I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Cultura

Giovedì 3 marzo alle 18 nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria, 12, il direttore del quotidiano “La Stampa”, Maurizio Molinari, presenterà il suo libro Jihad - Guerra all'Occidente”, edito da Rizzoli. Introdurrà l’incontro Gian Enrico Rusconi, professore emerito di Scienze Politiche all'Università di Torino e collaboratore de “La Stampa”. La presentazione è organizzata dal Centro Culturale Mario Pannunzio.

Il volume scritto da uno dei più autorevoli osservatori a livello internazionale dei conflitti in Medio Oriente, propone un quadro completo delle potenze in gioco e dei protagonisti che lottano per la supremazia in Occidente e nel mondo islamico. Maurizio Molinari disegna per la prima volta una mappa dettagliata del fenomeno Jihad. Nei novemila chilometri che separano Tangeri da Peshawar è presente una galassia di gruppi, organizzazioni, cellule e tribù rivali fra loro, ma accomunate dal predicare la Jihad come forma di dominio sul prossimo. Il risultato è un conflitto di civiltà tutto interno al mondo musulmano e che ha identificato nell'Europa un proprio campo di battaglia.

I colleghi giornalisti sono cordialmente invitati ad intervenire.

L’ingresso è libero sino ad esaurimento dei posti disponibili

Cultura

20 scrittori, 20 differenti poetiche che scrivono di una Città e il territorio che la cinge, con le colline e l’arco alpino a fare da cornice, la pianura che porta verso il mare, la campagna e l’industria, la fabbrica, il cambiamento, i musei, l’arte e le strade rigidamente disegnate a perpendicolo. Torino unita a quel territorio che eravamo abituati a chiamare “Provincia”, osservata attraverso occhi attenti e premurosi e raccontata con storie che legano presente e passato. Tutto questo in “Cieli su Torino”, libro che, alla vigilia del decimo anniversario dell’inaugurazione delle Paralimpiadi di Torino 2006, sarà presentato mercoledì 9 marzo alle 11 nella Sala Consiglieri di Palazzo Del Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana, in via Maria Vittoria 12.

Alla presentazione interverranno il Sindaco di Torino e Sindaco metropolitano Piero Fassino, la Consigliera delegata alla cultura, al turismo e allo sport Barbara Cervetti, la Presidente della FISIP-Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici Tiziana Nasi, il curatore del volume Renzo Sicco e due degli autori del libro Darwin Pastorin ed Elvio Fassone.

Ai giornalisti che interverranno alla presentazione il libro verrà offerto in omaggio, sino all’esaurimento delle copie disponibili.

Cieli su Torino” è stato ripubblicato per i tipi dell’editrice Claudiana in una versione aggiornata, a dieci anni da una prima edizione che nacque appunto nell’anno dello straordinario successo delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi. Nel 2016 “Cieli su Torino” arriva alle stampe in una versione “metropolitana” che, attraverso lo specchio letterario, offre occasione per guardare ad una Città legata indissolubilmente al territorio che la circonda. E’ un altro passo della costruzione, per i cittadini-lettori, di un Ente capace di legare tra loro e di far lavorare insieme a progetti comuni terre, città e paesi, uniti da un comune spirito e futuro.

"Grazie alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi del 2006 Torino e le valli di Susa, Chisone, Germanasca e Pellice hanno in qualche modo cambiato pelle.  -sottolineano il Sindaco metropolitano Piero Fassino e la Consigliera metropolitana Barbara Cervetti La città e il territorio montano non hanno certamente ripudiato la propria identità, la propria cultura e il proprio passato. Ci siamo però aperti al mondo. Mostrare le nostre bellezze e le nostre peculiarità e dimostrare il nostro savoir-faire a decine di migliaia tra atleti, tecnici, giornalisti, dirigenti sportivi e turisti olimpici e paralimpici ci ha insegnato un'arte dell'accoglienza che prima ci era quasi ignota. Siamo saliti sulla ribalta mediatica mondiale e, grazie ad una offerta turistica, sportiva e culturale in costante evoluzione, su quel palcoscenico ci siamo rimasti, dimostrando che i Giochi Invernali del 2006 sono stati non un punto di arrivo ma un punto di svolta. Ancora una volta Torino ha saputo reinventarsi un ruolo, stupendo non più soltanto l'Italia ma il mondo intero".

“Ogni città è un caleidoscopio di piazze e strade, di monumenti e case, di storia e storie. – spiega il curatore Renzo Sicco - Torino lo è da sempre, più di molte altre, visto il suo passato di duplice capitale, del Regno Sabaudo e d’Italia. Ma due guerre mondiali, il fascismo, il prezzo del benessere della ricostruzione e del miracolo economico l’avevano ingrigita , almeno fino al vento olimpico del febbraio 2006, che ne ha svelato il passato agli occhi del mondo, inaugurando un futuro con nuovi ritmi e tempi. In ‘Cieli su Torino’ alcuni scrittori che a vario titolo l’hanno conosciuta ne ripercorrono l’antica e la nuova toponomastica, luoghi scomparsi o del tutto rinnovati, gusti e profumi, personaggi di primo piano e gente comune, cittadini orgogliosi di una città ormai amata da molti. Renzo Sicco, regista e autore teatrale, dal 1989 è direttore artistico di Assemblea Teatro, una tra le più attive realtà culturali del Paese, per cui ha scritto e diretto oltre cinquanta spettacoli. Per l’editrice Claudiana ha pubblicato “Il funerale di Neruda” (con Luis Sepúlveda), “Fuochi” (con Marina Jarre) e “Orfana di figlio. I giovedì delle Madres de Plaza de Mayo” (con Massimo Carlotto e Taty Almeida).

Gli autori che hanno scritto per “Cieli su Torino”

Fabio Arrivas, Giuseppe Culicchia, Laura Curino, Erri De Luca, Andrea Demarchi, Giacomo Di Girolamo, Elvio Fassone, Gian Luca Favetto, Fabio Geda, Gero Giglio, Marina Jarre, Davide Longo, Laura Mancinelli, Alessandro Perissinotto, Enrico Remmert, Gianni Romeo, Darwin Pastorin, Gabriele Romagnoli, Alberto Salza, Younis Tawfik



Cultura

Di fronte allo strapotere della finanza, delle multinazionali globalizzate e dei grandi gruppi bancari, gli Stati e i governi nazionali sono ormai divenuti poteri residuali, privi di strumenti decisivi per sostenere lo sviluppo economico e la qualità della vita sociale? E’ questo l’interrogativo che giovedì 18 febbraio alle 17 nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna (sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12) sarà al centro del secondo incontro del semestre 2016 della Scuola per la Buona Politica di Torino, diretta dal professor Michelangelo Bovero.

La relatrice dell’incontro sarà Maria Rosaria Ferrarese, docente di Filosofia del Diritto all’Università di Cagliari. La professoressa Ferrarese ha diretto numerosi progetti di ricerca e fa parte dei comitati scientifici di varie riviste. Dal 1998 svolge attività di consulenza per la casa editrice Il Mulino, curando in particolare la selezione di opere straniere per la traduzione italiana. Nell’ultimo decennio la sua ricerca si è concentrata sui cambiamenti istituzionali e giuridici indotti dal processo di globalizzazione. Su questi temi ha scritto volumi e numerosi articoli pubblicati su riviste italiane e straniere e ha tenuto varie relazioni e conferenze in convegni e sedi nazionali ed internazionali.

Il programma dei successivi incontri della Scuola per la Buona Politica

- giovedì 10 marzo alle 17: Leopoldo Nascia sul tema “Un mondo pieno di armi”

- giovedì 14 aprile alle 17: Claudio De Fiores sul tema “Quali poteri per i cittadini? Dopo le riforme”

- giovedì 19 maggio alle 17: Mario Pianta sul tema “I mercati, il denaro, il capitale”

Cultura

Si chiamano Eleonora Bergantin e Carlo Isnardi e, nella sessantaduesima edizione dello storico Gran Carnevalone di Chivasso, impersonano “La Bela Tôlera” e “L’Abbà”. I due personaggi principali del Carnevale sono stati ricevuti stamani a Palazzo Cisterna da Barbara Cervetti, Consigliera metropolitana delegata alla cultura e al turismo, insieme alle Dame, agli Alfieri, ai Paggetti e al Presidente della Pro Loco Chivasso “L’Agricola”, Davide Chiolerio.

La consueta visita dei personaggi del Carnevale di Chivasso a Palazzo Cisterna ha coinciso anche quest’anno con il “Martedì grasso” ed è stata l’occasione per ribadire quanto sia importante mantenere e tramandare le tradizioni di una comunità locale. L’appuntamento più importante del 2016 con l’Abbà, la Tôlera e la corte è per domenica 14 febbraio, quando le vie di Chivasso ospiteranno, già dal mattino, il Gran Carnevalone, la sfilata di carri allegorici la cui prima edizione risale al 1951, ano in cui le condizioni climatiche avverse non permisero lo svolgersi della tradizionale sfilata di Carnevale. Il rimedio fu presto trovato: la sfilata fu rimandata alla prima domenica di Quaresima ed il Carnevale divenne Carnevalone, una manifestazione che ha conosciuto negli anni un'evoluzione ed un incremento così ampio da coinvolgere carri allegorici, maschere e bande provenienti da tutta Europa.

Per saperne di più: www.carnevalonedichivasso.it

A nome del Consiglio Metropolitano, la Consigliera Barbara Cervetti ha ringraziato l’amministrazione comunale, gli organizzatori ed i protagonisti del Carnevale per l’impegno nel portare avanti le tradizioni chivassesi. “La vostra presenza oggi a Torino e, soprattutto, il fitto calendario di impegni e visite che affrontate con entusiasmo in queste settimane nella vostra città testimoniano l’attaccamento e l’interesse dei chivassesi per le vicende politiche e sociali e le tradizioni culturali del loro passato. – ha sottolineato la Consigliera delegata alla cultura e al turismo – Ho avuto modo di constatare di persona l’entusiasmo con cui a Chivasso si vivono le tradizioni carnevalesche. E’ un entusiasmo che contagia anche e soprattutto i giovani, che imparano così ad amare le tradizioni, la storia e la cultura della propria comunità, preparandosi così a diventare cittadini che si indentificano con il territorio, lo amano e ne difendono l’identità. La Città Metropolitana patrocina l’evento, proseguendo l’impegno e l’attenzione che la Provincia di Torino ha sempre avuto per il patrimonio storico e culturale locale”.

I PROTAGONISTI DEL CARNEVALE DI CHIVASSO

La Bela Tôlera

Il Personaggio della Bela Tôlera nacque nel 1905 per iniziativa dell’allora Circolo di Agricoltura, Industria e Commercio “L’Agricola”, progenitore dell’attuale Pro Loco Chivasso “L’Agricola”. A quel tempo erano di moda le feste di mercato, con lo scopo di valorizzare le produzioni locali. In quell’ambito nacque l’idea di nominare una vera e propria Regina del mercato di Chivasso: la Bela Tôlera. Il nome trae origine dal simpatico appellativo di “face ‘d tola”, affibbiato ai Chivassesi perché, in passato, il campanile del Duomo era sormontato da una guglia fasciata di latta, che rifletteva i raggi del sole, poi abbattuta in seguito ai danni subìti nel corso dell’assedio del 1705. A partire dal 1948 la Bela Tôlera è accompagnata dall’Abbà e, da qualche anno a questa parte, da quattro Damigelle, quattro Alfieri e due Paggetti.

L'Abbà

Il Personaggio dell’Abbà, sebbene abbia assunto solo dal 1948 il ruolo di Signore del Carnevale, vanta origini ben più remote, che sono legate a feste in un primo tempo pagane e successivamente cristiane. Risalgono al XIV secolo le prime notizie sulla figura dell’Abbà, scelto per guidare la “Confraternita o Società degli Stolti”, nata sul modello di analoghe iniziative sorte in varie parti d’Italia (ad esempio “l’Abbazia dei Pazzi” di Torino). Nel 1434, dopo gli inutili tentativi per sciogliere d’autorità la Società, furono gli argomenti persuasivi del Prevosto, don Giacobino Cresti, ad indurre i soci a mutare costume. Da quel momento la festa della Società assunse il carattere e la natura di cerimonia religiosa. Fu assunto come protettore San Sebastiano e fu eretta in Duomo una cappella della Società, che nel frattempo aveva assunto la denominazione ufficiale di “Società di San Sebastiano”. Da quel momento l’Abbà assunse la veste di patrocinatore e, successivamente, di mecenate della festa. In occasione della festa patronale di San Sebastiano, il 20 gennaio, egli, dopo aver assistito al Vespro solenne in Duomo, sfilava per la città acclamato dalla popolazione, alla quale lanciava dolciumi ed arance. In forza del pubblico riconoscimento, avvenuto nel 1452 da parte della Credenza Pubblica della Città, nel periodo carnevalesco l’Abbà godeva di speciali prerogative, tra le quali il potere di giudicare su tutte le controversie tra i Chivassesi e liberare, se possibile, i carcerati. I mutamenti sociali e di costume portarono al declino della figura dell’Abbà, che scomparve definitivamente nel 1878. Fu nuovamente riproposta nel 1948, quando le fu attribuito il ruolo di Signore del Carnevale, accanto alla la Bela Tôlera. A ricordo delle prerogative di cui godeva un tempo, dopo la sua investitura l’Abbà legge il Proclama contenente le sue volontà sullo svolgimento della festa e, in tono scherzoso, esprime pareri sull’andamento della vita pubblica cittadina. L’Abbà veste attualmente la divisa originale ottocentesca della “Veneranda Società di San Sebastiano”.

Cultura

Sabato 20 febbraio sarà l’associazione Sbandieratori e Musici Città di Grugliasco ad animare e a rendere ancora più interessante la visita guidata a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino. Anche nel 2016 le visite si svolgono il terzo sabato del mese a partire dalle ore 10 e sono accompagnate da esibizioni dei gruppi storici appartenenti all'Albo della Città Metropolitana di Torino. Gli appuntamenti successivi a quello di febbraio sono per il 19 marzo, il 16 aprile, il 21 maggio, il 18 giugno, il 16 luglio, il 17 settembre, il 15 ottobre, il 19 novembre e il 17 dicembre.


Palazzo Dal Pozzo della Cisterna è comunque sempre aperto ai visitatori su prenotazione telefonica al numero 011-8612644, dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 16 e il venerdì dalle 9 alle 13. Per prenotare la visita si può anche inviare una e-mail all’indirizzo urp@cittametropolitana.torino.it. Le visite si effettuano con un minimo di dieci adesioni. Il complesso è anche visitabile sempre su prenotazione, dal lunedì al venerdì il mattino dalle 9,30 alle 13 dalle scuole, nel pomeriggio dalle 14 alle 17 da associazioni e gruppi di cittadini.

L'Associazione Sbandieratori e Musici Città di Grugliasco è nata nel 1986 come gruppo “Borgo del Gerbo” in seno al comitato organizzatore del tradizionale "Palio della Gru". Il Palio si svolge ogni anno la prima domenica di giugno a Grugliasco e rievoca gli avvenimenti accaduti nel 1599, dopo la cessazione della pestilenza che dilagò in tutto il Nord Italia. L’associazione ha ottenuto innumerevoli  riconoscimenti durante manifestazioni turistiche, tornei, feste cittadine e rassegne promozionali. Dal 1991 al 2014è  stata affiliata alla Lega Italiana Sbandieratori e ha partecipato agli annuali campionati italiani. Nel 2000 ha organizzato il Campionato Nazionale Sbandieratori della LIS, che si è svolto a Torino nelle piazze Castello e Palazzo di Città e nel cortile del Castello del Valentino. Dal 2015 l’associazione è affiliata alla Federazione Italiana Sbandieratori. Nel 1994 ha dato vita ad una scuola per piccoli sbandieratori e tamburini, che propone ai bambini e ai ragazzi delle scuole di Grugliasco e altri Comuni vicini regolari corsi per imparare a destreggiarsi con la bandiera o la ritmica dei tamburi. Attualmente il Gruppo è composto da circa 60 elementi tra gonfaloniere (o vessillifero), tamburini (con rullanti e timpani), chiariniste, sbandieratori e sbandieratrici; tutti rigorosamente vestiti in costumi d'epoca. Il loro repertorio artistico, tra rulli di tamburi e squilli di chiarine, si articola in esibizioni singole, di coppiaedi squadra, sviluppando figure via via più complesse, oltre ad un’articolata coreografia presentata durante le sfilate accompagnate dalle note dei Musici. Il fiore all'occhiello è senz'altro l'esibizione notturna, durante la quale, nel buio della notte, bandiere fluorescenti volteggiano all'incessante ritmo dei tamburi.

PER SAPERNE DI PIÙ SU PALAZZO CISTERNA, SULLA SUA STORIA, SULLE POSSIBILITA’ DI VISITA E PER AMMIRARE LE FOTO PANORAMICHE A 360°

http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/urp/visita-palazzo-cisterna/storia-palazzo

http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/urp/visita-palazzo-cisterna

http://www.cittametropolitana.torino.it/multimedia/virtual/palazzo_cisterna_esterni.shtml

Cultura

Partecipazione e commozione da parte di un pubblico qualificato mercoledì 27 gennaio a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, in occasione dell’inaugurazione della mostra “A rischio della propria vita”, allestita per celebrare il Giorno della Memoria dedicato alle vittime dell’Olocausto.

La mostra sarà visitabile al “piano nobile” della sede della Città Metropolitana di Torino sino a venerdì 12 febbraio ed è stata realizzata dal Museo della storia degli ebrei polacchi POLIN e dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia, in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino, il Consolato Generale di Polonia a Milano, il Consolato onorario di Polonia a Torino, la Comunità Ebraica di Torino e la Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie.

La mostra verrà successivamente riallestita nel Museo della Resistenza di Collegno, in piazza Cavalieri della Santissima Annunziata 7. Prima dell’inaugurazione a Palazzo Cisterna, è stata visitata dal Sindaco metropolitano Piero Fassino che, avendo un altro impegno istituzionale nel quadro delle manifestazioni per il Giorno della Memoria, ha lasciato al Vicesindaco Alberto Avetta il compito di accogliere ufficialmente il Console generale di Polonia a MilanoJerzy Adanczyk, la presidente della Comunità Polacca torinese Wanda Romer,il presidente della Comunità Ebraica torineseDario Disegni e ilConsole onorario della Repubblica di Polonia a Torino Ulrico Leiss de Leimburg. All’inaugurazione erano presenti le Consigliere metropolitane Barbara Cervetti (delegata alla Cultura, al Turismo, allo Sport e alle politiche giovanili) e Lucia Centillo (delegata ai Diritti sociali, alla Parità e al Welfare).

I diciotto pannelli in cui si articola la mostra presentano i volti, le storie e le motivazioni dei polacchi che salvarono gli ebrei nel periodo dell’occupazione tedesca e dell’Olocausto, dal 1939 al 1945, illustrando le circostanze, le motivazioni, il significato morale e le proporzioni del loro aiuto. L’esposizione si basa sull’eccezionale collezione di testimonianze dei polacchi proclamati “Giusti tra le Nazioni” dallo Stato di Israele e di coloro che vennero salvati, raccolta nell’ambito del progetto museale “I Giusti polacchi e il recupero della memoria”. Il titolo di “Giusto tra le Nazioni” viene assegnato dall’Istituto per la memoria dei martiri e degli eroi dell’Olocausto Yad Vashem di Gerusalemme ed è stato finora riconosciuto da oltre 24.000 persone di 47 Paesi: un quarto di loro sono polacchi.

IN MOSTRA ANCHE LE MEMORIE DELL’OLOCAUSTO CONSERVATE NELLA BIBLIOTECA “GIUSEPPE GROSSO”

Alla figura di Primo Levi si ispira un’altra esposizione allestita nella sede della Città Metropolitana di Torino in occasione del Giorno della Memoria, ricorrendo ai materiali conservati nella Bibliotecadi storia e cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”, che ha da sempre la sua sede a Palazzo Cisterna. I materiali provengono in primis dal Fondo Valdo Fusi. Si parte dunque dagli atti del convegno “In memoria di Primo Levi: la dignità dell’uomo”, tenutosi a Saronno nell’aprile del 1997. Si prosegue con una documentazione relativa al tema della deportazione e dell’annientamento degli ebrei: un fascicolo a cura dell’Aned sul campo di concentramento di Melk, pubblicato nel 1993 nel 48° anniversario della Liberazione; il libro “Morte alla gola” di Carlo Lajolo, che contiene in forma di diario le memorie di un partigiano deportato a Mauthhausen; il volume “Una misura onesta” a cura di Anna Bravo e Daniele Jalla, che raccoglie memorie della deportazione dall’Italia. Del 1998 è il libro “Deportazione, memoria, comunità”, una ricognizione storica di Alberto Lovatto sui vercellesi, biellesi e valsesiani imprigionati nei lager nazisti. Segnaliamo inoltre gli atti del convegno internazionale “Il dovere di testimoniare”, tenutosi a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, il 28 e 29 ottobre1983; “Il treno della memoria”, volume a cura del Centro studi di Acmos dedicato al progetto ideato dall’associazione Terra del Fuoco per ripercorrere e riconoscere le tappe storiche dell’orrore; “Achtung! Dachau. Il dolore della memoria” di Beppe Berruto e Valerio Morello; “Nella notte straniera” di Alberto Cavaglion, sulla marcia degli ebrei di Saint Martin Vésubie al campo di internamento di Borgo San Dalmazzo; infine i ritratti fotografici “Sopravvissuti”, raccolti da Simone Gosso.

MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO LA PROIEZIONE DEL FILM “SALVATI”

Mercoledì 3 febbraio alle 10 a Palazzo dal Pozzo della Cisterna si terrà la proiezione del film: “Salvati”, dedicato alle vicende degli ebrei salvati dalla Shoah, intervistati in Israele, dove vivono attualmente. Alla proiezione seguirà un convegno a cui parteciperanno le curatrici della mostra “A rischio della propria vita”, Klara Jackl e Joanna Król, la seconda delle quali è anche regista del film. Le curatrici giungeranno appositamente a Torino da Varsavia per partecipare all’iniziativa. Terrà inoltre una relazione il professor Marco Brunazzi, vicepresidente dell’Istituto di studi storici “Gaetano Salvemini” di Torino.

Cultura

Si intitola “A rischio della propria vita” la mostra che, in occasione del Giorno della Memoria, sarà inaugurata mercoledì 27 gennaio alle 18 a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, per iniziativa del Museo della Storia degli Ebrei Polacchi POLIN e del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia, in collaborazione con la Città Metropolitana, il Consolato Generale di Polonia in Milano, il Consolato di Polonia in Torino, la Comunità Ebraica di Torino e la Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie. All’inaugurazione saranno presenti le autorità cittadine, le rappresentanze diplomatiche della Repubblica di Polonia e delle comunità polacca ed ebraica torinesi. La mostra sarà visitabile a Palazzo Cisterna sino a venerdì 12 febbraio, negli orari di apertura degli uffici della Città Metropolitana, dalle 10 alle 17.

La mostra presenta i volti, le storie e le motivazioni dei polacchi che salvarono gli ebrei nel periodo dell’occupazione tedesca e dell’Olocausto, dal 1939 al 1945, illustrando le circostanze, le motivazioni, il significato morale e le proporzioni del loro aiuto. L’esposizione si basa sull’eccezionale collezione di testimonianze dei polacchi proclamati “Giusti tra le Nazioni” dallo Stato di Israele e di coloro che vennero salvati, raccolta nell’ambito del progetto museale “I Giusti polacchi e il recupero della memoria”.

I polacchi, testimoni dei crimini tedeschi contro gli ebrei, dovettero misurarsi in modo diretto e particolarmente crudo con l’Olocausto: sottoposti al brutale terrore della guerra e dell’occupazione nazista e sovietica seguita allo scellerato Patto Molotov-Ribbentrop del 1939, furono testimoni dello sterminio dei propri vicini di casa ebrei. Nella Polonia sotto l’occupazione nazista, a differenza dei paesi dell’Europa occidentale, per chi prestava soc­corso agli ebrei c’era la condanna a morte. I polacchi che operarono per salvare gli ebrei agirono in condizioni di pericolo e di paura estremi, nell’assoluta clandestinità. Rischiarono la propria vita e quella dei propri familiari. Decidendo di dare aiuto, erano consapevoli di poter fare la stessa fine di chi intendevano soccorrere. Grazie al loro eroismo, riuscirono a salvarsi decine di migliaia di ebrei polacchi.

Nel 1963 il Parlamento israeliano decise di onorare con il titolo di “Giusto tra le Nazioni” coloro che contribuiro­no disinteressatamente alla salvezza degli ebrei durante l’Olocausto. Il titolo è assegnato dall’Istitu­to per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto Yad Vashem di Gerusalemme. È stato finora riconosciu­to a oltre ventiquattromila persone di 47 Paesi: un quar­to di loro sono polacchi.

A partire dalla storica svolta del 1989, la Polonia si è im­pegnata nel recupero della memoria sugli ebrei polac­chi. Il lavoro continua tutt’oggi, con analisi sui rapporti tra ebrei e polacchi durante la seconda guerra mondia­le, discutendo, tra l’altro, se i polacchi avrebbero potuto fare di più per gli ebrei e per informare il mondo del loro sterminio.

IN MOSTRA ANCHE LE MEMORIE DELL’OLOCAUSTO NEI VOLUMI E NEI DOCUMENTI DELLA BIBLIOTECA “GIUSEPPE GROSSO”

Una memoria attiva, come ci ha insegnato Primo Levi, significa per ognuno intendere i crimini della storia come un male fatto a ciascuno di noi, a ciascun essere umano. La momoria aiuta a rispondere ad alcune domande fondamentali: ad esempio (come diceva ancora Primo Levi), in che modo operare affinché ciò che è accaduto non ritorni sotto nuove forme. E’ dunque fondamentalmente alla figura di Primo Levi che si ispira un’altra esposizione allestita nella sede della Città Metropolitana di Torino in occasione del Giorno della Memoria, ricorrendo ai materiali conservati nella Bibliotecadi storia e cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”, che ha da sempre la sua sede a Palazzo Cisterna. I materiali provengono in primis dal Fondo Valdo Fusi. Si parte dunque dagli atti del convegno “In memoria di Primo Levi: la dignità dell’uomo”, tenutosi a Saronno nell’aprile del 1997. Si prosegue con una documentazione relativa al tema della deportazione e dell’annientamento degli ebrei: un fascicolo a cura dell’ANED sul campo di concentramento di Melk, pubblicato nel 1993 nel 48° anniversario della Liberazione; il libro “Morte alla gola” di Carlo Lajolo, che contiene in forma di diario le memorie di un partigiano deportato a Mauthhausen; il volume “Una misura onesta” a cura di Anna Bravo e Daniele Jalla, che raccoglie memorie della deportazione dall’Italia. Del 1998 è il libro “Deportazione, memoria, comunità”, una ricognizione storica di Alberto Lovatto sui vercellesi, biellesi e valsesiani imprigionati nei lager nazisti. Segnaliamo inoltre gli atti del convegno internazionale “Il dovere di testimoniare”, tenutosi a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, il 28 e 29 ottobre1983; “Il treno della memoria”, volume a cura del Centro Studi di Acmos dedicato al progetto ideato dall’associazione Terra del Fuoco per ripercorrere e riconoscere le tappe storiche dell’orrore; “Achtung! Dachau. Il dolore della memoria” di Beppe Berruto e Valerio Morello; “Nella notte straniera” di Alberto Cavaglion, sulla marcia degli ebrei di Saint Martin Vésubie al campo di internamento di Borgo San Dalmazzo; infine i ritratti fotografici “Sopravvissuti”, raccolti da Simone Gosso.

MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO LA PROIEZIONE DEL FILM “SALVATI”

Mercoledì 3 febbraio alle 10 a Palazzo dal Pozzo della Cisternasi terrà la proiezione del film: “Salvati, dedicato alle vicende degli ebrei salvati dalla Shoah, intervistati in Israele, dove vivono attualmente. Alla proiezione seguirà un convegno a cui parteciperanno le curatrici della mostra “A rischio della propria vita, Klara Jackl e Joanna Król, la seconda delle quali è anche regista del film. Le curatrici giungeranno appositamente a Torino da Varsavia per partecipare all’iniziativa. Terrà inoltre una relazione il professor Marco Brunazzi, Vicepresidente dell’Istituto di studi storici “Gaetano Salvemini” di Torino.

Cultura

Si intitola “A rischio della propria vita” la mostra che, in occasione del Giorno della Memoria, sarà inaugurata mercoledì 27 gennaio alle 18 a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, per iniziativa del Museo della Storia degli Ebrei Polacchi POLIN e del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia, in collaborazione con la Città Metropolitana, il Consolato Generale di Polonia in Milano, il Consolato di Polonia in Torino, la Comunità Ebraica di Torino e la Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie. All’inaugurazione saranno presenti le autorità cittadine, le rappresentanze diplomatiche della Repubblica di Polonia e delle comunità polacca ed ebraica torinesi. La mostra sarà visitabile a Palazzo Cisterna sino a venerdì 12 febbraio, negli orari di apertura degli uffici della Città Metropolitana, dalle 10 alle 17.

La mostra presenta i volti, le storie e le motivazioni dei polacchi che salvarono gli ebrei nel periodo dell’occupazione tedesca e dell’Olocausto, dal 1939 al 1945, illustrando le circostanze, le motivazioni, il significato morale e le proporzioni del loro aiuto. L’esposizione si basa sull’eccezionale collezione di testimonianze dei polacchi proclamati “Giusti tra le Nazioni” dallo Stato di Israele e di coloro che vennero salvati, raccolta nell’ambito del progetto museale “I Giusti polacchi e il recupero della memoria”.

MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO LA PROIEZIONE DEL FILM “SALVATI”

Mercoledì 3 febbraio alle 10 a Palazzo dal Pozzo della Cisternasi terrà inoltre la proiezione del film: “Salvati, dedicato alle vicende degli ebrei salvati dalla Shoah, intervistati in Israele, dove vivono attualmente. Alla proiezione seguirà un convegno a cui parteciperanno le curatrici della mostra “A rischio della propria vita, Klara Jackl e Joanna Król, la seconda delle quali è anche regista del film. Le curatrici giungeranno appositamente a Torino da Varsavia per partecipare all’iniziativa. Terrà inoltre una relazione il professor Marco Brunazzi, Vicepresidente dell’Istituto di studi storici “Gaetano Salvemini” di Torino.

IL RICORDO DEI SEIMILA POLACCHI PROCLAMATI “GIUSTI TRA LE NAZIONI” PER AVER SALVATO GLI EBREI DALL’OLOCAUSTO

La mostra consente di comprendere quanto e come i polacchi, testimoni dei crimini tedeschi contro gli ebrei, dovettero misurarsi in modo diretto e particolarmente crudo con l’Olocausto. Sottoposti al brutale terrore della guerra e dell’occupazione nazista e sovietica seguita allo scellerato Patto Molotov-Ribbentrop del 1939, i polacchi dovette­ro nel medesimo tempo assistere alla spietata crudel­tà dello sterminio dei propri vicini di casa ebrei. Nella Polonia sotto l’occupazione nazista, a differenza dei paesi dell’Europa occidentale, per chi prestava soc­corso agli ebrei c’era la condanna a morte. I polacchi che operarono per salvare gli ebrei agivano in condizioni di pericolo e di paura estremi, nell’assoluta clandestinità. Rischiavano la propria vita e quella dei propri familiari. Decidendo di dare aiuto, erano consapevoli di poter fare la stessa fine di chi intendevano soccorrere. Grazie al loro eroismo riuscirono a salvarsi decine di migliaia di ebrei polacchi.

Nel 1963 il Parlamento israeliano decise di onorare con il titolo di “Giusto tra le Nazioni” coloro che contribuiro­no disinteressatamente alla salvezza degli ebrei durante l’Olocausto. Il titolo è assegnato dall’Istitu­to per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto Yad Vashem di Gerusalemme. È stato finora riconosciu­to a oltre ventiquattromila persone di 47 Paesi: un quar­to di loro sono polacchi.

A partire dalla storica svolta del 1989, la Polonia si è im­pegnata nel recupero della memoria sugli ebrei polac­chi. Il lavoro continua tutt’oggi, con analisi sui rapporti tra ebrei e polacchi durante la seconda guerra mondia­le, discutendo, tra l’altro, se i polacchi avrebbero potuto fare di più per gli ebrei e per informare il mondo del loro sterminio.

Cultura

Domenica 17 gennaio alle ore 15,30 a Rodallo di Caluso, nell'ambito della ricorrenza di Sant'Antonio Abate nel salone in piazza Santa Croce dedicato al prof. Angelo Actis Dato,  si svolgerà la presentazione, curata dalla prof.ssa Paola Ponzetti, dei lavori di restauro effettuati sulla statua della Madonna con Bambino, scultura in legno risalente all'inizio del 1700, e su quella di San Rocco, opera lignea di grande dimensioni, risalente alla seconda metà del 1800. Le due sculture sono custodite nella cappella di San Rocco che, edificata nel 1793 con enormi sacrifici dalla popolazione rodallese, è stata presa in cura, fin dagli inizi del 1800, dalla Badia di San Rocco che negli anni si è occupata del mantenimento della pratica religiosa legata alla devozione a San  Rocco e Sant’Antonio, del mantenimento del nuovo stato di conservazione della cappella e del suo contenuto. Proprio grazie all'intervento della Badia di San Rocco, che nel maggio del 2010 è diventata un'Associazione di volontariato iscritta al Registro Regionale, e al contributo di Fondazione CRT le due sculture lignee sono tornate, con tutta la loro imponenza e bellezza, ad impreziosire la cappella di Rodallo.

"Il recupero e la valorizzazione di queste testimonianze artistiche - spiega Alberto Avetta, vicesindaco della Città metropolitana di Torino - è una messa in valore di risorse che costituiscono la ricchezza, la storia, le radici del nostro territorio".  "Solo prendendoci cura - aggiunge Avetta - delle nostre eccellenze possiamo trasformarle in attrattori culturali per incentivare la scoperta dei nostri Comuni".


Info: www.rodallosanrocco.it



Madonna con Bambino

L'opera è in legno scolpito e dipinto. Il velo della Madonna è realizzato in tela gessata, dipinta e decorata con stelline a pastiglia.
La statua è lineare e slanciata verso l'alto con una leggera torsione del busto. Il movimento è dato dalla gamba sinistra leggermente piegata e dal braccio destro aperto in avanti. Si può supporre che il panneggio di tela continuasse con uno svolazzo alla sinistra delle statua, bilanciando così la scultura. L'opera è di notevole fattura e uno studio stilistico più approfondito potrebbe collocarla a una datazione antecedente o a uno scultore noto.


San Rocco

La statua rappresenta il santo in età giovanile, vestito di una tunica blu fermata in vita e ornata da un motivo floreale ai bordi, con il cappello dietro la schiena, i calzari e il sanrocchino (il mantello) su cui sono applicate le due conchiglie del pellegrino, stringe inoltre, nella mano destra, un bastone ornato di fiori e il santo è colto nell'atto di mostrare la piaga della malattia sulla gamba sinistra, mentre il fedele cane gli porge un pane nero.
Dal punto di vista strutturale e decorativo, premettendo che solo delle analisi radiografiche potrebbero dare conferma alle nostre supposizioni, ci troviamo di fronte ad una statua lignea, come si può dedurre dai fori procurati dagli insetti silofagi, di notevole peso, quasi sicuramente composto da più elementi lignei assemblati insieme cui è seguita una stuccatura, forse in gesso, per rendere più omogenee le superfici e nascondere i punti di giunzione.
Osservando gli incarnati si noterà come la superficie risulti più lucida rispetto a quella degli abiti, probabilmente questo effetto è dovuto ad un diverso tipo di vernice con cui è stata rifinita la statua.
Sia l'abito sia il sanrocchino sono decorati con vari motivi floreali e con una riproduzione del giglio di Francia, inoltre tutte le bordature sono ulteriormente arricchite da una doppia linea, tutte queste decorazioni che nell'intenzione di chi le appose dovevano sembrare d'oro, ad un attento sguardo non risultano essere dorature in senso proprio, bensì solo un strato di colore successivo a quello di base dell'indumento; non si può quindi escludere che si tratti di un intervento successivo.
Curiosa è soprattutto la firma apposta sul lato destro del sanrocchino, in una posizione volutamente non visibile per i fedeli che osservano la statua sempre da una posizione inferiore, si trova infatti il nome "Carolina", scritto in stampatello minuscolo, con lo stesso colore giallo-ocra delle finte dorature.
Si potrebbe trattare del luogo di provenienza della statua (frazione Carolina nel comune di Caluso) oppure del nome dell'artista che realizzò questa statua.


Cultura

A partire da giovedì 21 gennaio nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12, si terranno le lezioni del nono anno di attività didattiche della Scuola per la Buona Politica di Torino, diretta dal professor Michelangelo Bovero, docente di Filosofia Politica all’Università degli Studi di Torino.

La Scuola, nata nel 2008, persegue l’obiettivo della rivitalizzazione di un’opinione pubblica critica, diffusa ed estesa: non si rivolge in modo privilegiato agli studiosi, ma a tutti i cittadini, offrendo spazi e strumenti per la formazione e l’autoformazione democratica. Il programma del semestre didattico 2016 è dedicato al tema Geografia del potere. Per conoscere nel dettaglio i programmi e le modalità per l’iscrizione gli incontri ed ai seminari: www.sbptorino.org

Spiega il professor Bovero: “Dov’è il potere nel mondo attuale? Chi lo detiene? Chi comanda oggi in Europa? E in Italia? Ce lo siamo chiesti con sgomento nei giorni convulsi della crisi greca, quando istituzioni prive di legittimità democratica, agendo al di fuori della cornice giuridica dell’Unione Europea, hanno imposto l’ennesimo piano di austerità a un paese in gravissima recessione. Ce lo stiamo chiedendo più in generale in questi anni, tutte le volte che riforme di ispirazione liberista (anche a livello costituzionale) vengono attuate in ottemperanza a vincoli esogeni, posti al di fuori del nostro controllo. Ma siamo ben consapevoli che a condizionare pesantemente le scelte degli organismi democraticamente eletti sono oggi anche, e forse soprattutto, i poteri anonimi dei mercati, i colossi di Internet, le lobby dei produttori di armi”.


Per riflettere su questi temi, la Scuola per la buona politica di Torino propone dunque un ciclo di lezioni dedicato ad esplorare la Geografia dei poterioggi. Nella prima parte dell’anno, da gennaio a maggio, giuristi, economisti, politologi discuteranno sui poteri formali e informali a livello nazionale e sovranazionale, da Internet ai mercati finanziari globali, al potere delle armi, senza perdere di vista l’impatto che le recenti riforme costituzionali ed elettorali avranno sul “potere del cittadino”.

IL PROGRAMMA DELLE LEZIONI A PALAZZO CISTERNA

- giovedì 21 gennaio alle 17: Juan Carlos De Martin sul tema Internet: il potere della/nella rete”

- giovedì 18 febbraio alle 17: Maria Rosaria Ferrarese sul tema Gli stati, i governi: poteri residuali?”

- giovedì 10 marzo alle 17: Leopoldo Nascia sul tema Un mondo pieno di armi”

- giovedì 14 aprile alle 17: Claudio De Fiores sul tema Quali poteri per i cittadini? Dopo le riforme”

- giovedì 19 maggio alle 17: Mario Pianta sul temaI mercati, il denaro, il capitale”