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Un appello alla Regione Piemonte affinchè tenga in considerazione tutti i dati tecnici completi in arrivo dai territori prima di deliberare e prendere ufficialmente posizione rispetto allo studio di Sogin spa sui siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari.La richiesta arriva da Città metropolitana di Torino con il vicesindaco metropolitano Marco Marocco e da sindaci ed assessori dei Comuni di Carmagnola, Caluso, Chieri, Chivasso, Lauriano, Mazzè, Poirino, Rondissone e Villastellone che giovedi 1 aprile hanno incontrato online l'assessore regionale all'ambiente Matteo Marnati.
"Un incontro utile e positivo - commenta il vicesindaco metropolitano Marco Marocco - durante il quale abbiamo spiegato a Marnati che le diverse relazioni tecniche dei Comuni coinvolti non sono ancora terminate: sarebbe grave se la Giunta regionale deliberasse nei prossimi giorni la propria posizione senza l'indispensabile corredo tecnico".
Unanime la preoccupazione dei Comuni presenti all'incontro: per tutti è indispensabile che Regione Piemonte formalizzi il NO all'individuazione dei siti indicati da Sogin spa come idonei e per questo sono stati affidati incarichi e consulenze tecniche a geologi, agronomi, esperti ambientali che stanno terminando le relazioni.
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E' crisi strutturale per il sistema piemontese delle RSA, le residenze per anziani che dall'inizio della pandemia vivono fasi drammatiche e necessitano di interventi per non essere costrette a chiudere, mettendo in crisi sia migliaia di famiglie degli anziani ricoverati sia migliaia di lavoratori.Se ne è parlato oggi pomeriggio con toni anche accesi durante la seduta online dell'Osservatorio regionale sulle RSA, il coordinamento istituito lo scorso anno durante la prima fase della pandemia per farsi carico di dare risposte alle segnalazioni in arrivo dai diversi tavoli provinciali, composto da Regione Piemonte, Prefettura di Torino, Città metropolitana di Torino, Ordini dei medici, sindacati, ANCI Piemonte.
"L'assenza della parte politica regionale a questi lavori di coordinamento non è più tollerabile" commenta il vicesindaco di Città metropolitana di Torino Marco Marocco che nell'Osservatorio rappresenta anche tutte le Province piemontesi: "la struttura tecnica della Regione Piemonte fin da subito ha fatto la sua parte, ma non possiamo più attendere. L'assessore alla sanità della Regione Piemonte Icardi si è presentato una sola volta alle riunioni dell'Osservatorio dimostrando scarsa considerazione per un'emergenza che si va trasformando in vera crisi di sistema. Da mesi abbiamo raccolto e segnalato il grido d'allarme delle RSA che, in assenza dei ristori finora solo annunciati, rischiano la chiusura. La politica regionale ha il dovere di intervenire prima che sia troppo tardi".
Del problema sociale legato ai servizi agli anziani l'Osservatorio ha a lungo parlato anche oggi: "vogliamo tutti evitare il falimento di questo coordinamento - aggiuge Marocco - e le risposte devono arrivare dalla sanità regionale. Auspico che il presidente della Regione Cirio voglia intervenire direttamente".
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Un confronto con il mondo accademico e il Politecnico di Torino per incrementare le condizioni di sicurezza di chi lavora sulle strade provinciali, riorganizzazione della filiera del lavoro e in prospettiva il ricorso alle nuove tecnologie per migliorare la sicurezza stradale, una campagna di comunicazione, una maggiore integrazione con la polizia metropolitana. Sono alcune delle proposte emerse nell’incontro che si è tenuto il 24 marzo fra i Consiglieri delegati, i capigruppo e le organizzazioni sindacali della Città metropolitana di Torino. Al centro del dibattito, non solo le questioni sulla sicurezza degli operatori stradali, tema ineludibile dopo l’incidente mortale avvenuto ai due colleghi cantonieri ai primi di marzo, ma più in generale la sofferenza dell’Ente legata ai fabbisogni di personale e investimenti in servizi strategici come la Viabilità e l’Ambiente.Dopo gli interventi delle sigle sindacali Cgil Cisl Uil e Csa che hanno sottolineato la mancanza di personale e il ritardo nelle assunzioni previste sia per il Dipartimento della Viabilità, che rendono difficoltose le condizioni dei lavoratori e incidono sulla sicurezza nei cantieri stradali, sia per il Dipartimento Ambiente, in particolare per i settori che si occupano di attività autorizzative, è intervenuto il direttore della Città metropolitana di Torino Filippo Dani illustrando il quadro della situazione per quanto riguarda le procedure di assunzione e le progressioni verticali in corso che integreranno, almeno parzialmente, gli organici dei due Dipartimenti. Dani è quindi entrato nel merito della sicurezza stradale, spiegando che la normativa prevede, anche in caso di un incidente causato dall’irresponsabilità di un utente della strada, la revisione del Documento sulla valutazione dei rischi (Dvr), ma che l’obiettivo della Città metropolitana guarda a un Piano della sicurezza più ampio e di lungo periodo, per il quale l’amministrazione ha già preso contatti con il mondo accademico, per avviare un confronto sulle modalità operative, l’articolazione della struttura organizzativa, la formazione dei lavoratori e in prospettiva anche l’uso delle nuove tecnologie nella prevenzione degli incidenti.
La discussione ha preso il via con l’intervento del consigliere delegato Dimitri De Vita, capogruppo del Movimento 5Stelle, che ha fatto notare che i problemi strutturali della Città metropolitana hanno basi antiche e ci vorranno ancora alcuni anni per risolverli e che la pandemia ha influito anche sui ritardi nel piano assunzionale. Il capogruppo 5Stelle ha aggiunto anche che, a fronte di situazioni difficili, non bisogna escludere il ricorso alle esternalizzazioni.
La consigliera delegata Barbara Azzarà è intervenuta sui problemi del Dipartimento Ambiente, sottolineando che serve una visione strategica di lungo periodo che non si limiti al fabbisogno di personale, anche perché la Città metropolitana di Torino è riconosciuta, anche a livello nazionale, per la sua capacità innovativa di confrontarsi con il territorio sul tema della transizione ecologica e non deve perdere questo primato.
Paolo Ruzzola, capogruppo della Lista civica per il territorio, ha preso la parola ricordando che il suo gruppo ha votato a favore del documento che ha permesso la riorganizzazione della Città metropolitana di Torino. Però lamenta che in quattro anni i problemi siano ancora da risolvere, a fronte di un miglioramento del bilancio, e che forse si poteva fare di più. Pur condividendo le problematiche sollevate dalle sigle sindacali, Ruzzola ha ribadito che non considera, in situazioni di necessità, negativo ricorrere alle esternalizzazioni.
Fabio Bianco, consigliere delegato alla Viabilità, ha fatto notare che rispetto alle “risorse zero” con cui la Città metropolitana ha dovuto fare i conti al suo debutto, in questi ultimi tre anni sono stati investiti oltre due milioni di euro per il rinnovo del parco mezzi, le case cantoniere e gli strumenti e che ora, in tema di sicurezza, l’obiettivo è andare oltre alle prescrizioni di legge.
Roberto Montà, capogruppo della lista “Città di città” ha chiesto, in vista della fine del mandato, di esaminare attentamente quali saranno i numeri esatti delle assunzioni e se vi sono dei correttivi possibili per riequilibrare l’attività e i carichi di lavoro in vista delle assunzioni che saranno effettuate. Sul problema del Dipartimento Ambiente rileva la medesima necessità di fare una valutazione sul processo di riorganizzazione avviato che fra pandemia e difficoltà di bilancio rischia di rimanere incompiuto.
Maria Grazia Grippo della lista Città di Città ha caldeggiato un riscontro operativo alla discussione, mettendo in campo anche risorse straordinarie. Ha anche sollecitato, per quanto riguarda l’area Ambiente, di interloquire maggiormente con la Regione Piemonte.
Marco Marocco, vicesindaco della Città metropolitana, ha concluso l’incontro ricordando che fra le iniziative in merito alla sicurezza stradale sono allo studio una campagna di comunicazione e il coinvolgimento della polizia metropolitana.
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Un confronto con il mondo accademico e il Politecnico di Torino per incrementare le condizioni di sicurezza di chi lavora sulle strade provinciali, riorganizzazione della filiera del lavoro e in prospettiva il ricorso all’internet delle cose per migliorare la sicurezza stradale, una campagna di comunicazione, una maggiore integrazione con la polizia metropolitana. Sono alcune delle proposte emerse oggi nell’incontro fra i Consiglieri delegati, i capigruppo e le organizzazioni sindacali della Città metropolitana di Torino. Al centro del dibattito, non solo le questioni sulla sicurezza degli operatori stradali, tema ineludibile dopo l’incidente mortale avvenuto ai due colleghi cantonieri ai primi di marzo, ma più in generale la sofferenza dell’Ente legata ai fabbisogni di personale e investimenti in servizi strategici come la Viabilità e l’Ambiente.Filippo Dani, direttore della Città metropolitana, ha illustrato il quadro della situazione. Le difficoltà riguardo ai fabbisogni di personale sono comuni a molti enti pubblici, sia per il blocco dei concorsi legato alle limitazioni imposte dalla pandemia, ma anche perché la crisi economica scatenata dal Covid-19 ha comportato entrate minori, mettendo a rischio gli equilibri di bilancio. Ciononostante, la Città metropolitana sta portando avanti le assunzioni previste dal Piano dei fabbisogni, sia per quanto riguarda i cantonieri e i responsabili dei Circondari della Viabilità che per il Dipartimento Ambiente.
Sul tema della sicurezza stradale, Dani ha spiegato che la normativa prevede, anche in caso di un incidente causato dall’irresponsabilità di un utente della strada, la revisione del Documento sulla revisione dei rischi (Dvr), ma che l’obiettivo della Città metropolitana guarda a un Piano della sicurezza più ampio e di lungo periodo, per il quale l’amministrazione ha già preso contatti con il mondo accademico, in particolare con il Politecnico di Torino, per avviare un confronto sulle modalità operative, l’articolazione della struttura organizzativa, la formazione dei lavoratori e in prospettiva anche l’uso delle nuove tecnologie nella prevenzione degli incidenti.
“Pensiamo anche” ha aggiunto il vicesindaco Marco Marocco “al coinvolgimento della polizia metropolitana e a una campagna di comunicazione mirata alla tutela dei lavoratori della strada. Il percorso intrapreso vuole mettere in campo iniziative che vadano al di là dei problemi della pianta organica o della semplice revisione del Dvr, per questo puntiamo al coinvolgimento e alla condivisione con tutte le articolazioni dell’Ente, da quelle politiche al personale alle organizzazioni sindacali”.
Fabio Bianco, consigliere delegato alla Viabilità, ha sottolineato che rispetto alle “risorse zero” con cui la Città metropolitana ha dovuto fare i conti al suo debutto, in questi ultimi tre anni sono stati investiti oltre due milioni di euro per il rinnovo del parco mezzi, le case cantoniere e gli strumenti e che ora, in tema di sicurezza, l’obiettivo è andare oltre alle prescrizioni di legge.
Il problema del fabbisogno del personale riguarda un po’ tutti i settori della Città metropolitana, ma è particolarmente acuto anche al Dipartimento dell’Ambiente, impegnato con molti servizi in attività non solo di gestione del territorio ma anche di controllo e autorizzative. “Avevamo già portato all’attenzione del Consiglio, con una delibera poi votata all’unanimità, le necessità di personale di Viabilità, Ambiente e Cesedi” ricorda la consigliera delegata Barbara Azzarà. “Anche in questo caso serve una visione strategica di lungo periodo che non si limiti al fabbisogno di personale. La Città metropolitana di Torino è riconosciuta, anche a livello nazionale, per la sua capacità innovativa di confrontarsi con il territorio sul tema della transizione ecologica, non deve perdere questo primato e va considerato come un settore di primo piano nelle attività dell’ente”.
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E' tutto pronto per la presentazione online di Torino Metropoli Aumentata, il Piano strategico metropolitano 2021/23 che sta concludendo il suo percorso dopo la pianificazione partecipata degli ultimi mesiIl Piano si articola in sei assi che corrispondono ai punti programmatici previsti dal programma Next Generation Europe e alle missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza: Torino Metropoli più produttiva e innovativa; Torino Metropoli più verde ed ecologica; Torino Metropoli più mobile, accessibile e collegata; Torino Metropoli che impara di più; Torino Metropoli più attrattiva, giusta ed eguale; Torino Metropoli più sana.
Gli assi si articolano a loro volta in 24 strategie e 111 azioni concrete e puntuali.
In allegato il programma dell'evento online mercoledì 24 marzo (a partire dalle ore 14:45) che prevede l'introduzione del consigliere metropolitano delegato Dimitri De Vita, interventi dei rettore del Politecnico Guido Saracco e dell'Università di Torino Stefano Geuna, la presentazione del Piano a cura di Matteo Robiglio (The Future Urban Legacy Lab e Politecnico di Torino), la rendicontazione e il monitoraggio degli impatti a cura di Irene Bengo (Tiresia - School of Management, Politecnico di Milano), un intervento sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a cura della sen. Virginia Tiraboschi; inoltre un approfondimento sulla nuova programmazione europea 2021-2027 e le direttrici prioritarie di intervento per lo sviluppo del Piemonte a cura di Paola Casagrande di Regione Piemonte per terminare con l'analisi della attuazione del Piano Strategico Metropolitano da parte del direttore di Città Metropolitana
di Torino Filippo Dani.
Concluderà la sindaca metropolitana Chiara Appendino
Il Piano "Torino Metropoli Aumentata" era stato approvato il 10 febbraio scorso dal Consiglio metropolitano di Torino
Per poter partecipare alla presentaizoen online è neessario iscriversi al link https://zoom.us/meeting/register/tJYtdu-tqDgvHNPTyjI3zvUjtPwG3_1sGR4a%20
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Una firma importante quella che la sindaca di Città metropolitana di Torino Chiara Appendino ha apposto nella mattina diel 10 marzo a San Giusto canavese, con la quale è avvenuta la consegna alla cooperativa sociale ProGest vincitrice del bando pubblico della villa sequestrata al boss del narcotraffico Nicola Assisi.
Una cerimonia semplice, nel rispetto delle regole imposte dalla prevenzione della pandemia, ma carica di significato: collegata in streaming la ministra dell'interno Luciana Lamorgese, presenti nella villa le istituzioni con il prefetto di Torino Claudio Palomba, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la sindaca metropolitana Chiara Appendino, don Luigi Ciotti e Maria Jose Fava presidente nazionale e regionale dell'associazione Libera contro le mafie, che per primi hanno avviato la battaglia per ottenere la riconsegna alla collettività dei beni sequestrati ai mafiosi.
ProGest nella villa di San Giusto Canavese realizzerà a breve interventi destinati ai disabili, progetta iniziative di cohousing sociale, pensa ad un orto didattico aperto anche alla cittadinanza.
Intanto da don Luigi Ciotti è arrivato un appello forte allo Stato perchè la normativa sulla riconsegna dei beni sequestrati ottenga una attenzione speciale nei piani del recovery found ed una accelerazione: solo mille i Comuni in Italia attivi in questo settore e Sa Giusto Canavese si è distinto per impegno con questo progetto.
Orgogliosa del lavoro svolto da Città metropolitana di Torino si è detta la sindaca Chiara Appendino che ha ricordato i passi per arrivare alla firma di oggi dall'agosto 2019 quando la villa era stata assegnata al nostro Ente da ANBSC Agenzia nazionale per i beni confiscati.
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Mercoledi 10 marzo avverrà, da parte della città Metropolitana di Torino, la consegna in uso alla cooperativa assegnataria della villa di San Giusto Canavese, confiscata al narcotrafficante Assisi e ristrutturata dopo un incendio doloso del 2018, per lo svolgimento di attività a favore delle persone diversamente abili.Nella circostanza interverrà il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, collegata in videoconferenza.
Parteciperanno il Direttore dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata Bruno Corda, il Prefetto di Torino Claudio Palomba, il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la Sindaca Metropolitana Chiara Appendino, la Sindaca di San Giusto Canavese Giosi Boggio, il Presidente nazionale di Libera don Luigi Ciotti e la cooperativa assegnataria del bene.
In considerazione dell’opportunità di limitare spostamenti ed occasioni di aggregazione, nel rigoroso rispetto delle norme di prevenzione e contenimento epidemiologico, saranno presenti un numero limitato di invitati, gli altri si collegheranno in streaming.
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In un drammatico incidente stradale alle porte di Pinerolo sulla strada verso Buriasco oggi nel pomeriggio è morto un cantoniere in servizio al circolo di Pinerolo della Città metropolitana di Torino e il suo collega è rimasto gravemente ferito ed è ora ricoverato in gravissime condizioni al CTO di Torino.I due cantonieri erano in servizio e stavano posizionando cartellonistica e segnali stradali: dalle prime informazioni sono stati improvvisamente travolti durante un violento tamponamento.
Grandissima emozione in Città metropolitana per questa ennesima tragedia che colpisce il personale della nostra viabilità.
La sindaca metropolitana Chiara Appendino è stata subito informata con il vicesindaco metropolitano Marco Marocco: i dirigenti del settore viabilità sono sul posto con altri colleghi dei cantonieri coinvolti.
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Si è insediato il 1 marzo online il comitato esecutivo piemontese del programma internazionale ”Cities Changing Diabetes”.Il Comune di Torino infatti insieme alla Città metropolitana di Torino, ad ANCI Piemonte e all’Università di Torino è stato inserito tra le realtà che a livello mondiale fanno parte dell’ambizioso programma (Aarhus, Bari, Beirut, Belgrado, Berlino, Bologna, Buenos Aires, Bogotà, Città del Messico, Copenaghen, Cracovia, Genova, Hangzhou, Houston, Istanbul, Jakarta, Johannesburg, Lisbona, Kōriyama, Leicester, Mérida, Malmo, Manchester Madrid, Milano, Pechino, Philadelphia, Roma, Seoul, Shanghai, Strasburgo, Tianjin, Vancouver, Xiamen, Jakarta e Varsavia).
Con il coordinamento del prof. Andrea Lenzi - presidente dell’Health City Institute e del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie le scienze della vita Presidenza del Consiglio dei Ministri - e del prof. Ezio Ghigo - direttore del dipartimento di medicina generale e specialistica dela Città della Salute e della Scienza della Università di Torino - il comitato torinese riunisce esperti, associazioni, istituzioni per lavorare insieme a soluzioni improntate ad un progressivo miglioramento della qualità di vita sul nostro territorio e per sensibilizzare i cittadini alla prevenzione e alla cura del diabete.
Fondamentali i temi del movimento e dello sport con la definizione di percorsi dedicati, come ha sottolineato il piemontese campione olimpico di Mosca 1980 e due volte campione del mondo di marcia Maurizio Damilano, che nel progetto è attivamente coinvolto.
Promuovere la salute urbana consentirà di considerare Torino e la cintura una “palestra naturale” grazie alla varietà di percorsi pedonali, ai viali alberati, aree verdi e piste ciclabili senza dimenticare i gruppi di camminata attivi.
Va tenuto presente che Torino sta vivendo un lento declino demografico da oltre vent'anni, con un indice di vecchiaia superiore ad altre città del Nord Italia, ma allo stesso tempo il territorio metropolitano è molto frammentato e la prevalenza del diabete varia molto da quartiere a quartiere.
I numeri per la sfida del diabete a Torino ci dicono che la prevalenza del diabete è del 6,8% (aumentata dal 3,8% al 6,8% dal 2003 al 2018) e che il 25% delle persone di età compresa tra i 18 e i 69 anni è in sovrappeso, mentre il 7% è obeso.
Nella riunione del comitato esecutivo, l’epidemiologo prof Giuseppe Costa e la ricercatrice Ires Cristina Bargero hanno richiamato gli studi a dimostrazione del fatto che la prevalenza del diabete non è la stessa in tutti i quartieri della città di Torino, dove le zone nord, ovest oltre ad alcune zone a sud registrano la prevalenza maggiore, mentre l'intera area oltre il fiume Po e alcuni quartieri del centro storico registrano i valori più bassi, una differenza collegata anche a fattori socio economici con sovrappeso e obesità più alti del 35% nelle persone con un basso livello di istruzione scolastica.
Il programma Torino Cities Changing Diabetes condurrà ulteriori analisi dei dati per rafforzare la base di conoscenze e fornire nuove strategie di intervento considerando sia il trattamento che la prevenzione della malattia.
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Per la Giornata del Ricordo la Città metropolitana pubblica la testimonianza di Antonio Vatta, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia DalmaziaUna toccante testimonianza, dal profondo significato autobiografico oltre che storico, sul dramma dell’esodo degli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia dopo la Seconda guerra mondiale. A proporla è Antonio Vatta, presidente del Comitato provinciale dell’ANVGD-Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, dalle colonne del prossimo numero di Cronache da Palazzo Cisterna, agenzia online della Città metropolitana di Torino, in pubblicazione venerdì 12 febbraio, per celebrare la ricorrenza del 10 febbraio, solennità civile nazionale che ricorda i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata.
Il video della testimonianza del presidente Vatta, insieme al calendario delle iniziative organizzate a Torino e in provincia per celebrare la Giornata del Ricordo, è online sul sito Internet della Città metropolitana all’indirizzo http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/giorno_ricordo/
La ricorrenza del 10 febbraio è stata istituita nel 2004, e cade nel giorno in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia.
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