Parchi e riserve naturali
La Città Metropolitana di Torino, in qualità di Ente gestore della Zona speciale di conservazione della Rocca di Cavour, ha pubblicato la proposta del Piano di Gestione del sito ed ha avviato la fase di consultazione.Tutti gli interessati e gli stakeholders che lo ritengano necessario possono far pervenire le osservazioni entro il 12 dicembre, via posta ordinaria a Città Metropolitana di Torino - Servizio Pianificazione e Gestione Rete Ecologica, Aree Protette e Vigilanza Ambientale, corso Inghilterra 7, 10138 Torino. Le osservazioni possono anche essere inviate con la posta elettronica certificata a protocollo@cert.cittametropolitana.torino.ito con la normale e-mail all’indirizzo areeprotette@cittametropolitana.torino.it.
I dettagli del Piano sono pubblicati nel portale Internet della Città Metropolitana alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/fauna-flora-parchi/parchi-aree-protette/aree-naturali-protette/parco-rocca-cavour
Il Piano di Gestione del Sito di Interesse Comunitario “IT 1110001 - Rocca di Cavour” è stato redatto in base all'articolo 42 della Legge Regionale 19 del 2009. Tale legge prevede che i soggetti gestori delle aree della Rete Natura 2000 predispongano, su direttiva regionale e qualora ritenuto necessario, il relativo piano di gestione, in base alle disposizioni del Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio del 3 settembre 2002. La legge regionale prevede che il soggetto gestore adotti il piano di gestione a seguito di una consultazione degli Enti locali coinvolti, dei comprensori alpini e degli ambiti territoriali di caccia e delle associazioni agricole, venatorie e di protezione ambientale riconosciute dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Completata la consultazione, il soggetto gestore deve inviare il piano adottato alla Giunta regionale per l'approvazione.
Carta d’identità della Rocca di Cavour
La Rocca di Cavour costituisce un insolito elemento di distacco rispetto alla pianura circostante, dalla quale si innalza come uno scoglio solitario, a distanza di alcuni chilometri dalla cerchia alpina. L’origine della Rocca risale al complesso fenomeno dell’orogenesi alpina, un insieme di deformazioni e accavallamenti degli strati rocciosi, derivanti dalla collisione della zolla africana con quella europea, circa trenta milioni di anni fa. Nel Quaternario, a seguito delle alluvioni derivanti dallo scioglimento dei ghiacciai, gli immensi depositi che colmarono la Pianura Padana sommersero parzialmente la Rocca, isolandola dalle altre vette. Per la sua particolare conformazione è un esempio tipico di “inselberg”, cioè di una “montagna-isola”. Dal punto di vista mineralogico la Rocca è ricca di quarzo, gneiss occhiadini, micascisti e scisti. Geomorfologicamente il sito comprende una zona pianeggiante e una in rilievo, la Rocca appunto. Il rilievo ha due sommità, il “Pilone” e il “Torrione”, che, partendo dai 300 metri della pianura, raggiungono l’altitudine massima di 462 metri. Un terzo spuntone, a est del Torrione, è noto in loco come “Rocca Crovet”.
Vegetazione
Per la sua posizione e il suo clima, il parco ha una vegetazione che consente la convivenza di piante tipicamente montane con altre mediterranee. Sul fresco versante nord crescono castagni, latifoglie (acero di monte, ciliegio, frassino, tiglio, farnia, carpino bianco) alternate a rovere, betulla e robinia. Nel sottobosco si trovano specie in prevalenza montane come mirtillo, brugo, giglio di San Giovanni e ginestre. Sui versanti ovest e sud a clima caldo si sviluppano rovere, roverella, robinia, ailanto e, con minor densità rispetto al lato nord, castagni. Peculiare è la presenza di origano, timo e cappero (Capparis spinosa), quest’ultimo probabile eredità di un’introduzione in epoca medievale e dei commerci con la Liguria. Il versante sud-orientale presenta una fascia rocciosa con scarsa vegetazione, ma molto interessante per la presenza di rapaci nidificanti, come il Falco pellegrino. Sulle sommità, con clima caldo d’estate e mite d’inverno, prevalgono alberi a cespuglio come bagolari, prugnoli, robinie e, nelle aree più scoperte, i rovi. Alla base della Rocca, nelle zone meno ripide e ben esposte, vi sono alcune coltivazioni agricole: frutteti, prati da sfalcio e vigneti. Nel sito sono stati rilevati due ambienti di interesse comunitario: la vegetazione delle pareti rocciose silicee, composta da specie rupestri come la Campanula elatines, la Silene rupestris e varie specie del genere Sedum e i boschi di castagno, che annoverano alcuni esemplari secolari.
Fauna
La collocazione dominante rispetto alla pianura e la presenza di ambienti differenziati (zone boschive, aree aperte e con cespugli, colture agricole) rendono la Rocca di Cavour un punto di riferimento per gli uccelli stanziali e migratori e un habitat ideale per gli uccelli da preda. Di particolare interesse è la presenza dell’averla minore (Lanius collurio), della magnanina (Sylvia undata), del nibbio reale (Milvus milvus), del falco pellegrino (Falco peregrinus), della taccola (Corvus monedula). Singolare la compresenza di tre specie di Luì: piccolo, bianco e verde (Phylloscopus collybita, P. bonelli e P. sibilatrix), caratterizzati da esigenze ecologiche differenti. Il Luì piccolo è quello più eclettico, il Luì bianco preferisce i territori caldi a sud, mentre il Luì verde abita i castagneti della zona nord. Sono segnalati alcuni rettili, come il biacco (Hierophis viridiflavus) o la natrice dal collare (Natrix natrix) e una piccola popolazione della salamandra pezzata (Salamandra salamandra), la cui peculiarità è di essere del tutto separata dalle popolazioni dei rilievi prealpini, che ne costituiscono il tipico habitat. Per quanto riguarda i vertebrati, è interessante la presenza di alcuni piccoli mammiferi come lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), il ghiro (Glis glis) e il moscardino (Muscardinus avellanarius).
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Parchi e riserve naturali
Nell’ultima settimana, oltre al vasto e pericoloso incendio sui monti di Bussoleno e dei Comuni limitrofi, hanno destato e destano tuttora preoccupazione numerosi focolai sviluppatisi nel Parco provinciale del Monte Tre Denti-Freidour. L’allarme è iniziato martedì 17 ottobre sopra le borgate del Ciom e della Ravera, in un'area rocciosa e di difficile accesso, sovente interessata da fenomeni analoghi in passato. Grazie al fondamentale contributo dei volontari A.I.B. di Cumiana e dei Vigili del Fuoco e grazie all’impiego di elicotteri, l’incendio è stato circoscritto ma non spento completamente, a causa della complessa orografia del luogo. Purtroppo con l'arrivo del vento, già nella serata di sabato 21 ottobre i fronti hanno ripreso vigore e si sono separati, arrivando ad avvicinarsi alla borgata Picchi.Il Sindaco di Cumiana ha emesso un'Ordinanza che stabilisce il divieto di caccia sino al 28 ottobre, per consentire agli operatori antincendio di operare con la necessaria sicurezza in fase di spegnimento e bonifica delle fiamme.
La Città Metropolitana di Torino ha operato e sta tuttora operando attraverso il proprio servizio di Vigilanza interna e con il supporto delle Guardie Ecologiche Volontarie, poichè la fauna, spaventata dai roghi, si è spostata in aree esterne al parco Tre Denti-Freidour.
“Sin dalla scorsa settimana abbiamo attuato un rinforzo delle attività di controllo sugli accessi alle aree interessate dagli incendi e sulla caccia nei territori limitrofi, sanzionando alcuni trasgressori. – spiega la Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, ai parchi e alla tutela della fauna e della flora, Elisa Pirro – Negli ultimi due giorni le attività di controllo sono proseguite e proseguono, sia nei pressi del Parco Tre Denti Freidour che all’interno e nelle zone limitrofe al Parco del Monte San Giorgio. Nostro personale sta operando anche nel Parco del Colle del Lys, che si trova non distante dal fronte di fiamma dell'incendio di Bussoleno-Rubiana. È in atto un monitoraggio anche nella Riserva naturale dello Stagno di Oulx, negli anni scorsi interessata da fenomeni analoghi. A nome della Città Metropolitana, ringrazio i volontari e i nostri operatori, che stanno intervenendo per contenere i danni al patrimonio boschivo, alla flora e alla fauna”.
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Parchi e riserve naturali
È stata pubblicata sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino la proposta del Piano di gestione della Zona speciale di conservazione IT1110022 del Sito di Interesse Comunitario dello Stagno di Oulx, di cui l’Ente è soggetto gestore. Con la pubblicazione della proposta del Piano è stata avviata la fase di consultazione prevista dalle normative nazionale e regionale in materia. Tutti gli interessati e gli stakeholders che lo ritenessero necessario possono far pervenire le osservazioni, entro il termine perentorio del 15 novembre 2017, via posta ordinaria scrivendo a Città Metropolitana di Torino, Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza ambientale, corso Inghilterra 7, 10138 Torino. È anche possibile far pervenire le ossevazioni via PEC all’indirizzo protocollo@cert.cittametropolitana.torino.it oppure via posta elettronica scrivendo a areeprotette@cittametropolitana.torino.itIl Piano di Gestione del SIC dello Stagno di Oulx è stato redatto in base all'articolo 42 della Legge Regionale 19 del 2009, con il quale si affida ai soggetti gestori delle aree della Rete Natura 2000 l’incarico di predisporre, qualora ritenuto necessario, il relativo piano di gestione. Il documento deve essere redatto seguendo le Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000 fissate da un Decreto emanato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio nel 2002. L’obiettivo che i Piani di gestione debbono perseguire è la conservazione degli habitat e delle specie che caratterizzano le singole aree, nell'ambito di un uso sostenibile delle risorse. Il soggetto gestore deve adottare il Piano dopo aver consultato gli Enti locali coinvolti, i comprensori alpini e gli ambiti territoriali di caccia territorialmente interessati e le associazioni agricole, venatorie e di protezione ambientale riconosciute dal Ministero dell'ambiente. Il Piano deve poi essere sottoposto all’approvazione della Giunta regionale.
Il Piano di gestione dello Stagno di Oulx, le carte di inquadramento territoriale, catastale delle proprietà, habitat corine biotopes, habitat Natura 2000, di delimitazione dell’habitat e di fruizione sono pubblicati nel portale Internet della Città Metropolitana alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/fauna-flora-parchi/parchi-aree-protette/aree-naturali-protette/riserva-stagno-oulx
Nei prossimi giorni verranno completati e pubblicati altri due piani di gestione, riferiti alla Riserva dei Monti Pelati nei Comuni di Vidracco, Baldissero Canavese e Castellamonte e alla Rocca di Cavour.
UN PO’ DI STORIA
Era il 1860 quando da una torbiera situata nel Comune di Oulx vennero prelevate grandi quantità di materiale necessario alla costruzione della Galleria del Frejus. La depressione che si era creata nel terreno in seguito all'estrazione fu colmata in breve tempo dalle acque delle sorgenti presenti alla base del vicino monte Cotolivier. Nacque il piccolo lago Borello, conosciuto anche come Stagno di Oulx. Ben presto il bacino, grande circa come quattro campi da calcio, fu colonizzato da piante e animali tipici delle zone umide. Tra gli steli delle canne di palude che circondavano lo specchio d'acqua si insediarono alcune specie vegetali oggi rare in tutto l'arco alpino, come una piccola Orchidea dai fiori bianchi, la Gramigna liscia, l'Aglio romano, il Giunco nero delle paludi. Il bosco circostante composto da betulle e pini silvestri si arricchì di esemplari di Frangola e Salice strisciante. Le acque del lago divennero rifugio per una ricca popolazione dell'oramai rarissimo Gambero di fiume, per 56 specie di uccelli acquatici stanziali e di passo e per variopinte libellule, tra cui la rara Sympetrum vulgatum, che, in Italia, soltanto ad Oulx trova le condizioni idonee per riprodursi. Tra i rettili è da segnalare la presenza di una discreta popolazione di Natrix natrix, serpente ormai piuttosto raro in Val di Susa. L’area ospita inoltre tre specie di anfibi: Salamandra salamandra (specie abbastanza rara in Val di Susa), Bufo bufo (che qui trova il sito riproduttivo più interno della Val di Susa) e Rana temporaria. Inoltre sono presenti il Philochthus mannerheimii - un coleottero carabide rarissimo in Italia - e il Potamopyrgus antipodarum, mollusco acquatico noto solo in Piemonte.Tra le specie botaniche rare presenti nello Stagno vi sono l’Epipactis palustris, l’Allium schoenoprasum, il Salix repens e lo Schoenus ferrugineus.
Il piccolo ecosistema cadde nell'oblio, sino a quando nel 1979 la Società Botanica Italiana lo inserì nel Censimento dei biotopi di interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia. Nel 1995 la Regione Piemonte, al fine di riconoscerne l'elevato valore naturalistico, ha incluso il lago Borello nell'elenco dei Siti di Importanza Comunitaria previsti dalla Direttiva Habitat emanata dall'Unione Europea nel 1992 per proteggere i luoghi che ospitano specie animali e vegetali rare e in via di estinzione. Nello stesso anno la Provincia di Torino, sottolineando l'alto pregio ecologico del lago Borello, vi istituì l'Oasi di Protezione dalla caccia per tutelare l'avifauna e il delicato ecosistema umido. Con la Legge regionale 32 del 2004 è stata istituita la Riserva naturale speciale dello Stagno, un parco di competenza provinciale che consente una più efficace salvaguardia dei vulnerabili sistemi ambientali che caratterizzano la torbiera e il lago, pur consentendone una fruizione ecocompatibile.
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Parchi e riserve naturali
L’associazione “Vivere i parchi”, che, su incarico della Città Metropolitana di Torino, gestisce una serie di attività didattiche nel parco del Lago di Candia, propone per martedì 31 ottobre l’evento “Laboratorio della paura”, che, in occasione della notte di Halloweeen, propone di ripercorrere le storie e le leggende legate alla ricorrenza dei Defunti dai Celti ad oggi, collegandole con le abitudini e i segreti delle Civette, i rapaci che nell’immaginario popolare sono strettamente legati al culto dei morti. Racconti, attività manuali ed esperimenti scientifici per grandi e piccini saranno accompagnati dai suoni Della notte sul lago.Il ritrovo dei partecipanti è fissato per le 20 nella sede del Parco, in strada Sottorivara 2 a Cabndia. Per informazioni e iscrizioni entro domenica 29 ottobre si può telefonare al numero 345-7796413 oppure scrivere a vivereiparchi@gmail.com
IL LAGO DI CANDIA E LA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE
Le aree naturali protette della Città metropolitana di Torino sono i principali elementi della Rete Ecologica Provinciale, con la funzione di assicurare il mantenimento e la ricostituzione di popolazioni vitali di specie animali e vegetali nelle loro zone naturali. La loro tutela è essenziale per garantire la diversità biologica, genetica, specifica ed ecosistemica, in considerazione del loro valore ecologico, genetico, sociale, economico, scientifico, educativo, culturale, ricreativo ed estetico, in armonia con i principi della Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro. Le aree naturali a gestione provinciale - oggi della Città Metropolitana - che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009 - sono sei parchi naturali protetti e due riserve naturali protette. Il Lago di Candia deriva dal processo durante il quale, circa 20mila anni fa, il Grande Ghiacciaio Balteo si ritirò all'interno della Valle D'Aosta, trasformano la precedente pianura in una corona di colline con una depressione centrale, colmata da paludi e laghi come il Sirio, il San Michele, il lago di Viverone e quello di Candia. Lo specchio d’acqua di Candia è circondato e protetto da un paesaggio ancora integro ed esente da eccessive interferenze delle attività umane. Si tratta di una delle più importanti zone umide del Piemonte e non solo. Ne è conferma l'inserimento fra i Siti di Interesse Comunitario, ai sensi della direttiva "Habitat" dell'Unione Europea. Quello del Lago di Candia è stato il primo parco provinciale italiano, istituito nel 1995 su proposta dell’allora Provincia di Torino. I quasi 350 ettari dell’area protetta comprendono, oltre al lago vero e proprio, la palude e la paludetta, che sono le zone più significative dal punto di vista naturalistico. Il lago è situato fra il paese omonimo e Mazzè, a una quota di 226 metri. Ha una superficie di 1,5 km quadrati e una profondità media di 4,7 metri. È alimentato da alcune sorgenti situate lungo la costa meridionale. Il deflusso è assicurato dal Canale Traversaro, zona di particolare interesse per la vegetazione. Oltre 400 sono le specie floreali presenti, fra le quali alcune varietà idrofile non comuni come il Trifoglio fibrino, l'Utricularia, la Potentilla palustre e la rarissima Violetta d'acqua (Hottonia palustris). Dal punto di vista faunistico la ricchezza maggiore è sicuramente rappresentata dall'avifauna. Situato sulla rotta "sud-occidentale", il Lago di Candia è, infatti, un importante luogo di sosta per gli uccelli svernanti e di passo. Le specie censite sono duecento, tra le quali il Tarabuso, il Tarabusino, l'Airone rosso e la Moretta, che ha fatto del parco uno dei principali siti di nidificazione in Italia. Sul lago insistono fin dal XVI secolo dei diritti di uso civico per la pesca professionale, unica fonte di sostentamento, fino a pochi decenni or sono, per decine di famiglie locali. Tra le specie presenti, la Carpa, la Tinca, il Luccio, il Cavedano, la Scardola, il Persico trota, il Persico reale e il Pesce gatto (le ultime tre immesse). Il parco è interessante non solo per l'ambiente lacustre, ma anche per gli spazi circostanti: boschi, canneti e prati. L’area si può visitare a piedi, in bicicletta o in barca.
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Parchi e riserve naturali
Da venerdì 20 a lunedì 23 ottobre alla cascina “Le Vallere” di corso Trieste 98 a Moncalieri il Gruppo Micologico Torinese organizzerà la mostra didattica “Alla scoperta dei funghi”, patrocinata dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale, dalla Città Metropolitana di Torino e dal Comune di Moncalieri. L’esposizione si terrà nella sede dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po e della Collina Torinese - Riserva di Biosfera MAB Unesco CollinaPo. Sarà un viaggio alla scoperta nel misterioso mondo di quegli straordinari esseri viventi che sono i funghi, per imparare a conoscerli, apprezzarli e, soprattutto, a rispettarli.La mostra sarà aperta gratuitamente al pubblico e alle scolaresche, e sarà un’occasione per promuovere l’educazione ambientale e diffondere le conoscenze utili a prevenire le intossicazioni da funghi. L’esposizione guiderà il visitatore al riconoscimento di alcune specie fondamentali ai fini del consumo, che, di solito, è la prima molla dell’interesse e della raccolta. In realtà l’universo fungino va molto al di là dell’interesse gastronomico e suscita curiosità anche per il richiamo di forme e colori. Prima che prede per avveduti gourmet, i funghi sono organismi viventi importantissimi per l’ambiente naturale, al pari di piante e animali e, come questi ultimi, hanno ruoli ben definiti e importanti nelle catene alimentari e biologiche.
La mostra allestita alla cascina “Le Vallere” conferirà la giusta evidenza all’impegno costante del Gruppo Micologico Torinese nell’organizzazione di corsi, conferenze ed esposizioni e alle collaborazioni - come quella con l’Ente di gestione delle Aree protette del Po e della Collina Torinese - per favorire la tutela degli ecosistemi naturali e prevenire gli avvelenamenti da funghi. Le sezioni della mostra e le conferenze tratteranno gli argomenti con un taglio divulgativo, pur nel rispetto del massimo rigore scientifico. La mostra si aprirà con alcuni cenni di storia della micologia dall’antichità ai nostri giorni, dalla semplice osservazione macroscopica all’analisi del DNA. Verranno poi fornite informazioni sulla biologia dei funghi: sviluppo, nutrizione riproduzione, rapporto con gli altri organismi viventi. Saranno anche affrontati il rapporto tra funghi e ambiente, il ruolo ecologico dei miceti, le norme e le leggi sulla tutela e sulla raccolta. Ci sarà anche una sezione sull’importanza dei funghi nell’economia umana: l’utilizzo biotecnologico, alimentare, industriale e farmaceutico. È facile prevedere, però, che la sezione che susciterà il maggiore interesse del pubblico sarà quella dedicata ai funghi autunnali del Piemonte, con l’esposizione delle specie raccolte, le indicazioni scientifiche sulla loro collocazione negli schemi sistematici e l’evidenziazione di quelle particolarmente pericolose per la loro tossicità. Per rendere la mostra maggiormente fruibile e comprensibile saranno utilizzati exibit, pannelli ed esposizioni di esemplari, strumenti usati per lo studio dei funghi nei diversi periodi storici, campioni di carpofori freschi raccolti dai soci del Gruppo Micologico nelle giornate immediatamente precedenti l’esposizione. I curatori scientifici della mostra sono il medico e micologo Paolo Apicella, Annalaura Fanelli, micologa e presidente onoraria del Gruppo Micologico Torinese, Lavinia Latino, micologa e presidente del Gruppo. La mostra è possibile anche grazie alle collaborazioni avviate con l’Istituto di Biologia vegetale dell’Università di Torino, l’Università di Genova, l’Ente Parco Po e Collina torinese, il Civico Museo Didattico di scienze naturali "Mario Strani" di Pinerolo, il Museo micologico di Boves, l’associazione “Trifule e Trifulau”, la cooperativa “Cavoli Nostri” di Feletto produttrice di funghi coltivati su legno e la ditta Monalfungo di Monale (Asti), maggior produttrice di funghi coltivati su substrato organico in Piemonte.
La mostra sarà visitabile venerdì 20 ottobre dalle 16 alle 19, sabato 21, domenica 22 e lunedì 23 dalle 9 alle 19. Potrebbe essere decisa un’apertura straordinaria per martedì 24 ottobre, nel caso vi fosse un numero di richieste di visita da parte delle scuole superiore alle aspettative.
Sono inoltre in programma una serie di conferenze divulgative pomeridiane e serali. Venerdi 20 la conferenza serale sui “Funghi in cucina” sarà tenuta dal dottor Paolo Apicella, mentre nel pomeriggio di sabato 21 sarà la volta di Luca Bann, presidente dell’associazione “Trifule e Trifulau”, che parlerà della realtà tartufigena piemontese e proporrà una simulazione di ricerca con un cane addestrato. Nella serata di sabato 21 Mirca Zotti, docente all’Università di Genova, parlerà di “Funghi per risanare l’ambiente”. Nel pomeriggio di domenica 22 il tema del collezionismo scientifico sarà trattato da Massimo Martelli, direttore del Civico museo didattico di scienze naturali di Pinerolo. Le visite guidate sono in programma il sabato e la domenica alle 11 e alle 17. Per scolaresche e gruppi o associazioni l’appuntamento sarà per lunedì 23 e martedì 24, ogni ora su appuntamento a partire dalle 8,30 e sino alle 17.
Il Gruppo Micologico Torinese ha sede in corso Sicilia 12, presso il Circolo Ricreativo Dipendenti Comunali. Per saperne di più sulle attività si può consultare il portale Internet www.gruppomicologicotorinese.it o scrivere a gruppomicotorino@libero.it
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Parchi e riserve naturali
L’associazione “Vivere i parchi”, che, su incarico della Città Metropolitana di Torino, gestisce una serie di attività didattiche nel parco del Lago di Candia, ripropone per sabato 23 settembre alle ore 19 l’evento “Tramonto sul Lago”, che prevede la navigazione al tramonto sulle placide acque dello specchio d’acqua del Canavese, alla scoperta dei suoni e dei colori al crepuscolo. È previsto un brindisi a bordo ed è necessaria la prenotazione, perché i posti disponibili per l'escursione sono solo 14.Per informazioni si può telefonare al numero 345-7796413 oppure scrivere a vivereiparchi@gmail.com
IL LAGO DI CANDIA E LA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE
Le aree naturali protette della Città metropolitana di Torino sono i principali elementi della Rete Ecologica Provinciale, con la funzione di assicurare il mantenimento e la ricostituzione di popolazioni vitali di specie animali e vegetali nelle loro zone naturali. La loro tutela è essenziale per garantire la diversità biologica, genetica, specifica ed ecosistemica, in considerazione del loro valore ecologico, genetico, sociale, economico, scientifico, educativo, culturale, ricreativo ed estetico, in armonia con i principi della Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro. Le aree naturali a gestione provinciale - oggi della Città Metropolitana - che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009 - sono sei parchi naturali protetti e due riserve naturali protette. Il Lago di Candia deriva dal processo durante il quale, circa 20mila anni fa, il Grande Ghiacciaio Balteo si ritirò all'interno della Valle D'Aosta, trasformano la precedente pianura in una corona di colline con una depressione centrale, colmata da paludi e laghi come il Sirio, il San Michele, il lago di Viverone e quello di Candia. Lo specchio d’acqua di Candia è circondato e protetto da un paesaggio ancora integro ed esente da eccessive interferenze delle attività umane. Si tratta di una delle più importanti zone umide del Piemonte e non solo. Ne è conferma l'inserimento fra i Siti di Interesse Comunitario, ai sensi della direttiva "Habitat" dell'Unione Europea. Quello del Lago di Candia è stato il primo parco provinciale italiano, istituito nel 1995 su proposta dell’allora Provincia di Torino. I quasi 350 ettari dell’area protetta comprendono, oltre al lago vero e proprio, la palude e la paludetta, che sono le zone più significative dal punto di vista naturalistico. Il lago è situato fra il paese omonimo e Mazzè, a una quota di 226 metri. Ha una superficie di 1,5 km quadrati e una profondità media di 4,7 metri. È alimentato da alcune sorgenti situate lungo la costa meridionale. Il deflusso è assicurato dal Canale Traversaro, zona di particolare interesse per la vegetazione. Oltre 400 sono le specie floreali presenti, fra le quali alcune varietà idrofile non comuni come il Trifoglio fibrino, l'Utricularia, la Potentilla palustre e la rarissima Violetta d'acqua (Hottonia palustris). Dal punto di vista faunistico la ricchezza maggiore è sicuramente rappresentata dall'avifauna. Situato sulla rotta "sud-occidentale", il Lago di Candia è, infatti, un importante luogo di sosta per gli uccelli svernanti e di passo. Le specie censite sono duecento, tra le quali il Tarabuso, il Tarabusino, l'Airone rosso e la Moretta, che ha fatto del parco uno dei principali siti di nidificazione in Italia. Sul lago insistono fin dal XVI secolo dei diritti di uso civico per la pesca professionale, unica fonte di sostentamento, fino a pochi decenni or sono, per decine di famiglie locali. Tra le specie presenti, la Carpa, la Tinca, il Luccio, il Cavedano, la Scardola, il Persico trota, il Persico reale e il Pesce gatto (le ultime tre immesse). Il parco è interessante non solo per l'ambiente lacustre, ma anche per gli spazi circostanti: boschi, canneti e prati. L’area si può visitare a piedi, in bicicletta o in barca.
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A conferma della validità delle azioni intraprese negli ultimi anni in tema di vigilanza e tutela della natura, gli agenti del Servizio Aree protette della Città Metropolitana di Torino sono nuovamente intervenuti per restituire la libertà ad alcuni piccoli volatili detenuti illegalmente. L’ultimo in ordine di tempo è stato un Cardellino (“Carduelis carduelis” il nome scientifico), passeriforme appartenente alla famiglia dei Fringillidi. ll ritrovamento e la liberazione dell’uccellino ha consentito di scoprire un sistema di operazioni ed iniziative illegali molto ampio.L’uccellagione, cioè la pratica di catturare con reti e trappole gli uccelli selvatici, pur essendo vietata su tutto il territorio nazionale dal 1992 non è affatto diminuita, come dimostrano le numerose attività di polizia giudiziaria condotte dagli agenti della Città metropolitana, anche a supporto dei Carabinieri Forestali. Sono oltre 150 gli uccelli recuperati e liberati negli ultimi anni nel territorio della Città metropolitana di Torino. Si tratta di cardellini, fringuelli, lucherini, verdoni, frosoni, ciuffolotti, peppole e zigoli muciatti. Alcuni esemplari appartengono a specie minacciate di estinzione e per questo motivo protette da convenzioni internazionali. Le perquisizioni effettuate da personale della Città Metropolitana hanno inoltre consentito di sequestrare numerosi mezzi di cattura illeciti e di far emergere un giro di ricettazione che coinvolgeva anche le province Biella e Cuneo. I reati contestati sono, oltre all’uccellagione, l’esercizio non autorizzato di allevamento di fauna selvatica a scopo ornamentale e amatoriale, la detenzione di mezzi di cattura espressamente vietati, la contraffazione degli anelli inamovibili da applicare ai pulli entro il quindicesimo giorno di nascita e il furto ai danni dello Stato, essendo la fauna selvatica suo patrimonio indisponibile.
Elisa Pirro, consigliera metropolitana delegata all’ambiente, alla vigilanza ambientale e alla tutela della fauna e della flora, sottolinea che “tutte le denunce di reato inoltrate alla Procura della Repubblica si sono concluse con un patteggiamento o una condanna, a riprova dell’ottimo lavoro investigativo condotto dai nostri agenti”.
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Proseguono per tutto agosto le proposte culturali e turistiche della “Strada Gran Paradiso”, nata nel 2011 per iniziativa dell’allora Provincia di Torino. OggiDi seguito il calendario:
- venerdì 11 e sabato 12 agosto: ad Alpette “Le lacrime di San Lorenzo”, osservazioni astronomiche dello sciame delle Perseidi al Polo astronomico Don Giovanni Capace
- venerdì 11: a Ceresole Reale alle 19 al Pala Mila “Aperidoc” con il filosofo Diego Fusaro e Dj Pisti, che propongono “Pensiero sonoro”, a cura degli Amici del Gran Paradiso.
- venerdì 11: a Noasca festa patronale, festa della birra e serata del panino.
- sabato 12: a Ceresole Reale alle 17 al Pala Mila “Caffè corretto libro” con Corrado Bianchetti e Mario Brusa che presentano “Memoria delle Alpi”.
- sabato 12: a Locana “Cavalcando e pedalando” dalla frazione Porcili al lago di Prato Fiorito.
- sabato 12: a Noasca festa patronale, torneo di pallavolo, “giro pasta” e “disco energia”
- domenica 13: a Noasca festa patronale e nel pomeriggio giochi per i bambini.
- lunedì 14: a Noasca festa patronale, messa, fiaccolata serale, spettacolo pirotecnico e spettacolo presentato a Radio Gran Paradiso.
- giovedì 17: a Ceresole Reale alle 16 all’ufficio turistico presentazione del libro “Bianca non era a Shatila” di Mariagrazia Nemour.
- venerdì 18: a Ceresole Reale alle 19 al Pala Mila “Aperidoc” con Luca Mercalli, che propone “I racconti del guardiaparco”, a cura degli Amici del Gran Paradiso.
- venerdì 18: a Noasca grigliata sotto le stelle e serata con music light.
- sabato
sabato 19: a Ribordone concorso a premi “Disegna il tuo paese che è nel Parco Nazionale del Gran Paradiso”.
- sabato 19: a Noasca festa a Balmarossa con spaghettata di chiusura.
- domenica 27: a Ribordone festa dell’Apparizione al santuario della Madonna di Prascondù.
- venerdì 25: a Ceresole Reale alle 19,30 “Aperidoc” al Pala Mila con i “Calciatori brutti”, che presentano “Ultime dai campi”, a cura degli Amici del Gran Paradiso.
- sabato 26: a Ceresole Reale alle 17 alla Cà dal Meist “Caffè corretto libro”, con Luca Iaccarino che presenta “Gusti e disgusti”.
- domenica 27: a Ceresole Reale 3° Festival degli aquiloni, a cura della Pro Loco e del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
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Parchi e riserve naturali
Domenica 9 luglio a Favella di Rubianaritorna l’appuntamento con la manifestazione enogastronomica “Filiera del Pane, Festa nei Cortili”, promossa dall’associazione “Favella Insieme”, costituita nel 2011 per valorizzare e tutelare il patrimonio storico,culturale, ambientale e artistico delle borgate di Tabone, Favella e Cià Cià.Durante l’evento, patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, le borgate ospiteranno i visitatori portandoli alla scopertadegli angoli più suggestivi, attraverso un percorsoin cui sarà possibile assaporare quanto cucinato dai soci di “Favella Insieme”, i quali prepareranno l’accoglienza nei cortili delle loro case. Sarà anche allestito un mercato,in cui si potranno acquistare prodotti tipici. Non mancheranno ovviamente musiche, balli, mostre d’arte e sorprese per grandi e piccini.
Per l'occasione sarà possibile visitare nella Casa del Parco del Colle del Lys la mostra "Acque chiare. - L'acqua, la vita, l'uomo in provincia di Torino”, realizzata dalla Città Metropolitana di Torino e dall'associazione Triciclo. Le GEV, le Guardie Ecologiche Volontarie della Città Metropolitana, saranno a disposizione dei visitatori per rispondere alle domande sulla tutela ambientale e per accompagnarli nella visita alla mostra sull'acqua e al diorama che illustra l'ambiente naturale del Parco con i suoi animali.
IL PROGRAMMA DELLA FESTA
Sabato 8 luglio
- alle 21 in piazza della Chiesa a Rubiana concertodell’associazione Filarmonica Rubianese
Domenica 9 luglio
- alle 11 Santa Messa celebrata da Padre Sergio nella chiesa di San Bartolomeo, benedizionee distribuzione del pane della carità, apertura dell’area mercatale con bancarelledi artisti e artigiani
- alle 12 inizio delle attività nei cortili e nei luoghi diaccoglienza, socializzazione e degustazionedi prodotti gastronomici. Apertura delcortile dei bimbi con attività e giochi peri più piccoli
- dalle 14 alle 16 nella Casa del Parco del Colle del Lys spettacolo del coro “I cantastorie di Alpignano”, con brani tipici della tradizione popolare piemontese. Dalle 16 alle 19 intrattenimento e ballo liscio a palchetto.
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Parchi e riserve naturali
È fitta di appuntamenti, spunti e proposte di scoperta naturalistica e di pratica sportiva l’estate nel Parco Naturale del Monte San Giorgio di Piossasco. Le attività sono iniziate domenica 4 giugno al vivaio del parco con “Suonature Lab”, una serie di laboratori multisensoriali manuali, pratici e di ascolto. “Suonature” prosegue venerdì 16 e venerdì 23 giugno con “Suoni della natura, natura del suono”, un concerto partecipato per famiglie. La quota di partecipazione è di 8 euro a persona.Domenica 18 si può anche partecipare a “Il mondo delle api", una visita all’apiario seguita dall’avvincente gioco di ruolo “Bee_Me”, a cura dell’azienda La Tadea, a cui ci si può rivolgere per informazioni e iscrizioni, telefonando al numero di cellulare 320-7795419 o scrivendo a vivaio.labottega@gmail.com.
Fino al 28 luglio il centro estivo “Park Life! Vivere selvaggi” propone ai bambini avventure, esplorazioni, laboratori, balli e canti. È un’iniziativa riservata ai bimbi nati tra il 2006 e il 2011, proposta dalle associazioni Movinemo e Studio ArteNa. Per informazioni: 338-1804165 oppure info@studioartena.it.
Domenica 2 luglio l’associazione Ruote Libere propone la “Cammina e pedala sul San Giorgio”, con partenza alle 9,30 dalla sbarra di via Montegrappa. È un’attività per tutti e la quota di partecipzione è di 5 euro. Per informazioni si può telefonare ai numeri 339-2348995 e 339-6852160.
A chiusura dell’estate, gli appassionati di mountain bike si ritroveranno domenica 24 settembre per la Granfondo del Monte San Giorgio, organizzata dal MTB Billy Team su due percorsi: quello lungo di 48 Km e 1950 metri di dislivello e quello corto di 20 Km e 900 metri di dislivello. In occasione della corsa sarà assegnata la prima edizione del Gran Premio della Montagna Davide Bertrand. La partecipazione costa 25 euro ed è riservata ai tesserati alla Federazione Ciclistica Italiana. Per informazioni si può telefonare al numero 331-6002469 o visitare il sito Internet www.mtbillyteam.com
IL MONTE SAN GIORGIO, “BALCONE NATURALE” SULLA PIANURA TORINESE
Elevandosi sino a 837 metri di quota, il Monte San Giorgio è la propaggine più avanzata della catena alpina occidentale: un vero e proprio “balcone naturale” verso la pianura torinese. L'area ha un importante valore storico-culturale poiché porta i segni delle popolazioni che l'abitarono negli ultimi millenni. Nei pressi della vetta sono infatti state scoperte alcune decine di coppelle incise nei massi. Sulla cima si erge una cappelletta risalente all’XI secolo e vi sono i resti di un'antica cisterna per la raccolta dell'acqua piovana e di un monastero. La flora presenta specie interessanti per la loro rarità e distribuzione tra cui numerose felci, il leccio e la bellissima Paeonia officinalis. La fauna è ricca soprattutto di uccelli: a specie tipiche delle foreste montane e sub-alpine quali la Cincia dal ciuffo, il Crociere e il Gallo forcello si uniscono specie mediterranee, quali l'Occhiocotto e la Bigia grossa. Non mancano infine rapaci come il Biancone e il Falco pellegrino. Il Parco Naturale del Monte San Giorgio è raggiungibile dalla Valle di Susa con la strada provinciale 589 dei Laghi di Avigliana fino a Sangano, proseguendo poi in direzione Bruino. Provenendo da Torino o dal Cuneese, si può utilizzare l'autostrada A55 Torino-Pinerolo, uscire a Volvera e proseguire in direzione di Piossasco.
Per saperne di più sul Parco del Monte San Giorgio: www.cittametropolitana.torino.it/cms/fauna-flora-parchi/parchi-aree-protette/aree-naturali-protette/parco-naturale-monte-san-giorgio
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