gli addetti del settore in Italia e non solo.
Uno dei maggiori richiami di Boster sono le prove dinamiche della meccanizzazione agroforestale, le dimostrazioni dei lavori in bosco, della gestione e della manutenzione sostenibile del territorio montano. La formula espositiva “tutto all’aperto” consente di apprezzare nel loro reale contesto operativo le macchine, le attrezzature e la cantieristica per le filiere produttive del legno. Dall’affilatura della motosega alle progettazioni di urbanità innovative per le borgate montane, dall’approfondimento dello studio della filiera legno-energia ai corsi di costruzioni in legno: nell’edizione 2018 c’è spazio per tutti, anche per le famiglie appassionate della natura e della montagna, con un occhio di riguardo all’ambiente.
Nell’edizione che verrà inaugurata nella tarda mattinata di venerdì 14 settembre sono attesi un centinaio di espositori, 143 marchi rappresentati, 150 macchinari in funzione, 120 tonnellate di legname lavorato, 10.000 metri quadrati di area commerciale. Particolare attenzione ovviamente sarà data alla filiera legno-energia, al bosco e al territorio, con un'ampia gamma di macchine e attrezzature per la prima lavorazione del legno, l'esposizione a fiamma accesa di caldaie, stufe e camini e la possibilità di visite tecniche a impianti realizzati sul territorio. Particolare attenzione sarà data inoltre al design e all’artigianato che nell’edilizia e nell’arredamento utilizzano i legnami locali provenienti da filiere certificate. Anche nel 2018 Boster ospiterà la finale del campionato italiano dei boscaioli nella giornata di domenica 16 settembre.
Per saperne di più: www.fieraboster.it   Facebook Boster Fiera

IL RUOLO DELLA CITTÀ METROPOLITANA

Come sottolineano il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco e il Consigliere Dimitri De Vita, delegato allo sviluppo montano, alla pianificazione strategica, alle attività produttive e ai trasporti, “Bosco e Territorio è un’iniziativa che, a sedici anni dalla sua prima edizione, prosegue, si consolida, conta sempre più sulle risorse private e sempre meno sul contributo finanziario pubblico: è un segnale importante, in tempi di spending review e di profonda revisione del ruolo e dell’impegno degli Enti locali. Il progetto Bosco e Territorio e la fiera BOSTER sono l’esempio di una proficua collaborazione tra pubblico e privato e di una notevole capacità delle comunità locali di fare sistema, per valorizzare la risorsa forestale, difendere l’ambiente e creare nuovi posti di lavoro”. In dodici anni di lavoro sul progetto Bosco e Territorio, sul progetto transfrontaliero “Bois-Lab” e sulla certificazione forestale l’allora Provincia di Torino – oggi Città Metropolitana - ha messo a disposizione dei territori montani le proprie competenze tecniche e le proprie risorse umane, impegnate in un delicato lavoro di coordinamento di studi e iniziative per valorizzare le risorse forestali e la filiera del legno. “È uno dei tanti esempi del ruolo fondamentale che un Ente di area vasta può svolgere per aiutare i territori extra-urbani a crescere in termini economici e sociali” sottolineano il vicesindaco Marocco e il consigliere De Vita. La sfida di una green economy fondata sulla valorizzazione energetica ed edilizia del legname è ancora tutta da giocare. Per questo, il lavoro di coordinamento, promozione e ricucitura del tessuto territoriale è portato avanti dalla Città Metropolitana, che ha ereditato le competenze e le esperienze della Provincia in materia di promozione dello sviluppo rurale e montano e di coordinamento delle politiche per l’attrazione delle risorse europee a sostegno dei progetti di sviluppo.
Il sostegno organizzativo della Città metropolitana a Boster si concretizzerà anche quest’anno con la presenza di due agenti del Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza ambientale, anche per segnalare il fatto che la manifestazione si svolgerà nel territorio della Zona speciale di conservazione dell’Oasi xerotermica di Puys, recentemente passata sotto la competenza dell’Ente di area vasta. L’altra presenza molto importante dal punto di vista organizzativo è quella delle Guardie Ecologiche Volontarie, coordinate e gestite dalla Città metropolitana, proprio nelle settimane in cui si stanno raccogliendo le adesioni al nuovo corso di formazione delle aspiranti GEV. La loro presenza a BOSTER è dedicata alla regolamentazione dell’accesso del pubblico all’interno dell’area espositiva, ma anche alla divulgazione di informazioni sulla tutela dell’ambiente e sulle aree protette gestite e tutelate dalla Città Metropolitana.

Agricoltura

Domenica 9 settembre torna per la quindicesima volta “Giaveno Città del Buon Pane”, un appuntamento patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino dedicato al pane, ai grissini e alle fragranze e bontà dei forni dei panificatori artigiani della Val Sangone. Dal punto di vista gastronomico il mese di settembre a Giaveno è sempre ricco di spunti, visto che la domenica 23 sarà dedicata alle patate di montagna e ad ottobre da venerdì 12 a domenica 14 tornerà “Fungo in Festa”. A Giaveno la produzione di pane, grissini, prodotti da forno, è storia di famiglie e di generazioni che si sono svegliate presto e continuano a farlo ogni giorno per produrre con passione le varie forme di pane, i grissini e tanti prodotti da forno, seguendo la tradizione ma anche inventando nuove ricette e nuovi gusti, come il pane e i dolci del Pellegrino, pensati per valorizzare e contribuire al progetto della Via Francigena Valle Susa e della sua deviazione su Valgioie e Giaveno. “Città del Buon Pane” è organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione il Gruppo Panificatori Artigiani e Produttori De.C.O. di Giaveno, con le famiglie di panificatori di Dario Calcagno Tunin, Giovanni e Michele Chiambretto, Antonio Morisciano, Andrea Goitre e con altri operatori del settore. La Denominazione Comunale d’Origine tutela le forme e le ricette della tradizione piemontese: la biova, lo stirotto, la micca e la mezzana. In piazza Mautino l’area forni è dedicata alla degustazione e alla vendita diretta e offre la possibilità di vedere alcune fasi della lavorazione del pane, dei grissini, dello “Stirato Torinese” e dei prodotti da forno dolci e salati, preparati anche con l’impiego di altri prodotti locali come la toma e la salciccia dell’azienda agricola Bramante e le farine di mais del Mulino della Bernardina, che ha promosso la reintroduzione delle antiche varietà di mais e la molitura con un impianto di macine in pietra ancora perfettamente funzionante. In piazza vengono promosse anche le attività didattiche del Mulino “Du Detu”, il più antico della zona. Ai bambini è dedicato lo spazio di manipolazione della pasta a cura dell’associazione “Quelli dell’Intervallo”. Nell’area coperta di piazza Mautino è anche prevista la presenza del Giardino Botanico Rea e delle associazioni “Principi Pellegrini”, “Divangazioni” e “Sana Indivia”, per la presentazione del progetto sulla coltivazione dei grani storici in Val Sangone e la realizzazione di una filiera per la trasformazione della farina così ottenuta in prodotti da forno.
L'Associazione Panificatori Artigiani De.C.O. di Giaveno ha proposto sinora tre prodotti: il Biscotto del Pellegrino, la Meliga e il Bastone del Pellegrino. Alla divulgazione dell’iniziativa collabora anche il Museo Civico Etnografico del Pinerolese. Il Dipartimento per la meccanizzazione agricola del Politecnico di Torino ha previsto l’esposizione di un macchinario per la costruzione manuale di balle di paglia utili per la costruzione di case e l’illustrazione di altri macchinari già costruiti oppure in via di costruzione, come ad esempio una piccola mietitrebbia adatta ad appezzamenti montani di ridotte dimensioni e in forte declivio. Il Giardino Botanico Rea esporrà inoltre i covoni di vari tipi di cereali storici, mentre in piazza Molines è prevista la trebbiatura del grano secondo la tradizione, con trebbiatrici e trattori d’epoca. A completare l’offerta e il programma della giornata le bancarelle di prodotti agroalimentari e artigianali e l’apertura dei caffè, dei ristoranti e dei negozi del centro storico.
Sono previste visite guidate ai mulini della Bernardina e Du Detu, dalle 10 alle 12,30 e dalle 14 alle 18,30, con la possibilità di usufruire di un bus navetta gratuito in partenza da piazza San Lorenzo, da prenotare all’ufficio turistico comunale. Presso i due mulini sarà possibile acquistare i dolci del pellegrino realizzati con farina di castagne, di mais, farina integrale e altri ingredienti.

GIAVENO E SAINT JEAN MAURIENNE CITTÀ GEMELLE

Nell’ambito della manifestazione è previsto l’incontro con la città francese gemellata di Saint Jean de Maurienne, con l’accoglienza e il saluto in mattinata nel parco di Palazzo Marchini, la sfilata per le vie cittadine e la cerimonia del “Taglio del Grissino”, che unisce all’insegna dei prodotti da forno Giaveno Città del Buon Pane con la “Fête du Pain” di Saint Jean. È un evento che coinvolge le amministrazioni comunali, le bande musicali “Giaveno Val Sangone” e “La Lyre Mauriennaise”, il distaccamento dei Vigili del Fuoco volontari di Giaveno, le danzatrici dell’associazione “Arte in Movimento”, le realtà associative e le scuole giavenesi che hanno attivato scambi e collaborazione con analoghe realtà francesi.
Tra gli eventi paralleli collegati alla quindicesima edizione di Giaveno Città del Buon Pane” figura la mostra personale della pittrice Franca Ostorero intitolata “La strada del pane”, ospitata nei locali espositivi di via XX Settembre. La mostra è visitabile già da sabato 8 settembre e ’inaugurazione è in programma domenica 9 Settembre alle 10, con un intervento musicale a cura di Claudia Fassina, Francesca Maccarrone e Maria Chiara Maccarrone. La mostra sarà visitabile anche venerdí 14 settembre dalle 16 alle 19 e domenica 16 settembre dalle 10 alle 19. La mostra “L’Arte del patchwork sulle vie Francigena e Romea” è invece curata dall’Unitre Giaveno e dal gruppo “Toc tuchet e tuchetin”. La si può visitare nella chiesa dei Batù, all’inizio di via Umberto I, sabato 8 e domenica 9 settembre. L’inaugurazione è programmata per sabato 8 alle 15, mentre alle 16 è prevista una conferenza sul tema “La perla del Piemonte sulla Via Francigena”. Domenica 9 la mostra è visitabile dalle 9 alle 21. Infine, sempre domenica 9 alle 15,30 di fronte all’ufficio turistico è in programma l’inaugurazione di un defibrillatore donato da Maria Grazia Blengino in memoria del marito Mario Giordano, nell’ambito del progetto "ValSangone cardioprotetta - DAE Giaveno" promosso dalla Croce Rossa e dalla Città di Giaveno.
Per saperne di più sull’intero programma degli eventi si può consultare il sito Internet www.comune.giaveno.to.it o contattare l’Ufficio turistico comunale di piazza San Lorenzo 34, telefono 011-9374053, e-mail infoturismo@giaveno.it

SCOPRIRE I MULINI STORICI DI GIAVENO

In borgata Buffa, al numero 260 di via Vittorio Emanuele II, si trova l’antico mulino della Bernardina, risalente al 1745, tramandato di padre in figlio per 250 anni. Il mulino ha rischiato di finire in disuso, ma è stato salvato dalla famiglia Ughetto e dell’attuale mugnaio, Ernesto, che con molto impegno hanno mantenuto viva la tradizione, affiancando alla molitura la coltivazione del grano, della segale e di antiche varietà di mais come il Pignoletto rosso e quello giallo e l’Ottofile. Il mulino chiamato “Du Detu” di via Beale 8 a Ruata Bassa di Giaveno, appartiene alla famiglia di Giuseppe Colombatti. Edificato nel 1218, come “racconta” una targa ancor oggi parzialmente visibile sopra il portone di ingresso, era il mulino dei monaci benedettini dell’abbazia di San Michele della Chiusa. Venne acquistato e restaurato nel 1877 da Benedetto Giai Via, detto “Detu”. Il mulino possiede una grande ruota esterna a pale metalliche e all’interno ruote in pietra. É stato in attività sino alla seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi.

Agricoltura

Punta a superare le 20.000 presenze la trentottesima edizione della manifestazione “Viverbe”, in programma a Pancalieri da venerdì 14 a martedì 18 settembre. Da quest’anno la kermesse pancalierese si fregia del titolo di mostra mercato regionale, riconoscimento che è stato assegnato grazie alla partecipazione di un crescente numero di espositori del settore vivaistico e officinale.
“Viverbe” sarà inaugurata venerdi 14 alle 20. Come sempre la Pro Pancalieri ha allestito un fitto programma di eventi a corollario della rassegna. Si comincerà con l’ormai tradizionale mojito party venerdi 14 settembre alle 21,30 al Palaviverbe, con la musica dei DJ di Radio Italia Uno. La musica, questa volta anni ‘70 e ’80, sarà anche la protagonista della serata di sabato 15, con lo spettacolo dei Funk It. Il Palaviverbe ospiterà poi tre serate di liscio: domenica 16 con l’orchestra di Placido Consoli, lunedì 17 con “I Suoni del Borgo”, martedì 18 con l’orchestra di Franco Bagutti, che si esibirà dopo lo spettacolo pirotecnico. Tutte le serate saranno ad ingresso gratuito, ma il consiglio è di arrivare a Pancalieri già nel pomeriggio, per visitare gli oltre 50 stand e cenare nella Piazza Aromi e Gusti con menù a base di carne, pesce, pasta formaggi e dolci, innaffiati da vino e ottima birra.
Sabato 15 settembrePancalieri ospiterà la settima edizione del Gran Premio ciclistico ChialvaMenta, con il ritrovo dei partecipanti alle 13,30 davanti al bar Vecchia Filanda. Domenica 16 nelle vie del centro sarà allestita la mostra mercato e scambio di hobbistica e prodotti tipici. Ci sarà anche la sesta edizione del raduno Vespa Day per scooter e moto storiche. Nel pomeriggio l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, celebrerà una Messa alle 16 nel cortile delle scuole medie e alla stessa ora davanti al bar Vecchia Filanda le maschere tradizionali Madama Menta e Monsù Insens daranno il via alla seconda edizione del corteo folkloristico. La musica rock sarà protagonista, sempre davanti al bar Vecchia Filanda, con il gruppo ligure Vespu Surdu, che proporrà cover di gruppi rock anni 70.
Il pomeriggio di lunedì 17 settembre sarà dedicato alle Miniolimpiadi riservate ai ragazzi dai 6 agli 11 anni, mentre martedì 18 alle 18 si disputerà la ventisettesima edizione della StraViverbe. I fuochi artificiali e la serata musicale chiuderanno l’edizione 2018 di Viverbe. Per i giorni della manifestazione nella bocciofila sono in programma gare aperte a più categorie, mentre nel centro paese i visitatori potranno ammirare una mostra di disegni dedicata al concorso “Viverbe 2018” riservato ai ragazzi della scuola media di Pancalieri. Nella Chiesa dei Frati ci saranno invece “Tracce di Pancartistica”, con una mostra di pittura, scultura e altro, presentata da un gruppo di artisti locali.

Agricoltura

La Festa dell’uva Erbaluce da oltre ottant’anni richiama a Caluso migliaia di visitatori, in cerca di divertimento e di un vino ritenuto dalla critica internazionale come uno dei più interessanti bianchi italiani. Da mercoledì 12 a lunedì 17 settembre nella cittadina canavesana si festeggia l’Erbaluce in tutte le sue declinazioni e insieme a un prodotto agricolo, l’uva Erbaluce, motivo di orgoglio per tutto il Canavese.
Il vino fu uno dei primi a ottenere la Denominazione di origine controllata in Italia nel 1967 e la DOCG nel 2011. Oltre all’Erbaluce, la Festa di Caluso celebra anche il Passito di Caluso e il Cuveè Erbaluce spumante.
Il programma dell’ottantacinquesima edizione della manifestazione, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, prevede eventi artistici e musicali, una sfilata di moda e una storica, il palio, l’incoronazione della Ninfa Albaluce, il torneo calcistico tra i rioni e la premiazione delle varie gare e concorsi che occupano un’intera settimana. Il direttivo della Pro Loco di Caluso sceglie ogni anno un tema da assegnare alla manifestazione, per dar sfogo alla fantasia e alla sana competizione con cui i gruppi a piedi, rappresentanti di tutte le frazioni e rioni di Caluso, si sfideranno domenica 16 per le vie del paese per conquistare il palio. Il tema scelto per l’edizione 2018 è “L’Arte dell’Erbaluce”. La Festa dell’uva Erbaluce non vuole essere solo una “sagra”, ma un momento di celebrazione di un modo di vivere e di intendere la terra canavesana.
I dettagli e il programma sono consultabili nel sito Internet www.festadelluvacaluso.altervista.org

LA LEGGENDA DELLA NINFA ALBALUCE E LE NINFE DEL XXI SECOLO

Racconta la leggenda che, nel tempo dei tempi, sulle colline moreniche lasciate dai grandi ghiacciai trovavano dimora le ninfe del lago, dei boschi e delle sorgenti, venerate insieme alla notte, al sole, alla luna, ai venti e alle stelle. Alba era una di quelle dee. Solita a indugiare sulle rive dei ruscelli, un giorno, complici le nubi, ad Alba apparve di nascosto il Sole, il quale, rapito da tanta bellezza, subito se ne innamorò. Ma l’incontro fu difficile perché il tempo non consentiva al Sole di apparire se non quando l’Alba non c’era già più. Era un inseguirsi pieno di ansia. Fu la Luna, sorella del Sole, a risolvere la situazione. Decise un giorno di non lasciare il cielo, ma di interporsi sul cammino del Sole, in modo che questi, nascosto, potesse raggiungere la Terra per incontrare Alba. L’abbraccio fra i due innamorati avvenne sul Bric più alto delle colline che circondano Caluso. Da quell’amore nacque Albaluce, una bimba con gli occhi color del cielo, la pelle di rugiada e lunghi capelli splendenti come raggi di sole. Era gentile e nobile e ogni anno venivano al tempo cacciatori e contadini, pastori e pescatori, per offrirle i frutti dei campi, la cacciagione, i pesci dalle squame scintillanti, il fresco formaggio nei canestri di giunco. Si faceva festa, si scambiavano merci, si rendeva omaggio alla bella Albaluce, che veleggiava sul lago condotta da bianchi cigni. Ma ecco un giorno farsi avanti i capi tribù al comando della regina Ippa, reclamando la terra da coltivare, perché il lago non dava frutti sufficienti. I verdi ruscelli, le limpide acque dovettero lasciare posto ai campi da seminare. Si scavò un grande canale per far defluire le acque, ma l’acqua, così costretta, travolse tutto seminando la morte. Era triste la ninfa Albaluce quando attorno a lei si radunarono sette giovani rimasti fedeli all’antico rito. Il pianto del Sole e dell’Alba trasformò i secchi arbusti che rimanevano in riva al lago ormai prosciugato in vigorosi ceppi, da cui si alzarono lunghi tralci, dai quali pendevano dolci, dorati grappoli di succosa uva bianca: era il dono della dea ai suoi fedeli ed era l’atto di nascita del vitigno Erbaluce, generato dalle lacrime di una dea che ha nel cuore i raggi del padre Sole e la tenera dolcezza dell’Alba, quella che sorge ogni mattina sul Bric di Caluso. La ninfa è dunque il personaggio di maggior rilievo della Festa dell’Uva. Per questo motivo è nato un Ordine delle Ninfe che ha l’onore di scegliere, fra tutte le aspiranti ninfe, una rosa di tre candidate calusiesi, di età compresa tra i venti e i trent’anni. Le tre giovani vengono sottoposte all’esame di un comitato di elezione, formato da tre membri dell’Ordine delle ninfe e quattro rappresentanti della comunità calusiese (Pro Loco, Comune, Parrocchia e Credenza). Le ragazze vengono intervistate, in momenti diversi. Ogni membro del comitato esprime un voto personale e segreto da 1 a 5. Alla fine di ogni singola intervista due incaricati, esterni al comitato dei sette ma membri dell’Ordine delle Ninfe, ritirano i voti di tutti i componenti del comitato, per procedere con l’intervista successiva e così via fino alla fine. Concluse le interviste, i due personaggi incaricati di raccogliere i voti in gran segreto compiono lo spoglio delle schede e proclamano la Ninfa Albaluce eletta. Solo queste due persone ne conoscono il nome e si relazionano con lei fino al momento della proclamazione. La Ninfa eletta deve con piacere ed entusiasmo rivestire il ruolo di ambasciatrice del vino Erbaluce, sorridere, essere solare, positiva e socievole. Deve ovviamente conoscere la leggenda di Albaluce, conoscere quanti e quali rioni e frazioni sono presenti a Caluso, la storia della città e dei vini Erbaluce e Passito. Deve saper parlare in pubblico e presenziare alle manifestazioni in cui è richiesta la sua presenza. Non deve essere necessariamente una bellissima Miss, ma una ragazza spontanea e spigliata, felice di calarsi nel ruolo che la tradizione le assegna.

Agricoltura

La nona edizione della manifestazione “Di Freisa in Freisa”, in programma da venerdì 1 a domenica 3 giugno nel centro storico di Chieri, rilancia la sfida della versatilità del vino simbolo della Collina torinese e dell’abbinamento con la cultura e con le varie esperienze di cucina.
Nel 2017 a Chieri si era festeggiato il cinquecentesimo anniversario dalla pubblicazione della bolla doganale che citò per prima il prezioso vitigno. “Un vitigno, mille volti” è lo slogan dell’edizione 2018 della manifestazione, presentata ufficialmente stamani a Palazzo Dal Pozzo Della Cisterna, sede storica della Città Metropolitana di Torino. Uno slogan che descrive bene la molteplicità di suggestioni che gli organizzatori - il Comune di Chierie il Consorzio del Freisa di Chieri e della Collina Torinese, con la regia tecnico-organizzativa di Totem- mettono in campo per proporre un nuovo modo di vivere, gustare, abbinare il vino, come un’esperienza sempre diversa e con tante sfumature quante. Per questo “Di Freisa in Freisa” è stato inserito nel programma Off del Bocuse d’Or Europe 2018, la competizione di alta cucina che ha scelto Torino per la selezione europea.
La manifestazione inizia domani, giovedì 31 maggio, con un momento di riflessione: nella sede della Cittadella del Volontariato, l’ex procuratore Gian Carlo Caselli, Presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, presenta insieme al docente universitario Stefano Masini il libro “C’è del marcio nel piatto. Come difendersi dai draghi del made in Italy che avvelenano la tavola”.

I TOUR ALLA SCOPERTA DI SEGRETI E SAPORI DI CHIERI E DEL CHIERESE

Quest’anno sono stati scelti il chiostro di Sant’Antonio, le vie e le piazze che lo circondano per proporre un percorso ad anello, lungo il quale sono possibili diversi tipi di fruizione urbana e sensoriale: aree aperte e movimentate dai profumi dei banchi di enogastronomia, spazi dedicati all’approfondimento e alla sperimentazione, spazi in movimento alla scoperta del territorio e di nuovi abbinamenti cibo-vino, aree verdi per le famiglie, dove si può gustare insieme un piatto della tradizione o rilassarsi bevendo un buon calice di Freisa.

Si parte venerdì 1° giugno dalle 18 alle 24con la padrona di casa DOC Freisa di Chieri, che nell’Enoteca Itinerante di via Vittorio Emanuele (piazzetta taxi), ospita le altre DOC del Piemonte: Freisa d’Asti, Langhe Freisa, Monferrato Freisa e Colli Tortonesi Freisa. In piazza Cavour ci sono i piatti regionali di “Gusto in Piazza”, con la possibilità di sedersi a tavola sotto i gazebo, in due inedite aree lounge-relax accanto all’Enoteca e nei vicini giardini. L’Enoteca Itinerante e Gusto in Piazza sono aperti per l’intero fine settimana dalle 11 del mattino a tarda sera. È possibile acquistare alla cassa i carnet per quattro degustazioni del Freisa a 8 Euro. Sabato 2 e domenica 3 giugno in via Palazzo di Città dalle 10 sino a tarda sera è allestita la mostra mercato delle eccellenze enogastronomiche piemontesi e italiane. E poi c’è il “GustiBus Freisa”, un ristorante su quattro ruote che compie nove mini tour durante la giornata del sabato, con partenza e arrivo in via Palazzo di Città e con le proposte dello chef Luca Zara. Grazie al Consorzio di Tutela e Valorizzazione delle DOC Freisa di Chieri e Collina Torinese, è possibile partecipare a brevi tour nel Chierese, per apprezzare le proprietà, le caratteristiche e le qualità del Freisa di Chieri, da degustare durante una sosta panoramica “vista vigna” in abbinamento a nove menù differenti, a seconda dell’ora della giornata. Il primo tour parte sabato 2 giugno alle 10, l’ultimo alle 23. Si servono aperitivo, pranzo, merenda sinoira, cena e after dinner, preparati con originalità e fantasia, toccando anche gli ingredienti ufficiali del Bocuse d’Or Europe. I menù completi, la procedura per le prenotazioni e la vendita dei biglietti si trovano sulla piattaforma EventBrite alla voce “GustiBus Freisa, ma è possibile acquistare i biglietti anche alla cassa dell’Enoteca Itinerante, con una maggiorazione di 3 Euro rispetto alla prenotazione on line.
Sabato 2 alle 16 sono in programma l’inaugurazione ufficiale dell’evento e l’apertura della Freisa Lounge che, nel chiostro di Sant’Antonio, ospita laboratori e interventi di esperti aperti al pubblico ed è attorniata dalle postazioni di degustazione e vendita dei produttori del Freisa. La contaminazione tra vino e arte, tra Freisa e cultura si dipana tra spettacoli teatrali, musica, visite guidate a mostre e numerosi eventi collaterali. Sabato 2 giugno alle 21 nei giardini di piazza Cavour (San Paolo) la compagnia Faber Theater in collaborazione con l’associazione Kòres porta in scena lo spettacolo “Terre e Lune”. Domenica 3 giugno alle 18 nell’area lounge-relax dell’Enoteca Itinerante è in programma il reading “Parole nel piatto”, realizzato dalla Compagnia Genovese Beltramo in collaborazione con l’associazione Kòres. La compagnia Acquarone Ferraris anima invece la domenica delle famiglie nei giardini di piazza Cavour con improvvisazioni, giochi antichi, una giostrina storica e passatempi di abilità. Le aree della manifestazione e il centro storico di Chieri ospitano il concerto “Solo Canzoni fate a mano” della Banda Bondioli sabato 2 giugno alle 21 in piazza Mazzini e la Filarmonica Chierese in apertura dell’inaugurazione ufficiale.
Per chi intende trascorrere qualche ora nelle colline intorno a Chieri il programma è arricchito dall’iniziativa “Cantine Aperte”, a cui partecipano diverse aziende agricole e la Cantina Sperimentale dell’Università degli Studi di Torino. Ben 35 tra ristoranti, bar ed enotechehanno aderito alla promozione dell’evento, con menù, degustazioni e proposte ispirate al Freisa di Chieri, mentre i negozi del centro città restano aperti anche nei giorni di festa.
L’elenco completo degli appuntamenti e delle iniziative è disponibile sul sito del Comune di Chieri alla pagina www.comune.chieri.to.it/event/freisa-2018

Agricoltura

Domenica 10 giugno a Pecetto Torinese appuntamento con la centotreesima edizione della Festa delle Ciliegie, evento organizzato dal Comune, dalla Pro-loco e dalla FACOLT-Frutticoltori Associati Collina Torinese, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.
L’evento è riservato agli operatori agricoli del territorio, alle associazioni di tutela e valorizzazione dei prodotti tipici e alle attività produttive e di volontariato. Venerdì 1° giugno alle 18 nella Chiesa dei Batù è in programma l’inaugurazione della mostra “Il Vermuth, risorsa e riscoperta. Storia di un’eccellenza piemontese”. La mostra sarà aperta e visitabile sino al domenica 24 giugno dal giovedì al sabato dalle 15 alle 19, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Nella chiesa di San Sebastiano sarà invece possibile visitare sino a domenica 17 giugno la mostra “Realtà e fantasia incisa”, con le opere calcografiche degli incisori del “Quadrato.2”. Le visite saranno possibili il sabato dalle 16 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Venerdì 8 giugno in piazza Roma alle 21 ci sarà il “Festivalbande tra le Ciliegie”, un concertocon la partecipazione de "La Ceresera” di Pecetto e della Banda Musicale Acquese. Sabato 9 giugno dalle 18 in avanti tutto il paese sarà in festa sino a notte fonda tra canti, musica, stuzzichini, cene e tante ciliegie. Domenica 10 dalle 10 alle 20 si terrà la mostra mercato di ciliegie e prodotti agricoli per le vie del paese, affiancata da un laboratorio artistico per bambini e da una mostra pomologica di varietà di ciliegie. La manifestazione si concluderà con la premiazione della migliore produzione e dei cestelli artistici.

CARTA D’IDENTITÀ DELLE CILIEGIE DI PECETTO

Le Ciliegie di Pecetto sono state inserite nel 2001 nel Paniere dei prodotti tipici dell’allora Provincia di Torino. Sono frutti appartenenti a due specie: il Prunus avium varietà Juliana, a polpa tenera, in italiano Ciliegie propriamente dette, in piemontese “Cirese” o “Cerese”; Prunus avium varietà Duracina, a polpa consistente, in italiano “Duroni”, in piemontese “Graffioni”. Nelle colline del Torinese e del Chierese, per le favorevoli caratteristiche del suolo e del clima della zona, si sono diffuse vecchie varietà o cloni che si sono affermati localmente e coltivati secondo tecniche frutticole ecosostenibili e biologiche. In particolare, si sono affermate negli anni varietà caratteristiche per il sapore, il colore o la resistenza allo spacco. Le principali sono: “Galucia”, durone di colore rosso scuro, grosso e rotondo, con picciolo lungo e polpa croccante; “Galuciu”, durone con buccia di colore rosso scuro e polpa consistente; “Graffione di Pecetto” o “Grafiun d'la Spirit” o “Graffione Bianco”, durone bianco di ottima consistenza, adatto alla conservazione sotto spirito; “Martini”, con il frutto cuoriforme, appiattito da una parte, di colore rosso brillante, polpa croccante, sapore molto dolce; “Mollana”, resistente allo spacco, con polpa molle e non troppo dolce; “Vigevano”, di colore rosso vivo; “Vittona della spiga”, a frutto cuoriforme, di sapore molto dolce; “Vittona”, tenera dolce, con buccia di colore scuro e polpa di scarsa consistenza
Per approfondire la storia e la conoscenza del frutto che ha reso famoso Pecetto nel mondo si può consultare il sito Internet www.ciliegiedipecetto.it oppure il portale della Città metropolitana alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/agri-mont/prodotti-del-paniere/prodotti-tipici/frutti/ciliegie-di-pecetto

Agricoltura

Un visita particolare quella che si è svolta stamani a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna: è stata infatti l'occasione per esplorare, oltre alle sale auliche della sede storica della Città Metropolitana di Torino - dove vissero nella seconda metà dell'Ottocento Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna e Amedeo Savoia Duca d'Aosta - la storia enologica del Piemonte pre-industriale.
La visita guidata, realizzata con la collaborazione della Strada Reale dei vini torinesi, è stata animata dal gruppo storico "Principi dal Pozzo della Cisterna 1843-1870" di Reano. Il gruppo trae spunto dal ramo di Torino dei Principi Dal Pozzo della Cisterna il cui capostipite, Giovanni Ludovico Dal Pozzo, visse intorno al 1578 nel feudo di Reano. Ludovico primo Presidente del Senato Subalpino trasformò il castello reanese in palazzo nobiliare ed ebbe dal Papa la facoltà di coniare monete. Ultima erede delle sostanze della famiglia Dal Pozzo della Cisterna fu la Principessa Maria Vittoria, nata nel 1847 e andata in sposa nel 1867 al Principe Amedeo Di Savoia, Duca D'Aosta e poi Re di Spagna. Nelle sue rievocazioni, il gruppo di Reano fa rivivere gli episodi salienti della breve vita di Maria Vittoria, che amava trascorrere periodi di villeggiatura nel maniero reanese. Per saperne di più: www.principidalpozzo.it
Al termine della visita si è tenuta una degustazione del vino bianco "Baratuciat" della Bassa Valsusa, curata da Giuliano Bosio, titolare dell'azienda agricola Agriforest di Almese. Le visite guidate a Palazzo Cisterna sono gratuite con obbligo di prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni e prenotazioni si può telefonare ai numeri 011-8612644-8617100 o scrivere a urp@cittametropolitana.torino.it

"BRINDISI A PALAZZO" CON IL BARATUCIAT DELLA BASSA VALLE DI SUSA

La visita animata e la degustazione enologica di sabato 19 maggio sono eventi collegati al circuito "Brindisi a Corte", un'iniziativa promossa dalla Città Metropolitana di Torino e dall'ATL "Turismo Torino e provincia", nell'ambito del progetto europeo della Strada dei Vigneti Alpini, finanziato dal FESR-Fondo europeo di sviluppo regionale nell'ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2014-2020.
"Brindisi a corte" è un viaggio alla scoperta dei fasti delle residenze reali attraverso visite guidate teatrali e una ricostruzione storica, con degustazioni di vini, prodotti gastronomici e antiche ricette delle residenze sabaude del territorio provinciale torinese, con itinerari tra vigneti e ambienti aulici per scoprire aspetti della vita domestica dei Savoia.
Dopo l'anteprima a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna nel mese di marzo, le visite guidate e animate del circuito sono iniziate ad aprile e proseguono alla Villa della Regina domenica 27 maggio, domenica 3 giugno alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, sabato 16 giugno alla Reggia di Venaria Reale (nell'ambito del Bocuse d'or Europe Off 2018), domenica 15 luglio negli appartamenti reali del Castello della Mandria, domenica 16 settembre nella Villa della Regina, domenica 14 ottobre al Castello Ducale di Agliè e infine domenica 28 ottobre al castello di Santena.
La quota di partecipazione alle visite guidate con degustazione è di 25 Euro per gli adulti e 22 per i possessori dell'Abbonamento Musei o della tessera Royal del circuito delle Residenze Reali. Sono previste tariffe speciali e ridotte per i bambini. La tariffa include: il biglietto di ingresso alle Residenze Reali; il trasporto in autobus da e verso la residenza, con guida turistica a bordo del bus per l'illustrazione del percorso e l'introduzione alla residenza visitata; la rappresentazione teatrale tematica e la visita al bene culturale curata dall'associazione "Teatro e Società"; la degustazione di vini e prodotti tipici. Per coloro che raggiungono i castelli con mezzi propri il costo della visita teatrale con degustazione è di 19 Euro. Le prenotazioni sono possibili sul portale Internet www.residenzereali.it o direttamente ai punti di informazione turistica IAT.

BARATUCIAT, IL BIANCO CHE NON TI ASPETTI IN VALSUSA

Il Baratuciat è un vitigno che produce uva a bacca bianca. È autoctono della Valle di Susa e non ha parentele con i vitigni conosciuti. Era ad un passo dall'estinzione, ma è stato recentemente riscoperto e valorizzato. È presente nella bassa valle da almeno 150 anni, dove era estesamente coltivato fino ai primi del '900. La sua presenza è attestata da un documento inserito nel Bollettino Ampelografico del 1877. Il flagello della fillossera ha progressivamente limitato l'estensione dei vigneti. Il suo recupero si deve all'iniziativa di un cittadino di Almese, Giorgio Falca. Lo staff scientifico del CNR e quello del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino hanno intuito le potenzialità enologiche dell'uva e, grazie ad un lavoro di ricerca e sperimentazione, hanno definito con precisione le caratteristiche del vitigno.
L'uva ha un acino ellittico, con la buccia di medio spessore molto pruinosa, di colore giallo-verde e dorato in fase di maturazione. Gli acini hanno la polpa poco consistente, succosa e non colorata. È un vitigno precoce e vigoroso. Il grappolo maturo è medio o medio piccolo, compatto, conico o cilindrico. I viticoltori locali, nelle zone ove era tradizionalmente presente, ricordano varianti del nome anche piuttosto distanti dall'attuale, come "Bertacuciàt", o "Berlu 'd ciàt". Riferimenti storici locali risalenti a fine '800 lo citano come "Berlon 'd ciat bianco". Il vitigno è iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite come idoneo alla coltura nella Regione Piemonte, ma non rientra ancora nella Denominazione di Origine Valsusa DOC. Generalmente vinificato in purezza, il vino Baratuciat nel medio periodo sviluppa sentori aromatici a mezza strada fra il Sauvignon ed il Gewürztraminer. Nel primo anno si presenta con profumi di frutti bianchi ed una netta nota di miele di acacia. È caratterizzato da un contenuto in estratto secco netto elevato per un vino bianco. Come si riscontra tipicamente negli ambienti montani, l'acidità totale risulta generalmente elevata. Il vino si presenta generalmente di colore giallo paglierino scarico con gradevoli tonalità verdi, con un profumo intenso caratterizzato da note prevalenti di mela verde e ananas e con peculiari sentori di eucalipto e fieno. Il Baratuciat è un vino di struttura importante e molto equilibrato, atto ad accompagnare antipasti, pesci di lago o di mare, carni bianche e insalate estive.
Sulla collina di Almese, abbandonata negli anni sessanta dai contadini ormai divenuti operai nell'industria del fondovalle nella bassa valle di Susa, erano rimaste piccole produzioni di vino, per lo più destinate al consumo di familiari. Grazie al recupero del vitigno Baratuciat, la vitivinicoltura ha conosciuto negli ultimi vent'anni una riscoperta che è innanzitutto culturale, nel senso del recupero delle tradizioni e della cultura materiale locale. Tra i protagonisti del recupero vi è l'azienda Agriforest della famiglia Bosio. Nei 15 ettari di proprietà sui versanti a solatìo di Almese nel 2004 è nata un'azienda agricola che ha riconvertito 3 ettari di terreno abbandonato in vigneto, uliveto, noceto e frutteto. La conduzione è familiare e la produzione ha numeri limitati e dedicati alla salvaguardia della biodiversità. Le operazioni colturali sono orientate al rispetto dell'ambiente, con l'inerbimento dei filari che evita l'erosione del terreno, l'uso esclusivo di concimi organici, la conduzione dalla potatura e la raccolta rigorosamente manuali.
Per saperne di più: www.baratuciat.com

Agricoltura

Un visita particolare quella che si svolgerà a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna sabato 19 marzo alle 10: sarà infatti l'occasione per esplorare, oltre alle sale auliche della sede storica della Città Metropolitana di Torino - dove vissero nella seconda metà dell'Ottocento Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna e Amedeo Savoia Duca d'Aosta - la storia enologica del Piemonte pre-industriale.

La visita guidata, realizzata con la collaborazione della Strada Reale dei vini torinesi, sarà animata dal gruppo storico "Principi dal Pozzo della Cisterna 1843-1870" di Reano. Il gruppo trae spunto dal ramo di Torino dei Principi Dal Pozzo della Cisterna il cui capostipite, Giovanni Ludovico Dal Pozzo, visse intorno al 1578 nel feudo di Reano. Ludovico primo Presidente del Senato Subalpino trasformò il castello reanese in palazzo nobiliare ed ebbe dal Papa la facoltà di coniare monete. Ultima erede delle sostanze della famiglia Dal Pozzo della Cisterna fu la Principessa Maria Vittoria, nata nel 1847 e andata in sposa nel 1867 al Principe Amedeo Di Savoia, Duca D'Aosta e poi Re di Spagna. Nelle sue rievocazioni, il gruppo di Reano fa rivivere gli episodi salienti della breve vita di Maria Vittoria, che amava trascorrere periodi di villeggiatura nel maniero reanese. Per saperne di più: www.principidalpozzo.it

Al termine della visita è prevista una degustazione del vino bianco "Baratuciat" della Bassa Valsusa, curata da Giuliano Bosio, titolare dell'azienda agricola Agriforest di Almese. La visita guidata è gratuita con obbligo di prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili. Nel caso dell'appuntamento del 19 maggio i posti sono già esauriti ed è aperta una lista di attesa, nel caso di rinunce. Per informazioni e prenotazioni sulle visite guidate a Palazzo Cisterna si può telefonare ai numeri 011-8612644-8617100 o scrivere a urp@cittametropolitana.torino.it

"BRINDISI A PALAZZO" CON IL BARATUCIAT DELLA BASSA VALLE DI SUSA

La visita animata e la degustazione enologica del 19 maggio sono eventi collegati al circuito "Brindisi a Corte", un'iniziativa promossa dalla Città Metropolitana di Torino e dall'ATL "Turismo Torino e provincia", nell'ambito del progetto europeo della Strada dei Vigneti Alpini, finanziato dal FESR-Fondo europeo di sviluppo regionale nell'ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2014-2020.

"Brindisi a corte" è un viaggio alla scoperta dei fasti delle residenze reali attraverso visite guidate teatrali e una ricostruzione storica, con degustazioni di vini, prodotti gastronomici e antiche ricette delle residenze sabaude del territorio provinciale torinese, con itinerari tra vigneti e ambienti aulici per scoprire aspetti della vita domestica dei Savoia.

Dopo l'anteprima a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna nel mese di marzo, le visite guidate e animate del circuito sono iniziate ad aprile e proseguono alla Villa della Regina domenica 27 maggio, domenica 3 giugno alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, sabato 16 giugno alla Reggia di Venaria Reale (nell'ambito del Bocuse d'or Europe Off 2018), domenica 15 luglio negli appartamenti reali del Castello della Mandria, domenica 16 settembre nella Villa della Regina, domenica 14 ottobre al Castello Ducale di Agliè e infine domenica 28 ottobre al castello di Santena.

La quota di partecipazione alle visite guidate con degustazione è di 25 Euro per gli adulti e 22 per i possessori dell'Abbonamento Musei o della tessera Royal del circuito delle Residenze Reali. Sono previste tariffe speciali e ridotte per i bambini. La tariffa include: il biglietto di ingresso alle Residenze Reali; il trasporto in autobus da e verso la residenza, con guida turistica a bordo del bus per l'illustrazione del percorso e l'introduzione alla residenza visitata; la rappresentazione teatrale tematica e la visita al bene culturale curata dall'associazione "Teatro e Società"; la degustazione di vini e prodotti tipici. Per coloro che raggiungono i castelli con mezzi propri il costo della visita teatrale con degustazione è di 19 Euro. Le prenotazioni sono possibili sul portale Internet www.residenzereali.it o direttamente ai punti di informazione turistica IAT.

BARATUCIAT, IL BIANCO CHE NON TI ASPETTI IN VALSUSA

Il Baratuciat è un vitigno che produce uva a bacca bianca. È autoctono della Valle di Susa e non ha parentele con i vitigni conosciuti. Era ad un passo dall'estinzione, ma è stato recentemente riscoperto e valorizzato. È presente nella bassa valle da almeno 150 anni, dove era estesamente coltivato fino ai primi del '900. La sua presenza è attestata da un documento inserito nel Bollettino Ampelografico del 1877. Il flagello della fillossera ha progressivamente limitato l'estensione dei vigneti. Il suo recupero si deve all'iniziativa di un cittadino di Almese, Giorgio Falca. Lo staff scientifico del CNR e quello del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino hanno intuito le potenzialità enologiche dell'uva e, grazie ad un lavoro di ricerca e sperimentazione, hanno definito con precisione le caratteristiche del vitigno.

L'uva ha un acino ellittico, con la buccia di medio spessore molto pruinosa, di colore giallo-verde e dorato in fase di maturazione. Gli acini hanno la polpa poco consistente, succosa e non colorata. È un vitigno precoce e vigoroso. Il grappolo maturo è medio o medio piccolo, compatto, conico o cilindrico. I viticoltori locali, nelle zone ove era tradizionalmente presente, ricordano varianti del nome anche piuttosto distanti dall'attuale, come "Bertacuciàt", o "Berlu 'd ciàt". Riferimenti storici locali risalenti a fine '800 lo citano come "Berlon 'd ciat bianco". Il vitigno è iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite come idoneo alla coltura nella Regione Piemonte, ma non rientra ancora nella Denominazione di Origine Valsusa DOC. Generalmente vinificato in purezza, il vino Baratuciat nel medio periodo sviluppa sentori aromatici a mezza strada fra il Sauvignon ed il Gewürztraminer. Nel primo anno si presenta con profumi di frutti bianchi ed una netta nota di miele di acacia. È caratterizzato da un contenuto in estratto secco netto elevato per un vino bianco. Come si riscontra tipicamente negli ambienti montani, l'acidità totale risulta generalmente elevata. Il vino si presenta generalmente di colore giallo paglierino scarico con gradevoli tonalità verdi, con un profumo intenso caratterizzato da note prevalenti di mela verde e ananas e con peculiari sentori di eucalipto e fieno. Il Baratuciat è un vino di struttura importante e molto equilibrato, atto ad accompagnare antipasti, pesci di lago o di mare, carni bianche e insalate estive.

Sulla collina di Almese, abbandonata negli anni sessanta dai contadini ormai divenuti operai nell'industria del fondovalle nella bassa valle di Susa, erano rimaste piccole produzioni di vino, per lo più destinate al consumo di familiari. Grazie al recupero del vitigno Baratuciat, la vitivinicoltura ha conosciuto negli ultimi vent'anni una riscoperta che è innanzitutto culturale, nel senso del recupero delle tradizioni e della cultura materiale locale. Tra i protagonisti del recupero vi è l'azienda Agriforest della famiglia Bosio. Nei 15 ettari di proprietà sui versanti a solatìo di Almese nel 2004 è nata un'azienda agricola che ha riconvertito 3 ettari di terreno abbandonato in vigneto, uliveto, noceto e frutteto. La conduzione è familiare e la produzione ha numeri limitati e dedicati alla salvaguardia della biodiversità. Le operazioni colturali sono orientate al rispetto dell'ambiente, con l'inerbimento dei filari che evita l'erosione del terreno, l'uso esclusivo di concimi organici, la conduzione dalla potatura e la raccolta rigorosamente manuali.

Per saperne di più: www.baratuciat.com

Agricoltura

A Santena dall'11 al 20 maggio tornerà la Sagra dell'Asparago, che, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, proporrà il mercato dei produttori del pregiato ortaggio e, ogni sera, concerti gratuiti con star della musica come gli Statuto. Al PalAsparago si potranno gustare a cena (anche a pranzo il sabato e la domenica) i menù con uno degli ortaggi più tipici del "Paniere". Venerdì 11, dopo la cerimonia ufficiale di inaugurazione, la cantante e presentatrice di Telecupole Sonia De Castelli condurrà una serata dedicata a una galleria di personaggi storici del Piemonte e all'investitura delle maschere tradizionali di Santena, la Sparsera e il Ciatarin, che rappresentano i coltivatori di asparagi del tempo che fu. A seguire lo spettacolo dei Bad Evolution.
Nella notte bianca di sabato 12 maggio Giorgio Vanni e i Figli di Goku proporranno un tuffo nel mondo dei cartoni animati, con la voce ufficiale delle sigle di Italia 1. Gli Statuto festeggeranno i 35 anni di carriera con il concerto di domenica 13, mentre lunedì 14 l'associazione Vivere e Musi & Tea "All in music" proporranno un concerto dedicato alle donne. Martedì 15 l'Unitre Cambiano-Santena organizzerà una sfilata di moda accompagnata dall'associazione musicale Carpe Diem. Quella di mercoledì 16 sarà la serata del ballo liscio con Marco Zeta, Gigi Chiappin e l'Orchestra del Cuore. Giovedì 17 sarà la volta di Michele Tomatis, in arte MT Live 2.0, mentre venerdì 18 si ballerà in piazza con l'AfroTaranta di Simone Campa e con la Paranza del Geco. Ancora liscio sabato 19 con Moreno il Biondo e l'orchestra Grande Evento, mentre domenica 20 a chiudere il calendario dei concerti saranno gli eXplosion.
Nella mattinata di sabato 12 la piazzetta antistante la biblioteca verrà intitolata a Plombieres les Bains, Comune francese con cui verrà siglato un patto di gemellaggio. La notte bianca proporrà un mercatino e un raduno di motociclisti in piazza Forchino. Domenica 13 nei pressi della biblioteca e nella sala consiliare del Comune sarà allestita la mostra "I pionieri granata". Nelle strade e nelle piazze del centro ci saranno i banchetti degli hobbisti, degli artigiani e dei produttori agricoli. Ancora le due ruote protagoniste in piazza Forchino, con il raduno organizzato dal Vespa Club di Villanova d'Asti. I più golosi non potranno mancare la grande risottata agli asparagi in piazza Martiri, con lo chef de "La prova del cuoco" Sergio Barzetti, in arte Mister Alloro. Domenica 20 si terrà la tradizionale sfilata, con gli sbandieratori di Mappano, il corpo pifferi e tamburi di Santhià e le Asparagette di Santena. La Sagra si concluderà con la consegna dell'Asparago d'Oro ad una personalità che si è contraddistinta nella comunità santenese.
Per saperne di più: pagina Facebook prolocosantena, sito Internet www.asparisagra.it, e-mail prolocosantena@gmail.com, infoline 392-4531719.