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Montagna

Attrazione e utilizzo dei fondi europei a sostegno dello sviluppo dei territori montani, utilizzo dei fondi ATO legati allo sfruttamento dell’acqua potabile captata nelle sorgenti di montagna, costruzione di una nuova economia verde sostenuta dalle nuove tecnologie, superamento del divario digitale nei territori montani. Se ne è parlato stamani nella sede di corso Inghilterra della Città Metropolitana di Torino nel corso di un incontro promosso dall’UNCEM Piemonte e dall’Ente di area vasta che ha raccolto l’eredità amministrativa della Provincia di Torino. L’iniziativa si è svolta nell’ambito del confronto sul Piano Strategico di cui la Città Metropolitana si doterà per programmare le sue politiche a favore dello sviluppo economico, sociale e culturale del territorio.

Nella direzione di un rapporto di scambio positivo e reciprocamente vantaggioso vanno ad esempio i fondi ATO: oltre 10 milioni di Euro che ogni anno vengono investiti nelle aree montane per la tutela delle fonti idriche e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Si tratta dell'unico esempio in Italia di pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali previsto anche dalla recente legge nazionale sulla green economy, il Collegato ambientale alla Legge di stabilità.

Aprendo i lavori del convegno odierno, il Vicesindaco metropolitano Alberto Avetta ha fatto riferimento alla validità dell’impostazione politica di cui, sin dagli anni ’60, si fece promotore l’avvocato Gianni Oberto, che fu Presidente della Provincia di Torino dal 1965 al 1970 e Presidente della Regione Piemonte dal 1973 al 1975. Oberto credeva nel protagonismo delle realtà locali e condusse appassionate battaglie culturali e politiche per il rispetto del valore economico, ambientale e sociale della montagna. Un rispetto concretizzato non in generiche affermazioni di principio ma attraverso strumenti amministrativi e fiscali come i Bacini Imbriferi Montani e i sovracanoni idroelettrici. Secondo il Vicesindaco metropolitano, “la lezione di Oberto è tuttora valida. Non basta difendere l’esistente e le tradizioni: occorre credere nel futuro e costruirlo, tanto più oggi che la Città Metropolitana non è più un soggetto terzo e sovraordinato ma un Ente governato dai Sindaci in prima persona, attraverso un’Assemblea prevista dallo Statuto e dalla Legge Delrio”. “La Città Metropolitana, - ha proseguito Avetta – deve però poter contare su risorse adeguate per le competenze ordinarie dell’Ente e per i progetti strategici, oltre che sulla consapevolezza da parte della Regione e del Governo nazionale delle sfide che il nuovo Ente si trova ad affrontare”. Secondo Avetta occorrerà snellire le procedure burocratiche, ad esempio quelle per l’utilizzo dei fondi ATO. Nella logica del Piano Strategico, tematiche come la mobilità e lo sviluppo turistico dovranno essere affrontate con un’impostazione di area vasta, indispensabile per governare una Città Metropolitana unica in Italia e in Europa, che comprende una metropoli di medie dimensioni e le vallate alpine che le fanno da contorno e che sono una sorta di “cerniera” con il resto del Continente.

Anche Lido Riba, Presidente di UNCEM Piemonte, ha insistitito sulla specificità della Città Metropolitana di Torino e ha invitato gli amministratori locali a superare la logica dei municipalismi e dei particolarismi. E’ una logica certamente difficile a archiviare in una Regione in cui le Unioni Montane sono troppo frammentate. Secondo Riba, per non essere una semplice riproposizione delle Comunità Montane, le Unioni non possono solo gestire solo i servizi pubblici in forma associata. Devono essere protagoniste delle politiche per la montagna: sia per attrarre nuove risorse comunitarie e investimenti privati su progetti innovativi, sia per valorizzare le risorse come le foreste e l’acqua in un panorama economico e sociale in profonda evoluzione. In quel panorama possono ritrovare un ruolo i mestieri tradizionali, come la pastorizia, purché si tengano presenti le esigenze di tutela dell’ambiente e le compatibiltà economiche e di mercato. Pensare ad una “green economy” in montagna significa, ad esempio, valorizzare foreste oggi inutilizzate o sotto-utilizzate, per produrre l’energia temica ed elettrica di cui le imprese e le famiglie delle vallate alpine necessitano. Secondo l’UNCEM Piemonte la Città Metropolitana, la Regione, le Unioni Montane e i Comuni debbono elaborare progetti integrati dedicati ad un turismo e ad una pratica sportiva che sono cambiati profondamente negli ultimi venti anni, così come alla promozione dei prodotti agroalimentari tipici certificati.

E’ un’impostazione accolta da molti dei Sindaci intervenuti nel dibattito, che ha toccato temi generali, come l’esigenza di un elaborare un Master Plan per lo sviluppo della montagna torinese; ma anche temi specifici, come il ruolo che gli Atenei torinesi possono avere nel sostegno scientifico e tecnologico ai Comuni montani e alle imprese locali, l’estensione delle connessioni a banda larga e la garanzia del servizio radiotelevisivo pubblico nelle aree montane, la rigidità dei bilanci dei piccoli Comuni e l’impossibilità di destinare con maggiore discrezionalità i residui degli esercizi finanziari di ogni singolo anno.

Anche Aldo Reschigna, Assessore regionale al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Enti locali e Post olimpico, ha sottolineato l’esigenza di superare l’eccessiva frammentazione delle Unioni Montane e di selezionare attentamente i grandi progetti strategici destinati a riequilibrare il rapporto tra aree urbane e montane forti e aree marginali. Per Reschigna la montagna piemontese deve lavorare in una logica di sistema, tenendo presente un più ampio scenario, che è quello in cui si sta costruendo la Macro Regione Alpina come spazio di collaborazione fra le “Terre Alte” al di qua e al di là dei confini nazionali. Reschigna ha anche ricordato che, per elaborare e gestire grandi progetti di sviluppo in una dimensione transnazionale, occorre disporre di dati e analisi sociali ed economiche che, in Piemonte, solo l’IRES è in grado di realizzare, anche e soprattutto a vantaggio dei territori montani.

Montagna

La stesura del Piano Strategico della Città Metropolitana di Torino coinvolge anche e soprattutto i Comuni montani di un territorio in cui convivono e si integrano la quarta città italiana per popolazione, la sua estesa area metropolitana e un vasto e articolato territorio rurale, collinare e montano. Come ha più volte sottolineato il Sindaco metropolitano Piero Fassino, è importante che tutti gli aministratori locali dei 315 Comuni della Città Metropolitana sentano il Piano come una propria “creatura”, cioè come l’esito di una profonda riflessione ed elaborazione collettiva sul futuro del territorio.

Mentre proseguono gli incontri tra il Sindaco Fassino, il Vicesindaco Alberto Avetta e gli amministratori dei Comuni delle undici Zone omogenee, l’UNCEM Piemonte e la Città Metropolitana hanno concordato di dedicare alle vallate montane un momento di confronto specifico sui temi che stanno a cuore alle “Terre Alte”, per raccogliere e valutare idee, progettualità e proposte operative.


L’appuntamento è per venerdì 26 febbraio a partire dalle 10 nella sala al quindicesimo piano della sede della Città Metropolitana in corso Inghilterra 7. "La Montagna nella Città Metropolitana. Costruire un nuovo rapporto" è il titolo di un incontro che si terrà, non a caso, a dieci anni esatti dalla giornata in cui si chiusero trionfalmente i Giochi Olimpici Invernali di Torino. Sono previsti interventi del Sindaco metropolitano Piero Fassino, del Vicesindaco Alberto Avetta, dell’Assessore regionale Aldo Reschigna (con deleghe al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Enti locali e Post olimpico), del Presidente di UNCEM Piemonte, Lido Riba e di tutti i Sindaci di Comuni montani che vorranno portare il loro contributo di idee, stimoli e proposte.

Sarà l’occasione per ripensare un rapporto città-montagna che è un “cantiere aperto”, nel senso che non tutte le idee maturate negli anni di preparazione al grande evento del 2006 hanno trovato una concreta attuazione.

Gestire la risorsa acqua, vero “oro blu” delle vallate alpine

Negli anni che precedettero l’evento olimpico, il compianto europarlamentare Rinaldo Bontempi, nella sua veste di membro del Consiglio di amministrazione del TOROC, fu promotore del progetto “Torino Città delle Alpi”. Molte delle intuizioni contenute in quel progetto attendono ancora una realizzazione concreta. Nella direzione di un rapporto di scambio positivo e reciprocamente vantaggioso vanno ad esempio i fondi ATO: oltre 10 milioni di Euro che ogni anno vengono investiti nelle aree montane per la tutela delle fonti idriche e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Si tratta dell'unico esempio in Italia di "pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali" previsto anche dalla recente legge nazionale sulla green economy, il Collegato ambientale alla Legge di stabilità. La montagna piemontese immagazzina e garantisce ogni anno 13 miliardi di metri cubi di "oro blu". Secondo l’impostazione dell’UNCEM Piemonte e del suo Presidente Lido Riba, la costruzione di un nuovo legame città-montagna passa attraverso l’attribuzione di un valore effettivo al bene acqua, con la corresponsione da parte di chi lo utilizza di un corrispettivo a chi quel bene lo produce. Per gli usi idropotabili è già così: in Piemonte una parte della tariffa idrica annua pagata, 4 Euro a famiglia, va ai territori montani per la difesa delle fonti idriche.

La montagna chiede alla città, dove sono concentrati i luoghi della decisione e della rappresentanza, regole diverse per l'organizzazione di servizi. “In questo ci aiuta la strategia nazionale per le aree interne, - ricorda il Presidente Riba - che prevede specifiche misure e fondi per garantire scuole, sanità, trasporti e crescita economica nelle valli alpine e appenniniche. Poi dobbiamo agire sulla defiscalizzazione delle imprese che esistono e si insediano in montagna. Meno tasse, dunque, senza però che l'Europa blocchi la defiscalizzazione in nome del principio della concorrenza. Così come non ha bloccato Amburgo che ha portato i suoi porti in house per non farli andare in mano cinese. Non possiamo avere due pesi e due misure ".

Città e montagna “verdi” e “smart”

Nell’unica Città Metropolitana italiana che comprende vallate alpine si può certamente fare ancora di più, per costruire le “green communities”, favorire l'interazione tra Unioni Montane di Comuni rafforzando il legame con la struttura tecnica e politica della Città Metropolitana, attrarre fondi europei per l’innovazione e la crescita economica e sociale inclusiva. Diventare più “smart” e più sostenibilmente tecnologica non è un imperativo solo per la grande città. Anche le vallate alpine, olimpiche e non, devono essere interconnesse e “intelligenti”, varando progetti per la mobilità sostenibile, la gestione delle risorse, il miglioramento delle infrastrutture. Serve una riflessione politica e istituzionale, ma anche una svolta culturale. Sindaci e amministratori montani devono imparare a fare sempre più squadra e a rapportarsi in modo completamente diverso con quelle che un tempo si chiamavano le “istituzioni sovraordinate”. L’Unione Europa, lo Stato italiano, ma soprattutto la Regione Piemonte e la Città metropolitana, non devono più essere considerati soggetti terzi da interpellare per ottenere fondi e assistenza, ma come il contesto istituzionale in cui si concertano e si costruiscono le opportunità per i territori extraurbani di pianura, collina e montagna.

Le Terre Alte provano oggi a invertire la tendenza allo spopolamento e all'abbandono, alla riduzione dei servizi e alla desertificazione commerciale. L'evento del 26 febbraio vuole essere l'occasione per riavviare un profondo e concreto dibattito sulle scelte e sulle sfide che stanno di fronte non alla montagna ma all’intera Città metropolitana.

Montagna

La tradizionale Fiera di San Martino di Viù, giunta alla diciassettesima edizione, si aprirà sabato 7 novembre alle 10 al centro polifunzionale di piazza Cibrario 2 con una tavola rotonda sul tema "Imprenditorialità e territorio: quale futuro per le Terre Alte?" promossa dall'Unione Montana Alpi Graie e dal Comune di Viù. Al dibattito, che sarà moderato dal caporedattore de "La Stampa" Luca Ferrua, parteciperà il Vice-Sindaco metropolitano, Alberto Avetta.

Al centro della riflessione sul futuro della montagna torinese vi saranno le prospettive delle neonate Unioni Montane, create per aggregare ed ottimizzare alcuni servizi fondamentali e per promuovere lo sviluppo dei territori dei Comuni che ne fanno parte. Lo spunto della tavola rotonda nasce dal volume "Libellule in volo", curato da Marilena Coletti e Bruno Guglielmotto Ravet e recentemente pubblicato dalla Società Storica delle Valli di Lanzo. Il libro propone una serie di interviste a giovani che hanno deciso di investire nello sviluppo imprenditoriale delle aree di montagna, per capire come sia possibile fare impresa in montagna nell'attuale delicato momento economico.

Alla tavola rotonda promossa dal Sindaco di Viù, Daniela Majrano, oltre al Vice-Sindaco metropolitano Avetta, sono stati invitati l'assessore regionale alle attività produttive Giuseppina De Santis, l'assessore regionale allo sviluppo della montagna Alberto Valmaggia, il Consigliere metropolitano delegato allo sviluppo economico Francesco Brizio, il membro del Comitato direttivo dell'Atl "Turismo Torino e Provincia" Danilo Bessone, il segretario generale della Fondazione Terra Madre Stefano Colmo, l'amministratore delegato di Iren Energia Giuseppe Bergesio, il presidente del GAL Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone Claudio Amateis, il presidente dell'associazione Amici del Museo Civico di Usseglio Alberto Tazzetti, il presidente della Società Storica Valli di Lanzo Bruno Guglielmotto Ravet.

Nuove tecnologie

La Città metropolitana di Torino concederà un contributo di 300.000 euro all’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea, per sostenere l’estensione della dorsale in fibra ottica tra le Valli di Susa e Chisone nella tratta Fenestrelle-Oulx, a favore degli operatori attivi sul territorio e delle utenze pubbliche e private che fruiscono dei servizi di connettività garantiti dall’attuale infrastruttura. Il contributo è previsto da un decreto della Consigliera delegata allo sviluppo economico, alle attività produttive, al turismo e alla pianificazione strategica, Sonia Cambursano, con il quale viene approvato uno schema di accordo per la diffusione della banda larga e la riduzione del digital divide. L’accordo definisce lo scopo e le modalità della collaborazione tra la Città metropolitana, il Consorzio TOP-IX-Torino Piemonte Internet EXchange, l’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea, i Comuni di Cesana Torinese, Fenestrelle, Oulx, Pragelato, Sestriere e Usseaux.
Come spiega la Consigliera metropolitana delegata Sonia Cambursano, “il progetto presentato da TOP-IX e oggetto dell’accordo prevede innanzitutto il ripristino e l’utilizzo della rete in fibra ottica realizzata in vista delle Olimpiadi Invernali del 2006 e abbandonata dopo l’evento olimpico. Il territorio delle valli olimpiche ospiterà nuovamente nei prossimi anni eventi sportivi di rilevanza mondiale. Senza dimenticare che, per i cittadini residenti nelle valli, siano essi operatori turistici, famiglie, persone anziane e fragili, volontari che operano nelle associazioni, la banda larga è uno strumento essenziale per scongiurare l’isolamento sociale ed economico”.
Il progetto presentato dal Consorzio TOP-IX si propone di dare ridondanza ai collegamenti oggi separati in Valle Susa (con nodi attivi su Torino da Avigliana, Bussoleno, Susa, Oulx Bardonecchia) e in Valle Chisone (oggi limitati a Pinasca e, entro inizio novembre, a Fenestrelle). Una volta uniti in un anello, tali collegamenti saranno funzionanti anche nel caso di interruzioni della fibra. Una volta completato l’anello, sarà possibile, se e dove necessario, collegare in fibra eventuali particolari utenze prossime al percorso della fibra stessa. L’anello così realizzato garantirà la massima affidabilità e disponibilità al sistema, migliorando in modo significativo le prestazioni della rete, in termini di capacità di trasporto, sicurezza e garanzia di servizio. Oltre a migliorare l’affidabilità delle connessioni Internet in entrambe le Valli, sarà possibile in futuro, con una progettazione e finanziamenti ad hoc, ottimizzare le coperture radio nelle aree ancora oggi digitalmente disagiate ad Usseaux, Pragelato, Sestriere e Cesana. Inoltre, dopo l’attivazione del nodo di Fenestrelle, si potrà realizzare un progetto, già nelle intenzioni del GAL locale, per la digitalizzazione, con servizi diretti ai cittadini delle frazioni di Fenestrelle, Usseaux e Roure; in particolare a vantaggio dei cittadini anziani e più fragili, con servizi quali la telemedicina. Il progetto potrà essere esteso alle frazioni di Pinasca, Perosa Argentina, Pomaretto e ad altre località vicine ai nodi.
La nuova infrastruttura darà maggiore affidabilità alla rete della Val Cenischia, realizzata mediante la collaborazione con Open Fiber e grazie alla disponibilità di un asset di Iren Energia. Sarà inoltre possibile, attraverso la nuova infrastruttura, supportare Open Fiber nell’attivazione di eventuali punti di contatto nazionali della rete a banda ultra larga in fase di realizzazione anche in Val Chisone. L’infrastruttura potrà essere anche di supporto per i futuri servizi di connettività che saranno erogati durante i Giochi Mondiali Universitari invernali del 2025.
Grazie alla soluzione ad anello proposta, i disservizi, per taglio fibra o manutenzioni ordinarie e straordinarie, si ridurranno notevolmente e i circuiti saranno repentinamente riattivati mediante la riconvergenza automatica e l’instradamento dei pacchetti su percorsi alternativi lungo l’anello in fibra ottica. L’infrastruttura ad anello garantirà anche una protezione nella gestione ed erogazione dei servizi telematici lungo l’autostrada A32 e in direzione del traforo del Frejus. In futuro si potrà migliorare l’affidabilità della rete in direzione Bardonecchia (tratta fuori dall’anello in fibra ottica previsto nel progetto), mediante l’acquisizione di una coppia di fibre ottiche nella tratta indicata, nella disponibilità di un operatore del Consorzio TOP-IX.anello fibra ottica Valli Susa e Chisone 1

Nuove tecnologie

Mercoledì 29 marzo alle 9, nella sede della Città metropolitana di Torino di corso Inghilterra 7, avrà luogo un incontro per presentare i risultati e le prospettive future dell'iniziativa MetroDigital.

Da diversi anni la Città metropolitana persegue una strategia finalizzata alla realizzazione del processo di digitalizzazione sul suo territorio, quale sinonimo di sviluppo, equità sociale e sostenibilità.

Per individuare, e se possibile implementare, azioni che supportino in modo concreto l'innovazione tecnologica degli Enti Locali, è stata data l'opportunità a Comuni e Unioni di Comuni del territorio metropolitano di partecipare a “MetroDigital” per poter intercettare e utilizzare efficacemente le risorse disponibili e gli investimenti dei recenti programmi Pnrr.

Nel mese di dicembre 2022, 36 Enti hanno compilato un questionario che ha permesso al Dipartimento Sviluppo economico e pianificazione strategica della Città metropolitana di Torino, in collaborazione con gli esperti della Fondazione Piemonte Innova, di misurare il livello di maturità digitale del territorio. Gli obiettivi sono individuare le priorità dei fabbisogni in relazione all'adeguatezza delle infrastrutture, alla sicurezza, all'organizzazione e ai servizi verso l'utenza e mettere in evidenza le criticità relative al digital divide.

Programma:
Saluti istituzionali
Sonia Cambursano, Città metropolitana di Torino

Relazioni
Matteo Barbero, Città metropolitana di Torino
Veronica Spadoni, Fondazione Piemonte Innova

Tavola rotonda
Marco Bussone, Uncem
Giorgio Consol, Regione Piemonte
Adelaide Maria Rosa Ramassotto, Dipartimento per la trasformazione digitale
Anna Cavallo, CSI Piemonte

Conclusioni
Michele Pianetta, Anci Piemonte

Informazioni: sviluppo@cittametropolitana.torino.it

Diretta streaming al link https://bit.ly/42xUyZG

 

Nuove tecnologie

Contro il digital divide un contributo di 41mila euro all’Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone

Rifugi in alta quota connessi nel territorio dell’Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone grazie a un contributo di 41mila euro della Città metropolitana di Torino. Il provvedimento fa parte di un finanziamento, approvato nel mese di luglio, che ha destinato 200mila euro di contributi ai Comuni per la riduzione del digital divide.

Ne beneficeranno il rifugio Daviso ( 2.280 slm); il rifugio Gastaldi ( 2659 slm); il rifugio Cibrario (2616 slm); il rifugio Tazzetti ( 2642 slm) e il rifugio Vulpot (1805 slm) grazie a un intervento che sfrutterà la riattivazione della dorsale in fibra ottica lungo la tratta ferroviaria Torino-Ceres, di proprietà delle stesse Unione Montana, per un costo complessivo di poco superiore a 50mila euro, di cui 41mila a carico di Città metropolitana e per la restante parte dell’Unione Montana.

Il contributo fa parte di una strategia messa in atto da diversi anni dalla Città metropolitana finalizzata all’abbattimento del divario digitale: fra i principali interventi realizzati da ricordare il “Progetto banda larga Patti Territoriali”, finanziato attraverso la rimodulazione delle risorse del Patti Territoriali del Canavese, del Pinerolese, del Sangone e della Stura.

Nell’ambito del percorso partecipativo per l’elaborazione del Piano strategico metropolitano è stata effettuata una ricognizione su tutti i Comuni del territorio, in seguito alla quale sono pervenute segnalazioni puntuali di aree non coperte dal servizio internet ed esigenze o criticità nell’erogazione dei servizi di connessione, in particolare rispetto ai “presidi” territoriali (municipi, scuole, sanità, ecc.) e per le attività produttive.

È stato quindi condotto uno studio di fattibilità, in collaborazione con il Csi, grazie al quale è stata stilata una lista degli interventi e nel 2021 è stato stanziato un primo contributo di 500mila euro; nel luglio di quest’anno è stato deliberato un secondo stanziamento di 200mila euro per contributi in conto capitale ai Comuni per un ulteriore potenziamento infrastrutturale del collegamento alla banda larga.
Per i prossimi contributi, per i quali la Città metropolitana sta attivando un accordi quadro con i Comuni, verrà mantenuta alta l’attenzione alle zone montane.

“Garantire anche alle strutture turistiche ricettive la connessione” rileva la 
consigliera delegata alle attività produttive della Città metropolitana di Torino Sonia Cambursano “ha molteplici significati, che vanno dalla più ovvia, il miglioramento della qualità dei servizi ai turisti, alla sicurezza, alle facilitazione nei rapporti con il mondo esterno degli stessi gestori, che operano in un ambiente difficile e isolato. Non si può pensare oggi che il territorio montano, che è un valore aggiunto per tutta la Città metropolitana, sia svantaggiato rispetto ai centri urbani”







Nuove tecnologie

A Riva presso Chieri la Città metropolitana ha destinato un contributo di 38.822 euro per la riduzione del digital divide sul territorio.

Il contributo fa parte di una strategia messa in atto da diversi anni dalla Città metropolitana finalizzata all’abbattimento del divario digitale: fra i principali interventi realizzati da ricordare il “Progetto banda larga Patti Territoriali”, finanziato attraverso la rimodulazione delle risorse del Patti Territoriali del Canavese, del Pinerolese, del Sangone e della Stura.

Nell’ambito del percorso partecipativo per l’elaborazione del Piano strategico metropolitano è stata effettuata una ricognizione su tutti i Comuni del territorio, in seguito alla quale sono pervenute segnalazioni puntuali di aree non coperte dal servizio internet ed esigenze o criticità nell’erogazione dei servizi di connessione, in particolare rispetto ai “presidi” territoriali (municipi, scuole, sanità, ecc.) e per le attività produttive, tra cui la segnalazione del Comune di Riva Presso Chieri.

È stato quindi condotto uno studio di fattibilità, in collaborazione con il Csi, grazie al quale è stata stilata una lista degli interventi e nel 2021 è stato stanziato un primo contributo di 500mila euro; nel luglio di quest’anno è stato deliberato un secondo stanziamento di 200mila euro per contributi in conto capitale ai comuni per un ulteriore potenziamento infrastrutturale del collegamento alla banda larga.

Il contributo al Comune di Riva presso Chieri fa parte di quelli ammessi in questa nuova tranche insieme a Fenestrelle e Villar Perosa, in dirittura d’arrivo vi sono anche Scalenghe e Ivrea come capofila per la Valchiusella. Nel frattempo la Città metropolitana di Torino sta elaborando un accordo quadro per gli interventi ammissibili negli altri Comuni che hanno presentato un progetto.

“La diffusione di una connettività di qualità” rileva la consigliera delegata alle attività produttive della Città metropolitana di Torino Sonia Cambursano “è una necessità sentita da tempo e che mette in difficoltà molti dei nostri Comuni, specialmente quelli che si trovano in aree montane, collinari e rurali. Non si può immaginare oggi di sostenere lo sviluppo produttivo senza garantire pari opportunità a tutto il territorio. Lo sviluppo economico è possibile solo là dove i servizi – a cominciare dalle scuole, dai servizi sanitari, dagli uffici pubblici per arrivare alle realtà produttive - sono efficienti”.

“Siamo orgogliosi di questo intervento” commenta il sindaco di Riva presso Chieri Lodovico Gillio “perché anche se non c’è più l’Embraco abbiamo aziende che sono veri fiori all’occhiello per il nostro territorio, e noi come pubblica amministrazione contribuiamo a dare una mano concreta sia alle attività produttive che alle famiglie”.

Nuove tecnologie

Il fatto che la Presidenza del Consiglio abbia individuato Torino come futura sede dell’Istituto per l’intelligenza artificiale è il riconoscimento del ruolo di avanguardia che la città e l’intero territorio metropolitano hanno sempre avuto nel settore dell’innovazione scientifica e tecnologica: lo sottolinea il, Vicesindaco metropolitano commentando la notizia giunta stamani da Roma.
L’I3A coordinerà le varie attività di ricerca in questo campo e, a giudizio della Città Metropolitana, potrà contare sui centri di eccellenza nella ricerca scientifica che le istituzioni pubbliche come Politecnico e Università e le aziende private hanno creato negli ultimi anni nel capoluogo subalpino. L’amministrazione metropolitana ritiene strategica la capacità di attrarre talenti internazionali e risorse per la ricerca a Torino, che può diventare in pochi anniunpunto di riferimento di livello europeo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, le connessioni a banda larga e 5G e la garanzia della loro sicurezza, l’industria manifatturiera e l’agroindustria ad alto contenuto di innovazione, la produzione di energia a basso impatto ambientale e la ricerca biomedica.

Nuove tecnologie

Martedì 23 luglio la Città Metropolitana di Torino ha partecipato con il Vicesindaco Marco Marocco e con dirigenti e tecnici alla riunione del tavolo regionale che si occupa della realizzazione del Piano nazionale per la banda ultralarga, convocata dall’assessore all’innovazione e ai servizi digitali per cittadini e imprese, Matteo Marnati. Il Piano prevede investimenti per tre miliardi di Euro, con cui lo Stato intende abbattere in maniera decisiva il digital devide che affligge soprattutto le zone montane e rurali, a torto definite “marginali”. La questione dibattuta al tavolo è la velocizzazione delle autorizzazioni per gli scavi e la posa della fibra ottica indispensabili alla diffusione delle connessioni Internet ad alta velocità.

In Piemonte la Regione, la Città Metropolitana di Torino e le Province si confrontano da tempo ad un tavolo tecnico per cercare di limitare i tempi burocratici per le autorizzazioni. “Il tema della infrastrutturazione del territorio è caro alla Città Metropolitana. - sottolinea il Vicesindaco Marco Marocco - L’allora Provincia di Torino, attraverso i Patti Territoriali, aveva già reso disponibile una infrastruttura in fibra ottica per consentire la diffusione della banda larga e l'accesso ai servizi on line per il Canavese, il Pinerolese e altre zone del territorio provinciale, con un investimento di oltre 7 milioni di Euro. Oggi una delle funzioni fondamentali della Città Metropolitana è quella relativa alla promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano, che deve basarsi su una infrastruttura a banda larga e che l’Ente ritiene strategica”.

La Città metropolitana ha in gestione la rete delle strade provinciali e spesso, per necessità di ordine tecnico, la fibra ottica deve passare sotto quelle strade attraverso appositi scavi. “Tra le nostre priorità vi è quella digarantire la sicurezza delle strade, assicurandoci che le ditte che effettuano i lavori ripristinino correttamente il manto stradale dopo i lavori di scavo e posa della fibra. - spiega il Vicesindaco metropolitano - Abbiamo stipulato una convenzione con la società Open Fiber, che si occupa della realizzazione dell’infrastruttura di telecomunicazione per conto della Infratel spa, società controllata dal Ministero delle infrastrutture e dello sviluppo economico. La convenzione soddisfa pienamente le esigenze di sicurezza delle strade. Open Fiber ha fornito garanzie sulle modalità di ripristino delle strade dopo la posa della fibra, che deve essere completato a regola d'arte e deve essere garantito per almeno dieci anni, onde evitare che cedimenti dell’asfalto possano causare incidenti con danni alle persone o ai veicoli”. La convenzione ha inoltre previsto le modalità di pronto intervento manutentivo in caso di problematiche sui cantieri in corso, specificando tempi e modalità operative. È previsto che Open Fiber sottoponga alla Città metropolitana un piano di intervento, almeno annuale, giustificando la necessità di far passare la fibra ottica sotto determinate strade provinciali, essendo impossibile procedere su percorsi alternativi. Grazie alle intese tecniche sull’effettuazione degli scavi, i lavori potranno essere avviati nel prossimo autunno.

In considerazione dei tempi di realizzazione dell'infrastruttura, necessariamente lunghi a causa della complessità del progetto, la Città Metropolitana e il Consorzio Top-IX hanno posto il problema di agire nel breve periodo per accompagnare la realizzazione del progetto e attivare le opportune sinergie con il mercato degli operatori. Secondo il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco “sarebbe opportuno individuare, sin da subito, un ambito di intervento definito: ad esempio le scuole superiori del territorio metropolitano”.

Nuove tecnologie

Volete consultare online il piano triennale degli investimenti di Città metropolitana di Torino?

Da alcuni giorni è in linea l’Osservatorio interattivo online del piano triennale degli investimenti, realizzato in collaborazione con il Csi-Piemonte: uno strumento dinamico che consente l'interrogazione, l'analisi e la condivisione dei dati relativi alla programmazione economico-finanziaria della Città metropolitana di Torino in materia di opere pubbliche.

L’Osservatorio del Piano degli investimenti, in particolare, permette di visualizzare dati in materia di lavori pubblici e raccoglie le informazioni economiche legate alla programmazione degli interventi riferiti al triennio 2019-2021, aggregate secondo l'ambito territoriale (Comune) oggetto dell’intervento. I provvedimenti si riferiscono alle componenti patrimoniali dell’Ente, prevalentemente ai comparti della viabilità e dell’edilizia scolastica.

Sull’Osservatorio è possibile scoprire, per esempio, gli investimenti in materia di viabilità o di edilizia scolastica finanziati per l’anno in corso o per tutto il triennio 2019-2021, anche selezionandoli per Comune o per importo. La dinamicità dello strumento consente all'utente di impostare, in maniera intuitiva e personalizzata, query territoriali e filtri sulla base dell’annualità e dell’importo economico in modo tale da selezionare gli interventi di proprio interesse e poterne successivamente consultare od esportare il dettaglio ed il codice di riferimento.

A questo link https://bit.ly/2WrsZhA è disponibile anche un tour guidato per comprendere le funzionalità della pagina, utile soprattutto agli amministratori del territorio metropolitano per verificare progetto per progetto la previsione dell'anno di realizzazione, l'importo nell’anno in corso e nel triennale.

Soddisfatto il consigliere delegato ai lavori pubblici Antonino Iaria: “La pubblicazione di questo osservatorio interattivo sulle pagine web della Città metropolitana” spiega il consigliere Iaria “è molto intuitiva e aiuta a far capire che il nostro è un ente vivo che programma interventi di una certa consistenza. Ogni intervento - che si tratti di messa in sicurezza di edifici scolastici o di rotatorie sulla viabilità provinciale - ha una sua storia peculiare: in questi due anni ho incontrato moltissimi sindaci sul territorio e insieme abbiamo concertato le opere necessarie tenendo conto dei criteri oggettivi come l’urgenza, ma anche condividendo le scelte”.

Per consultare l’Osservatorio:

http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/sit-cartografico/osservatori-interattivi/piano-triennale-interventi