I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Parchi e riserve naturali

Proseguono le iniziative per celebrare i quindici anni dall'istituzione dei parchi provinciali del Colle del Lys, del Monte San Giorgio, del Monte Tre Denti-Freidour, dello Stagno di Oulx e di Conca Cialancia. Gli eventi promossi dalla Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana di Torino sono iniziati domenica 8 settembre al Colle del Lys con due camminate sui percorsi della Resistenza, utilizzati per i propri spostamenti dalla 17ª Brigata Garibaldi "Felice Cima", in particolare dal distaccamento "Riccardo Mondiglio" che, dal 1943 al 1945, fece del Colle la propria base. Durante la giornata dell'8 settembre sono state posate targhe dedicate alla memoria dei comandanti della 17ª Brigata Garibaldi, Vittorio Blandino e Mario Castagno. È stato inoltre presentato il nuovo centro visite del Parco provinciale del Colle del Lys, realizzato nella sede dell'Ecomuseo della resistenza "Carlo Mastri".
Domenica 22 settembre a Prali, nell'ambito della Festa della Patata, organizzata dalla Pro Loco, la Direzione sistemi naturali della Città Metropolitana allestirà un banchetto informativo sul Parco di Conca Cialancia.

UNA CONCA SCAVATA DAL RIO BALMA E DALLE VALANGHE

Situato in Val Germanasca, nel Comune di Perrero, tra i 1796 e i 2855 metri di quota il Parco naturale provinciale di Conca Cialancia ha un'estensione di 973 ettari. La punta Cialancia con i suoi 2855 metri, è la cima più alta. "Cialancio", nell'occitano alpino parlato in Val Germanasca, significa "valanga". Il territorio è infatti solcato da numerosi canaloni, dai quali scende materiale durante tutto l'anno, rendendo l'aspetto del vallone in costante mutamento. A Conca Cialancia si arriva percorrendo una strada sinuosa che parte da Perosa Argentina seguendo il corso del torrente Germanasca. Si prosegue su una vecchia pista militare di 25 km (i primi 4 asfaltati e i restanti in terra battuta), che partendo dai 757 metri di quota del Ponte Germanasca attraversa tutto il territorio del parco e raggiunge i quota 2447 metri sotto il Passo della Cialancia. La Conca è frutto dell'incisione fluviale del Rio Balma, corso d'acqua laterale al torrente Germanasca, nel comune di Perrero. La zona ospita alcuni alpeggi che sono ancora utilizzati in estate per il pascolo delle mandrie.
La vegetazione, tipicamente alpina, è caratterizzata da arbusti prostrati e steppe montane: nelle zone pianeggianti umide prevale l'ontano montano, che resiste al passaggio di slavine e valanghe, a cui si affiancano il sorbo degli uccellatori e numerose specie erbacee quali il geranio selvatico, la viola biflora, il veratro bianco, l'acetosella e l'alchemilla volgare. Alle quote superiori si sviluppa il saliceto subalpino acidofilo, accompagnato da bellissime specie pioniere, quali le sassifraghe, la genziana bavarica, l'androsace alpina e il ranuncolo dei ghiacciai.
La fauna è costituita dai tipici ungulati delle Alpi - camoscio, cervo e capriolo - a cui si aggiungono la lepre variabile, la marmotta, la volpe, l'ermellino, la pernice bianca, il gallo forcello, la coturnice, il fringuello alpino, il codirosso spazzacamino e molti altri. Tra gli anfibi è importante ricordare la presenza della salamandra di Lanza, endemica nelle Alpi Cozie, che si è adattata alla vita in quota partorendo, a differenza degli altri anfibi, piccoli già completamente sviluppati.


Parchi e riserve naturali

Cambiamenti climatici, abuso di plastica e inquinamento. Se ne parla da molti anni ma da qualche tempo l’opinione pubblica è sempre più attenta e sensibile a questi argomenti non solo per le future generazioni ma per il presente, che coinvolge tutti noi.
La Città Metropolitana di Torino è scesa in campo da molti anni a favore della cura e della protezione dell’ambiente del suo territorio e anche quest’anno supporta con il patrocinio un’iniziativa nata con la collaborazione dell’associazione “Vivere i parchi”, che si occupa di salvaguardia e sviluppo territoriale, con particolare riferimento all’area geografica del Canavese.
Dal 2012 “Vivere i Parchi” realizza e propone attività didattiche rivolte alle scuole, progetti di educazione e divulgazione scientifica dedicati al pubblico generalista, escursioni naturalistiche a piedi e a bordo di un battello munito di motore elettrico nel Parco naturale del Lago di Candia e la Riserva naturale dei Monti Pelati. Al Lago di Candia la giornata del 21 settembre sarà dedicata all’iniziativa “Puliamo il mondo”, con la raccolta di rifiuti lungo le coste del lago e nello specchio d’acqua, con l’ausilio di canoe e piccole imbarcazioni.
Il ritrovo è fissato per le 8,30 nell’area attrezzata di via Lago. Verranno organizzate le squadre di lavoro e, prima di iniziare la raccolta dei rifiuti, verrà illustrato il piano di sicurezza, per consentire ai partecipanti di operare in condizioni appropriate. Nel pomeriggio alcune associazioni sportive si occuperanno della pulizia del lago, coadiuvate da volontari francesi impegnati nella tutela del lago di Annecy. Coloro che intendono partecipare a “Puliamo il mondo” sono invitati a munirsi di guanti, stivali e vestiti adeguati. Per ulteriori informazioni si può consultare il portale Internet www.vivereiparchi.eu, oppure scrivere a vivereiparchi@gmail.com o chiamare il numero telefonico 345-7796413.

E AD ALPIGNANO SABATO 21 SETTEMBRE C’È FESTAMBIENTE

La Città Metropolitana di Torino ha concesso il patrocinio alla Festambiente che si terrà sabato 21 settembre nel piazzale dell’area commerciale della zona Belvedere, in via Costa ad Alpignano, per iniziativa del Centro di educazione ambientale Cascina Govean. Dalle 9 alle 12,30 è in programma l’iniziativa “Puliamo il Mondo” promossa da Legambiente, seguita da una conferenza stampa in cui verranno illustrati i risultati dell’operazione. A partire dalle 13 adulti e bambini potranno partecipare a un pic-nic nel parco Bellagarda, a pagamento (10 euro gli adulti, 8 i bambini) e con prenotazione obbligatoria. Dalle 13,30 in avanti è prevista una serie di eventi: “Human Library”, “La memoria dalle storie locali all’educazione alla pace”, “Gli alberi da vicino-Tree climbing”, “Alpignano ciclabile”. Nel pomeriggio sono anche previsti un laboratorio creativo per i bambini da 3 a 8 anni, una caccia al tesoro per la fascia d’età dai 6 ai 12 anni e una serie di letture nel bosco per i bimbi da 0 a 6 anni. Alle 15 amministratori locali, esperti ed esponenti di Legambiente si confronteranno sul tema dei cambiamenti climatici. Alle 16 sarà presentato il progetto Giovani Narratori e si parlerà di “Cucina antispreco. Uso e riuso del pane”. Si parlerà anche della formazione degli educatori ambientali, degli orti biologici e delle economie circolari di comunità. Alle 18 si degusteranno birre biologiche, alle 19 si terrà la premiazione del contest “Noi e l’ambiente” e alle 19,30 inizierà l’ecoristorazione. La serata proporrà l’Ecocyrcus di Luca Regina e una passeggiata notturna nel bosco.

Parchi e riserve naturali

Il 18 giugno scorso si è concluso il corso di reclutamento e formazione per le aspiranti Guardie Ecologiche Volontarie, organizzato dalla Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana di Torino. Dopo circa 100 ore di lezione in aula con prove pratiche sul territorio, che si sono svolte contemporaneamente nelle sedi di Torino, Pinerolo, Lanzo, Grugliasco, Rivoli e Chivasso collegate fra loro in modalità Webinar predisposta dal CSI Piemonte, sono stati effettuate le prove di esame. Su 216 iscritti nel settembre 2018, un centinaio di aspiranti hanno completato il corso e 94 si sono presentati agli esami finali, scritto e orale. Il test scritto prevedeva 50 domande a cui rispondere in 60 minuti. Ogni domanda esatta prevedeva l’assegnazione di un punto ed il requisito per accedere al colloquio orale era il superamento del punteggio di 35/50. Analogamente nel colloquio orale il punteggio minimo per l’abilitazione era di 35/50. La commissione era composta dal dirigente (in qualità di presidente) e da una funzionaria del Settore Biodiversità ed aree protette della Regione Piemonte, dal responsabile della Direzione sistemi Naturali della Città metropolitana, da un docente esperto del corso e da una G.E.V. in servizio in qualità di uditore. Al termine delle prove sono risultati idonei 76 allievi, mentre 18 aspiranti non hanno raggiunto i punteggi minimi richiesti.
Dopo una lunga e intensa fase formativa teorica, nel corso dell’estate è stato avviato il tirocinio sul territorio degli allievi idonei, che sono stati suddivisi in gruppi ed affidati al coordinamento di Guardie Ecologiche esperte, individuate in funzione del curriculum e delle capacità dimostrate nel corso degli anni di attività. Lo scopo del tirocinio è quello di far comprendere in concreto i principi organizzativi e giuridici appresi nel corso delle lezioni teoriche, che dovranno applicare una volta in servizio.
Le GEV sono sentinelle dello stato di salute ambientale del territorio, impegnate in un servizio volontario che va a vantaggio dell’intera collettività. - sottolinea Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, ai parchi e alle aree protette - Contribuiscono allo sviluppo e alle attività connesse alla conservazione della biodiversità e del patrimonio naturale e paesaggistico. È indispensabile che possano operare potendo contare su di un bagaglio di conoscenze teoriche e di esperienze pratiche che li aiuti a svolgere correttamente e in piena sicurezza i compiti loro assegnati”.

CHI SONO, COME SONO ORGANIZZATE E COSA FANNO LE GEV

Le GEV svolgono attività di vigilanza, organizzano momenti di divulgazione didattica nelle scuole primarie e garantiscono il supporto amministrativo nella sala operativa della sede della Città metropolitana. Alcuni nuovi volontari si occupano anche della manutenzione dei sentieri. Al termine del tirocinio di sei mesi, in cui ogni aspirante dovrà effettuare almeno otto servizi, gli allievi ritenuti idonei verranno nominati Guardie Ecologiche Volontarie dal responsabile della Direzione sistemi naturali, a seguito dell’emanazione di un decreto da parte della Prefettura. Verranno loro consegnati il tesserino di riconoscimento, i segni distintivi, la divisa e l’equipaggiamento previsto. Entro trenta giorni la Guardia nominata deve prestare giuramento innanzi al Sindaco del Comune di residenza o di un suo delegato. La nomina a Guardia Ecologica volontaria è incompatibile con lo svolgimento sul territorio della Città metropolitana di Torino di analoga attività volontaria di vigilanza ambientale. Va ricordato che le GEV sono volontari che offrono il loro servizio a titolo gratuito, sono coordinate dalla Città Metropolitana di cui sono “dipendenti onorari” pur non avendo con l’Ente un vero e proprio rapporto di lavoro. Non sono armate e ricevono la qualifica di guardie ecologiche perché hanno il compito di vigilare, prevenire e verificare che siano rispettate le leggi a protezione dell’ambiente. Le GEV non costituiscono un’associazione, ma hanno un rapporto "uti singuli" con la pubblica amministrazione. Nell’esercizio delle loro funzioni sono pubblici ufficiali.




Parchi e riserve naturali

Ricorrono in questi mesi i quindici anni dall’istituzione dei Parchi provinciali del Colle del Lys, del Monte San Giorgio, del Monte Tre Denti-Freidour, dello Stagno di Oulx e di Conca Cialancia. Per celebrare l’anniversario, la Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana di Torino sta organizzando una serie di eventi, che iniziano domenica 8 settembre alle 9 con due camminate sui percorsi della Resistenza. L’escursione dai 1.319 metri del Colle del Lys ai 1.322 del Colle della Portia si svolge su di un percorso turistico di 4 Km e la conclusione è prevista per le 12. Un’altra escursione segue lo stesso percorso, ma prosegue verso il Colle Lunella e il Colle Grisoni, concludendosi al Colle del Lys alle 15, dopo aver percorso 13 Km e un dislivello di 430 metri. Le due camminate si svolgono sui sentieri utilizzati per i propri spostamenti dalla17ª Brigata Garibaldi “Felice Cima”, in particolare dal distaccamento “Riccardo Mondiglio” che, dal 1943 al 1945, fece del Colle la propria base. Al Colle della Portia è previsto un breve intervento informativo sulle vicende della Resistenza che interessarono il territorio a cavallo tra le Valli di Susa e di Viù.
Alle 10,30 è in programma la posa di targhe dedicate alla memoria dei comandanti della 17ª Brigata Garibaldi, Vittorio Blandino e Mario Castagno. Alle 11 seguirà la presentazione del nuovo centro visite del Parco provinciale del Colle del Lys, realizzato nella sede dell’Ecomuseo della Resistenza “Carlo Mastri”. La nuova sede è stata ricavata grazie all’ampliamento e alla ristrutturazione dell’attuale fabbricato, in cui trovano posto nuovi e originali allestimenti espositivi, che valorizzano il concetto di resilienza, cioè la capacità di resistenza e sopravvivenza ad eventi sfavorevoli. Al Colle del Lys la resilienza è stata dimostrata sia dagli uomini durante la Seconda Guerra Mondiale che dalla natura nel corso dei secoli. La ristrutturazione, l’ampliamento e il riallestimento del fabbricato che a suo tempo la Provincia aveva concesso in uso al Comitato della Resistenza sono stati progettati e realizzati in pochi mesi, grazie alla professionalità e all’impegno dei tecnici delle Direzioni Sistemi naturali e Azioni integrate con gli Enti locali. I locali ristrutturati ospitavano sino a pochi mesi fa un portico e un magazzino, mentre ora illustrano, grazie a una serie di pannelli e ad alcune teche con animali imbalsamati, le peculiarità storiche e naturalistiche del luogo. Domenica 8 settembre, in occasione dei 15 anni dall’istituzione del Parco, il centro visite si “espanderà” verso l’esterno, raccontando la sua biodiversità. Alle 15,30 è in programma uno spettacolo del gruppo musicale teatrale “B and B&B”, dedicato all’esperienza di Radio Libertà, l’unica radio civile partigiana della Resistenza italiana, attiva sulle montagne biellesi tra la fine del 1944 e il 25 Aprile 1945.
La sede del Parco del Colle del Lys, - spiega Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, ai parchi, alle aree protette e alla vigilanza volontaria - è stata concepita come punto di riferimento culturale e ambientale per i molti cittadini che nei fine-settimana frequentano il Colle del Lys, ma anche come occasione di importanti attività didattiche rivolte alle scuole. Nella sala dedicata all’ambiente del Parco sono illustrate le principali caratteristiche dell’ecosistema locale, della flora e della fauna che popolano il territorio”.

UN PARCO IN VIA DI RINATURALIZZAZIONE

Il Parco del Colle del Lys è nato nel 2004 per volontà dell’allora Provincia di Torino, oggi Città metropolitana. L’area attualmente gestita dall’Ente di area vasta si estende su di una superficie di 360 ettari a cavallo tra la Valle di Susa e la Valle di Viù, salendo dai 1000 metri di quota del santuario della Madonna della Bassa ai 1600 metri della cima del Monte Arpone. I terreni sono quasi totalmente di proprietà della Città metropolitana.
Fino alla fine del 1800, il paesaggio mostrava un mosaico di elementi: campi terrazzati, coltivati a patate e segale, frutteti, distese di pascoli, boschi intensamente sfruttati per la produzione di legna e castagne, piccole baite abitate tutto l’anno. L’impronta umana era forte e tangibile e tutto era organizzato in funzione della sopravvivenza degli abitanti locali.
Oggi il Parco ha ripreso un aspetto più naturale: vaste pietraie si alternano a foreste di conifere, in particolare di larice e pino nero, nate dai rimboschimenti artificiali effettuati intorno al 1920 per contrastare l’eccessivo sfruttamento del passato. Il piano di gestione selvicolturale elaborato negli anni scorsi ha lo scopo di riportare il Parco alla vegetazione spontanea, in cui prevalevano un tempo le latifoglie, come il frassino, il tiglio e l’acero. Nel sottobosco crescono già oggi spontaneamente giovani faggi, aceri di monte, frassini, sorbi e maggiociondoli, specie tipiche di queste quote, che saranno favorite dagli interventi di gestione che il Parco porterà avanti nei prossimi anni. Le radure, un tempo più ampie e pascolate, tendono a sparire, poiché colonizzate da nuovi cespugli e piccoli alberi. In primavera mostrano belle fioriture di genziane, gigli e orchidee e rappresentano un ambiente importante per le parate nuziali dei galli forcelli e per la riproduzione di una miriade di insetti, fra cui splendide farfalle. Il Colle intercetta un’importante rotta migratoria utilizzata nei periodi di passo dagli uccelli, in particolare dai rapaci, per spostarsi da Nord a Sud e viceversa. Di particolare interesse l’aspetto geologico, per la presenza delle rocce peridotiti del Massiccio ultrabasico di Lanzo, che nel giro di alcuni milioni di anni hanno costituito le pietraie che caratterizzano il paesaggio e ricoprono i pendii, dando vita a un panorama unico al mondo.
L’area protetta è segnata da un’antica rete di sentieri e di mulattiere, una volta utilizzata per gli spostamenti quotidiani da una frazione all’altra e divenuta strategica per le azioni di resistenza al nazifascismo della 17ª Brigata Garibaldi “Felice Cima” che, dal 1943 al 1945, fece del Colle la propria base. La Resistenza e il feroce rastrellamento nazifascista del 2 luglio 1944, nel corso del quale morirono ventisei giovani partigiani della Brigata “Felice Cima”, sono rievocati dalla torre del piazzale del colle, dal giardino della Resistenza e della pace tra i popoli, dalla lapide sulla fossa comune, da numerose bacheche, ma soprattutto da Eurolys, manifestazione animata da migliaia di giovani che ogni anno si incontrano al Colle per ragionare sulla libertà, sulla democrazia, sulle dittature, sulle nuove identità culturali, sui valori della cittadinanza europea e d’ora in poi, grazie al nuovo centro visite del Parco, anche sull’importanza della biodiversità e della tutela della natura per garantire la sopravvivenza umana.

Parchi e riserve naturali

Parco del Lago di Candia e Parco Colle del Lys, due importanti punti di riferimento per l’estate turistica del nostro territorio, inseriti nei Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino.
Prosegue senza sosta il calendario delle giornate di apertura dei Centri visite, fino a novembre per il primo e fino alla fine di settembre per il secondo.
Nel dettaglio, per quanto riguarda Candia, tutti i fine settimana (sabato e domenica) fino a settembre. Ottobre e novembre solo la domenica. L’orario è dalle 14 alle 18, nelle quattro domeniche di novembre la chiusura è invece anticipata alle ore 17.
Aperto solo il sabato il Centro visite del Parco Colle del Lys, a parte l’eccezione di domenica 8 settembre, dalle 10 alle 18. Ultimo giorno di apertura sabato 28 settembre.
Il Centro visite del Parco Naturale del Lago di Candia si trova in via Vische nella frazione Cascine Margherita. E’ stato inaugurato nel 2002 ed è situato nella parte nord dell'area protetta ed è dotato di un ampio parcheggio e di rastrelliere per biciclette.
La nuova sede del Centro visite del Parco Naturale Colle del Lys, inaugurata lo scorso 7 luglio, si trova all’interno dell’Ecomuseo della Resistenza “Carlo Mastri”. Per la qualità dei servizi, la rilevanza culturale, e la conservazione del patrimonio, il Colle del Lys - Ecomuseo della Resistenza si è fregiato della
Certificazione Herity, rilasciata dall'omonimo organismo internazionale per la gestione di qualità del patrimonio culturale, che prende il proprio nome dall'unione delle due parole “heritage” e “quality”.
Entra
mbi i parchi offrono, oltre agli splendidi paesaggi, una grande varietà di flora e fauna.
Tutti i dettagli sulle due aree, la loro storia e le indicazioni utili alla visita sono contenute sul sito della Città metropolitana alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2019/sistemi_naturali/

Parchi e riserve naturali

Nell’ultimo mese, durante i fine settimana, la Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana di Torinoha incrementato i controlli sulla pesca notturna vietata nel Parco di interesse provinciale del lago di Candia. “In un solo weekend gli agenti di polizia giudiziaria della Città Metropolitana e le Guardie Ecologiche Volontarie coordinate dalla Direzione sistemi naturali hanno contestato verbali di contravvenzione per un importo di circa 1000 euro, sequestrando anche attrezzi per la pesca dilettantistica” spiega Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, ai parchi e alle aree protette. “Nel corso di precedenti controlli era stata inoltre scoperta una ripetuta attività di pesca illecita nelle ore notturne, individuata e bloccata grazie al senso civico di alcuni giovanissimi, che avevano prontamente segnalato il fenomeno alle autorità preposte al controllo, consentendo di individuare i trasgressori”.
Durante l’attività ispettiva sono state comminate sanzioni per un importo superiore a 4000 euro a tre pescatori locali che agivano in concorso tra di loro. Approfittando illegittimamente delle deroghe previste dal regolamento di pesca del Comune di Candia, i pescatori scorretti creavano una barriera di reti non a norma, che copriva quasi un quarto della dimensione del lago. Come previsto dalla legge 154 del 2016 gli attrezzi sono stati confiscati e sono state sequestrate 9 reti da pesca tipo “panterina” non tramagliate, per una lunghezza totale di oltre 500 metri, non conformi al regolamento di pesca del Comune. È stata inoltre sequestrata una barca utilizzata per la posa delle reti vietate. Analoghe attività di vigilanza sono state svolte nel comprensorio dei 5 Laghi di Ivrea, dove sono stati sanzionati pescatori senza licenza, costretti a reimmettere nel lago le specie pescate in modo illegittimo.
La Consigliera Azzarà sottolinea che “soprattutto nel lago di Candia, le attività di vigilanza, oltre alla conservazione della fauna ittica, hanno anche lo scopo di tutelare, in accordo con il Comune, i diritti di pesca previsti dagli usi civici esistenti a favore dei residenti e dei pescatori occasionali che correttamente si dotano dei permessi necessari. La pesca di frodo costituisce un grave danno all’ecosistema lacustre, poiché sovente vengono prelevate specie numericamente ridotte ma di importanza fondamentale per l’habitat, come ad esempio il Luccio. È un danno anche per le attività economiche condotte lecitamente e per la fruizione pubblica dell’ambiente del lago”.
Al di là di casi isolati prontamente sanzionati, occorre dire che, grazie all’attività della Città Metropolitana nella sua qualità di soggetto gestore del parco, gli operatori economici si sono dotati di propulsori elettrici non inquinanti per i natanti privati. È anche stato incrementato in modo significativo il rispetto dell’obbligo di dotarsi del permesso di pesca giornaliero.
Come nel caso delle attività sportive remiere che si svolgeranno durante gli imminenti European Master Games, anche la frequentazione turistica e la pesca nel lago di Candia si svolgono con modalità sostenibili, rispettando i criteri previsti dalle direttive europee, nazionali e regionali in tema di conservazione degli ecosistemi e gestione dei siti della Rete Natura 2000 di cui il parco fa parte. “Il lago di Candia, - ricorda la Consigliera metropolitana Barbara Azzarà - è classificato come ZSC-Zona Speciale di Conservazione della biodiversità ed è in funzione di questo riconoscimento che la Direzione Sistemi naturali, oltre a condurre le attività di vigilanza, sta elaborando il Piano di gestione, grazie al supporto tecnico-scientifico della società Seacoop. Sono inoltre in corso interventi di manutenzione delle proprietà comunali presenti nella palude e del lago, oggetto di una convenzione con il Comune di Candia, firmata il 5 luglio scorso”. Sono previste l’eradicazione delle specie infestanti come il Fior di Loto, l’Ailanto e l’Acero negundo e la riapertura dei sentieri didattici, con lo sfalcio dell’erba e il ripristino degli arredi.
“All’inizio di luglio, - ricorda infine Azzarà - è stata affidata all’associazione “Vivere i Parchi” la gestione delle attività didattiche e informative nel parco e nei siti Rete Natura 2000 dell’Eporediese, mentre all’associazione Artena sono state affidate analoghe attività nelle aree protette e nei Siti della rete Natura 2000 della zona metropolitana sud: Monte San Giorgio, Monte Tre Denti-Freidour, Conca Cialancia, Stagno di Oulx, Colle del Lys, Pra Barant, Rocca di Cavour”.
Tornando a Candia, da notare che nell’autunno verranno avviati ulteriori interventi di riqualificazione naturalistica dell’area della palude, con la realizzazione del nuovo centro per il ripopolamento ittico del lago con il Luccio e altre specie autoctone. È anche previsto il ripristino della connettività ecologica fra palude e lago, per favorire la riproduzione delle specie nella palude e la loro diffusione nel lago.

Parchi e riserve naturali

La Città Metropolitana di Torino e il Comune di Rosta hanno firmato mercoledì 3 luglio una convenzione di durata annuale rinnovabile che regola i rapporti tra i due Enti relativamente alle attività delle GEV, le Guardie Ecologiche Volontarie che operano sotto il coordinamento degli ufficiali di polizia giudiziaria della Direzione sistemi naturali della Città Metropolitana. A firmare la convenzione sono stati la Consigliera metropolitana delegata all’ambiente e ai parchi Barbara Azzarà e il Sindaco di Rosta, Domenico Morabito.
Come già avviene in numerosi altri Comuni del territorio metropolitano, anche a Rosta le GEV saranno impiegate per sorvegliare il rispetto del regolamento comunale di polizia urbana e rurale e di quello per la gestione dei rifiuti. Opereranno in particolare nelle aree verdi urbane, con particolare attenzione ai giardini pubblici e al parco Pessina. Vigileranno sull’abbandono dei rifiuti in tutto il territorio comunale e sulla conduzione di animali domestici nelle aree pubbliche.
Come sottolinea la Consigliera metropolitana Barbara Azzarà, “la convenzione con il Comune di Rosta si aggiunge a quelle già in essere con una ventina di altri Comuni su temi che riguardano le competenze delle GEV, che operano in stretta collaborazione con le Polizie municipali, alle quali danno immediata comunicazione quando riscontrano flagranti violazioni delle normative ambientali. È una modalità di collaborazione che vorremo estendere sul territorio, per aiutare i Comuni a migliorare i controlli. La convenzione valorizza le funzioni specifiche di un volontariato di alto livello ed elevata formazione, proprio in un momento in cui è terminato da poco il corso che ha formato 76 nuove GEV”.
Il Sindaco di Rosta, Domenico Morabito, sottolinea a sua volta che “il nostro è un Comune molto impegnato sulle tematiche ambientali. Siamo orgogliosi di iniziare la collaborazione e crediamo fermamente nel lavoro delle GEV, cittadini molto legati al territorio in cui vivono. D’ora in avanti la Guardie Ecologiche Volontarie effettueranno controlli sul rispetto delle normative ambientali, sull’abbandono dei rifiuti e delle deiezioni canine. Ma nel nostro Comune sono già impegnate da tempo in attività didattiche nelle scuole primarie”. Le GEV che opereranno a Rosta fanno parte del gruppo area metropolitana Torino Nord, composto da 25 unità, organizzate su turni che coprono l’intera settimana. In caso di situazioni delicate e potenzialmente a rischio le GEV operano affiancate dai Carabinieri o dai Vigili Urbani.

Parchi e riserve naturali

In occasione della manifestazione “Eurolys”, domenica 7 luglio alle 12 nella sede dell’Ecomuseo della Resistenza “Carlo Mastri” si inaugura il nuovo centro visite del Parco provinciale del Colle del Lys. È annunciata la presenza della Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, ai parchi, alle aree protette e alla vigilanza volontaria, Barbara Azzarà. “La nuova sede, - spiega la Consigliera Azzarà - è stata ricavata grazie all’ampliamento e alla ristrutturazione dell’attuale fabbricato, in cui trovano posto nuovi e originali allestimenti espositivi, che valorizzano il concetto di resilienza, cioè la capacità di resistenza e sopravvivenza ad eventi sfavorevoli. Al Colle del Lys la resilienza è stata dimostrata sia dagli uomini durante la seconda guerra mondiale che dalla natura nel corso dei secoli”. I lavori per la realizzazione della nuova sede del Parco sono stati progettati e realizzati in pochi mesi dai tecnici delle Direzioni Sistemi naturali e Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana.

CARTA D’IDENTITÀ DEL PARCO NATURALE DEL COLLE DEL LYS

Il Parco naturale del Colle del Lys è nato nel 2004 per volontà dell’allora Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana. L’area attualmente gestita dall’Ente di area vasta si estende su di una superficie di 360 ettari a cavallo tra la Valle di Susa e la Valle di Viù, salendo dai 1000 metri di quota del santuario della Madonna della Bassa ai 1600 metri della cima del Monte Arpone. I terreni sono quasi totalmente di proprietà della Città Metropolitana di Torino.
Fino alla fine del 1800, il paesaggio mostrava un mosaico di elementi: campi terrazzati, coltivati a patate e segale, frutteti, distese di pascoli, boschi intensamente sfruttati per la produzione di legna e castagne, piccole baite abitate tutto l’anno. L’impronta umana era forte e tangibile e tutto era organizzato in funzione della sopravvivenza degli abitanti locali.
Oggi il Parco ha ripreso un aspetto più naturale: vaste pietraie si alternano a foreste di conifere, in particolare di Larice e Pino nero, nate dai rimboschimenti artificiali effettuati intorno al 1920 per contrastare l’eccessivo sfruttamento del passato. Nel sottobosco crescono però spontaneamente giovani faggi, aceri di monte, frassini, sorbi e maggiociondoli, specie tipiche di queste quote, che saranno favorite dagli interventi di gestione che il Parco porterà avanti nei prossimi anni. Le radure, un tempo più ampie e pascolate, tendono a sparire poiché colonizzate da nuovi cespugli e piccoli alberi. In primavera mostrano belle fioriture di genziane, gigli ed orchidee e rappresentano un ambiente importante per le parate nuziali dei galli forcelli e per la riproduzione di una miriade di insetti, fra cui splendide farfalle. Il Colle intercetta un’importante rotta migratoria utilizzata nei periodi di passo dagli uccelli, in particolare dai rapaci, per spostarsi da Nord a Sud e viceversa. L’area protetta è segnata da un’antica rete di sentieri e mulattiere, una volta utilizzata per gli spostamenti quotidiani da una frazione all’altra e divenuta strategica per le azioni di resistenza al nazifascismo della 17ª Brigata Garibaldi “Felice Cima” che, dal 1943 al 1945, fece del Colle la propria base.

NATURA E STORIA DI INCONTRANO AL COLLE DEL LYS

La Resistenza e il feroce rastrellamento nazifascista del 2 luglio 1944, nel corso del quale morirono ventisei giovani partigiani della Brigata “Felice Cima”, sono rievocati dalla torre del piazzale del colle, dal giardino della Resistenza e della pace tra i popoli, dalla lapide sulla fossa comune, da numerose bacheche ma soprattutto da Eurolys, manifestazione animata da migliaia di giovani che ogni anno si incontrano al Colle per ragionare sulla libertà, sulla democrazia, sulle dittature, sulle nuove identità culturali, sui valori della cittadinanza europea e d’ora in poi, grazie al nuovo centro visite del Parco, anche sull’importanza della biodiversità e della tutela della natura per garantire la sopravvivenza umana.
Il programma di Eurolys 2019 prevede per sabato 6 luglio alle 9,30 l’escursione al colle della Portia organizzata dalla Federazione italiana escursionismo, alle 12,30 il transito della tappa Viù-Viù del Giro Rosa, alle 15 la gara ciclistica Rubiana-Colle del Lys organizzata dall’Asd Borgonuovo Collegno e dalla UISP Valle Susa, alle 17 nel Municipio di Almese la commemorazione dei partigiani della Sabionera a cura della sindaca Ombretta Bertolo e dell'ANPI Bassa Valsusa, alle 19,30 la cena sotto la tensostruttura allestita sul piazzale, alle 21,30 la notte al Colle di “Resistenza elettrica” con la fiaccolata sui sentieri della memoria e il concerto di Malecorde.
Domenica 7 luglio alle 9,30 si tiene l’assemblea pubblica dei rappresentanti delle istituzioni, con la presentazione, discussione e approvazione del documento d’intenti per il 2019. Alle 11 è in programma la tradizionale cerimonia commemorativa, con gli onori militari, l’arrivo della fiaccola della libertà dal sacrario del Martinetto di Torino, la deposizione degli omaggi floreali al monumento dei 2024 caduti con l’accompagnamento musicale a cura della banda di Mompantero. È stato scelto come oratore ufficiale lo storico Gianni Oliva. Alle 12 nella sede dell’Ecomuseo della Resistenza “Carlo Mastri” si inaugura il centro visite del Parco del Colle del Lys. Nel pomeriggio, alle 14,30, è prevista la posa di una targa commemorativa in memoria del comandante Amedeo “Deo” Tonani e dei partigiani cremonesi. La passeggiata rievocativa inizia alle 15, con letture sui sentieri della memoria, organizzate da UISP Valle Susa. Durante la giornata è anche previsto un mercatino dei prodotti tipici locali.

Parchi e riserve naturali

Il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio finanzierà con uno stanziamento di 343.000 Euro il progetto di recupero e di miglioramento della resilienza delle proprietà forestali pubbliche del Comune di Cumiana interessate dai devastanti incendi dell’ottobre 2017. Il progetto interessa aree boscate che rientrano nel territorio del Parco naturale Monte Tre Denti-Freidour ed era stato elaborato nei mesi successivi agli incendi dal Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza ambientale della Città Metropolitana di Torino, che dal 1° gennaio scorso ha assunto la denominazione di Direzione Sistemi naturali. Per ottenere le risorse finanziarie la Città Metropolitana ha partecipato ad un bando del Ministero, classificandosi all’ottavo posto nella graduatoria delle proposte presentate dai parchi nazionali e regionali.
“Già alcuni mesi prima degli incendi il nostro Ente aveva approvato il Piano Forestale Aziendale, elaborato dal comune di Cumiana. - spiega Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, ai parchi e alle aree protette - Il documento analizzava la precedente gestione forestale, caratterizzata dall’assenza di pianificazione, individuando gli indirizzi gestionali in un orizzonte temporale di quindici anni e definendo la programmazione e la gestione degli interventi selvicolturali indispensabili. L’impatto del passaggio del fuoco è stato oggetto di approfonditi sopralluoghi da parte dei nostri tecnici, per verificare se il Piano forestale aziendale necessitava di revisioni o varianti”.
La Consigliera Azzarà sottolinea che “il progetto di intervento sulle proprietà pubbliche comunali già oggetto di pianificazione forestale è coerente con le finalità del programma ministeriale da cui trae origine il bando: il miglioramento della resilienza delle aree protette, il recupero dei servizi ecosistemici (assorbimento CO2, produzione legnosa, qualità degli habitat), la conservazione della biodiversità, la protezione del suolo e la riduzione dei rischi idrogeologici. Per l’analisi della situazione esistente è stato utilizzato il software Simulsoil, realizzato nell’ambito del progetto Life Sam 4 CP di cui la Città Metropolitana di Torino era capofila. L’attuazione degli interventi potrà ridurre il rischio di incendi e attenuerà le conseguenze del passaggio del fuoco, incrementando la funzione naturalistica dei boschi e promuovendo la gestione forestale sostenibile per la produzione di legname. Ringrazio tecnici e funzionari che, nonostante i tempi ristretti, sono riusciti a ottenere questo importante risultato”.

GRAZIE AI SATELLITI “SENTINEL 2” SI PASSA DALL’ANALISI ALLA CURA E ALLA PREVENZIONE

Nell’area protetta compresa nel territorio del Comune di Cumiana, l’incendio è stato di tipo radente, cioè si è propagato nel sottobosco della foresta, bruciando la lettiera, i cespugli, lo strato erbaceo e i detriti morti. In alcune zone circoscritte la combustione ha assunto le caratteristiche di incendio sotterraneo, interessando per lo più la lettiera. Il fuoco ha percorso 602 degli 821 ettari di superficie protetta, cioè il 73% del territorio del parco naturale. Le superfici pubbliche all’interno dell’area protetta si estendono su 436 ettari, di cui 378 sono stati percorsi dal fuoco. I tecnici della Città Metropolitana hanno constatato che il fuoco ha percorso l’area in modo non uniforme.
Gli interventi previsti dal progetto presentato nel luglio 2018 al Ministero dell’Ambiente sono stati individuati secondo un percorso logico supportato dall’impiego di strumenti GIS. Le aree oggetto dei sopralluoghi sono state individuate preventivamente con tecniche di telerilevamento satellitare, utilizzando immagini multispettrali acquisite dai satelliti “Sentinel 2”, lanciati in orbita nell’ambito del programma “Copernicus” dell’Unione europea.
Durante i rilievi in campo, si è constatato che la gravità dei danni è determinata da numerosi parametri: il tempo di residenza della fiamma, la velocità del fronte di fiamma, la tipologia di copertura forestale e le sue caratteristiche pirologiche, l’esposizione, la morfologia dei terreni. Si sono quindi classificate aree ad alta severità di danno, ritenute prioritarie a causa di una mortalità degli alberi superiore al 50%.
Le aree a bassa severità presentano comunque fenomeni evidenti di erosione areale, che richiedono il controllo del ruscellamento superficiale delle acque. Vi sono inoltre aree già percorse dal fuoco in precedenti incendi, in cui occorrono interventi di ricostituzione boschiva. Nelle aree a bassa severità di danno, in boschi con elevato valore naturalistico, è opportuno intervenire per migliorare la resilienza dell’ecosistema.
Il piano analizza infine le zone caratterizzate da fenomeni localizzati di dissesto idrogeologico. Utilizzando come riferimento tecnico-scientifico le linee guida regionali per gli interventi selvicolturali nei boschi percorsi da incendi, sono state individuate e rappresentate graficamente nella “Carta degli interventi” le aree omogenee di intervento, in funzione della destinazione prevalente, della categoria forestale e della severità del danno. Per ogni area è stata redatta una scheda d’intervento, che riporta il tipo di popolamento e la categoria forestale, la funzione prevalente del bosco, la severità del danno, la descrizione, le priorità, gli obiettivi dell’intervento e le eventuali note specifiche.
Nella progettazione esecutiva e nella realizzazione degli interventi le attività selvicolturali dovranno essere ponderate valutandone le conseguenze sull’intero ecosistema del parco naturale e dell’oasi di protezione dalla caccia. Le opere di ripristino saranno dunque circoscritte e progettate per promuovere una selvicoltura preventiva, che possa ridurre l’impatto di eventuali futuri incendi.

Parchi e riserve naturali

Sabato 29 giugno al Lago di Meugliano si parla di Libellule, in una giornata alla scoperta degli Odonati (l’ordine di insetti a cui appartiene la Libellula) organizzata sotto l’egida della Città Metropolitana di Torino e con il patrocinio del nuovo Comune di Valchiusa. È l’occasione per scoprire le particolarità naturalistiche dello specchio d’acqua riconosciuto nel 2009 come SIC-Sito di Interesse Comunitario. Il lago ha un perimetro di circa 700 metri e occupa una conca del monte Pianure, a 750 metri di altitudine sul livello del mare. Ha una profondità massima di 11 metri e appartiene all'Anfiteatro Morenico di Ivrea. La bassa profondità dell'acqua favorisce il congelamento nella stagione invernale. Il lago è circondato da boschi di conifere: larici, abeti rossi e pini silvestri. Nei dintorni vi è un consistente gruppo di betulle, piantate negli anni trenta del Novecento, mentre nella parte settentrionale del lago si trova un accenno di giuncheto.
Nella giornata di sabato 29 giugno sono in programma una conferenza su temi naturalistici, laboratori didattici per adulti e bambini, passeggiate guidate alla scoperta delle libellule e del SIC del Lago di Meugliano e stand tematici. La conferenza inizierà alle 9,30 con una relazione di Gabriele Bovo, responsabile della Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana sul tema “Tutela della natura e della biodiversità come garanzia di sopravvivenza dell’uomo. La Rete Natura 2000 della Città metropolitana di Torino”. Marino Rore parlerà invece delle “Libellule che ho incontrato”. Di “Analisi e caratterizzazione della fauna (libellule, farfalle, anfibi, rettili e uccelli) della vegetazione, degli habitat e della flora nel territorio Damanhur del Truc del Tossico, Cascina Molinaria e Montiglio (Comune di Vidracco)” parlerà Ivan Di Già, libero professionista consulente in materia di fauna e vegetazione, impegnato in un progetto di studio e valorizzazione della biodiversità locale. La relazione sul “Biomonitoraggio delle zone umide. Indagini su Rogge di risaia, fontanili e torbiere” è affidata a Bruna Buttiglione, funzionaria del Dipartimento territoriale di Torino dell’ARPA Piemonte. Francesca Grosso, referente per la formazione e la didattica dell’associazione “Vivere i Parchi” parlerà delle attività didattiche nelle zone umide e della ricerca scientifica in cui l’associazione è impegnata.
Nel corso della giornata si potrà pranzare liberamente al sacco o partecipare al pranzo a buffet su prenotazione ai numeri telefonici 333-3451085 o 347.7358258.

CARTA DI IDENTITÀ DELLA LIBELLULA

Il nome Libellula deriva dal latino “libra”, ovvero bilancia, perché nel volo l’insetto tiene le ali orizzontali. Le libellule hanno un capo molto voluminoso, gli occhi composti da circa 50.000 ommatidi e antenne relativamente brevi. Le due paia di ali, quasi uguali, sono allungate e membranose. Sono talvolta vivacemente colorate e consentono un volo rapido e sicuro. L'addome è relativamente lungo e sottile, composto da undici segmenti. Le zampe sono inserite anteriormente sul corpo e vengono usate raramente per camminare. Le libellule possono arrivare a una velocità di 50 km orari. Hanno un apparato boccale masticatore molto caratteristico: il labbro inferiore termina con le piccole pinze con cui la libellula afferra la preda. Si nutrono di insetti che afferrano e divorano durante il volo silenzioso e veloce, che fa di loro terribili predatori sia in aria che in acqua.
La riproduzione avviene in ambiente acquatico. Dopo avere deposto le uova dalla forma allungata, le libellule le lasciano cadere nell'acqua oppure le fissano ai fusti di piante acquatiche. Come tutti gli Odonati, vanno incontro a metamorfosi incompleta. Dalle uova escono le neanidi che maturano nell'acqua, nutrendosi di diverse forme di vita. Quelle di alcune delle specie di maggiori dimensioni possono addirittura attaccare piccoli pesci. Le neanidi hanno una mandibola estensibile chiamata "maschera", con la quale colpiscono la preda. La lunghezza del periodo ninfale varia, a seconda della specie, da uno a tre o più anni, durante i quali l'animale va incontro alla muta almeno dieci volte. Quando le ninfe sono completamente mature lasciano l'ambiente acquatico e vanno incontro a metamorfosi, trasformandosi nella forma adulta.