Ambiente
Dopo l’annuncio delle disposizioni da parte della Regione sulle nuove misure antismog, a partire della gestione del semaforo che regola i blocchi del traffico, la consigliera con delega all’Ambiente della Città metropolitana di Torino Barbara Azzarà, ha convocato il Tavolo di coordinamento della qualità dell’aria. L’appuntamento è fissato in modalità on line per giovedi 4 marzo alle ore 10.
Durante l’incontro si farà riferimento proprio alle disposizioni straordinarie in materia di tutela della qualità dell’aria per definirne le modalità applicative sul territorio metropolitano. Sono stati convocati sindaci e assessori all’ambiente e ai trasporti dei comuni di Alpignano, Avigliana, Baldissero Torinese, Beinasco, Borgaro Torinese, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Caselle Torinese, Chieri, Chivasso, Cirie', Collegno, Druento, Giaveno, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pecetto Torinese, Pianezza, Pinerolo, Pino Torinese, Piobesi Torinese, Piossasco, Poirino, Rivalta di Torino, Rivarolo Canavese, Rivoli, San Maurizio Canavese, San Mauro Torinese, Santena, Settimo Torinese, Torino, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano.
Interverrano inoltre l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati ed i vertici di Arpa Piemonte, Anci e Agenzia Mobilità Piemontese.
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L’anteprima del rapporto “Uno sguardo all’aria 2020”, un quadro preciso con dati e commenti sulla qualità dell’aria nell’intero territorio metropolitano realizzato da Città metropolitana di Torino e Arpa Piemonte, si può consultare sulle pagine web dei due Enti.Come per ogni edizione proviamo ad effettuare una breve analisi sui contenuti del rapporto. I dati rilevati nel corso del 2020 offrono spunti di riflessione interessanti per gli effetti positivi dovuti alla riduzione delle emissioni dovute al traffico e al settore industria durante i periodi di lockdown e alle misure di contenimento del contagio da coronavirus, contrastati da una meteorologia particolarmente sfavorevole alla dispersione degli inquinanti.
Sono tre gli inquinanti per i quali non sono rispettati i valori limite o obbiettivo: PM10, biossido di azoto (NO2) e ozono (O3). Rispetto al PM10 il confronto con gli anni più recenti (2018 e 2019) evidenzia che le condizioni meteo-climatiche del 2020 hanno inciso in modo negativo sui valori di particolato e che la riduzione delle attività antropiche, dovuta proprio alle misure di contenimento del COVID-19, non è stata sufficiente a compensare gli effetti della meteorologia su questo inquinante, che ha un’origine complessa in termini di sorgenti emissive e meccanismi di formazione secondaria in atmosfera.
Un esame più circostanziato evidenzia però che i dati dello scorso anno sono significativamente migliori rispetto a quelli del 2017, l’anno più prossimo con condizioni meteo paragonabili al 2020.
Netti miglioramenti sono stati osservati sull’NO2 dove la diminuzione del traffico veicolare, che rappresenta la fonte prioritaria di questo inquinante, ha portato riduzioni significative rispetto al 2017 ma anche rispetto agli anni 2018 e 2019.
L'ozono conferma la sua criticità nei mesi estivi su tutto il territorio metropolitano con qualche leggero miglioramento nell’ultimo anno.
Monossido di carbonio(CO), biossido di zolfo(SO2), benzene, metalli (Pb, As, Cd, Ni), benzo(a)pirene e PM2,5 hanno rispettato nel 2020, come negli anni precedenti, i valori limite e obiettivo su tutto il territorio metropolitano.
Le serie storiche degli inquinanti, al netto delle condizioni meteo dispersive, certificano l’efficacia delle misure di risanamento adottate nel corso degli anni e evidenziano che la riduzione delle emissioni di carattere straordinario avvenuta nel 2020 ha avuto effetti positivi sulla qualità dell’aria. In particolare è rilevante il fatto che nel 2020 si sia sfiorato il rispetto del valore limite per il biossido di azoto su tutto il territorio, un elemento da ritenersi fra gli inquinanti atmosferici maggiormente pericolosi perché irritante per le mucose e precursore dell’ozono e del PM nei processi fotochimici.
L’anteprima del rapporto è consultabile su
www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/qualita-aria/dati-qualita-aria/relazioni-annuali
www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/territorio/torino/aria/Pubblicazioni
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“I 180 giorni di tempo ottenuti per presentare le osservazioni alla Carta di Sogin che individua i siti potenzialmente idonei all'insediamento del deposito unico nazionale per le scorie nucleari sono un primo, importante risultato: ringrazio i parlamentari piemontesi che si sono fatti carico di questo impegno facendo approvare un emendamento alla Camera”Il vicesindaco di Città metropolitana di Torino Marco Marocco con la consigliera delegata all'ambiente Barbara Azzarà commentano positivamente lo slittamento da 60 a 180 giorni chiesto a gran voce dal territorio ed aggiunge: "la Città metropolitana di Torino sta ricevendo dai Comuni delle zone potenzialmente coinvolte (Carmagnola, Mazzè, Caluso, Rondissone) molto materiale a sostegno della non idoneità dei siti indicati da Sogin. Tutti si sono attrezzati tecnicamente per questa battaglia a favore di un territorio agricolo e naturale da tutelare. Avere più tempo per le osservazioni era fondamentale, così come modificare le procedure introdotte da Sogin".
"Il nostro impegno a fianco dei Comuni continua" conclude Marocco.
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Da domani, martedi 23 febbraio, sarà attivo il semaforo arancione previsto dal protocollo operativo delle misure antismog. E’ peggiorata negli ultimi giorni la qualità dell’aria con il conseguente sforamento delle micropolveri che per quattro giorni consecutivi hanno superato i livelli previsti dall’accordo di Bacino padano spingendosi oltre i 50 microgrammi al metro cubo.Blocco della circolazione per gli autoveicoli diesel fino ad euro 5 (ma lo stop interessa anche i mezzi commerciali a gasolio fino all'euro 4) nei comuni di Torino, Beinasco, Borgaro, Carmagnola, Cambiano,Caselle, Chieri, Chivasso, Collegno, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pianezza, Rivalta, Rivoli, San Mauro, Santena, Settimo, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano.
Tutte le modalità sui blocchi del traffico alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/qualita-aria/blocchi-traffico
Il livello del semaforo si può consultare su https://www.arpa.piemonte.it/export/bollettini/semaforo.pdf
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Imparare ad amministrare e comunicare con rispetto è un obiettivo ambizioso contenuto nel progetto di formazione che Città metropolitana di Torino ha studiato creando un corso rivolto a giovani amministratori e giovani della società civile per aiutarli a focalizzare il loro impegno sugli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.Sessanta le ore di impegno totali, sia online che in presenza (covid permettendo) con dieci webinar a partire da sabato 10 aprile per concludersi con un summer camp di tre giorni dal 16 al 18 luglio prossimi.
Il corso di formazione è gratuito, è stato infatti candidato con successo al secondo bando aperto da Regione Piemonte sul tema "Partecipazione dei giovani alla vita sociale e politica dei territori" dalla Città metropolitana di Torino (capofila) insieme ai Comuni di Avigliana, Rivalta, Lanzo, Vigone, Villar Pellice e Volvera - tutti rappresentativi di contratti di fiume e di lago - e la collaborazione di Anci Piemonte, Uncem Piemonte e Anpci.
I posti sono limitati, le candidature sono aperte fino all'8 marzo inviando manifestazione di interesse scrivendo a pianificazione.acque@cittametropolitana.torino.it
Il percorso formativo si rivolge ad un gruppo di 25 giovani del territorio, prioritariamente metropolitano ma anche regionale, composto sia da amministratori e amministratici under 35 sia da cittadini e cittadine che vogliano approfondire e confrontarsi sugli obiettivi dell’Agenda 2030 di sviluppo sostenibile.
Andrea Vico, divulgatore e giornalista scientifico, accompagnerà il gruppo durante l’intero percorso: gli incontri online saranno incentrati sulla descrizione degli obiettivi dell’Agenda 2030 e sulla loro declinazione sul territorio locale, in termini di politiche e azioni concrete da mettere in atto, con l’aiuto di esperti.
I candidati prescelti dovranno sottoscrivere un patto formativo con l’impegno a frequentare almeno il 75% delle ore.
Altre info su http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/risorse-idriche/progetti-ris-idriche/formazione-divulgazione/amministrare-comunicare-con-rispetto
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In una lettera inviata ai parlamentari eletti nel territorio, la Città metropolitana di Torino denuncia il rischio che le consultazioni pubbliche di Sogin si trasformino in una beffa.
Mentre tecnici ed uffici sono al lavoro fin dall’inizio di gennaio per produrre il materiale necessario a dimostrare sia gli errori compiti da Sogin nella valutazione che ha portato alla redazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, ma anche l’assoluta inadeguatezza dei Comuni individuati, Città metropolitana in stretto raccordo con i Comuni di Carmagnola, Caluso, Mazzè e Rondissone evidenziano ai parlamentari un aspetto tecnico non irrilevante contenuto nella piattaforma predisposta per raccogliere le osservazioni durante la fase di consultazione pubblica in chiusura il 5 marzo.
Ogni contributo caricato in piattaforma infatti non potrà superare i 1500 caratteri con la possibilità di inserire un solo allegato di dimensione contenuta entro 20 MB.
"Sogin impone consultazioni pubbliche pressochè simboliche, con regole che non consentono alle nostre amministrazioni di esprimersi a pieno e nel merito" commentano il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la consigliera delegata all'ambiente Barbara Azzarà. Nella lettera si chiede che "i parlamentari eletti sul nostro territorio facciano sentire la loro voce a livello nazionale per evitare che questa consultazione pubblica si trasformi in una beffa a danno delle nostre comunità, di fatto impossibilitate a far valere le proprie ragioni. Siamo certi che accoglierete il nostro appello e contiamo sul Vostro sostegno sia per ottenere la proroga necessaria alla presentazione delle osservazioni, sia per far modificare la tecnicalità della piattaforma di Sogin che ci impedisce di produrre contributi approfonditi". Proprio nei giorni scorsi, la Città metropolitana di Torino aveva ricevuto da Sogin il diniego ad estendere la scandenza dei 60 giorni indicati per le osservazioni alla carta dei siti potenzialmente idonei .
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Nessuna apertura da parte di Sogin alla richiesta avanzata venerdi 12 febbraio da Città metropolitana di Torino per ottenere una proroga di ulteriori 60 giorni del termine fissato nel 5 marzo per la presentazione delle osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e del progetto preliminare per la collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari.Una lettera, cortese ma ferma, ricevuta dal vicesindaco metropolitano Marco Marocco spiega le procedure attuate da Sogin a partire dal 5 gennaio con l'avvio della consultazione pubblica insieme alla pubblicazione online sul sito www.depositonazionale.it della carta di aree potenzialmente idonee ad ospitare il sito nazionale unico per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi prodotti in Italia.
"Siamo delusi dalla chiusura di Sogin - commentano il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la consigliera delegata all'ambiente Barbara Azzarà - ma non rassegnati: la partita per ottenere più tempo è nelle mani dei parlamentari e siamo certi che faranno tutti la loro parte. La stessa Sogin nella lettera di risposta ricorda che sono stati presentati molti emendamenti sul rinvio dei termini nel decreto milleproroghe e che l'iter parlamentare è in corso".
"La Città metropolitana con tutti i sindaci dei Comuni potenzialmente interessati torna a sollecitare i parlamentari del nostro territorio affinchè facciano sentire la loro voce in tempo per spostare la scadenza del 5 marzo" concludono Marocco e Azzarà, ricordando che tutti gli uffici interessati sono al lavoro per predisporre il materiale per far comprendere che nessuno dei nostri siti individuati nella proposta della Carta nazionale (Carmagnola e Caluso, Mazzè e Rondissone) sono idonei.
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La segnalazione pervenuta da parte di alcuni cittadini che passeggiavano con le racchette da neve sulle montagne di Pramollo ed erano stati sorpassati da motoslitte, ha avuto come conseguenza un servizio di controllo da parte degli agenti della Polizia locale metropolitana, in collaborazione con le guardie volontarie della LAC. Nel pomeriggio di domenica 14 febbraio si è svolto un controllo per verificare la segnalazione ricevuta, che ha portato all’accertamento della presenza di 8 motoslitteche salivano in quota oltre i 1500 metri di altitudine fino al monte Servin, passando dal colle Vaccera e nella zona boschiva della conca sottostante. Le persone a bordo delle motoslitte sono state fermate nella fase di rientro verso valle. Nella zona di Pramollo, inVal Chisone, il turismo escursionistico invernale è aumentato notevolmente verso le mete panoramiche e naturalisticamente pregevoli come il colle Lazarà e il colle Vaccera.
Durante il controllo è emerso che i conduttori delle motoslitte non rispettavano le prescrizioni della Legge Regionale 2 del 2009, che prevede un divieto generalizzato della circolazione di mezzi atipici, quali appunto le motoslitte, su tutti i terreni innevati. I veicoli sono risultati privi dei dispositivi di sicurezza e i conducenti non erano in possesso dell’autorizzazione alla circolazione. Tale autorizzazione deve essere rilasciata dai Comuni per motivi di necessità - a seguito di una valutazione acustica e ambientale – e riguarda percorsi prestabiliti, autorizzati e segnalati. La violazione delle norme in materia comporta una sanzione amministrativa che può arrivare fino a 2.500 Euro e comportare il sequestro dei veicoli. Vengono concesse deroghe ai proprietari di immobili non raggiungibili da strade, che comunque debbono essere autorizzati e rispettare tutte le norme di sicurezza.
“La Legge Regionale 2 del 2009 disciplina tutte le attività e gli sport invernali e ha come primario obiettivo la tutela della sicurezza e della incolumità dei cittadini, senza trascurare gli aspetti ambientali e naturalistici. - spiegano il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la Consigliera delegata all’ambiente Barbara Azzarà - I veicoli a motore veloci e rumorosi possono mettere in pericolo i frequentatori lenti della montagna, che tra l’altro sono aumentati moltissimo in un inverno in cui gli impianti di risalita sono fermi. Per questo la legge prevede percorsi limitati per i veicoli a motore, segnalati con cartelli in quattro lingue.I veicoli debbono essere dotati di lampeggiante e i proprietari hanno l’obbligo di stipulare un’assicurazione per i danni a terzi. La Polizia metropolitana continuerà ad organizzare controlli per verificare il rispetto della normativa regionale”.
Il rumore dei motori in ambienti naturali innevati disturba la fauna selvatica che, per fuggire velocemente nella neve, ha un dispendio energetico importante in una stagione invernale particolarmente severa. In taluni casi potrebbe essere anche fatale, nel caso di animali particolarmente sensibili e ormai rari, come il Gallo forcello, che si rifugia per giorni sotto il manto nevoso per resistere alle basse temperature. Le vibrazioni sul manto nevoso provocate dal passaggio di mezzi a motore inducono i Galli forcelli ad una veloce fuoriuscita dalla neve e alla fuga, con la conseguente difficoltà a ripararsi nuovamente dal freddo.
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La Città Metropolitana di Torino ha chiesto alla Sogin spa una proroga di ulteriori 60 giorni del termine per la presentazione delle osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e del progetto preliminare per la collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari. La richiesta è stata avanzata ufficialmente dal Vicesindaco metropolitano Marco Marocco in una lettera inviata alla Sogin e per conoscenza al Presidente del Consiglio, al Ministro dell'Ambiente, ai presidenti delle Commissioni ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati e del Senato e al Presidente della Regione Piemonte.Spiega il Vicesindaco metropolitano: "Dal momento che due dei siti individuati nella proposta della Carta nazionale interessano aree e Comuni della Città metropolitana di Torino – da un lato Carmagnola e dall'altro Caluso, Mazzè e Rondissone – il nostro Ente ritiene di essere portatore di un interesse qualificato nell'ambito del procedimento di consultazione pubblica in corso".
Secondo Marocco "la mole e la complessità delle informazioni e valutazioni sottoposte alla consultazione sono tali da richiedere un rilevante complesso di analisi geologiche, geografiche, urbanistiche, demografiche, ingegneristiche ed economiche. Non si possono comprimere oltre un certo limite i tempi e le modalità di tali analisi. Riteniamo che l'iter di adozione della Carta nazionale debba contemperare la finalità di individuare un sito con la correttezza degli strumenti impiegati e la garanzia di imparzialità, in coerenza con le linee guida sui processi di consultazione pubblica espressi nella Direttiva del Consiglio dei Ministri numero 2 del 2017".
"Abbiamo approfondito la normativa in materia: la Sogin è titolare del procedimento di consultazione e può modificarne i termini. - precisa il Vicesindaco Marco Marocco - Pertanto il termine di 60-90 giorni per la conclusione della consultazione pubblica, fissato dalla Direttiva 2 del 2017, è nella disponibilità della Sogin stessa. Da ciò deriva la nostra richiesta di prorogarlo di ulteriori 60 giorni, per consentire la più ampia partecipazione dei portatori di interessi qualificati".
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E’ in corso in questo periodo la revisione del Protocollo A.P.E. (Acquisti Pubblici Ecologici)un aggiornamento necessario alla luce dei nuovi obblighi di legge e una nuova opportunità per le organizzazioni territoriali diaderire ed entrare a far parte della Rete A.P.E e beneficiando di importanti supporti tecnici.Si tratta del Green Public Procurement o GPP,l’ormai noto sistema di acquisti di prodotti e servizi ambientalmente preferibili adottato dalle amministrazioni pubbliche; uno strumento il cui utilizzo è obbligatorio ai sensi dell’art. 34 del Codice degli appalti, che può giocare un ruolo fondamentale per costituire il traino nel processo di orientamento delle scelte di consumo in chiave sostenibile e innovativa.
In questo campo l’intero settore pubblico può infatti ridurre in maniera significativa gli impatti ambientali, acquistando prodotti e servizi verdi, grazie alla consistenza degli acquisti che a livello europeo costituiscono circa il 17 per cento del PIL; accrescere la disponibilità e la competitività dei prodotti e servizi più verdi negli appalti relativi a lavori, opere, servizi e forniture; infine influenzare il comportamento dei cittadini privati, ma soprattutto delle istituzioni private e delle imprese, e spingerli verso acquisti e produzioni più sostenibili.
La strategia della Città metropolitana di Torino in questo ambito nasce all'interno dell'Agenda 21 provinciale già nel 2003, in attuazione dell'obiettivo di promozione dei consumi più sostenibili e di ampliamento delle attività economiche legate a prodotti e servizi ad alto contenuto di innovazione ambientale ed è stata ribadita nel Piano Strategico Provinciale per la Sostenibilità, nella Scheda Azione 37 "Riduzione dei consumi degli Enti pubblici e più efficace e capillare applicazione degli acquisti pubblici ecologici (GPP - Green Public Procurement)".
Nel frattempo, a livello nazionale, il Piano d’azione nazionale sul GPP – PAN GPP ha identificato le categorie di beni, servizi e lavori di intervento prioritarie per gli impatti ambientali e i volumi di spesa sulle quali definire i Criteri Ambientali Minimi – CAM – il cui utilizzo è obbligatorio per tutta la PA.Il progetto A.P.E. (Acquisti Pubblici Ecologici), prosegue dal 2003 con il supporto tecnico di ARPA Piemonte, propriocon l'obiettivo di supportare gli uffici acquisti e ambiente degli enti del territorio provinciale per integrare criteri ambientali nelle procedure di acquisto di sempre più numerose tipologie di prodotti e servizi. Gli aderenti al progetto hanno beneficiato di importanti supporti formativi, di un helpdesk continuativo e hanno monitorato i propri risultati. Il supporto è stato arricchito nel tempo anche producendo nuovi strumenti (calcolatori, check list e procedure) per un più efficace adempimento degli obblighi normativi.
Oltre a Città metropolitana ed Arpa hanno aderito negli annial Protocollo i Comuni di Almese, Andezeno, Avigliana, Bardonecchia, Bruino, Comune di Cesana e Unione Montana Comuni Olimpici – Via Lattea, Chieri, Collegno, Cumiana, Giaveno, Grugliasco, Moncalieri, Pavone C.se, Piossasco, Poirino, Rivalta, Rivoli, S. Antonino di Susa, Torino, Villastellone, Unione Montana Valle Susa, Ente di gestione del Parco Regionale La Mandria, Ente aree protette Alpi Cozie, Parco Nazionale del Gran Paradiso, Fondazione TORINO SMART CITY per lo Sviluppo Sostenibile, Associazione Torino Internazionale, CCIAA Torino, Cinemambiente Torino, Associazione A come Ambiente, Pracatinat S.C.P.A., Consorzio Servizi Socio Assistenziali Chierese, Environment Park di Torino, ITCG Galileo Galilei di Avigliana, Istituto Comprensivo di Avigliana, IIS JC Maxwell, ACEA Pinerolese Industriale S.p.A., Acsel S.p.A., Amiat S.p.A., Cidiu S.p.A., Consorzio Chierese per i Servizi, COVAR 14, Politecnico di Torino, ATO-Rifiuti, SCR Piemonte - Società di committenza regionale, Università degli Studi di Torino, GTT - Gruppo Torinese Trasporti, CISA - Consorzio Intercomunale di Servizi per l'Ambiente, INRIM - Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, Liceo Statale Augusto Monti di Chieri, CSI Piemonte.
Oggi il Protocollo si rinnova e dà la possibilità a tutte la PA del territorio di aderire, entrando a far parte del progetto e della rete di organizzazioni al lavoro per una più efficace implementazione del GPP.
Per conoscere la procedura di adesione o per ottenere info si può scrivere all’indirizzogpp@cittametropolitana.torino.it
La pagina dedicata al Progetto A.P.E.
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/agenda21/ape
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