I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Politiche sociali

Il Consiglio metropolitano di Torino ha esaminato ed approvato nell’ultima seduta dell’anno anche un debito fuori bilancio per un ammontare di poco superiore ai 2.600 euro per il rimborso spese dovuto nell’anno 2017 al datore di lavoro della Consigliera di Parità della Città metropolitana di Torino, Gabriella Boeri.

L’attività svolta dalla Consigliera di Parità nominata dal Ministro delle Pari Opportunità, è dovuta per legge e rientra fra le competenze della Città metropolitana: si tratta di una figura che controlla l’attuazione dei principi di uguaglianza e di opportunità tra uomini e donne in ambito lavorativo, a supporto delle donne oggetto di discriminazioni di genere in ambito lavorativo, sia all’interno che all’esterno dell’Ente.

“Sono circa un migliaio i casi trattati annualmente dalla nostra Consigliera di Parità – commenta Silvia Cossu consigliera della Città metropolitana delegata alle politiche sociali – e, nelle situazioni che lo richiedono, la Consigliera fa segnalazione all’autorità giudiziaria e ne segue l’iter, con l’appoggio di professionisti che operano a titolo gratuito: si tratta quindi di una competenza di legge che rappresenta un servizio utile e concreto a favore delle cittadine del territorio metropolitano”.

“Mi rammarica – aggiunge Silvia Cossu – che alcuni consiglieri metropolitani oggi in Aula non abbiano voluto approvare l’atto per questo minimo rimborso: la legge prevede che quando la Consigliera di parità è un lavoratore dipendente come nel caso di Gabriella Boeri, il suo datore di lavoro debba ricevere un rimborso spese per le ore di lavoro esercitate”.

La votazione del provvedimento ha fatto registrare infatti il voto contrario dei consiglieri Carena, Montà e Magliano; il voto a favore dei consiglieri Azzarà, Castello, Cossu, Pirro, Merlin, Iaria, Fava, del vicesindaco Marocco e della sindaca Appendino insieme all’astensione dei consiglieri Avetta, Ruzzola e Grippo.



Politiche sociali

Lunedì 18 dicembre dalle 9 alle 13.30 nella Sala Consiglieri di  Palazzo Cisterna (via Maria Vittorio 12, Torino) si terrà  un’incontro dal titolo “Homeless. Uno sguardo sul territorio della Città metropolitana di Torino”

Ad aprire i lavori, interverranno Silvia Cossu, consigliera delegata diritti sociali e parità, welfare, della Città metropolitana di Torino; Augusto Ferrari assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa della Regione Piemonte; Sonia Schellino assessora al welfare della Città di Torino

Nel corso dell’incontro verranno presentati i risultati di un’indagine dal titolo “Homelessness, un’indagine ricognitiva sul territorio della Città metropolitana di Torino”, realizzata e coordinata da Cesare Bianciardi per conto di Educamondo in collaborazione con il Servizio politiche sociali e di parità della Città metropolitana di Torino, grazie a fondi stanziati dallaFondazione Don Mario Operti e con la collaborazione scientifica di Antonella Meo dell'Università degli studi di Torino.

Gli “homeless” sono quasi invisibili, vivono ai margini della società e quel che li accomuna è che non hanno un tetto stabile, una casa da cui far ripartire le loro esistenze. Ma i senza fissa dimora, quelli che comunemente vengono chiamati “barboni”, nella realtà sono persone con storie travagliate molte diverse, ancor più in questi ultimi decenni in cui crisi economica e migrazioni, fragilità dei percorsi socio assistenziali spingono “sulla strada” anche individui che in altre situazioni un’abitazione l’avrebbero o la vorrebbero.

Difficili da classificare e ancor più da contare, escono dall’”invisibilità” nei periodi invernali, quando il freddo li riporta alla ribalta e vengono approntate ulteriori strutture di emergenza.

L’indagine fotografa quanti sono i senza fissa dimora sul territorio della Città metropolitana concentrandosi su quellli che vivono fuori dalla realtà di una grande città come il Comune di Torino e fotografa quali e quante sono le strutture, pubbliche e private, che offrono ai senza fissa dimora assistenza e accoglienza.

Politiche sociali

Nell’ambito del progetto “L’Infanzia negata”, promosso dal Polo del ‘900 sino al 14 dicembre, la Fondazione Carlo Donat-Cattin ha organizzato per martedì 28 novembre alle 17,30 un incontro per ricordare e testimoniare la storia dell’Istituto dell’infanzia abbandonata della Provincia di Torino. L’appuntamento è al Polo del ‘900, in via del Carmine 14 angolo corso Valdocco, dove proseguono in queste settimane mostre, incontri, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali, attività formative per gli adulti e per gli allievi delle scuole, tutti dedicati alla riflessione sui diritti negati dell’infanzia e all’infanzia, ieri e oggi.
L’incontro del 28 novembre è intitolato “Si raccomanda alla bontà dell’Ospizio questa tenera bambina”, con l’introduzione curata da Luca Rolandi, giornalista e ricercatore della Fondazione Donat-Cattin. I saluti istituzionali saranno portati dall’Assessore regionale alla sanità, Antonio Saitta, dall'Assessore alle politiche sociali della Città di Torino, Sonia Schellino, e da Carla Gatti, Direttore dell’Area relazioni e comunicazione della Città Metropolitana di Torino. Seguiranno gli interventi del giornalista addetto stampa della Città Metropolitana Cesare Bellocchio, autore del libro “Nascere senza venire alla luce”, del giudice minorile Dante Cibinel e della psicologa Angela Sordano. Sono previste le testimonianze di John Campitelli, ex ospite dell’Istituto dell’infanzia abbandonata della Provincia di Torino, dell’ex bambinaia dell’Istituto Gavina Irde, dell’ex assistente sociale Carla Meda e di suor Paola Bassani, che nell’Istituto prestò servizio.
L’incontro si aprirà con la ninna nanna “Fate la nanna coscine di pollo”, cantata dalla piccola Letizia Fuga, componente del coro delle Voci Bianche del Teatro Regio di Torino. Le letture, a cura di Giancarlo Viani, saranno dedicate a brani di alcuni romanzi in tema, allo scritto di un medico dell’Istituto e ad alcuni passaggi del libro di Cesare Bellocchio in cui si riportano estratti di relazioni dell’epoca, particolarmente significative dal punto di vista narrativo ed emotivo. Le musiche di apertura e di accompagnamento saranno a cura di Nabil Hamai. In chiusura la lettura di una breve fiaba sul tema dei trovatelli, con accompagnamento musicale. Saranno anche proiettati un video e immagini fotografiche d’epoca. È previsto l’allestimento di un’esposizione di oggetti utilizzati nell’Istituto, concessi per l’occasione da privati e istituti religiosi.

Politiche sociali

L’associazione “La Locanda delle iDEE”, coadiuvata da Glocandia Onlus, continua a camminare per cambiare lo sguardo su disabilità e diversità, sulla scia dell’iniziativa “Il Cammino di Marcella” (www.camminodimarcella.movimentolento.it) del 2011, un viaggio a piedi ideato per raccogliere informazioni sull’abbattimento delle barriere culturali che creano handicap, con il patrocinio e il sostegno dell’allora Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana. Nel 2013 è nato il Cammino di Marcella Piemonte (www.camminodimarcella.movimentolento.it/it/page/CdMPiemonte/), un circuito di circa 600 chilometri, prima ipotesi di un possibile itinerario a piedi per tutti.
L’ultima iniziativa è il progetto “Cammino di Marcella 24h/24”, un piccolo contributo al tentativo di modificare lo sguardo sulla disabilità, che dà appuntamento a chi è interessato alla ricerca di percorsi accessibili a tutti, dalla mezzanotte di venerdì 10 alla mezzanotte di sabato 11 novembre a Torino: ventiquattro ore di cammino, senza dormire, non per fare un record di percorrenza ma per realizzare un grande brain storming sull'identità e sui diritti dell'uomo. Si cammina lungo gli itinerari ciclopedonali del progetto regionale “Corona Verde - Rete di Natura, storia e città”, partendo dalla stazione di Porta Nuova, per verificare in cammino l'accessibilità della città e per diffondere la cultura del turismo per tutti. Nel corso della 24h/24 sono previste sei brevi soste, in punti di ristoro, alla Locanda delle Idee di via Pigafetta 44/a e alla sede di Glocandia in via Giovanni da Verrazzano 21/a, con cibi e bevande a disposizione dei partecipanti e momenti di confronto sul tema del turismo accessibile.
Chiunque si può unire al cammino, anche soltanto per pochi chilometri, per donare pensieri, aneddoti e buone pratiche, possibili soluzioni che rendano la nostra società più leggera e più accogliente. Anche l’edizione 2017 del Cammino d Marcella 24h/24 è patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino.
Per saperne di più: www.camminodimarcella.movimentolento.it, Facebook cammino.dimarcella, Anna Rastello, cellulare 339-1920530

CHI SONO LE PROMOTRICI DELLA 24 ORE DI CAMMINO

Anna Rastello è nata a Torino nel 1962, è informatica per passione, con una lunga esperienza lavorativa a partire dalla metà degli anni ’70. E’ mamma per amore dal 1984, con tre figlie biologiche e otto figli in affidamento familiare, con cui ha condiviso periodi anche molto lunghi della loro vita. Dal 2011 ha fatto del “Cammino di Marcella” il mezzo per raccontare l’Italia e gli italiani, con l’impegno di dare un contributo per rendere la società un po’ più consapevole e rispettosa dei diritti dell’uomo e della natura.
Enrica Cremonesiè nata ad Inzago (Milano) nel 1950, è stata educatrice di scuola materna per circa 30 anni. Dal 2010 ha scoperto nel cammino uno strumento importante per incontrare e parlare con le persone, per conoscere e rispettare l'ambiente. L'evoluzione di questa scoperta l'ha portata a re-impegnarsi nel campo sociale, prima sul tema dei buoni comportamenti civili, poi, attraverso l'incontro con la disabilità, per produrre un cambiamento culturale.

COS’È STATO E COS’È IL “CAMMINO DI MARCELLA”

Tutto iniziò nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1997 sul viadotto “Piani”, lungo l’autostrada A26 dei Trafori. Sembrava un viaggio come tanti altri, ma, all’improvviso, chi era alla guida dell’auto perse il controllo della vettura: Marcella, una bambina di otto anni, venne sbalzata fuori dall’auto e cadde dal viadotto, alto 28 metri. I soccorritori, anche a causa dell’oscurità, non riuscivano a trovarla. In quei terribili minuti la mamma, Anna Rastello, fece un voto, promettendo che, se sua figlia fosse stata ritrovata viva, lei sarebbe andata a piedi sino a Lourdes. Anna, atleta mezzofondista in gioventù, onorò quella promessa con l’iniziativa “Il Cammino di Marcella”, iniziato il 26 febbraio 2011 da Sarzana (La Spezia) e terminato l’8 maggio dello stesso anno al Colle pirenaico del Somport, al confine tra la Francia e la Spagna, dopo 72 giorni e 1600 chilometri percorsi a piedi. Quei 1600 km furono solamente il preludio del cammino metaforico, che prosegue, alla ricerca di un nuovo sguardo sulla disabilità.Nel 2011, al termine dell’iniziativa, realizzata con il patrocinio delMinistero per le Pari Opportunità e di numerosi Enti pubblici (tra i quali l’allora Provincia di Torino), si volle voluto darevisibilità alle realtà incontrate, pubblicando un libro e realizzando un filmdocumentario, con l’apporto professionale del fotografo Riccardo Carnovalini, che avevafilmato l’intero viaggio. Nel 2013, dal 3 al 26 luglio, Anna e Riccardo tornarono a camminare fisicamente in un itinerario tutto dedicato al Piemonte e diviso in 21 tappe. Ad Anna e Riccardo si unirono, anche soltanto per una tappa, tutti coloro che condividevano l’idea di rappresentare simbolicamente il cammino che la società intera deve percorrere per accettare la disabilità di ciascuno senza porre ulteriori barriere (mentali, psicologiche, fisiche e architettoniche) che creano una più grave condizione di handicap.

Politiche sociali

Sabato 23 settembre da mezzogiorno a mezzanotte nell’ex Foro Boario ritornerà la manifestazione “Moncalieri Comunità”, un appuntamento delle associazioni moncalieresi di volontariato per ricominciare insieme un nuovo anno di impegno.Sarà una giornata di festa in compagnia delle realtà associative del territorio, tra sport, volontariato e scuola. Durante la giornata sarà possibile pranzare insieme, provare discipline sportive, godersi uno spettacolo teatrale, ballare e trovare occasioni di impegno solidale.
La Città Metropolitana di Torino ha concesso il patrocinio all’iniziativa, che vuole essere una festa aperta a tutti, in cui le realtà associative e del terzo settore attive in campo sportivo, nel sociale e nella scuola si incontreranno e si confronteranno, presentandosi ai cittadini e offrendo un assaggio del loro impegno quotidiano. Al Foro Boario sono in programma esibizioni di sport, musica e ballo. Ci saranno spazi dedicati ai progetti di solidarietà e accoglienza, esempi della passione e generosità dei cittadini e delle associazioni moncalieresi. Ci sarà uno spazio per il ristoro e si svolgerà un pranzo solidale, a cura dell’associazione Carità Senza Frontiere. Per le prenotazioni si può telefonare al numero 333-6719657. Alle 14,30 è in programma l’incontro formativo per le associazioni “Volontariato, che passione!”. A partire dalle 15 si svolgeranno esibizioni e saggi delle associazioni sportive, di danza e culturali. Alle 18 saranno premiati i moncalieresi sportivi dell’anno. Alle 19 si darà il benvenuto ai nuovi cittadini italiani residenti a Moncalieri, mentre alle 21 è in programma lo spettacolo teatrale “Strani oggi”, a cura dell’associazione Tedacà e con la partecipazione di un gruppo di richiedenti asilo. Infine, dalle 22,30 in poi, spazio alle danze, con il Dj set curato dall’associazione Jds. Nell’ambito dell’iniziativa “Ciak si gira!”, all’Info desk alcuni videomaker saranno a disposizione dei volontari e dei beneficiari delle associazioni, che potranno raccontare le proprie esperienze in brevi video clip.

 

Politiche sociali

Domenica 17 settembre a Salassasi festeggeranno i 150 anni dalla fondazione della Società Operaia di Mutuo Soccorso fra gli Operai ed Artigiani. La Città Metropolitana di Torino ha concesso il suo patrocinio alle celebrazioni. Nella prima Convenzione, di cui la Società possiede la copia originale nell'archivio storico, si può leggere che “L’anno mille ottocento sessantasette addì 8 dicembre in una sala del Signor Bianchetta Domenico, trovatosi in amichevole adunanza, una considerevole quantità di buoni cittadini, collo scopo di formare una Società di fratellanza e mutuo soccorso stabilirono quanto segue”, ossia una serie di articoli che disciplinavano l'organizzazione appena creata, nata per cercare di porre rimedio all’indigenza che a metà del 1800 stava dilagando tra gli operai e gli artigiani del paese. Diciannove anni prima, nel 1848, il Re Carlo Alberto aveva concesso promulgando lo Statuto Albertino “il diritto di adunarsi pacificamente e senz'armi, uniformandosi alle leggi che possono regolarne l'esercizio nell'interesse della cosa pubblica”. Le società operaie ottocentesche precorrevano l’odierno sistema mutualistico e previdenziale e furono le prime forme di auto-organizzazione delle classi lavoratrici. Gli “uomini buoni” di cui parlano gli statuti di quelle società a metà del 1800 crearono enti mutualistici che, nati in seno alle varie corporazioni dei mestieri, ebbero la forza e la capacità di aiutare le classi sociali più svantaggiate, tenendo i giovani lontani dalla delinquenza.
La Società di Salassa celebrerà i 150 dalla fondazione con una Messa e un pranzo a cui sono invitati tutti soci, che sono ancora molto numerosi, pur avendo il paese solo 1800 abitanti. Sarà l’occasione per ringraziare i più anziani, perché in loro è ancora vivo lo spirito dell’associazione; ma anche i più giovani che, forse un po' per caso o perché il nonno era iscritto, hanno iniziato a farne parte e hanno capito ben presto l'importanza che la società ebbe per la vita sociale di Salassa in epoche difficili, in cui la miseria e le malattie erano assai diffuse. Le celebrazioni si svolgeranno sotto l’egida della Federazione italiana della mutualità integrativa volontaria, del Comune di Salassa, del Coordinamento regionale Società Mutuo Soccorso e Cooperative e della Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle società di mutuo soccorso.

Politiche sociali

Scadrà il 26 giugno 2017 alle 14 il bando per partecipare al Servizio civile nazionale per la selezione di 121 giovani da impiegare per 12 mesi in 30 progetti nei settori: ambiente; assistenza; educazione e promozione culturale; patrimonio artistico e culturale; protezione civile. Potranno presentare la propria candidatura residenti nel territorio della Città metropolitana di Torino e delle province di Alessandria e Biella.

 Requisiti obbligatori

I giovani che vogliono presentare la propria candidatura devono possedere i seguenti requisiti:
1. aver compiuto 18 anni e non aver superato i 28 (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda;
2. cittadini italiani;
3. cittadini degli altri Paesi dell'Unione europea;
4. cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia;
5. non aver riportato condanna anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo ovvero ad una pena della reclusione anche di entità inferiore per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, ovvero per delitti riguardanti l'appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata.
I requisiti di partecipazione devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda e, a eccezione del limite di età, mantenuti sino al termine del servizio.

Non possono presentare domanda i giovani che:
a) abbiano già prestato servizio civile nazionale, oppure abbiano interrotto il servizio prima della scadenza prevista, o che alla data di pubblicazione del presente bando siano impegnati nella realizzazione di progetti di servizio civile nazionale ai sensi della legge n. 64 del 2001, ovvero per l'attuazione del Programma europeo Garanzia Giovani;
b) abbiano in corso con l'ente che realizza il progetto rapporti di lavoro o di collaborazione retribuita a qualunque titolo, ovvero che abbiano avuto tali rapporti nell'anno precedente di durata superiore a tre mesi.
Non costituisce causa ostativa alla presentazione della domanda di servizio civile nazionale l'aver già svolto il servizio civile nell'ambito del programma europeo "Garanzia Giovani" e nell'ambito del progetto sperimentale europeo IVO4ALL o aver interrotto il servizio civile nazionale a conclusione di un procedimento sanzionatorio a carico dell'ente originato da segnalazione dei volontari.

Per maggiori informazioni su come partecipare e sui progetti:
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/politiche-sociali/servizio-civile-volontariato/bando-maggio-2017

Politiche sociali

Giovedì 4 maggio 2017 la stazione dei carabinieri di Settimo Vittone inaugurerà ufficialmente la “saletta” riservata alle donne vittime di violenza, proseguendo così nel progetto, avviato nel 2014 dall’ex Provincia di Torino e sostenuto in seguito dalla Città metropolitana,di risistemazione di uno spazio dedicato in quindici commissariati e caserme del territorio.

Alle 11, alla presenza della consigliera metropolitana delegata al welfare,sarà tagliato il nastro della saletta presso la Stazione dei Carabinieri (strada statale 26, civico n. 55, Settimo Vittone): una nuova tappa delprogetto “Una stanza per te”, un’idea nata da una proposta dell'Associazione Svolta Donna e realizzata con il contributo di Soroptimist Club di Ivrea-Canavese, per creare all’interno di commissariati e caserme degli spazi protetti, accoglienti ma adeguatamente attrezzati, per raccogliere le testimonianze delle donne che entrano per denunciare violenze su di sé o sui propri familiari.

La ex Provincia di Torino nel2014 hadato via al progetto di risistemazione degli spazi in quindici commissariati e caserme del territorio: comandi di compagnia dei Carabinieri, commissariati di Polizia. (a Torino, Bardonecchia, Ivrea, Rivoli) e nuclei specializzati di Polizia locale (Moncalieri, Venaria, Ivrea)  e la Città metropolitana ha raccolto il testimone per il completamento della rete di salette.

Politiche sociali

A richiesta degli amministratori locali, la Città Metropolitana supporterà i 315 Comuni del proprio territorio nelle procedure per l’istituzione dei registri dei testamenti biologici: lo prevede una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Metropolitano su proposta della Consigliera Carlotta Trevisan, delegata ai diritti sociali e parità, al Welfare e alla tutela delle minoranze linguistiche.
Intervenendo in aula a sostegno della mozione, la Consigliera Trevisan ha ricordato che il tema è all’attenzione del Parlamento. “Con la mozione, - spiega Trevisan - chiediamo a tutte le forze politiche un impegno serio, perché occorre legiferare su quello che è a tutti gli effetti un diritto civile. Porteremo in Consiglio anche un ordine del giorno in tal senso e lo invieremo a tutti i Consigli comunali del nostro territorio, proponendo che lo approvino, per sollecitare al Governo e al Parlamento l’adozione di una normativa nazionale sul testamento biologico”.
Pur sollecitando una sistemazione legislativa della materia, la mozione precisa anche che una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che è già ora possibile predisporre un testamento biologico, attraverso la sottoscrizione di un atto che permetta di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione sui trattamenti sanitari di fine vita, nell'eventualità in cui ci si dovesse trovare nell'incapacità di esprimere il proprio consenso.
La mozione approvata dal Consiglio Metropolitano ricorda che la Città di Torino ha istituito il registro dei testamenti biologici sin dal 2011 ed impegna la Città Metropolitana e la sua Sindaca, Chiara Appendino, ad operare per favorire e coordinare l’istituzione dei registri comunali dei testamenti biologici.

Modalità di sottoscrizione del testamento biologico

Il testo della mozione precisa inoltre che le iscrizioni nel Registro devono avvenire a seguito della consegna fatta personalmente dalla persona titolare del diritto di una dichiarazione con firma autenticata a norma di legge.
Con tale documento il sottoscrittore esprime la propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari in caso di malattia, lesione cerebrale irreversibile o patologia invalidante, che costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali in una fase in cui la persona non sia più in grado di manifestare il proprio consenso o il proprio rifiuto della terapia, del trattamento o della cura che lo mantiene in vita.
Le eventuali dichiarazioni successive si aggiungono a quelle precedenti o le sostituiscono in toto, qualora così fosse richiesto al momento della consegna dell'ultima dichiarazione.
Il venir meno della situazione di residenza nel territorio amministrato dal Comune che istituisce il Registro non comporta la cancellazione dal medesimo. Per i fini consentiti dalla legge e dalla normativa, l'Ufficio competente, a richiesta degli interessati, attesta l'iscrizione nel Registro e rilascia copia del testamento biologico ricevuto dal cittadino. I soggetti le cui dichiarazioni sono inserite nel Registro possono indicare una persona alla quale il Comune, se richiesto dalla persona indicata, dovrà consegnare la documentazione presente nel Registro.

Politiche sociali

Venerdì 7 aprile, nella sede della Città metropolitana di Torino di corso Inghilterra 7 (sala del 15° piano), si terrà il convegno "Nuove prospettive del diritto alle origini, tra diritto, politica e vita vissuta".
Il diritto alle origini, che oggi in Italia coinvolge 400mila persone, riguarda la possibilità per tutti coloro che non sono stati riconosciuti alla nascita di risalire all’identità dei genitori naturali. Malgrado alcune sentenze della Consulta e della Cassazione, e un disegno di legge già approvato alla Camera e tuttora giacente in Senato, per queste persone il diritto alle origini nella legislazione italiana non è riconosciuto, ed è necessario che trascorrano 100 anni perché siano rese note le generalità della donna che si è avvalsa del diritto di partorire in anonimato.
Il convegno del 7 aprile intende approfondire gli attuali sviluppi giurisprudenziali attraverso l’analisi di avvocati, magistrati e giuristi competenti in materia. Sono stati invitati esponenti politici, per delineare un quadro dell’attuale disegno di legge. Inoltre, sarà dato spazio alle esperienze dei cittadini a seguito delle istanze presentate ai Tribunali per i minorenni, seguendone gli iter giuridici e tratteggiandone le storie di vita. Ad aprire la giornata, i saluti istituzionali della consigliera metropolitana delegata ai diritti sociali e alle politiche di parità Carlotta Trevisan.
Il Convegno è organizzato da: associazione "Figli Adottivi e Genitori Naturali" (FAeGN), Comitato Nazionale per il Diritto alle Origini Biologiche, Prisma Luce e Kaio, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino.

PROGRAMMA

ORE 13.30-13.45
Accoglienza dei partecipanti

ORE 13.45
Saluto istituzionale della consigliera della Città metropolitana delegata ai diritti sociali e alle politiche di parità Carlotta Trevisan.
Introduzione al tema da parte delle associazioni: Luisa Di Fiore, presidente di Faegn, e Anna Arecchia, presidente del Comitato Nazionale per il Diritto alle Origini Biologiche.

ORE 14.15 IL QUADRO GIURIDICO
1. I recenti sviluppi giuridici. Le sentenze della Corte di Cassazione: intervento di Paolo Di Marzio, magistrato della Corte di Cassazione.
2. Il diritto alle origini nella prospettiva legislativa: intervento della giurista Joëlle Long.
3. Gli iter giuridici: intervento dell’avvocato Luciana Guerci.

ORE 15.15 MODALITÀ DI INTERPELLO E PRASSI
1. Esperienza del Tribunale per i minorenni di Roma: intervento di Melita Cavallo, già presidente del Tribunale per i minorenni di Roma.
2. Dall’apertura della busta all’interpello. Esperienze di alcuni Tribunali: interventi di rappresentanti della polizia giudiziaria.

ORE 16.00 LE ESPERIENZE DI VITA. TAVOLA ROTONDA
Interventi dei figli adottivi: Monica Rossi, associazione Faegn; Emilia Rosati, Comitato Nazionale per il Diritto alle Origini Biologiche, John Campitelli, presidente di Italiadoption, Piera Serra,psicoterapeuta.

ORE 16.45-17.30. CONCLUSIONI CON DIBATTITO FINALE.
Nel dibattito sarà lasciato spazio a chi desidera raccontare la propria esperienza, come figlio adottivo o come genitore.