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Se Sogin spa non rispettasse le indicazioni sulla trasparenza del procedimento di localizzazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari, indicate nella mozione che la Camera dei Deputati ha approvato nei mesi scorsi, si aprirebbe un caso politico, perché un'azienda di Stato agirebbe fuori dal controllo dagli indirizzi formulati dal Governo e del Parlamento. È quindi opportuno istituire un tavolo di lavoro che coinvolga i parlamentari piemontesi, che a loro volta dovranno chiamare i Ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico a riferire alle competenti Commissioni di Camera e Senato sullo stato di avanzamento della procedura, sulle garanzie per la trasparenza e sull'effettivo rispetto delle indicazioni contenute nella mozione approvata dalla Camera e condivisa da tutti i capigruppo delle forze politiche di maggioranza. Della questione potrebbe essere investita anche la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Anche la Giunta e il Consiglio Regionale Piemonte devono nuovamente essere chiamati ad esprimersi sul tema della trasparenza .Sono questi in sintesi gli elementi emersi lunedì 20 settembre nel corso del nuovo incontro online tra i parlamentari piemontesi e gli amministratori locali della Città Metropolitana di Torino e della Provincia di Alessandria, convocato dal Vicesindaco metropolitano a meno di due mesi dal seminario in programma il 15 novembre prossimo. Durante il seminario la Sogin dovrebbe fornire le risposte alle osservazioni e alle richieste di chiarimento che gli Enti di area vasta e i Comuni potenzialmente interessati all'ubicazione del deposito unico nazionale hanno presentato, dopo aver ottenuto - non senza difficoltà e in alcuni casi facendo intervenire la magistratura amministrativa - di poter visionare la documentazione relativa alla procedura di individuazione dei siti idonei.
Nell'incontro del 20 settembre con i senatori e i deputati piemontesi che hanno preso a cuore la questione il Vicesindaco metropolitano, il Presidente della Provincia di Alessandria, i Sindaci e gli amministratori locali di Carmagnola, Mazzè, Rondissone, Caluso, Castelletto Monferrato e Fubine Monferrato hanno ribadito la preoccupazione dei territori per l'atteggiamento della Sogin, che, in vista del seminario nazionale del 15 novembre, ha previsto tempi strettissimi per la presentazione delle osservazioni alla Carta nazionale che individua le aree potenzialmente interessate all'ubicazione da parte dei singoli Comuni interessati, senza che peraltro altri portatori di legittimi interessi (come i rappresentanti delle categorie economiche) possano avere voce in capitolo. Gli amministratori locali auspicano che l'impegno garantito dai parlamentari sortisca gli effetti desiderati, in termini di una maggiore attenzione alle legittime esigenze dei territori.
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Prosegue l’impegno della Città metropolitana di Torino sul fronte degli acquisti pubblici ecologici, una strada iniziata 18 anni fa con l’Agenda 21 provinciale (alla quale aveva aderito l’allora Provincia di Torino), con la presentazione e sottoscrizione del Protocollo d’intesa e l’avvio dei lavori del Comitato di Gestione. Un percorso intrapreso per “assicurare modi di consumo e di produzione sostenibili, il dodicesimo dei diciassette obiettivi per lo Sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030.Il Protocollo, realizzato dalla Città metropolitana in collaborazione con Arpa Piemonte, Associazione Cinema Ambiente ed Environment Park di Torino, verrà illustrato durante un incontro dal titolo “La nuova rete A.P.E. L’attuazione del Green Public Procurement sul territorio della Città metropolitana di Torino” mercoledi 22 settembre dalle 14 alle 18, presso l’Auditorium Kyoto del Centro Congressi di Environment Park in via Livorno 60 a Torino.
L’appuntamento non è pubblico ma riservato esclusivamente agli aderenti al Protocollo A.P.E. e si svolgerà in presenza nel pieno rispetto delle norme anti Covid.
La Città metropolitana di Torino riveste un ruolo strategico in relazione all’attuazione del Green Public Procurement (GPP) anche in considerazione delle proprie funzioni di promozione dello sviluppo economico sostenibile e del proprio ruolo di soggetto aggregatore e Centrale Unica Appaltante. Fin dal 2003 ha infatti svolto un importante ruolo a sostegno degli attori del proprio territorio attraverso il Progetto A.P.E. Acquisti Pubblici Ecologici. Un numero di attori del territorio in costante aumento ha lavorato, in Rete, nell’ambito del progetto grazie alla sottoscrizione del “Protocollo per la promozione degli acquisti pubblici ecologici”. Inoltre il Piano Strategico Metropolitano, approvato nella seduta del 10 febbraio 2021 dal Consiglio metropolitano, prevede espressamente l’azione “Green public procurement”.
Il Green Public Procurement è uno strumento che consente di rivedere il sistema di gestione degli acquisti con l’adozione di criteri ambientali chiari, verificabili e giustificabili, nelle procedure d’acquisto della Pubblica Amministrazione. Il potere di acquisto del settore pubblico costituisce una larga parte del PIL (a livello europeo tocca il 14%) e questo strumento può contribuire in modo significativo ad accrescere la disponibilità sul mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale e ad orientare le scelte e i comportamenti anche di soggetti privati, dai cittadini alle imprese.
Info sulla Rete A.P.E. alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/agenda21/ape/ape
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Da mesi la Città Metropolitana di Torino mantiene attivi e puntuali i contatti con i Sindaci dei Comuni che la Sogin spa ritiene potenzialmente idonei ad ospitare la sede unica del deposito nazionale di scorie nucleari. Le risposte alle osservazioni e alle richieste di chiarimento che l'Ente di area vasta, i Comuni e l'intero territorio hanno presentato alla Sogin saranno fornite nell'incontro dedicato al Piemonte il 15 novembre prossimo. Il confronto sarà limitato e compresso in una sola ora, dalle 11,45 alle 12,45.Il timore degli amministratori della Città Metropolitana e degli amministratori comunali interessati è che questa modalità, insieme ai tempi contingentati del seminario, sia una semplice e dovuta formalità rispetto ad una scelta già avvenuta; una scelta sulla quale i territori non sono stati assolutamente informati. Le aspettative sono importanti, anche alla luce dei dati raccolti negli ultimi mesi dai tecnici della Città Metropolitana nei siti di Carmagnola e di Mazzè, potenzialmente interessati alla collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari. L'amministrazione metropolitana ritiene che i due Comuni non avrebbero dovuto rientrare nella Carta nazionale che individua le aree potenzialmente interessate all'ubicazione, tanto più con la classificazione come aree ottimali.
Per tenere alta l'attenzione e confermare al territorio la costante presenza della Città metropolitana è stata convocata per lunedì 20 settembre alle 11,30 una videoriunione, alla quale sono stati invitati tutti i parlamentari piemontesi e il Presidente della Regione Piemonte. All'ordine del giorno le ulteriori iniziative volte ad ottenere modalità e tempi certi rispetto all'esame delle centinaia di pagine di osservazioni tecniche presentate a Sogin spa.
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La Città Metropolitana di Torino intende ulteriormente sollecitare alla Sogin spa una risposta alle osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e al progetto preliminare per la collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari. L’Ente di area vasta convocherà nei prossimi giorni un videoincontro con i parlamentari piemontesi e con i vertici dell’amministrazione regionale, al termine del quale si terrà una conferenza stampa, per illustrare le ulteriori iniziative volte ad ottenere in tempi certi una risposta alle centinaia di pagine di osservazioni tecniche presentate alla Sogin, che, al momento, non ha consegnato agli Enti locali interessati una serie di documenti tecnici citati nella Carta. Il timore è che la mancata risposta alle osservazioni sia indicativa del fatto che la scelta del sito in cui collocare il deposito unico nazionale sia già stata fatta.- Dettagli
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Ad oltre un anno dall’annullamento del giudizio favorevole della Città metropolitana sulla realizzazione dell’impianto di produzione di biometano a Rondissone, il Consiglio di Stato ha rivoltato oggi la situazione dando torto ai ricorrenti, ovvero lo stesso comune in cui dovrebbe sorgere l’impianto ed i confinanti Mazzè, Torrazza Piemonte e Verolengo.Il progetto della Ferplant srl di Chivasso per la produzione di biometano e compost riguarda l’area situata a ridosso del complesso 2001 nella periferia del paese.
Sull’impianto era stato pronunciatoun giudizio favorevole sulla compatibilità ambientale per la sua realizzazione, una strutturain grado di trattare fino a 30 mila tonnellate l'anno, nel rispetto, riconosciuto dalla Città metropolitana, delle norme ambientali nonostante le perplessità manifestate, durante la conferenza dei servizi, dai comuni limitrofi. La Ferplant aveva presentato il primo progetto all’amministrazione di Rondissone nel 2015. Contro la realizzazione dell’impianto a biometano era stato costituito anche un comitato di cittadini. Ma a gennaio 2020 era arrivato lo stop del Tar che aveva annullato il giudizio favorevole della CM.
E’ una sentenza che da ragione all’Ente di area vasta, commentano dalla sede della Città metropolitana di Torino di corso Inghilterra Vicesindaco e Consigliere delegato all’Ambiente, che ricordano il lavoro degli uffici svolto nel pieno rispetto delle normative in vigore. Sono davvero molte le richieste di insediamenti industriali nel territorio metropolitano, nel chivassese in particolare e, viene ancora sottolineato, la nostra Regione deve dotarsi al più presto di una legge a tutela dei territori già fortemente compromessi proprio rispetto alle richieste di realizzazione di nuovi impianti industriali dal forte impatto ambientale.
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Come dare nuova vita ad un vecchio oggetto oppure come disfarsene in modo corretto?Ci viene in aiuto "il dizionario dei rifiuti" che compare tra le novità della web app che Città metropolitana di Torino ha realizzato per tutti i cittadini interessati a rispettare l'ambiente. Raggiungibile all’indirizzo www.latuadifferenziata.it propone il dizionario dei rifiuti integrato, rinnovato e completato, dove si possono raccogliere spunti per smaltire correttamente oppure allungare la vita dei beni di uso quotidiano.
Un esempio? La tazza in ceramica dove si smaltisce? La web app ci ricorda che si tratta di un oggetto facile da vendere ai mercatini dell’usato, che si può donare oppure essere riutilizzata come vasetto per piantine e fiori.
E gli auricoli del cellulare? La web app ci ricorda che appartengono alla categoria dei R.A.E.E., i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e quindi spiega come possiamo agire.
La web app “La tua differenziata” in rete da alcuni mesi ed è un pratico strumento consultabile da qualsiasi device, pc, tablet o smartphone. Contiene tutte le informazioni sullele fasi della corretta gestione dei rifiuti, a partire dalla prevenzione fino alla raccolta differenziata, fase indispensabile per l’effettivo riciclo nell’ottica di un’economia circolare.
In particolare il dizionario integrato, che proponedi default centinaia di voci, è una guida sicura per capire come dar nuova vita ad un vecchio oggetto o come e dove poterlo gettare.
Prima dell’elenco di voci l’app contiene lo spazio per digitare la tipologia di rifiuto da smaltire. Il mondo della raccolta differenziata e della prevenzione nella produzione dei rifiuti è in continua evoluzione e se impariamo ad utilizzare strumenti come questa web app saremo sempre aggiornati e daremo una mano all'ambiente.
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Fino al 15 settembre 2021 si può inviare una foto per contribuire al racconto per immagini dell'area dei Cinque Laghi d'Ivrea: l'obiettivo è individuare l'immagine che meglio descrive o rappresenta gli elementi del paesaggio dei Cinque Laghi d'Ivrea che i cittadini vorrebbero maggiormente proteggere e valorizzare.L'appello arriva dagli esperti del collettivo fotografico Urban Reports che stanno collaborando con la Città metropolitana di Torino all'identità visiva del territorio, nell'ambito del progetto LUIGI finanziato dal programma europeo Interreg Alpine Space.
L'area oggetto della narrazione fotografica è un sito di interesse comunitario e zona speciale di conservazione e sarà presto interessata dall'istituzione del Parco dei Cinque Laghi.
Si può spedire l'immagine, specificando i dati di contatto e le indicazioni sul luogo ripreso nella foto, all'indirizzo e-mailvr@urbanreports.org, indicando come oggetto "La mia immagine per l'area dei 5 Laghi di Ivrea".
È anche possibile imbucare l'immagine nel box "Foto Progetto LUIGI", posto nell'ufficio Protocollo del Municipio di Ivrea, sempre allegando i contatti e le indicazioni sul luogo ripreso nella foto. Le immagini andranno a completare la narrazione fotografica che è in fase di elaborazione e sarà presentata con un evento pubblico e con una mostra itinerante alla fine del 2021.
L'invito a partecipare alla narrazione fotografica è rivolto a tutti i cittadini del territorio, a cui si propone di scegliere una foto scattata recentemente o recuperata tra i ricordi di famiglia, oppure una cartolina, per comprendere quali elementi del territorio hanno più bisogno di cura e attenzione.
Le immagini possono riguardare il capitale naturale (acqua, boschi, suolo, paludi, ecc.), quello prodotto (patrimonio storico-artistico, costruzioni, ecc.) o quello umano (conoscenze, saperi, lavorazioni specifiche di questi luoghi).
Le immagini raccolte andranno a completare il racconto fotografico che Urban Reports sta costruendo da alcuni mesi, attraverso un processo di ascolto e di confronto con le realtà locali.
Il contributo dei cittadini è molto importante, perché nell’ambito del progetto LUIGI, di cui la Città metropolitana di Torino è partner, la ricerca fotografica è stata individuata come uno degli strumenti di lavoro per lo studio dell’area dei Cinque Laghi.
L'intento dello studio è l’esplorazione dei caratteri territoriali dei luoghi e per questo negli ultimi mesi gli esperti di Urban Reports hanno percorso il territorio, accompagnati pazientemente dalle persone che vivono nei luoghi e aiutati dagli amministratori locali. I ricercatori si sono confrontati con i rappresentanti delle associazioni di categoria dei commercianti e degli agricoltori, con l'Agenzia per lo Sviluppo del Canavese, con le associazioni ambientaliste locali e con i responsabili del parco comunale La Polveriera.
La documentazione fotografica raccolta sul territorio nei primi mesi del 2021 è stata mostrata in giugno ai cittadini di Ivrea, Cascinette, Burolo, Borgofranco d’Ivrea, Chiaverano e Montalto Dora, stimolandoli a proporre a loro volta le immagini che ritengono significative dell’immaginario collettivo locale ed emblematiche del valore naturalistico del territorio.
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Cosa ci fa una colonia di pipistrelli nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena a Casalborgone?
Si riproducono e vengono per questo tutelati fra maggio e agosto proprio in questa particolare location. Si tratta infatti di una colonia riproduttiva di chirotteri che utilizza l’edificio sacro da 50 anni, come riferiscono testimoni locali; nel 2015 la presenza della colonia è stata notata da un naturalista che per primo ne ha identificato gli esemplari come appartenenti alla specie di particolare interesse conservazionistico vespertilio smarginato (Myotis emarginatus).
Oggi è in corso un progetto finanziato dall’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese in collaborazione con la Stazione Teriologica Piemontese, l’associazione Attorno alla Ro Verda e il Comune di Casalborgone finalizzato proprio a rendere pienamente compatibile la presenza della colonia con le esigenze di conservazione e fruizione dell’edificio: il vano dedicato ai pipistrelli è stato reso più accogliente e sono stati effettuati interventi per favorire l’utilizzo, da parte degli esemplari, di accessi che evitano il passaggio nell’interno della chiesa. Il caso di Casalborgone rappresenta un esempio di tutela integrata dei beni ambientali e culturali che, nel territorio metropolitano di ritrova anche in altri edifici tra i quali, ad esempio, la Reggia di Venaria e la Fortezza di Verrua Savoia.
Se ne è parlato anche nei giorni scorsi durante una serata informativa durante la quale i chirotterologi Elena Patriarca e Paolo Debernardi della Stazione Teriologica Piemontese hanno illustrato il progetto.
Come ha spiegato Elena Patriarca, questa vicinanza tra pipistrelli e uomo richiede attenzione: se da un lato esistono disposizioni di stretta tutela dei pipistrelli che derivano dalle normative nazionali e internazionali, dall’altro lato è necessario, laddove le colonie sono presenti, di risolvere le eventuali conflittualità che possono generarsi e che sono sempre risolvibili.
Proprio in questo senso si inserisce la collaborazione tra la Città metropolitana di Torino e Stazione Teriologica Piemontese per offrire ai cittadini un servizio di consulenza e di supporto per risolvere quelle piccole conflittualità che possono generarsi in seguito alla presenza dei pipistrelli e al contempo garantire a queste specie la tutela che le normative prevedono.
Secondo Paolo Debernardi, i pipistrelli sono una parte molto rilevante della complessiva biodiversità dei mammiferi sul pianeta; su oltre 1400 specie, in Italia ce ne sono almeno 35 e 28 sono note tra Piemonte e Valle d'Aosta. Sono animali dalla biologia abbastanza complessa ed essendo grandi divoratori di insetti offrono dei servizi ecosistemi eccezionali.
Gli atteggiamenti più comuni nei confronti dei pipistrelli vanno da una fobia generalizzata e inspiegabile, a una serie di remore nell'avvicinare questi animali che appaiono brutti nell'immaginario, a leggende metropolitane trasversali in tutta Europa come credere che si attacchino ai capelli.
Il video https://youtu.be/Y91hR9LjPiQ
Speciale su http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/pipistrelli_chiesa_sasalborgone/
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Nella seduta di mercoledì 28 luglio il Consiglio metropolitano di Torino presieduto da Chiara Appendino ha approvato gli orientamenti per l'Agenda per lo sviluppo sostenibile del territorio, lo strumento per lo sviluppo strategico con riferimento agli obiettivi mondiali e nazionali per lo sviluppo sostenibile."Un documento costruito in modo partecipato con gli attori e gli stake holders interessati seguendo le linee di indirizzo e facendo riferimento agli obiettivi dell'Agenda 2030 e alla Strategia nazionale e regionale per lo sviluppo sostenibile, individuando politiche e linee di azione che affrontino con coerenza le tre dimensioni della sostenibilità sociale, ambientale ed economica" come ha spiegato la consigliera metropolitana delegata all'ambiente Barbara Azzarà.
L'Agenda per lo svilupo sostenibile dovrà anche diffondere sul territorio la consapevolezza e favorire l’attivazione sociale e imprenditoriale sui temi della sostenibilità, anche attraverso il coinvolgimento dei cittadini e della società civile.
La Città metropolitana di Torino, che nella stesura è stata supportata da Ires Piemonte, ha collaborato con la Regione Piemonte e le Città metropolitane di Milano, Venezia e Genova.
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Città metropolitana di Torino ha fatto l’en plein sul Bando Forestazione pubblicato dal Ministero dell’ambiente all’interno del Decreto Clima dove si definiscono le modalità per la messa a dimora di alberi negli ambiti delle aree metropolitane: tutti e cinque i progetti presentati da Città metropolitana di Torino sono stati approvati, in una graduatoria nazionale che ne ha visti accolti in tutto 34 in Italia per oltre 14 milioni di euro di finanziamento.“Siamo davvero molto soddisfatti del risultato e del lavoro svolto dai nostri uffici che hanno concordato le candidature con gli Enti parco e i Comuni del territorio, in uno sforzo di condivisione che ha premiato” commenta la consigliera metropolitana delegata all’ambiente Barbara Azzarà.
Erano state 30 le proposte avanzate nel dicembre scorso da Enti e Comuni del territorio ai quali Città metropolitana di Torino aveva presentato l’opportunità di partecipare al Bando Forestazione: nel corso di tre mesi di progettazione, al termine del percorso sono stati selezionati ed assemblati progetti in arrivo da 20 fra Enti parco e Comuni riuniti in cinque macroambiti, tutti ricompresi all’interno della cosiddetta Corona Verde.
Ecco nel dettaglio i progetti presentati ed approvati, ciascuno del valore di mezzo milione di euro:
Corona Verde – zona nord indirizzato ad interventi di forestazione dell’area metropolitana torinese nord
Corona Verde – zona sud che ha coinvolto Comuni posti a sud e sud est della metropoli torinese
Corona Verde – aree protette Parco regionale La Mandria e Parco del Po piemontese definito appositamente per riunire territori protetti all’interno dei parchi regionali della Mandria e del Parco del Po
Corona Verde – tangenziale verde definito sui tre Comuni che fanno parte del sub ambito della tangenziale verde a nord del capoluogo
Corona Verde – area metropolitana torinese che ha interessato oltre al capoluogo torinese, un’ampia porzione di territori del Comune di Torino gestiti dalla Società Acque metropolitane a Venaria e 2 dei principali comuni della collina torinese cioè Chieri e Moncalieri
I cinque progetti prevedono la messa a dimora complessivamente di circa 70mila alberi di specie rigorosamente autoctone, che fanno parte della zona fitoclimatica della pianura padana.
I più rappresentati saranno le querce (rovere e farnia), il carpino, l’acero campestre, il frassino, l’ontano nero, i pioppi bianchi, neri e tremoli, il ciliegio selvatico, l’Olmo, il sorbo domestico con aggiunta di specie arbustive come il biancospino, il nocciolo, il maggiociondolo, ilviburno, il corniolo ed il sanguinello.
Si tratta ora di procedere con l’elaborazione dei progetti esecutivi, dell’affidamento attraverso procedure di gara semplificate e di avvio dei lavori che dovrà avvenire entro la metà del prossimo mese di novembre.
Oltre ai lavori di riforestazione, dovrà essere garantita la manutenzione e la sopravvivenza delle giovani piante per i primi sette anni di impianto.
Presentati a finanziamento anche tre nuovi progetti
Proprio oggi, la Città metropolitana di Torino ha poi presentato al Ministero per la transizione ecologica altri tre progetti nell’ambito dell’edizione 2021 del bando forestazione: tre proposte che implementano ed ampliano a livello di superficie di alcuni dei progetti finanziati dal primo bando.
Ecco in dettaglio i progetti avanzati:
Corona verde – aree protette dei Parchi reali
Il progetto prevede ulteriori interventi di forestazione all’interno del parco La Mandria nel Comune di Druento, tra cui la sostituzione di vecchi pioppeti in fase degenerativa con 15 ettari di nuovi boschi autoctoni caratterizzati dalle specie tipiche del parco che è dominato dalla vegetazione del querco carpineto
Corona verde – area protetta del Parco del Po piemontese
Il progetto amplierà la riforestazione di alcune proprietà del Comune di Verolengo già candidate nel bando precedente, con l’inserimento dei Comuni di Lauriano Po, Carignano e Carmagnola.
La riforestazione interesserà aree abbandonate lungo il Po, con l’inserimento di specie tipiche delle zone fluviali e golenali caratterizzate da pioppo, salice bianco, farnia, carpino, frassini, aceri, ontani.
Corona verde – ambito del Chierese
Il progetto riguarderà un’area di grande interesse di proprietà del Consorzio Chierese dei Servizi posta lungo il torrente Tepice che coinvolge 19 Comuni del territorio:Andezeno, Arignano, Baldissero T.se, Cambiano, Carmagnola, Chieri, Isolabella, Marentino, Mombello di Torino, Moncucco T.se, Montaldo T.se, Moriondo, Pavarolo, Pecetto T.se, Pino T.se, Poirino, Pralormo, Riva presso Chieri, Santena per un totale di oltre 125mila abitanti. I Comuni concordano nel mettere a disposizione un’area di 12 ettari accorpati, attualmente coltivata a mais: la riforestazione prevederà l’inserimento di specie autoctone tipiche della pianura fluviale anche in questo caso con prevalenza di querco carpineti, pioppi bianchi e neri, salici, ontani, frassini, aceri, ciliegi con sottobosco di specie arbustive come biancospino,viburno, corniolo e sanguinello.L’area sarà connessa al sistema ciclabile del comune di Chieri per consentire l’accesso dei cittadini in modo agevole e verrà utilizzata anche per attività di formazione e didattica ambientale e naturalistica concordate con il Consorzio.
Nel complesso, si configura un investimento su circa140 ettari di superfici pubbliche con un impianto di oltre 105.000 esemplari arborei ed arbustivi a conferma della capacità di Città metropolitana di Torino di programmare e attuare quelle strategie di lotta ai cambiamenti climatici previste dai recenti strumenti di pianificazione strategica e territoriale, dal piano strategico metropolitano al piano territoriale, all’agenda per lo sviluppo sostenibile.
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