Ambiente
Per la nuova puntata di Connettere l’ambiente, i ragazzi del Servizio Civile di Città metropolitana di Torino sono andati a scoprire un luogo bellissimo e controverso, dove natura e degrado coesistono.
Siamo al lago di Villaretto, quartiere all’estrema periferia nord di Torino, al confine con Borgaro Torinese, un luogo che ha una storia travagliata: il lago nasce come sito di estrazione di materiali inerti per poi diventare negli anni Ottanta del secolo scorso una località di pesca sportiva, gestita da un’associazione.
Nel 2019 le autorità scoprono un’attività abusiva di dispersione di rifiuti inerti nelle acque e viene chiuso al pubblico e quella che poteva essere un’amena località ricreativa e naturale giace ora nell’abbandono.
Le amministrazioni di Torino e Borgaro, con la Città metropolitana di Torino e alcune associazioni ambientaliste, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che ha come obiettivi rendere questo luogo dalle grandi potenzialità fruibile al pubblico e, soprattutto, valorizzarne la biodiversità.
Non perdete questa puntata, un bel reportage dei ragazzi del Servizio Civile in un video che farà conoscere un luogo e una vicenda interessanti e poco noti; Danilo Rebesco, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Borgaro, aiuterà a capire i contorni dei questa vicenda.
Il video è online sul nostro canale Youtube https://youtu.be/sUzYozciyws
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Dalla sua approvazione nel dicembre 2022, l'Agenda per lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Torino e del suo territorio ha cominciato a indirizzare obiettivi e strategie: dell'Ente, orientando il nuovo Piano strategico metropolitano; sul territorio metropolitano, partendo dallo studio delle reti territoriali, il cui buon funzionamento è centrale affinché le politiche per obiettivi di sostenibilità producano impatti positivi.
Un percorso che oggi, grazie alla collaborazione con IRES Piemonte, prosegue dando avvio ad un progetto biennale finanziato dal Ministero per l’Ambiente e della sicurezza energetica MASE, che si presenta giovedì 28 novembre dalle 9,00 alle 13,00 all’ Environment Park di Torino nell’evento “Domani inizia oggi – Affrontare nuove sfide nel sistema territoriale”.
L’incontro, oltre a dare seguito a quanto già condiviso negli ultimi eventi, è l’occasione per avviare i lavori del Forum Missioni. Questa Prima Conferenza inaugura una nuova stagione di confronto con il territorio, assumendo l’Agenda per lo sviluppo sostenibile quale riferimento strategico e prospettiva verso cui tendere per affrontare le sfide di cambiamento e perseguire uno sviluppo più sostenibile del territorio.
Ai lavori parteciperanno anche Jacopo Suppo, vicesindaco di Città metropolitana di Torino, Alessandro Sicchiero, consigliere metropolitano delegato all'Ambiente e Steven Palmieri, vicepresidente vicario di Anci Piemonte .
Con le sue 21 Missioni, l’Agenda definisce obiettivi e risultati da ottenere e il Forum è il contesto collaborativo che si costruisce per condividere, a scale diverse (locali e di area vasta), problemi, possibili soluzioni e responsabilità condivise nel perseguirle.
Per riuscire a raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile è centrale che le diverse politiche superino la settorialità, integrando diverse dimensioni di sviluppo e scale territoriali, includendo nei processi decisionali una molteplicità di soggetti.
La mattina sarà l’occasione per mettere in comune, grazie al contributo di relatori europei, nazionali e del territorio: visioni e complessità per lo sviluppo sostenibile dei nostri territori; contenuti e metodologie adottate o in corso di adozione per supportare la conversione verso un nuovo modello di sviluppo; le linee di azione del Forum, la sua organizzazione, le modalità di partecipazione e i lavori dei prossimi mesi.
Nel pomeriggio della stessa giornata gli attori a scala regionale saranno chiamati a partecipare all'incontro di presentazione del Patto per lo sviluppo sostenibile del Piemonte, al cui interno il Forum Missioni di Città metropolitana sarà fondamentale per una visione completa della strategia regionale
Iscrizioni al link: tinyurl.com/iscrizione28nov24
Informazioni e dettagli http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/agenda-metro-svil-sostenibile/news
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È stato pubblicato - come avviene ogni anno dal 1998 - il rapporto “Uno sguardo all’aria 2023”, un documento tecnico, approfondito e dettagliato che descrive attraverso dati ed elaborazioni l’evoluzione e lo stato della qualità dell’aria nel territorio della città metropolitana di Torino a partire dai primi anni ‘70. È una fonte preziosa e completa di informazioni che descrive lo stato di salute di una delle componenti principali dell’ambiente in cui viviamo.I dati di PM10 rilevati nel 2023 presentano un netto miglioramento sia rispetto al 2022. Il valore limite annuale del PM10 e del PM2,5 è stato rispettato in tutti i siti di monitoraggio. Per la prima volta i superamenti del valore limite giornaliero del PM10 sono concentrati principalmente dell’agglomerato torinese e nelle stazioni caratterizzate da intenso traffico veicolare.
Il valore limite annuale del biossido di azoto è stato superato solo nella stazione di traffico più critica dell’agglomerato torinese. Il valore limite di 18 superamenti della soglia oraria è rispettato ovunque.
Il 2023 è stato leggermente più siccitoso e più caldo rispetto alla media dei 10 anni precedenti ma complessivamente ha avuto condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti. Questo aspetto ha parzialmente contribuito al miglioramento dei dati che è stato osservato.
L’analisi della consistenza del parco veicolare, indicatore di una delle principali fonti di inquinamento, evidenzia un costante aumento del numero di autoveicoli (+ 18% rispetto al 2007) e di veicoli commerciali leggeri (+21% rispetto al 2007). All’aumento del numero degli autoveicoli si affianca fortunatamente un’importante penetrazione dei veicoli Euro 6 e una contrazione percentuale degli autoveicoli diesel, controbilanciata da un aumento percentuale dei veicoli a benzina e GPL-CH4. Una criticità è rappresentata invece dalla vetustà del parco di veicoli commerciali. Gli autocarri ante Euro5 senza filtro antiparticolato sono ancora il 55%.
“I dati raccolti ed elaborati nella relazione uno sguardo all’aria sono incoraggianti, – ha commentato il Consigliere delegato all’ambiente della Città metropolitana di Torino Alessandro Sicchiero – in quanto mostrano il costante miglioramento della qualità dell’aria. Ci preoccupa il mancato raggiungimento di alcuni valori limite e la distanza con gli obiettivi di riduzione definiti nella nuova Direttiva sulla qualità dell’aria adottata dal Consiglio dell’Unione Europea nell’ottobre 2024. La transizione ecologica è la chiave per attivare le sinergie necessarie per consentire il conseguimento dei nuovi valori limite: è una strada che i territori della Città metropolitana di Torino dovranno percorrere con fermezza e determinazione”.
Spiega il direttore generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero: “Il numero di giornate con concentrazioni medie giornaliere superiori al valore di 50 µg/m3 si è ridotto in tutti i punti di misura. L’applicazione diffusa delle migliori tecniche disponibili ed i relativi controlli, associate a condizioni meteorologiche meno sfavorevoli, hanno consentito di registrare un miglioramento della qualità dell'aria, anche se il rispetto dei limiti giornalieri per il PM10 e la media annuale per gli ossidi di azoto rimangono una criticità nell’agglomerato torinese. Anche alla luce della nuova normativa sulla qualità dell’aria dobbiamo impegnarci per far sì che i livelli degli inquinanti dell’aria possano ulteriormente ridursi per rispettare in futuro i nuovi standard fissati dall’Unione Europea”.
Il rapporto “Uno sguardo all’aria 2023”, presenta i risultati di un anno di attività di monitoraggio sistematico della qualità dell’aria, viene curato da Città metropolitana di Torino e Arpa Piemonte ed è disponibile online sulle pagine web dei due Enti.
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/qualita-aria/dati-qualita-aria/relazioni-annuali
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La Città metropolitana di Torino con il vicesindaco Jacopo Suppo e il consigliere delegato all’ambiente Alessandro Sicchiero ha visitato l’impianto Circular Plastic, uno dei più grandi impianti in Italia per la selezione e lo stoccaggio dei rifiuti plastici, realizzato a Borgaro Torinese da Amiate gestito dal Gruppo Iren: lavora 6mila tonnellate al mese di plastica che per oltre l’80% viene riciclata e l’obiettivo è arrivare alla lavorazione di 120mila tonnellate/anno.Realizzato con avanzate tecnologie, riceve per il riciclo a plastica conferita dal sistema di raccolta e dalla preselezione effettuata in altri impianti come quello di Pianezza: sono 130 i nastri trasportatori in funzione, dotati di 22 lettori ottici che riconoscono e suddividono 17 tipi di polimeri e plastiche.
Visitando l’impianto di Borgaro, ci si rende conto di quanta plastica ricicliamo: "L''Italia rispetto ad altri Paesi europei è all'avanguardia nei progetti di valorizzazione dei materiali, di riciclo e recupero - commenta la presidente di Amiat Paola Bragantini - e il territorio torinese in questo campo vanta ricerca e tecnnologie. Questo impianto di Borgaro è una delle punte di diamante e soprattutto è punto di riferimento di quanti lavorano poi la plastica, che qui comincia il percorso per tornare a nuova vita".
Aggiungono il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e il consigliere delegato all’ambiente Alessandro Sicchiero: "Abbiamo visto la qualità del lavoro per il riciclo della plastica, il rifiuto non deve rappresentare un problema, qui c'è un percorso virtuoso che aiuta l'ambiente: visite comue queste ci richiamano ai nostri comportamenti, alla responsabilità individuale di ciascuno di noi sulla corretta separazione dei materiali quando facciamo la raccolta differenziata".
Il video è online sul canale Youtube al link https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=7m_i2PKx0SY
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Parco dei Cinque Laghi: il consigliere di Città metropolitana di Torino delegato all'ambiente Alessandro Sicchiero ha incontrato i sindaci dell'Eporediese interessati alla nascita del Parco approvata da Regione Piemonte.
Con Matteo Chiantore Sindaco della Città di Ivrea e portavoce della zona omogenea erano presenti anche i primi cittadini di Montalto Dora Renzo Galletto e di Chiaverano Maurizio Tentarelli.
"A breve verrà firmata la convenzione per la costituzione della Comunità consultiva del Parco che sarà formata da un rappresentante di ciascun Comune e da uno di Città Metropolitana con il ruolo di coordinatore" ha garantito Sicchiero che ha parlato con i colleghi sindaci del piano di sviluppo del Parco dei Cinque Laghi e del piano faunistico: per quest'ultimo, è stato acquisito il parere positivo di Ispra e quindi il Piano sarà inviato a Regione Piemonte per la sua approvazione definitiva così che possano riprendere le operazioni di contenimento del cinghiale in accordo con le associazioni agricole e gli ATC".
"Ad inizio settembre - aggiunge Sicchiero - effettueremo un sopralluogo congiunto e daremo il via ad un calendario di incontri con la popolazione". Dovranno anche essere individuate le possibili aree di proprietà comunale da mettere a disposizione per la realizzazione di uno o due centri-visite.
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Proseguono nel rispetto dei tempi concordati le attività previste dal nuovo accordo di programma per la bonifica del sito di interesse nazionale dell'ex Miniera di amianto di Balangero e Corio. Martedì 16 luglio la società a partecipazione pubblica RSA, che si occupa delle operazioni per restituire alla comunità locale il sito adeguatamente risanato e rimesso in sicurezza, ha organizzato una visita guidata all’ex complesso minerario, a cui hanno preso parte in rappresentanza della Città metropolitana di Torino i Consiglieri Sonia Cambursano e Alessandro Sicchiero, delegati la prima alle attività produttive, allo sviluppo economico e alla pianificazione strategica e il secondo all’ambiente, alle risorse idriche e alla qualità dell’aria.
La visita ha offerto ai responsabili della RSA e dell’Arpa l’occasione per illustrare ai rappresentanti della Città metropolitana, ma anche della Regione Piemonte, del Ministero dell’ambiente e delle amministrazioni comunali interessate lo stato di avanzamento dei lavori, che consentiranno a fine anno di restituire bonificati circa due terzi dell'intera superficie di 310 ettari del sito e permetteranno di valutare le prospettive per il futuro sviluppo dell'area, orientato verso la creazione di un polo di produzione energetica ecosostenibile e innovativa. Legittima quindi la soddisfazione espressa dal presidente della RSA, Giovanni Battista Poma, il quale ha annunciato che, insieme ai Comuni interessati, si sta lavorando alla costituzione di una comunità energetica che nell’ex Amiantifera produrrà corrente elettrica installando pannelli fotovoltaici e una centralina idroelettrica, ma che giocherà inoltre le importanti scommesse della produzione di idrogenoe del recupero di materiali utili ancora presenti nell’ex stabilimento in cui l’amianto veniva lavorato e confezionato. Ascoltando i responsabili di RSA e gli amministratori locali come il Sindaco di Balangero, Franco Romeo, si delinea il quadro di un ex complesso minerario in cui già oggi si riesce a far procedere di pari passo la cucitura delle ferite del passato e la costruzione di un futuro economico e sociale eco-compatibile.
Come si può leggere nello Statuto della RSA, tra gli scopi operativi della società vi sono laprogrammazione,laprogettazione, la realizzazionee la gestionediopereeserviziperil potenziamentoeconomico,turisticoeculturaledell’area,le azioni promozionali, commerciali, organizzative e di coordinamento finalizzate alla realizzazione dell’oggetto sociale, l’acquisto di beni finalizzati al perseguimento dell’oggetto sociale. Nel concreto, stiamo parlando della bonifica ambientale, della messa in sicurezza e rinaturalizzazione dei siti dell’ex miniera a gradoni e della gigantesca discarica dove sono depositati 60 milioni di metri cubi di rocce che venivano scartate per l’insufficiente concentrazione di fibre di amianto, delle nuove attività produttive e anche della valorizzazione dei percorsi escursionistici nelle aree a maggiore valore ambientale e paesaggistico.
L’APPREZZAMENTO E IL SOSTEGNO DELLA CITTÀ METROPOLITANA
Intervenendo all’incontro i Consiglieri Cambursano e Sicchiero hanno ribadito l’apprezzamento della Città metropolitana di Torino per il lavoro che si sta portando a termine, ma anche l'impegno dell’Ente a sostegno delle ulteriori attività di bonifica del sito della ex Amiantifera. L’Ente di area vasta, infatti, da tempo mette a disposizione del territorio alcune professionalità altamente specializzate e fortemente impegnate nel perseguimento degli obiettivi della RSA.
Il Consigliere Sicchiero ha sottolineato che “la più grande cava di amianto all’aperto mai realizzata e gestita in Europa è un esempio delle criticità e delle sfide con cui ci troviamo a confronto quando si parla di siti industriali dismessi ad alto impatto ambientale. Qui è accaduto e sta accadendo quello che sempre dovrebbe succedere quando si dismette e si risana un sito industriale a rischio. Perché negli ultimi 20 anni, cioè da quando la RSA ha acquisito l’area e ha avviato il progetto di messa in sicurezza e risanamento, a Balangero molte cose sono cambiate. L’ex miniera di amianto non è più la bomba ecologica che tante preoccupazioni creava alla popolazione locale e agli amministratori pubblici. Oggi il territorio in cui sorgeva e operava la cava di amianto è monitorato ed è sotto controllo”.
Gli incoraggianti dati derivanti dai campionamenti quotidiani sull’aria nell’ex complesso industriale confermano infatti che per ogni litro potenzialmente inalato da un visitatore dell’area il numero di fibre di amianto presenti varia da 0,2 a 0,4. Il basso livello di rischio a cui si espone chi oggi lavora nell’area potrebbe essere la premessa di una modifica dei rigidi protocolli di sicurezza attuali? Questo si vedrà e si deciderà nei prossimi anni, perché oggi nell’area non si entra senza indossare una tuta con cappuccio e una mascherina FP3 che impediscono alle fibre di amianto eventualmente presenti di entrare in contatto con le vie respiratorie.
I dati incoraggianti forniti dall’Arpa sono indicatori importanti della validità dei progetti e delle azioni concrete e verificabili per la riqualificazione dell’area a scopo economico, sociale e ambientale. Come detto, alla fine di quest’anno anno i due terzi dell’area interessata dalla contaminazione da fibre di amianto potranno essere considerati come definitivamente messi in sicurezza. Intanto, gli impianti e i macchinari dismessi sono stati definitivamente acquisiti da un soggetto pubblico, la RSA, che ora può avviare gli interventi di bonifica e di decommissioning degli stabilimenti, così come la bonifica e la riqualificazione delle vasche fanghi e del bacino di coltivazione dell’ex cava mineraria.
I materiali contaminati saranno ricollocati all’interno di un volume confinato individuato nel sito stesso, che è di imminente realizzazione e che è stato oggetto di un’autorizzazione integrata ambientale da parte della Città metropolitana di Torino. Tale autorizzazione coinvolge anche le altre installazioni presenti nel sito e funzionali alla bonifica, l’impianto di depurazione delle acque contaminate e il deposito preliminare per i rifiuti pericolosi.
“RSA ha operato e opererà per favorire lo sviluppo durevole e sostenibile dell’area,con lapossibilità di avviareattività volte ad unnuovo utilizzo economico e al reinsediamento di iniziative produttive nell’ex Amiantifera. - ha commentato la Consigliera metropolitana Sonia Cambursano. - Sono obiettivi ambiziosi e importanti, che è giusto continuare a perseguire, concertando la loro realizzazione con la comunità locale e con gli amministratori pubblici che ne esprimono gli interessi e i diritti”.
UN PO’ DI STORIA
II giacimento sul monte San Vittore, tra Balangero e Corio, venne scoperto nel 1904 e negli anni successivi vennero eseguiti i primi studi per valutare e stimare la presenza di amianto nel sito e la consistenza del giacimento. Le attività di estrazione vennero avviate nella primavera del 1918. In seguito vennero potenziate le opere di scavo e ingranditi e ampliati gli impianti, con la costruzione di un nuovo edificio per la frantumazione e di un disintegratore a martelli oscillanti. Vennero anche migliorate le strade di accesso allo stabilimento. Negli anni e decenni successivi la produzione e la vendita di amianto aumentarono considerevolmente e l’Amiantifera divenne una realtà industriale all’avanguardia in Europa. Nel pieno del boom della produzione, nel 1983, l'Amiantifera di Balangero venne ceduta dalla Eternit e dalle Manifatture Colombo ai fratelli Puccini di Roma. Nel giro di 7 anni la società subì una grave involuzione e nel 1990 venne chiusa per fallimento, con il conseguente licenziamento dei dipendenti. Nel 1992 venne infine emanata la legge 257 con la quale si bandì in Italia l'uso dell'amianto sotto qualsiasi forma. L'articolo 11 del provvedimento indicava espressamente le modalità di risanamento della miniera di Balangero che, 32 anni dopo, è finalmente a buon punto.
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Proseguirà anche per il triennio 2024-26 il programma SPoTT - Sorveglianza sulla salute della popolazione nei pressi del Termovalorizzatore di Torino - con l’avvio, in questo mese di giugno , di una nuova campagna di prelievi per il biomonitoraggio umano (BMU), per sorvegliare la salute dei residenti nelle aree di ricaduta dell’impianto di incenerimento dei rifiuti di Torino. Il programma,previsto dal decreto di compatibilità ambientale, è portato avanti dal Gruppo di Lavoro SPoTT (Arpa, AslCittà di Torino, AslTO3, Istituto superiore di Sanità e Istituto zooprofilattico sperimentale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), i, si sviluppa con il coinvolgimento di Comitato locale di controllo del termovalorizzatore del Gerbido.
Cosa è il programma SPoTT
SPoTT è un’iniziativa che ha preso il via nel 2013 con l’obiettivo di creare un sistema di sorveglianza per valutare gli effetti dell’inceneritore di rifiuti solidi urbani di Torino, uno dei più grandi d’Italia, nelle popolazioni residenti nell’area circostante l’impianto, monitorando l’eventuale esposizione a inquinanti ambientali derivanti dal processo di incenerimento, individuare possibili effetti sulla salute dovuti a queste esposizioni e fornire indicazioni per la prevenzione per la popolazione esposta.
La prima fase del programma si è conclusa nel 2018, e una seconda fase è stata progettata e rifinanziata per il triennio 2020-2023. Si sono ampliate le attività, declinate in 10 linee progettuali, che comprendono il biomonitoraggio (su residenti, allevatori e lavoratori dell’impianto) e studi epidemiologici sulla popolazione e sui lavoratori; mentre sul fronte ambientale sviluppa una nuova linea di modellistica per calcolare la dispersione degli inquinanti, un monitoraggio sulle matrici alimentari e una linea dedicata alle deposizioni al suolo di mercurio.
La seconda fase del progetto, che ha ottenuto un finanziamento di quasi 1milione 900 mila euro , ha tuttavia incontrato delle difficoltà sul fronte del biomonitoraggio umano a causa della pandemia.
“Grazie però alla volontà congiunta di tutto il Gruppo di lavoro, di Trm e del Comitato locale di controllo” spiega Alessandro Sicchiero, consigliere delegato all’ambiente della Città metropolitana di Torino “è stato possibile costruire, attraverso una serie di convenzioni, una proroga di Spott per il triennio 2024-2026 che ha consentito di dare di nuovo il via al biomonitoraggio umano”.
2024-2026: ripartono i prelievi
Alla nuova fase di prelievi ha dichiarato la disponibilità ad aderire la maggior parte dei cittadini campionati che risultano ancora residenti nelle aree limitrofe al Termovalorizzatore, ovvero nei Comuni di Beinasco, Grugliasco, Rivalta e Torino che avevano già aderito alle fasi precedenti del biomonitoraggio, a partire dal 2013.
I risultati individuali, riguardanti lo stato di salute generale, saranno restituiti entro pochi giorni dai prelievi; quelli riguardanti gli inquinanti, data la complessità delle metodiche di analisi da applicare, saranno restituiti verosimilmente entro un anno.
Saranno redatti specifici report riguardanti i risultati delle analisi, presentati a livello collettivo.
Gli esiti emersi dai due gruppi esaminati (residenti rispettivamente più vicino e più lontano dall’impianto) verranno confrontati fra di loro e con i risultati delle precedenti fasi del biomonitoraggio.
I risultati complessivi del biomonitoraggio saranno resi disponibili attraverso il sito del Programma: https://www.spott.dors.it/..
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Torino è tra le tre città italiane coinvolte nel progetto pilota “TakeBack: ReMed”, l’iniziativa per la raccolta e il riciclo dei dispositivi pre-riempiti per iniezione, promossa per la prima volta in Italia da Novo Nordisk, azienda leader nel campo dei farmaci per le malattie croniche non trasmissibili e le patologie rare.
Dalle penne monouso a oggetti di uso comune, come sedie e complementi d’arredo, il percorso diventa un modello di raccolta e riciclo del tutto innovativo, per trasformare un dispositivo medico usato da rifiuto a risorsa. Sono oltre 607mila, infatti, le penne pre-riempite usate per le terapie contro diabete, obesità e malattie rare che ogni anno sono utilizzate dai cittadini torinesi e che, fino a ieri, finivano in discarica mentre ora, grazie al progetto TakeBack: ReMed, torneranno a nuova vita.
“TakeBack: ReMed” si inserisce nell’impegno globale che Novo Nordisk ha assunto nel campo della sostenibilità con Circular for zero, iniziativa globale che si pone l’obiettivo sfidante di raggiungere un impatto ambientale zero entro il 2045. Sperimentato con successo in Brasile, Francia, Danimarca e Regno Unito, “TakeBack: ReMed” ora arriva in Italia con sperimentazioni che interesseranno, oltre Torino, Bologna e Parma.
A conferma dell’importanza che progetti come questo hanno per l’ambiente in termini di risparmio di CO2, ci sono i dati che arrivano dalle esperienze già avviate in altri paesi: nel Regno Unito, ad esempio, si è ottenuto un risparmio del processo di smaltimento pari a circa il 90%, passando da 26g a 3g di CO2.
“Novo Nordisk lega indissolubilmente l’impegno per il miglioramento della qualità di vita delle persone con l’innovazione e la sostenibilità, perché siamo convinti che il valore terapeutico dei nostri farmaci debba essere sempre associato anche al loro impatto ambientale. L’obiettivo è raggiungere un impatto ambientale zero entro il 2045. Portiamo avanti in tal senso una strategia che ragiona in ottica Planetary Health. Promuoviamo la riduzione dei consumi e delle emissioni, il riciclo dei rifiuti e lo sviluppo di prodotti riutilizzabili all’interno di un’economia circolare che copre tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione. Grazie alla collaborazione con le istituzioni e gli attori del territorio, è possibile creare le condizioni per fare la differenza e promuovere azioni concrete, virtuose e veramente sostenibili come ‘TakeBack: ReMed’, spiega Marco Salvini di Novo Nordisk Italia.
Nella città di Torino, ogni anno, viene utilizzato circa il 3,5% degli oltre 17 milioni di penne pre-riempite che ogni anno vengono vendute in Italia. La sperimentazione parte dunque da questi numeri e si svilupperà grazie a un accordo con Federfarma che ha promosso l’adesione di 80 farmacie cittadine e fornirà i dati di raccolta. In questi presidi, i cittadini troveranno il kit per la raccolta, composto da buste di raccolta delle penne utilizzate che saranno distribuiteai cittadini. Ogni busta potrà contenere tra le 10 e le 15 penne e si stima una previsione di retourn rate – ovvero la risposta di restituzione da parte della cittadinanza – del 25%
“La partecipazione al progetto ‘TakeBack: ReMed’ si inserisce lungo la direttrice tracciata dalle altre progettualità della Città di Torino, dalla raccolta di prossimità degli oli vegetali di provenienza domestica al recupero del cibo, dei RAEE e del legno. Si tratta di iniziative che, creando un contesto favorevole alla riduzione dei rifiuti prodotti e alla differenziazione degli stessi, favoriscono l’adozione di pratiche circolari attraverso il riciclo e il riuso dei materiali, minimizzando così l’impatto ambientale. ReMed, oltre a trasformare rifiuti in risorse, rappresenta anche un’importante opportunità di informazione e responsabilizzazione. Alcune tipologie di dispositivi medici che sono di uso comune nelle nostre case finiscono spesso conferiti in modo non corretto”, commenta l’assessora alle Politiche per l’Ambiente di Torino Chiara Foglietta.
Le penne raccolte a Torino saranno poi trasferite in Danimarca per completare il ciclo di recupero. Grazie a diverse partnership locali, infatti, Novo Nordisk raccoglie, stocca e spedisce le penne usate in Danimarca, per poi trasformarle in materie prime seconde utilizzate per la creazione di oggetti di uso comune, come sedie, lampade, vasi e molto altro. Le penne monouso adesso sono riciclabili fino all’85%.
“Per la Città metropolitana di Torino questo è solo un primo passo. Vogliamo infatti estendere il progetto al resto dei Comuni del nostro territorio, oltre che ad altri produttori, come già accaduto per gli analoghi progetti all’estero, con l’obiettivo di aumentare le quantità di pennette sottratte all’inceneritore, e magari creare le condizioni per una filiera di riciclo nazionale” aggiunge Alessandro Sicchiero, consigliere delegato all’Ambiente della Città metropolitana di Torino.
Insomma, un modello chiaro di economia circolare applicato al settore sanitario e farmaceutico, che, grazie all’impegno di Novo Nordisk e alla collaborazione delle Municipalità coinvolte, partirà da Torino e dalle altre città pilota per poi estendersi anche in altre città italiane.
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In merito all’iter per l’autorizzazione alla società Edison Teleriscaldamento per la realizzazione di un impianto di cogenerazione a gas naturale e biomassa legnosa a Rivoli,il Dipartimento Ambiente e Vigilanza ambientale della Città metropolitana di Torino precisa che:- nel novembre scorso l’Ufficio Urbanistica della Città di Rivoli ha espresso un parere tecnico favorevole alla variante urbanistica correlata alla costruzione e messa in funzione dell’impianto di cogenerazione, in attesa della ratifica della variante stessa da parte del Consiglio Comunale
- la Edison Teleriscaldamento ha proposto all’amministrazione comunale uno schema di accordo per la realizzazione della rete di teleriscaldamento, che dopo aver recepito le osservazioni formulate da tutti gli uffici interessati, è stato approvato dalla Giunta Comunale e ritrasmesso in via definitiva il 30 novembre
- a giudizio della Direzione Risorse idriche e tutela dell’atmosfera della Città metropolitana di Torino appariva quindi più che evidente la volontà favorevole dell’amministrazione comunale, in considerazione di quanto affermato sulla ratifica della proposta di variante, oltre che della già avvenuta sottoscrizione dell’accordo con Edison Teleriscaldamento.
- essendo decorsi i termini assegnati per l’acquisizione degli assensi per il rilascio dell’autorizzazione e attesi ulteriori 30 giorni oltre a quelli stabiliti nel settembre dello scorso anno, la Direzione Risorse idriche e tutela dell’atmosfera della Città metropolitana ha concluso il procedimento, con un provvedimento emanato il 10 gennaio scorso.
Dagli uffici competenti della Città metropolitana si sottolinea che la costruzione e l'esercizio degli impianti di cogenerazione di potenza termica inferiore ai 300 Megawatt, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dall'amministrazione competente. Tale autorizzazione costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico. L’espressione del Consiglio comunale deve avvenire entro il termine del procedimento e il mancato pronunciamento nei termini non è comunque vincolante: questo perché l’approvazione del progetto è quella che la normativa in materia definisce come una “variante automatica normativa”, purché gli elaborati presentati a corredo dell’istanza di autorizzazione siano completi come attestato dal Comune. Lo strumento urbanistico dovrà essere adeguato da parte del Comune, successivamente all’approvazione del progetto, alla prima variazione utile.
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In occasione dell'avvio delle attività previste dal nuovo accordo di programma per la bonifica del sito di interesse nazionale dell'ex Miniera di Amianto di Balangero e Corio, incontro con il ministro dell'ambiente Gilberto Pichetto Fratin venerdì 5 aprile alla ex Amiantifera un'occasione per illustrare lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica e messa in sicurezza eseguiti in questi anni, lavori che consentiranno a breve di restituire bonificati circa 2/3 dell'intera superficie di 310 ettari del sito e permetteranno di formulare interessanti prospettive per il futuro sviluppo dell'area, orientato verso la creazione di un polo di produzione energetica ecosostenibile ed innovativa.Intervenendo a nome di Città metropolitana di Torino, la consigliera delegata alle politiche di sviluppo locale Sonia Cambursano ha ribadito la volontà e l’impegno della Città Metropolitana di Torino a sostegno delle ulteriori attività di bonifica del sito della ex Amiantifera di Balangero curate dalla RSA srl - Società per il risanamento e lo sviluppo ambientale dell'ex miniera di amianto, di cui siamo soci. "Non si tratta solamente di un impegno finanziario e amministrativo, perché il nostro Ente da tempo mette a disposizione di questo territorio alcune professionalità altamente specializzate e fortemente impegnate nel perseguimento degli obiettivi della RSA, come il geologo Gian Luigi Soldi. Ci troviamo nella più grande cava di amianto all’aperto mai realizzata e gestita in Europa, un esempio delle criticità e delle sfide con cui siamo confrontati quando si parla di siti industriali dismessi ad alto impatto ambientale. È positivo il fatto che alla fine di quest’anno anno i due terzi dell’area interessata dalla contaminazione da fibre di amianto potranno essere considerati come definitivamente messi in sicurezza. Come è positivo il fatto che gli impianti e i macchinari dismessi siano stati definitivamente acquisiti da un soggetto pubblico - la RSA srl - che ora può avviare gli interventi di bonifica e di decommissioning degli stabilimenti, così come la bonifica e la riqualificazione delle vasche fanghi e del bacino di coltivazione dell’ex cava mineraria. I materiali contaminati saranno ricollocati all’interno di un volume confinato individuato nel sito stesso, che è di imminente realizzazione e che è stato oggetto di un’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte della Città metropolitana di Torino".
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