I NOSTRI COMUNICATI

 

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Ambiente

Fare previsioni sulle conclusioni del Seminario nazionale sul progetto del Deposito unico dei rifiuti radioattivi è veramente difficile. Quello che possiamo ribadire è che il territorio ha il diritto di sapere se e come sono state tenute nel dovuto conto le osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e al progetto preliminare per la collocazione del deposito unico, presentate a suo tempo dai Comuni interessati con il supporto tecnico e istituzionale dalla Città Metropolitana di Torino”: con queste parole il Vicesindaco metropolitano Roberto Montà commenta l’esito della seduta plenaria del seminario nazionale, che si è tenuta stamani.
I Comuni del Basso Canavese, del Chivassese e del Carmagnolese, - sottolinea Montà – non hanno mai chiesto un trattamento di favore rispetto ad altri territori potenzialmente interessati. Abbiamo solo e sempre chiesto pari dignità per tutte le comunità locali e abbiamo sottoposto alla Sogin le analisi tecniche che hanno fatto emergere forti criticità ambientali collegate all’eventuale insediamento in quei territori; territori che hanno investito ingenti risorse umane e finanziarie nello sviluppo di produzioni agroalimentari di pregio. Le osservazioni alla Carta nazionale presentate a suo tempo sono documentate e ampiamente fondate e chiediamo solo che, al momento di prendere una decisione, vengano tenute nella debita considerazione”.

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E’ operativo da oggi il punto di raccolta per piccoli elettrodomestici, oli vegetali esausti e capsule di alluminio del caffè all’interno della sede della Città metropolitana di Torino di corso Inghilterra, realizzato in collaborazione con Amiat Gruppo Iren.
Con questa iniziativa, riservata ai dipendenti dell’Ente, la Città metropolitana aderisce alla SERR, la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti in programma dal 22 al 26 novembre.
Una scelta dettata dal fatto che nella maggior parte dei casi si tratta di frazioni di rifiuto
spesso smaltite in modo scorretto, provocando una scarsa intercettazione di frazioni che potrebbero essere fortemente valorizzate dal processo di riciclo.
I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (denominati RAEE), sono composti da una moltitudine di materiali, tra cui materie prime rare e metalli che se non smaltiti correttamente risultano altamente inquinanti.
Per quanto riguarda gli oli vegetali esausti, cioè gli oli usati per cucinare o conservare gli alimenti, la criticità risiede nel comportamento abituale e scorretto di versarli nello scarico, un’azione che contribuisce ad aumentare l’inquinamento delle acque danneggiando i sistemi di depurazione. Capsule di caffè in alluminio: la duplice composizione non le rende adatte per il conferimento in frazione organica oppure con i metalli, ma vanno conferite in modo separato nei punti che effettuano una raccolta specifica per poi essere completamente riciclate.
“Con l’installazione di appositi contenitori –
ha commentato il Vicesindaco della Città metropolitana di Torino Roberto Montà – abbiamo voluto dare un segnale concreto anche nei confronti dei nostri dipendenti e aumentare così la sensibilizzazione per un corretto smaltimento di una parte importante di rifiuti. In questo modo veniamo incontro a quello che è l’obiettivo primario della SERR, il coinvolgimento attivo di cittadini e istituzioni. La Città metropolitana è particolarmente impegnata sul fronte della riduzione dei rifiuti, una priorità che deve passare attraverso la prevenzione e riduzione alla fonte con una campagna di informazione dedicata al riciclo dei materiali”.
“Amiat fornisce supporto tecnico a questa iniziativa perché in linea con i valori che contribuiscono fattivamente a realizzare un’economia di tipo circolare” ha aggiunto Christian Aimaro Presidente di Amiat Gruppo Iren “La nostra azienda è impegnata da sempre nella promozione di buone pratiche che contribuiscano a gestire i rifiuti in un modo ambientalmente sostenibile e, in particolare, a ridurre la produzione dei rifiuti e a differenziarli per massimizzarne il recupero, in linea con la normativa comunitaria”.

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Da lunedi 22 a venerdi 26 novembre, in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), i dipendenti della Città metropolitana di Torino potranno usufruire di un loro punto di raccolta per piccoli elettrodomestici, oli vegetali esausti e capsule di alluminio del caffè. Il piccolo centro con appositi contenitori verrà allestito nella sede di corso Inghilterra in collaborazione con Amiat, Gruppo Iren.
Una scelta dettata dal fatto che nella maggior parte dei casi si tratta di frazioni di rifiuto spesso smaltite in modo scorretto, provocando una scarsa intercettazione di frazioni che potrebbero essere fortemente valorizzate dal processo di riciclo. I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (denominati RAEE), sono composti da una moltitudine di materiali, tra cui materie prime rare e metalli che se non smaltiti correttamente risultano altamente inquinanti, in caso di riciclo invece permettono di recuperare quasi interamente tutti i materiali.
Per quanto riguarda gli oli vegetali esausti, cioè gli oli usati per cucinare o conservare gli alimenti, la criticità risiede nel comportamento abituale e scorretto di versarli nello scarico, un’azione che contribuisce ad aumentare l’inquinamento delle acque danneggiando i sistemi di depurazione. Il corretto conferimento consente invece un recupero notevole di materia.
Capsule di caffè in alluminio: la duplice composizione non le rende adatte per il conferimento in frazione organica oppure con i metalli, ma vanno conferite in modo separato nei punti che effettuano una raccolta specifica per essere completamente riciclate.
Al seguente link è disponibile la pagina relativa all’azione registrata sul sito web della SERR: https://ewwr.eu/actions/raccolta-puntuale-di-oli-vegetali-esausti-piccoli-raee-e-capsule-di-alluminio-per-il-caffe/

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Anche quest’anno Città metropolitana di Torino e Arpa Piemonte hanno pubblicato la Relazione annuale che riporta in dettaglio i dati sulla qualità dell’aria riguardanti il 2020.
L’analisi dei dati offre come sempre spunti di riflessione interessanti per gli effetti delle misure di contenimento del contagio da coronavirus Sars-CoV-2.
Ecco in sintesi quanto emerge
dal Rapporto. Diminuiscono le concentrazioni di biossido di azoto e in generale di tutti gli inquinanti la cui sorgente principale è il traffico veicolare. In aumento le concentrazioni di particolato PM10 e PM2,5 e di Benzo(a)pirene. Per quest’ultimi inquinanti la riduzione delle emissioni dei veicoli non è stata sufficiente a contrastare la meteorologia sfavorevole e l’aumento delle emissioni del riscaldamento domestico. Le serie storiche confermano, al netto delle variazioni stagionali, il miglioramento complessivo della qualità dell’aria.
Nella nuova edizione sono inoltre presenti sezioni dettagliate per tutti gli inquinanti previsti dalla normativa di settore e per altri inquinanti, come il black carbon, le diossine, il mercurio e le nano-polveri, che sono monitorati in relazione al loro rilievo tossicologico.
Sono anche disponibili dati e approfondimenti sulle caratteristiche meteorologiche dell’anno 2020, sull’impatto dei provvedimenti legati all’emergenza covid-19, sulla mutagenicità del particolato, sulle emissioni dei veicoli a motore e sull’applicazione del protocollo antismog.
Uno sguardo all’aria 2020 è un documento tecnico, approfondito e dettagliato che descrive, attraverso dati ed elaborazioni, l’evoluzione e lo stato della qualità dell’aria nel territorio della città metropolitana di Torino a partire dai primi anni ‘70.
Una fonte preziosa di informazioni, che riassume il lavoro di decine di tecnici che quotidianamente si dedicano a monitorare e comprendere i fenomeni di inquinamento atmosferico e a fornire informazioni per sviluppare azioni di miglioramento della qualità dell’aria.
Il rapporto da oggi è disponibile sulle pagine web dei due Enti:
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/qualita-aria/dati-qualita-aria/relazioni-annuali

http://www.arpa.piemonte.gov.it/approfondimenti/territorio/torino/aria/Pubblicazioni

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Un premio alla Città metropolitana di Torino per essersi distinta nelle attività che promuovono e migliorano gli acquisti verdi. E’ quanto ha stabilito la giuria del Premio Compraverde Buygreen 2021 la cui cerimonia di assegnazione si è svolta alla conclusione dei lavori del Forum che si è svolto a Roma il 6, 7 e 8 ottobre.
Il Premio Compraverde, suddiviso in otto sezioni, è rivolto a enti, imprese e associazioni “green” che si contraddistinguono per la loro particolare attenzione nell’adottare il Gpp, Green Public Procurement, e vengono selezionati in collaborazione con esperti nazionali nel settore degli acquisti verdi. Ristorazione collettiva, cultura, edilizia, criteri sociali e sostenibilità sono i temi sui quali viene posta particolare attenzione da parte del Forum,
gli Stati Generali degli acquisti verdi organizzati da Fondazione Ecosistemi.
La Città metropolitana di Torino si è aggiudicata il premio della
sezione Politica GPP, con la seguente motivazione: “per aver dato continuità nel tempo ad una politica di GPP strutturata attraverso l’aggiornamento del Protocollo APE (con il supporto di Arpa Piemonte) sugli acquisti verdi e l’integrazione di una solida rete di soggetti coinvolti nella promozione del GPP a livello territoriale”, di nuovo alla Intercent-ER “per aver pienamente integrato gli acquisti verdi nelle proprie attività avviando un percorso per rendicontare e comunicare ai propri stakeholder, in modo diretto e trasparente, il valore creato sul territorio in termini di contributo agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e a molti dei temi dell’Agenda 2030”.
Si è trattato di un’occasione importante per mettere in evidenza, ogni anno con maggiore forza, l’importanza dell’impegno a rispettare l’applicazione dei criteri ambientali minimi per una vera sostenibilità, anche puntando sul social e gender procurement, sulla filiera a chilometro zero e su una corretta gestione del ciclo dei rifiuti.


Ambiente

Se Sogin spa non rispettasse le indicazioni sulla trasparenza del procedimento di localizzazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari, indicate nella mozione che la Camera dei Deputati ha approvato nei mesi scorsi, si aprirebbe un caso politico, perché un'azienda di Stato agirebbe fuori dal controllo dagli indirizzi formulati dal Governo e del Parlamento. È quindi opportuno istituire un tavolo di lavoro che coinvolga i parlamentari piemontesi, che a loro volta dovranno chiamare i Ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico a riferire alle competenti Commissioni di Camera e Senato sullo stato di avanzamento della procedura, sulle garanzie per la trasparenza e sull'effettivo rispetto delle indicazioni contenute nella mozione approvata dalla Camera e condivisa da tutti i capigruppo delle forze politiche di maggioranza. Della questione potrebbe essere investita anche la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Anche la Giunta e il Consiglio Regionale Piemonte devono nuovamente essere chiamati ad esprimersi sul tema della trasparenza .
Sono questi in sintesi gli elementi emersi lunedì 20 settembre nel corso del nuovo incontro online tra i parlamentari piemontesi e gli amministratori locali della Città Metropolitana di Torino e della Provincia di Alessandria, convocato dal Vicesindaco metropolitano a meno di due mesi dal seminario in programma il 15 novembre prossimo. Durante il seminario la Sogin dovrebbe fornire le risposte alle osservazioni e alle richieste di chiarimento che gli Enti di area vasta e i Comuni potenzialmente interessati all'ubicazione del deposito unico nazionale hanno presentato, dopo aver ottenuto - non senza difficoltà e in alcuni casi facendo intervenire la magistratura amministrativa - di poter visionare la documentazione relativa alla procedura di individuazione dei siti idonei.
Nell'incontro del 20 settembre con i senatori e i deputati piemontesi che hanno preso a cuore la questione il Vicesindaco metropolitano, il Presidente della Provincia di Alessandria, i Sindaci e gli amministratori locali di Carmagnola, Mazzè, Rondissone, Caluso, Castelletto Monferrato e Fubine Monferrato hanno ribadito la preoccupazione dei territori per l'atteggiamento della Sogin, che, in vista del seminario nazionale del 15 novembre, ha previsto tempi strettissimi per la presentazione delle osservazioni alla Carta nazionale che individua le aree potenzialmente interessate all'ubicazione da parte dei singoli Comuni interessati, senza che peraltro altri portatori di legittimi interessi (come i rappresentanti delle categorie economiche) possano avere voce in capitolo. Gli amministratori locali auspicano che l'impegno garantito dai parlamentari sortisca gli effetti desiderati, in termini di una maggiore attenzione alle legittime esigenze dei territori.


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Prosegue l’impegno della Città metropolitana di Torino sul fronte degli acquisti pubblici ecologici, una strada iniziata 18 anni fa con l’Agenda 21 provinciale (alla quale aveva aderito l’allora Provincia di Torino), con la presentazione e sottoscrizione del Protocollo d’intesa e l’avvio dei lavori del Comitato di Gestione. Un percorso intrapreso per “assicurare modi di consumo e di produzione sostenibili, il dodicesimo dei diciassette obiettivi per lo Sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030.
Il Protocollo, realizzato dalla Città metropolitana in collaborazione con Arpa Piemonte, Associazione Cinema Ambiente ed Environment Park di Torino, verrà
illustrato durante un incontro dal titolo “La nuova rete A.P.E. L’attuazione del Green Public Procurement sul territorio della Città metropolitana di Torino” mercoledi 22 settembre dalle 14 alle 18, presso l’Auditorium Kyoto del Centro Congressi di Environment Park in via Livorno 60 a Torino.
L’appuntamento non è pubblico ma riservato esclusivamente agli aderenti al Protocollo A.P.E. e si svolgerà in presenza nel pieno rispetto delle norme anti Covid.
La Città metropolitana di Torino riveste un ruolo strategico in relazione all’attuazione del Green Public Procurement (GPP) anche in considerazione delle proprie funzioni di promozione dello sviluppo economico sostenibile e del proprio ruolo di soggetto aggregatore e Centrale Unica Appaltante. Fin dal 2003 ha
infatti svolto un importante ruolo a sostegno degli attori del proprio territorio attraverso il Progetto A.P.E. Acquisti Pubblici Ecologici. Un numero di attori del territorio in costante aumento ha lavorato, in Rete, nell’ambito del progetto grazie alla sottoscrizione del “Protocollo per la promozione degli acquisti pubblici ecologici”. Inoltre il Piano Strategico Metropolitano, approvato nella seduta del 10 febbraio 2021 dal Consiglio metropolitano, prevede espressamente l’azione “Green public procurement”.
Il Green Public Procurement è uno strumento che consente di rivedere il sistema di gestione degli acquisti
con l’adozione di criteri ambientali chiari, verificabili e giustificabili, nelle procedure d’acquisto della Pubblica Amministrazione. Il potere di acquisto del settore pubblico costituisce una larga parte del PIL (a livello europeo tocca il 14%) e questo strumento può contribuire in modo significativo ad accrescere la disponibilità sul mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale e ad orientare le scelte e i comportamenti anche di soggetti privati, dai cittadini alle imprese.
Info sulla Rete A.P.E. alla pagina
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/agenda21/ape/ape

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Da mesi la Città Metropolitana di Torino mantiene attivi e puntuali i contatti con i Sindaci dei Comuni che la Sogin spa ritiene potenzialmente idonei ad ospitare la sede unica del deposito nazionale di scorie nucleari. Le risposte alle osservazioni e alle richieste di chiarimento che l'Ente di area vasta, i Comuni e l'intero territorio hanno presentato alla Sogin saranno fornite nell'incontro dedicato al Piemonte il 15 novembre prossimo. Il confronto sarà limitato e compresso in una sola ora, dalle 11,45 alle 12,45.
Il timore degli amministratori della Città Metropolitana e degli amministratori comunali interessati è che questa modalità, insieme ai tempi contingentati del seminario, sia una semplice e dovuta formalità rispetto ad una scelta già avvenuta; una scelta sulla quale i territori non sono stati assolutamente informati. Le aspettative sono importanti, anche alla luce dei dati raccolti negli ultimi mesi dai tecnici della Città Metropolitana nei siti di Carmagnola e di Mazzè, potenzialmente interessati alla collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari. L'amministrazione metropolitana ritiene che i due Comuni non avrebbero dovuto rientrare nella Carta nazionale che individua le aree potenzialmente interessate all'ubicazione, tanto più con la classificazione come aree ottimali.
Per tenere alta l'attenzione e confermare al territorio la costante presenza della Città metropolitana è stata convocata per lunedì 20 settembre alle 11,30 una videoriunione, alla quale sono stati invitati tutti i parlamentari piemontesi e il Presidente della Regione Piemonte. All'ordine del giorno le ulteriori iniziative volte ad ottenere modalità e tempi certi rispetto all'esame delle centinaia di pagine di osservazioni tecniche presentate a Sogin spa.


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La Città Metropolitana di Torino intende ulteriormente sollecitare alla Sogin spa una risposta alle osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e al progetto preliminare per la collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari. L’Ente di area vasta convocherà nei prossimi giorni un videoincontro con i parlamentari piemontesi e con i vertici dell’amministrazione regionale, al termine del quale si terrà una conferenza stampa, per illustrare le ulteriori iniziative volte ad ottenere in tempi certi una risposta alle centinaia di pagine di osservazioni tecniche presentate alla Sogin, che, al momento, non ha consegnato agli Enti locali interessati una serie di documenti tecnici citati nella Carta. Il timore è che la mancata risposta alle osservazioni sia indicativa del fatto che la scelta del sito in cui collocare il deposito unico nazionale sia già stata fatta.

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Ad oltre un anno dall’annullamento del giudizio favorevole della Città metropolitana sulla realizzazione dell’impianto di produzione di biometano a Rondissone, il Consiglio di Stato ha rivoltato oggi la situazione dando torto ai ricorrenti, ovvero lo stesso comune in cui dovrebbe sorgere l’impianto ed i confinanti Mazzè, Torrazza Piemonte e Verolengo.
Il progetto della Ferplant srl di Chivasso per la produzione di biometano e compost riguarda l’area situata a ridosso del complesso 2001 nella periferia del paese.

Sull’impianto era stato pronunciatoun giudizio favorevole sulla compatibilità ambientale per la sua realizzazione, una strutturain grado di trattare fino a 30 mila tonnellate l'anno, nel rispetto, riconosciuto dalla Città metropolitana, delle norme ambientali nonostante le perplessità manifestate, durante la conferenza dei servizi, dai comuni limitrofi. La Ferplant aveva presentato il primo progetto all’amministrazione di Rondissone nel 2015. Contro la realizzazione dell’impianto a biometano era stato costituito anche un comitato di cittadini. Ma a gennaio 2020 era arrivato lo stop del Tar che aveva annullato il giudizio favorevole della CM.
E’ una sentenza che da ragione all’Ente di area vasta, commentano dalla sede della Città metropolitana di Torino di corso Inghilterra Vicesindaco e Consigliere delegato all’Ambiente, che ricordano il lavoro degli uffici svolto nel pieno rispetto delle normative in vigore. Sono davvero molte le richieste di insediamenti industriali nel territorio metropolitano, nel chivassese in particolare e, viene ancora sottolineato, la nostra Regione deve dotarsi al più presto di una legge a tutela dei territori già fortemente compromessi proprio rispetto alle richieste di realizzazione di nuovi impianti industriali dal forte impatto ambientale.