Politiche sociali
Una montagna sostenibile e intelligente, che sia polo d’attrazione sul fronte dello sviluppo economico, del turismo, della qualità della vita deve affrontare le sfide, cruciali, dell’innovazione imprenditoriale, del welfare, della mobilità e della tutela del paesaggio. Sono in effetti questi i temi chiave dei quattro progetti -Cuore dinamico, Cuore solidale, Cuore resiliente e Cuore innovativo- che compongono il Piano integrato territoriale (Piter) “Cuore delle Alpi”, finanziato con oltre 7 milioni di euro nell'ambito dei progetti Interreg Alcotra 2014\2020 e che coinvolge un numeroso partnerariato italo francese accomunato dall’affrontare, benché con modalità diverse, la voglia di restituiree alla montagna una sua centralità nella vita del Paese. Partecipano al Piter il Syndacat Pays de Maurienne, capofila del progetto, le Communautées de Communes du Briançonnais, du Pays des Ecrins, Porte de Maurienne, Maurienne Galibier e per la parte italiana, la Città metropolitana e il vasto territorio geograficamente compreso nelle Unioni Montani Comuni Olimpici Via Lattea; Alta Valle di Susa; Val di Susa; Val Sangone; Pinerolese; Valli Chisone e Germanasca. .Il 3 luglio 2019 a Pinerolo nel Salone dei Cavalieri (Viale Giolitti, 7) a partire dalle 9 si terrà l’evento di lancio dei primi due progetti, i Cuori “dinamico” e “solidale”: un’occasione per conoscere nel dettaglio le azioni che verranno intraprese nei prossimi mesi per intervenire con buone pratiche e sperimentazioni sull’inclusione sociale e sulla mobilità.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Luca Salvai e di Lara Pezzano, assessore alle politiche sociali del Comune di Pinerolo; di Jean Claude Raffin, vice presidente del Syndicat Pays de la Maurienne e capofila del progetto Piter Cuore della Alpi e del progetto Cuore Dinamico; Maurizio Beria d’Argentina, vice presidente della Chav-Conference des Hautes Vallèes; Thierry Bouchié, vice presidente della Communauté des Communes du Brianconnais e di Dimitri De Vita, consigliere delegato allo Sviluppo montano, attività produttive, trasporti della Città metropolitana di Torino si entrerà nel vivo con una tavola rotonda dedicata a “La montagna domani: quale mobilità per tutti?”. Un confronto aperto in cui verranno presentati i progetti e messe in parallelo le differenti esperienze in tema di mobilità di prossimità e a chiamata e sui vincoli e le sfide che in Italia e in Francia occorre vincere per mantenere la montagna viva e vivibile.
A corollario, nel pomeriggio si continuerà il lavoro con due seminari tecnici sulle esperienze in merito alle Fondazioni e alle Cooperative di comunità. Si parlerà dunque delle Fondazioni a partire dal quadro giuridico e dai metodi di lavoro con i rappresentanti delle Fondazioni di comunità del canavese e di Mirafiori a Torino, e poi si porteranno testimonianze pratiche delle esperienze delle Cooperative di Comunità – la Comunity Confcooperative e la volpe e il mirtillo di Ormea, ma anche con le considerazioni del Vescovo di Pinerolo Derio Oliviero e del moderatore della tavola valdese Eugenio Bernardini.
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Politiche sociali
La Città metropolitana di Torino e l’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale (Anffas) hanno firmato un protocollo di intesa che ha come oggetto sensibilizzare le famiglie sui compiti del tutore e dell’amministratore di sostegno, e prevede la formazione degli operatori degli Sportelli Sai? sulle corrette modalità di compilazione dei rendiconti e delle relazioni sulla gestione finanziaria destinati al giudice tutelare.Gli sportello Sai? - creati dall’Anffas - sono un servizio di accoglienza per fornire gratuitamente informazioni, suggerimenti e consulenza su tutti i principali argomenti di interesse per la disabilità, in particolare quella intellettiva e relazionale: agevolazioni, documentazione e modulistica legislativa, lavoro, scuola.
Il protocollo d’intesa ha formalizzato una collaborazione gratuita per promuovere la cultura della protezione dei diritti dei soggetti fragili. Infatti la peculiarità dei temi trattati dai magistrati dell’Ufficio del giudice tutelare e delle caratteristiche dei tutori e degli amministratori di sostegno, che, spesso, sono familiari delle persone fragili non abituati a relazionarsi con le dinamiche del Tribunale, rende necessario un ruolo di accompagnamento, come quello che svolge l’Ufficio di pubblica tutela della Città metropolitana di Torino.
Uno dei risultati del protocollo è stata l’attivazione di un corso di formazione rivolto ai soci dell’Anffas sulle tematiche connesse alle misure di protezione giuridica che si è svolto in due sessioni, 21 e il 28 giugno presso la sala Stemmi della Città metropolitana.
“Il protocollo d’intesa fa parte di una strategia” spiega il vicesindaco metropolitano Marco Marocco “per creare“un sistema diffuso” della pubblica tutela che risponde pienamente all’esigenza di facilitare l’omogeneità e la correttezza delle informazioni, da un lato decongestionando il carico di lavoro della cancelleria a livello del territorio sottoposto alla giurisdizione del medesimo Tribunale, dall’altra aiutando le persone fragili a vivere pienamente I propri diritti”.
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Politiche sociali
Negli ultimi due anni il servizio di Politiche sociali della Città metropolitana ha avviato un'innovativa ricerca sugli homeless che abitano il territorio -con esclusione della Città di Torino. In un primo tempo ha indagato quanti fossero i senza fissa dimora, incrociando i dati ufficiali con quelli delle realtà territoriali - per esempio le parrocchie – che intervengono in materia al di fuori però di una rete istituzionale. In un secondo momento invece la ricerca si è focalizzata su chi sono gli homeless metropolitani, e a febbraio di quest'anno sono stati presentati i dati: il quadro emerso indica un fenomeno in crescita ma sempre meno classificabile in modo rigido, perché le persone senza fissa dimora non rispondono più solo alla classica tipologia del clochard ma include persone con problemi che le rendono fragili, mentre avanza la figura della persona normale che, per un evento di grande impatto sulla sua vita, precipita in una situazione di impoverimento.Per continuare a lavorare a sostegno degli homeless, la Città metropolitana intende candidarsi come capofila per un progetto sperimentale di innovazione sociale incentrato su azioni di prevenzione e pratiche innovative di accoglienza e rapid re-housing per persone senza dimora e finanziato attraverso il Fondo per l'innovazione sociale, il cui obiettivo è rafforzare la capacità delle pubbliche amministrazioni di realizzare interventi di innovazione sociale volti a generare nuove soluzioni, modelli e approcci per la soddisfazione di bisogni sociali, con il coinvolgimento di attori del settore privato.
Per questa ragione è stato emesso un bando per individuare, previa selezione, uno o più partner "soggetti privati o del privato sociale" che fungeranno da "fornitori del servizio o attuatore dell'intervento" e a cui si richiede anche di partecipare alla fase preparatoria della proposta progettuale.
Le domande dovranno essere redatte su apposito modulo (scaricabile da questa pagina) e presentate entro il 24 maggio 2019 h.12.00
Tutte le informazioni su
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/politiche-sociali/bando-innovazione-sociale
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Anche quest’anno la Città metropolitana di Torino aderisce alla Giornata internazionale contro l’omotransfobia, che cade il 17 maggio: ricorda infatti il giorno in cui l’Assemblea degli stati che compongono l’Organizzazione mondiale della sanità ha cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Nel 2007 il Parlamento europeo ha indetto il 17 maggio come gionarata internaizonale contro l’omotransfobia.Aderendo alla proposta della rete Ready (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni) a testimoniare che le amministrazioni pubbliche sono a fianco delle persone LGBT, la Città metropolitana ha realizzato una sorta di “cartolina” che riprende il motto “Celebrate the freedom to love” e lo affianca a “La Città metropolitana contro l’omotransfobia”, accompagnato dai tag #unsegnocontrolomotransfobia, #reteready #readyper17maggio che verrà diffusa sui canali istituzionali e social dell’ente con l’invito a condividerla.
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Il sovraindebitamento, le possibili tutele per le famiglie e i piccoli imprenditori e le attuali procedure di composizione della crisi per persone fisiche, famiglie e piccole imprese sono al centro di un incontro di orientamento a partecipazione gratuita organizzato per giovedì 16 maggio alle 14,30 nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna dall’organismo di composizione della crisi “La Rinascita degli Onesti” in collaborazione con la Città metropolitana di Torino.L’appuntamento è dedicato in particolare agli operatori socio-sanitari e al settore delle “fasce deboli”.
Dopo l’introduzione e i saluti istituzionali sono in programma interventi dell’avvocato Alessandro Curletti sul tema “La legge 3/12: Presupposti oggettivi, soggettivi e di ammissibilità”, dell’avvocato Chiara Cracolici su “Le tre procedure di composizione della crisi”, della dottoressa Monica Mastrandreasu “Misure di protezione delle persone e accesso alle procedure di sovraindebitamento”.
Sul tema “L'intervento di Enti e Fondazioni antiusura: possibili soluzioni alla crisi da sovraindebitamento” discuteranno i rappresentanti della Fondazione antiusura “La Scialuppa” (Luciana Malatesta), della Fondazione San Matteo (Carlo Gandolfo), della Fondazione Operti (Massimo Vai), della Caritas Diocesana di Torino (Carlo Nachtmann), del Progetto Trapezio dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo (Angela Marinelli) e della Finpiemonte (Giuseppa Ponziano).
Seguiranno l’esposizione e il dibattito su casi concreti, con particolare riferimento ai soggetti deboli. Infine il confronto su esperienze concrete di aiuto a persone sovraindebitate coinvolgerà la giudice tutelare Monica Mastrandrea, Elena Violante e Diego Lopomo dell’Ufficio Tutele della Città metropolitana e i gestori della crisi, avvocati Chiara Cracolici e Alessandro Curletti.
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Anche a Susa è stato inaugurato ufficialmente l'Ufficio di prossimità, lo sportello dove si possono svolgere alcune delle pratiche relative al tribunale civile che non comportano l'assistenza di un avvocato: le autorità locali, fra cui la Città metropolitana di Torino, e il Tribunale di Torino hanno firmato martedì 2 aprile il protocollo che sancisce la collaborazione fra gli enti.L'Ufficio di prossimità di Susa, così come quelli già aperti a Moncalieri e Pinerolo, va a affiancare la rete di sportelli che la Città metropolitana di Torino ha avviato sul territorio negli ultimi dieci anni. La Città metropolitana infatti gestisce con titolarità pubblica nell'ambito delle funzioni attribuite in materia di politiche sociali dalla legge regionale 1 del 2004, attraverso l'ufficio di pubblica tutela, una complessa e delicata attività di supporto ai tutori, agli amministratori di sostegno e ai genitori nel compimento di quelle attività per le quali la legge prescrive il coinvolgimento del giudice tutelare.
Nel corso del decennio questa attività di supporto si è sviluppata attraverso la creazione di sportelli sia presso la sede istituzionale della Città metropolitana di Torino, sia presso il Tribunale di Torino dove opera anche un'assistente sociale e recentemente sul territorio a Ciriè e Chivasso, Pinerolo e Moncalieri. Nel solo 2018, si contano 1.420 consulenze offerte dall'Ufficio di Pubblica tutela presso le varie sedi con un considerevole incremento rispetto allo scorso anno: se pensiamo che solo sei anni si contavano 58 casi, si ha la riprova del gradimento del pubblico sul lavoro svolto.
La consigliera metropolitana delegata alle politiche sociali ha spiegato che l'adesione della Città metropolitana al protocollo che definisce la collaborazione con l'Ufficio di prossimità di Susa rafforza la presenza sul territorio dell'ente di area vasta perché configura sempre di più un modello - quello del sistema diffuso della pubblica tutela– che permette di valorizzare la persona beneficiaria di protezione superando l'approccio assistenziale e burocratico e quindi, di fare cultura sui diritti delle persone fragili, riconoscendone piena dignità alla luce della nostra Carta Costituzionale.
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Organizzato dal tavolo maltrattanti in collaborazione con OmCeO per sabato 23 marzo
Il Tavolo “maltrattanti” della Città metropolitana di Torino ha organizzato, in collaborazione con l’Ordine Provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Torino, per sabato 23 marzo 2019 (dalle ore 8.45 alle 15.15, presso la sede OMCeo di Torino a Villa Raby, Corso Francia 8) un corso formativo rivolto ai medici e agli operatori socio-assistenziali dal titolo: “Autori di violenza: riconoscimento e percorsi di cambiamento”.
Il corso nasce dalla collaborazione della Commissione che si occupa di formazione del Tavolo “maltrattanti” con la Commissione pari opportunità dell’ OMCeO di Torino, e si pone come obiettivo quello di fornire un approccio “globale” per imparare a riconoscere gli autori di violenza e per individuare le soluzioni più opportune sia per darne segnalazione che per trovare adeguati percorsi di cura.
Dopo i saluti istituzionali, fra cui quello della consigliera delegata alle politiche sociali della Città metropolitana di Torino Silvia Cossu, si entrerà nel vivo con interventi che affrontano il problema a 360 gradi, spaziando dall’intervento di un'antropologa a quelli delle forze dell’ordine, dalle associazioni antiviolenza alle professioni mediche.
Il corso è gratuito ed è valido per gli obblighi formativi dei medici.
Per informazioni OmceO Torino - Tel. 011/5815103-104 presidenza@omceo.to.it
Qui la locandina
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iovedì 21 febbraio 2019 nell’Auditorium della Città metropolitana di Torino (corso Inghilterra 7, Torino) a partire dalle 14, si terrà l’incontro di presentazione del vademecum “Liberiamo il lavoro”, un utile strumento rivolto a lavoratori e lavoratrici per orientarsi edifendersi dalle discriminazioni che si possono incontrare nella fase di ricerca, durante o in uscita dal lavoro e conoscere dove rivolgersi sul territorio per avere sostegno e tutela.Il vademecum completa un percorso che ha visto la Città metropolitana di Torino, l’Agenzia Piemonte Lavoro-Centri per l'Impiego, l’Ufficio della Consigliera di parità provinciale e Cgil Cisl Uil confrontarsi sul tema delle discriminazioni in ambito lavorativo.
Programma
Introduzione ai lavori
Silvia Cossu consigliera delegata Diritti sociali e parità, welfare della Città metropolitana di Torino
Monica Cerutti assessora alle Pari opportunità, diritti civili della Regione Piemonte
Genere e generazione nel mercato del lavoro: percorsi a ostacoli di vita e di lavoro
Rosy Musumeci assegnista di ricerca, Università degli studi di Torino
Le discriminazioni nell’accesso al lavoro e le azioni positive della rete degli sportelli dei servizi pubblici per l’impiego
Claudio Spadon direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro
Presentazione Vademecum
CGIL Torino Elena Petrosino
CISL Torino Maria Cristina Terrenati
UIL Torino Francesca Fubin e Michela Quagliano
Associazioni datoriali Unione industriale di Torino e Api Torino Giada Bronzino
Le discriminazioni di genere nel lavoro: azione delle consigliere di parità
Francesca Bagni Cipriani consigliera nazionale di parità
Modera Monica Tarchi dirigente Direzione istruzione, pari opportunità, welfare della Città metropolitana di Torino
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Non solo Torino, cioè una città con molti servizi e molte risorse, ospita gli homeless. Anche il territorio della Città metropolitana ne ha un numero consistente. E non è facile sapere quanti e chi sono perché ovviamente i senza fissa dimora sono soggetti che sfuggono alle normali fonti di censimento, ma anche perché spesso ricevono aiuto da struitture private che non sono in rete con i servizi pubblici.
È quanto era emerso, nel 2017, da una indagine ricognitiva commisionata dalla Città metropolitana di Torino che aveva permesso di “censire” sul territorio 101 strutture tra dormitori, social housing, mense, centri d’ascolto per la distribuzione di beni di prima necessità e ambulatori sociali; 36 servizi sociali impegnati quotidianamente con utenza homeless; oltre 50 i comuni interessati dal fenomeno e più di 30 quelli che concedono la residenza anagrafica in una via fittizia per permettere ai senza tetto l’accesso alle prestazioni sociali e sanitarie; 550 i senza dimora censiti.
L’indagine ha avuto un secondo “step” che punta a conoscere più nel dettaglio il profilo di questi “invisibili” e anche le best practices per affrontare il fenomeno: i risultati sono stati presentati in un incontro dal titolo “Homeless. Chi sono e come si interviene sui territori della Città metropolitana di Torino” mercoledì 13 febbraio a Palazzo CisternaLo studio è stato promosso dalla Città metropolitana di Torino e realizzato da Cesare Bianciardi del Dipartimento di culture, politiche e società dell’Università degli studi di Torino.
Ad aprire i lavori Silvia Cossu, consigliera delegata ai diritti sociali, parità e welfare della Città metropolitana di Torino: “Per la prima volta, circa un anno e mezzo fa, siamo andati a vedere qual è la situazione degli homeless al di fuori del capoluogo. Con questa seconda ricerca abbiamo approfondito non solo il profilo sociale degli homeless, ma anche qual è la risposta dei territori, quali risorse hanno a disposizione e quali si possono mettere in campo. Questo ci darà la possibilità di dare vita a un tavolo di lavoro da cui escano delle soluzioni attuabili a contrasto del fenomeno ”.
Fra gli interventi, Antonella Meo del Dipartimento di culture, politiche e società dell’Università degli studi di Torino ha parlato di come la crisi economica del 2008 abbia aggravatola situazione delle nuove povertà, ampliando la fascia di popolazione a rischio; Stefania Falletti dell’Osservatorio abitativo della Città metropolitana ha messo in relazione le problematiche del disagio abitativo con quelle dei senza fissa dimora; Stefania Fumagalli di Coldiretti ha invece presentato alcune buone pratiche nel campo dell’agricoltura sociale.
L’indagine si è concentrata in particolare sui territori di Pinerolo, Rivoli, Settimo Torinese e Chivasso,scelti tenendo conto del numero di presenze di homeless rilevate nel 2017 e dell’attribuzione della residenza anagrafica fittizia quale indicatore di un processo strutturato di presa in carico.
Homeless in aumento
A distanza di un anno, nel 2018, si è rilevata una variazione percentuale di + 20 % dei senza dimora presenti sul territorio metropolitano, pari a un aumento di 111 unità. L' aumento registrato è imputabile, in parte, a una più puntuale annotazione del fenomeno, cioè con il censimento di senza dimora anche in molti Comuni dove il fenomeno non era stato rilevato nel 2017: Lanzo Torinese, Caselle Torinese, Robassomero e Borgaro; Trofarello, Trana, Cuceglio, San Martino Canavese, Mazzè, Torre Pellice, Pinasca, Usseaux. L’aggiunta di questi Comuni porta il numero totale dei Comuni nei quali sono presenti homeless a 60, quindi nel 19% dei Comuni della Città metropolitana di Torino si è rilevata la presenza di homeless.
Strutture pubbliche e private
Come già messo in evidenza nella precedente indagine una buona percentuale di strutture di terzo settore agisce non entrando in rete con i servizi sociali pubblici, ben il 49 % del totale; un 33 % di strutture agisce, invece, in rete con il pubblico e, in ultimo, il 18 % di strutture pubbliche (spesso dormitori, social housing o alloggi protetti/autogestiti) sono comunque gestiti da enti di privato sociale o di terzo settore.
Profili degli homeless presenti sui territori metropolitani
Tre sono le tipologie di homeless presenti sui territori metropolitani:
– «in transito», vale a dire la tipologia classica del senza dimora itinerante: il profilo rappresentato da soggetti itineranti che hanno sviluppato capacità di adattamento al vivere per strada, è ormai residuale, seppur ancora presente.
– soggetti portatori di quelle che vengono definite «fragilità di base», quali dipendenze, malattie o con alle spalle famiglie fragili.
Ancora rilevante è la componente di persone con trascorsi di dipendenze – che per la maggior parte questi hanno sviluppato anche problematiche psichiatriche – cui si affiancano sempre di più soggetti relativamente giovani, in età lavorativa attiva, con scarsità di strumenti (sociali, relazionali, culturali, professionali). Questi ultimi, in particolare, sono persone che sono sopravvissute grazie a lavori saltuari, ma che - con la crisi del mercato del lavoro - non riescono più a mantenersi e soprattutto a non riescono a mantenere un alloggio.
– persone definite «normali» che cadono nella condizione di homeless a causa di un «evento scatenante».
Di maggiore rilevanza appaiono quei tipi di utenza senza dimora strettamente connessi all’impoverimento generale, ovvero alla precarietà e alla perdita di fonti di reddito certe provenienti da attività lavorative stabili. Gli operatori osservano che quando pensano al senza dimora oggi non pensano più al «clochard classico» -che seppur continua ad esistere ha sicuramente mutato la sua forma in un soggetto che «aderisce seppur parzialmente alle regole» e pertanto rientra in qualche percorso assistenziale che prevede anche l’inserimento in strutture di bassa soglia. Piuttosto fanno riferimento a una variegata e nuova costellazione di persone che perdono la casa e con essa la stabilità della propria vita, pur avendo «fino a pochi istanti prima vissuto una vita del tutto normale». la causa scatenante in un evento preciso che determina «un lento scivolamento», che sia la perdita del lavoro, la separazione dal coniuge, o un lutto importante.
Non solo maschi
Resta netta la prevalenza maschile: uomini soli, spesso in età attiva, separati, con reti parentali non del tutto solide o consolidate, o completamente dissolte. Ma in alcuni territori sta assumendo rilevanza la presenza femminile: sono solitamente donne sole, single perché separate o perché non sposate, che vivevano coi genitori e si mantenevano attraverso lavori saltuari, che al momento della morte degli stessi non riescono più a mantenersi ed a mantenere la loro abitazione.
Nazionalità: gli homeless in prevalenza sono italiani
Riguardo alla nazionalità degli utenti, al di fuori del capoluogo si evidenzia una netta prevalenza di italiani. Solo a Pinerolo – dove nelle valli è presente in maniera massiccia il fenomeno dell’accoglienza diffusa dei migranti – pare assumere rilevanza il fenomeno di coloro che escono dal percorso di accoglienza e sono frequentemente utenti dei servizi di bassa soglia ma non dei servizi sociali (in quanto clandestini).
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Mercoledì 13 febbraio dalle 14 alle 18 nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna (via Maria Vittoria12, Torino) si terrà un’incontro dal titolo “Homeless. Chi sono e come si interviene sui territori della Città metropolitana di Torino”Ad aprire i lavori sarà Silvia Cossu, consigliera delegata diritti sociali e parità, welfare, della Città metropolitana di Torino.
Un’indagine su quanti sono e come sono distribuiti i senza fissa dimora sul territorio metropolitano era già stata avviata lo scorso anno, concentrandosi su quelli che vivono fuori dalla realtà di una grande città come il Comune di Torino e fotografando quali e quante sono le strutture, pubbliche e private, che offrono ai senza fissa dimora assistenza e accoglienza. L’indagine tuttavia non metteva a fuoco il “profilo” sociale degli homeless; tema che è stato approfondito nel corso dello studio che verrà presentato a Palazzo Cisterna, promosso dalla Città metropolitana di Torino e realizzato da Cesare Bianciardi del Dipartimento di culture, politiche e società dell’Università degli studi di Torino.
I territori di Pinerolo, Rivoli, Settimo Torinese e Chivasso hanno costituito il significativo campione che ha permesso di studiare i profili dell’utenza e di indagare le best practices e le strategie di intervento relative al fenomeno dei senza dimora.
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