Enti locali
La Città Metropolitana di Torino e i Comuni interessati ai finanziamenti previsti dal Bando Periferie fanno fronte comune per ottenere lo sblocco delle risorse e sono disposti ad adire le vie legali per ottenere i fondi collegati ai progetti già approvati dal Governo, che sono in una fase avanzata dell'iter progettuale.La Sindaca metropolitana Chiara Appendino ha incontrato nel pomeriggio i Sindaci dei Comuni interessati ai finanziamenti e lo ha fatto a seguito del voto unanime con cui, in mattinata, il Consiglio metropolitano aveva approvato una mozione, con cui si impegna la Sindaca stessa ad intraprendere ogni azione utile per garantire il finanziamento di tutti i progetti per i quali è stata approvata la progettazione definitiva e (nella stragrande maggioranza dei casi) quella esecutiva.
La mozione approvata dall’assemblea di piazza Castello impegna inoltre la Sindaca Appendino ad esperire ogni iniziativa, anche legale, diretta a garantire la salvaguardia della realizzazione dei progetti previsti dalla convenzione che la Città Metropolitana ha stipulato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri a nome di 11 Comuni dell’area metropolitana.
La prossima settimana si attiverà un tavolo tecnico legale tra la Città Metropolitana e i Comuni interessati, al fine di predisporre l'iter per il ricorso contro il Decreto “Milleproroghe”. La Sindaca Appendino e i colleghi primi cittadini intendono coinvolgere anche la Regione Piemonte attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali.
La convenzione tra Città Metropolitana di Torino e Presidenza del Consiglio dei Ministri riguarda il programma “Top Metro, finanziato dal programma straordinario di interventi per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie.
“Top Metro” riguarda gli 11 comuni dell’area metropolitana con oltre 10.000 abitanti: Beinasco, Borgaro Torinese, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, Settimo Torinese, San Mauro Torinese e Venaria Reale, per una popolazione totale superiore a 250.000 abitanti. Sono previsti 120 interventi, che ricadono in una delle 5 tipologie di azione previste dall'articolo 4 comma 3 del Bando pubblicato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 maggio 2016:
- miglioramento della qualità del decoro urbano (articolo 4 comma 3 lettera a) per un totale di 18 interventi
- manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti, per finalità di interesse pubblico (articolo 4 comma 3 lettera b), per un totale di 56 interventi
- accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana (articolo 4 comma 3 lettera c), per un totale di 13 interventi
- potenziamento delle prestazioni e dei servizi di scala urbana (articolo 4 comma 3 lettera d), per un totale di 14 interventi
- mobilità sostenibile e adeguamento infrastrutture per servizi sociali, culturali, educativi e didattici (articolo 4 comma 3 lettera e), per un totale di 19 interventi.
Di questi sono stati proposti:
- 111 interventi puntuali a livello comunale
- 5 interventi trasversali, attuati dalla Città Metropolitana di Torino e riguardanti la tipologia di azione D
- 4 interventi di area vasta, attuati dalla Regione Piemonte e riguardanti la tipologia di azione E
L’investimento totale del Progetto Top Metro è di 108.720.813,67 Euro, così suddivisi:
- 73 interventi finanziati dal Programma per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie, per un totale di39.646.914,28 Euro
- 47 interventi finanziati da privati o con risorse a disposizione degli enti attuatori per un totale rispettivamente di 38.280.904,37 Euro e di 30.792.995,02 Euro.
Sono stati trasmessi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri tutti i progetti definitivi per cui è stato richiesto l’anticipo del 20% e tutti i progetti esecutivi ad esclusione di 4 interventi. Per 16 progetti sono già stati avviati la gara, o i lavori, o l’acquisizione delle forniture o servizi o ancora l’assegnazione dell’agevolazione alle imprese.
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Dalla ricostruzione post-bellica alle difficoltà con cui è partita la nuova stagione amministrativa della Città metropolitana: potrebbe essere sintetizzato così l’itinerario storico e politico delineato da Giuseppe Cerchio, amministratore comunale, provinciale e regionale di lungo corso, nel volume “La Provincia di Torino. La sua trasformazione, i suoi Presidenti. E poi? La Città metropolitana!?”, pubblicato per i tipi delle edizioni SGI e sotto l’egida della Consulta permanente dei Consiglieri della Provincia e della Città metropolitana di Torino.L’appuntamento per la presentazione ufficiale del volume è per mercoledì 13 giugno alle 16,30 nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna. La sala che tante conferenze stampa e conferenze culturali ha ospitato in passato e ospita tuttora non è stata scelta a caso, perché per decenni ha ospitato le riunioni di alcune Commissioni del Consiglio Provinciale, dedicate all’approfondimento di tematiche e di deliberazioni fondamentali per la vita amministrativa e politica dell’allora Provincia.
Oltre all’autore, a presentare il libro sarà il Presidente della Consulta, Marco Canavoso. Sono stati invitati a proporre la loro testimonianza alcuni ex Presidenti dell’Ente di area vasta. Quelle scritte da Cerchio, autorevole membro dell’assemblea di piazza Castello in diverse consiliature, sono pagine intense e vivaci, nelle quali sono ripercorse le trasformazioni dell’Ente torinese di area vasta, attraverso l’attività dei Presidenti che si sono succeduti alla sua guida dal 1951 - anno della prima elezione diretta del Consiglio provinciale - al 31 dicembre 2014. Dal 1° gennaio 2015 gran parte delle funzioni e delle competenze amministrative della Provincia sono passate alla Città Metropolitana, istituita con la Legge Delrio, con un delicato passaggio istituzionale che è tuttora in corso.
Cerchio, dall’alto della sua esperienza amministrativa, esprime un giudizio severo sulla riforma degli Enti locali, peraltro condiviso da molte delle forze presenti nell’attuale panorama politico. La configurazione della Provincia torinese, osserva Cerchio, assunse nel dopoguerra una caratteristica particolare per la lungimiranza dei Presidenti che guidarono l’Ente a partire dal 1951. Il libro ripercorre le idee, i progetti e le azioni di uomini e donne come Giuseppe Grosso, Gianni Oberto, Elio Borgogno, Giorgio Salvetti, Eugenio Maccari, Nicoletta Casiraghi, Luigi Sergio Ricca, Mercedes Bresso e Antonio Saitta, alle prese con sfide epocali: dal difficile superamento dell’isolamento geografico alla ricostruzione post- bellica, dal rapporto con la Fiat al conflitto di competenze con il potere centrale, dalle tensioni sociali dovute all’immigrazione alle emergenze e calamità naturali dovute alla fragilità del territorio. Il racconto inizia quindi con la figura dell’insigne docente universitario Giuseppe Grosso, che mise la sua competenza nelle discipline giuridiche al servizio di un Ente che scelse come missione prioritaria il superamento dell’isolamento e l’apertura di Torino e del suo territorio ai traffici europei. Il racconto si conclude con le due amministrazioni di Antonio Saitta, l’ultimo Presidente della Provincia, che fu tra i protagonisti nella fase di gestione delle Olimpiadi Invernali del 2006 e dell’eredità post-olimpica, ma anche delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e del confronto sul progetto del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione. L’ultimo capitolo è dedicato alla complessa e delicata fase di avvio della Città Metropolitana. L’autore indica quelle che a suo parere potrebbero essere l’identità e la missione del nuovo Ente, recuperando idee già presenti nel dibattito politico-amministrativo della Provincia in tema di mobilità sostenibile. Cerchio ritiene che la promozione della produzione e della diffusione delle auto a propulsione elettrica e a guida automatica troverebbe nel Torinese un terreno fertile, grazie a una filiera produttiva e tecnologica dell’automotive che da oltre un secolo è all’avanguardia a livello mondiale. L’ex consigliere provinciale ed ex assessore regionale al Lavoro conclude il suo libro con un appello agli attuali amministratori della Città metropolitana, affinché propongano alla Regione e alla Città di Torino un’alleanza strategica per costruire reti di interconnessione tra il mondo della ricerca scientifica e le imprese, in primis appunto nel settore della mobilità sostenibile. Cerchio propone quindi di elaborare un piano strategico per far ripartire un lavoro squadra, nel quale la Città metropolitana dovrebbe istituire un tavolo di lavoro e di confronto permanente con istituzioni, imprenditori, istituti finanziari ed imprese del settore della logistica.
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La Città metropolitana di Torino arricchisce il servizio di Assistenza tecnica ai Comuni con alcuni geologi che supporteranno la progettazione di opere pubbliche mediante relazioni geologiche e geotecniche, fornendo per i progetti un importante strumento di assistenza in materia di difesa del suolo e di rischio idrogeologico.L'Ente di corso Inghilterra svolge, ai sensi del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali e della legge Delrio, funzioni di assistenza tecnico-amministrativa mettendo a disposizione dei Comuni e delle loro forme associate, a titolo gratuito, le risorse umane e strumentali del servizio Assistenza tecnica agli enti locali per l'attività di progettazione, gestione e direzione di lavori pubblici e per l’attività consulenza.
In generale, oltre alle novità introdotte dall'assistenza geologica, il servizio di Assistenza tecnica ai Comuni provvede, su richiesta e per conto degli enti locali, alla progettazione e all'esecuzione di opere pubbliche, sia direttamente, sia fornendo consulenza e assistenza tecnica ai vari livelli di progettazione; assiste gli enti locali in materia di difesa del suolo, di idraulica e offre pareri geologici su strumenti urbanistici e progetti, anche privati, la cui autorizzazione è di competenza comunale; fornisce consulenza e pareri agli enti locali in materia di normativa tecnica e di gestione di procedure informatiche relativamente alle opere pubbliche.
Per maggiori informazioni
www.cittametropolitana.torino.it/cms/assistenza-ai-comuni/assistenza-tecnica-comuni
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Mario Spoto, 55 anni, attuale segretario comunale di San Donato Milanese e' il nuovo segretario generale e direttore della Citta' metropolitana di Torino.La sindaca metropolitana Chiara Appendino lo ha scelto tra oltre 40 candidature.
Il dott. Spoto prenderà servizio entro la metà di dicembre.
In precedenza è stato Segretario Generale dei Comuni di Monza, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Melzo, dove ha ricoperto anche il ruolo di Direttore Generale. Nel suo curriculum risaltano le attività svolte nel settore della progettazione e dello sviluppo di sistemi informatici delle strutture amministrative, nella riorganizzazione del personale ed in ambito urbanistico.
Dalla sindaca metropolitana Chiara Appendino l'augurio di buon lavoro al nuovo segretario-direttore "che - commenta Chiara Appendino - arriva alla guida tecnica di un Ente che vive una fase delicata di riorganizzazione per poter continuare a lavorare al meglio ed offrire servizi a vantaggio dei territori e della comunità ".
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Tra non indifferenti difficoltà di carattere burocratico, normativo e finanziario, sta avviando la sua vita amministrativa il nuovo Comune di Mappano, istituito con una Legge regionale nel gennaio 2013 e oggetto di un confronto politico a tratti aspro.Il nuovo Ente locale amministra un territorio di quasi 10 Km quadrati con circa 7.300 residenti ed è nato dallo scorporo e dall’aggregazione di quattro porzioni dei Comuni di Borgaro, Caselle Torinese, Leinì e Settimo Torinese. Al momento l’amministrazione comunale non ha uffici né personale e la possibilità di redigere un bilancio per il 2017 è ancora in forse, così come non c’è ancora un piano regolatore che sostituisca gli strumenti urbanistici a suo tempo adottati da quattro Comuni che hanno ceduto porzioni di territorio. Nel mese di giugno i mappanesi sono stati chiamati alle urne per la prima volta per eleggere il loro Sindaco e hanno scelto come primo cittadino Francesco Grassi, dirigente scolastico, già presidente del Comitato promotore dell’istituzione del nuovo Comune.
La questione della continuità nell’erogazione dei servizi comunali ai cittadini di Mappano non è di facile e rapida soluzione e per questo è stato istituito un tavolo di concertazione presso la Città Metropolitana di Torino. Nella riunione di mercoledì 30 agosto, presieduta dal Vicesindaco metropolitano Marco Marocco (coadiuvato dal Direttore generale Giuseppe Formichella), si è discusso sull’opportunità e sulla necessità di redigere una convenzione-quadro che regolerà nell’attuale fase transitoria i rapporti tra Mappano e i Comuni che hanno ceduto territorio e popolazione.
La nuova amministrazione locale deve costruire ex novo la propria “macchina” burocratica e operativa, accertare le risorse finanziarie e umane di cui potrà disporre e definirne l’allocazione tra i vari servizi.
Il Vicesindaco Marocco ha assicurato che nel giro di una decina di giorni gli uffici competenti della Città Metropolitana predisporranno una bozza della convenzione, che riguarderà questioni delicate, come la gestione dei servizi tecnici comunali, dell’anagrafe e dello stato civile.
Si prevede che, in attesa di una soluzione definitiva, prosegua l’erogazione di tutti i servizi che i Comuni cedenti territorio possono decentrare a Mappano, per garantire la copertura dei costi e delle competenze obbligatorie del nuovo Comune.
In una seconda fase si affronterà il problema dell’eventuale trasferimento di dipendenti tra i quattro Comuni cedenti a Mappano, facendo però i conti con le carenze di personale a cui devono già oggi far fronte le amministrazioni di Borgaro, Caselle, Leinì e Settimo Torinese.
Nella fase transitoria dovrà inoltre essere garantita la legittimità degli atti amministrativi adottati dai funzionari delle quattro amministrazioni locali concernenti un territorio che non fa più parte dei Comuni in cui esercitano la loro funzione e che di conseguenza non sarebbe più di loro competenza.
Nella riunione del 30 agosto nella sede della Città metropolitana tutti i Comuni coinvolti nel processo si sono trovati concordi nel richiedere alla Regione Piemonte, alla Città Metropolitana e alla Prefettura di Torino un supporto, in termini di figure dirigenziali e professionali da mettere temporaneamente a disposizione per la creazione e l’avvio della nuova amministrazione. Il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco ha assicurato che l’Ente di area vasta farà la sua parte, coinvolgendo alcuni dirigenti e funzionari.
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Le Città Metropolitane sono nate con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sociale ed economico dei rispettivi territori: è ciò che accade già da tempo in molte realtà europee, in cui le istituzioni che governano le aree metropolitane attraggono investimenti, gestiscono la pianificazione strategica, stimolano i processi d’innovazione tecnologica.E in Italia? A tre anni dall’approvazione della Legge Delrio, i buoni propositi e le enunciazioni di principio faticano ancora a tradursi in politiche concrete. Troppe le criticità esistenti: in primis la carenza delle risorse finanziarie disponibili, ma anche la scarsa funzionalità di sistemi di governance e di elezione degli amministratori che stentano ad essere pienamente operativi. Eppure le opportunità da cogliere sono molte.
Se ne discuterà martedì 27 giugno a partire dalle 9,30 nella sala conferenze dell’IRES Piemonte, in via Nizza
Si parlerà di attrazione degli investimenti esteri e delle risorse dell’Unione Europea, della eventuale vendita di parte del patrimonio mobiliare e immobiliare dell’Ente per garantire nuove possibilità di investimenti in infrastrutture pubbliche fondamentali come le strade provinciali e le scuole superiori, della costruzione di un’agenda per la Smart Specialisation Stategy (S3), della programmazione di politiche per un benessere equo e solidale.
La Legge 56 impone alle Città Metropolitane una cornice strategica: può essere l'occasione per integrare e valorizzare alcune aree (si pensi al progetto “Corona Verde”) o siti industriali dismessi, inserendoli in un disegno di medio-lungo periodo e in un quadro territoriale coerente, che leghi il centro metropolitano agli ambiti più periferici. Può essere l'occasione per costruire una visione, un progetto di territorio di area vasta che ridia un senso e una vocazione alla Città Metropolitana attraverso una governance partecipata, che premi un sistema di valori cooperativi e avvicini le aree urbane a quelle periferiche e/o rurali.
Ma come avviare politiche così ambiziose in una situazione di scarse risorse? Ne discuteranno innanzitutto il Presidente di IRES Piemonte Mario Viano, il Vicesindaco metropolitano e il Presidente di ANCI Piemonte.
La sezione scientifica “Uno sguardo sulle Città Metropolitane” sarà presieduta dal sociologo Angelo Pichierri e prevede relazioni di Fiorenzo Ferlaino dell’IRES, del Direttore generale della Città Metropolitana Giuseppe Formichella e di Giovanni Vetritto in rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La tavola rotonda conclusiva sarà presieduta dal Vicesindaco metropolitano e vedrà la partecipazione dei Sindaci di Ivrea, Ciriè, Moncalieri, Carmagnola, Chieri e Pinerolo.
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Entro il 31 gennaio gli Enti locali dovranno compiere una serie di adempimenti previsti dalla legislazione sulla prevenzione della corruzione. Se ne discuterà venerdì 20 gennaio dalle 9,30 alle 13,30 nella Sala Cavour del Centro Congressi “Torino Incontra” (via Nino Costa 8), nel corso di un seminario organizzato dall’ANCI Piemonte con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.Durante il seminario saranno anche illustrate le linee-guida per la prevenzione ed il contrasto alla corruzione a cui debbono attenersi le Città Metropolitane, quali Enti di area vasta che possono svolgere una funzione di coordinamento delle amministrazioni comunali del loro territorio.
Per effetto di una legislazione nazionale che detta precisi impegni e azioni da compiere, l’impegno degli Enti locali per la prevenzione della corruzione è sempre più intenso. La Deliberazione 831 dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione e il Piano Nazionale Anticorruzione 2016 impongono un’analisi delle aree di rischio. I Comuni piccoli e grandi, le Città Metropolitane, i servizi sanitari regionali, gli ordini e i collegi professionali e le istituzioni scolastiche debbono adeguarsi alle linee guida elaborate all’ANAC.
Per questo l’ANCI Piemonte promuove un confronto tra amministratori locali e agli operatori di tutti i settori pubblici e privati coinvolti. Il seminario prevede relazioni e interventi curati da ANAC, magistrati della Corte dei Conti, docenti universitari.
Nel corso del seminario sarà inoltre presentato un significativo caso di studio, rappresentato dal Tavolo di Coordinamento istituito dalla Città Metropolitana di Torino con i responsabili territoriali delle attività di prevenzione.
Dopo i saluti istituzionali del Presidente di ANCI PiemonteAndrea Ballarè e del Prefetto di Torino Renato Saccone, il Presidente di Federsanità Piemonte Gian Paolo Zanetta terrà una relazione sul tema “Le misure di prevenzione in materia sanitaria: il progetto Parco della Salute di Torino”.
Seguirà una relazione del magistrato della Sezione delle Autonomiedella Corte dei ContiStefano Glinianski sulla “Normativa anticorruzione. Estensione degli ambiti soggettivi di applicazione e profili problematici”. Donato Centrone, magistrato della Sezione Controllo della Corte dei conti di Liguria e Lombardia, si occuperà di “Conferimento di incarichi di consulenza e collaborazione da parte degli Enti Locali e delle società partecipate, alla luce del Testo Unico sulle Società pubbliche e del nuovo Codice dei contratti pubblici”. È annunciata anche una relazione di Elisabetta Midena, dirigente dell’ufficio di Regolazione anticorruzione, trasparenza e PNA – ANAC.
IL RUOLO DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO
Negli ultimi mesi la Città Metropolitana di Torino ha partecipato attivamente a livello nazionale al dibattito e alla discussione sui temi del contrasto alla corruzione e della trasparenza, in particolare in occasione della predisposizione del nuovo Piano nazionale anticorruzione. Il Piano è stato approvato attraverso un procedimento che ha comportato la costituzione di tavoli tecnici di approfondimento con la partecipazione delle amministrazioni direttamente interessate e dei principali operatori del settore. La Città Metropolitana di Torino sta svolgendo una funzione di coordinamento e assistenza ai piccoli Comuni che debbono assolvere agli obblighi di legge in materia di contrasto alla corruzione. Sarà qusto il tema della relazione del Segretario generale della Città Metropolitana, Giuseppe Formichella. La relazione di Leonardo Falduto, professore associato di Economia Aziendale all’Università del Piemonte Orientale, sarà dedicata al tema “Risk e Performance Management: concrete modalità di analisi del rischio ed individuazione di efficaci misure di prevenzione, nel rispetto delle linee guida ANAC”.
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Stamani a Torino il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco è intervenuto ai lavori del seminario di formazione sul tema "La prevenzione ed il contrasto alla corruzione e la nuova disciplina degli appalti pubblici" per ribadire il ruolo fondamentale che le Città Metropolitane possono svolgere per prevenire e contrastare le “zone grigie” di scarsa trasparenza amministrativa e i pericoli di corruzione nelle amministrazioni locali.Marocco ha ricordato che la Città Metropolitana di Torino ha partecipato attivamente a livello nazionale al dibattito e alla discussione sui temi del contrasto alla corruzione e della trasparenza, in particolare in occasione della predisposizione del nuovo Piano nazionale anticorruzione. “Il Piano, - ha ricordato il Vicesindaco Marocco - è stato approvato attraverso un procedimento che ha comportato la costituzione di tavoli tecnici di approfondimento con la partecipazione delle amministrazioni direttamente interessate e dei principali operatori del settore”.
La Città Metropolitana di Torino sta svolgendo una funzione di assistenza ai piccoli Comuni che debbono assolvere agli obblighi di legge in materia di contrasto alla corruzione. Le esigenze e le peculiarità organizzative delle amministrazioni locali e delle Città Metropolitane sono state affrontate in un tavolo di lavoro con ANCI, UPI, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e Ministero dell’Interno. Il Segretario generale Giuseppe Formichella ha partecipato al lavoro, contribuendo alla redazione della sezione del Piano nazionale anticorruzione relativa alle Città Metropolitane. “Tale sezione, - ha sottolineato il Vicesindaco Marco Marocco - attribuisce alle Città Metropolitane un ruolo fondamentale nel coordinamento dei Comuni e delle Unioni di Comuni del proprio territorio. Da una parte il Comune capoluogo e la Città metropolitana si trovano a svolgere funzioni che richiedono un elevato livello di condivisione reciproca e che potranno portare alla predisposizione coordinata di alcune parti dei rispettivi Piani triennali di prevenzione della corruzione.Dall’altra già oggi molti Statuti dei nuovi Enti di area vasta (tra i quali, appunto, quello della Città Metropolitana di Torino – n.d.r.) prevedono espressamente forme di assistenza tecnico-amministrativa ai Comuni e alle Unioni di Comuni del loro territorio”.Il Piano triennale di prevenzione della corruzione delle Città Metropolitane potrà quindi prevedere un’attività di impulso e di indirizzo per i Piani dei Comuni e delle Unioni di Comuni del territorio di riferimento.
Nel suo intervento il Vicesindaco Marco Marocco ha anche toccato il tema della riforma della dirigenza apicale della pubblica amministrazione, ricordando che la Città Metropolitana di Torino si è adeguata tempestivamente alle innovazioni legislative, prevedendo la riunione in un unico soggetto delle figure del Segretario e del Direttore generale.
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La statistica potra' aiutare la pubblica amministrazione in questa nuova fase di rinnovamento, alla luce delle recenti riforme amministrative: condividere, associare e semplificare sono le parole chiave per arrivare all'utilizzo di dati nuovi e buoni, indispensabili alle nuove scelte politiche ed amministrative.Questo in sintesi il messaggio uscito dall'incontro oggi a Torino tra l' ANCI associazione dei Comuni e delle Citta' Metropolitane italiane, l'Unione delle Province italiane e l'Istat che hanno anche siglato un protocollo d'intesa per prevedere un lavoro unitario che valorizzi le esperienze già in corso, insieme alla messa in campo di risorse per avviare un nuovo corso nella statistica e progetti a livello locale, con la nascita di uffici in forma associata e la messa a fattor comune delle professionalita' presenti nei vari Enti locali.
Dal censimento degli archivi amministrativi alla realizzazione di annuari unici territoriali, sempre all'interno della cornice unitaria del sistema statistico nazionale: molti gli esempi e le buone pratiche già in atto che trovano all'interno del protocollo una definizione di carattere nazionale.
"L'intesa di Istat con gli Enti locali nasce oggi ed e' il punto di partenza da cui riscrivere la funzione statistica della pubblica amministrativa rinnovata dalle riforme istituzionali - ha detto il presidente nazionale di ISTAT Giorgio Alleva - i dati sono indispensabili per costruire le politiche amministrative del futuro. Oggi Istat accompagna una fase importante della trasformazione della pubblica amministrazione".
"Questo protocollo e' una delle tappe del percorso di riforma del modello di amministrazione dei territori che si e' avviato con la Legge Delrio - ha sottolineato il presidente dell'UPI Achille Variati - perchè la riforma punta alla semplificazione ed affida ai Sindaci la sfida di riuscire ad amministrare in modo condiviso. I servizi di statistica sono essenziali in questo percorso, perche' aiutano gli amministratori per programmare e indirizzare e le scelte, e ai cittadini, per valutare il lavoro svolto dai loro amministratori"
Piero Fassino come presidente nazionale ANCI insieme al presidente UPI Variati ha siglato il protocollo con il presidente di Istat Giorgio Alleva, sottolineando che "la riforma della legge statistica nazionale va affrontata e questo protocollo va in quella direzione, rafforzando la statistica a livello territoriale. Gli Enti locali sono sempre piu chiamati a costruire le politiche partendo dalla conoscenza della realtà, quindi i dati sono la base di conoscenza di cui da soli non potremmo disporre: per questo dobbiamo unire le nostre risorse a quelle di Istat in una collaborazione permanente".
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Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12, ospita domani, mercoledì 20 aprile dalle 12 alle 15, inSala Consiglieri la firma di un'intesa tra l'ISTAT, l’ANCI (l'Associazione dei Comuni e delle Città metropolitane d'Italia) e l'Unione Province Italiane per disciplinare i rapporti nella materia statistica. L’obiettivo condiviso è quello valorizzare le attività statistiche a livello locale, anche sulla base di esperienze già in atto, favorendo le iniziative unitarie e tra gli uffici di statistica dei Comuni (singoli o associati), delle Città Metropolitane e delle Province, in un’ottica di complementarietà e di cooperazione, a partire dalle competenze di ciascuna istituzione.Grazie al protocollo d’intesa (che rispecchia il riordino degli Enti locali stabilito dalla Legge Delrio, la 56 del 2014) la collaborazione con l’Istat, nel suo ruolo di indirizzo e di coordinamento del Sistema statistico nazionale, aiuterà gli Enti locali ad attivare progetti e accordi specifici a livello locale e avviare la costituzione di uffici di statistica in forma associata, con una particolare attenzione alle specifiche realtà territoriali.
Allo stesso tempo, ISTAT, ANCI e UPI, in stretta collaborazione con l’USCI (Unione Statistica Comuni Italiani) e il CUSPI (Coordinamento Ufficio Statistica Province Italiane) potranno definire progetti e accordi di livello nazionale, per favorire la costituzione di una rete di uffici di statistica locali efficienti e funzionali, migliorare la produzione e l’utilizzo delle informazioni statistiche territoriali, nella prospettiva di un più complessivo riordino del Sistema statistico a livello locale.
Firmeranno l'intesa il Presidente dell'ISTAT Giorgio Alleva, Piero Fassino nella sua veste di Presidente dell'ANCI e il Presidente dell'Unione Province Italiane Achille Variati. Ai lavori interverranno, tra gli altri, il Direttore del SISTAN (Sistema Statistico Nazionale), il Segretario generale dell’ANCI, il Direttore generale dell’UPI, i Presidenti dell’USCI e del CUSPI, i rappresentanti del gruppo unitario per la statistica negli enti locali. Al termine si terrà l'assemblea annuale del CUSPI per il rinnovo delle cariche sociali.
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