Cultura
Nuovo appuntamento domenica 8 novembre per la rassegna concertisticaLa particolarità di questa rassegna, giunta all’ottava edizione e patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, è che unisce concerti e percorsi guidati a ingresso libero alla scoperta di musica, arte e architettura, valorizzando attraverso la musica di spazi dalla forte connotazione culturale e confezionando ad hoc variegati repertori e formazioni esclusive.
L’appuntamento che si terrà a Pecetto, dal titolo “Sentieri svelati”, propone un viaggio nella Storia seguendo l'appassionante scavo di Bric San Vito con le tappe ricostruite attraverso un concerto-itinerario. La presentazione e il percorso guidato alla mostra a cura del Gat (gruppo archeologico torinese) inizierà alle 17, mentre il concerto si svolgerà nella suggestiva e raccolta Chiea dei Batù alle 18, con Ferdinando Vietti a viola da gamba e violoncello; Sara Terzano all’arpa celtica e arpa moderna; Roberto Mattea alle percussioni. Il programma prevede musiche di Anonimi dall’XI al XVI sec., A. de Cabezon, D. Cimarosa, R. Leoncavallo, V. Bellini, G. Donizetti, L.M. Tedeschi e la prima esecuzione assoluta di un brano composto per l'occasione da Giovanni Sollima.
Il gruppo cameristico Alchimea è l’ensemble residente della rassegna ed è composto da musicisti di formazione classica ma con il desiderio di esplorare nuove formazioni e repertori inediti giocando con le contaminazioni dei generi e con il linguaggio universale della musica.
Info: alchimea@fastwebnet.it tel.
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Nei sette terribili anni di piombo che vanno dal 1975 al 1982 nella sola città di Torino diciannove persone furono uccise in attentati terroristici ed altre settanta furono vittime di tentati omicidi e di indelebili ferite nel corpo e nell'anima. Il terrorismo rosso e nero lasciò dietro di sé una scia di morti e di feriti e di immenso dolore per le famiglie delle vittime. Tra il 1969 e il 2003 in Italia il terrorismo causò 360 morti - di cui 156 per stragi e oltre 200 per attentati individuali - e migliaia di feriti invalidati.Trent’anni fa a Torino nasceva l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’Eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato. Nasceva per conservare il ricordo della stagione più tragica della storia italiana post bellica, per diffondere la conoscenza delle origini e della natura del terrorismo, per fare in modo che le giovani generazioni facessero tesoro di quelle tragiche esperienze evitando di ripeterle. Furono la Provincia di Torino e - in una fase successiva - il sostegno del Consiglio regionale e del suo Comitato Resistenza e Costituzione a consentire la realizzazione dei primi eventi e delle prime pubblicazioni dell’AIVITER, la cui attività fu animata instancabilmente dal primo presidente, il Consigliere provinciale Maurizio Puddu, ferito dalle Brigate Rosse mentre rientrava a casa da una riunione politica la sera del 13 luglio 1977. Il primo evento organizzato dal’associazione fu il convegno “Lotta al terrorismo. Le ragioni e i diritti delle vittime”, che si tenne a Torino il 4 aprile del1986, alla presenza dell’allora Ministro dell’Interno (e successivamente Presidente della Repubblica) Oscar Luigi Scalfaro.
“Da trent'anni siamo dalla parte delle vittime, troppe volte in salita, senza riuscire ad avere completa verità e giustizia- sottolinea l’attuale presidente dell’AIVITER, Roberto Carlo Della Rocca - Le indagini e i risultati processuali toccarono solo in minima parte migliaia di soggetti che, direttamente o indirettamente avevano contribuito a disseminare odio e sangue per oltre un decennio nel nostro Paese. Troppo spesso abbiamo visto colpevoli di pluriomicidi scarcerati dopo pochissimi anni e troppi complici mai identificati e perseguiti: una grande amarezza ha segnato le vittime sopravvissute e i familiari dei caduti, non per desiderio di vendetta, ma di verità e giustizia”.
UNA GIORNATA DEDICATA AL RICORDO E AD UN MONITO PER IL FUTURO
Nell’Italia del XXI secolo la minaccia terroristica non viene più dall’interno, da gruppi che uccidono in nome dei deliri ideologici del XX secolo. Viene dall’estero, dal fondamentalismo islamico, dall’intolleranza religiosa che rischia di affossare ogni prospettiva di rinascita democratica del mondo arabo. E’ quindi un trentennale carico di tragiche memorie ma anche di incognite per il futuro quello che l’AIVITER celebra sabato 7 novembre a Palazzo Civico, in una giornata della memoria imperniata sul passato ma anche sul presente; su di un 2015 che ha visto Torino pagare un pesante tributo di sangue all’attentato al museo tunisino del Bardo. Eventi, incontri, relazioni di studiosi e testimoni e momenti musicali sono in programma a partire dalle 9,30 nella sala delle Colonne del Palazzo di Città, dove sarà allestita anche la mostra “Anni di piombo, per non dimenticare”, curata da Luca Guglielminetti e visitabile fino al 14 novembre. Una brochure illustrerà le molteplici iniziative dell’AIVITER, che in trent’anni si è evoluta da organizzazione regionale - con sede presso l’allora Provincia di Torino, a Palazzo Cisterna - ad associazione nazionale assolutamente apartitica, interessata solamente a proporre la memoria delle vittime e l’analisi storia della genesi e dell’evoluzione dei movimenti terroristici. La pubblicazione informerà anche sugli innumerevoli interventi legislativi e di assistenza per dare sostegno reale e concreto alle vittime e ai loro familiari, compresi coloro che hanno perso la vita o quella dei loro cari nei recenti fatti di Tunisi. Nella mattinata di sabato 7 novembre, dopo i saluti istituzionali, il presidente dell’AIVITER, Roberto Carlo Della Rocca, terrà una relazione sul tema “Anni di piombo: avvenimenti, considerazioni e testimonianze“, seguita dalla proiezione del documentario ”Anni spietati, Torino”. Completeranno l’evento le testimonianze di alcuni dei protagonisti torinesi in positivo del periodo 1975-1982: il sindaco Piero Fassino (che fu segretario della Federazione giovanile del Pci torinese a partire dal 1971 e consigliere comunale dal 1975), l’ex procuratore capo della Repubblica Giancarlo Caselli, il giornalista Luciano Borghesan e lo scrittore Giovanni Fasanella. Nel pomeriggio autorevoli specialisti in psicologia e psichiatria tratteranno un tema purtroppo ancora attuale, “Il disturbo post traumatico da stress”, per la cui valutazione e cura l'AIVITER è molto attiva, a sostegno dei suoi assistiti e più in generale di tutte le vittime. A conclusione della giornata sono previsti la commemorazione delle vittime e un concerto per coro e orchestra, composto dal maestro Massimo Coco, figlio del procuratore generale presso la Corte di appello di Genova Francesco Coco, ucciso dalle Brigate Rosse l’8 giugno 1976. La composizione, intitolata “Beati qui”, è dedicata ai caduti degli “anni di piombo” e d’ogni altra forma di terrorismo.
Per saperne di più sull’Aiviter e sulla sua attività: www.vittimeterrorismo.it
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Riprendono in Valle di Lanzo i corsi di lettura e scrittura francoprovenzale per la pubblica amministrazione e la popolazione: dopo qualche anno di interruzione, lo Sportello linguistico francoprovenzale delle Valli di Lanzo ha inaugurato una nuova edizione, grazie a un progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri,Il corso “Eunseumbiou èmparèn a lèzri é scriri ogni dun a soua moda”, si presenta con una sensibile novità: infatti si terrà a due livelli.
Il primo livello è pensato per chi parla poco il francoprovenzale, ma soprattutto non sa come si potrebbe scrivere o leggere. Il secondo livello è per chi già sa scrivere, ma ha ancora qualche incertezza e difficoltà nel leggerlo.
L’appuntamento, per il primo livello, è ogni mercoledì sera dalle
Il secondo livello, invece, è previsto ogni venerdì (sempre 20.30-22.30, sempre in via Monte Angiolino) a partire da venerdì 23 Ottobre. Entrambi i corsi si concluderanno il 12 dicembre con la partecipazione alla “Giornata del Francoprovenzale”.
I corsi saranno tenuti da Teresa Geninatti Chiolero, responsabile dello Sportello linguistico delle Valli di Lanzo.
Per informazioni è possibile contattare via mail lo Sportello linguistico: teresa.geninatti@gmail.com
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Il sindaco Piero Fassino e la consigliera Barbara Cervetti della Città metropolitana di Torino prenderanno parte, questa sera al Teatro Astra, al brindisi inaugurale della stagioneLa stagione si è in realtà già aperta con una grande spettacolo di nouveau cirque, ma l’appuntamento di questa sera, martedì 27 ottobre, è con la prima produzione firmata Tpe da quando il teatro diretto da Beppe Navello è stato individuato dal Mibact nella rosa dei teatri artistici a rilevanza nazionale.
In scena questa sera debutta una versione di “Le tre sorelle” di Cechov con la regia di Emiliano Bronzino, che già si era cimentato nella passata stagione con “Zio Vanja”. Il cartellone proseguirà sino a maggio, con dieci produzioni –fra cui “I tre moschettieri” in otto episodi, a partire da febbraio- e in totale 44 spettacoli distribuiti su 4 sale,: oltre all’Astra la Casa del Teatro ragazzi e la Lavanderia a vapore di Collegno.
“Il riconoscimento del Tpe come teatro di rilevanza nazionale è particolarmente significativo per la Città metropolitana” commenta Barbara Cervetti “Questa stagione infatti si spinge al di là dei confini di Torino, e si aggiunge alla rassegna internazionale estiva pensata per valorizzare le regge sabaude e i palazzi storici del territorio. Segno che il grande teatro può raggiungere tutti i cittadini del territorio metropolitano”.
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Un segnale di ripresa al sostegno alla musica popolare e ai corsi di orientamento musicale gestiti dai Comuni e dalle bande arriva dalla Città metropolitana di Torino che, dopo un periodo di difficoltà, vuole riprendere il percorso della valorizzazione della cultura popolare sul suo territorio."Nel 2015 ci sono arrivate da bande, asociazioni musicali e dagli stessi Comuni centinaia di domande di contributo per far ripartire i corsi di orientamento musicale che nel nostro territorio sono una tradizione e consentono di formare i giovani alla musica popolare, quella che appartiene appunto alle nostre bande, vere forme di aggregazione sociale" spiega Barbara Cervetti, consigliera della Città metropolitana con delega alla cultura e al turismo.
"Con il sindaco metropolitano Piero Fassino abbiamo deciso di rispondere a tuitte le domande, assegnando un piccolo contributo, senza trascurare nessuno, dalla banda più piccola fino al Comune più grande: la somma (300 euro a domanda) può apparire contenuta ma, tenuto conto del grande numero di domande pervenute (108) , è almeno in grado di corrispondere ad una parte delle esigenze di tutti coloro che si occupano da anni con passione e impegno di musica popolare. Un segnale di attenzione e di accoglimento delle istanze di tutti da parte della Città metropolitana".
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Dopo il successo ottenuto a Pistoia arriva a Torino una mostra utile, bella e dolorosissima. Limitid’oltre è una mostra fotografica che ha per tema la disabilità : 15 immagini in bianco e nero che ritraggono Francesco e la sua sedia a rotelle alle prese con la vita. Gli scatti della giovanissima Marta Colombo vanno dritte al cuore del pubblico, non solo perché c’è cura e tecnica, ma anche perché dietro a questo progetto c’è l’idea di Alessandro Fermo, fratello maggiore del protagonista Francesco, che con Limitid’oltre ha tentato, riuscendoci, di parlare di un argomento delicato. La mostra, curata da Roberta Fabbri, non è una denuncia al mondo e alle sue barriere architettoniche, naturali e artificiose. È, piuttosto, consapevolezza di come la vita possa essere vista e filtrata da mille diverse prospettive. È un inno al sacrificio, alla passione, agli sforzi e a quotidiane fughe per la vittoria.“Questa iniziativa – dice Lucia Centillo, consigliera metropolitana con delega ai Diritti Sociali, Parità e Welfare - contribuisce certamente a rilanciare il tema della disabilità nel dibattito politico e culturale del Paese e a dare spunti, motivazioni e contenuti forti a quanti credono che la sfida della globalizzazione non si vince negando diritti ma, al contrario, superando ogni forma di assistenzialismo ed ottimizzando l'impiego delle risorse. Francesco in queste immagini dimostra di essere non un peso, ma una risorsa per il Paese”.
La consigliera Lucia Centillo visiterà la mostra insieme con i curatori lunedì 26 alle ore 12,30.
La mostra è visitabile dal 23 al 26 ottobre nell’area ristorazione dell’8 Gallery – Lingotto.
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Proseguono gli appuntamenti di Organorum Concentus, la stagione concertistica organizzata a Pinerolo dall’Accademia organistica pinerolese, in collaborazione con la parocchia Nostra Signora di Fatima –Comitato per l’organo- e con il patrocinio del Comune di Pinerolo, della Città metropolitana di Torino e e della Fondazione Live Piemonte dal Vivo. Gli appuntamenti della rassegna nel 2015 sono stati dedicati al compositore Nicolaus Bruhns, in occasione del 350° anniversario della nascita.Il prossimo concerto è previsto per sabato 17 ottobre alle 21 nella Basilica di San Maurizio con Manuel Tomadin che interpreterà all’organo Collino (1864) brani di Giovanni Battista Candotti, Giovanni Pietro Baldi, Giuseppe De Paoli, Luigi De Grassi, Padre Davide da Bergamo, Pietro Mascagni, Giacomo Puccini, Saverio Mercadante e Giuseppe Verdi.
Manuel Tomadin è probabilmente l’organista più decorato in competizioni di esecuzione/interpretazione della sua generazione. Insegna organo all’istituto pareggiato Monteverdi di Cremona. È docente dei corsi di musica da camera per strumenti antichi, clavicembalo e organo storico alle Vacanze musicali di Sappada (BL) e all’Accademia organistica di Belgrado, direttore artistico del Festival organistico internazionale friulano G.B. Candotti. organista della Chiesa evangelica luterana a Trieste, tiene corsi presso la Staatliche Hochschule fur musik und Darstellende kunst in Mannheim (Germania). È vincitore di 4 concorsi organistici nazionali e 6 internazionali.
Si dedica costantemente all'approfondimento delle problematiche inerenti la prassi esecutiva della musica rinascimentale e barocca anche attraverso lo studio dei trattati e degli strumenti dell’epoca.
L’appuntamento successivo sarà sabato 5 dicembre alle 21 presso la Chiesa di Nostra Signora di Fatima con Bartolomeo Gallizio all’organo Dell’Orto & Lanzini (2011) che in occasione della solennità di Maria Vergine Immacolata eseguirà brani di Bach; Samuel Scheidt, Francisco Correa de Arauxo, Weckmann, Buxtehude, Mozart.
L’Accademia Organistica Pinerolese opera dal 2010 per la diffusione e la conoscenza della musica organistica con attività concertistica, corsi di insegnamento musicale, seminari di studio, promozione del restauro degli organi storicidel territorio pinerolese.
Gli appuntamenti della rassegna sono a ingresso libero
Per informazioni: www.accademiaorganisticapinerolese.org
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Domenica 18 ottobreil Comune di Pecetto Torinese, in collaborazione con il GAT-Gruppo Archeologico Torinese, l’associazione Terra Taurina e il Gruppo Alpini di Pecetto propone una passeggiata con Visita al Bric San Viter. Durante la passeggiata sono previste visite guidate al sito archeologico pre-romano e medievale e al villaggio Taurino, quest’ultima animata da figuranti in costume.Sono previsti due percorsi. Il primo, con partenza da piazza Roma alle 9,30 e proseguimento alla volta del Municipio e di via Allason, è lungo circa due Kilometri e mezzo, con un dislivello di 220 metri di dislivello. Lo si percorre in un’ora di cammino in parte su strade boschive. Il secondo percorso parte dal piazzale dell’Eremo alle 10, è lungo un Kilometro e mezzo, prevede mezz’ora di cammino in parte su strade boschive, ma senza dislivelli di rilievo. Nel caso il terreno fosse terreno bagnato da piogge recenti saranno necessarie scarpe con suola armata antiscivolo. In caso di pioggia in corso la camminata sarà annullata.Per informazioni: e-mail info@terrataurina.it, cellulare 338-1248874, e-mail alpini.pecetto.to@tiscali.it, cellulare 320-4306578 12
Il Bric San Viter è l'unica testimonianza presente nel Torinese di un insediamento dei Taurini, la popolazione celtica presente nell'area prima della fondazione della città di Augusta Taurinorum. Venne individuato dai volontari del Gruppo archeologioco torinese nel 1991. Il sito, posto sulla collina torinese non lontano dall'Eremo dei Camaldolesi, è stato utilizzato e fortificato in epoca medievale ed è stato frequentato sino alla seconda guerra mondiale. Alcuni reperti provenienti dal sito archeologico sono esposti al Museo di Antichità di Torino. Proprio la settimana scorsa la Consigliera metropolitana delegata alla cultura, al turismo e allo sport, Barbara Cervetti, ha incontrato a Palazzo Cisterna i reponsabili del Gruppo archeologico torinese. Il direttore Valerio Nicastro con i suoi stretti collaboratori, il direttore organizzativo Mario Busatto e il direttore tecnico Jacopo Corsi, hanno illustrato i nuovi progetti di divulgazione e presentato le ultime pubblicazioni. Ai volontari dell'associazione la consigliera Cervetti ha garantito l'attenzione della Città Metropolitana per il sostegno e la promozione delle loro attività di studio e ricerca e soprattutto di divulgazione sul territorio.
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E’ lo specchio dell’identità culturale e sociale di un paese di montagna ricco di storia. E’ il Museo del Costume e delle tradizioni delle genti alpine di Pragelato, ideato nel 1997 in occasione dei Campionati mondiali di sci alpino. Mercoledì 7 ottobre la Consigliera metropolitana delegata alla Cultura, al Turismo e allo Sport, Barbara Cervetti, ha visitato il museo, accompagnata dal Sindaco di Pragelato, Monica Berton. Dopo alcuni anni di allestimento provvisorio nel borgo vecchio di La Ruà, dal 2002 la collezione museale è ospitata in una sede in borgata Rivet, appositamente acquistata e restaurata dall'amministrazione comunale pragelatese.Nei suggestivi spazi di una casa ultracentenaria, il museo, punto di ricerca dell'identità culturale di Pragelato e della valorizzazione del costume e della lingua, raccoglie una serie di oggetti d'uso quotidiano, in casa e sul lavoro, presentati in differenti ambienti: la stalla, la cucina, la camera da letto, il fienile, la cantina e il caratteristico "croutin": ambienti in cui si respira il passato e si rivivono scene di vita quotidiana emblematiche della laboriosità della gente di montagna e della sua propensione alla vita comunitaria. Nel museo si trovano anche la biancheria per la casa, gli abiti da lavoro e per i giorni di festa e un’importante collezione di antichi costumi tradizionali, che hanno assunto le loro attuali caratteristiche e forme attraverso la progressiva sovrapposizione della cultura savoiarda francofona alla preesistente cultura escartonese francofona provenzale alpina. L'evoluzione maggiore avvenne nel XIX secolo, con le stoffe più leggere in cotone, i nastri, i pizzi e i ricami a colorare e arricchire gli austeri costumi montanari. Particolarmente ricco è poi il corredo di accessori e gioielli in oro: spille, orecchini e, soprattutto, croci.
Il museo è anche il punto di partenza dei percorsi diretti alle suggestive e caratteristiche frazioni, con i forni per la cottura del pane, le antiche fontane e le meridiane: veri e propri itinerari culturali alla riscoperta della saggezza antica. Sulla facciata del museo, in occasione delle Olimpiadi del 2006, l’associazione “Horologium” ha realizzato un grande quadrante solare, che è diventato una sorta di insegna del museo. La struttura principale del quadrante è sostituita dalla figura di una mamma, in dimensioni naturali, vestita in un antico costume da festa. La figura femminile è affiancata da un ragazzo. Quest'ultimo ha ai piedi un paio di sci originali, che sono stati tagliati e che, opportunamente affiancati, creano una lama di luce la cui punta è lo gnomone dell’orologio. Le due figure, inserite in un paesaggio alpino, sono inscritte nella sagoma della “toque”, la caratteristica cuffia colorata della donna pragelatese, evidenziata in rosso, elemento visivo essenziale e "marchio" della comunicazione del museo.
CERVETTI: “AIUTARE I PRAGELATESI A FARE RETE CON LE ALTRE REALTÀ CULTURALI MONTANE”
“Una realtà come il museo di Pragelato, già da tempo inserita nella rete ecomuseale creata negli anni ’90 dall’allora Provincia di Torino, merita di essere valorizzata e rilanciata, per tutelare un patrimonio culturale di fondamentale importanza. - sottolinea la Consigliera metropolitana Barbara Cervetti - Vogliamo sostenere questo e altri musei che raccolgono le testimonianze delle comunità montane e rurali. Possiamo e dobbiamo operare soprattutto sul versante della comunicazione degli eventi e delle opportunità e nella costruzione di una rete con le istituzioni culturali e scolastiche dell’intero territorio della Città metropolitana. La stagione invernale si avvicina e il museo di Pragelato è un’attrattiva importante per quei turisti che vogliono abbinare agli sport invernali le scoperta delle peculiarità delle nostre vallate alpine”.
Grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, delle volontarie e dei volontari della Fondazione Guiot Bourg, durante la stagione sciistica il Museo del Costume e delle tradizioni delle genti alpine di Pragelato sarà visitabile tutti i sabati pomeriggio e nel periodo delle vacanze natalizie.
Per informazioni e prenotazioni: Fondazione Guiot Bourg, telefono e fax 0122-78800, cellulare 348-4434357, e-mail: biblioteca.pragelato@gmail.com">biblioteca.pragelato@gmail.com
Il reportage televisivo della visita della Consigliera metropolitana Barbara Cervetti al Museo del Costume e delle tradizioni delle genti alpine di Pragelato è visibile nel Canale Multimediale del portale Internet della Città Metropolitana alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/multimedia.shtml
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Proseguono le visite guidate a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna. L’ottavo appuntamento dell’anno è previsto per le ore 10 di sabato 17 ottobre nella sede storica della Provincia di Torino, ora Città metropolitana. Nel 2015 le visite a Palazzo Cisterna si svolgono il terzo sabato di ogni mese, escluso agosto. Gli appuntamenti successivi a quello del 17 ottobre sono quindi fissati per il 21 novembre e il 19 dicembre. Palazzo Dal Pozzo della Cisterna è aperto ai visitatori su prenotazione telefonica al numero 011-8612644. Si può prenotare telefonando dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 16 e il venerdì dalle 9 alle 13, oppure inviando una e-mail all’indirizzo urp@cittametropolitana.torino.it Le visite si effettuano con un minimo di dieci adesioni. Il complesso è anche visitabile, sempre su prenotazione, dal lunedì al venerdì, il mattino dalle scuole (dalle 9,30 alle 13), il pomeriggio da associazioni e gruppi di cittadini (dalle 14 alle 17).Sabato 17 ottobre sarà anche l’ultimo giorno utile per visitare la mostra “Voci e immagini per l'Armenia”, allestita a Palazzo Cisterna dall'associazione solidale di volontariato AS.SO nell'ambito del progetto “Armenia oggi, tra passato e futuro” e in occasione del centenario del genocidio degli armeni. L’inaugurazione è in programma giovedì 8 ottobre alle 17.
La visita di sabato 17 ottobre sarà accompagnata come sempre da due gruppi storici iscritti all’Albo della Città Metropolitana di Torino: “Nobiltà Sabauda” di Rivoli e “La lavandera e ij lavandè 'd Bertula” di Torino.
Il gruppo “Nobiltà Sabauda” è stato costituito nel 1997 in occasione della manifestazione rivolese “C’era una volta un Re“, una rievocazione storica dell’abdicazione del Re Vittorio Amedeo II nel 1730. Il gruppo è suddiviso in due sezioni: “Nobiltà Sabauda 1730“ e “Nobiltà Sabauda 1861“, costituito quest’ultimo in vista delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ne fanno parte una quarantina di persone, che indossano splendidi abiti, molto curati nei particolari, realizzati nel massimo rispetto del rigore storico che da sempre caratterizza il lavoro del gruppo. Con le sue differenti proposte di spettacolo (teatro, danze e sfilate) in occasione di eventi culturali, rievocazioni storiche, fiere e sagre popolari, “Nobiltà sabauda” ricrea il modo di vivere e le atmosfere dei secoli XVIII e XIX. Suggestivi palazzi d’epoca e incantevoli piazze cittadine diventano teatro di scene di vita quotidiana popolare, borghese e aristocratica. Per saperne di più: www.nobiltasabauda.net.
L’associazione “La lavandera e ij lavandè 'd Bertula” rievoca l’attività dei lavandai che operavano nella borgata Bertolla di Torino fino agli anni ’60, quando il loro lavoro venne sostituito dalle lavatrici meccaniche. Il gruppo storico culturale è stato costituito nel 1992 dai figli dei lavandai, per valorizzare le tradizioni del rione. Nel 2000 è entrato a far parte del’associazione anche il gruppo dei “Teracin del Po”, ampliando l’attività di promozione delle tradizioni, delle usanze e dei personaggi storici di Bertolla attraverso la partecipazione a manifestazioni, feste, carnevali, raduni e sagre paesane. Il gruppo storico realizza e divulga pubblicazioni e materiale storico e culturale, partecipa al Centro di Interpretazione della Circoscrizione 6 ed è inserito nel contesto dell’Ecomuseo urbano della Città di Torino. Ha inoltre allestito nei locali della parrocchia “San Grato” di strada Bertolla il Museo dei Lavandai, che singoli cittadini, gruppi e scolaresche possono visitare su prenotazione. Per saperne di più si può telefonare ai numeri 011- 2731880 e 349-8722649.
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