I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Politiche sociali

Fino a venerdì 8 gennaio sarà possibile visitare la mostra "Le famiglie" ospitata nei spazi del piano nobile di Palazzo Cisterna, sede aulica della Città metropolitana di Torino. L'esposizione, che è stata inaugurata in occasione del seminario "1975- 2015  Quarat'anni di riforme e cambiamenti sociali e culturali delle famiglie" che si è svolto venerdì 11 dicembre, è un progetto curato dall'Associazione Istantanee sociali. Attraverso le fotografie esposte si compie un viaggio nella quotidianità, nella vita delle persone che si costituiscono in un variegato caleidoscopio di famiglie. Immagini che rappresentano e insieme suggeriscono nuovi immaginari: siano specchi in cui osservarsi e riconoscersi o finestre aperte che ci aiutano ad allargare il nostro sguardo sul mondo e sui molti modi di vivere affettività, sessualità, condivisione e sostegno. Le fotografie in bianco nero di Giuliana Antrilli, Francesca Bettera, Maurizio De Conti, Renato Miletti e Francesco Petrone indagano la varietà delle famiglie contemporanee: da quelle unipersonali, a quelle monogenitoriali, dalle coppie di fatto omosessuali a quelle eterosessuali, da quelle miste a quelle omogenitoriali.

"Volevamo rappresentare - spiegano i curatori - una ricchezza di esperienze che sta orientando il senso comune verso un'idea di famiglia plurale, nucleo di relazioni creato dalla volontà e dal desiderio degli individui, più che dal vincolo naturale." "Il desiderio di realizzare questo lavoro fotografico - continuano gli ideatori - nasce dall'esigenza di dare spazio a tutte le forme di famiglia che esistono nel nostro paese che riconosce la famiglia solo nel formato matrimonio - uomo - donna - bambini  senza dare spazio ad altro".
"La legge relativa al diritto di famiglia approvata negli anni Settanta - commenta Lucia Centillo, consigliera metropolitana con delega a Diritti Sociali, Parità e Welfare - era in realtà molto avanzata. Oggi però il panorama è mutato e occorre mettere insieme le radici e il futuro. La mostra che ospitiamo a Palazzo Cisterna rappresenta perfettamente il cambiamento sociale e culturale che le famiglie hanno affrontato".

La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 18,00 e sabato 19 dicembre dalle ore 9,00 alle ore 13,00 in occasione dell'apertura del Palazzo per la visita animata dai Gruppi storici. Nei giorni 25 dicembre, 1 e 6 gennaio Palazzo Cisterna è chiuso e dunque non sarà possibile visitare la mostra.

Politiche sociali

La consigliera Genisio ha premiato la scuola Gozzano di Rivarolo

Il 3 dicembre è la Giornata internazionale delle persone con disabilità e anche quest’anno a Torino la ricorrenza è stata degnamente celebrata per iniziativa della Consulta delle persone in difficoltà, il network di associazioni torinesi che si batte per “promuovere una cultura della solidarietà attraverso iniziative di appoggio a quanti sono in condizione di disagio psicofisico e svantaggio sociale”.
Alla Giornata era presente anche la Città metropolitana di Torino, rappresentata dalla consigliera delegata Domenica Genisio, che ha premiato la scuola Guido Gozzano di Rivarolo per un progetto realizzato da studenti e docenti in tema di disabilità.
“Il 3 dicembre è un’occasione per ricordare le difficili condizioni di vita di milioni di persone e per ribadire la necessità di un impegno comune per garantire fondamentali diritti e combattere ogni forma di discriminazione e violenza. Oggi la presenza delle scuole a questo appuntamento è certamente un motivo di gioia, auspicando che anche i bisogni delle persona in difficoltà entrino nella riflessione e nell’agire quotidiano dei ragazzi”.

Politiche sociali

La Città metropolitana di Torino aderirà alla campagna “Un posto occupato”, un’iniziativa che “dedica” una seduta –una poltrona, una panchina, una sedia- alle donne vittime di violenza, che oggi non possono più occupare i posti a sedere che utilizzavano quando erano ancora vive.
Lo ha annunciato oggi in Consiglio metropolitano il consigliere delegato alle politiche sociali Lucia Centillo: “La campagna ‘Un posto occupato’ iniziata a giugno di quest’anno e che poi si è diffusa spontaneamante, vuole sensibilizzare la società sul problema del femminicidio: siamo a ridosso della Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, abbiamo ben presente le cifre che ci dicono che la violenza è la prima causa di morte per le donne nelle fasce di età attive”.
Per testimoniare l’adesione, sollecitata anche dal Comitato unico di garanzia della Città metropolitana, il consigliere Centillo ha “occupato” una delle poltrone del Consiglio metropolitano, appoggiandovi sopra il cartello della campagna, un cappello e un paio di guanti: “Oggetti che testimoniano come queste donne che oggi non ci sono più occupavano un posto nella vita sociale, sul tram, al cinema, in metropolitana”.
Il “posto” dedicato  al ricordo delle donne vittime di violenza sarà a Palazzo Cisterna: “Stiamo valutando” ha concluso Centillo “quale sarà la sua collocazione migliore, pensiamo a una delle sedie di Sala Consiglieri ma non ci spiacerebbe anche una panchina nel giardino”.

Politiche sociali

“Quanto pesa lo sguardo dell’altro nella vita di una persona a cui è stato cucito sulla pelle lo stigma della diversità? Quanto handicap crea la discriminazione? Quanti pregiudizi pesano nei nostri rapporti interpersonali? E perché tutto questo? Forse perché abbiamo paura di perdere la nostra identità? Ma quando ci sentiamo veramente noi stessi?”. Sono domande scomode per la coscienza di tutti noi quelle che l’associazione “La Locanda delle iDEE” si è posta organizzando, dalle 18 di mercoledì 2 alle 18 di giovedì 3 dicembre una 24 ore di cammino non stop a Torino, sulla scia dell’iniziativa “Il Cammino di Marcella e in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità. L’iniziativa è patrocinata e sostenuta dal punto di vista organizzativo dalla Città Metropolitana di Torino. Nelle intenzioni degli organizzatori verrà replicata in numerose città italiane nel corso del 2016.

Le 24 ore consecutive di cammino non serviranno a stabilire record di percorrenza, ma a realizzare un brain storming sull'identità e sui diritti dell'uomo, coinvolgendo anche le persone che i promotori incontreranno casualmente lungo il percorso, tracciato privilegiando gli itinerari ciclopedonali. A tutti coloro che incroceranno i camminanti verrà chiesta una suggestione personale sull’identità. Sono inoltre previsti brevi incontri con scolaresche e associazioni. Le 24 ore termineranno con un incontro pubblico, in cui si condivideranno l'esperienza e le suggestioni. Gli organizzatori dell’evento hanno delineato un itinerario a partire da Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana, nel cuore di Torino, perché sono convinti che la vera rivoluzione consista nel camminare nel quotidiano, nei luoghi della vita di tutti i giorni. “Cammineremo per trovare possibili risposte a quelle domande scomode e per cambiare lo sguardo su disabilità e diversità. – spiega Anna Rastello, ideatrice e promotrice dell’evento, così come, negli anni scorsi, del “Cammino di Marcella” - Perché 24 ore? Perché alla diversità non si può mai rinunciare, è un fardello da cui non è possibile liberarsi nemmeno per qualche minuto al giorno. Perché il tempo è una grande ricchezza egualmente distribuita e dovremmo saperla utilizzare al meglio. Perché chiunque si possa unire al cammino, anche soltanto per pochi chilometri, per donare pensieri, aneddoti e buone pratiche, possibili soluzioni che rendano la nostra società più leggera e più accogliente. Tutto quanto raccolto verrà pubblicato sul sito, per creare rete e miscelare le idee”.

Per saperne di più: www.camminodimarcella.movimentolento.it, Facebook cammino.dimarcella, Anna Rastello, cellulare 339-1920530

Il programma di massima della 24 ore di cammino non stop a Torino

- alle 18 di mercoledì 2 dicembre partenza da Palazzo Cisterna, preceduta da una visita guidata al Palazzo per i partecipanti al cammino

- alle 24 di mercoledì 2 dicembre sosta alla “Glocandia”, Bottega Etica di via Cristoforo Colombo 63

- alle 6 di giovedì 3 dicembre sosta alla Caffetteria Palazzo di Città, nell’omonima piazza, di fronte al Municipio di Torino

- alle 12 di giovedì 3 incontro con una classe del Liceo Marie Curie, di corso Allamano 120

- alle 18 incontro conclusivo all’Antica Drogheria, di via Assarotti 19 A

Sono inoltre previsti brevi incontri con una classe della scuola media Leon Battista Alberti e della Scuola primaria Leone Sinigaglia. Tra le associazioni che al momento hanno aderito all’iniziativa vi sono l'Aismac, l'Asd Base Running e l'Area Onlus.

Chi sono le promotrici della 24 ore di cammino

Anna Rastello è nata a Torino nel 1962, è informatica per passione, con una lunga esperienza lavorativa a partire dalla metà degli anni ’70. E’ mamma per amore dal 1984, con tre figlie biologiche e otto figli in affidamento familiare, con cui ha condiviso periodi anche molto lunghi della loro vita. Dal 2011 ha fatto del “Cammino di Marcella” il mezzo per raccontare l’Italia e gli italiani, con l’impegno di dare un contributo per rendere la società un po’ più consapevole e rispettosa dei diritti dell’uomo e della natura.

Enrica Cremonesi è nata ad Inzago (Milano) nel 1950, è stata educatrice di scuola materna per circa 30 anni. Dal 2010 ha scoperto nel cammino uno strumento importante per incontrare e parlare con le persone, per conoscere e rispettare l'ambiente. L'evoluzione di questa scoperta l'ha portata a re-impegnarsi nel campo sociale, prima sul tema dei buoni comportamenti civili, poi, attraverso l'incontro con la disabilità, per produrre un cambiamento culturale.

Cos’è stato e cos’è il “Cammino di Marcella”

Tutto iniziò nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1997 sul viadotto “Piani”, lungo l’autostrada A26 dei Trafori. Sembrava un viaggio come tanti altri, ma, all’improvviso, chi era alla guida dell’auto perse il controllo della vettura: Marcella, una bambina di otto anni, venne sbalzata fuori dall’auto e cadde dal viadotto, alto 28 metri. I soccorritori, anche a causa dell’oscurità, non riuscivano a trovarla. In quei terribili minuti la mamma, Anna Rastello, fece un voto, promettendo che, se sua figlia fosse stata ritrovata viva, lei sarebbe andata a piedi sino a Lourdes. Anna, atleta mezzofondista in gioventù, ha onorato quella promessa con l’iniziativa “Il Cammino di Marcella”, iniziato il 26 febbraio 2011 da Sarzana (La Spezia) e terminato l’8 maggio dello stesso anno al Colle pirenaico del Somport, al confine tra la Francia e la Spagna, dopo 72 giorni e 1600 chilometri percorsi a piedi. Quei 1600 km sono stati solamente il preludio del cammino metaforico, che prosegue, alla ricerca di un nuovo sguardo sulla disabilità.Nel 2011, al termine dell’iniziativa, realizzata con il patrocinio delMinistero per le Pari Opportunità e di numerosi Enti pubblici (tra i quali l’allora Provincia di Torino), si è voluto darevisibilità alle realtà incontrate, pubblicando un libro e realizzando un filmdocumentario, con l’apporto professionale del fotografo Riccardo Carnovalini, che hafilmato l’intero viaggio.Nel 2013, dal 3 al 26 luglio, Anna e Riccardo sono ritornati a camminare fisicamente in un itinerario tutto dedicato al Piemonte e diviso in 21 tappe. Ad Anna e Riccardo si sono uniti, anche soltanto per una tappa, tutti coloro che condividono l’idea di rappresentare simbolicamente il cammino che la società intera deve percorrere per accettare la disabilità di ciascuno senza porre ulteriori barriere (mentali, psicologiche, fisiche e architettoniche) che creano una più grave condizione di handicap.



Politiche sociali

Domani 25 novembre alle 18 nella stazione ferroviaria di Porta Nuova a Torino, di fronte al tabellone degli “Arrivi-Partenze” (in corrispondenza dei binari 8-10) si svolgerà un flash mob organizzato Coordinamento cittadino e provinciale contro la violenza sulle donne e dalla Città metropolitana di Torino in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Per partecipare al flash mob bisognerà indossare un indumento o un accessorio di colore arancione (colore scelto dall’Onu come simbolo di un futuro senza più violenza sulle donne): l’evento si aprirà con una breve coreografia al termine della quale i partecipanti si riuniranno sotto il tabellone, incroceranno le braccia e diranno a voce alta “No alla violenza, insieme vinciamo!”.
Il flash mob è stato presentato questa mattina a Palazzo Cisterna dal consigliere delegato allle politiche sociali della Città metropolitana di Torino Lucia Centillo, che ha illustrato anche le altre iniziative intraprese. Fra queste, una campagna stampa di sensibilizzazione realizzata gratuitamente da Elena Rosa dell’Associazione Lofficina –che si occupa dell’analisi degli stereotipi di genere nella comunicazione- e costituita da una serie di locandine e cartoline con un messaggio rivolto agli uomini: “La violenza contro le donne ha mille volti: sei tu?”.
“La violenza domestica è ancora al primo posto nella triste classifica delle violenze sulle donne” ha spiegato Lucia Centillo “ in un terzo dei casi gli autori di violenza sono mariti, fidanzati, conviventi e questo accade in tutti i ceti sociali e a tutti i livelli culturali: per questo è importante non solo sensibilizzare le donne ma rivolgersi direttamente anche agli uomini”
Le locandine sono state stampate dalla Regione Piemonte –rappresentata nella conferenza stampa dall’assessore alle pari opportunità Monica Cerutti- mentre Gtt e Atc si sono resi disponibili a distribuirle rispettivamente sui mezzi pubblici e in alcuni edifici.
Il consigliere Centillo ha anche annunciato un convegno, che si svolgerà a Palazzo Cisterna l’11 dicembre dedicato ai cambiamenti e alle riforme sociali e culturali delle famiglie fra il 1975 e il 2015.

Politiche sociali

 

Lunedì 23 novembre alle ore 11 presso la Questura -Divisione anticrimine- in corso Vinzaglio 10, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione e l’inaugurazione della “saletta” riservata alle donne vittime di violenza, prendendo spunto dall'esperienza del Club di Torino del Soroptimist. Interverranno Salvatore Longo, Questore della provincia di Torino e Lucia Centillo, cosnigliere delegato ai diritti sociali della Città metropolitana di Torino.

La “saletta” presso la Questura di Torino è una nuova tappa del progetto “Una stanza per te”, un’idea nata da una proposta dell'Associazione Svolta Donna per creare all’interno di commissariati e caserme degli spazi protetti, accoglienti ma adeguatamente attrezzati, per raccogliere le testimonianze delle donne che entrano per denunciare violenze su di sé o sui propri familiari.

La ex Provincia di Torino nel 2014 ha dato via al progetto di risistemazione degli spazi in quindici commissariati e caserme del territorio: comandi di compagnia dei Carabinieri, commissariati di Polizia. (a Torino, Bardonecchia, Ivrea, Rivoli) e nuclei specializzati di Polizia locale (Moncalieri, Venaria, Ivrea) e ora la Città metropolitana ha raccolto il testimone per il completamento della rete di salette.

Politiche sociali

Riprende, con una nuova veste grafica e soprattutto nuovo slancio, la pubblicazione della newsletter dello Sportello di informazione sociale.

“Come consigliera metropolitana delegata dal sindaco Piero Fassino ad occuparmi di diritti sociali, parità e welfare – commenta Lucia Centillo - non posso che confermare l'impegno, l'attenzione, la volontà di seguire un settore cui già la Provincia di Torino dedicava tempo e risorse e per il quale la Città metropolitana di Torino riprende a lavorare, come prevede anche lo Statuto recentemente approvato”.

Nella newsletter, che avrà cadenza quindicinale, verranno approfonditi i temi che riguardano il benessere individuale e collettivo, la sicurezza sociale, il contrasto della povertà, il superamento delle fragilità e degli svantaggi e le varie forme di volontariato.

“Sono certa – aggiunge Lucia Centillo - che la newsletter oltre ad essere un valido mezzo di comunicazione, sarà strumento di lavoro per gli operatori che quotidianamente sul nostro territorio lavorano per garantire servizi ai cittadini”.

La newsletter è scaricabile dal sito www.cittametropolitana.torino.it all’indirizzo:

http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/component/acymailing/archive/view/listid-7-sportello-sociale/mailid-120-citta-metropolitana-di-torino-newsletter-per-sportello-di-informazione-sociale?tmpl=component

Politiche sociali

Si chiama "Una famiglia per una famiglia" ed èun modello innovativo di intervento sociale pensato per sostenere le famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni affettive con i figli. Una famiglia che si trova in un momento critico è affiancata da un'altra che prende in carico l'intero nucleo in difficoltà - e non soltanto i minori - attraverso un patto educativo da tutti accettato e sottoscritto per un periodo di tempo prestabilito. La durata dell'intervento è in genere di dodici mesi, durante i quali si creano le basi per una maggiore autonomia e stabilità della famiglia bisognosa d'aiuto.
Il progetto, ideato dalla Fondazione Paideia onlus di Torino in collaborazione con la Città metropolitana di Torino e 8 enti gestori dei servizi sociali, è stato presentato questa mattina a Palazzo Cisterna.
"La realizzazione di Una famiglia per una famiglia" ha commentato la consigliera metropolitana delegata ai diritti sociali, parità e welfare Lucia Centillo "è pienamente in linea con quanto previsto nello Statuto della Città metropolitana, laddove si raccomanda di promuovere una cultura di attenzione all'infanzia attraverso politiche volte a sostenere il diritto del minore a vivere, crescere ed essere educato nell'ambito di una famiglia".
L'idea alla base del progetto è molto semplice e valorizza le esperienze di sostegno e aiuto informale che, storicamente, sono sempre esistite. Si tratta di una forma di prossimità basata sullo scambio, la relazione e la reciprocità tra famiglie: tutti i componenti apportano un contributo diverso al progetto, in relazione al ruolo ricoperto in famiglia, al genere e all'età. Si cammina insieme, superando in compagnia il tratto di sentiero più accidentato. Entrambe le coppie, quella affiancata e quella affiancante, si espongono sul piano dei modelli genitoriali mettendosi reciprocamente in discussione.
L'obiettivo è la prevenzione dell'allontanamento del minore dalla propria famiglia d'origine.
"Il progetto nasce dalla richiesta di aiuto di un bambino in affido" ha spiegato Fabrizio Serra, direttore di Fondazione Paideia "che aveva chiesto di sostenere tutta la sua famiglia. In questo modo si sposta la centralità dell'intervento dal minore all'intero nucleo familiare, evitando l'allontanamento del bambino dalla famiglia di origine e dando competenze di tipo organizzativo a famiglie che non hanno potuto gestire al meglio questa fase di accompagnamento con i loro figli".
"Per proporsi come famiglia affiancante" hanno spiegato i promotori del progetto "non occorre essere eroi o sentirsi perfetti: è importante invece essere persone rispettose degli altri, autentiche e propositive, capaci di mantenere un atteggiamento di ascolto non giudicante, essere una famiglia aperta alle relazioni comunitarie".
L'impegno settimanale richiesto varia in base agli obiettivi che si pone ciascun progetto e alle disponibilità della famiglia affiancante. Le famiglie interessate a collaborare possono rivolgersi all'ente gestore dei servizi sociali del territorio nel quale abitano.
Tutte le info su http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2015/famiglia_per_famiglia/index.shtml.

Politiche sociali

Sarà presentato mercoledì 16 settembre, alle 11.30 a Palazzo Cisterna, il progetto "Una famiglia per una famiglia. Verso una nuova forma di affiancamento familiare". Si tratta di un modello innovativo di intervento sociale ideato dalla Fondazione Paideia onlus in collaborazione con la Città metropolitana di Torino e 8 enti gestori dei servizi sociali della provincia torinese, pensato per sostenere le famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni affettive con i figli: una famiglia che si trova in un momento critico è affiancata da un'altra che prende in carico l'intero nucleo in difficoltà, e non soltanto i minori, attraverso un patto educativo da tutti accettato e sottoscritto per un periodo di tempo prestabilito.
Per la Città metropolitana di Torino interverrà la consigliera delegata ai diritti sociali, parità e welfare Lucia Centillo.

L'invito alla conferenza stampa.

Politiche sociali

"Il fenomeno epocale delle migrazioni verso l'Europa è un processo complesso e globale che deve essere governato non solo in termini emergenziali. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che si impegnano nelle istituzioni o nel volontariato per dare risposte a persone, tra cui molte donne e bambini, che scappano da una morte certa rischiando una morte incerta".
Così la consigliera metropolitana delegata ai diritti sociali, parità e welfare Lucia Centillo, che parteciperà domani alla "Marcia delle donne e degli uomini scalzi", promossa dal Coordinamento "Non solo asilo", che si terrà anche a Torino con partenza alle 18 dalla Mole Antonelliana e arrivo in piazza Castello.
La marcia, organizzata a sostegno dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo, riprende l'appello nazionale (http://donneuominiscalzi.blogspot.it/) lanciato da Venezia da un gruppo di giornalisti, religiosi e artisti, e da alcune associazioni umanitarie, per sollecitare governi e istituzioni a modificare le politiche migratorie europee e mondiali.
"Puntare al rispetto dei diritti dei richiedenti asilo e alla dignità delle persone" aggiunge Centillo "è un preciso dovere delle nostre istituzioni e dell'Europa che, insieme alla comunità internazionale, deve agire per la pace nei territori falcidiati dalle guerre e per promuovere la tolleranza e l'interculturalità".