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"Chiudere uno sportello bancario in un Comune di montagna significa far venire meno un servizio essenziale. La decisione unilaterale di Intesa San Paolo di chiudere lo sportello di Bobbio Pellice ci vede assolutamente contrari e, cosa ancora più preoccupante, fa seguito a tante altre scelte simili, già prese in passato, che segnalano l'intenzione di allontanarsi dai territori": con queste parole il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo ha commentato la manifestazione organizzata stamani a Bobbio Pellice su iniziativa del Sindaco Mauro Vignola contro la chiusura delle banche nei Comuni montani.Suppo era presente ed ha preso la parola durante la manifestazione, per ribadire che "noi siamo contrari a questa dinamica, che allontana il gruppo dalle esigenze reali delle comunità locali. Non possiamo rassegnarci ad una situazione in cui la politica e le amministrazioni locali finiscono per essere subordinati agli interessi economici. Il territorio dei Comuni montani rappresenta il 66% della superficie totale nazionale e le amministrazioni dei centri con meno di 5.000 residenti sono il 75% del totale nazionale. Parliamo di una realtà che lotta da anni contro la chiusura dei servizi essenziali, come le scuole, gli uffici postali e le banche, di cui usufruiscono in primis le famiglie, ma anche e soprattutto le imprese, grazie alle quali i territori montani possono e debbono contrastare lo spopolamento e l'abbandono dell'ambiente naturale. Non possiamo rassegnarci a questa logica esclusivamente economica, che comunque alle banche costerà la perdita di non pochi clienti-risparmiatori".

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Proseguono gli appuntamenti e le iniziative nell’ambito del progettoInterreg Spazio Alpino “BeyondSnow”, che ha l’obiettivo di incrementare la resilienza delle stazioni sciistiche all’incremento delle temperature medie e alla diminuzionedelle precipitazioni nevose. Giovedì 16 maggio alle 14,30 al Centro Studi Sereno Regis di via Garibaldi 13 a Torino è in programma un focus group aperto al pubblico sul tema “Turismo e mobilità sostenibile”. Ad introdurre i lavori sarà Francesco Pastorelli, direttore per l’Italia della CIPRA, la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi. A seguire la relazione di Anna Donati, portavoce dell’Alleanza per la Mobilità Dolce, l’intervento del Presidente dell’Uncem Piemonte sul tema “Strade di montagna: fruizione dolce o libera circolazione?” e una tavola rotonda a cui parteciperanno rappresentanti di Legambiente (la responsabile nazionale per le tematiche legate alle Alpi, Vanda Bonardo, la presidente regionale per il Piemonte e Valle d’Aosta, Alice De Marco), amministratori e dirigenti di Comuni montani e della Città metropolitana di Torino, imprenditori del settore turistico come Nicola Bosticco della Colomion spa di Bardonecchia. Nel corso del focus group la Città metropolitana di Torino darà conto di quanto emerso nel territorio-pilota dei Comuni di Balme eAla di Stura, scelti nell’ambito del progetto BeyondSnow per la sperimentazione della metodologia della “Sensitive Diagnosis” che si è conclusa nel mese di aprile.La “Sensitive Diagnosis” è un processo partecipato attraverso il quale si coinvolgono gli attori del territorio nella valutazione dei mutamenti climatici in atto, delle ricadute sul turismo, sulle risorse naturali e sull’economia in generale. L’obiettivo è quello di disegnare strategie per sostenere la transizione a partire dalle risorse ambientali, culturali e socio-economiche disponibili o “innescabili”. Alcuni soggetti portatori di interessi diffusi ed esponenti di categorie economiche sono stati intervistati individualmente rispetto ai temi ecologici, al processo di adattamento al cambiamento climatico, alla sostenibilità e resilienza del contesto, alle opportunità future, ai livelli di cooperazione nella destinazione turistica, alle azioni da intraprendere.
Per seguire l’evento in diretta streaming sul canale YouTube di Legambiente Piemonte-Valle d’Aosta ci si può iscrivere compilando il modulo pubblicato al link https://forms.office.com/e/c0ztAScUNA
Per ulteriori informazioni si può scrivere a martina.bosica@legambientepiemonte.it
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Torna per il terzo anno il progetto "A scuola di montagna" promosso da Città metropolitana di Torino con la collaborazione di Unito (Dipartimento di Culture, Politica e Società) e di SocialFare Centro per l'Innovazione Sociale per supportare persone, gruppi e famiglie che stanno progettando di vivere o lavorare nelle terre alte attraverso attività di formazione, informazione e confronto sulle opportunità, i servizi e le buone pratiche presenti nelle valli torinesi e tramite momenti di esplorazione e incontro con le attività produttive del territorio.La Scuola di montagna è una residenza di tre giornate di formazione e orientamento per futuri abitanti della montagna: quest'anno si svolgerà in modalità residenziale dal 28 al 30 giugno in Val Pellice tra i Comuni di Torre Pellice, Bobbio Pellice e Rorà, un territorio storicamente abitato dalla comunità Valdese, di cui Torre Pellice è centro culturale e spirituale, oltre che ben connesso alla città di Torino, con cui intrattiene forti relazioni, anche turistiche. Numerosi sono gli alpeggi ancora attivi e molte le possibilità di escursioni, mentre non mancano gli immobili da recuperare e i terreni disponibili per attività produttive montane.
"Durante le prime due edizioni della residenza formativa - spiega il vicesindaco di Città metropolitana Jacopo Suppo - abbiamo accompagnato 40 partecipanti nella definizione dei propri progetti di vita e lavoro nelle terre alte attraverso il confronto diretto con esperti e con attori locali dei territori della Val Susa a Bussoleno e Condove e poi nelle Valli di Lanzo a Viù e Usseglio. Quest'anno abbiamo scelto la Val Pellice".
La partecipazione è riservata a 20 persone, con candidatura della propria idea progettuale di vita/lavoro in montagna: le candidature si chiuderanno il 21 aprile.
Modulo per candidature https://docs.1d5920f4b44b27a802bd77c4f0536f5a-gdprlock/forms/d/e/1FAIpQLSeQwLUz0oukSHaftvo99oYI1NRLbrd8UamgMD1EOq_uOdoftg/viewform
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La Città metropolitana di Torino è impegnata da diversi mesi per concordare con ENEL Green Power le soluzioni utili a mettere in salvo i pesci presenti nel bacino di Rochemolles, a duemila metri di quota in alta Valle Susa, nel territorio di Bardonecchia.I tecnici faunistici di Città metropolitana dopo un primo sopralluogo effettuato ad ottobre dello scorso anno torneranno nei prossimi giorni in zona per raggiungere la diga, condizioni meteo permettendo e verificare se sussistano le condizioni di sicurezza per operare il recupero dei pesci: nell’invaso profondo 59 metri è depositato uno spesso strato di fango che si è accumulato nei 50 anni in cui non si è mai proceduto allo svuotamento, quindi le operazioni di recupero dei pesci, considerando anche la stagione invernale, potrebbero non essere semplici.
Intanto, lo svuotamento della diga non è ancora iniziato a causa delle condizioni climatiche non favorevoli.
“I nostri tecnici sono impegnati a trovare una soluzione per trasportare i pesci nella diga in valle Stretta - commenta il vicesindaco di Città metropolitana di Torino Jacopo Suppo - consapevoli che Enel preferisce ritardare il meno possibile le operazioni di svuotamento per la manutenzione straordinaria: parliamo di una operazione che interessa l’acquedotto di valle, che dà da bere fino a Caselette, quindi di procedure molto importanti per l’intera Valle di Susa”.
La grande diga gestita da Enel Green Power produce energia idroelettrica ed è soggetta alla vigilanza del Ministero Infrastrutture e Trasporti.
Date le condizioni estreme in alta quota, si presume siano presenti un massimo di 150 kg di pesci, fra trote e salmerini.
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Entra nel vivo il progetto Interreg Spazio Alpino “BeyondSnow”, che ha l’obiettivo di incrementare la resilienza delle stazioni sciistiche all’incremento delle temperature medie e alla diminuzione delle precipitazioni nevose. Martedì 9 gennaio alle 15 al Grand Hotel di Ala di Stura è in programma un incontro pubblico con i residenti e gli operatori economici del territorio, durante il quale sarà presentato il progetto, verranno esposti i dati sulla domanda e l’offerta turistica delle località della Val d’Ala raccolti dalla Città metropolitana di Torino ed elaborati dall’istituto Eurac Research di Bolzano, capofila del progetto. Verrà inoltre anticipato l’avvio della “Sensitive Diagnosis”, un laboratorio di co-progettazione che coinvolgerài residenti e gli operatori economici fino ad aprile.Il progetto Beyond Snow (www.alpine-space.eu/project/beyondsnow/) ha l'obiettivo di diminuire la dipendenza dalla neve delle destinazioni turistiche alpine di bassa e media altitudine, promuovendo la capacità di conservare, diversificare o aumentare l'attrattività turistica e le opportunità di lavoro per i residenti. Nei prossimi tre anni i partner elaboreranno percorsi di sviluppo sostenibile, processi di transizione e soluzioni attuabili. In particolare verranno co-progettate e realizzate attività di sensibilizzazione e formazione in 10 aree pilota distribuite in tutto l’arco alpino, per coinvolgere cittadini e decisori a tutti i livelli tecnici e politici e per garantire che i modelli sviluppati e i percorsi tracciati soddisfino i bisogni delle comunità e dell'ambiente.
Per il Piemonte, l’area pilota prescelta è quella della Val d’Ala. Il report predisposto da Eurac Research evidenzia che ad Ala di Stura e Balme sono marcatamente prevalenti le presenze nella stagione estiva rispetto a quella invernale. Pur potendo contare su di un elevato potenziale di attrattività naturale e culturale, l’area presenta i tratti delle destinazioni monostagionali, dipendenti dai flussi dei mesi di giugno, luglio e agosto, che generano il 65% dei movimenti turistici complessivi e sono condizionati dalle condizioni meteorologiche. Ala di Stura e Balme hanno una struttura ricettiva fortemente orientata ai mercati nazionali: solo il 10% dei pernottamenti totali del 2022 è stato generato da ospiti stranieri e la loro presenza è pressoché azzerata in inverno.
La tipologia di alloggio più importante sono gli appartamenti. L’incremento del 20 % nel numero di posti letto tra il 2013 e il 2022 è stato determinato principalmente da residence, pensioni, B&B, dalle case vacanza e dall'introduzione della categoria "appartamenti". L’occupazione lorda dei posti letto disponibili mostra una sottoutilizzazione, non solo per la bassa stagione, ma anche per l'alta stagione: è pari al 5% in giugno e al 14% in luglio e agosto. Il settore ricettivo è piuttosto frammentato e sottoutilizzato: quasi il 30% dei posti letto riguarda la categoria ricettiva delle case vacanza. L’ampia presenza di seconde case, anche in relazione al numero degli abitanti permanenti, può influenzare negativamente la vivibilità della destinazione, poiché i servizi di interesse generale e le infrastrutture sono solitamente orientati verso la popolazione permanente, che nel caso di Ala di Stura e Balme è contenuta e in diminuzione. Gli esperti di Eurac Research suggeriscono quindi che i passi futuri per lo sviluppo turistico dovrebbero quindi essere finalizzati a un aumento dei flussi turistici complessivi, sia in alta che in bassa stagione. La “Sensitive Diagnosis” è un processo attraverso il quale si coinvolgeranno gli attori del territorio nella valutazione dei mutamenti climatici in atto, delle ricadute sul turismo, sulle risorse naturali e sull’economia in generale. L’obiettivo è quello di disegnare strategie per sostenere la transizione a partire dalle risorse ambientali, culturali e socio-economiche disponibili o “innescabili”. Alcuni soggetti portatori di interessi diffusi ed esponenti di categorie economiche saranno intervistati individualmente rispetto ai temi ecologici, al processo di adattamento al cambiamento climatico, alla sostenibilità e resilienza del contesto, alle opportunità future, ai livelli di cooperazione nella destinazione turistica, alle azioni da intraprendere. La restituzione di queste prime valutazioni fornirà spunti di discussione per i laboratori di co-progettazione aperti a tutti gli stakeholder (ricettività, ristorazione, professioni del turismo, associazioni, organizzazioni, amministrazioni, ecc.), per elaborare in maniera partecipata strategie di transizione per l'adattamento ai cambiamenti climatici, con particolare attenzione al turismo della neve.
A partire dalla prima riunione, verranno presentate ai portatori di interesse del territorio le conoscenze di fondo sul tema, per sviluppare le conseguenti riflessioni. Da queste analisi scaturiranno le strategie, le modalità per la loro concretizzazione e i processi di governance che consentiranno la definizione di azioni e relative responsabilità.
Contemporaneamente, ai turisti presenti a Ala di Stura e Balme verrà proposto nei prossimi mesi un questionario che permetterà di capire: il tipo di frequentazione della destinazione turistica e di attività svolta, gli effetti percepiti del cambiamento climatico rispetto alle pratiche desiderate e alla scelta della destinazione turistica, la minaccia per le attività della neve attribuibile ai cambiamenti climatici, le carenze e le potenzialità del turismo della Val d’Ala per le stagioni invernali e le mezze stagioni. Il questionario, predisposto da Eurac, sarà compilato online mediante il collegamento ad un Qrcode.

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L'analisi di 103 Comuni dell’Alto Canavese e dell’Eporediese - sul totale del 312 Comuni del territorio metropolitano torinese - che stanno vivendo il fenomeno dello spopolamento anche per l’assenza di servizi essenziali, come quelli socioassistenziali, scolastici e dei trasporti: questo il contenuto di una ricerca condotta dal sindacato Pnesionati della Cgil dell'alto Canavese insieme allo SPI Cgil di Torino che organizza un confronto con gli amministratori locali per condividere azioni concrete utili a rispondere ai bisogni delle popolazioni locali.Dei 103 Comuni esaminati, 62 sono micro Comuni, con una popolazione inferiore ai mille abitanti.
Il confronto, patrocinato da Città metropolitana di Torino che ha collaborato alla ricerca sul Canavese, si tiene sabato 14 ottobre a partire dalle ore 9 a Castelnuovo Nigra nel salone comunale.
Sarà anche l'occasione per un riconoscimento a Franco Pagnone, storico margaro difensore della montagna.
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Andare a vivere lontano dalla città e sulle montagne è una prospettiva che, anche a causa dei cambiamenti di questi anni, attrae molte persone: richiede però un’attenta valutazione rispetto al nuovo stile di vita e un progetto solido, anche dal punto di vista economico.
Per questo la Città metropolitana di Torino, in collaborazione con il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino e con Social Fare, il Centro per l’Innovazione Sociale, lavora da tempo al progetto “Vivere in montagna”.
Dopo l’apertura di uno sportello informativo e l’organizzazione degli incontri “Scuola di Montagna”, il prossimo appuntamento nell’ambito del progetto è “Il richiamo della montagna”, un evento previsto sabato 8 luglio a partire dalle 14,30 a Bussoleno, in Val di Susa, al Rifugio Alpino Toesca.
Un'opportunità imperdibile per approfondire il significato di una esperienza di vita nelle terre alte, per riflettere e stimolare l’emersione di nuove domande e spunti utili a coloro che stanno pensando di spostare la propria vita in montagna.
All’incontro Andrea Membretti, sociologo del Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università degli Studi di Torino, dialoga con Paolo Costa, filosofo e autore de “L’arte dell’essenziale - Un’escursione filosofica nelle terre alte”.
Per partecipare occorre iscriversi al link
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-il-richiamo-della-montagna-645204763817?fbclid=IwAR0I3cMquYUeDTFCYKRH10P-1OirKMP1rmEXmro5Zn528jtATXHc4EKIKfA
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Le vallate alpine torinesi sono disseminate di villaggi abbandonati e sentieri, attività produttive agro-pastorali e agro-industriali dismesse, che ricordano un passato non troppo lontano quando quei villaggi erano comunità in cui le persone avevano creato un equilibrio tra attività economiche, relazioni sociali, adattamento all'ambiente e sapiente gestione delle sue risorse. In Piemonte sono presenti pregevoli testimonianze in pietra a secco: borgate e terrazzamenti, sentieri, vie e fortificazioni montane costruite nell'ultimo millennio, che costituiscono un prezioso patrimonio culturale e storico da recuperare e valorizzare.È quindi dedicato al recupero dei muretti a secco il campo sperimentale di formazione e recupero che l'ente CoERENCe dell'Istituto Universitario di Studi Europei dell'Università di Torino e l'Accademia della Pietra di Coazze organizzano da lunedì 3 a sabato 8 luglio alla palazzina Sertorio di Coazze, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino.
Il cambiamento climatico in atto impone un adattamento ai nuovi parametri tecnici del territorio, che devono quindi essere oggetto di studio e sono il dato scientifico di partenza per una nuova pianificazione ecologica. Le strutture in pietra a secco sono indispensabili alla tenuta dei pendii montani, per lo sviluppo di nuove attività sostenibili e in equilibrio con la natura. Sono inoltre le soluzioni abitative a minor impatto ambientale e con un forte contenuto tecnologico tradizionale, da recuperare in sinergia con materiali e tecnologie di nuova generazione.
In Val Sangone l'Accademia della Pietra si occupa del recupero, della custodia e della trasmissione delle tradizioni, delle tecnologie e dei segreti che hanno permesso alle persone di vivere in sintonia con la natura, tra i quali i manufatti in pietra a secco. Al campo scuola organizzato insieme all'Università di Torino si affiancheranno eventi di comunicazione e sensibilizzazione. Anche perché l'Università di Torino ha recentemente approvato un nuovo corso di laurea interdipartimentale sulla montagna, con lo scopo di formare una nuova generazione di tecnici con competenze specifiche e ad ampio spettro: climatologia, conformazione del territorio, sistemi biologici animali e vegetali, attività produttive zootecniche, casearie, agrarie e di gestione dei pascoli e delle foreste. Il campo di formazione sperimentale teorico e laboratoriale sui muretti a secco avrà cadenza annuale e sarà itinerante. Offrirà una panoramica degli studi universitari dedicati alla pianificazione forestale e agraria per la montagna, alle tecniche di gestione e conservazione dell'acqua e degli invasi tradizionali, alle tecniche in pietra a secco per il recupero di terreni terrazzati, al ripristino di sentieri e del paesaggio, alla prevenzione e alla gestione del dissesto idrogeologico, al recupero del patrimonio edilizio tradizionale, alle tecnologie "zero carbon footprint" per il risparmio energetico, la coibentazione e il recupero dell'energia. Sono previsti laboratori con artigiani e imprenditori delle eccellenze agronomiche, delle filiere agricole tradizionali e dei prodotti caseari del territorio alpino. Gli utenti del progetto di formazione sono gli studenti dell'ultimo anno delle scuole secondarie superiori, gli studenti universitari, i laureati interessati alla pianificazione di percorsi professionali finalizzati alla montagna. In mattinata le lezioni teoriche e laboratoriali saranno tenute da docenti universitari, artigiani ed imprenditori, mentre nel pomeriggio le attività saranno dedicate alla gestione del territorio, alle tecniche di costruzione in pietra, al contenimento del terreno, al recupero e gestione delle acque. Le attività pomeridiane saranno dedicate anche al recupero del forte San Moritio, struttura militare a pianta stellata del XVII secolo, posta a presidio dell'allora confine franco-piemontese al colle della Roussa.

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In pace come in guerra, quando l’Italia ha bisogno gli Alpini rispondono sempre “Presente!”. Lo hanno dimostrato nella recente emergenza alluvione in Romagna i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini. Le Penne Nere hanno dato il loro contributo al superamento dei momenti più difficili vissuti dai cittadini romagnoli. È per questo che gli Alpini sono amati e rispettati ovunque e che, quando è tempo di Adunata nazionale o di raduni regionali e interregionali, la festa è condivisa dalla popolazione locale.Sarà così anche a Pinerolo nel terzo fine settimana di giugno, quando la locale sezione dell’ANA festeggerà il centenario dalla fondazione. Le celebrazioni, patrocinate dalla Città metropolitana di Torino, inizieranno venerdì 16 alle 9 alla caserma Berardi, dov’è in programma anche la Festa di Corpo del 3° Reggimento Alpini, alla presenza del labaro dell’Associazione Nazionale Alpini. Alle 17 al Museo della Cavalleria è in programma una conferenza a ricordo dei presidenti della sezione di Pinerolo. Sabato 17 e domenica 18 giugno a partire dalle 8,30 nella sede del gruppo ANA di Pinerolo, in via Brignone 9, sarà possibile visitare la mostra “Tranta Sold”, dedicata a storie e immagini della sezione. Il 3° Reggimento Alpini allestirà una palestra di arrampicata in piazza Facta. Prenotando all’indirizzo e-mail pinerolo@ana.it sarà possibile partecipare alle visite guidate al Forte di Fenestrelle e al Museo della Cavalleria a Pinerolo. Sempre sabato 17 alle 17 in piazza 3° Alpiniè in programma quello che le Penne Nere chiamano da sempre l’ammassamento, cioè il ritrovo e la disposizione per file dei partecipanti ad un raduno, con l’alzabandiera e gli onori ai Caduti, seguiti dalla sfilata per le vie cittadine e, alle 18, dalla Messa del Centenario in Duomo. A seguire la Notte verde alpina nel centro di Pinerolo, con gofri, birra, canti e cori. Domenica 18 giugno tra le 8,30 e le 13 sarà possibile ottenere un annullo postale celebrativo in piazza Vittorio Veneto. Alle 10 è in programma l’ammassamento in piazza 3° Alpini, con la resa degli onori ai gonfaloni e labari, l’alzabandiera, la sfilata per le vie di Pinerolo, la discesa di una grande bandiera tricolore dalla torre civica e i saluti ufficiali delle autorità presenti. Alle 12,30 sarà possibile partecipare al pranzo del Centenario al Palaghiaccio di viale Grande Torino 2, con prenotazione obbligatoria alla segreteria della sezione ANA di Pinerolo entro domenica 11 giugno, scrivendo a pinerolo@ana.it
Le celebrazioni del centenario della sezione proseguiranno sabato 24 giugno a Fenestrelle con l’evento “Forte IN-CANTA-TO”, a cui parteciperanno cori dell’ANA e formazioni corali del Pinerolese, con lo scopo di raccogliere fondi per progetti di solidarietà. Sabato 15 luglio è invece in programma la Marcia Alpina da Prali a Bobbio Pellice, mentre sabato 3 settembre nella Conca del Prà a Bobbio Pellice ci sarà il Concerto tra le Vette della banda musicale della sezione ANA di Pinerolo.

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Immaginare un futuro economico e sociale sostenibile per le località montane di media e bassa quotache ospitano stazioni sciistiche di piccole e medie dimensioni e che si confrontano con il cambiamento climatico. Se ne è parlato nella mattinata di martedì 18 aprile nella sede della Città metropolitana di Torino, nel corso del convegno sul tema “Affrontare il cambiamento climatico nelle stazioni sciistiche di media montagna”. L’incontro è stato il primo momento di confronto fra i partner del progettoInterreg Spazio Alpino “BeyondSnow”, che ha l’obiettivo di incrementare la resilienza delle stazioni sciistiche all’incremento delle temperature medie e alla diminuzionedelle precipitazioni nevose.
Immaginare e incentivare un turismo montano diverso del modello tradizionale della stazione sciistica è possibile? La stazione sciistica di Métabief, nelle montagne del Jura francese, è emblematica di un approcciocondiviso dalla comunità locale per capire quale conversione delle attività e delle strutture sia possibile per accompagnare il comprensorio a un futuro che, secondo gli studi più accreditati, di qui al 2040 sarà sempre più senza neve. Responsabili politici e tecnici della località e del territorio del Jura francese sono arrivati a Torino per confrontarsi con gli altri partner del progetto Interreg e per raccontare il lavoro di studio e concertazione tra tutti gli attori interessati avviato negli ultimi anni a Métabief.
PER APPROFONDIRE
Sfide ed esperienze a confronto
“BeyondSnow” è un progetto a cui partecipano enti pubblici e privati ed esperti disei paesi alpini: Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia. L’Ente capofila è l’istituto Eurac Research di Bolzano. Gli altri partner sono la Città metropolitana di Torino, Legambiente Lombardia, il Politecnico di Torino, la Comunità montana della Carnia, la Cipra-Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, la Development Agency for Upper Gorenjska, il Deggendorf Institute of Technology-Syndicat Mixte du Mont d'Or e il Gruppo Svizzero per le regioni di montagna. Nei prossimi tre anni i partner elaboreranno percorsi di sviluppo sostenibile, processi di transizione e soluzioni attuabili. In particolare verranno co-progettate e realizzate attività di sensibilizzazione e formazione in 10 aree pilota distribuite in tutto l’arco alpino, per coinvolgere cittadini e decisori a tutti i livelli tecnici e politici e per garantire che i modelli sviluppati e i percorsi tracciati soddisfino i bisogni delle comunità e dell'ambiente.
Anche a Métabief, in una regione nota come la “Siberia della Francia” per le basse temperature invernali che abitualmente vi si registrano, l’innevamento programmato è stato ed è una risorsa fondamentale per la stazione sciistica, ma da tempo ci si interroga sulla sua sostenibilità economica e ambientale, sulla crescente carenza di acqua e sulle attività all’aria aperta alternativeche si devono sin d’ora proporre ai turisti quando la neve non c’è o è troppo poca per sciare. Già oggi quando l’innevamento naturale è scarso e alcune piste sono agibili solo grazie ai “cannoni”, la frequentazione cala. Di qui la scelta di non investire più grandi risorse nell’innevamento programmato e di limitare la gestione degli impianti di risalita alla manutenzione ordinaria e straordinaria di quelli esistenti, per garantirne la fruizione in sicurezza. Le ipotesi e le simulazioni sulle conseguenze del cambiamento climatico si basano su dati e proiezioni elaborati da enti che, come Meteo France, hanno una credibilità e un rigore scientifico indiscussi. A Métabief sono ben consapevoli del fatto che quando la stagione sciistica si riduce a meno di 100 giorni la gestione della stazione non è più economicamente conveniente. Gettando il cuore oltre l’ostacolo, i gestori della stazione stanno trasformando i tradizionali contratti stagionali del personale impiegato negli impianti di risalita in contratti a tempo indeterminato per attività lavorative all’aria aperta legate ad una frequentazione innovativa della montagna. In un non facile confronto tra amministratori locali, imprenditori e lavoratori di tutti i settori, portatori a vario titolo di interessi legati all’ambiente, si immaginano e si sperimentano idee innovative per coniugare e far convivere la frequentazione turistica e sportiva, le attività agricole, zootecniche e forestali. Per sensibilizzare i turisti e gli sportivi al rispetto del territorio si ricorre anche alle analisi e ai metodi dellapsicologia sociale, in un processo a tappe, in cui il territorio cerca anche il modo per produrre l’energiaindispensabile alla ricettività e alle attività sportive sfruttando il più possibilele fonti rinnovabili. Ilmasterplan che sta nascendo avendo come orizzonte il 2040 tiene quindi conto di aspetti che vanno dalla sostituzione delle attività turistiche tradizionali con quelle meno impattanti sull’ambientealla difesa delle filiere agroalimentari locali. Ogni settore, ogni attività, dallo sci alpino a quello nordico, dalla mountain bike alle escursioni, è un “cantiere”, a cui lavorano gli attori interessati. Ogni cantieredeve rispondere ad una filosofia di fondo, condivisa a livello locale e con laFabbrica delle Transizioni, un’alleanza di quasi 400 territori francesi e di attori impegnati nella transizione ecologica.
E in Italia?
Quello del Jura francese è un modello esportabile anche in Italia? Come hanno sottolineato il Vicesindaco metropolitano e la Consigliera metropolitana delegata alle attività produttive, l’assetto istituzionale francese è maggiormente strutturato e solido. In Italia e in Piemonte l’operatività degli Enti di area vasta non è stata certamente agevolata dalla riforma Delrio, che ha depotenziato le Province, e da una legislazione regionale che ha sostituito le Comunità Montane con Unioni di Comuni che presentano livelli operativi e di coesione molto diversi a seconda dei territori. Quella del futuro delle località sciistiche di media e bassa montagna è una delle tante sfide ambientali, economiche e sociali che attendono nei prossimi anni e decenni l’unica Città metropolitana metromontana d’Italia, quella di Torino. Di qui la scelta di identificare i Comuni di Ala di Stura e Balme come casi di studio in cui le idee e le buone pratiche proposte dal progetto “BeyondSnow” potranno trovare un’applicazione sperimentale, per garantire che le risorse delle vallate alpine siano tutelate e valorizzate ed evitare che la montagna non sia solo e non sia più la periferia e l’area giochi della metropoli. Alla montagna torinese, come ha ricordato il Vicesindaco metropolitano, non servono né il turismo “mordi e fuggi”né, probabilmente, gli smartworker che possono lavorare indifferentemente in città, al mare o in montagna: servono persone che vivano e lavorino in montagna anche quando i turisti non ci sono, occupandosi del territorio, dei suoi pascoli, dei terreni coltivati, dei boschi, dei corsi d’acqua e dei servizi alla popolazione locale.
Per approfondire ulteriormente l’argomento: http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/dossier_nevediversa_2023/
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