Cultura
L'edizione 2020 del circuito musicale Organalia, patrocinato e sostenuto dalla Città Metropolitana di Torino, propone quattro concerti a Nole, Romano Canavese, Strambino e Moncalieri, applicando il protocollo di prevenzione anti Covid-19 stabilito dalle autorità per l'accesso alle chiese. Sono previste la sanificazione dei luoghi di culto prima e dopo i concerti, la rilevazione della temperatura corporea all'ingresso, l'obbligatorietà della mascherina per tutta la durata del concerto. Nel caso in cui uno spettatore ne fosse sprovvisto, l'organizzazione di Organalia fornisce gratuitamente la mascherina. All'ingresso ogni spettatore è invitato ad utilizzare il gel igienizzante e ad occupare il posto segnalato, secondo i criteri del distanziamento sociale, così come previsto per le funzioni religiose. Al termine del concerto il pubblico sarà invitato ad uscire ordinatamente evitando gli assembramenti.
A causa delle previsioni meteo non positive, il primo concerto, in programma giovedì 18 giugno alle 21 all'esterno del santuario campestre di San Vito martire a Nole, è stato spostato nella chiesa parrocchiale di San Vincenzo Martire. La serata dedicata alla musica del XVII secolo è inserita nel programma delle manifestazioni in onore del patrono e segna il debutto nel circuito di Organalia dell'ensemble "Accademia degli Umoristi", formato dai flautisti Susanne Geist e Giulio De Felice, dai trombonisti Stefano Cicerone e Alessandro Lione, dal tiorbista Francesco Olivero e dall'organista Matteo Cotti. Il nome del gruppo richiama l'Accademia seicentesca romana, di cui fecero parte letterati del calibro di Guarini, Tassoni e Marino. Il concerto è dedicato al compositore veneziano Dario Castello, vissuto tra il 1602 e il 1631, con una serie di, in cui si potranno ascoltare i flauti dolci, i tromboni, la tiorba, il liuto e l'organo portativo che per l'edizione 2020 è fornito dall'organaro biellese Alessandro Rigola.
Il secondo concerto si terrà sabato 20 giugno alle 21 nella parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore a Romano Canavese. L'Accademia del Ricercare, ensemble blasonato e ospite fisso del cartellone di Organalia, proporrà una serata dedicata alla Cantata Italiana del Seicento. Il maestro Pietro Busca dirigerà undici musicisti: Enrico Negro (tromba barocca), Silvia Colli e Francesco Bergamini (violini), Manuel Staropoli e Luisa Busca (flauti), Elena Saccomandi (viola), Antonio Fantinuoli (violoncello), Gualtiero Marangoni (violone), Marco Tempesta (trombone), Ugo Nastrucci (tiorba e chitarra barocca), Claudia Ferrero (organo e clavicembalo). Insieme ai cantanti Mauro Borgioni, Paola Valentina Molinari, Lucia Cortese, Enrico Bava, Gianluigi Ghiringhelli e Luca Ronzitti l'Accademia di Ricercare si cimenterà con le composizioni di Alessandro Stradella (1639-1682), tra le quali la Cantata per le anime del Purgatorio "Esule dalle sfere", la Sinfonìa avanti il Barcheggio e la Cantata "Chi resiste al Dio bendato".
Per ulteriori informazioni si può consultare il portale Internet www.organalia.org o scrivere a info@organalia.org
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Riaprono al pubblico sabato 13 e domenica 14 giugno l'Abbazia e il Museo Archeologico di Novalesa che, prima dell'emergenza Covid-19, facevano registrare oltre 20.000 visitatori l'anno.
In questi giorni, si sta lavorando - d'intesa con la Città Metropolitana di Torino, proprietaria del suggestivo complesso storico e religioso - per adeguare gli spazi alle regole di prevenzione e consentire nuovamente le visite in sicurezza.
Il Museo è ad ingresso libero contingentato nel mese di giugno dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14 alle 16, mentre dal 1 luglio al 15 settembre l'orario mattutino sarà immutato e quello pomeridiano sarà esteso dalle 14,30 alle 17,30.
L'Abbazia prevede visite solo su prenotazione e per gruppi al massimo di 10 persone.
Nei fine settimana di giugno a partire da sabato 13 le visite sono possibili il sabato e la domenica alle 10,30 e alle 11,30, mentre dal 1 luglio al 15 settembre si svolgono dal lunedi al venerdì alle 10,30 e alle 16 e nel mese di agosto dal lunedi al venerdì alle 10,30, alle 15,30 e alle 16. Nei fine settimana di agosto gli orari delle visite sono le 10,30, le 11,30, le 15,30 e le 16.30. Il giovedì il complesso abbaziale è sempre chiuso.
Nei mesi di chiusura al pubblico, l'Abbazia e anche il paese di Novalesa sono stati protagonisti di un cortometraggio intitolato "Sant'Eldrado 2020, la processione che non c'è" realizzato dalla Direzione Comunicazione della Città Metropolitana di Torino e selezionato per la prima edizione del festival cinematografico "Sacrae Scenae" dedicato alle devozioni popolari.
Il filmato - online sul canale YouTube della Città Metropolitana al link https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=UF0mRYib31c - ha la durata di 14' e propone le testimonianze del priore dell'Abbazia padre Marco Mancini, del direttore del centro culturale diocesano di Susa don Gianluca Popolla, del parroco di Novalesa don Luigi Crepaldi, del presidente dell'Associazione Segusium Germano Bellicardi e di Battistina, arzilla abitante di Novalesa che recita in francoprovenzale una storica preghiera al santo protettore Eldrado.
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Prosegue sino a martedì 21 gennaio a Pragelato, per iniziativa del Comune e della Fondazione Giuseppe Guiot Bourg, la mostra “La storia dello sci a Pragelato e nelle Valli”, curata dal MUSEP - il Museo Civico Etnografico del Pinerolese - e dal Centro Arti e Tradizioni Popolari. La mostra, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, documenta il vissuto degli sciatori, pionieri e contemporanei, agonisti e turisti, ma anche l’evoluzione tecnica della disciplina, la passione che ha animato e anima atleti e “sciatori della domenica”.Si potranno ammirare le immagini delle tante generazioni di appassionati che si sono avvicendate sulle nevi della Val Chisone e dell’Alta Valle di Susa, le fotografie dei primi impianti di risalita, del paesaggio di cui diventarono parte integrante e dell’equipaggiamento degli sciatori d’antan. Dai bianchi e neri dello sci pionieristico si arriva senza soluzione di continuità alle immagini a colori, soprattutto a quelle che documentano una Pragelato sulla ribalta mondiale dello sci nordico in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006, quando il Re Harald V salì in Val Chisone a fare il tifo per i fondisti, i saltatori e i combinatisti nordici norvegesi mentre gli italiani si esaltavano per le imprese di Pietro Piller Cottrer, Giorgio Di Centa, Fulvio Valbusa e Christian Zorzi. Le immagini poste su pannelli, le vecchie cartoline, le fotografie color seppia, gli articoli, i documenti, gli oggetti e gli articoli sportivi, i memorabilia delle Olimpiadi provengono dal MUSEP, da collezioni private e dalle case dei pragelatesi.
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Su Facebook una campagna informativa ideata da Chambra d'oc e Tsambra francoprovensalFamiliarizzare con il francoprovenzale, l'occitano e il francese grazie alle tante proposte culturali presenti sul web: ecco un buon modo per trasformare in una bella opportunità la domiciliazione forzata a cui ci obbliga la lotta al coronavirus. Da oggi parte sulle pagine Facebook degli sportelli linguistici (https://www.2343ec78a04c6ea9d80806345d31fd78-gdprlock/groups/lingua.oc.fp.fr/) una campagna informativa ideata dalla Chambra d'oc e dalla Tsambra francoprovensal e promossa dalla Città metropolitana di Torino, dall'Unione Montana delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone e dai Comuni della Provincia Granda Vernante e Ormea, con il coordinamento della Regione Piemonte. Nei post che vengono pubblicati quotidianamente, si possono trovare, oltre alla traduzione delle informative ufficiali delle autorità in merito al contrasto all'epidemia, testi letterari, filastrocche, canti e tanto altro, tradotti nei tre idiomi delle minoranze linguistiche presenti nel nostro territorio.
È anche l'occasione per invitare il pubblico a prendere visione del sito http://www.chambradoc.it e del ricchissimo materiale presente nelle sue pagine, tra cui molti contenuti multimediali e l'insegnamento online delle tre lingue.
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Palazzo dal Pozzo della Cisterna, sede aulica della Città metropolitana di Torino, così come tutti i musei e dimore storiche, in questi giorni di emergenza sanitaria Covid-19 è chiuso al pubblico. Sospese le visite animate dai Gruppi Storici, che in situazione di normale attività si svolgono un sabato al mese, è sorta l'esigenza di continuare a raccontare le tante opere d'arte che il palazzo racchiude e che la Città metropolitana conserva e promuove.
E' nata quindi da alcune settimane la rubrica "Veniamo noi da voi", un modo per "ingolosire" i futuri visitatori che oggi non possono spostarsi né programmare alcun tour, ma possono certamente iniziare a scoprire, se non conoscono, o a ripassare, se sono gli affezionati frequentatori delle visite a palazzo, l'importante patrimonio artistico che Palazzo Cisterna custodisce.
La rubrica, pubblicata sul sito www.cittametropolitana.torino.it, sui canali social dell'Ente e sull'agenzia settimanale online Cronache da Palazzo Cisterna, di settimana in settimana tocca e approfondisce un aspetto del palazzo, antica dimora dei Savoia Aosta: si è iniziato a raccontare la storia familiare che lega il monumentale portone d'ingresso in ferro battuto ad una prestigiosa famiglia di fabbri di Firenze, le cui eredi sono venute in visita a Torino alla ricerca di un anello mancante per chiudere il cerchio dell'attività lavorativa della famiglia Biondi; si è passati a descrivere l'arte di Piero da Cortona nel suo dipinto "La raccolta della manna" collocato nello Studio del Duca al piano nobile del palazzo di via Maria Vittoria 12 e, a seguire, si è raccontato un altro importante quadro custodito in Sala Marmi: Il Ghiacciaio del Monte Bianco di Giuseppe Camino, pittore piemontese della metà dell'ottocento.
Ogni settimana si racconta una storia, perché questo è un modo semplice di trovare piacere e nutrimento. Lo sapevano gli antichi e lo sappiano molto bene anche noi. Mai come in questi giorni di emergenza sanitaria abbiamo bisogno di racconti che ci allietino e che ci portino da un'altra parte, dove una voce narra e un pubblico appassionato ascolta.
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Nel rispetto delle indicazioni sull'emergenza Coronavirus, la comunità monastica di Novalesa rinuncia quest'anno alla processione in onore del patrono Sant'Eldrado, le cui spoglie sono custodite all'interno di una preziosa urna in argento sbalzato e dorato che una volta all'anno torna dalla parrocchia del paese alla cappella dedicata al santo, situata nel recinto dell'abbazia. La storica processione avrebbe dovuto tenersi domenica 15 marzo. Venerdì 13 marzo, invece, i monaci dell'Abbazia terranno la liturgia a porte chiuse: la recita delle Lodi, la Messa e i Vespri nella chiesa abbaziale e nella cappella dedicata al santo saranno riservate alla sola comunità monastica novalicense, guidata da qualche mese dal nuovo priore, padre Marco Mancini, che ha diretto fino alla sua elezione la Biblioteca statale del monumento nazionale di Santa Scolastica di Subiaco e che è impegnato ora per valorizzare l'Abbazia, di proprietà fin dal 1972 della Città Metropolitana di Torino.1294 ANNI DI STORIA
Posta al centro della Valle Cenischia, l'Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale, ai piedi del Monte Rocciamelone. Fu fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio e controllo del valico del Moncenisio, affidandola ai monaci benedettini. Dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Andrea, l'Abbazia figurava tra le più importanti d'Europa nell'XI secolo, quando furono realizzati gli affreschi della cappella di Sant'Eldrado, che ancora oggi stupiscono e affascinano per la luminosità e la conservazione cromatica. Nella chiesa, costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un preesistente edificio di culto di epoca tardo-romana, sono ancora visibili degli affreschi risalenti a più di mille anni fa, come la "Lapidazione di Santo Stefano". Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. Nei pressi del monastero, quattro cappelle sono dedicate a Santa Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele, a Sant'Eldrado e San Nicola. Negli anni successivi alla fondazione l'abbazia ottenne dai sovrani franchi Pipino il Breve e Carlo Magno numerosi privilegi, tra cui quello della libera elezione dell'abate e del pieno possesso dei beni di fronte ad ogni autorità laica ed ecclesiastica. In quel tempo il monastero estendeva i suoi domini anche nel Basso Piemonte, fino all'entroterra ligure di Ponente. Distrutto dai Saraceni nel 906, il monastero fu ricostruito nella prima metà dell'XI secolo su iniziativa di Gezone, abate di Breme. Con i villaggi della Val Cenischia (Ferrera, Venaus e Novalesa) l'abbazia costituì per alcuni secoli una circoscrizione ecclesiastica autonoma. Nel 1646 ai benedettini si sostituirono i Cistercensi, che rimasero a Novalesa fino al 1798, quando furono espulsi dal Governo provvisorio piemontese. Il monastero fu successivamente affidato ai monaci trappisti. Fu requisito dallo Stato nel 1855, quando fu approvata la Legge sui Conventi. La storia più recente è quella dell'acquisto da parte dell'allora Provincia e del recupero di un patrimonio di arte, storia, cultura e spiritualità.
La storia dell'Abbazia è sintetizzata nel video realizzato dalla Direzione Comunicazione della Città Metropolitana che si può vedere nal canale You Tube dell'Ente alla pagina
https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=nBIG6t2LPWg&feature=youtu.be
LE VISITE GUIDATE
Il monastero conserva ancora oggi quella che doveva essere la planimetria originaria: un chiostro centrale, fiancheggiato sul lato nord dalla chiesa e sugli altri lati dagli ambienti necessari al funzionamento della comunità. All'interno del recinto murario si possono ammirare quattro cappelle. Quella dedicata a Sant'Eldrado conserva i suggestivi affreschi di età romanica dedicati alla vita del santo. L'obiettivo degli interventi in anni recenti è stato quello di localizzare all'interno del complesso funzioni diverse: dalla residenza dei monaci alle attività legate al libro, dall'ospitalità dei visitatori alla realizzazione di spazi museali.
Novalesa è il luogo ideale per ritemprare corpo e spirito, per dedicare un po' di tempo alla meditazione e alla riflessione, alternando momenti di relax a momenti turistici e culturali. Il tutto è reso possibile dalla cortese accoglienza dei monaci Benedettini, i quali perseguono tuttora nella loro vita quotidiana il motto "Ora et labora".
La chiesa e le cappelle di San Salvatore e Sant'Eldrado si possono ammirare durante visite guidate su prenotazione: attualmente però le visite sono sospese per l'emergenza coronavirus e riprenderanno appena possibile.
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In ottemperanza alla disposizioni emanate dal C.O.C. (Centro Operativo Comunale) di Chivasso, il Concerto di Carnevale in programma lunedì 24 febbraio alle ore 21 al Teatro dell'Oratorio "Carletti" con Archeia Orchestra è statoiannullato.
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Il mese di febbraio porta il Carnevale e con esso una serie di giorni importanti tra cui il giovedì grasso, festa che insieme al martedì, sanciscono la fine dei festeggiamenti e l'inizio della Quaresima.
Giovedì 20 febbraio, per l'appunto giovedì grasso 2020, anche la Città metropolitana di Torino accoglie lo spirito carnevalesco e ospita alle ore 17,00 a Palazzo Cisterna, sede aulica dell'Ente, la presentazione del libro di Giorgio Enrico Cavallo (Editrice il Punto -Piemonte in Bancarella) «A la manera 'd Gianduja», a cura dell'Associassion Piemontèisa.
Alla presenza dei vertici dell'associazione, Giorgio Enrico Cavallo racconterà al pubblico l'idea dal quale è nato il libro e il percorso di ricerca condotto prima della stesura definitiva.
Il libro "A la manera 'd Gianduja" narra sia la vicenda del Gianduja storico sia le sue interpretazioni successive. La prima sezione riguarda la nascita di Gianduja, tutt'altro che scontata o limitata al folklore paesano. Il libro ricostruisce con precisione la storia del personaggio, creato a Genova attorno al 1802 da Giovanni Battista Sales e Gioachino Bellone. Nel corso dell'Otto e del Novecento, alcuni narratori di aneddoti legarono Gianduja a Callianetto e descrissero Bellone come nativo di Racconigi. Nessuno cercò mai né la data di nascita né quella di morte dei due burattinai, che forse per la prima volta vengono svelate in questo studio, rivelando definitivamente che tanto Sales quanto Bellone erano nativi di Torino. La sezione storica prosegue con l'evoluzione del personaggio, diventato simbolo (ad insaputa dei suoi creatori, ormai defunti) del Piemonte risorgimentale. Una seconda sezione descrive le grandi famiglie di marionettisti e burattinai ancora in attività che rappresentano le storie di Gianduja o che le hanno rappresentate: i Lupi, gli Niemen e i Grilli. Interviste agli artisti permettono di conoscere più da vicino l'arte del teatro di marionette e burattini. Una terza sezione illustra la storia delle associazioni storiche, l'Associassion Piemontèisa e la Famija Turinèisa. In modo particolare, viene fornita l'unica intervista-biografia rilasciata da Andrea Flamini, storico Gianduja dell'Associassion Piemontèisa, che egli desiderava espandere e rendere un vero libro incentrato sulla sua figura. Purtroppo, non fece in tempo e il libro pubblicato rivela particolari poco noti della vita di Flamini, che fu un protagonista del folklore ma anche un portavoce della piemontesità nel mondo: mantenne contatti strettissimi con i piemontesi di Argentina e Brasile e si sentì "investito" del ruolo di rappresentante del Piemonte.
Il volume è arricchito da decine di immagini d'epoca, molte delle quali inedite.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti in sala.
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La settima tappa del circuito di visite guidate e animate "MuseiAmo", patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, è in programma domenica 16 febbraio al Museo Francesco Borgogna di Vercelli, sorto nel 1907 per legato testamentario del filantropo e collezionista Antonio Borgogna. La prestigiosa istituzione culturale vercellese ospita una vasta collezione di pittura, scultura, arti decorative e lastre fotografiche. Per la quantità e qualità di opere pittoriche italiane ed europee, che spaziano dal Medioevo al Novecento, il "Borgogna" è considerato la seconda pinacoteca del Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino. Le collezioni comprendono una notevole sezione di dipinti murali staccati e risistemati, oltre a pale d'altare risalenti al periodo tra il XV e XVI secolo e a una biblioteca storica e corrente. Le opere esposte su tre piani espositivi sono circa 800 e coprono un arco cronologico che va dal XV al XXI secolo. Il percorso espositivo permanente è oggetto di rotazione degli allestimenti, favoriti dai prestiti, da nuovi restauri, da recuperi dai depositi del Museo o da comodati o doni da enti e privati. La sezione di opere del XV e XVI secolo, che furono raccolte da Borgogna o che provengono da chiese, confraternite e dall'Istituto di Belle Arti di Vercelli, costituisce un nucleo altamente rappresentativo del Rinascimento piemontese. Tra gli artisti più significativi vi sono i discepoli della bottega spanzottiana, Gerolamo e Giovan Battista Giovenone, Bernardino Lanino, Defendente e Gaudenzio Ferrari.
SABATO 22 AL MUSEO DI ANATOMIA UMANA "LUIGI ROLANDO"
Sabato 22 febbraio "MuseiAmo" farà tappa al Museo di Anatomia umana di Torino, nato nel 1739 e trasferito nel 1898 nel Palazzo degli Istituti anatomici di corso Massimo D'Azeglio 52. Da allora, è rimasto quasi immutato e le operazioni di restauro hanno voluto restituire l'atmosfera ottocentesca. Anche l'allestimento storico di questa vera e propria "cattedrale della scienza" è stato mantenuto, nonostante penalizzi la comunicazione. Le vetrine sono infatti affollate di preparati e senza illuminazione interna. Sono quasi prive di testi esplicativi, come era usuale in un museo dell'epoca. Ma, grazie a postazioni video, a una guida cartacea e a una serie di schede di approfondimento, il museo può raccontare la storia delle collezioni (tra cui quella di modelli in cera, una delle più ricche esistenti), parlare di scoperte scientifiche, rievocare vicende legate all'attività della scuola anatomica torinese negli ultimi trecento anni. La collezione è intitolata a Luigi Rolando, che dal 1804 fu professore di Anatomia all'Università di Sassari. Con la Restaurazione e il ritorno dei Savoia in Piemonte, a Rolando venne affidato l'insegnamento a Torino, ove si impegnò nell'arricchimento delle collezioni del museo anatomico. Grazie all'esperienza maturata frequentando la scuola di ceroplastica fiorentina tra il 1805 e il 1807, al suo ritorno a Torino Rolando curò la formazione dei tecnici modellatori che realizzarono gran parte delle cere anatomiche oggi esposte nel museo. I contributi scientifici di Rolando riguardano specialmente la neuroanatomia. Alcune formazioni del sistema nervoso (scissura centrale di Rolando, sostanza gelatinosa di Rolando) prendono da lui il nome.
QUOTE E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
Le visite animate di MuseiAmo sono in programma alle 15 e alle 16,30, con quote di partecipazione di 6 euro per gli adulti e 5 per i possessori della carta Torino Musei. I bambini sino a 6 anni entrano gratuitamente. L'ideazione e la realizzazione del progetto MuseiAmo sono a cura di Oikos Teatro e ART.O'. Sono partner del progetto l'Abbonamento Musei Torino Piemonte, l'Atl Turismo Torino e provincia. La Città Metropolitana di Torino e la Città di Torino patrocinano l'iniziativa, che è organizzata con la collaborazione del corso di laurea Dams dell'Università.
Per informazioni e prenotazioni si può consultare il sito Internet www.museiamo.it o contattare l'ufficio di Ivrea dell'Atl Turismo Torino e provincia, telefono 0125-618131, e-mail info.ivrea@turismotorino.org
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La sesta tappa del progetto “MuseiAmo”, patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, è in programma sabato 8 febbraio all’Officina della Scrittura di Strada da Bertolla all’Abbadia di Stura 200 a Torino. L’Officina è il primo museo al mondo dedicato al segno, che testimonia la nascita e l’evoluzione di un’invenzione straordinaria come quella della comunicazione non orale.Vera e propria “cittadella della conoscenza”, è il luogo in cui viene raccontato e valorizzato tutto ciò che è legato alla cultura della scrittura e, più in generale, al segno dell’uomo: dalle pitture rupestri fino alle svariate forme della comunicazione contemporanea. Il museo propone un perfetto mix di tecnologia e tradizione, attraverso un percorso organico che racconta, emoziona, educa il pubblico di ogni età. Gli oltre 2.500 metri quadri dell’allestimento sono suddivisi in aree ben distinte ma profondamente interconnesse: dal racconto delle origini del segno, alla prima macchina da scrivere Remington, dal viaggio all’interno della scrittura alla sezione dedicata alla storia delle penne stilografiche, dove è possibile apprezzare una selezione delle 13 penne iconiche del XX secolo, come la Waterman’s 22 del 1896 e la Hastil Aurora disegnata da Marco Zanuso nel 1970 ed esposta al MoMA di New York.
DOMENICA 16 AL MUSEO FRANCESCO BORGOGNA DI VERCELLI
La settima tappa di “MuseiAmo” è invece in programma domenica 16 febbraio al museo Francesco Borgogna di Vercelli, sorto nel 1907 per legato testamentario del filantropo e collezionista Antonio Borgogna. La prestigiosa istituzione culturale vercellese ospita una vasta collezione di pittura, scultura, arti decorative e lastre fotografiche. Per la quantità e qualità di opere pittoriche italiane ed europee, che spaziano dal Medioevo al Novecento, il “Borgogna” è considerato la seconda pinacoteca del Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino. Le collezioni comprendono una notevole sezione di dipinti murali strappati e staccati, oltre a pale d’altare risalenti al periodo tra il XV e XVI secolo e ad una biblioteca storica e corrente. Le opere esposte su tre piani espositivi sono circa 800 e coprono un arco cronologico che va dal XV al XXI secolo. Il percorso espositivo permanente è oggetto di rotazione degli allestimenti, favoriti dai prestiti, da nuovi restauri, da recuperi dai depositi del Museo o da comodati o doni da enti e privati. La sezione di opere del XV e XVI secolo, che furono raccolte da Borgogna o che provengono da chiese, confraternite e dall’Istituto di Belle Arti di Vercelli, costituisce un nucleo altamente rappresentativo del Rinascimento piemontese. Tra gli artisti più significativi vi sono i discepoli della bottega spanzottiana, Gerolamo e Giovan Battista Giovenone, Bernardino Lanino, Defendente e Gaudenzio Ferrari.
QUOTE E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
Le visite animate di MuseiAmo sono in programma alle 15 e alle 16,30, con quote di partecipazione di 6 euro per gli adulti e 5 per i possessori della carta Torino Musei. I bambini sino a 6 anni entrano gratuitamente. L'ideazione e la realizzazione del progetto MuseiAmo sono a cura di Oikos Teatro e ART.O’. Sono partner del progetto l’Abbonamento Musei Torino Piemonte, l’Atl Turismo Torino e provincia. La Città metropolitana di Torino e la Città di Torino patrocinano l’iniziativa, che è organizzata con la collaborazione del corso di laurea Dams dell'Università.
Per informazioni e prenotazioni: Turismo Torino e provincia-Ufficio del Turismo di Ivrea, telefono 0125-618131, e-mail info.ivrea@turismotorino.org
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