Politiche sociali
Parte dal progetto ‘Fa bene diffuso’ l’accordo di collaborazione firmato oggi tra Città metropolitana di Torino e S-NODI, l’agenzia di sviluppo sostenuta da Caritas per lo sviluppo di progetti di lotta contro la povertà. Il progetto replica su scala metropolitana l’azione ‘Fa bene’ avviata nel 2013 da S-NODI in Barriera di Milano. Qui, nel mercato di Piazza Foroni, cui si sono aggiunti Corso Chieti , Corso Svizzera, via Porpora e Crocetta, i clienti vengono sensibilizzati dai commercianti dei banchi e dei negozi ad acquistare piccole quantità di cibo da donare alle famiglie del quartiere in difficoltà; a fine mattina il cibo donato viene raccolto insieme all’invenduto, smistato in pacchi e consegnato in bicicletta alle famiglie, che, a loro volta, si impegnano a restituire quanto ricevuto in forma di servizi alla comunità. In poco più di due anni sono oltre 100 le famiglie e i beneficiari coinvolti, 90 i commercianti aderenti, 4800 le consegne realizzate per 55000 chili di cibo raccolto e 7000 le ore di attese di restituzione. Questo grazie alla volontà congiunta di 30 realtà istituzionali e associative locali.Ora questo progetto si estende a tutto il territorio della città metropolitana, partendo subito con il mercato della Zona omogenea 2 Atm Nord. E con l’intenzione di replicarlo rapidamente in tutti i mercati disponibili. Ma questo è solo l’inizio. Infatti ‘Fa bene diffuso’ è uno dei progetti di sistema contro la povertà condotti da S-NODI nei territori della Regione Piemonte. Grazie al protocollo di intesa firmato con la Città metropolitana, fortemente voluto da Lucia Centillo, consigliera delegata ai diritti sociali, parità, e welfare della Città metropolitana di Torino, sarà un’azione innovativa di governance pubblico-privato sperimentata su un’area vasta.
L’accordo, sottoscritto per la Città metropolitana da Lucia Centillo, e per S-NODI da Pierluigi Dovis, direttore della Caritas Diocesana di Torino e da Tiziana Ciampolini, CEO di S-NODI, stabilisce infatti che Città metropolitana e S-NODI promuovano congiuntamente sul territorio nuove culture e nuove soluzioni per il contrasto alla povertà. Esperienze e capacità dei due soggetti convergeranno sulla realizzazione di attività di tipo territoriale, di progettazione, monitoraggio e formazione che possono integrarsi e sostenersi, con l’utilizzo di risorse qualificate e strumenti adeguati, concorrendo ad orientare e facilitare la realizzazione di azioni sistematiche e attuare diverse forme di collaborazione in grado di analizzare i nuovi bisogni sociali.
“La Città metropolitana ha nel suo Dna lo sviluppo strategico del territorio: una visione ampia che promuove la crescita economica di pari passo con il benessere e la qualità della vita dei cittadini. –spiega Lucia Centillo, consigliera delegata della Città metropolitana- Di qui l’interesse per favorire iniziative attente alla vulnerabilità sociale –d’altronde ereditiamo dall’ex Provincia di Torino un’attenzione particolare, negli anni della crisi, per la nuova povertà, quella cosiddetta ‘grigia’- che trovino la loro espressione in una logica non puramente assistenziale, ma che si sviluppano a partire dal territorio, rafforzano la coesione sociale fra tutti i cittadini, fanno crescere l’identità di una comunità e la sua capacità di reagire”.
“Progetti come Fa bene – sottolinea Tiziana Ciampolini, ceo di S-NODI– sono in grado di avviare processi concreti di contrasto alla povertà e di generare welfare di comunità, oggi fondamentale per uscire da una crisi che ha fatto precipitare molte famiglie in uno stato di povertà precedentemente sconosciuto. Questo, come altri progetti locali che insistono su concetti di reciprocità e generatività, sono ampiamente riconosciuti in Europa come efficaci e sono già replicati con successo in altri Paesi. Il protocollo sottoscritto con la Città metropolitana garantisce che tutto il territorio possa moltiplicare la sperimentazione di forme d’innovazione sociale nella lotta alla povertà. S-NODI promuove infatti sinergie istituzionali perché gli esiti del lavoro diano vita a policies efficaci nel contenuto, nell’uso delle risorse, nei benefici per la realizzazione di una società produttrice di benessere pubblico”.
S-NODI nasce su stimolo di Caritas Italiana per accelerare risposte collettive alle nuove esigenze di welfare e per attivare azioni di sistema che rispondano in modo pertinente a bisogni sociali rilevanti, producendo cambiamento nelle pratiche e nelle politiche ordinarie. S-NODI deriva dall’esperienza dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse Caritas Torino che si è specializzato sui temi della coesione sociale. S-NODI raccoglie il testimone di Caritas Torino, che da più di 10 anni interviene con progetti sperimentali in Barriera di Milano, accompagnando la crescita di iniziative innovative contro la povertà. La caratteristica della azioni S-NODI è il sostegno e l’accompagnamento di azioni pilota che sviluppano capacità nei cittadini, senso di comunità e innovazione delle pratiche sociali.
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MartedìIl protocollo nasce dalla collaborazione già avviata con “Fa bene diffuso”, un progetto di sostegno alle persone in difficoltà e di coesione sociale che ha il suo fulcro nelle aree mercatali e che si sta sperimentando, dopo
All’incontro interverranno Lucia Centillo, consigliera delegata alle politiche sociali della Città metropolitana di Torino; Pierluigi Dovis, direttore della Caritas Diocesana di Torino; Elena Di Bella, dirigente Servizio politiche sociali e parità della Città metropolitana di Torino; Tiziana Ciampolini, ceo S-NODI; Deana Panzarino, coordinatrice del progetto Fa Bene, Anna Maria Cuntrò, assessora al lavoro e al welfare del Comune di Grugliasco; Francesco Casciano, sindaco Comune di Collegno e portavoce per l'Area metropolitana Torino Ovest.
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Ha preso il via questa mattina il primo corso rivolto a operatori e operatrici che lavorano in centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati. Il corso, che proseguirà sino al 16 aprile, fa parte di un progetto della Fondazione Comunità Solidale ed è realizzato con il sostegno della Città metropolitana e della Città di Settimo torinese e la collaborazione del Centro Fenoglio della Centro della Croce Rossa italiana e del Cnos Fap.
Il corso, che coinvolgerà 150 operatori, è declinato in moduli formativi che spaziano dalla normativa di riferimento all’accoglienza materiale, dalla tutela psico-socio sanitaria alla sicurezza sul lavoro.
“Ritengo che questo corso sia frutto di una buona forma di governance di una tematica attuale e delicata su cui è giusto che la Città metropoltana sia a fianco di Comuni e associazioni” spiega la consigliera delegata alle politiche sociali della Città metropolitana Lucia Centillo. “E mi auguro che possa ripetersi nel tempo, diventando una modalità strutturale con cui affrontare il problema dell’accoglienza dei rifugiati. È un fenomeno che non è destinato a estinguersi in tempi brevi, e va accompagnato da una solida preparazione professionale di chi interviene: per attenuare la grande sofferenza di queste persone ma anche per prevenire ogni forma di illegalità e sfruttamento”.
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I giovani devono essere i veri autori della programmazione delle iniziative in materia di politiche giovanili, non soltanto beneficiari. È questo l’orientamento emerso dall’incontro, avvenuto questa mattina a Palazzo Cisterna, fra i Comuni che hanno elaborato i Piani locali giovani e la consigliera delegata della Città metropolitana Barbara Cervetti.Un incontro voluto per riannodare i fili dopo il passaggio da Provincia di Torino a Città metropolitana e per individuare i temi portanti della programmazione degli interventi mirati a realizzare “centri e forme di aggregazione giovanile” per i quali la Regione Piemonte ha destinato ai 22 ambiti metropolitani dei Piani locali giovani, per il 2016, 236mila euro.
“Da settembre si potrà di nuovo pensare a una programmazione a lungo termine” ha spiegato Cervetti “questa è stata una fase di accompagnamento nel transito da Provincia a Città metropolitana. Per il futuro bisogna anche valutare l’opportunità di trasformare i 22 ambiti dei Piani locali giovani in 11, maggiormente corrispodenti all’organizzazione delle Zone omogenee. Ma senza forzature e senza penalizzare chi ha già individuato un ambito ottimale di collaborazione”.
Da molti Comuni è venuta la richiesta di modulare al massimo la progettazione per coinvolgere il più possibile i giovani come attori dei progetti e non solo come beneficiari: “La Città metropolitana sin da ora si assume il compito di difendere questo approccio” ha rassicurato Cervetti “in cui i giovani sono il perno della coprogettazione e sono sostenuti nel percorso verso al cittadinanza attiva”.
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Nasce alle porte di Torino il primo Sportello di prossimità in Italia in grado di collegarsi per via telematica con le cancellerie di un Tribunale. A Moncalieri diventa operativo un servizio che permette ai cittadini di sbrigare numerose pratiche giudiziarie senza dover raggiungere il Palazzo di giustizia del capoluogo. L'iniziativa è rivolta alle “fasce deboli”, interessate dalle attività di curatela, di tutela e alle amministrazioni di sostegno. Il protocollo di intesa per l’istituzione dello Sportello è stato firmato oggi a Torino dal Presidente del tribunale Massimo Terzi e dal Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, in qualità di Presidente dell'Unione dei Comuni di Moncalieri, Trofarello e La Loggia. Alla sigla dell’accordo era presente il Sindaco metropolitano Piero Fassino.Il protocollo d’intesa rende sistematica una collaborazione fra Tribunale e Unione di Comuni che garantisce ai cittadini la possibilità di effettuare a Moncalieri attività di routine ma ugualmente importanti, come la consegna e il ritiro di atti e istanze, l’interlocuzione con gli addetti alla Cancelleria Tutele del Palazzo di Giustizia torinese, il ritiro di moduli, senza doversi recare di persona negli uffici della Cancelleria stessa.
Fino al momento della sua soppressione alla Sezione distaccata del Tribunale a Moncalieri facevano riferimento ben 1300 cittadini considerati “fragili”, perché coinvolti in misure di protezione giuridica, come la tutela, la curatela o l’amministrazione di sostegno. La Sezione di Moncalieri aveva competenza su di un territorio molto più ampio di quello dell’attuale Unione Moncalieri-Trofarello-La Loggia, ma, comunque, grazie allo Sportello di prossimità, circa 400 utenti hanno nuovamente un canale di comunicazione vicino e competente con l’autorità giudiziaria torinese. Nei quindici mesi della fase sperimentale del servizio lo Sportello ha già avuto 700 accessi, con un forte incremento negli ultimi due mesi del 2016.
L’esperienza e i servizi della Città Metropolitana
Come ha sottolineato nel suo intervento il Sindaco metropolitano Piero Fassino, a quella che si può definire a pieno titolo come una “buona pratica” la Città di Torino e la Metropolitana hanno contribuito con due esperienze positive: da un lato i servizi comunali distaccati presso il Tribunale, dall’altro lo Sportello attivato alcuni anni orsono a Palazzo Cisterna dall’allora Provincia, la cui attività è proseguita con l’avvento del nuovo Ente di area vasta. L’Ufficio Pubblica Tutela della Città Metropolitana affianca i tutori e gli amministratori di sostegno nel rapporto con i giudici tutelari, per la compilazione di ricorsi, istanze, rendiconti periodici obbligatori e per l’esercizio del potere di rappresentanza dei soggetti fragili. Grazie alla professionalità di un assistente sociale, lo Sportello si occupa del raccordo tra i servizi socio-assistenziali e il giudice tutelare. Con le procedure del processo telematico è possibile l’invio di fascicoli da parte dei servizi sociali all’autorità giudiziaria. A tal fine la Città Metropolitana svolge un’attività di formazione degli operatori socio-sanitari che devono rapportarsi con gli uffici giudiziari. Nel solo 2015 sono state ricevute quasi 1.000 persone e inviate 1.500 mail di risposta a quesiti specifici. L’Ufficio opera nella sede di via Maria Vittoria 12 su appuntamento, attraverso una sezione decentrata presso il Tribunale di Torino (di fronte alla Cancelleria Tutele) e, dal 5 aprile prossimo, anche attraverso gli Sportelli di Susa, Ciriè e Chivasso, questi ultimi due gestiti in convenzione con l’Ordine degli avvocati di Ivrea con riferimento alle pratiche di competenza del Tribunale di Ivrea.
Per contattare l’Ufficio è possibile inviare una mail a:
pubblicatutela@cittametropolitana.torino.it o contattare il numero 011-8612147-2146.
Informazioni dettagliate su:
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/politiche-sociali/pubblica-tutela
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Dal
La sezione decentrata di Susa dell’Ufficio di pubblica tutela sarà gestita direttamente dalla Città metropolitana di Torino, con il sostegno del Conisa Val Susa e del Comune di Susa, mentre le sezioni decentrate di Ciriè e di Chivasso, saranno gestite in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Ivrea.
Gli sportelli sono stati presentati oggi in un incontro a Palazzo Cisterna, a cui hanno preso parte la consigliera delegata alle politiche sociali della Città metropolitana Lucia Centillo, i rappresentanti delle realtà coinvolte nella gestione degli sportelli, sindaci e amministratori pubblici.
“La pubblica tutela, fra le funzioni delle politiche sociali prima attribuite alla Provincia di Torino, rimane ancora in capo alla Città metropolitana” ha spiegato Lucia Centillo. “È una funzione delicata perché si rivolge a fasce particolarmente fragili della popolazione, per cui è necessario anche l’intervento del Tribunale. Per questo l’accompagnamento e il supporto informativo dell’Ufficio pubblica tutela svolgono un’azione importante nel sostenere queste persone –e chi li deve aiutare attraverso la tutela o l’amministrazione di sostegno- nel percorso burocratico e amministrativo”.
“L'apertura degli sportelli e la preziosa alleanza tra istituzioni e professionisti” ha continuato la consigliera, “facilita il rapporto tra le articolazioni dello stato e la cittadinanza, spesso percepito in modo negativo e di difficile comprensione. A questo si è aggiunta la riduzione del numero di tribunali, che può essere causa di disorientamento o difficoltà: l'apertura dei nuovi sportelli ci aiuta a ridurre anche le distanze fisiche”.
Gli sportelli si troveranno a
Susa piazza San Francesco, 4 (c/o il CONISA VALSUSA) aperto il primo e il terzo martedì del mese dalle14.00 alle
Ciriè via Banna, 14 (c/o il Centro per l’impiego) aperto ogni mercoledì dalle
Chivasso LungoPiazzad'Armi, 6 (c/o il Centro per l’impiego) aperto ogni martedì dalle
La protezione dei soggetti fragili e l’Ufficio di pubblica tutela
La Città metropolitana di Torino, nell’ambito delle funzioni attribuite in materia di politiche sociali, gestisce, attraverso l’Ufficio di pubblica tutela, l’attività di supporto ai tutori, agli amministratori di sostegno e ai genitori nel compimento di quelle attività per le quali la legge prescrive il coinvolgimento del giudice tutelare.
Nel corso degli anni l’attività di supporto si è sviluppata sia attraverso la creazione di un punto informativo presso la sede istituzionale della Città metropolitana e presso il Tribunale di Torino (l’ufficio decentrato di pubblica tutela si trova di fronte alla cancelleria del giudice tutelare) dove opera anche un’assistente sociale che facilita il raccordo tra i magistrati e i servizi socio-assistenziali e sanitari, sia attraverso la partecipazione a iniziative formative e convegni utili a promuovere la cultura della protezione giuridica delle persone in difficoltà.
L’Ufficio di pubblica tutela accompagna il cittadino nella corretta comprensione della normativa che regola gli istituti di protezione e nelle prassi operative dell’autorità giudiziaria, fornendo, grazie alla presenza di professionalità dell’area giuridica e dell’area socio-assistenziale, un completo panorama sulle scelte migliori per l’attuazione del “progetto di vita” e per la corretta gestione del patrimonio dei beneficiari di protezione.
L’Ufficio in particolare illustra all’utente, in un contesto che vuole facilitare il confronto e la completa comprensione delle problematiche, la differenza tra gli istituti della tutela e dell’amministrazione di sostegno, collabora nella redazione delle domande destinate al giudice tutelare per la gestione del patrimonio (accettazioni eredità; vendita beni; acquisto beni; investimenti; ordinaria amministrazione; rapporti con le banche/poste; etc), aiuta nella compilazione del rendiconto periodico.
Nel 2015 si contano 986 consulenze fornite (nel corso dell’anno 2014 sono state 664) oltre a 183 deleghe all’assistente sociale e 180 interventi di raccordo promossi dal Giudice tutelare.
Privilegiando un linguaggio non tecnico, gli operatori dell’Ufficio si pongono l’obiettivo di responsabilizzare il titolare della protezione giuridica evitando l’approccio meramente burocratico. In questa logica sono stati predisposti due vademecum (distribuiti al momento del giuramento dai giudici tutelari di Torino) per tutori e amministratori di sostegno che ne agevolano l’attività. I vademecum sono pubblicati sul sito istituzionale della Città metropolitana e sul sito del Tribunale di Torino.
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DalSe ne parlerà in un incontro che si svolgerà il
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La disabilità uditiva è la più diffusa al mondo e colpisce 360 milioni di persone.Sono quasi 32 milioni i bambini che convivono con una perdita di udito invalidante, ma 6 casi su 10 potrebbero essere evitati. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della sanità che, per Giornata mondiale dell’udito, promossa ormai da 10 anni ogni 3 marzo, scende in campo in difesa delle orecchie dei più piccoli con lo slogan ‘Childhood hearing loss: act now, here’s how' - Perdita di udito infantile: agire ora, ecco come.
“Per i bambini – spiega Lucia Centillo, consigliera metropolitana con delega a Diritti Sociali, Parità e Welfare - l’udito è la chiave per imparare a parlare. La sua perdita può diventare un ostacolo per l’apprendimento ma anche per l’integrazione sociale”.
La Città metropolitana di Torino – continua la consigliera Centillo – ha deciso di aderire alla Giornata mondiale dell’udito per contribuire a sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza della prevenzione e dell’identificazione precoce dei problemi all’udito, ma anche sulla necessità di unire gli sforzi per affrontare i pregiudizi sociali e la discriminazione nei confronti delle persone con sordità”.
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Domani, venerdì 5 febbraio 2016 alle 15 verrà inaugurata la “saletta” riservata alle donne vittime di violenza presso il Commissariato Polizia di Stato di Bardonecchia (Viale della Vittoria 1). Interverranno Salvatore Longo, Questore della provincia di Torino e Lucia Centillo, consigliere delegato ai diritti sociali della Città metropolitana di Torino.La “saletta” presso la Questura di Bardonecchia è una nuova tappa –dopo quella presso la Questura di Rivoli inaugurata lo scorso dicembre- del progetto “Una stanza per te”, un’idea nata da una proposta dell'Associazione Svolta Donna per creare all’interno di commissariati e caserme degli spazi protetti, accoglienti ma adeguatamente attrezzati, per raccogliere le testimonianze delle donne che entrano per denunciare violenze su di sé o sui propri familiari.
La ex Provincia di Torino nel 2014 ha dato via al progetto di risistemazione degli spazi in quindici commissariati e caserme del territorio: comandi di compagnia dei Carabinieri, commissariati di Polizia. (a Torino, Bardonecchia, Ivrea, Rivoli) e nuclei specializzati di Polizia locale (Moncalieri, Venaria, Ivrea) e ora la Città metropolitana ha raccolto il testimone per il completamento della rete di salette.
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Prorogata al
Il bando prevede tre obiettivi:
- percorsi di sensibilizzazione e informazione rivolti ad associazioni sportive dilettantistiche del territorio metropolitano e loro iscritti/e, in età compresa tra 10 e 20 anni;
- attivazione di percorsi formativi rivolti a studenti, studentesse e corpo docente di istituti scolastici di istruzione secondaria superiore e di agenzie formative (limitatamente a quelle che si occupano di obbligo formativo) del territorio metropolitano. I percorsi devono prevedere momenti di discussione, ascolto attivo, riflessione collettiva, role-playing.
- realizzazione di una campagna di sensibilizzazione sui temi del contrasto ai modelli stereotipati di genere, dell’accettazione della diversità e valorizzazione delle differenze rivolto a tutta la cittadinanza.
Il finanziamento è di 140mila euro (con un cofinanziamento del 10% da parte dei proponenti) che verranno destinati a un unico progetto, che si dovrà concludere entro il 2016: tuttavia le specifiche caratteristiche del bando prevedono che venga coinvolto tutto il territorio della Città metropolitana e che a realizzare il progetto sia una “rete” di soggetti, in modo tale da distribuire in modo omogeneo su tutta la cittadinanza metropolitana i risultati dell’intervento.
“Non è stato facile, visti i magri bilanci con cui dobbiamo fare i conti” spiega Lucia Centillo, consigliera delegata alle politiche sociali della Città metropolitana che ha messo a punto il bando “mettere a punto un meccanismo che fosse mirato e nello stesso tempo coinvolgesse tutte le zone omogenee del nostro territorio. Ma riteniamo di aver dato un indirizzo che coniuga l’efficacia alla buona distribuzione”.
Il bando con le modifiche si può visionare all’indirizzo:
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2015/antidiscriminazione/
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