I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Cultura

Manca ormai solo una settimana all’inizio dell’edizione 2017 del Sestriere Film Festival, evento internazionale dedicato al cinema di montagna la cui settima edizione è in programma al cinema Fraiteve da sabato 29 luglio a sabato 5 agosto, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. Organizzato dall’associazione Montagna Italia, in collaborazione con il Comune di Sestriere e con il Consorzio turistico Via Lattea, il festival del cinema di montagna più alto d’Europa ha sempre un ottimo riscontro sia da parte dei media che del pubblico.
Dal 29 luglio al 4 agosto saranno proiettati ben 26 film in concorso, ma alla giuria –di cui fanno parte Piero Carlesi e Giovanni Verga – sono pervenute in tutto oltre 110 opere, provenienti da 16 nazioni. Gli argomenti delle pellicole spaziano dalle scalate in Sardegna agli spettacoli acrobatici in Francia, dalla scoperta di luoghi poco noti al ritorno alla vita in montagna nel borgo cuneese di Ostana, dall’importanza del Soccorso Alpino alla speleologia. È come sempre fitto il programma degli eventi collaterali.
Grazie alla collaborazione con il Centro di cinematografia e Cineteca del Club Alpino Italiano e al patrocinio della Fondazione Riccardo Cassin, sabato 29 luglio alle 21 il pubblico potrà assistere alla proiezione del film “Jirishanca, il Cervino delle Ande” che vede protagonista il grande alpinista friulano, impegnato nel 1969 sulla vetta della Cordillera di Huayhuash in Perù.
Alla serata inaugurale parteciperà inoltre una donna la cui caparbietà è da un paio di anni un esempio per gli alpinisti di tutto il mondo. Si chiama Eleonora Delnevo e nel 2015, mentre era intenta a scalare le cascate ghiacciate di Nova, in Trentino, è caduta per oltre tenta metri, a seguito di una frana di rocce e ghiaccio, riportando numerose fratture e la paralisi delle gambe. La voglia di tornare ad arrampicare ha aiutato l’alpinista bergamasca a superare i momenti più difficili. Nell’ottobre 2016 ha scalato la parete verticale del monte El Capitan, un enorme monolite granitico che sorge nel parco dello Yosemite, in California. Tra i film in concorso ci sarà “Why not”, del regista Davide Grimoldi, che racconta questa avventura: “un sogno che ha reso possibile l’impossibile”, come dice Eleonora.
Nella serata inaugurale saranno presenti anche i realizzatori dell’app PeakVisor, che permette di individuare l’altezza e i nomi delle montagne del territorio in cui ci si trova, grazie alla videocamera del proprio smartphone, semplicemente inquadrando le vette. Le mappe sono offline e quindi non serve disporre di una connessione Internet.
La soprano Silvia Lorenzi offrirà il suo omaggio musicale alla montagna con un trittico di spettacoli di musica e arte, per la sezione “Montagna & Suoni”. Sabato 29 luglio alle 21 al cinema Fraiteve l’appuntamento sarà con lo spettacolo “Tuo Walter”, in cui l’evocazione sonora costruita per sovrapposizioni di linee vocali accompagnerà la proiezione di immagini di Walter Bonatti, alcune delle quali inedite.
Sabato 5 agosto il Festival si chiuderà con due performance artistiche. Alle 11,30 al rifugio Alpette ci saranno i gesti, le parole e i suoni di “Mal di montagna”, attraverso i quali la montagna canterà di quando era una giovane donna, di come si trasformò in vetta e poi di come l’uomo la percorre e la sfida, pretendendo di amarla e di domarla. Alle 21 al cinema Fraiteve sarà la volta di “Vette di latte”, una performance narrata e cantata, dedicata alla storia di due esseri umani alla ricerca del senso della vita.
Al termine dello spettacolo si terrà la premiazione dei registi e dei fotografi vincitori del Festival. La serata si concluderà con la proiezione del film fuori concorso “Bonatti e l’enigma del K2” di Claudio Giusti, con la produzione di Mario Rossini per Red Film e Rai. Nel film Reinhold Messner ripercorre le vicende del “caso K2” del 1954 e delle menzogne raccontate contro l’amico Walter, partendo dalla storia alpinistica di Bonatti.
All’inizio di ogni serata della manifestazione verranno proiettate le venti fotografie selezionate tra le opere partecipanti al concorso fotografico promosso dal circuito “Spirit of the mountain”, network di festival creato dall’associazione Montagna Italia.
Il Sestriere Festival è inserito nel programma della “Settimana della Montagna” del comprensorio della Via Lattea, che prevede numerosi appuntamenti, tra i quali il ciclo “Cammina con il Festival”, sette passeggiate con l’accompagnamento dell’istruttore di nordic walking Roberto Miletto.

Per saperne di più si può visitare il portale Internet www.montagnaitalia.com, scrivere a press@montagnaitalia.com o a info@consestriere.it oppure seguire gli account social del Festival su Facebook, Instagram e Twitter.

Cultura

Sarà dedicata alla migrazione secolare dalle Valli Valdesi la quindicesima edizione del convegno storico “Cattolici & Valdesi”, in programma sabato 5 agosto nel suggestivo borgo di Laux, frazione del Comune di Usseaux, in Val Chisone: un luogo che ha segnato momenti importanti della storia del Valdismo e dei suoi rapporti con il cattolicesimo. La Città Metropolitana di Torino ha concesso il suo patrocinio all’iniziativa.
Il tema scelto quest’anno dalla Società di Studi Valdesi, dal Centro Studi e Ricerche della Diocesi di Pinerolo, dall’Archivio diocesano, dall’associazione “La Valaddo” e dal Centro Ricerche Cultura Alpina è storico, ma è anche di stretta e stringente attualità, ora che l’intolleranza verso gli immigrati si palesa senza più vergogna e ritegno, mentre si fa strada una rinnovata contrapposizione tra individui, religioni e interessi economici. Ripercorrere la storia dei conflitti religiosi e comprendere le ragioni della convivenza faticosamente raggiunta può essere un modo per comprendere alcune dinamiche nazionali e internazionali del tempo presente. Come sottolinea il Sindaco di Usseaux, Andrea Ferretti, “può essere un modo per aiutarci a mantenere ben saldo l’impegno a operare per promuovere principi di pace, convivenza e accoglienza tra le genti e i popoli”.
“Valli chiuse o valli aperte?” sarà l’interrogativo da cui partirà il confronto tra studiosi e uomini di fede. Perché dall’idea romantica di uno spazio alpino incontaminato fin dai tempi mitici del diluvio universale, abitato da persone con pochi o scarsi contatti e frequentazioni con il mondo esterno, così da conservare la sua originaria purezza, si è pervenuti a una concezione delle Valli Valdesi come di una realtà che ha derivato dalla mobilità di uomini e di cose e dall’apertura al mondo esterno un arricchimento culturale e materiale, anche nei momenti più tragici della storia.
Il convegno propone una lettura articolata del territorio alpino nella sua complementarietà e relazione con le pianure e con le città, nei percorsi migratori dei montanari verso altri Paesi europei e verso altri continenti. I contributi dei relatori racconteranno le dinamiche dei secoli passati, ma probabilmente aiuteranno a capire le dinamiche delle migrazioni del XXI secolo e l’importanza dell’accoglienza di chi cerca lontano di casa un futuro e un lavoro dignitosi.
I lavori del convegno inizieranno alle 9,30 con la relazione di Luca Patria sul tema “Fra tardomedioevo e prima età moderna: nuove forme di mobilità nelle Alpi Cozie”. Marco Fratini terrà una relazione intitolata “...quasi à l’extremité de l’Italie vers l’Orient - L'emigrazione Valdese nell'Italia meridionale fra medioevo e prima età moderna”. A Gabriel Audisio il compito di trattare il tema “Migranti Valdesi in Provenza: inserimento, integrazione, assimilazione (XV-XVI secolo)”. Marco Bettassa parlerà invece di “Strutture comunitarie e rapporti economici in antico regime. I Valdesi in Germania (1698-99)”. Nel pomeriggio Daniele Tron terrà la relazione “Al seguito di alcune personalità emigrate: il pastore Elie Saurin (1639-1703) e le esperienze internazionali della sua famiglia”, mentre Albert de Lange illustrerà la figura del pastore Thomas Gauthier (1638-1709), Giorgio Grietti parlerà dell’abate Lorenzo Cot di Chambons (1825-1868) ed Elisa Gosso del pastore Daniel Armand Ugon (1851-1929).



Cultura

Sabato 22 luglio all’Abbazia di Novalesa si terrà la cerimonia ufficiale per la riapertura della cappella di San Michele, risalente ai secoli VIII e XIX dopo Cristo ed oggetto di recenti restauri. La riapertura dell’edifico al pubblico avviene 160 anni dopo l’abbandono e la sconsacrazione a seguito della soppressione di tutti gli ordini monastici nell’allora Regno di Sardegna. La cerimonia ufficiale è in programma alle 15,30
nella sala conferenze dell'Abbazia
, alla presenza del Vescovo di Susa monsignor Alfonso Badini Confalonieri, della Soprintendente all’archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Torino architetto Luisa Papotti, del dirigente della Soprintendenza architetto Gianni Bergadano e dell’archeologa Gisella Cantino Wataghin.

DALL’ABBANDONO AL RECUPERO DI UNA TESTIMONIANZA DELL’ARTE MEDIOEVALE

La legge di soppressione, promulgata nel 1855, venne attuata a Novalesa la mattina del 25 ottobre 1856. Espulsi i monaci, gli edifici vennero messi all’asta e acquistati da un medico che adibì il complesso novalicense a stabilimento ed albergo per cure idroterapiche. Successivamente l’abbazia diventò residenza estiva del Convitto Nazionale Umberto I di Torino. In quel periodo la cappella di San Michele, conosciuta anche come cappella di San Pietro, venne adibita a stalla e a deposito di attrezzi, naturalmente senza che venissero adottati accorgimenti per conservare le tracce di affreschi medioevali presenti nell’edificio. La cappella è di origine altomedievale ed è strettamente legata alle vicende plurisecolari della comunità monastica novalicense. Nei secoli successivi all’edificazione venne arricchita da alcune pregevoli opere decorative e sottoposta a lievi interventi di conservazione. La sconsacrazione e l’utilizzo per scopi ben lontani da quelli liturgici hanno contribuito al suo parziale degrado.
A partire dal 2011 l'allora Soprintendenza per i Beni architettonici del Piemontesi è interessata al recupero ed al restauro della cappella, riuscendo adottenere i fondi necessari dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e dalla Fondazione Magnetto, naturalmente con il consenso e la condivisione dell’Ente proprietario del complesso di Novalesa, l’allora Provincia, oggi Città Metropolitana di Torino. I lavori si sono svolti in due riprese, nel 2015 e nel 2016, avvalendosi dell'apporto di ditte specializzate.
Tutti i dettagli e le suggestive immagini del progetto di recupero dell’Abbazia di Novalesa sono reperibili nel portale Internet www.cittametropolitana.torino.it e nel filmato “Novalesa, una storia ritrovata”, realizzato nel 2013 dal Servizio comunicazione e informazione della Provincia di Torino. Il filmato è attualmente pubblicato nel canale YouTube della Città Metropolitana di Torino alla pagina https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=mx5__S2iWIU

CONFERENZE CULTURALI ALL’ABBAZIA

Prendendo spunto dalla riapertura della cappella di San Michele, la rassegna delle conferenze culturali in programma all’Abbazia di Novalesa sarà dedicata quest’anno al tema degli angeli. Domenica 23 luglio alle 16 la studiosa Giuliana Giai parlerà del culto di San Michele all’abbazia di Novalesa e in Valle di Susa. Il 30 luglio alle 16 Silvio Chiaberto parlerà di “San Michele: un itinerario nell’arte e nei monasteri medievali”. Domenica 6 agosto alle 16 padre Paolo Maria Gionta, priore dell’Abbazia novalicense, tratterà il tema “San Michele e gli angeli: figure al confine tra esoterismo, fantasia e fede”. “Gli angeli e la musica: che rapporto c’è?” è il tema che padre Gionta tratterà domenica 13 agosto alle 16. Infine martedì 15 agosto alle 16 si terrà la lezione-concerto di Francesco Verzillo sul tema “A proposito di musica e di angeli: la tradizione sacra del trombone tedesco”.

44 ANNI DI LAVORI E PROGETTI PER IL RECUPERO DELL’ABBAZIA

La riapertura della cappella di San Michele si inserisce a pieno titolo un lungo processo di recupero culturale, storico, architettonico e spirituale del complesso di Novalesa, culminato nel 2013 con le celebrazioni per il quarantennale dell’acquisizione e del recupero dell’Abbazia da parte della Provincia di Torinoe nel progetto europeo Thetris-Thematic Touristic Route development with the Involvement of local Society. Il progetto prevedeva una serie di iniziative di comunicazione, tra le quali un concorso fotografico con tecnologia 3D e con lo slogan “Divinità, Destinazione, Destino”, rivolto ai giovani di ciascuna regione europea coinvolta. I partecipanti dovevano realizzare e presentare le loro opere entro il gennaio 2014, scegliendo i soggetti da una lista di tesori del patrimonio religioso del proprio territorio. Le foto vennero convertite con tecnologia 3D ed una giuria locale stabilì il vincitore, premiato nel corso dell’incontro dei partner del progetto nell’aprile 2014 in Ungheria. Thetris era finanziato sul quarto bando del programma di cooperazione territoriale europea “Europa Centrale” - Asse 4 “Aumentare la competitività e l'attrattività di Città e Regioni” - Area di intervento 4.3 “Capitalizzazione delle risorse culturali per rendere più attrattive le regioni e le città”.

40 ANNI FA IL RITORNO DEI MONACI A NOVALESA

Nel 1973 la Provincia scelse di affidare l’Abbazia alla Congregazione Benedettina Sublacense, con una convenzione della durata di 29 anni, che fu siglata ufficialmente nel 1974 e rinnovata nel 2006. La prima convenzione consentì di procedere ai restauri e alla valorizzazione del complesso. Di particolare rilevanza l'attuale attività di restauro di antichissimi volumi da parte dei Benedettini. La nuova convenzione consolidò il rapporto tra la Provincia e l'ordine religioso, che si adopera per diffondere la conoscenza dell'antichissima tradizione spirituale, culturale e sociale dell'Abbazia. È la comunità religiosa, in quanto custode del complesso novalicense, a segnalare le necessità di intervento per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i locali, dei mobili e del parco circostante. Il programma di recupero portato a termine all’inizio del nuovo millennio, è stato incentrato sulla riorganizzazione degli spazi necessari per la vita della comunità dei monaci e per le relazioni con l'esterno, a cui la comunità stessa si è aperta negli ultimi anni. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. All’interno del recinto murario si possono ammirare quattro cappelle. Quella di Sant’Eldrado conserva i suggestivi affreschi di età romanica dedicati alla vita del santo. L'obiettivo degli interventi degli anni scorsi è stato quello di localizzare all'interno del complesso funzioni diverse: dalla residenza dei monaci alle attività legate al libro, dall'ospitalità dei visitatori alla realizzazione di spazi museali. Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po’ di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci Benedettini, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto “Ora et labora”. La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant’Eldrado si possono ammirare durante visite guidate il sabato e la domenica dalle 9 alle 11,30. La chiesa abbaziale e le sale del museo sono visitabili secondo gli orari pubblicati nel portale Internet dell’Abbazia alla pagina http://www.abbazianovalesa.org/visite_turismo.htm#

1287 ANNI DI STORIA

Posta al centro della Valle Cenischia, l’Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale, ai piedi del Monte Rocciamelone. Fu fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio e controllo del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l’Abbazia figurava tra le più importanti d’Europa nell’XI secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant’Eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per la luminosità e la conservazione cromatica. Nella chiesa, costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la “lapidazione di Santo Stefano”. Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero, quattro cappelle sono dedicate a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele, (la più famosa) a Sant’Eldrado e San Nicola. Nei primi anni successivi alla fondazione l’abbazia ottenne dai sovrani franchiPipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell'abate e del pieno possesso dei beni di fronte ad ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all'entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell'XI secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Con i villaggi della Val Cenischia (Ferrera, Venaus e Novalesa) l’abbazia costituì per alcuni secoli una circoscrizione ecclesiastica autonoma. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i Cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato nel 1855, quando fu approvata la Legge sui Conventi. La storia più recente è quella dell’acquisto da parte dell’allora Provincia e del recupero di un patrimonio di arte, storia, cultura e spiritualità.

Cultura

L’associazione Folkestra & Folkoro, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Pragelato, organizza la “Folkestra Open Summer 2017”, una settimana musicale estiva rivolta a tutti gli appassionati di musica, strumentisti, cantanti o ballerini. Collaborano all’organizzazione dell’evento la Pro Loco di Pragelato e l’associazione Lou Magnaut. Da martedì 18 a sabato 22 luglio, verranno proposti stage di strumento, canto e musica d’insieme.
Le serate saranno dedicate a spettacoli dal vivo, concerti orchestrali, coreutici e bal folk, animati dai docenti e dai partecipanti ai corsi, con la presenza di importanti ospiti esterni. Il tutto contraddistinto da un unico denominatore comune: la musica tradizionale rivisitata da giovani artisti contemporanei e riproposta utilizzando linguaggi compositivi e esecutivi moderni, con sonorità maggiormente usufruibili da un pubblico giovane e attuale.
La direzione artistica della Folkestra Open Summer è curata da Simone Bottasso e Pietro Numico, che hanno programmato due fasi. La prima è dedicata a sei master class di trenta ore ciascuna, tenute da altrettanti giovani artisti professionisti italiani e stranieri, i quali proporranno nuove modalità e tecniche di esecuzione strumentale e vocale, ma anche la reinterpretazione della musica tradizionale, suonata con la ghironda, l’organetto diatonico, il violino, la musica elettronica e d’insieme e il canto corale.
La seconda fase, quella aperta al pubblico, consiste in una serie di spettacoli a ingresso gratuito, di cui saranno protagonisti gli allievi delle master class. Martedì 18 luglio alle 21 al PalaKinka di Pragelato è in programma il concerto dei Neighbours (Simone Bottasso all’organetto e Reza Mirjalali al Taar persianoe alle percussioni). A seguire il Bal Folk con "Estremia" (Marta Caldara al pianoforte, Vincent Boniface all’organetto, Bramo al Beat Box). Mercoledì 19 luglio nella sede dell’Ente Parco Alpi Cozie alle 21 verrà proiettato il cortometraggio "Makhno" alla presenza del regista Sandro Bozzolo. A seguire la performance audiovisiva “Neutro/Profili”, eseguita dall’autore Simone Sims Longo e dal saxofonista Pippo Ansaldi. Giovedì 20 luglio alle 21 al PalaKinka è in programma il Bal Folk con i “Walden” (Marta Caldara al pianoforte, Francesco Busso alla ghironda). Venerdì 21 luglio alle 21 al PalaKinka si terrà il concerto del ghirondista austriaco Matthias Loibner. A seguire Live Set “Butterfly Shreds” con Simone Sims Longo. Sabato 22 luglio alle 21 al PalaKinka nella serata conclusiva è in programma il concerto di Folkestra & Folkoro con ospite Gigi Biolcati “One man orchestra”.
Tutti i dettagli dell’iniziativa nel portale Internet www.folkestra.it

UN’ASSOCIAZIONE, UN’ORCHESTRA, UN CORO, PER PORTARE LE TRADIZIONI MUSICALI ALL’INCONTRO CON IL XXI SECOLO

Folkestra è un ensemble musicale che ha preso forma nel 2009 come sviluppo di un progetto formativo di musica tradizionale d’insieme, sotto la direzione dell’organettista e flautista Simone Bottasso, coadiuvato dal violinista Nicolò Bottasso. Il progetto è partito dalla passione per la musica tradizionale, rivisitata e arricchita da un’innovativa veste orchestrale. Il repertorio comprende brani provenienti dalla musica tradizionale del Piemonte e delle valli occitane, della Toscana e della Liguria, melodie della cultura francese e composizioni degli stessi musicisti dell’orchestra. Fanno parte dell’orchestra musicisti giovani e talentuosi, alcuni di loro professionisti, che propongono strumenti legati al mondo del folk, come ghironde, organetti, cornamuse, archi, mandolino; ma anche strumenti più contemporanei, come flauti, saxofoni, clarinetti, batteria, chitarra e basso. Nel settembre 2012 grazie alla collaborazione tra Simone Bottasso e Pietro Numico, maestro di coro e pianista, è nato il Folkoro che, insieme alla Folkestra, ha dato vita ad una formazione di oltre quaranta elementi. Nel corso del 2012, all’interno del progetto Folkestra, è nato “Folkey”, un gruppo di dodici musicisti metropolitani che si pone l’obiettivo di presentare una nuova musica da Bal Folk, combinando gli strumenti tradizionali a una potente sezione ritmica. Nel gennaio 2014 è stata costituita l’associazione culturale e artistica Folkestra & Folkoro, che ha sede a Bricherasio e ha lo scopo di coordinare e supportare le attività artistiche dei soci, attraverso iniziative volte allo sviluppo e alla promozione della musica, della cultura e delle tradizioni popolari.

Cultura

A Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, è stata presentata la prima edizione del Groscavallo Mountain Festival, in programma da domenica 23 luglio a domenica 6 agosto. Erano presenti gli organizzatori della manifestazione. Il Festival nasce dalla volontà di far conoscere una montagna così vicina a Torino da essere raggiungibile in una sola ora di automobile, ma nonostante questo sconosciuta a molti torinesi. L’idea è stata quella di individuare le tipicità del territorio utili per la promozione turistica. Niente più della montagna stessa, avrebbe potuto far parlare di sé, con le proprie caratteristiche peculiari.
In realtà l’edizione numero uno che si aprirà il 23 luglio fa seguito all’edizione “zero” sperimentale del 2016, organizzata intorno ad un’idea nata poche settimane prima e realizzata in pochissimo tempo, con buoni risultati, soprattutto rispetto alla percezione di una rinnovata animazione del territorio. Gli attori del Festival devono e vogliono essere gli stessi del progetto turistico che mira alla valorizzazione delle potenzialità di Groscavallo e delle Alpi Graie, montagne fruibili in tutte le stagioni da parte di un pubblico che ne apprezza l’autenticità dei territori. La montagna declinata sul versante sportivo, sul versante culturale e su quello dell’attività agro-zootecnica è il filo conduttore che il Festival vuole sottolineare, ospitando nomi ed eventi calibrati sugli obiettivi di rilancio. Se cultura e sport all’aria aperta sono le risorse fondamentali per un turismo basato sull’accoglienza, sulla sostenibilità dell’offerta degli operatori locali e sulla corretta fruizione di una natura ancora protagonista, l’agricoltura rappresenta una prospettiva altrettanto importante per l’occupazione, la cura del territorio, la difesa e la valorizzazione delle produzioni di qualità.
“L’obiettivo del Festival è creare una serie di eventi che, riuniti in un opportuno contenitore, possano offrire un’immagine quanto più possibile completa delle peculiarità delle nostre bellissime montagne, della loro storia e della loro cultura” sottolinea Maria Cristina Cerutti Dafarra, Sindaco di Groscavallo. “Il Festival vuole essere l’evento estivo di punta del progetto turistico di Groscavallo, rivolto ad un turismo consapevole, amante dell’outdoor, della cultura, delle tradizioni, di una montagna ancora vestita da montagna” ribadisce Elena Patrocinio, del Comitato Groscavallo Mountain Festival. Il Festival è realizzato grazie al contributo dell’Unione Montana Alpi Graie, del Comune di Groscavallo, del Consorzio Operatori turistici Valli di Lanzo, con la collaborazione della sezione del CAI di Lanzo, della Pro Loco di Groscavallo, del Comitato per il recupero dei beni storici e religiosi di Groscavallo, del Soccorso Alpino e della Società storica Valli di Lanzo, con il patrocinio di Regione Piemonte, Consiglio regionale del Piemonte, Uncem Piemonte e Città Metropolitana.
Per saperne di più si può consultare la pagina Facebook groscavallomountainfestival o scrivere a groscavallomountainfestival@gmail.com

I PROTAGONISTI DEL FESTIVAL

Sport outdoor
- venerdi’ 28 luglio alle 21 Silvio “Gnaro” Mondinelli, il terzo alpinista italiano ad avere scalato i 14 “Ottomila” himalatani senza ossigeno supplementare, noto per i molti soccorsi effettuati durante le spedizioni extra europee, fondatore di una Onlus per l’aiuto alle popolazioni nepalesi, con cui ha costruito una scuola, in Nepal. Mondinelli affronterà il tema della sicurezza in montagna .

Cultura e letteratura in quota
- venerdì 4 agosto alle 18, nell’ambito del festival “Borgate dal vivo – Tour da Cervo al Cervino”, incontro con Claudio Morandini, autore valdostano, vincitore del Premio Procida 2016 con “Neve, cane, piede”, presenterà a Groscavallo il suo nuovo romanzo corale “Le pietre”, ambientato nelle sue montagne, tra Testagno e Sostigno, a metà tra storia e favola

Cultura-Incontro con la storia
. giovedì 3 agosto alle 16,30 incontro con Ezio Capello, autore di “Quel ponte sull’Unghiasse”, la storia di un bambino che di colpo diventa uomo in mezzo ai monti della Val di Lanzo, dove i partigiani combattono contro tedeschi e fascisti.

GLI EVENTI
- sabato 29 luglio alle 18 inaugurazione della mostra “Il Principe in copertina - Umberto di Savoia nelle Valli di Lanzo ed in Piemonte sulle riviste illustrate (1904 -1942)” a cura della Società Storica delle Valli di Lanzo , con presentazione del catalogo della mostra.
- martedì 1° agosto convegno “Agricoltura di montagna” su prospettive ed eccellenze di un settore di primaria importanza per l’economia montana. Con la partecipazione di Regione Piemonte, Uncem, Città Metropolitana, Coldiretti e C.I.A.      

- domenica 6 agosto alle 17 esercitazione di salvataggio del Soccorso Alpino.

Cultura

Giovedì 13 luglio alle 11 nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12, sarà presentata la prima edizione del Groscavallo Mountain Festival, in programma da domenica 23 luglio a domenica 6 agosto. Saranno presenti gli organizzatori della manifestazione.
Il Festival nasce dalla volontà di far conoscere una montagna così vicina a Torino da essere raggiungibile in una sola ora di automobile, ma nonostante questo sconosciuta a molti torinesi. L’idea è stata quella di individuare le tipicità del territorio utili per la promozione turistica. Niente più della montagna stessa, avrebbe potuto far parlare di sé, con le proprie caratteristiche peculiari.
In realtà l’edizione numero uno che si aprirà il 23 luglio fa seguito all’edizione “zero” sperimentale del 2016, organizzata intorno ad un’idea nata poche settimane prima e realizzata in pochissimo tempo, con buoni risultati, soprattutto rispetto alla percezione di una rinnovata animazione del territorio.
Tra i protagonisti dell’edizione numero uno ci saranno l’alpinista Silvio “Gnaro” Mondinelli e gli scrittori Claudio Morandini ed Ezio Capello.

I colleghi giornalisti sono cordialmente invitati ad intervenire per conoscere nel dettaglio il programma del Festival

Cultura

Per due giorni la cittadina di La Brigue (in italiano Briga Marittima), dal 1947 passata dall’Italia alla Francia e dalla Provincia di Cuneo al Département des Alpes-Maritimes, ritornerà al Medioevo, in occasione dell’evento “Du Moyen Age a la Révolution”, patrocinato da Enti locali francesi e italiani, tra i quali la Città Metropolitana di Torino, la Regione Piemonte e la Città di Venaria Reale.
Sabato 15 e domenica 16 luglio si tornerà dunque all’Età di Mezzo, senza automobili ma con cavalli e cavalieri che si muoveranno nel centro storico della suggestiva cittadina della Valle Roja. Si celebrerà una Messa cantata in brigasco, si esibiranno sbandieratori, arcieri, falconieri e trovatori che canteranno vicende medievali, mentre il pubblico potrà partecipare ai giochi di un tempo e vestirsi con i costumi storici.
La prima edizione della Fête Médiévale de La Brigue venne organizzata nel 1996. La manifestazione è biennale e si svolge sempre nel terzo fine settimana di luglio.
Il tema scelto per il 2017 è appunto“Dal Medioevo alla Rivoluzione” e a rievocare vicende e personaggi degli ultimi mille anni vi saranno anche numerosi gruppi storici italiani: i tamburini e sbandieratori “De Archatoribus” di Fiano, il gruppo storico Vittorio Amedeo II di Venaria Reale, il gruppo“Carlo Emanuele II e le Guardie della Venaria Reale”, l’associazione “Impronte Dame e cavalieri” di Orbassano, il gruppo “I Signori di Rivalba” di Castelnuovo Don Bosco, i “Conti Occelli” di Nichelino, i “Signori di Cambiano” e la Pro Loco di Venaria Reale.
Il programma completo della Fête Médiévale è reperibile nel portale Internet del Comune di La Brigue alla pagina https://www.labrigue.fr/wp-content/uploads/2017/03/progmedievaleverso.jpg

Cultura

Nuovo appuntamento con il Medioevo nel secondo fine settimana di luglio ad Ivrea: nel programma della festa patronale e fiera di San Savino è inserito l’evento 2017 “Ivrea Nel Tempo” di domenica 9 luglio, promosso dall’associazione artistico-culturale “Il Diamante”, dai gruppi storici “IJ Ruset”, “Il Mastio”, “La Compagnia dell’Unicorno”, “La Via Francigena di Sigerico”, “Corazze del Duca di Agliè”, “Legione Tebea Adamantina” e Carc Rodallo.
In piazza di Città verranno proposti allestimenti che richiameranno vicende storiche di Ivrea dalle origini celtiche all’epoca napoleonica, passando attraverso la fondazione della colonia romana “Eporedia” e il Medioevo. L’evento condotto da Davide Mindo sarà un momento di festa e condivisione per una serie di associazioni accumunate dallo spirito di collaborazione e di amicizia tra appassionati di ricostruzioni storiche. Nel corso della giornata sono previsti momenti dedicati al “Trucca bimbi storico” e diversi giochi di abilità e destrezza. Allestimenti scenografici e figuranti in abiti storici celtici, medievali, romani e napoleonici faranno da cornice allo svolgimento delle “Eporiadi”, in cui i gruppi si sfideranno in prove goliardiche di abilità e destrezza, coinvolgendo il pubblico.
Alle 16 il viandante medievale “Diamantinus” - alias Davide Mindo - proporrà la lettura della “Passione di San Savino” con l’accompagnamento musicale del musicista Paolo Lova, che eseguirà al liuto alcuni brani medievali. Il testo di riferimento è la traduzione dei “Lezionari del Duomo” dell’anno 1194, conservati nella cattedrale di Spoleto. Nel 954 era Duca di Spoleto un certo Corrado, figlio del marchese Berengario di Ivrea. Nel centro umbro scoppiò una terribile pestilenza e il Duca cercò di scampare alla morte fuggendo nei possedimenti di suo padre. Desiderando proteggere Ivrea dall’epidemia, decise di portare con sé le reliquie di San Savino. Giunte a destinazione, le spoglie iniziarono a essere fonte di miracoli e si meritarono così la venerazione da parte degli eporediesi. Iniziò in quell’epoca la devozione della comunità di Ivrea per San Savino.
In mattinata e nel pomeriggio sono in programma l'esibizione ed il corteo del gruppo storico medievale del Canavese “Ruset” nelle centrali vie Palestro e Arduino, con i tamburini e i personaggi in costume medievale . La neonata emittente radiofonica Radio Spazio Ivrea trasmetterà in diretta dalla piazza nel corso dell’intera giornata.

Il programma completo della festa patronale di San Savino è consultabile nel portale Internet www.sansavinoivrea.it

Cultura

Sono una trentina i concerti di musica classica della rassegna Musica d’Estate aBardonecchia”, in programma dal 15 al 29 luglio: una rara occasione per assistere concerti in altura, là dove anche la montagna dà spettacolo. Organizzata da 23 anni dall’Accademia di Musica di Pinerolo, la rassegna è ad ingresso gratuito e a ogni edizione richiama in media oltre 7.000 spettatori.
Ad esibirsi sono i talentuosi studenti dell’Accademia e delle masterclass di pianoforte, violino, violoncello, musica da camera e chitarra, tenute da docenti di fama internazionale nel campus estivo: Pietro De Maria, Giovanni Doria Miglietta, Filippo Gamba, Benedetto Lupo, Aleksandar Madzar, Enrico Pace, Roberto Plano, Marina Scalafiotti, Claudio Voghera, Adrian Pinzaru, Ivan Rabaglia, Sonig Tchakerian, Marianne Chen, Claudio Pasceri, Trio Debussy, Giovanni Puddu, Marco Zuccarini e Laura Richaud, docente e direttore artistico della manifestazione.
Ospitano i concerti la suggestiva area giardino “L’Aveare” nella centrale via Medail, il Palazzo delle Feste, la chiesa parrocchiale di Sant’Ippolito e il borgo di Les Arnauds. Dal lunedì al venerdì, alle 16 nella chiesa di Sant’Ippolito si alternano concerti di musica da camera. Ogni pomeriggio alle 17.30 per tutta la durata della manifestazione nell’area giardino “L’Alveare”, si esibiscono allievi selezionati nei corsi di Musica d'Estate. Il programma viene comunicato in loco, di giorno in giorno. Gli Incontri con la chitarra si tengono al Palazzo delle Feste alle 18,30.
“Musica d’Estate” è un’iniziativa dell’Accademia di Musica di Pinerolo, con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali, della Regione Piemonte, del Comune di Bardonecchia e della Fondazione Crt, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.

Cultura

Per tre serate, da sabato 1 a lunedì 3 luglio, il Sacro Monte di Belmonte diventerà teatro di un’interpretazione artistica contemporanea, firmata dalla direzione artistica di Claudio Montagna in occasione della ricorrenza del riconoscimento a Patrimonio dell’umanità Unesco. Cinquantacinque tra attori, pittori, acrobati, cantanti a solo e in coro, beatboxer, danzatrici, musicisti e narratori offriranno al pubblico la possibilità di vivere un’esperienza “immersiva” nell’unicità della forma narrativa e artistica dei Sacri Monti.
Come viandanti, tutti saranno invitati a camminare nel buio, illuminato da rappresentazioni, arte, e racconti ispirati al significato del Sacro Monte, luogo di elevazione e riflessione, percorso devozionale, insieme di metafore dell’esistenza umana.
I “Notturni al Sacro Monte” sono il frutto del laboratorio diffuso di creatività ed elaborazione culturale, curato dall’associazione “Teatro e Società”, che ha raccolto, assimilato e restituito notizie, informazioni e racconti attraverso scuole e insegnanti e incontri con esperti.
Il percorso di valorizzazione del Sacro Monte è stato avviato nel settembre 2016 con le comunità che circondano Belmonte e ha proposto momenti di animazione e di formazione artistica, coinvolgendo e stimolando nuove sinergie tra artisti e realtà culturali del territorio.
La manifestazione è patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino ed è realizzata nell’ambito del progetto pilota “Belmonte, un Sacro Monte aperto al mondo”, proposto dall’Ente di gestione dei Sacri Monti e da “Teatro e Società”.
Il progetto è sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e realizzato in collaborazione dei Comuni dell’Unione Montana Val Gallenca (Canischio, Pertusio, Prascorsano, San Colombano Belmonte, Valperga) e del Comune di Cuorgnè.
Per informazioni sull’evento: www.notturniteatrali.it www.sacri-monti.com

Camminare nel buio “animato”

Lo spettacolo itinerante “Notturni al Sacro Monte” si sviluppa sul percorso devozionale, che sarà illuminato a partire dalle 20,30 e si animerà in tredici “quadri”, legati alle scene illustrate nelle Cappelle, che proporranno agli spettatori un’interpretazione artistica contemporanea del Sacro Monte. La partecipazione sarà guidata e avverrà per gruppi, che partiranno ogni quindici minuti circa.
Le performance di teatro consisteranno nella messa in rima del racconto di eventi storici di Belmonte o riferiti alla Passione; il tutto accompagnato da installazioni di danza contemporanea, pittura, scultura, canto, musica e arti acrobatiche. Gli spettatori-partecipanti potranno confrontare le esperienze della propria vita con una storia bimillenaria: si cade, ci si rialza, si cammina e si scopre che la meta da conquistare davvero non è la conclusione del viaggio ma la voglia di continuare a camminare.
L’itinerario sarà guidato dai “Viandanti attori”, protagonisti in ogni tempo dei cammini devozionali, ritornati al Sacro Monte per invitare al viaggio e alla meditazione, sugli antichi sentieri. Per chi lo vorrà, anche la salita a piedi al Sacro Monte sul percorso da Valperga sarà accompagnata da guide naturalistiche dell’associazione “ScopriNatura”, con partenze alle 17 e alle 17,30.
Per tutti gli altri la salita sarà possibile con bus navetta con partenza da Cuorgnè e Pertusio, al costo di 2 Euro per l’andata e ritorno, con partenze alle 19, alle 19,45, alle 20,30 e alle 21,15. Dalle 19 alle 24 la strada verso il Sacro Monte sarà chiusa al traffico all’altezza della frazione Pemonte.
Gli interpreti del gruppo dei “Viandanti attori” saranno gli attori di “Teatro e Società” e i quattordici allievi del corso di teatro avviato a febbraio a Valperga da Claudio Montagna, nell’ambito del progetto “Belmonte, un Sacro Monte aperto al mondo”. Ci saranno anche gli attori del “Teatro del Noi” del Gruppo Abele di Torino e una performance della Pro Loco di Cuorgnè.
Le performances di pittura saranno a cura del Centro culturale artistico Carlin Bergoglio di Cuorgnè, quelle di danza del “Nuovo teatro studio danza” di Caluso e della scuola “La Fenice Ballet” di Cuorgnè. Lo spettacolo itinerante proporrà interventi degli acrobati Diego Bertin, Luca Buccheri, Gloria Giraudo e Marcello Piras, del beatboxer Matteo Zulian, dei musicisti Giovanni Ruffino e Nicoletta Fiorina e del falegname di Pertusio Stefano Lupano. Saranno esposte tre opere dello scultore Simone Benedetto. Saranno presenti anche gli studenti del Liceo artistico “Felice Faccio” di Castellamonte che hanno partecipato al laboratorio video del progetto.
La partecipazione alle serate è aperta a tutti e gratuita. È richiesta la prenotazione, con l’indicazione della modalità di salita al Sacro Monte. Le prenotazioni si effettuano compilando l’apposito modulo sul sito www.notturniteatrali.it o telefonando al 392-2906760 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.
Domenica 2 luglio, su proposta del Consorzio operatori turistici Valli del Canavese, saranno disponibili bus navetta con partenza da Torino Porta Susa alle 14,30 e rientro entro mezzanotte, al costo di 15 Euro. Per prenotare si può telefonare al numero 011-9833504 o scrivere a info@kubabaviaggi.it

Altri eventi a Belmonte

A partire dalle 20,30 sul sagrato del Santuario di Belmonte, punto panoramico sulla pianura canavesana, saranno proposti concerti della corale polifonica del Cai di Cuorgnè, della corale parrocchiale di Salassa, del coro della Parrocchia di Valperga, delle “Voci del Canavese”, delle “Voci della Quinzeina” di Frassinetto e del coro Gran Paradiso.
Sabato 1 luglio a partire dalle 22 è prevista l’osservazione astronomica “Guardare le stelle”presso la statua di San Francesco, in collaborazione con il Polo astronomico don Capace di Alpette.
Nelle giornate della manifestazione, saranno visitabili nella Casa del Pellegrino le mostre “Belmonte in cartolina” dell’associazione “Amici di San Giorgio in Valperga”, “Il Sacro Monte di Belmonte” curata dagli studenti del Liceo artistico “Faccio” di Castellamonte e la personale di Franco Grisolano “Fragri”, caposcuola della pittura su foglia, a cura del Centro culturale artistico Carlin Bergoglio di Cuorgnè. Il gruppo fotografico dell’Unitre di Rivarolo-Favria-Feletto presenterà le fotografie del museo “La risaia”.