I NOSTRI COMUNICATI

 

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Questa settimana prosegue con l’intervista alla prima cittadina di Prarostino, Fiorella Vaschetti, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente. Il “Venerdì dal Sindaco” è un’occasione per conoscere le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e i piccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.
Nell’ultimo numero della rivista settimanale della Città Metropolitana “Cronache da Palazzo Cisterna” si può leggere il reportage da Prarostino; basta andare nel portale della Città Metropolitana alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/ufstampa/cronache/

NELLA PICCOLA SVIZZERA SULLE MONTAGNE CHE SI AFFACCIANO SULLA PIANURA PINEROLESE

La decima tappa della rubrica “Venerdì dal Sindaco” tocca Prarostino, un suggestivo borgo arricchito da deliziose frazioni, campi, prati e boschi ben curati e suggestivi panorami, che spaziano dalla pianura del Pinerolese alle montagne delle Valli Chisone, Germanasca e Pellice. In un contesto paesaggistico e urbanistico che ricorda la Svizzera – non a caso Prarostino è gemellato con Mont-sur-Rolle, paese del Canton Vaud che si affaccia sul Lago Lemano – si tramandano la sapienza secolare del mondo contadino e una tradizione di convivenza tra la maggioranza protestante e la minoranza cattolica plasticamente rappresentata dalla vicinanza fisica tra il Tempio Valdese e la chiesa di San Bartolomeo. A Prarostino Valdesi e cattolici sono distinti ma uniti nell’impegno solidale a favore della comunità e delle persone più fragili.
Se la non lontana Torre Pellice è conosciuta come la Ginevra italiana, Prarostino ricorda i suggestivi borghi che si affacciano sul Lago Lemano, ordinati e emblematici del carattere operoso e solidale dei loro abitanti. Nel Comune il cui territorio si estende sui primi contrafforti alpini del pinerolese la storia travagliata del rapporto tra sovrani cattolici e popolazioni protestanti ha lasciato dolorose ferite nei secoli andati: è per questo che ogni anno il 16 febbraio, qui, come in tutti i Comuni in cui risiedono comunità valdesi, si celebra con un falò l’anniversario della promulgazione delle Regie Patenti con cui, il 17 febbraio 1848, il re Carlo Alberto, concesse le libertà e i diritti civili e politici ai sudditi protestanti. Oggi a Prarostino e in generale in tutto il Pinerolese il dialogo interconfessionale supera le differenza teologiche e si sostanzia in azioni e progetti concreti e condivisi a vantaggio delle comunità locali e dei migranti.
L’immagine di Prarostino è anche legata ad un simbolo delle battaglie per la libertà e la dignità dell’uomo: la torre-faro inaugurata il 18 giugno 1967 per ricordare con la sua ardita architettura i 600 partigiani dei 51 Comuni delle valli pinerolesi caduti nella lotta di liberazione contro il nazifascismo. Progettato dagli architetti Roberto Gabetti ed Aimaro Isola, realizzato con vari contributi, l'apporto gratuito di ex partigiani e il dono del pietrame da parte dei cavatori di Bagnolo Piemonte, il monumento si presenta come una torre-traliccio su pianta quadrata, realizzata in pietra greggia e alta 15 metri. La torre termina con un terrazzino e una stele metallica sormontata da un faro, la cui luce è visibile dalla pianura pinerolese anche a notevoli distanze.
La Sindaca dei 1257 prarostinesi è, dal 2014, Fiorella Vaschetti, alla guida un gruppo di amministratori locali che ha l’ambizione di fare del paese un centro importante per il turismo di prossimità. “Cerchiamo di tenere ordinato e pulito il nostro territorio, per presentare un bel biglietto da visita a coloro che vengono a visitare il paese e le sue frazioni. - sottolinea la prima cittadina – Ma soprattutto cerchiamo di evitare lo spopolamento e di fare in modo che i ragazzi che nascono e crescono a Prarostino non abbandonino il paese e possano continuare a vivere e lavorare qui”.
Molti e suggestivi sono i percorsi escursionistici da scoprire a piedi e in mountain bike, per conoscere i luoghi storici come il santuario valdese di Roccapiatta e i panorami che si possono godere sul colle Vaccera e in vetta ai monti Servin, Castelletto e Gran Truc, a cavallo tra le valli Chisone e Pellice. Il ruolo delle associazioni locali è fondamentale per la manutenzione del territorio e del centro abitato e l’organizzazione di quegli eventi di promozione turistica che a Prarostino non vedono l’ora di tornare ad organizzare, non appena l’emergenza pandemica sarà conclusa.
Il piccolo ma ben organizzato museo della viticoltura locale, dove si conservano gli oggetti e la memoria di un’agricoltura eroica, è un altro dei richiami di Prarostino ed è anche emblematico della coesione della comunità: i due volontari ultraottantenni che lo hanno ideato, realizzato e tenuto aperto per molti anni hanno passato le consegne al gruppo Prarostino 2020, di cui fanno parte alcuni giovani innamorati del proprio paese, della sua storia e della sua cultura materiale e spirituale.
  1. Non tutto è idilliaco in questo paese alpino a pochi chilometri da Pinerolo, che, ad esempio, sconta il disagio causato dai tagli patiti dal trasporto pubblico locale negli ultimi anni. Durante l’anno scolastico nelle ore pomeridiane non è possibile raggiungere San Secondo e Pinerolo con l’autobus. Nei mesi estivi anche le corse mattutine utilizzate dagli studenti sono soppresse. A Prarostino un mercatino agricolo che si tiene la domenica mattina sopperisce, ma solo parzialmente, alla mancanza di un esercizio commerciale, che sarebbe indispensabile per una comunità che è comunque numericamente consistente. È vero che Pinerolo è molto vicina, ma non tutti hanno la possibilità di muoversi con l’auto. A Prarostino, come in tutti i centri rurali e montani, i servizi pubblici sono la vera grande sfida che gli amministratori comunali devono affrontare ogni giorno.capoluogo Prarostino 1

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Questa settimana prosegue con l’intervista al primo cittadino di Villafranca Piemonte, Agostino Bottano, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente. Il “Venerdì dal Sindaco” è un’occasione per conoscere le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e i piccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.
Nell’ultimo numero della rivista settimanale della Città Metropolitana “Cronache da Palazzo Cisterna” si può leggere il reportage da Villafranca Piemonte; basta andare nel portale della Città Metropolitana alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/ufstampa/cronache/

TRA PO E PELLICE, NELLA “PICCOLA VENEZIA” DEL PINEROLESE

Dopo le Valli di Lanzo, la bassa e l’alta Valle di Susa, la pianura che sconfina verso l’astigiano e il Canavese, con le visite a Ingria, Isolabella, Sant’Antonino di Susa, Vallo Torinese, Pragelato, Levone, Reano e Rivara, la nona tappa della rubrica “Venerdì dal Sindaco” è dedicata alla pianura pinerolese al confine con la Provincia di Cuneo. A Villafranca Piemonte, come in altri centri vicini, il confine tra Provincia Granda e Città Metropolitana di Torino lo segna il Po, che scorre alle porte di quello che, più che un piccolo paese, è una cittadina di origini medievali, ricca di peculiarità naturalistiche, testimonianze storiche, artistiche e architettoniche, di cui i villafranchesi vanno giustamente orgogliosi.
Gli storici raccontano che la fondazione di Villafranca Piemonte risale alla quinta discesa in Italia dell’imperatore Federico Barbarossa, che, nel 1174, avrebbe distrutto i preesistenti borghi di Soave e Musinasco. Gli abitanti rimasti, approfittando della successiva Pace di Venezia del 1177, si stanziarono a metà strada tra i due abitati originari, dando vita alla nuova Villa che per essere esente dagli esosi diritti di feudalità, venne qualificata come franca
La pesca e l’agricoltura, favorita quest’ultima dalla canalizzazione delle acque del Po e del Pellice a scopi irrigui, sono da sempre le principali attività locali. I villafranchesi vanno giustamente orgogliosi del loro centro storico, delle chiese dedicate alla Beata Vergine, all’Annunziata e ai santi Bernardino, Giovanni Battista, Maria Maddalena, Antonio e Stefano. Di particolare interesse sono poi la cappella rurale della Missione, impreziosita da un importante ciclo di affreschi quattrocenteschi attribuiti ad Aimone Duce (Dux Aimo in latino), la casaforte medievale di Marchierù e l’ottocentesca azienda agricola modello del podere Pignatelli.
Nell’intervista per la rubrica Venerdì dal Sindaco il primo cittadino Agostino Bottano ha sottolineato il legame profondo dei suoi concittadini con il Po, il Pellice e il reticolo idrografico di cui le bealere realizzate a scopo irriguo sono una componente fondamentale. La cultura materiale e la storia sociale ed economica sono strettamente intrecciate con l’ambiente acquatico. Paese di contadini e di pescatori, Villafranca difende l’ambiente e le tradizioni, grazie ai progetti e alle iniziative di associazioni come gli Amici del Po e i Liberi Pescatori, che vanno dalla difesa della fauna ittica - in collaborazione con la Funzione specializzata tutela fauna e flora della Città Metropolitana di Torino – alla Sagra dei Pescatori, senza dimenticare il suggestivo Presepe sul Po. I villafranchesi non vedono l’ora di superare l’emergenza pandemica, anche per tornare ad organizzare feste, eventi aggregativi e momenti didattici che pongono al centro dell’attenzione l’ambiente fluviale e il suo ricco patrimonio di biodiversità.
Le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi anni hanno promosso feste, sagre e mercati, ma hanno anche dato un contributo fondamentale alla creazione del Sentiero delle Ochette e hanno tutelato la bealera del mulino e le risorgive dell’area naturalistica della cappella di Missione. Il progetto e l’investimento di cui Agostino Bottano va maggiormente orgoglioso è però il recupero del sedime della linea ferroviaria Airasca-Saluzzo, trasformata in una pista ciclabile che collega Airasca e la cuneese Moretta, passando per Vigone e Villafranca. La ciclopista è fondamentale per promuovere una mobilità locale sostenibile, ma soprattutto per proporre a chi ama la natura e la cultura un modello di turismo ecocompatibile, alla scoperta dell’ambiente e dei tesori artistici della pianura pinerolese. Villafranca vale una visita, per vedere all’opera i pescatori come per ammirare l’arte medievale, per conoscere la storia e i prodotti tipici dell’agricoltura come per rilassarsi in riva al Po. Agostino Bottano Sindaco Villafranca Piemonte 1

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Questa settimana prosegue con l’intervista al primo cittadino di Rivara, Roberto Andriollo, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente. Il “Venerdì dal Sindaco” è un’occasione per conoscere le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e i piccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.
Nell’ultimo numero della rivista settimanale della Città Metropolitana “Cronache da Palazzo Cisterna” si può leggere il reportage da Rivara; basta andare nel portale della Città Metropolitana alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/ufstampa/cronache/

RIVARA, DALLA SCUOLA PITTORICA AL CASTELLO CULLA, DELL’ARTE CONTEMPORANEA

L’ottava tappa della rubrica “Venerdì dal sindaco” torna nel Canavese, a Rivara, dimostrando ancora una volta la ricchezza del patrimonio culturale e naturale del Piemonte. Nella parte medievale del castello, circondato da un parco di 45.000 metri quadrati che si estende su di un’intera collina e domina il paese, è conservato il piccolo studio che ospitò nella seconda metà dell’800 i pittori della Scuola di Rivara, un gruppo di paesaggisti che di fatto anticiparono il movimento degli impressionisti francesi. Il cenacolo era guidato da Carlo Pittara e ne facevano parte tra gli altri l’architetto e pittore portoghese Alfredo d’Andrade, Vittorio Avondo, Federico Pastoris, Ernesto Rayper e Casimiro Teja, ai quali si aggiunsero numerosi altri artisti, tra cui Eugenio Gays. Alcune tele che riproducono la vita agreste e i dintorni di Rivara ornarono le sale del castello, altre furono esposte nella Villa Pola, in località Pianca. Oggi nel centro del paese, ma anche sotto i portici e dentro il parco della Villa Ogliani, sede del Municipio, alcuni pannelli ripropongono i quadri dei pittori della Scuola di Rivara proprio nei luoghi da loro ritratti. Di questo piccolo museo a cielo aperto, che richiama una bella pagina della storia dell’arte pittorica piemontese e merita di essere ammirato (lockdown permettendo), va orgoglioso il Sindaco di Rivara, Roberto Andriollo, che sottolinea il legame tra la scuola pittorica di Rivara e la villa costruita dal banchiere Carlo Ogliani, uno dei più ricchi uomini di finanza del Regno di Savoia, che di Carlo Pittara era il cognato. Il Municipio è ospitato nell’edificio di gusto neoclassico progettato dagli architetti Formento e Tealdi, circondato da un vasto parco con alberi secolari censiti come monumentali, che l’amministrazione comunale utilizza per iniziative rivolte alla popolazione. Il castello, grazie all’attivismo dei suoi proprietari Franz e Davide Paludetto, è divenuto un centro di arte contemporanea di livello internazionale, con i suoi spazi espositivi che ospitano artisti italiani e stranieri, ma anche collezioni permanenti e mostre temporanee. Già gli edifici del castello di per sé costituiscono un patrimonio interessante e per certi versi unico: il castello vecchio e quello nuovo sono la testimonianza del passato di Rivara, comprendendo architetture medievali e due torri d'angolo. La parte più antica del maniero fu sede del Tribunale della Santa Inquisizione, presso cui si celebrò, nel 1474, il processo alle quattro masche di Levone. Nello spazio del castello di Rivara è possibile ammirare quella che si può definire come la prova generale del Borgo medievale di Torino. Negli anni in cui il castello era di proprietà del banchiere Ogliani, larchitetto Alfredo d'Andrade realizzò in scala 1:1 una nuova ala del castello, che avrebbe poi ispirato la realizzazione del Borgo medievale di Torino in occasione dellEsposizione internazionale del 1911. Rivara è una città d’arte, ma è anche una realtà attiva e proiettata al futuro, con numerose associazioni vivaci e operative. Il sindaco e la sua squadra hanno idee e progetti da realizzare e sono carichi di entusiasmo. Ma quanta passione ci vuole per fare il sindaco di un piccolo Comune, in questi tempi così difficili? “Passione ce ne vuole tanta, ma è un compito facile. - commenta il sindaco Andriollo - Basta avere amore per il proprio paese. Io faccio il sindaco proprio per questo. Potrei andare in pensione e stare tranquillo. Lo faccio perché credo in questo paese: Rivara ha grandi potenzialità e se si vive meglio a Rivara vuol dire che vivo meglio anch’io”.

Municipio Rivara 1

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Questa settimana prosegue con l’intervista al primo cittadino di Reano, Celestino Torta, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente. Il “Venerdì dal Sindaco” è un’occasione per conoscere le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e i piccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.
Nell’ultimo numero della rivista settimanale della Città Metropolitana “Cronache da Palazzo Cisterna” si può leggere il reportage da Reano; basta andare nel portale della Città Metropolitana alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/ufstampa/cronache/

UNA TAPPA NELL’ANFITEATRO MORENICO DI RIVOLI

Reano ha 1800 abitanti e si trova nell’Anfiteatro morenico di Rivoli, fra i corsi della Dora Riparia e del Sangone. Basta percorrere pochi chilometri da Torino e ci si trova immersi in un paesaggio naturale estremamente suggestivo. Reano, come giustamente sottolinea il Sindaco Celestino Torta, riserva molte sorprese dal punto di vista naturalistico, culturale e storico.
Il “Venerdì dal Sindaco” è approdato a Reano per cercare di comprendere meglio il forte legame che c’è tra il Comune della Val Sangone e la famiglia Dal Pozzo della Cisterna; lo stesso stretto rapporto che lega la Città Metropolitana di Torino, fino al 2014 Provincia di Torino, con la famiglia che per molto tempo abitò a Torino nell’omonimo palazzo di via Maria Vittoria 12, ancora oggi sede aulica dell’Ente.
Tutto o quasi a Reano ha un’attinenza con i Dal Pozzo, che soggiornavano nel castello che domina l’abitato. Acquistato nel 1566 dagli avi di Maria Vittoria, ultima discendente dei Dal Pozzo della Cisterna e moglie di Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, l’imponente edificio rimase in possesso della casata sino alla morte della principessa, avvenuta nel 1876.
Il tour a Reano inizia davanti alla cappella della Madonna della Pietà, donata dalla popolazione reanese ai Principi della Cisterna, che l'ampliarono e ne fissarono il loro sepolcro di famiglia. Annesso alla cappella si trova l’edificio scolastico, fondato dalla famiglia Dal Pozzo e nato come scuola femminile, la prima in Italia, a cui la principessa Maria Vittoria nel 1867 volle aggiungere un asilo infantile. Successivamente divenne scuola elementare e rimase di proprietà degli eredi di casa Savoia sino al 1996, quando fu acquistata dal Comune: un impegno economico importante che il Sindaco Celestino Torta ricorda benissimo, perché fu uno dei primi atti portati avanti e conclusi dalla sua amministrazione.
L'edificio, ristrutturato nel 2009, è stato ampliato con la costruzione di nuove aule e di una palestra. Accanto all’edificio si trova il Museo civico di Reano, in cui è conservata una serie di sette dipinti del periodo manieristico toscano. Il “Complesso pittorico rinascimentale di Pietrafitta” è un unicum nel panorama pittorico nazionale. Nel 1594 tutti i dipinti vennero acquistati dai Dal Pozzo della Cisterna, che nel 1782 li fecero trasportare a Torino nella loro residenza, Palazzo Cisterna, per poi trasferirli nel castello del feudo di Reano verso metà dell’800. I quadri vennero in parte sistemati nella chiesa parrocchiale di San Giorgio, mentre alcuni vennero collocati nella Cappella della Pietà.
Il Museo Civico di Reano, non appena l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia sarà terminata, lo si potrà scoprire ogni ultima domenica del mese con visite guidate, grazie all’impegno dell’Associazione Principi Dal Pozzo, inserita alcuni anni orsono nell’Albo dei Gruppi Storici della Provincia di Torino. In occasione di rievocazioni ed eventi e delle visite animate a Palazzo Cisterna, i componenti dell’associazione vestono i panni dei membri della famiglia Dal Pozzo, rappresentando i principali fatti storici della casata, tra cui il fidanzamento di Maria Vittoria con Amedeo di Savoia.
Anche la chiesa parrocchiale di San Giorgio, di stile gotico-normanno, eretta nel 1852 su di un poggio che domina il paese, è legata ai Dal Pozzo. Fu infatti costruita per volontà del Principe Carlo Emanuele Dal Pozzo, padre di Maria Vittoria, sulle rovine della precedente chiesa medioevale e fu dedicata al santo martire che è patrono di Reano.
Ma Reano è anche natura: sono infatti tantissimi i sentieri, alcuni davvero ripidi, che percorrono l’Anfiteatro morenico, prima di arrivare sul bellissimo pianoro panoramico non lontano dalla cima del Moncuni, o Monte Cuneo, dai cui 641 metri di altitudine si possono ammirare i Laghi di Avigliana e la Bassa Valle di Susa, con la Sacra di San Michele in primo piano. Se è vero che “l’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito”, si può tornare a Reano consapevoli che il territorio metropolitano è una fonte inesauribile di emozioni.




castello Reano 3

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Questa settimana prosegue con l’intervista al primo cittadino di Levone, Max Gagnor, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente. Il “Venerdì dal Sindaco” è un’occasione per conoscere le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e i piccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.
Nell’ultimo numero della rivista settimanale della Città Metropolitana “Cronache da Palazzo Cisterna” si può leggere il reportage da Levone; basta andare nel portale della Città Metropolitana alla pagina
http://www.cittametropolitana.torino.it/ufstampa/cronache/Tappa in Canavese per la rubrica “Venerdì dal Sindaco”

NEL “PAESE DELLE MASCHE” TRA STORIA E LEGGENDA

A Levone non si passa per caso: nessuna strada a grande percorrenza attraversa il piccolo borgo del Canavese e forse proprio questo ha aiutato il paese a preservare il proprio tessuto urbanistico. La nuova tappa della rubrica Venerdì dal Sindaco”è dedicata alPaese delle Masche”, dove il sindaco Max Gagnor è molto impegnato nella promozione territoriale.
Gli abitanti a Levone sono meno di 500, ma quattro di loro sono indiscutibilmente famose. Si tratta di Antonia, Francesca, Bonaveria e Mascarota, le quattro Masche, che in paese sono ovunque, ritratte nella piazza principale di fronte alla chiesa, collocate come statue nello splendido parco di Villa Bertot, vive nei racconti e addirittura in un logo creato appositamente dall’artista Paola Cera, registrato all’ufficio marchi della Camera di commercio di Torino e depositato dal sindaco Massimiliano Gagnor. È un’operazione di immagine, ma soprattutto di promozione territoriale per arrivare agli appassionati di vicende tardo-medievali epiù in generale di storia, ma anche ai turisti di prossimità, che a Levone possono trovare un’atmosfera unica. Il borgo conserva angoli dove tutto sa di antico, come il ricetto, i resti di un antico castello e il mulino, ma anche sentieri naturali attrezzati per passeggiate naturalistiche, arte e cultura intrecciate alla storia, alla fede, alla religione.
Prima di entrare in paese, sulla strada per Barbanìa, sorge l’imponente santuario della Consolata, collegato a una storia risalente alle metà del XVIII secolo, quando alcuni contadini furono testimoni di un miracolo della Madonna nei pressi di un pilone votivo. Gli abitanti di Levone decisero di perpetuarne il ricordo costruendo una chiesa e il santuario, edificato nel 1774 su rilievi dell’agrimensore Francesco Mollo di Busano e progetto dell’architetto militare Giuseppe Ogliani di Torino. Il pilone del miracolo è conservato dietro all’altare, in cui è stato inglobato. All’esterno sotto il porticato centinaia di ex voto dipinti richiamano altre grazie miracolose ottenute dai fedeli delle famiglie locali. Nel cuore del paese sorge una piccola cappella dedicata ai santi Antonio e Michele posta all’imbocco della cosiddetta Cima di Levone, la parte più elevata dell’abitato: è una delle poche chiese in Piemonte che mostrino un affresco dedicato alla Santa Sindone ancora priva delle bruciature conseguenti all’incendio di Chambery del 1532.
Il cuore pulsante di Levone è però nella piazza che porta all’antico ricetto: alla sinistra della chiesa parrocchiale, un grande cancello spalancato sul parco invita ad entrare a Villa Bertot, passando sotto un antico e monumentale cedro. La villa porta il nome di Giovanni Bertot, l’industriale originario di Forno Canavese che venne ad abitarvi dopo aver rilevato nel primo dopoguerra la proprietà della cava di pietra da calce. In un’ala di Villa Bertot ha sede il Municipio. L’intera struttura fa parte del patrimonio immobiliare del Comune di Torino, ma l’amministrazione di Levone è al lavoro per renderla interamente fruibile con progetti per un museo, un orto e una serra didattici, un angolo di book crossing: insomma, per offrire al territorio una realtà viva, un punto di condivisione, di cultura e di amicizia.

Levone 1

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Questa settimana prosegue con l’intervista al primo cittadino di Pragelato, Giorgio Merlo, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente. Il “Venerdì dal Sindaco” è un’occasione per conoscere le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e i piccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.
Nell’ultimo numero della rivista settimanale della Città Metropolitana “Cronache da Palazzo Cisterna” si può leggere il reportage da Pragelato; basta andare nel portale della Città Metropolitana alla pagina
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PRAGELATO RISCOPRE LA SUA VOCAZIONE SPORTIVA INTERNAZIONALE

Giovedì 25 febbraio al Centro Fondo Olimpico di Pragelato è stata registrata la puntata de "Il Venerdì dal Sindaco" con il primo cittadino Giorgio Merlo, per parlare di tante idee e progetti importanti, tra i quali il sogno di riportare la Coppa del Mondo di sci nordico sulla pista olimpica di Plan e di dar vita ad un centro per la diffusione del biathlon in Val Chisone. Giorgio Merlo può contare su concittadini che credono nel rilancio del proprio paese nel panorama turistico post-Covid, dodici mesi l’anno e con proposte che spaziano dagli sport invernali all’escursionismo estivo, dalle tradizioni occitane al fascino di borgate che sembrano essersi fermate nel tempo e invece sono accudite con amore da chi le abita o le frequenta per rilassarsi.

NEVE, SENTIERI E TRADIZIONI OCCITANE IN UN MIX VINCENTE DI SPORT, NATURA E CULTURA

Si può considerare Pragelato come un piccolo Comune? Sì, se si tiene presente il dato ufficiale, che parla di 775 residenti. Un po’ meno se si pensa a quanto La Ruà e le altre quindici borgate pragelatesi sono frequentate dai turisti e dai villeggianti proprietari di seconde case. Il Comune salito sul palcoscenico sportivo mondiale quando ospitò le gare di sci nordico, salto e combinata nordica delle Olimpiadi del 2006 ha conosciuto un relativo declino nel decennio seguito ai Giochi Invernali di Torino, ma ora è impegnato in un rilancio che è innanzitutto turistico-sportivo, ma è anche un recupero della più genuina identità culturale.
Parlando con il sindaco Giorgio Merlo si percepisce che l’orgoglio di aver ospitato le gare olimpiche sulla pista di fondo che da Plan scende verso il paese o in alternativa sale nella suggestiva Val Troncea non può consentire ai pragelatesi di dormire sugli allori. È vero che all’imbocco della Val Troncea è approdato da un po’ di anni un villaggio del Club Med, che in futuro potrebbe essere ampliato. È vero che tutti gli appassionati di sci nordico ricordano l’ormai leggendario trionfo di Giorgio Di Centa nella 50 km, che chiuse in bellezza i Giochi Invernali del 2006. Ma adesso è ora di darsi da fare, per recuperare quello smalto che Pragelato aveva un po’ smarrito.
Derivano quindi dal desiderio di recuperare la meritata notorietà conquistata nel 2006 due novità che hanno segnato gli ultimi due anni: l’impegno di organizzare e ospitare la Coppa Europa e la Coppa Italia di fondo e l’avvio di una nuova gestione del Centro Fondo, curata da uno staff cuneese che ha già costruito il successo turistico e sportivo della Valle Pesio. Intervistare Giorgio Merlo proprio laddove Giorgio Di Centa tagliò da vincitore il traguardo della 50 km olimpica ha offerto l’occasione per conoscere, fotografare e filmare i giovanissimi atleti della nata da poco ma già agguerrita società sportiva Sci Nordico Pragelato. “Il Centro Fondo è l’eccellenza di Pragelato, la carta d’identità che ci qualifica a livello nazionale e internazionale. - sottolinea il primo cittadino. - Con la nuova gestione possiamo fare quel salto di qualità che sarebbe sancito definitivamente dal ritorno della Coppa del Mondo e, speriamo, delle Universiadi. La nostra amministrazione è convinta che le piste, le infrastrutture e le professionalità presenti in loco possano fare di Pragelato una delle capitali italiane degli sport invernali”.
Oltre che nell’ordinaria amministrazione, che nessun amministratore locale può mai trascurare, il Comune investe risorse finanziarie ed umane nella promozione della località 12 mesi l’anno: “Nell’estate 2020 i volontari e le associazioni hanno gestito iniziative importanti e molto apprezzate. - ricorda Merlo - Era difficile in tempi di pandemia, ma è stato ad esempio possibile far riscoprire ai turisti i sentieri tradizionali, che sono strettamente legati alla storia e alle tradizioni culturali locali. Possiamo contare su di una nuova Pro Loco, di cui fanno parte persone che hanno molte belle idee per la prossima estate”. A Pragelato le tradizioni culturali sono custodite materialmente nel Museo del Costume e delle Tradizioni delle Genti Alpine, ma soprattutto si rinnovano ogni giorno nella passione e nell’impegno dei volontari, persone che, in modo del tutto gratuito e spontaneo, animano le giornate di svago e relax che turisti e villeggianti trascorrono in alta Val Chisone.

intervista Giorgio Merlo Sindaco Pragelato 1

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Questa settimana prosegue con l’intervista al primo cittadino di Vallo Torinese, Alberto Colombatto, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente. Il “Venerdì dal Sindaco” è un’occasione per conoscere le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e i piccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.

VALLO TORINESE, UNA SQUADRA AL SERVIZIO DELLA PROPRIA GENTE

A 26 chilometri da Torino, 792 abitanti, un paese dove c’è la farmacia, l’ambulatorio medico, qualche negozio di alimentari e di mobili, l’ufficio postale aperto tre giorni la settimana e il Postamat, un salone della Pro Loco con centinaia di posti a sedere, le scuole elementari dove i bimbi hanno a disposizione una mensa fresca e speciale tutta per loro, nei locali del centro servizi comunale sopra il bar e accanto ad una biblioteca comunale fornitissima, intitolata al bibliotecario che per decenni l’ha fatta crescere. Questo in estrema sintesi è Vallo Torinese, paese il cui nome potrebbe derivare dall’aspetto morfologico del suo territorio circondato da montagne. “Vallo deriva dal latino vallum cioè protezione. - spiega il sindaco Alberto Colombatto - Si presume che il nome si riferisca ad una fortificazione che al tempo dei Romani proteggeva la strada che arriva dalla Valle di Susa e va verso il Canavese, oppure il percorso che, salendo al Passo della Croce, è il collegamento naturale con la Valle di Viù. Oggila conformazione geografica e morfologica del territorio ci aiuta a cercare di sviluppare una serie di itinerari escursionistici”. L’ultimo nato ad esempio è l’anello Ceronda, che parte da Lanzo e procede verso Val della Torre e il Colle del Lys, passando da Vallo. Proprio grazie alle montagne Vallo Torinese p contare su una rarità, quella che il Sindaco Colombatto chiama “il nostro oro bianco”: il paese infatti è tra i pochissimi in tutto il Piemonte ad aver mantenuto la sua autonomia nella gestione dell’acqua potabile. La captazione avviene dalle sorgenti in quota e l’acqua viene sottoposta al trattamento con lampade a raggi ultravioletti, che esclude l’uso di cloro.
Al primo cittadino di questa comunità così unita abbiamo chiesto di svelarci la ricetta dell’armonia che regna in paese e lui ha subito risposto che è merito dei cittadini, particolarmente attivi e riuniti in ben otto associazioni. La comunità è anche molto religiosa: in paese è viva la devozione per la Venerabile Maria Orsola Bussone, una ragazza morta a soli 16 anni e attiva componente della comunità dei Focolarini fondata da Chiara Lubich, che di Vallo venne a suo tempo dichiarata cittadina onoraria. Il sindaco ci ha raccontato di quando è nata la fiammella che ha invaso il paese: erano gli anni 1967/’68 e il parroco, don Vincenzo Chiarle, partecipò a Roma ad una riunione del movimento dei Focolarini. Da allora la devozione non si è mai spenta.
Prima di lasciare Vallo Torinese, la domanda di rito: quanta passione ci vuole per amministrare un piccolissimo comune? “Ci vuole tanta passione – ammette Colombatto – ma devo dire che sono un sindaco fortunato perché posso contare su una squadra molto attiva e valida più un bel gruppo di giovani e di esperti che ci consentono di amministrare al meglio. E poi è un onore far qualcosa per il proprio paese e per la propria gente”.

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Questa settimana prosegue con l’intervista alla prima cittadina di Sant’Antonino di Susa, Susanna Preacco, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente. Il “Venerdì dal Sindaco” è un’occasione per conoscere le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e ipiccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.

SANT’ANTONINO DI SUSA, TRA STORIA MILLENARIA E NATURA DA TUTELARE

Il Tritone di Sant’Antonino di Susa èuna delle tante curiosità che il Comune della bassa Valle di Susa offre e che meritano di essere approfondite. Tra la frazione Codrei e le borgate Mareschi e Vignassa si estende un’area boscata di circa dieci ettari, conosciuta come I Mareschi” dal francese “marais” ovvero palude: un ambiente naturale sempre più raro in Italia, a causa dell’urbanizzazione e dell’agricoltura intensiva e per questo protetto a livello comunitario dalla Convenzione di Ramsar. Ne ha parlato con entusiasmo nell’intervista per il “Venerdì dal Sindaco” Susanna Preacco, riconfermata nel 2019 alla guida dell’amministrazione comunale di Sant’Antonino di Susa. Il Comune di Sant’Antonino ha redatto un progetto che riguarda appunto l’anfibio noto comeTritone crestato e identificato come Triturus carnifex” nella nomenclatura scientifica. Ne sono derivate ricerche scientifiche, monitoraggi e azioni di sensibilizzazione nelle scuole grazie al volontario Elio Giuliano, tutor di riconosciuta esperienza in tema di tutela della biodiversità. Nell’intervista Susanna Preacco ha fornito anche tanti altri suggerimenti per trascorrere un’interessante una giornata a Sant’Antonino. Sulla piazza principale di questo Comune con circa 4300 abitanti svetta un campanile romanico da poco restaurato dall’amministrazione comunale in collaborazione con la parrocchia. “Don Sergio Blandino è un valore per il nostro territorio. - commenta la Sindaca di Sant’Antonino - Con lui lavoriamo benissimo. Noi abbiamo sistemato il piazzale, mentre il parroco, con una donazione e grazie alla Curia, ha recuperato sia il campanile che la chiesa”. Sant’Antonino ha origini medioevali: il più antico documento che attesta la presenza di un nucleo abitativo risale all’epoca intorno all’anno Mille quando l’imperatore Ottone concesse a Olderico Manfredi un’ampia porzione della Valle di Susa. Lungo la Strada di Francia nei secoli si svilupparono attività agricole, artigianali e commerciali. La stazione ferroviaria edificata nel 1855 è una delle quattro stazioni storiche ancora presenti sulla linea Torino-Modane. Un’altra testimonianza di grande interesse risale al periodo immediatamente precedente la Seconda Guerra Mondiale ed è il rifugio antiaereo costruito oltre la stazione per i dipendenti del cotonificio Abegg: il Comune e l’Unitre di Sant’Antonino di Susa lo gestiscono per le visite guidate alcune volte nel corso dell’anno e in occasione del 25 Aprile. Da visitare anche la fornace (di proprietà privata) che ha prodotto fino a pochi decenni fa la calce per le imprese edili del territorio. Ma è molto interessante anche la ghiacciaia, realizzata nel 1841 nella frazione di San Piuc, nell'area dei Mareschi: è interamente costruita in pietra e mattoni pieni ed ècostituita da una struttura circolare con una cupola alta oltre tre metri.Alla ghiacciaia si accede attraverso una scala a pioli. Per le visite ai luoghi più interessanti del paese si consiglia di mettersi in contatto con l’amministrazione comunale (www.comune.santantoninodisusa.to.it). Alla domanda di rito sulla passione necessaria per fare il Sindaco nei piccoli centri Susanna Preacco ha risposto: “Se pensiamo alle responsabilità, anche penali, è facile comprendere come sia l’amore per la nostra comunità a muoverci”.

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Scoprire i segreti e le peculiarità dei piccoli centri del territorio della Città Metropolitana di Torino, comprendere le emergenze e ipiccoli e grandi problemi quotidiani con cui si confrontano i Sindaci, scelti dai loro concittadini per amministrare comunità montane e rurali a torto considerate marginali; realtà in cui la politica è volontariato puro. È questo l’intento della rubrica “Venerdì dal Sindaco” che da un paio di settimane propone reportage televisivi e interviste ai primi cittadini nel canale “YouTube” della Città Metropolitana.
I filmati sono prodotti dalla responsabile e dai redattori della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana e, da questa settimana, andranno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il sabato alle 14,30 con repliche la domenica alle 18,45 e il lunedì alle 20,40.
Il “Venerdì dal Sindaco” propone lo spaccato di una realtà sociale e territoriale poco indagata dai mass media mainstream, ma ricca di attrattive naturali, culturali eartistiche, realtà imprenditoriali attive e innovative, proposte ed iniziative di aggregazione e di solidarietà a volte impensabili in contesti urbani.
Il viaggio, iniziato venerdì 5 febbraio con l’intervista al Sindaco di Ingria Igor De Santis, è proseguito il 12 febbraio ad Isolabella, con la testimonianza del primo cittadino Gianfranco Raimondo. Venerdì 19 sarà la volta della Sindaca di Sant’Antonino Susanna Preacco.
Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/

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“Ieri il Corriere della Sera nell'edizione torinese ha ripreso il rapporto della Corte dei Conti evidenziando con risalto l'unico indicatore negativo del nostro Ente": il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco interviene sul tema precisando che "il rapporto di 252 pagine è fondato su di un questionario inviato agli Enti. Nel 2017 (anno in cui il nostro Ente è rimasto senza segretario generale nè direttore generale per alcuni mesi)  le criticità risultano concentrate sui parametri che misuravano il controllo di gestione e il controllo strategico con il coinvolgimento del responsabile della prevenzione e corruzione e la mancata verifica da parte degli organi politici dello stato di attuazione dei programmi”
"Va detto subito - aggiunge Marocco - che la Città metropolitana di Torino è uscita da poco da una situazione finanziaria molto difficile: questo non sarebbe stato possibile se fosse vera la tesi dell'assenza di controllo".
"Scontiamo ancora pesantemente le conseguenze della legge di riforma delle Province voluta da Delrio e lavoriamo ogni giorno per garantire i servizi e l'efficienza che questo Ente ha sempre mantenuto".