Enogastronomia
Sabato 3 e domenica 4 dicembre Pinerolo tornerà a essere la capitale del panettone, accogliendo all’Auditorium Baralis i più grandi nomi specializzati nel lievitato festivo da forno per eccellenza. “Panettone in vetrina”, giunto alla dodicesima edizione, è ormai diventato un appuntamento tradizionale per i piemontesi e non solo, organizzato dal Settore turismo e manifestazioni del Comune di Pinerolo con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.Nelle due giornate pinerolesi verrà dunque celebrato il delizioso prodotto dolciario, il panettone, che affonda le sue radici proprio a Pinerolo, dove nacque, nel 1922, nella versione bassa con glassa di nocciole Piemonte firmata Galup. Lo scopo dell'iniziativa è quello di valorizzare e promuovere il panettone artigianale, proposto e interpretato in varie forme: come alimento principe di una colazione di qualità, genuina e nutriente, come dolce da gustare dopo il pasto o come spuntino per una merenda sana e gustosa. Di particolare interesse l’abbinamento con il Moscato d'Asti docg.
Maestri panificatori e pasticcieri provenienti da tutta Italia saranno a disposizione dei visitatori per soddisfare ogni curiosità: dai segreti della produzione alle proprietà nutrizionali, dai diversi momenti e modi in cui è possibile consumarlo ai numerosi abbinamenti possibili. Il consumo del panettone artigianale cresce sensibilmente di anno in anno, a dimostrazione di come i consumatori, anche in un momento di difficoltà generale, sappiano riconoscere e apprezzare la qualità e la ricerca, magari acquistando meno prodotti ma puntando sulla qualità del panettone artigianale, che può essere un’ottima idea per un regalo.
A Pinerolo si potranno incontrare gli specialisti del lievitato festivo da forno, molti dei quali segnalati dal “Gambero Rosso” fra i migliori panettoni artigianali in Italia e non solo. “Panettone in vetrina” sarà visitabile a ingresso libero sabato 3 dicembre dalle 15,30 alle 19 e domenica 4 dalle 9,30 alle 18,30.
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Enogastronomia
Sono molte le novità che caratterizzano l’edizione 2016 di “Fiori & Vini”, la tradizionale rassegna di primavera in programma a Carignano sabato 7 e domenica 8 maggio. La mostra-mercato è organizzata dal Comitato Manifestazioni in collaborazione con l’amministrazione comunale e con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, per promuovere i prodotti enogastronomici e florovivaistici del territorio.L’inaugurazione è in programma sabato 7 maggio alle 10,30 nella sala mostre del Municipio, in concomitanza con l’inaugurazione della galleria d’arte contemporanea ”Landscapes”. All’interno del parco comunale i visitatori troveranno stand enogastronomici e la consueta esposizione di piante da appartamento, da terrazzo e da giardino per creare e abbellire gli spazi verdi.
Sempre all’interno del parco, al piano terra della Villa Bona nelle sale restaurate dall’associazione “Giovani Insieme” e dal Comitato Manifestazioni carignanese sabato 7 e domenica 8 si terranno le degustazioni enogastronomiche, con sommelier professionisti e con i docenti e allievi dell’Istituto Bobbio di Carignano.
In via Monte di Pietà si terranno invece dimostrazioni di arti e mestieri. All’interno del parco durante le ore di apertura sarà disponibile un punto di ristoro. La sera di sabato 7 maggio sarà possibile ascoltare musica country con il Gruppo Old Wild West. Domenica 8 dalle 15 in avanti è in programma uno spettacolo musicale con i ragazzi della scuola elementare di Carignano.
Da venerdì 6 maggio, inoltre, la sera a partire dalle 19 in piazza Liberazione ci saranno i “Sapori in piazza”, con stand enogastronomici, birra, street food, musica e animazione. Sempre Venerdi 6, alle 21, la Corale Carignanese terrà un concerto nella chiesa di San Giuseppe in via Monte di Pietà.
Il programma del secondo fine settimana di maggio a Carignano offre anche:
- il torneo di scacchi Memorial Angelo Mo organizzato dall’Accademia scacchistica “Alfieri del Po” nella sala del Consiglio del Municipio
- una mostra di bonsai a cura di “Bonsainsieme” sotto i portici di piazza San Giovanni
- la mostra “Arte e Carità, mobili dalle Ande” a cura dell’Operazione Mato Grosso nella chiesa della Misericordia in piazza Liberazione
- la mostra fotografica “L’Anima di Carignano tra passato e presente” nella chiesa dello Spirito Santo in via Borgo Vecchio
- le passeggiate e visite guidate “Per nobili terre” nel centro storico, a cura del Parco del Po e dell’associazione Progetto Cultura e Turismo
- un concerto musicale con “Il Quartetto Felix” in via Monte di Pietà, domenica 8 alle 16
- il musical “La festa infinita” con il Teatro Cantoregi domenica 8 alle 21.
Per informazioni: Comitato Manifestazioni, cellulare 334.6885244, e-mail comitatomanifestazio@libero.it, sito Internet www.comune.carignano.to.it
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Enogastronomia
Sabato 3 e domenica 4 ottobre Pragelato ospita "La nostra terra", una manifestazione che debutta con il proposito di rilanciare la patata e gli altri prodotti strettamente legati alla montagna, quali il miele e i formaggi d'alpeggio. La manifestazione nasce grazie alla condivisione di intenti con l'Unione Montana dei Comuni Olimpici Via Lattea e con la collaborazione di Turismo Torino, del Museo del Gusto di Frossasco, della Città Metropolitana di Torino, del Parco Alpi Cozie di tutte le associazioni e degli operatori pragelatesi. Pragelato è ospite e protagonista della puntata conclusiva del calendario di Gusto in Quota 2015. "E' un momento di riflessione e di condivisione, – spiega Monica Berton, Sindaco di Pragelato - che passa attraverso un programma di iniziative che promuoveranno la montagna come luogo di vita e di lavoro per una comunità che crede e investe nei giovani, che coltiva e interpreta le tradizioni. Una montagna che ha voglia di mettersi in gioco e di fare sistema per sviluppare lavoro e per tentare nuove strategie e che vuole essere parte attiva e proponente di un processo di rinnovamento e di ripresa. Si parte da Pragelato con un progetto che dovrà coinvolgere un territorio più vasto, nell'ottica già condivisa di costruire politicamente un distretto della patata di montagna. Il distretto dovrà coincidere geograficamente con il territorio dell'Unione Montana dei Comuni olimpici Via Lattea e dovrà riuscire a proporre un prodotto di eccellenza, riconosciuto e apprezzato: la patata di montagna nelle sue molteplici varietà, protagonista e materia prima dei piatti della tradizione, ma anche di innovative interpretazioni culinarie".
L'obiettivo è quello di rilanciare la patata di montagna e le sua filiera, valorizzando il prodotto e le aree di coltivazione che interessano tutti i comuni dell'Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea, per consentire ai visitatori di conoscere a fondo le caratteristiche delle patate, raccontate direttamente dai produttori e dagli esperti, giornalisti e food bloggers, invitati per l'occasione a confrontarsi con il pubblico presente.
Ecco nel dettaglio il programma di questa due giorni di eventi che ha come base Casa Pragelato e che interessa diversi ristoranti, con menu a base di patate sia a pranzo che a cena. Sabato 3 ottobre dalle 10 in avanti si svolgono il mercatino dei prodotti autunnali di montagna e la borsa delle patate dei produttori locali. Alle 17 la presentazione del prodotto e dei produttori a Casa Pragelato. Lo chef Alessio Arigoni dell'Agriturismo Rivet d'Or presenta "...non una semplice patata", un piatto nato dalla conoscenza della tradizione e dalla voglia di sperimentazione. A seguire la cena nei ristoranti pragelatesi con piatti a base di patate di alta montagna. Alle 21 a Casa Escartonsè in programma una serata di conversazioni e confronto, prendendo spunto dal progetto editoriale "...e così facevamo festa" di Valter Marin e Consuelo Ferrier e dalla testimonianza di giovani produttori locali. Domenica 4 ottobre dalle 10 in avanti tornano il mercatino dei prodotti autunnali di montagna e la borsa delle patate dei produttori locali. Alle10,30 "La tradizione si cucina al Museo" a cura della Fondazione Guiot Bourg, con ritrovo al Museo del Costume e percorso itinerante, con una tappa alla Tinber Art Gallery per un'esposizione collettiva, l'incontro con il pittore Luciano Spessot (che ha creato l'opera quale immagine della locandina dell'evento) e la visita alla mostra "Architetture e case in alta Val Chisone" a cura del Museo Civico Etnografico del Pinerolese. A seguire il pranzo nei ristoranti pragelatesi con piatti a base di patate di alta montagna. Alle 15 alla Tinber Art Gallery è in programma l'incontro su "Tecniche e fascino dell'agricoltura biodinamica" a cura del professorn Patrizio Michelis.
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Enogastronomia
Sarà la chef Mariangela Susigan del ristorante "Gardenia" di Caluso la protagonista della cena inaugurale della Mostra Regionale della Toma di Lanzo e dei Formaggi d'Alpeggio, in programma venerdì 10 luglio ad Usseglio. A lei, unica torinese ad avere la stella Michelin, il compito di interpretare la Toma in un menù che vuole presentare al meglio il prodotto vanto delle Valli di Lanzo. Il via della cena "La Toma e le Stelle" sarà alle 20 all'albergo Grand'Usseglio. Nel menù ci saranno prelibatezze come la trota Fario marinata, le patate al sale, lavanda, crescione, il Seirass fumè, i Plìn di Toma di Lanzo, mirtilli, porcini, timo serpillo, il petto d'anatra Barbarie al vino speziato, il Suet Gris con Toma ed erbe di montagna. Il menù sarà accompagnato da cinque grandi vini di altrettanti produttori piemontesi.La serata inaugurale firmata dalla chef stellata non è l'unica novità dell'edizione 2015 della Mostra Regionale della Toma di Lanzo e dei Formaggi d'Alpeggio, la cui inaugurazione è in programma venerdì 10 luglio alle 17,30, alla presenza del Consigliere metropolitano Francesco Brizio, delegato allo sviluppo economico, attività produttive, lavoro, e formazione professionale. Per il primo anno, nell'ambito della manifestazione, verrà inaugurato un luogo destinato alle grandi etichette vinicole italiane. "Calici in quota - Enoteca sotto la Lera" offrirà la possibilità di degustare oltre trenta vini prestigiosi, dal Piemonte alla Sicilia.
Come spiegano Mario Grosso e Attilia Bracchini, rispettivamente Sindaco e presidente della Pro Loco di Usseglio, "vogliamo iniziare un percorso che, in vista del ventennale della manifestazione, possa accrescere l'attenzione sulla Toma di Lanzo, per conquistare i palati più attenti alle eccellenze enogastronomiche. Per questo motivo abbiamo scelto di far aprire la rassegna a una chef come Mariangela Susigan e di dirigere il nostro pubblico verso assaggi più mirati, in cui la Toma sarà accompagnata da grandi vini Doc e Docg italiani". Questo non significa che la Mostra rinunci all'anima più genuinamente popolare di una manifestazione che ha fatto della spontaneità e semplicità il segreto del suo successo.
La XIX edizione della Mostra si terrà in due fine settimana. Il primo sarà quello che inizierà venerdì 10 e si concluderà domenica 12 luglio. Il "secondo tempo" sarà sabato 18 e domenica 19 luglio, quando si terranno la XII edizione della Mostra bovina, caprina, ovina di razze alpine, la mostra dei modellini di trattori Bruder delle valli di Lanzo e la notte della Courenda con i "Lou Dalfin".
La Mostra Regionale della Toma di Lanzo e dei formaggi d'Alpeggio è organizzata dal Comune e dalla Pro Loco di Usseglio ed è patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana e dalla Camera di commercio di Torino.
Per consultare il programma completo: www.sagradellatoma.it
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Enti locali
Mercoledì 4 giugno, alla presenza del Prefetto di Torino, Donato Cafagna, del Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e della Sindaca Loredana Devietti, l’amministrazione comunale di Ciriè ha celebrato ufficialmente nella storica sala del Consiglio Provinciale di piazza Castello, il 120° anniversario della concessione del titolo di Città.Accogliendo la Sindaca Devietti e i consiglieri comunali, il Vicesindaco Suppo si è complimentato con l’amministrazione ciriacese per il fitto programma di eventi culturali e di aggregazione sociale che sino a fine anno celebreranno il 120° anniversario, sottolineando l’impegno degli eletti per rendere la ricorrenza un’occasione di confronto sull’identità della città e sulle sue prospettive future. Il Prefetto Cafagna si è complimentato con il Comune per aver conservato con cura la copia originale del Decreto con cui, l’8 giugno 1905, il Re Vittorio Emanuele III conferì a Ciriè il titolo di Città. Il dottor Cafagna ha inoltre ricordato il ruolo assegnato alle Prefetture nelle istruttorie che precedono la concessione del titolo di Città ai Comuni che ne fanno richiesta, in considerazione del patrimonio storico, culturale, economico e sociale che esprimono.
La Sindaca Loredana Devietti ha da parte sua espresso la gratitudine della sua amministrazione alla Città metropolitana di Torino per aver potuto celebrare il 120° anniversario del titolo di Città nella sala di piazza Castello che fa parte del complesso architettonico che ospita la Prefettura e che venne concepito nella seconda metà del XVIII secolo come palazzo delle Regie Segreterie di Stato. La Sindaca ha sottolineato il proficuo rapporto che da sempre intercorre tra l’amministrazione comunale ciriacese, la Provincia di Torino sino al 2014 e la Città metropolitana dal 1° gennaio 2015. Devietti ha brevemente illustrato le iniziative in programma sino a fine anno a Ciriè. Gli eventi, ha sottolineato la prima cittadina, saranno anche l’occasione per ringraziare i Sindaci e gli amministratori che hanno guidato il Comune negli ultimi 120 anni e i protagonisti della vita culturale, sociale e sportiva della Città. Tra i luoghi al centro delle celebrazioni lo storico Palazzo D’Oria, che ospita il Municipio ed è arricchito da uno splendido giardino, recentemente recuperato al suo splendore grazie ai fondi del PNRR.
Il programma completo degli eventi è pubblicato nel sito Internet www.comune.cirie.to.it

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La Città metropolitana di Torino ha cuore lo sviluppo strategico dell'intero territorio e utilizza gli strumenti di programmazione e pianificazione strategica in questa direzione.La visione proposta dal nuovo Piano strategico metropolitano di una Torino metro(poli)montana descrive un territorio policentrico, sostenibile e coeso: l'obiettivo della strategia è superare i confini interni grazie a nuovi rapporti di mutua collaborazione tra città, aree rurali e aree montane, allargando all'esterno lo sviluppo di alleanze e reti di cooperazione nazionali ed europee.
La conferenza dei 312 sindaci convocata venerdì 19 luglio dal sindaco della Città metropolitana di Torino Stefano Lo Russo ha esaminato ed approvato il PSM 2024-2026 aggiornando le strategie territoriali in tema di sviluppo economico e innovatività, mobilità sostenibile, coesione sociale, rigenerazione urbana, istruzione e formazione, salute e sanità.
La consigliera metropolitana delegata allo sviluppo economico Sonia Cambursano ha ricordato il lavoro di concertazione, durato oltre un anno, che ha consentito di arrivare ad una pianifazione partecipata: il PSM è suddiviso in 6 assi che corrispondono alle 6 missioni del PNRR, 25 strategie e 113 azioni: Torino metropoli più produttiva e innovativa; Torino metropoli più verde ed ecologica; Torino metropoli più mobile, accessibile e collegata; Torino metropoli che impara di più; Torino metropoli più attrattiva, giusta ed eguale; Torino metropoli più sana.
"Tra i punti qualificanti del Piano - commenta Sonia Cambursano - l'impegno a garantire inclusione sociale e qualità abitativa diffusa nei diversi territori metropolitani; la costruzione di un nuovo welfare locale per una metropoli inclusiva e solidale ed il sostegno all'economia sociale, per la quale abbiamo firmato un protocollo con Camera di Commercio. Non trascuriamo il tema della mobilità e del trasporto con l'impegno a potenziare, qualificare e integrare l'infrastruttura ferroviaria, a collegare il capoluogo con i nodi territoriali vicini e ridisegnare la metropoli come rete policentrica di città e quartieri a 15' di distanza".
"Economia circolare, costruzione di una metropoli sempre più verde e promozione del riuso intelligente delle aree dismesse e del patrimonio edilizio esistente caratterizzano l'impegno del PSM in campo ambientale" conclude Cambursano.
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È il Comune di Giaglione il primo coinvolto nell’ambito del protocollo per la promozione dell’utilizzo della banda larga nei territori montani sottoscritto nell’autunno 2022 da Città metropolitana di Torino, #IrenEnergia e Consorzio TopixNel Comune dell’alta Val Susa è stato infatti attivato nei giorni scorsi il servizio di connettività con banda ultralarga, risultato resto possibile grazie alla messa a disposizione delle infrastrutture in fibra ottica asservite agli impianti idroelettrici gestiti da Iren Energia in Valle Susa.
Per il sindaco del Comune di Giaglione Marco Rey “questa iniziativa rappresenta il volano per sostenere l’inverno demografico, viene a garantire la possibilità del telelavoro, offre possibilità di e-commerce per le imprese agricole ed i prodotti del territorio”.
“Iren Energia, oltre a concedere in uso a TOP-IX l’utilizzo dei propri vettori di comunicazione in fibra ottica, ne assicurerà in futuro la disponibilità e affidabilità, erogando i relativi servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria – spiega Giuseppe Bergesio, Amministratore Delegato di Iren Energia, società del Gruppo Iren -. Un primo risultato concreto che va nella direzione di promuovere uno sviluppo sostenibile del territorio e che accomuna gli obiettivi del Gruppo Iren e quelli del protocollo all’origine del progetto”.
“L’impegno per il superamento del digital divide, soprattutto in aree complicate come quelle montane, fa parte del DNA del Consorzio TOP-IX, fin dalla sua costituzione – commenta Andrea Casalegno, Direttore tecnico di TOP-IX –. Con il collegamento di Giaglione si completa il percorso avviato in Val Cenischia, il prossimo step sarà in valle Orco, dove collegheremo Ceresole e la diga di Rosone con Aosta, Ivrea e Torino”.
“La diffusione di una connettività di qualità - rileva la consigliera delegata alle attività produttive della Città metropolitana di Torino Sonia Cambursano - è una necessità sentita da tempo e che mette in difficoltà molti dei nostri Comuni, specialmente quelli che si trovano in aree montane, collinari e rurali. Non si può immaginare oggi di sostenere lo sviluppo produttivo senza garantire pari opportunità a tutto il territorio. Lo sviluppo economico è possibile solo là dove i servizi – a cominciare dalle scuole, dai servizi sanitari, dagli uffici pubblici per arrivare alle realtà produttive - sono efficienti”.
Le iniziative come quella realizzata a Giaglione proseguiranno in altri territori, individuati dai promotori del protocollo, con l’intento di promuovere lo sviluppo economico e sociale e colmare il divario digitale presente con l’obiettivo di arricchire l’offerta di servizi telematici a vantaggio di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni
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Questa settimana con l'intervista al primo cittadino di Villar Focchiardo, Emilio Chiaberto, prosegue la rubrica "Venerdì dal Sindaco" che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città metropolitana di Torino, propone reportage televisivi e interviste agli amministratori dei piccoli Comuni sul canale "YouTube" dell'Ente.
Tutti i filmati realizzati per il "Venerdì dal Sindaco" sono disponibili su
www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco
La fotogallery aggiornata è disponibile al link https://photos.app.goo.gl/vBYgDf28QZfLko2L9
I filmati vanno anche in onda sull'emittente interregionale Telecupole, il venerdì alle 20, il sabato alle 19,20 e la domenica alle 18,45.
Nel numero del 22 luglio (pagine 6 e 7) dell'agenzia settimanale della Città metropolitana "Cronache da Palazzo Cisterna" è pubblicato il reportage completo dedicato a Villar Focchiardo www.cittametropolitana.torino.it/ufstampa/cronache
Nella Valle di Susa tra sentieri, storia e tradizioni
Posto sulla destra orografica della Dora Riparia nella Valle di Susa, il territorio di Villar Focchiardo, Comune di circa duemila abitanti, risale il boscoso versante destro della valle fino allo spartiacque con la Val Sangone ritrovandosi, da un certo punto, all’interno del Parco naturale Orsiera-Rocciavrè.
All’interno del Parco, superati i mille metri di quota e completamente incastonata nel verde si trova la Certosa di Monte Benedetto, unico esempio rimasto in Europa di certosa primitiva (cioè originaria), che insieme alla Certosa di Banda posta più in basso, rappresenta un tassello importane della storia dei certosini che attraversa Villar Focchiardo e la Valle di Susa.
Ma non si può raccontare Villar Focchiardo senza parlare di un prodotto di eccellenza come il marrone celebrato ogni anno a ottobre nella “Sagra valsusina del Marrone”. I castagneti, non a caso particolarmente curati, contribuiscono alla bellezza di questo territorio attraversato da numerosi itinerari escursionistici.
Alla scoperta di Villar Focchiardo con il sindaco Emilio Chiaberto
Abbiamo incontrato il sindaco Emilio Chiaberto in un luogo di certo caro a molti villarfocchiardesi e non solo: la Certosa di Monte Benedetto. Il complesso della Certosa, ci dice il sindaco, è un’importante testimonianza storica e racchiude più di quattrocento anni di storia dei monaci certosini che, intorno al 1200 giunsero in Valle di Susa, prima alla Madonna della Losa (Gravere) e poi a Monte Benedetto, dove rimasero fino alla fine del XV secolo, per spostarsi più a valle nella grangia di Banda.
Oggi il complesso di Monte Benedetto, di proprietà della Regione Piemonte e affidato in gestione all’ente Parco, è un luogo di valenza storico-culturale, naturalistica e turistica che si anima soprattutto nei mesi estivi grazie alle iniziative culturali e alla presenza di un’azienda agricola, recentemente premiata da Coldiretti con l’Oscar Green 2022 per la sezione “Campagna Amica” che si prende cura del luogo e che produce e vende in loco latte, formaggi locali e gelati.
Oltre alla presenza dei Certosini, ricorda Chiaberto, la storia di Villar Focchiardo passa anche dalla presenza dei Conti Carroccio: in particolare, è grazie a un lascito dell’abate Ignazio Carroccio che è stata realizzata la chiesa e tutta la parte più antica del comune.
Il territorio di Villar Focchiardo è attraversato da diversi percorsi escursionistici, molti dei quali si sviluppano proprio all’interno del Parco: “Sì, passano di qui gli itinerari della Gran Traversata delle Alpi,il Giro dell’Orsiera, il Giro dei tre rifugi, il Sentiero del castagno e della pietra o ancora il Sentiero dei Franchi. Ma Villar Focchiardo è toccato anche dalla via Francigena ed è proprio sulla via Francigena che l’unione Montana Valle Susa ha progettato la ciclostrada che in parte coincide con la via Francigena escursionistica e che è in corso di realizzazione”.
Delle antiche tradizioni di Villar Focchiardo è senz’altro da citare, ci ricorda il sindaco, l’antica e popolare processione annuale che il Venerdì Santo rievoca la Passione di Cristo: una tradizione che risale la 1700 e fa rivivere gli ultimi momenti della vita di Gesù grazie all’impegno di numerosi figuranti in costume.
Ma non possiamo parlare di tradizioni senza nominare un prodotto di eccellenza che fa parte del Paniere dei prodotti tipici della Città metropolitana: “A Villar Focchiardo c’è una tradizione centenaria di coltivazione del marrone che ha ottenuto anche l’indicazione geografica protetta come Marrone della Valle di Susa e ogni terza settimana di ottobre viene celebrato nella Sagra valsusina del Marrone dove si possono trovare interi menù a tema e i prodotti tipici locali”. Villar Focchiardo è un luogo che ha moltissimo da offrire, ma cosa significa amministrarlo? Quanta passione è necessaria per fare il sindaco?
“Se la passione è senz’altro un elemento importante, da sola non è sufficiente. Soprattutto in un Comune piccolo e con risorse limitate è importante avere un po’ di competenza e anche l’umiltà di ammettere che all’inizio la competenza non puoi averla perché sindaci non si nasce. È necessario quindi avere anche l’umiltà di imparare per poter conoscere la struttura. E poi è importante l’ascolto: bisogna ascoltare i cittadini e comprenderne le esigenze. Può capitare di andar dietro a grandi progetti, a ciò che viene proposto anche a livello superiore del Comune, ma può capitare che questo non collimi con le esigenze dei cittadini. Saper coniugare tutto questo è difficile, ma credo sia la cosa da perseguire. Auguro veramente a chi abbia voglia di intraprendere questo servizio, perché poi alla fine è un servizio che si fa ai cittadini e non a se stessi, di mettere insieme queste tre cose: la passione, la competenza e l’umiltà”.
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Questa settimana prosegue con l’intervista al primo cittadino di Bollengo, Luigi Sergio Ricca, la rubrica “Venerdì dal Sindaco” che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città Metropolitana, propone reportage televisivi e interviste agli amministratori dei piccoli Comuni nel canale “YouTube” dell’Ente.Per vedere i filmati e i reportage fotografici del “Venerdì dal Sindaco” basta andare sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull’emittente interregionale Telecupole, il venerdì alle 20, il sabato alle 19,20 e la domenica alle 18,45.
Nel numero del 15 luglio aprile della rivista settimanale della Città Metropolitana “Cronache da Palazzo Cisterna” si può leggere il reportage da Bollengo; basta andare nel portale della Città Metropolitana alla pagina
http://www.cittametropolitana.torino.it/ufstampa/cronache/
Per scaricare le immagini della fotogallery:
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A BOLLENGO, SULL’ANTICA VIA DELLE GALLIE E AI PIEDI DELLA SERRA D’IVREA
Percorrendo la strada che collega Ivrea con il lago di Viverone si costeggia la Serra, alle cui pendici sorgono antichi e suggestivi borghi, tra i quali Bollengo, il cui territorio comunale si divide equamente tra collina e pianura. Terra di confine tra le sfere di influenza di Vercelli e di Ivrea, nel Medioevo l’attuale territorio comunale comprendeva i centri abitati di Bollengo, Paerno e Pessano, probabilmente evoluzioni di piccoli nuclei urbani collocati lungo la romana Via delle Gallie. Di Paerno si è conservata la torre campanaria della chiesa di San Martino (in dialetto il “Ciucarun”), di Pessano la chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Dalla graziosa chiesa romanica recuperata dal degrado nella seconda metà degli anni ‘80 abbiamo iniziato la nostra visita alla scoperta di Bollengo, guidati dal Sindaco, Luigi Sergio Ricca.
Luigi Sergio Ricca è uno degli amministratori locali eporediesi di maggiore esperienza, avendo presieduto la Provincia di Torino dal 1990 al 1995, ricoperto l’incarico di Assessore regionale al commercio e alla protezione civile tra il 2005 e il 2010 ed essendo giunto all’ottavo mandato come sindaco di Bollengo. Il primo dei poco più di duemila cittadini bollenghesi ci ha spiegato che la sua è una comunità dalle forti radici e tradizioni contadine, che ha però saputo evolversi dal punto di vista sociale ed economico. “Oggi i nostri residenti rappresentano tutte le Regioni italiane e 24 Paesi europei ed extraeuropei” ha sottolineato Ricca, che giudica positivamente il clima sociale del suo paese, perché “i cittadini partecipano alle attività e alle associazioni, dal Centro Anziani alla Filarmonica, alla Pro Loco. E c’è un confronto positivo con l’amministrazione comunale”.
Tra i tesori storici e architettonici da visitare assolutamente quando si arriva a Bollengo il Sindaco ha naturalmente citato il campanile di San Martino sulla costa della Serra e la chiesa di San Pietro e Paolo a Pessano. È motivo di vanto per l’amministrazione comunale il recupero dell’edificio di culto risalente al X secolo, che trent’anni orsono era fortemente degradato e letteralmente nascosto dall’edera. La chiesa è stata donata al Comune dagli allora proprietari privati ed è stata recuperata con l’aiuto della Provincia di Torino e della Regione Piemonte.
Oggi il cruccio quotidiano del Sindaco di Bollengo è la qualità del servizio di trasporto pubblico locale, che vorrebbe veder tornare al livello qualitativo di non molti anni fa. Per garantire la regolarità e puntualità dei collegamenti occorrerebbe sostituire alcuni autobus obsoleti e occorrerebbe che il gestore del servizio nella conurbazione di Ivrea rinforzasse l’organico degli autisti. L’amministrazione comunale è invece impegnata nel recupero di angoli del centro storico che possono avere un ruolo importante nella vita sociale del paese, come ad esempio la nuova piazza Falcone e Borsellino e il centro incontri con biblioteca e centro anziani nella nuova torre.
Ma Luigi Sergio Ricca, uomo a cui non manca certo la passione per la politica e la cosa pubblica, consiglierebbe ad un concittadino di fare un’esperienza di amministrazione locale? “È importante che tutti si impegnino nella gestione della cosa pubblica e della propria comunità. - ci ha risposto il Sindaco di Bollengo - Oggi è più difficile suscitare la partecipazione. Quando io ho iniziato a fare politica alle elezioni comunali concorrevano diverse liste, mentre l’anno scorso per la prima volta se ne è presentata una sola. Un tempo la partecipazione dei cittadini alla crescita sociale del paese era forte. Oggi molti tendono ad occuparsi esclusivamente dei propri problemi personali”. “Comunque, - conclude Ricca - in una dimensione come la nostra il rapporto tra le persone e la qualità della vita sono apprezzabili, anche perché possiamo contare sui servizi di una città importante come Ivrea”.

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Questa settimana con l'intervista al primo cittadino di Brusasco, Giulio Bosso, prosegue la rubrica "Venerdì dal Sindaco" che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città metropolitana di Torino, propone reportage televisivi e interviste agli amministratori dei piccoli Comuni nel canale "YouTube" dell'Ente.
Tutti i filmati e i reportage fotografici del "Venerdì dal Sindaco" sono disponibile al link
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/venerdi_dal_sindaco/
I filmati vanno anche in onda sull'emittente interregionale Telecupole, il venerdì alle 20, il sabato alle 19,20 e la domenica alle 18,45.
Nel numero dell' 8 luglio dell'agenzia settimanale della Città metropolitana "Cronache da Palazzo Cisterna" è pubblicato il reportage completo dedicato a Brusasco
http://www.cittametropolitana.torino.it/ufstampa/cronache/
La fotogallery è disponibile al link https://photos.app.goo.gl/vBYgDf28QZfLko2L9
Un borgo magico per un turismo lento tra torinese e monferrato
Situato geograficamente a nord-est di Torino, alle pendici delle colline, Brusasco è posto sulla riva del Po, in prossimità della confluenza con la Dora Baltea.
I primi insediamenti abitativi risalgono all'epoca romana, ma la nascita del paese è quasi certamente da collocare fra il VI e l'VIII secolo, quando, sulla strada imperiale che univa Verrua a Industria, accanto a Quadratula, sorse probabilmente come suo sobborgo.
Brusasco è un comune tranquillo, ricco di storia, di monumenti di rilevanza artistica, di aree protette e di manifestazioni.
Borgo Garibaldi, il castello e il bosco sacro di Brusasco raccontati dal sindaco Giulio Bosso
L'insicurezza del territorio sottoposto fin dal IX secolo a scorribande militari e alle piene del Po, spinse la gente a rifugiarsi sulla collina circostante dove nacque il "Luogo" (dal latino Lucus, bosco sacro) nel quale, per ordine del Marchese Berengario, sorse il primo nucleo del castello. É proprio in questo posto senza tempo che Giulio Bosso, sindaco di Brusasco, ci accoglie ed inizia a raccontare le antiche origini di Brusasco. “Il castello del Luogo è un’eccellenza storica e artistica di pregio. L’edificio risale alla metà del 1700 e sorge dove precedentemente vi era una fortezza del 1300. Tutto il contesto è magico. Il ricetto del Luogo, chiamato oggi Borgo Garibaldi, è sorto tra il 1200 e il 1300 per mettere in sicurezza gli abitanti di Brusasco che allora vivevano in pianura lungo il Po alla confluenza con la Dora Baltea. Intorno al 1600, terminati i vari pericoli, la popolazione pian piano discese nuovamente in pianura in quello che oggi è il vero concentrico di Brusasco. Qui al Luogo è rimasto il fascino di un posto sospeso che sta diventando una meta turistica interessante per quella forma di turismo lento e pacato di cui hanno bisogno i nostri territori. La riprova di questo sta nel fatto che molto spesso i numerosi agriturismi e B&B della zona sono al completo di turisti che arrivano da tutta Europa. É questo il turismo di cui abbiamo bisogno, non servono i grandi numeri, ma servono persone che apprezzano le nostre bellezze, i paesaggi e le ricchezze”.
É evidente che il sindaco Bosso, brusaschese doc e amministratore locali di lunga esperienza, sia innamorato del suo Comune, ma non si tira indietro nel delineare alcune criticità.
“ A Brusasco ci troviamo in un contesto particolare che regala ai visitatori edifici romanici e barocchi, un patrimonio naturalistico e paesaggistico senza eguali, ma occorre essere sinceri. Un grande problema c’è ed è quello dei trasporti pubblici. Ci troviamo in una zona marginale del territorio della Città metropolitana di Torino, e chi decide di vivere a Brusasco ha una difficoltà oggettiva a raggiungere Chivasso e Torino con i mezzi pubblici. Abbiamo una linea ferroviaria dismessa da anni. Sarebbe davvero importante pensare, in modo congiunto con le amministrazioni locali e con gli enti che hanno competenza in materia, ad un servizio integrato rotaia e gomma, in modo da garantire un servizio equiparabile ad una metropolitana leggera su Chivasso e sulla prima cintura di Torino. Se si riuscisse a realizzare questo progetto, Brusasco sarebbe davvero il Comune ideale in cui vivere e far crescere dei bambini”.
Lasciato Borgo Garibaldi si continua il tour in compagnia del primo cittadino facendo una sosta alla Chiesa di San Pietro Vecchio al cimitero, la più antica chiesa di Brusasco considerata una delle più importanti testimonianze del romanico piemontese. Costruita nell’XI secolo fu parrocchiale sino al 1592 quando le funzioni vennero trasferite alla Chiesa di San Bernardo al Luogo, accanto al castello.
Non possiamo lasciare Brusasco senza fare una passeggiata nel centro del paese. Lasciata l’auto in piazza del municipio il sindaco ci accompagna nella via centrale. Gli edifici sono tutti curati e di impronta aristocratica. Molte le palazzine che evidenziano un passato ricco e strategico. Il tempo di parlare di Marcorengo, unica frazione di Brusasco, un tempo comune autonomo e ci troviamo davanti a Palazzo Ellena, un edificio settecentesco attribuito all'architetto Giovanni Maria Molino, che si sviluppa in forma quadrata su tre piani dall'aspetto molto sobrio con mattoni a vista.
I tre piani sono collegati da un ampio scalone al quale si accede dall'ampio ingresso a volta.
Abitato fino a pochi anni fa dagli eredi della famiglia Tumino e Campini è stato di recente acquistato dal Comune di Brusasco per destinarlo a sede della Biblioteca Comunale e dell'Archivio Storico e per manifestazioni e iniziative culturali.
Prima di salutare e ringraziare Giulio Bosso per la disponibilità e l’accoglienza c’è ancora tempo per la domanda di rito: quanta passione ci vuole per amministrare un Comune come Busasco?
“La passione è senza dubbio l’ aspetto che guida di più l’attività amministrativa di un sindaco di un piccolo comune. Amministrare un comune di 1500 abitanti diventa sempre più difficile perché si hanno carenze di personale, difficoltà nella spesa corrente del bilancio. A tutto ciò però sopperisce il legame con il territorio, la conoscenza profonda della storia, delle problematiche e anche la vicinanza e il sostegno dei cittadini. Brusasco è un paese che ha profonde radici storiche: è fondamentale partire da queste radici nel territorio per riuscire a far crescere un albero che sia non solo piacevole per le persone che ci abitano ma anche per quelle che vengono a visitarlo”.
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