I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Pari opportunità

Martedì 17 maggio alle ore 12.00 nella Sala Colonne di Palazzo Civico, nel corso di una conferenza stampa, saranno presentate le iniziative sulla Giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.

All’incontro con i giornalisti parteciperanno:
l’Assessore ai Diritti e alle Pari opportunità della Città di Torino;
la Presidente del Consiglio Comunale;
la Consigliera delegata alle Pari opportunità della Città metropolitana di Torino;
la Consigliera di Parità della Città metropolitana di Torino, Michela Quagliano;
la Direttrice del Lovers Film Festival, Vladimir Luxuria.

Interverranno, inoltre, Matteo Rastelli, influencer impegnato contro l'odio in rete e un rappresentante del Coordinamento Torino Pride.

Pari opportunità

Nasce a Torino il primo centro antidiscriminazioni rivolto a persone LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali, asessuali) e gestito da Arcigay Torino, Agedo Torino, Maurice GLBTQ, Almaterra, in collaborazione con la Città metropolitana di Torino, che ha ospitato oggi 27 aprile nella sede di corso Inghilterra la presentazione e il Nodo Territoriale metropolitano contro le discriminazioni.

Lo scopo del centro è quello di accogliere e offrire una tutela concreta alle persone che subiscono discriminazione e/o molestie basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Come suggerisce il nome, PorTO Sicuro accoglie tutte le soggettività LGBTQIA+ del territorio e che hanno necessità di approdare in uno spazio che possa garantire un sostegno concreto a chi ne ha bisogno.

Per rispondere nel miglior modo alle esigenze che perverranno, il centro antidiscriminazioni si dota di strumenti di supporto a 360° per fornire ascolto, orientamento e accompagnamento attraverso un servizio telefonico di ascolto attivo dal lunedì al venerdì, uno sportello di accoglienza e orientamento al quale le persone potranno accedere direttamente dopo il contatto telefonico, uno sportello di supporto psicologico che offre colloqui diretti con professionisti, uno sportello lavoro di consulenza e orientamento per l’inserimento lavorativo, uno sportello casa di sostegno nella ricerca di un’abitazione in collaborazione con le associazioni e le case rifugio presenti sul territorio (in particolar modo il TO Housing - Accoglienza LGBTQI), uno sportello legale in ambito civile e penale, uno sportello salute con personale medico e infermieristico che offre test rapidi e gratuiti per le IST (infezioni sessualmente trasmissibili). Agli sportelli sarà affiancata un’attività di accompagnamento territoriale, per affrontare insieme alle operatrici e agli operatori eventuali ostacoli linguistici o particolari vulnerabilità dell’utenza e delle attività di sostegno alle famiglie soggette a discriminazione, svolto in collaborazione con l’associazione Rete Genitori Rainbow.

Particolare attenzione è dedicata alla tematica trans, assicurando spazi rivolti all’accoglienza e supporto per le persone transgender sia dal punto di vista endocrinologico, sia di counseling anche per familiari e persone amiche. In un’ottica di un approccio intersezionale, PorTO Sicuro si rivolge anche alle personesex worker e alle persone migranti, rifugiate e richiedenti asilo LGBTQIA+.

Il centro, diffuso sul territorio torinese, prevede il potenziamento, la sistematizzazione e il coordinamento tra le tre sedi delle associazioni coinvolte, il cui accesso sarà garantito cinque giorni a settimana: CasArcobaleno, in via Bernardino Lanino 3/a, sede di Arcigay Torino e Agedo Torino; Maurice GLBTQ, in via Stampatori 10, e Almaterra, in via Norberto Rosa 13/a, rispettivamente sedi delle omonime associazioni.

Le realtà associative attive in PorTO Sicuro fanno parte della Rete contro le discriminazioni attivata dal Nodo metropolitano della Città metropolitana di Torino.

È possibile contattare il Centro Antidiscriminazioni PorTO Sicuro tramite:

il numero 3314044495, attivo il lunedì dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 18:30 alle 20:30, il martedì, mercoledì e venerdì dalle 15:00 alle 19:00 e il giovedì dalle 16:30 alle 20:30 (nei rimanenti orari è possibile lasciare un messaggi nella segreteria telefonica);

l’indirizzo mail info@centroportosicuro.it.

Il centro antidiscriminazioni ha ricevuto un finanziamento nazionale pubblico dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Bando per la costituzione di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere e costituisce uno dei 37 centri antidiscriminazioni sul territorio nazionale finanziati dal suddetto bando.

Pari opportunità

 Domani mercoledì 27 aprile alle ore 12 presso la sede della Città metropolitana di Torino (Corso Inghilterra 7, Torino); verrà presentato PorTOSICURO, un nuovo sportello antidiscriminazioni rivolto alla comunità LGBTQIA+.

Lo sportello, realizzato grazie a un bando Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del Dipartimento pari opportunità della Presidenza del Consiglio) sarà gestito dalle associazioni Almaterra, Agedo, Arcigay Torino e Maurice in collaborazione con il  Nodo territoriale antidiscriminazioni della Città metropolitana di Torino.

Fra i servizi messi a disposizione da PorTOSICURO, vi saranno attività di supporto su tematiche legali, lavoro, salute, casa; consulenza alle famiglie; supporto psicologico e servizi di accoglienza, un servizio telefonico di ascolto.

La S.V. è cordialmente invitata

Pari opportunità

Valentina Cera, consigliera delegata della Città metropolitana: “É bene per tutta la società che le liste elettorali dei piccoli Comuni includano entrambi i sessi”

“Sui 312 Comuni della Città metropolitana, poco meno di 250 hanno meno di 5mila abitanti. Non possono essere Comuni di serie B, senza la possibilità di rappresentanza di entrambi i generi”. Così commenta la consigliera delegata alle pari opportunità della Città metropolitana di Torino Valentina Cera la sentenza Costituzionale che stabilisce che le liste elettorali che non presentino candidati di entrambe i sessi devono essere escluse anche nei Comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti. “Pur consapevole che nei Comuni molto piccoli qualche volta è difficile anche solo ‘costruire’ una lista” aggiunge la consigliera Cera “ritengo che la legge debba essere uguale e offrire le stesse opportunità a tutti i cittadini e le cittadine indipendentemente da dove abitano. Lo sforzo di inclusione non può che essere un’opportuntà per tutta la società democratica”.

Pari opportunità

Questa mattina il Sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo ha simbolicamente registrato all’anagrafe del Comune con il cognome di entrambe le mamme una bambina nata da una coppia omogenitoriale. Alla cerimonia erano presenti la consigliera delegata alle politiche di parità della Città metropolitana Valentina Cera e l’assessore comunale alle pari opportunità Alessandro Azzolina.

La consigliera metropolitana Valentina Cera è anche consigliera a Nichelino e nel mese di febbraio ha presentato all’attenzione del Consiglio comunale un ordine del giorno in cui si richiede l’approvazione di una legge nazionale che non discrimini bambine e bambini di famiglie omogenitoriali.

“Purtroppo non sono stati fatti passi avanti a livello di legislazione nazionale” commenta Valentina Cera “come ha dimostrato la richiesta della Prefettura al Comune di Torino di non trascrivere i figli delle coppie omogenitoriali in attesa del pronunciamento della Cassazione. Ad andarci di mezzo però sono bambine e bambini, il loro mondo affettivo e familiare, insomma a essere colpiti sono proprio coloro che dovremmo tutelare al massimo”.

Pari opportunità

Presentata un’indagine in occasione della Giornata internazionale della donna

La Città metropolitana di Torino aveva, alla fine del 2020, 789 dipendenti, di cui 426 di sesso maschile e 363 di sesso femminile. Su 15 dirigenti, 6 erano di sesso femminile, ma nelle categorie D e C, che includono i funzionari, le donne erano più numerose (categoria D 144 uomini, 149 donne, categoria C 107 uomini, 185 donne). E anche con un livello più elevato di istruzione: le donne laureate erano il 18% contro il 12% dei dipendenti di sesso maschile. Il divario fra i due sessi, dal punto di vista del lavoro nell’Ente di area vasta, insomma, risultava abbastanza contenuto (e lo è ancora, nonostante i mutamenti nell’organico avvenuti nel 2021, che non inficiano però il quadro generale). Ma come nel resto d’Italia, sulle donne pesa decisamente di più la conciliazione delle esigenze familiari sulla vita lavorativa e quindi fanno un ricorso più elevato alle opportunità a disposizione: permessi, part time, aspettativa, vicinanza al luogo di lavoro.

È quanto emerge da un'indagine interna avviata dalla Direzione Istruzione e sviluppo sociale della Città metropolitana di Torino e sviluppata grazie al lavoro di una tirocinante, Anna Maria Berloco Scalera del corso di laurea magistrale Politiche e servizio sociale, per capire chi sono le lavoratrici della Città metropolitana, quali ruoli ricoprono, quali sono stati i loro percorsi scolastici e di carriera: i risultati sono stati presentati in occasione della Giornata internazionale della donna, lunedì 7 marzo nella sede di corso Inghilterra e on line: come ogni anno, un’occasione di incontro con le dipendenti e i dipendenti dell'ente .

La ricerca ha cercato di raffigurare le funzioni ricoperte dalle donne nelle diverse Direzioni e all'interno delle Società partecipate, raccogliendo storie, esperienze e riflessioni delle lavoratrici che, con impegno e creatività, sono riuscite a trovare un equilibrio tra differenti ruoli e conciliare la cura della famiglia con la propria realizzazione professionale.

“Questo è il primo degli incontri della rassegna che abbiamo chiamato Women@work“ ha spiegato la consigliera delegata metropoliattana alle politiche sociali e di parità Valentina Cera “che proseguirà con altri appuntamenti, perché l’attenzione alle tematiche di parità deve essere una costante. Oggi c’è una direttiva europea che impone alle pubbliche amministrazioni di porre rimedio al gender gap per poter accedere ai finanziamenti dei fondi europei. Anche se la situazione è migliorata, le donne sono più istruite e hanno più opportunità, esiste sempre quell’invisibile tetto di cristallo che le fa arrivare sempre un po’ sotto agli uomini”.

Un “tetto” che si ripresenta in svariate situazioni, dai convegni- come hanno sottolineato la consigliera delegata alle attività produttive Sonia Cambursano e la consigliera di Parità della Città metropolitana Michela Quagliano – così come nello smartworking – a cui ha dedicato una relazione dal titolo "L’equilibrio tra lavoro e vita privata nel post pandemia” di Sonia Bertolini, professoressa associata in Sociologia del Lavoro presso il Dipartimento cultura politica e società dell’Università degli studi di Torino: per molte donne il lavoro agile rappresenta un’opportunità per conciliare meglio vita privata e lavoro ma spesso anche una dimensione “porosa” in cui le due dimensioni si confondono e sovrappongono e che si rivela particolarmente stressante.

Pari opportunità

Città metropolitana di Torino aderisce alla 17^ edizione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia, indicata nella sigla IDAHOTB (International Day against homophobia, transphobia and biphobia) che si celebra lunedi 17 maggio.
Un'iniziativa sostenuta e promossa dalla rete RE.A.DY, la Rete italiana delle Regioni e dagli Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere -  che attualmente conta 210 partner tra cui la Città metropolitana di Torino - che organizza un'azione congiunta fra i partner su un tema e uno strumento votato a maggioranza nell’Incontro Annuale della rete. Nell’ultimo incontro annuale, la RE.A.DY aveva scelto di realizzare per il 17 maggio 2021 una campagna di comunicazione per il contrasto all’utilizzo di parole d’odio.
“Dobbiamo impegnarci tutti per combattere i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle persone LGBTI che continuano quotidianamente a vivere nella paura e nell'insicurezza. È una questione di diritti umani che riguarda tutti noi”: questo il commento del  vicesindaco metropolitano Marco Marocco in occasione di una giornata che quest’anno ricopre un significato ulteriore alla luce del dibattito e dell'attenzione politica  nazionale sul disegno di legge Zan “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Sul tema delle parole d'odio, Marocco aggiunge: “Abbiamo affrontato l’argomento hate speech lo scorso aprile durante l’incontro #Machedici?, organizzato dal Nodo antidiscriminazioni della Città metropolitana di Torino in collaborazione con Ires, un incontro positivo e partecipato durante il quale abbiamo approfondito con esperti le modulazioni dei discorsi d’odio e di quanto, se non si agisce con interventi di prevenzione  e contrasto, possano sconfinare nel crimine vero e proprio".
Secondo la quinta edizione della Mappa dell’intolleranza pubblicata da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, che rileva ogni anno la diffusione del cosiddetto hate speech in rete, l’odio via social nell’anno della pandemia si è propagato su tutto il territorio. Sebbene nel totale siano diminuiti, i discorsi d’odio in rete non si concentrano più soltanto nei grandi centri urbani, ma sono diffusi in tutta la penisola.







 

 

 

 

 

Pari opportunità

Vengono chiamati “hate speech” e in italiano sono i discorsi d’odio, ovvero un tipo di comunicazione che, con elementi verbali e non verbali, diffonde odio e intolleranza verso un individuo o un gruppo di individui accomunati da etnia, orientamento sessuale o religioso, disabilità, una diversa appartenenza sociale o culturale. Un atteggiamento che incita e amplifica pregiudizi e paure e che ha trovato un terreno fertile nella comunicazione on line, specialmente attraverso i social media che fanno leva su reazioni emotive più che su articolati ragionamenti. Ma come contrastare e rendere innocuo questo tipo di discorsi che fin troppo facilmente diventa virale?

Se ne parlerà il 14 aprile in un seminario on line dal titolo #Ma che dici?", organizzato dal Nodo antidiscriminazioni della Città metropolitana di Torino. Il Nodo metropolitano, che fa parte di una Rete regionale contro le discriminazioni, ha fra i suoi compiti l’informazione la sensibilizzazione sui temi del contrasto alle discriminazioni e l’orientamento e l’accompagnamento di chi vuole segnalare una discriminazione, anche attraverso i 52 Punti informativi presenti sul territorio, attivati con il coinvolgimento di 31 soggetti pubblici e privati.

Di seguito il programma:

Introduce e modera:
Viorica Nechifor – giornalista, presidente dell’Associazione Nazionale Stampa Interculturale

14.15 – 14.45
Saluti Istituzionali
Marco Marocco - vicesindaco della Città metropolitana di Torino
Triantafillos Loukarelis – direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali
Alberto Cirio – presidente della Regione Piemonte *
Marco Giusta – assessore ai diritti della Città di Torino
Michele Rosboch – presidente dell’Ires Piemonte

14.45 - 15.15
Nodo metropolitano contro le discriminazioni: attività realizzate e sviluppi futuri
Antonella Ferrero – responsabile Nodo contro le discriminazioni, Città metropolitana di Torino

15.15 – 15.45
Discorsi d’odio: cosa sono e come contrastarli
Federico Faloppa – docente di sociolinguistica all’Università di Reading e coordinatore della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio

15.45 - 16.15
Contro-narrazioni per combattere il razzismo online: il progetto CO.N.T.R.O.
Roberto Bortone – Unar, coordinatore progetto CO.N.T.R.O.

16.15 – 17.15
Contrastare i discorsi d’odio: esperienze dei Punti informativi della Rete metropolitana contro le discriminazioni
Souad Maddahi – mediatrice interculturale associazione A.M.M.I.
Ayoub Moussaid – portavoce Rete 21 marzo Mano nella mano contro il razzismo
Anwar Odeh – operatrice associazione Almaterra
Tommaso Pozzato – presidente associazione Balon Mundial
Jacopo Rosatelli – socio associazione Maurice GLBTQ

17.15 – 17.30
Confronto e conclusioni

Come partecipare:
è richiesta l’iscrizione compilando il modulo al seguente link: shorturl.at/ajrJN
Alle persone iscritte sarà inviato il link per il collegamento alla piattaforma il 13 aprile
Per informazioni: antidiscriminazioni@ires.piemonte.it

Pari opportunità

Se nel 2019 il bilancio in tema di donne e mercato del lavoro era decisamente negativo, nel 2020 è decisamente peggiorato: a causa della pandemia si sono persi 444mila posti di lavoro di cui 312mila posti di donne. È quanto emerge dalla relazione annuale della Consigliera di parità della Città metropolitana di Torino: porta ancora la firma di Gabriella Boeri, che ha ricoperto il ruolo per un decennio e ora ha passato il testimone a Michela Quagliano.

Il lavoro dell’Ufficio della Consigliera di parità non si è interrotto con i ripetuti lockdown ma è proseguito, ovviamente, con un maggior uso delle piattaforme web e dei sistemi di comunicazione a distanza. I problemi delle lavoratrici, acuiti anche dalla crisi economica che ha appunto coinvolto più severamente settori economici che fanno ricorso in modo consistente alla manodopera femminile (fra tutti, per esempio, il settore turistico) ripropongono però i problemi di sempre: non accenna ad arretrare la persistente discriminazione delle lavoratrici madri, come testimoniano i dati raccolti dalla Direzione territoriale del lavoro con riferimento alle dimissioni “volontarie” o licenziamenti per “motivi economici” in conseguenza alla maternità. Molte donne sono discriminate dopo il congedo di maternità con demansionamento, diniego di flessibilità oraria, rientri fortemente contrastati e raramente agevolati, soprattutto dopo il secondo figlio.

L’Ufficio della Consigliera ha ricevuto molte segnalazioni, alcune anche da parte di uomini, con una netta preponderanza di problematiche legate ai congedi parentali, alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, alle flessibilità orarie e ai part-time e alla fruizione dei permessi L.104 per la cura di familiari.

Nel 2020si sono rivolti all’Ufficio della Consigliera di parità297 utenti: donne 271, uomini 26. A causa dell’emergenza sanitaria Covid 19 si è verificata una consistente riduzione dell’attività nel periodo marzo-maggio per il lockdown, anche se il servizio è rimasto attivo in modalità remota. Ne è risultato un decremento sostanziale del numero di coloro che si sono rivolti all’Ufficio (oltre il 50%) rispetto al 2019.

Nella maggior parte dei casi, 120, sono state fornite informazioni o consulenze telefoniche. 91 le consulenze fornite tramite e-mail, e sono state riorientate presso altri Uffici per motivi di competenza 28 persone. I casi per cui si è effettivamente aperta un’istruttoria formale, con colloquio e attività di mediazione, sono stati 51 (48 donne e 3 uomini) L’età media di coloro che si rivolgono all’Ufficio si colloca nella fascia 31-50: solo 7 hanno oltre 50 anni, 22 dai 41 ai 50 anni, 18 dai 31 ai 40 anni e solo 4 tra i 20 e i 30 anni.

Fra questi prevalgono le persone conviventi o coniugate (26),anche se il numero di nuclei monoparentali (22)è rilevante. In maggioranza hanno prevalentemente figli (30), 20utenti non hanno figli/e e solo un caso ha più di due figlie. Il titolo di studio è elevato (23 il diploma e 17 la laurea, 11 con licenza media)

La tipologia dei casi trattati: la parte più consistente riguarda la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, con richieste di flessibilità oraria e part-time. Persistono alcuni casi di demansionamento, vessazioni, licenziamento al rientro dal congedo per la maternità. Numerosi casi di presunto mobbing, che vengono seguiti anche in collaborazione con gli sportelli antimobbing dei Sindacati, come da protocollo d’intesa, e con gli Spresal delle Asl, anche se comunque permangono molte difficoltà nel riconoscere e far riconoscere e tutelare la situazione di mobbing sul posto di lavoro.

L'attività della Consigliera di parità non si limita tuttavia a quelle "di sportello", ma è indirizzata alla prevenzione con numerose collaborazioni, come quelle con le reti di referenti di parità delle Agenzie formative e dei Centri per l'impiego, con l'Agenzia del lavoro e con la Consigliera di parità regionale, con il Servizio di politiche sociali e pari opportunità e il Cug della Città metropolitana. La Consigliera partecipa inoltre a Tavoli come quello incentrato sui maltrattanti, alle iniziative congiunte con i Centri antiviolenza, e più in generale collabora con le istituzioni preposte alla tutela dei diritti delle donne in moltissime iniziative, convegni, eventi informativi e formativi. Da segnalare la partecipazione della Consigliera di parità alla strategia per l’innovazione sociale WE.CA.RE, messa in campo dalla Regione Piemonte nella programmazione 2014-2020: nel corso dell’ultimo anno sono stati portati avanti alcuni dei progetti del bando WE.CA.RE al cui partenariato la Consigliera di parità aveva dato adesione e sono stati realizzate sia riunioni di coordinamento e monitoraggio delle attività sia alcuni workshop.

Pari opportunità

La Città metropolitana di Torino ha pubblicato il bando per la presentazione delle candidature per il/la Consigliere\a di parità dell'Ente.

L'attività svolta dal Consigliere\a di parità, funzione nominata dal Ministro delle pari opportunità, è dovuta per legge, e e riceve supporto logistico e finanziario dalla Città metropolitana.

Fra le situazioni in cui il Consigliere di parità può fornire consulenza e intervenire vi sono per esempio la preferenza per persona di un altro sesso al momento dell'assunzione, a parità di tutte le altre condizioni; ostacoli nella conciliazione degli impegni lavoro/famiglia; trasferimenti, licenziamenti o demansionamenti al ritorno dal congedo per maternità; cambio delle condizioni contrattuali all'annuncio della gravidanza; rifiuto dei congedi per malattia dei figli; rifiuto o limitazione dei congedi genitoriali (per mamme e per papà); rifiuto del part time richiesto per problemi familiari; limitazioni o impedimenti alla progressione di carriera; molestie anche a sfondo sessuale; mobbing.

Il Consigliere di parità può intervenire con consulenze, attività di mediazione e anche in giudizio. Oltre a questa attività, partecipa ai tavoli, alle reti e alle attività di progettazione strategica e di proposta di iniziative sia in ambito formativo che in quello relativo alle politiche attive del lavoro.

"Gabriella Boeri è stata per due mandati la nostra Consigliera di parità" spiega il vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha la delega alle politiche di pari opportunità "e ha fatto un lavoro importantissimo, in crescendo negli anni: nel 2019 le richieste di consulenza sono state 675, in gran parte da un'utenza femminile, spesso legate a problemi di conciliazione dei tempi di lavoro con gli impegni familiari. Sebbene il 2020 sia un anno difficilissimo sul fronte del lavoro, speriamo che l'esperienza di smart working legata ai mesi del lockdown sia d'impulso per migliorare la qualità della vita e della conciliazione dei bisogni professionali e personali".

Per partecipare al bando bisogna possedere requisiti di specifica competenza ed esperienza pluriennale in materia di lavoro, di normative sulla parità e pari opportunità nonché di mercato del lavoro, comprovati da idonea documentazione.

Le candidature potranno essere presentate dal 29 giugno al 13 luglio 2020 .

Il bando e tutta la documentazione sono consultabili e scaricabili qui:
http://www.cittametropolitana.torino.it/istituzionale/nomine/index.shtml