I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Parchi e riserve naturali

Durante un sopralluogo per la manutenzione dei sentieri del Parco naturale provinciale di Conca Cialancia, il personale dipendente e volontario della Direzione sistemi naturali della Città metropolitana di Torino, che gestisce tale area protetta, ha constatato il decesso di 7 vacche che erano morte precipitando  in un dirupo sottostante la strada militare di Conca Cialancia. Le carcasse degli animali che si trovavano in alpeggio sono state rinvenute martedì 29 agosto nei pressi dei Laghi di Cialancia, a quota 2400 metri.
Poco sopra il luogo di ritrovamento delle carcasse pascolavano tranquilli gli altri capidella mandria bovina. Da un accurato  sopralluogo è emerso che, prima di precipitare nel dirupo, gli animali erano in ottima salute. Si presume che le vacche siano finite nel dirupo correndo all’impazzata, spaventate dai fortissimi temporali che hanno interessato la zona nella notte tra domenica 27 e lunedì 28 agosto. Non vi erano infatti tracce di predazioni da parte di carnivori e neppure segni del passaggio e dell’intervento degli avvoltoi, che sono presenti in molte valli delle Alpi Occidentali.
Il pastore che montica i propri capi bovini all’Alpe di Cialancia, ha confermato che nella notte tradomenica27 e lunedì 28 la zona è stata interessata da fulmini e tuoni molto forti. Il proprietario della mandria ha allertato il Servizio Veterinario dell’Asl TO3 eha subìto un danno economico al momento valutato inoltre 12.000 euro. Il Servizio Veterinario dell’Asl TO3ha richiesto l’intervento del Soccorso Alpino per il recupero delle carcasse e di un elicottero per la loro rimozione.  
I tecnici della Direzione sistemi naturali della Città metropolitana di Torino sottolineano che non è raro che i bovini in alta montagna siano vittime di cadute o vengano colpiti da fulmini, ma normalmente gli episodi interessano singoli capi e non gruppi.carcasse mucche Laghi di Cialancia 29 06 2023 2

Parchi e riserve naturali

Si intitola “Alla ricerca del fango perduto” lo spettacolo teatrale della compagnia Faber Teater ad ingresso gratuito in programma mercoledì 7 giugno alle 18,30 nel giardino del Municipio di Poirino. Lo spettacolo è rivolto alle famiglie che vogliono partecipare al progetto di conservazione di un anfibio raro e in via di estinzione: il Pelobate fosco insubrico. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà nel vicinoteatro Italia. Sono consigliate le prenotazioni al numero telefonico 338-2000758.
Cura, responsabilità, fragilità e futuro: attorno a questi temi si è sviluppato il progetto sperimentale che ha coinvolto la compagnia Faber Teater e gli allievi delle scuole di Poirino e delle frazioni Marocchi e Avatanei. A partire dagli incontri previsti dal progetto si è sviluppata l’idea dello spettacolo teatrale con musica dal vivo “Alla ricerca del fango perduto”, che Lucia Giordano e Francesco Micca propongono alle bambine e ai bambini e alle loro famiglie, per raccontare la storia di Sirio, un
piccolo rospo di carta, fuggito dalle pagine di un'enciclopedia che
viv
e molte avventure e fa amicizia con Fosco, un rospo rarissimo. Le azioni sperimentali di cui fa parte lo spettacolo sono state realizzatedal Comunee dall’Istituto scolastico comprensivo di Poirino in collaborazione con la Direzione sistemi naturali della Città Metropolitana di Torino e nell’ambito delprogetto LIFE Insubricus, dedicato appunto alla tutela del Pelobate Fosco, arischio di estinzione nel territorio del Pianalto di Poirino.


UN PROGETTO PER TUTELARE UN ANIMALE SENTINELLA DELL’EQUILIBRIO ECOLOGICO

Il rischio di estinzione del Pelobates fuscus insubricus, attualmente presente nel Nord Italia, nel Canton Ticino e in Croazia, è dovuto al cattivo stato di conservazione dei suoi habitat riproduttivi. Il progetto LIFE Insubricus prevede interventi sia sulla specie che sugli habitat e punta a creare le condizioni per una crescita delle popolazioni anche nel periodo successivo alla conclusione del progetto stesso. Il partenariato comprende, oltre alla Città metropolitana, l’ente di gestione del Parco paleontologico astigiano, la società cooperativa Eleade, l’Istituto Delta di ecologia applicata, il parco Pineta Appiano Gentile-Tradate, l’ente di gestione delle Aree protette Po del Torinese e quello delle Aree protette Ticino Lago Maggiore. Nella zona del Pianalto di Poirino sono in corso azioni di conservazione della specie neisiti di Cascina Lai e Cascina Bellezza, che sono gestiti dall’associazione Cascina Bellezza che fa capo al WWF e fanno parte della Zona speciale di conservazione degli stagni di Poirino-Favari gestiti dalla Città metropolitana. Nel monitoraggio del Pelobate fosco a Cascina Lai sono impegnati i volontari dell’associazione Cascina Bellezza, i tecnici della Direzione sistemi naturali della Città metropolitana e gli erpetologi della cooperativa Eleade, partner del progetto, coordinatori delle attività di monitoraggio e consulenti per la realizzazione di nuovi stagni per la riproduzione dell’anfibio.
L’attività è validamente supportata da alcune Guardie Ecologiche Volontarie, che hanno ricevuto un’adeguata formazione. Nel sito di Cascina Bellezza sono stati realizzati alcuni scavi, necessari per la posa dei teli di contenimento delle aree di riproduzione. Alla cattura temporanea degli anfibi fa seguito il conteggio, la pesatura e l’identificazione degli esemplari, che vengono rilasciati dopo alcuni minuti. Il Pelobate fosco è l’anfibio italiano più raro: ormai è presente solo in una dozzina di luoghi, tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La specie un tempo era assai comune, ma, a partire dagli anni ‘60 del XX secolo, il venir meno del suo habitat nella Pianura Padana l’ha ridotta al lumicino. Cascina Lai è uno degli ultimi luoghi in cui il Pelobate fosco è presente in un contesto pianiziale. L’agricoltura intensiva ha eliminato quasi completamente le zone umide di pianura. A questo si aggiunge il fatto che il Pelobate fosco predilige zone umide a regime temporaneo, che raccolgono e trattengono l’acqua piovana in primavera e in estate mentre si asciugano in autunno. Nei laghetti permanenti sono invece presenti pesci e altre specie che predano il Pelobate, ad esempio animali non autoctoni come il Gambero rosso della Louisiana. Il Pianalto di Poirino offre al Pelobate un terreno sabbioso e sciolto (non a caso vi si coltiva l’asparago) in cui l’animale può scavare agevolmente le gallerie lunghe fino a 50 centimetri in cui si rifugia. Lo stagno di Cascina Lai, probabilmente utilizzato in passato per la macerazione della canapa, non è circondato da coltivazioni intensive ed è questo probabilmente il motivo per cui il Pelobate è riuscito a sopravvivere. Il progetto LIFE Insubricus è basato su tre azioni fondamentali. Innanzitutto si procede al monitoraggio della presenza della specie, attuato nel periodo della riproduzione recintando le zone in cui si presume che l’anfibio sia presente. Una volta posizionata la barriera che separa i Pelobati dallo stagno, vengono posizionati a filo del terreno alcuni secchi, in cui gli anfibi cadono e vengono recuperati ogni notte dai volontari e dai tecnici coinvolti nel progetto LIFE Insubricus. Una volta contati, gli animali vengono deposti al di là delle barriere, in modo che possano raggiungere lo stagno o, se si sono già accoppiati, allontanarsi verso i campi, dove vivono nel sottosuolo, uscendo per alimentarsi nelle notti di pioggia. Raccogliendo i dati numerici sui Pelobati intercettati e contati e quelli sui neometamorfosati che sono comparsi nella zona umida si ottiene una stima esatta del successo riproduttivo della specie. Durante il monitoraggio vengono compiute analisi sanitarie e genetiche sugli individui catturati, per capire se sono eventualmente affetti da patologie e per stimare il livello di diversità genetica di cui sono portatrici le popolazioni. Nei siti come Cascina Lai l’allevamento di ovature di Pelobate in un ambiente umido protetto dall’azione dei predatori consente inoltre di incrementare il successo riproduttivo della specie e di scongiurarne l’estinzione. Ma il progetto LIFE Insubricus prevede anche azioni per la tutela degli habitat umidi e per la creazione di ulteriori zone idonee per la riproduzione, attraverso la correzione del regime idrologico degli stagni. La realizzazione di fossi per il drenaggio dell’acqua, la riprofilatura degli stagni e il posizionamento di chiuse consentono di ricreare quel regime temporaneo degli stagni indispensabile al Pelobate fosco.Alla ricerca del fango perduto 07 06 2023 r

Parchi e riserve naturali

Prosegue con il coinvolgimento della cittadinanza locale il progetto ISOLA-Interventi di Salvaguardia e Monitoraggio del Lago di Arignano, candidato con successo sul bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo. Sabato 13 maggio 130 persone hanno partecipato nel cortile del Mulino del Lago di Arignano all’incontro informativo sulle attività per la salvaguardia del lago previste dal progetto. Il progetto è stato avviato all’inizio dell’anno, ma si è attesa la primavera per illustrare alla cittadinanza direttamente sulle sponde del lago i contenuti e gli interventi di valorizzazione ambientale e naturalistica che si realizzeranno nei prossimi tre anni.
L’incontro è iniziato con il benvenuto da parte dei sindaci dei Comuni di Arignano e Marentino, entrambi partner del progetto. Si è proseguito con il racconto di come è nata l’idea del progetto, da parte della Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino, soggetto coordinatore di ISOLA. Sono poi stati presentati gli altri partner: l’Istituto comprensivo statale “Andezeno”, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi reali, l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Sono state illustrate le opere che saranno realizzate: l’innalzamento del livello dell’acqua con la posa di una paratoia, la rigenerazione degli habitat di palude - cariceti, giuncheti e canneti - e delle acque profonde, la creazione di pozze temporanee per la riproduzione degli anfibi, gli interventi di riduzione delle specie non autoctone e invasive sia vegetali che ittiche, la messa a dimora di specie autoctone arboree e arbustive. Il momento più atteso però era la votazione da parte del pubblico per scegliere il logo del lago di Arignano. La Direzione Risorse idriche della Città metropolitana di Torino, anch’essa coinvolta nel progetto ISOLA, ha illustrato i criteri alla base delconcorso di idee per l’individuazione del logo. A tutti i presenti è stata distribuita una scheda per l’espressione della propria preferenza tra i 10 bozzetti preselezionati da una commissione giudicatrice tra la cinquantina di lavori prodotti dai ragazzi delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado di Andezeno e Baldissero Torinese.
I ragazzi autori dei primi tre loghi classificati sono: terzo classificato Giorgio Vecchi della terza C del plesso di Baldissero Torinese, seconde classificate Vittoria Martinetti e Virginia De Vito della terza A di Baldissero Torinese, primo classificato e vincitore del concorso di idee Simone Fasolo della terza C di Andezeno. A seguito di una rielaborazione grafica, il logo vincitore sarà utilizzato in tutti i materiali di comunicazione del progetto ISOLA. Dato l’impegno, la passione e l’ottima qualità dei lavori prodotti dai ragazzi, oltre ad esporre al pubblico tutti i bozzetti pervenuti si è scelto di assegnare un riconoscimento anche al lavoro con la maggiore qualità dal punto di vista artistico, a quello con l’idea più originale e a quello con la rappresentazione grafica più innovativa. Per la categoria “Disegno più artistico” si sono classificati primi ex aequo i lavori di Isabella De Blasio e Sofia Giraud della terza A di Andezeno e di Ginevra Garrino, Luca Bracco e Alessandro Falchero della terza A di Baldissero Torinese. Per la categoria: “Idea più originale” primi classificati ex aequo Sabrina Danna della terza C di Baldissero Torinese e Matilde Bosco della terza C di Baldissero Torinese. Per la categoria “Grafica più innovativa” primo classificato Simone Fasolo della terza C di Andezeno. Il premio per i gruppi vincitori consiste in una visita didattica ai Laghi di Avigliana con le rispettive classi, che consentirà agli studenti di ampliare le loro conoscenze sugli ecosistemi lacustri, nell’ambito del percorso intrapreso all’interno del progetto ISOLA, che prevede anche incontri con esperti della Città metropolitana, con le Guardie Ecologiche Volontarie e con i rappresentanti del Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano. Negli spazi del Mulino di Arignano è stata inoltre esposta una parte della mostra didattica "Acque chiare - l'acqua, la vita, l'uomo in provincia di Torino"; in particolare i pannelli divulgativi dedicati alle aree umide, alle potenzialità della fruizione sostenibile e alle criticità delle acque nel territorio della Città metropolitana di Torino.1classificato bozzetti logo Lago Arignano 13 05 2023 1

Parchi e riserve naturali

Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana di Torino ha elaborato il progetto ISOLA-Interventi di salvaguardia e monitoraggio del Lago di Arignano, partecipando con successo al bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo e candidando l’area ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città Metropolitana è stata partner.
Sabato 13 maggio alle 15 sulle sponde del lago è in programma un incontro per la presentazione alla cittadinanza degli obiettivi del progetto e delle prime attività svolte. Saranno presenti rappresentanti della Città metropolitana e degli altri partner del progetto ISOLA, i quali, insieme ai progettisti, illustreranno gli interventi previsti nell’arco dei tre anni di durata del progetto, finalizzati a valorizzare un ambiente di notevole rilevanza naturalistica, attualmente interessato dalla riduzione del battente idrico, dalla presenza di specie ittiche e vegetali non autoctone e dalla contrazione delle specie tipiche degli ambienti umidi come il canneto e il giuncheto.
I partecipanti all’evento saranno coinvolti nella scelta del logo del Lago, un’immagine grafica che dovrà richiamare alla mente gli elementi che maggiormente caratterizzano e qualificano il lago di Arignano e il suo territorio. Per la sua ideazione nel mese di febbraio era stato bandito un concorso di idee rivolto ai ragazzi delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado di Andezeno e Baldissero Torinese. Il pubblico sarà invitato a votare tra una selezione dei loghi più significativi, il bozzetto vincitore, che sarà il “biglietto da visita” per tutte le attività di comunicazione pubblica del progetto.
La Città metropolitana guida l’attuazione del progetto ISOLA, a cui partecipano i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto comprensivo statale “Andezeno”, l’Istituto di Istruzione Superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle Aree Protette dei Parchi Reali e due partner no profit: l’Associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Dopo l’approvazione della candidatura al bando Simbiosi, avvenuta a fine 2022, sono state avviate le prime attività per l’acquisizione di informazioni tecniche: rilievo batimetrico, rilievo topografico e campionamento delle acque, al quale è seguita la giornata di domenica 26 febbraio, dedicata al Plogging lento sul Lago di Arignano, un evento di sensibilizzazione che ha coniugato la raccolta dei rifiuti sulle sponde e nei dintorni con una passeggiata all’aria aperta.

IL LAGO E IL PROGETTO PER LA SUA RINASCITA AMBIENTALE

Il lago collinare di Arignano si trova ad una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. Lo specchio d’acqua tra le colline ad est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana.
Gli obiettivi del progetto candidato con successo sul bando Simbiosi 2022 sono tre: l’aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale.
L’aumento della naturalità sarà perseguito grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, in modo da permettere la differenziazione degli habitat, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. Verranno inoltre realizzati cinque stagni e pozze temporanee idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi. Sono previsti interventi di gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea, per le quali sono previste trinciature ripetute durante l’anno. La ricostruzione del cotico erboso sarà realizzata grazie alla semina di un miscuglio polifita, che consente di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. È prevista la messa a dimora di specie arbustive, sia nelle porzioni di bordo che all’interno delle superfici boschive. Verranno collocate anche piante arbustive e arboree di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago saranno messi a dimora rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. È infine prevista l’eradicazione della Carpa, mentre lungo le sponde saranno realizzati rifugi per le specie ittiche e di anfibi.
La popolazione locale è stata e sarà ancora sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e e vegetali. Verrà creato un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, con targhette e pannelli illustrativi degli habitat e delle specie di maggiore rilievo. La realizzazione del progetto produrrà ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni.locandina 13 05 23 Arignano page-0001 1

Parchi e riserve naturali

Nella tarda serata di giovedì 6 aprile un incendio è scoppiato nella Riserva del Lago Borello, che si trova in prossimità del centro abitato di Oulx. Sono intervenuti Vigili del Fuoco e Aib e l’incendio è stato domato.

La Riserva naturale dello Stagno di Oulx è stata anche negli anni passati soggetta a incendi . Per questa ragione la Città metropolitana di Torino a   scopo cautelativo ogni autunno effettua attraverso una convenzione con il Consorzio Forestale alta Val Susa interventi di sfalcio dei canneti in prossimità delle case per definire una fascia tagliafuoco di protezione, anche se i terreni sono prevalentemente di proprietà privata o, in alcuni casi di proprietà comunale.

Nel corso di venerdì 7 aprile i tecnici del Dipartimento Ambiente metropolitano effettueranno un sopralluogo per verificare i danni.

Il Lago Borello, che fa parte dei Siti di Importanza comunitaria (Sic) previsti dalla Direttiva Habitat emanata dall'Unione Europea  ha una genesi curiosa: si è formato a partire dal 1860 quando da una torbiera situata nel comune di Oulx, in alta Valle di Susa, vennero prelevate grandi quantità di materiale necessario alla costruzione della Galleria del Frejus. La depressione creatasi nel terreno in seguito all'estrazione fu colmata in breve tempo dalle acque delle sorgenti poste alla base del vicino monte Cotolivier e il piccolo lago è stato ben presto colonizzato da piante e animali tipici delle zone umide.

Tra gli steli delle canne di palude che circondano lo specchio d'acqua si sono insediati alcune specie vegetali oggi rare in tutto l'arco alpino come una piccola orchidea dai fiori bianchi, la gramigna liscia, l'aglio romano, il giunco nero delle paludi; il bosco circostante composto da betulle e pini silvestri si arricchì di esemplari di frangola e salice strisciante. Le acque del lago divennero rifugio per una ricca popolazione dell'oramai rarissimo gambero di fiume, per numerosi uccelli acquatici stanziali e di passo, per variopinte libellule tra cui la rara Sympetrum vulgatum, che oggi soltanto qui, in Italia, trova le condizioni idonee per riprodursi.

Parchi e riserve naturali

È entrata nel vivo la realizzazione del programma di interventi di rimboschimento nelle aree dei Comuni di Mompantero e Caselette percorse dal fuoco nel corso dei devastanti incendi dell’ottobre 2017 (Mompantero) e del marzo 2021 (Caselette). Lo stato di avanzamento degli interventi, finanziati sulla Missione 2 del PNRR, è stato illustrato venerdì 17 marzo nel corso di una conferenza stampanella Sala Giunta dell’Unione Montana Valle Susa. Erano presenti il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, il responsabile della Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino, il Presidente dell’Unione Montana e Sindaco di Caselette, Pacifico Banchieri, il Sindaco di Mompantero, Davide Gastaldo.
L’obiettivo principale del progetto è di recuperare le aree danneggiate dagli incendi negli ultimi 5 anni, in parte già interessate da lavori selvicolturali di messa in sicurezza e asportazione delle piante morte, con interventi di ricostituzione attiva, che consistono nella messa a dimora di circa 90.000 pianticelle di specie arboree e arbustive adatte ai luoghi o nella eventuale semina, in modo da recuperare la naturalità, la biodiversità e i processi ecologici legati agli ecosistemi forestali danneggiati in modo irreversibile dall’incendio. Il progetto è inoltre finalizzato alla riduzione dei rischi idrogeologici. Il passaggio del fuoco ha interrotto in vaste aree la continuità della copertura arborea, per cui occorre ricostituire le connessioni perdute, ricreando condizioni ecologiche funzionali e strutturali complesse, aumentando la biodiversità e dando ospitalità al maggior numero possibile di esseri viventi.

LE AREE INTERESSATE

A Mompantero l’area boscata percorsa dal fuoco nel 2017 si trova al confine con i territori dei Comuni di Venaus e Novalesa ad un’altitudine che varia dai 1200 metri ai 1750 di Punta Bosconero ed è percorsa dalla strada militare che conduce al Forte Pampalù. A Caselette la zona di intervento sul monte Musinè ha un clima xerotermico, ovvero con temperature più elevate rispetto alle aree circostanti, con una vegetazione costituita da boschi e praterie aride. Si tratta della più importante oasi xerotermica del Piemonte, con ricchissima fauna di invertebrati. L’area, ad un’altitudine tra i 420 e i 600 metri, è stata percorsa da un grande incendio nel marzo 2021.

LE ATTIVITÀ PREVISTE

Il progetto di rimboschimento ha previsto un’attività di preparazione dei terreni, con il decespugliamento della vegetazione erbacea, l’asportazione di porzioni di piante morte ancora presenti in loco, una lavorazione andante del terreno con attrezzi manuali su una superficie di circa 1metro quadrato per ogni piantina da mettere a dimora, con dissodamento del terreno per una profondità di almeno 20-30 centimetri. Al termine dei lavori preparatori le aree di messa a dimora si presentano come piazzole, ripulite dalla vegetazione spontanea e da residui di legno a terra, con il terreno spietrato e lavorato. Le pietre rimosse vengono risistemate intorno ad ogni singola piazzola, a formare una specie di cordolo, a partire dal lato di valle, in modo da creare piccole barriere allo scorrimento dell’acqua.
La messa a dimora delle piante viene effettuata durante il periodo di riposo vegetativo invernale, in modo da massimizzare le possibilità di attecchimento. Le buchette in cui vengono sistemate le piante devono avere profondità e larghezza adeguate ad ospitare comodamente l’intera zolla radicale o pane di terra. Una volta scavata la buca si lavora il terreno sul fondo, in modo da agevolare l’approfondimento delle radici nel terreno. Sul fondo della buchetta viene posizionato un idroritentore, ovvero una sostanza chimico-minerale a base di poliacrilamide, in grado di migliorare le caratteristiche del terreno, riducendo gli stress idrici delle piante e migliorandone l'attecchimento. Nelle zone difficilmente accessibili si valuta la semina di specie pioniere.

LE SPECIE ARBOREE E ARBUSTIVE MESSE A DIMORA
(cifre riferite al progetto iniziale presentato sulla Missione 2 del PNRR, poi incrementate)

Mompantero

Specie arboree                                                           Specie arbustive

Pinus sylvestris (12872 piantine)                      Ligustrum vulgaris (3218 piantine)
Abies alba (6436)                                                Crataegus monogyna (3218)
Acer pseudoplatanus/opalus 6436                  Viburnum lantana 3218
Populus tremula 6436                                       Amelanchier ovalis 3218
Fraxinus excelsior 9654                                    Prunus mahaleb 3218
Betula alba 3218
Sorbus aria 3218
totale 48270 piantine totale 16090 piantine

Caselette

Specie arboree                                                    Specie arbustive

Quercus petraea (1710 piantine)                  Ligustrum vulgaris (286 piantine)
Acer campestre (570)                                    Crataegus monogyna (286)
Betula alba (857)                                            Viburnum lantana (286)
Sorbus aria (857)                                            Corylus avellana (286)
Prunus avium (286)                                       Prunus mahaleb (286)

 

riforestazione Caselette 1

Parchi e riserve naturali

È entrata nel vivo la realizzazione del programma di interventi di rimboschimento nelle aree dei Comuni di Mompantero e Caselette percorse dal fuoco nel corso dei devastanti incendi dell’ottobre 2017 (Mompantero) e del marzo 2021 (Caselette).
Il punto sullo stato di avanzamento degli interventi, finanziati sulla Missione 2 del PNRR, sarà fatto nel corso di una conferenza stampa in programma venerdì 17 marzo alle 10 nella Sala Giunta dell’Unione Montana Valle Susa, in via Trattenero 15 a Bussoleno. Alla conferenza stampa parteciperanno il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, il responsabile della Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino, il Presidente dell’Unione Montana e Sindaco di Caselette, Pacifico Banchieri, il Sindaco di Mompantero, Davide Gastaldo.
I colleghi giornalisti sono cordialmente invitati ad intervenire

Parchi e riserve naturali

Domenica 26 febbraio dalle 9,30 alle 13 alla diga del lago di Arignano appuntamento con il plogging lento, una passeggiata ecologica durante la quale i volontari saranno impegnati a raccogliere i rifiuti trovati lungo il loro cammino. Lo scopo è quello di aiutare l'ecosistema della preziosa area umida, gli animali che lo popolano e la vegetazione intorno all’acqua. Il plogging è una pratica nata in Svezia che coniuga l'attività sportiva all'aria aperta, come il jogging, con la salvaguardia dell'ambiente. Il termine è infatti la fusione della parola svedese plocka upp (raccogliere) con l'inglese jogging. Ad Arignano se ne propone una versione lenta, in cui non è necessario correre ma basta camminare. La giornata è promossa nell'ambito del progetto Isola, finanziato attraverso il bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo. Organizzano l’evento la Città metropolitana di Torino, i Comuni di Arignano e Marentino e il Comitato per la Salvaguardia del Lago di Arignano, in collaborazione con Pro Natura Animali e Pro Loco di Arignano. Ai partecipanti si raccomanda di munirsi di abbigliamento caldo, scarponcini e acqua. Guanti e sacchetti saranno forniti dagli organizzatori. In caso di pioggia o neve l'appuntamento sarà rinviato al successivo sabato 4 marzo con le stesse modalità. Per informazioni si può chiamare il numero telefonico 368-7171811.

ISOLA”, UN PROGETTO PER TUTELARE L’AMBIENTE DEL LAGO DI ARIGNANO

Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana di Torino ha partecipato con successo al bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo, candidando l’area del lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città metropolitana è stata partner. Il lago collinare di Arignano si trova ad una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. Lo specchio d’acqua tra le colline ad est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana. Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 partecipano otto soggetti di cui sei sono pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi Naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto comprensivo statale Andezeno, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali. Due partner sono invece soggetti no profit: l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Gli obiettivi del progetto sono tre: l’
aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale. L’aumento della naturalità viene perseguito grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, in modo da permettere la differenziazione degli habitat, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. È prevista la realizzazione di cinque stagni e pozze temporanee idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi. Sono previsti interventi di gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea, per le quali sono previste trinciature ripetute durante l’anno. La ricostruzione del cotico erboso viene perseguita tramite la semina di un miscuglio polifita, che consente di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. La messa a dimora di specie arbustive è prevista sia nelle porzioni di bordo che all’interno delle superfici boschive e comprende anche la collocazione di piante di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago saranno messi a dimora rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. È infine prevista l’eradicazione della Carpa, mentre lungo le sponde saranno realizzati rifugi per le specie ittiche e di anfibi.

Grazie ad iniziative come il plogging lento e ad altri momenti formativi ed educativi, la popolazione locale verrà sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e e vegetali. È prevista la creazione di un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, con targhette e pannelli illustrativi degli habitat e delle specie di maggiore rilievo. La realizzazione del progetto produrrà ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni.plogging Lago Arignano 26 02 2023

 

Parchi e riserve naturali

Un lago che recupera il suo equilibrio naturale, creando nella cittadinanza e negli amministratori locali una nuova consapevolezza sul suo valore ambientale e sulla necessità di tutelarlo, promuovendo una fruizione sostenibile e regolamentata. È con questi obiettivi che la Direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana di Torino ha partecipato con successo al bando Simbiosi 2022 della Fondazione Compagnia di San Paolo, candidando l’area del lago di Arignano ad un ulteriore sostegno finanziario per una serie di interventi già parzialmente previsti in un piano d’azione predisposto nell’ambito del progetto europeo Interreg MaGICLandascapes, di cui la Città Metropolitana è stata partner.
Il lago collinare di Arignano si trova ad una quindicina di chilometri da Torino ed è un avamposto isolato di quelle aree ad elevata naturalità che sono state riconosciute dalla Legge regionale 19 del 2009. “Lo specchio d’acqua tra le colline ad est di Torino è stato individuato come Zona naturale di salvaguardia, in quanto è considerato la più importante area umida della collina torinese e un nodo importante della Rete ecologica della Regione Piemonte. - sottolinea il Consigliere metropolitano Gianfranco Guerrini, delegato all’ambiente, ai parchi e alle aree protette - L’area è inoltre inserita nella banca dati regionale delle Zone umide come lago artificiale e, per la parte a monte, come stagno-palude, configurandosi come core area della Rete ecologica provinciale individuata dal Piano territoriale di coordinamento PTC2 della Città metropolitana”.
Al progetto candidato sul bando Simbiosi 2022 partecipano otto soggetti di cui sei sono pubblici: la Città metropolitana di Torino-Direzione Sistemi Naturali come capofila, i Comuni di Arignano e Marentino, l’Istituto comprensivo statale “Andezeno”, l’Istituto di istruzione superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino, l’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali. Due partner sono invece soggetti no profit: l’associazione regionale produttori apistici Piemonte AsproMiele e il Comitato per la salvaguardia del lago di Arignano.
Gli obiettivi del progetto sono tre: l’aumento della naturalità del lago nella porzione delle acque superficiali, delle sponde e della porzione a Nord, la sensibilizzazione della popolazione e degli Enti sull’importanza della tutela del lago e dei suoi dintorni, la promozione di una fruizione e di un turismo sostenibili, grazie alla regolamentazione, alla vigilanza e all’educazione ambientale.
L’aumento della naturalità sarà perseguito grazie all’innalzamento del livello dell’acqua di circa 60 centimetri, in modo da permettere la differenziazione degli habitat, il mantenimento e rigenerazione degli habitat di palude (cariceti, giuncheti e canneti) e la rigenerazione dell’habitat delle acque profonde. Verranno inoltre realizzati cinque stagni e pozze temporanee idonei alla riproduzione e al mantenimento degli anfibi. Sono previsti interventi di gestione della vegetazione invasiva e non autoctona, in particolare dell’Amorpha fruticosa e della Solidago gigantea, per le quali sono previste trinciature ripetute durante l’anno. La ricostruzione del cotico erboso sarà realizzata grazie alla semina di un miscuglio polifita, che consente di nutrire adeguatamente gli insetti imenotteri apoidei, i più noti dei quali sono le api. È prevista la messa a dimora di specie arbustive, sia nelle porzioni di bordo che all’interno delle superfici boschive. Verranno collocate anche piante arbustive e arboree di antica gestione agricola, come gelsi e meli della cultivar tipica di Arignano. Lungo le sponde del lago saranno messi a dimora rizomi di cannuccia di palude e di piante acquatiche e di bordo umido. È infine prevista l’eradicazione della Carpa, mentre lungo le sponde saranno realizzati rifugi per le specie ittiche e di anfibi.
Il Consigliere metropolitano Gianfranco Guerrini annuncia che “la popolazione locale sarà sensibilizzata sull’importanza della conservazione delle zone umide in quanto habitat di grande importanza per la biodiversità, la cui riduzione è una delle cause dell’accresciuto rischio di estinzione per molte specie di uccelli, anfibi, insetti e e vegetali“. Verrà creato un percorso didattico all’interno della Zona naturale di salvaguardia, con targhette e pannelli illustrativi degli habitat e delle specie di maggiore rilievo. Si prevedono anche eventi pubblici e formativi rivolti all’intera cittadinanza e attività di educazione ambientale all’aperto per gli allievi dell’Istituto comprensivo di Andezeno. La realizzazione del progetto produrrà ricadute economiche positive per le attività ricettive e le aziende agricole, comprese quelle apistiche, impegnate nella vendita diretta delle loro produzioni.Lago Arignano repertorio 1

Parchi e riserve naturali

Con una lettera rivolta alla Regione Piemonte, Città metropolitana, i Sindaci di Ivrea, di Chiaverano, di Montalto Dora, di Cascinette di Ivrea, di Borgofranco d’Ivrea e per  le associazioni agricole,  i Presidenti di Confagricoltura e C.I.A.   -non ha aderito invece Coldiretti - hanno sollecitato la conclusione dell’iter di istituzione del Parco dei 5 laghi con l’approvazione in Consiglio Regionale.

Dopo gli incontri con le associazioni agricole che avevano manifestato perplessità circa l’istituzione del parco, soprattutto in merito al contenimento dei cinghiali, viene spiegato nella lettera, “è stato confermato che l’istituzione del Parco non comporterà nuovi vincoli territoriali poiché ricadente interamente su aree già individuate come SIC e Zona speciale di Conservazione facente parte della Rete Natura 2000 e come Oasi faunistica e già oggi inserite all’interno delle norme di tipo idrogeologico, paesaggistico ed urbanistico dei rispettivi comuni aderenti”.

La lettera precisa che l’istituzione del Parco non comporterà vincoli aggiuntivi rispetto alle attività agricole esistenti e che, per quanto concerne la gestione faunistica ed in particolare quella legata alla criticità della specie cinghiale, la Città metropolitana elaborerà un Piano di gestione faunistica che conterrà al suo interno le modalità di intervento e le collaborazioni con il settore venatorio locale “affinché gli interventi di contenimento già attualmente realizzati da ATC e selecontrollori vengano implementati nel nuovo sistema organizzativo per incrementarne l’efficacia insieme all’operatività degli agenti faunistici della Città metropolitana”.