I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Cultura

La nuova serie di reportage che Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana di Torino dedica ai “Restauri d’Arte”sarà messa in onda a partire da questa settimana dall’emittente televisiva locale GRP sul canale 13 del digitale terrestre, ilvenerdì alle 19,45, il sabato alle 13,30 e la domenica alle 22,30. I reportage sinora pubblicati sono dedicati alla chiesa della Misericordia di Torino e al complesso che a Carmagnola comprende la chiesa e il convento di Sant’Agostino. Il prossimo reportage sarà dedicato ai lavori in corso nella sede dell’Accademia di Medicina di Torino: si tratta della ristrutturazione dell’andronee del recupero di un ciclo di affreschi di Bartolomeo Guidobono.
Per visionare la playlist dei reportage videosinorapubblicati sul canale YouTube della Città Metropolitana e alle fotogallery basta accedere al portale Internet della Città Metropolitana di Torino, alla pagina
www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/riflettori_restauri_arte/

I REPORTAGE PUBBLICATI SINORA

La prima puntata della rubrica “Restauri d’Arte” è partita dal cuore di Torino, esattamente da via Barbaroux, dove sorge la chiesa della Misericordia, gioiello barocco dedicato a San Giovanni Battista decollato, che deve il suo nome all’Arciconfraternita che nel 1718 ne prese possesso e la ristrutturò una prima volta.
La seconda puntata è stata dedicata al progetto di recupero della chiesa di Sant’Agostino a Carmagnola, che si affaccia sull’omonima piazza e, insieme all’annesso convento, è il complesso monumentale più rappresentativo della città, da sei secoli fulcro della sua vita sociale, religiosa, artistica e culturale.

chiesa della Misericordia Torino 6

 

Cultura

​ Nel suo ultimo discorso di Capodanno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato che il 2021 "propone alcune ricorrenze importanti. Tappe della nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad una unità che non è soltanto di territorio......celebreremo il centosessantesimo dell'Unità d'Italia".
Un richiamo importante, che a Torino non poteva passare sotto silenzio, nel ricordo di dieci anni fa, quando in occasione delle celebrazioni di Italia 150 le istituzioni organizzarono un programma intenso di eventi e proposte carichi di richiami storici e culturali, con feste di piazza (purtroppo oggi impensabili, a causa della pandemia), mostre, concerti, parate militari, avvenimenti sportivi indimenticabili, cerimonie e raduni.
Dieci anni dopo la Città Metropolitana che nel frattempo è subentrata alla Provincia di Torino, ripercorre quei giorni: non per un triste amarcord ma per valorizzare una data che parla della nostra storia, delle nostre radici unitarie, importantissime tanto più oggi che viviamo un'epoca difficile, durante la quale occorre restare uniti e compatti.
Sul portale Internet della Città Metropolitana di Torino alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/italia160/ si può ripercorrere il ricordo di quei giorni del 2011 con una ricca fotogallery. A partire da mercoledì 17 marzo sarà inoltre online un numero speciale e monografico dell'agenzia settimanale "Cronache da Palazzo Cisterna" come contributo al 160° anniversario dell'Unità d'Italia.
"Sarà l'occasione per ricordare l'impegno che nel 2011 l'Ente di cui abbiamo raccolto l'eredità dedicò alle celebrazioni del 150°, partecipando attivamente al Comitato organizzatore e contribuendo a realizzare eventi in città e sul territorio. - sottolinea il Vicesindaco metropolitano, Marco Marocco - Ricorderemo la distribuzione di braccialetti tricolore e della Costituzione ai neo diciottenni, la posa di stele commemorative in luoghi simbolici del territorio, il sostegno ai raduni militari nazionali e agli eventi sportivi che si tennero a Torino e in provincia, la realizzazione di volumi a tema storico. Ricorderemo anche la seduta solenne del Consiglio provinciale che si tenne nell'aula del Senato, ricostruita a Palazzo Madama proprio in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Aperta con il "Canto degli italiani", la seduta ebbe tra i suoi ospiti d'onore centinaia di Sindaci del nostro territorio e Antonino Mameli, scrittore, musicista, sceneggiatore e discendente da Goffredo Mameli".
A questo proposito, è da sottolineare che il numero speciale di "Cronache da Palazzo Cisterna" in pubblicazione il 17 marzo ospiterà anche un contributo di Umberto D'Ottavio, deputato della XVII legislatura e primo firmatario della Legge 181 del 15 dicembre 2017 con la quale il Parlamento ha dichiarato finalmente il Canto degli Italiani come "Inno d'Italia". Le note del maestro Michele Novaro vennero composte sul testo di Goffredo Mameli proprio a Torino.Cronache speciale 160 Unità dItalia 17 03 2021 page-0001

 

Cultura

In Piemonte, a Torino, in tutti i Comuni del territorio della Città Metropolitana l’arte è di casa. Molte opere necessiterebbero di restauri, altrettante sono state oggetto di interventi importanti. La Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e il territorio della Città Metropolitana di Torino sta presentando alcune buone pratiche, per avviare una riflessione sul tempo, la cultura, la creatività nel corso dei secoli. I reportage sinora pubblicati sono dedicati alla chiesa della Misericordia di Torino e al complesso che a Carmagnola comprende la chiesa e il convento di Sant’Agostino.
Per visionare la playlist dei reportage videopubblicati sul canale YouTube della Città Metropolitana e alle fotogallery basta accedere al portale Internet della Città Metropolitana di Torino, alla pagina
www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/riflettori_restauri_arte/

L’ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA

La prima puntata della rubrica “Restauri d’Arte” è partita dal cuore di Torino, esattamente da via Barbaroux, dove sorge la chiesa della Misericordia, gioiello barocco dedicato a San Giovanni Battista decollato, che deve il suo nome all’Arciconfraternita che nel 1718 ne prese possesso e la ristrutturò una prima volta. Nel 1726 fu aperta la strada di collegamento con l’attuale via Garibaldi di cui la chiesa costituisce fondale architettonico. 
L’edificio come lo vediamo oggi è frutto di un progetto dell’architetto di Robilant che risale al 1751. La facciata attuale in stile neoclassico del 1828, opera dei fratelli Lombardi, ripropone quasi fedelmente il disegno di facciata del Robilant, a suo tempo non eseguito per mancanza di fondi. Nel 1753 vennero realizzate le due cappelle laterali con gradini in pietra di Gassino. L’altare maggiore in marmi policromi riccamente decorato è opera dell’artista Francesco Benedetto Feroggio. Dietro all’altare è collocata la “Decollazione di San Giovanni Battista” di Federico Zuccari (1539-1609). Da non dimenticare l’opera del Beaumont intitolata “San Giovanni Nepomuceno davanti all’Addolorata, l’Annunciazione e l’Assunta”, una grande pala d’altare con una particolarità che la rende unica: un quadro nel quadro. All’interno della chiesa, con pianta a croce greca che si articola su due cupole, si possono ammirare l’ampio presbiterio, con eleganti fianchi decorati da coretti e la cupola emisferica di gusto guariniano e vari apparati decorativi settecenteschi. La sala capitolare contiene pregevoli arredi barocchi, preziosi paramenti ed una sorpresa: un grande armadio cela un ascensore, con il quale si scende nell’archivio storico. Qui gli ultimi restauri completano l’importante recupero strutturale sostenuto dalla Compagnia di San Paolo.
Grazie al progetto Edifici Sacri, dal 2001 la Fondazione Compagnia di San Paolo interviene a sostegno del patrimonio religioso, recuperando alcune eccellenze architettoniche della parte più antica della città, come appunto la chiesa della Misericordia. Sono stati investiti oltre 25 milioni di euro in campagne di restauri a favore delle chiese architettonicamente più rilevanti, la maggior parte delle quali concentrate nel centro storico della città, per promuovere un percorso tra le testimonianze religiose d’arte barocca, da affiancare al programma di recupero e valorizzazione del patrimonio museale della città.
 In occasione dell'Ostensione della Santa Sindone del 2015 la Compagnia di San Paolo ha inoltre promosso un progetto per diffondere la conoscenza del patrimonio architettonico religioso di Torino e la consapevolezza dell'importanza che gli edifici sacri e le opere d'arte che vi sono custodite rappresentano per l’offerta culturale della città.
 Sono state realizzate schede informative a cura dell'Associazione Guarino Guarini, che si possono trovare nelle principali chiese e che offrono al visitatore le informazioni necessarie per costruire un percorso di visita alla scoperta di capolavori d'architettura e arte spesso poco noti.

L’Arciconfraternita della Misericordia si è sempre occupata dei carcerati: un tempo confortando i condannati a morte, accompagnandoli al patibolo, curandone le esequie e facendo celebrare messe in suffragio delle loro anime; oggi curando il loro reinserimento nella società. L’avvocato Alberto Tealdi, generale dell’Arciconfraternita, nell’intervista per la rubrica “Restauri d’Arte”, ha sottolineato che si tratta di “un impegno coinvolgente, per dare un aiuto sia con l’attività assistenziale che con il servizio liturgico”. Costituita nel 1578, l’Arciconfraternita ha ininterrottamente svolto la sua attività di assistenza ai carcerati, coinvolgendo uomini e donne nell’opera di carità. Basti pensare che ha annoverato tra i suoi iscritti anche la marchesa Giulia di Barolo. Nella chiesa della Misericordia le funzioni si celebrano il sabato alle 16 e alle 18 e la domenica alle 10, alle 12,30, alle 16 e alle 18.
 Nei giorni feriali la Chiesa si può visitare su appuntamento
, con prenotazione scrivendo a segreteria@arciconfraternitadellamisericordia.com

LA CHIESA E IL CONVENTO DI SANT’AGOSTINO: UNO SPAZIO DA VIVERE PER CARMAGNOLA

Uno spazio da vivere, nel rispetto della memoria storica: è questa l’idea alla base del progetto di recupero della chiesa di Sant’Agostino a Carmagnola, che si affaccia sull’omonima piazza e, insieme al convento, è il complesso monumentale più rappresentativo della città, da sei secoli fulcro della sua vita sociale, religiosa, artistica e culturale.
Nel gennaio del 2020 è stata avviata la campagna di civic crowdfunding “Riapriamo insieme Sant’Agostino”, per sostenerne il progetto di recupero, mentre il Comune ha presentato una credibile e ben argomentata candidatura al sostegno dell’Unesco.
Nel luglio 2020 sono iniziati i lavori di restauro della facciata e i passi successivi sono la messa in sicurezza degli interni e il restauro del tetto, con il parere favorevole della Soprintendenza per i beni culturali.
Edificata tra il 1406 ed il 1437 con abside, lato est e campanile di marcata connotazione gotica, la chiesa presenta all’interno sovrapposizioni barocche, affreschi del ‘400 e del ‘500, iscrizioni, stemmi nobiliari, un organo del ‘500 con registri a funzione timbrica, un’elegante bifora a sesto acuto, un coro ligneo del 1457 rimaneggiato nel XVI e XVII secolo, una stele funeraria romana del I secolo d.C. e una lastra tombale del ‘400 scolpita da Amedeo di Francesco da Settignano, detto anche Meo del Caprino.
Nell’intervista registrata il 3 marzo per la rubrica “Restauri d’Arte”, il geometra Mario Cordero della Ripartizione tecnica della Città di Carmagnola ha sottolineato il ruolo civico che la chiesa e il convento hanno sempre avuto. Nel convento si tenevano un tempo le riunioni del Consiglio comunale e sul campanile era collocata una campana adibita alla diffusione degli allarmi in situazioni di pericolo per la popolazione. Intorno al 1450 la zona centrale di Carmagnola venne rialzata di un metro, per risanare il concentrico che era circondato da un ambiente allora paludoso. Per questo i basamenti delle colonne non sono più visibili e lo stile gotico originario ha perso lo slancio iniziale. Anche gli altari originari con gli affreschi quattrocenteschi vennero sostituiti con altri di gusto barocco.
Sul coro ligneo del 1457, che presenta arricchimenti cinquecenteschi e seicenteschi, sono tuttora impressi i nomi dei maggiorenti carmagnolesi dell’epoca. L’idea dell’attuale Sindaca di Carmagnola, Ivana Gaveglio, sarebbe di riportare almeno per una volta i Consiglieri comunali a tenere in Sant’Agostino una riunione simbolica, che sancisca la riappropriazione dell’importante bene culturale e architettonici da parte della città.
L’architetto Renato Crivello, direttore della ripartizione tecnica della Città di Carmagnola, ha sottolineato l’ambizione dell’amministrazione comunale di fare del complesso di Sant’Agostino un polo culturale di rilevanza nazionale. È stato elaborato un progetto suddiviso in cinque lotti funzionali. La copertura è stata messa in sicurezza, per eliminare le infiltrazioni ed evitare ulteriori distacchi di stucchi dal soffitto. Il secondo lotto, candidato al sostegno dell’Unesco, riguarda il restauro e la rifunzionalizzazione della chiesa, con una spesa prevista di 3,9 milioni di euro. Altri lotti riguardano il recupero dell'ex convento, che potrà ospitare l'archivio storico comunale, ma anche le attività delle associazioni locali ed eventi culturali e aggregativi di rilevanza sia locale che regionale.

chiesa della Misericordia Torino 6

Cultura

Continua con successo di pubblico la XIV edizione di Chantar l’Uvern, i cui eventi quest’anno sono fruibili esclusivamente online per i noti problemi legati alla pandemia. Il prossimo appuntamento in programma sarà trasmesso sabato 13 marzo alle 21: si tratta di “Dante e la lingua occitana”, una conferenza/lezione a cura di Maria Soresina, con riprese e montaggio a cura di Andrea Fantino.
Due le iniziative in programma la prossima settimana: mercoledì 17 marzo alle 21, il Concerto di San Patrizio, un concerto di musica da ballo occitana con il gruppo Tir na d'Oc, a cura di Opificio musicale.
Sabato 20 marzo alle 21 sarà la volta dell’Angelo della peste, uno spettacolo teatrale a cura di ArTeMuDa che si ispira – come spiegano gli autori - “all'iconografia dei santi protettori invocati contro la peste, alla storia, ai testi letterari di Lucrezio, Boccaccio, Manzoni, Camus, Artaud e La Fontaine, ai riti della morte e della tradizione, alle musiche e alle danze popolari, e si domanda in quale forma potrebbe oggi presentarsi una nuova peste”.
L’edizione 2021 di Chantar l’Uver propone fino al 22 aprile una ventina di appuntamenti (teatro, cinema, musica, presentazioni di libri, conferenze e laboratori) organizzati dagli sportelli linguistici occitano, francoprovenzale e francese - all'interno del progetto di Città metropolitana di Torino sulla valorizzazione delle lingue madri in attuazione della legge nazionale 482 - e gestiti dall'Associazione Chambra d'Oc e dall'ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, con la collaborazione del Centro studi documentazione memoria orale di Giaglione, dell'ecomuseo Colombano Romean, del Consorzio forestale Alta Valle Susa e con la partecipazione attiva delle associazioni culturali ArTeMuDa, Banda musicale Alta Valle Susa, Opificio musicale e del Comune di Villar Focchiardo.
Due le tipologie di eventi: dirette streaming su Zoom e video-première su Youtube con chat in diretta.
Per collegarsi ai singoli appuntamenti occorre consultare il calendario sui siti www.parchialpicozie.it, www.chambradoc.it e www.cittametropolitana.torino.it o ancora le pagine Facebook Chambra d'Oc, Sportelli Linguistici francoprovenzale, occitano e francese, Parchi Alpi Cozie e CittaMetroTO.

Cultura

33 titoli, 5 giornate, 1 piattaforma streaming, 20esima edizione: con questi numeri il Glocal Film Festival batte il Covid e si svolgerà nel suo periodo consueto, anche se non in presenza, dall’11 al 15 marzo. Organizzato da Associazione Piemonte Movie con il contributo di Regione Piemonte, il patrocinio di Città di Torino e Città metropolitana di Torino e il supporto di Film Commission Torino Piemonte e Museo nazionale del Cinema-Torino Film Festival, il Glocal Film Festival - che da sempre ha come mission la produzione cinematografica regionale - in questa edizione realizza il desiderio di uscire dai confini regionali, aprendosi nella narrazione e nella realizzazione a contaminazioni e coproduzioni: fra le novità  il focus “From local to global: let’s act ‘glocal’ together!” che prevede quattro cortometraggi da festival gemellati italiani e uno dai Paesi Baschi (Spagna), regione ospite; e il panel “Orizzonte corti: uno sguardo regionale” sulla produzione di cortometraggi nelle diverse regioni dei festival coinvolti.

Cuore del Glocal, le sezioni competitive: “Panoramica doc” con 6 documentari che propongono il meglio di una produzione regionale più che mai di ampio respiro grazie a protagonisti, temi e location che fanno da sfondo, presentati a festival internazionali; e il contest per cortometraggi “Spazio Piemonte” con 16 film brevi, cui si aggiunge la speciale sezione fuori concorso dall’evocativo nome “Lock & Short” dedicata ai corti che restituiscono in immagini l’emergenza pandemica e il confinamento tra le mura di casa. Numerosi i premi, a cominciare dal Premio riserva Carlo Alberto, che quest’anno verrà assegnato alla scenografa Paola Bizzarri, nata a Roma ma torinese d’adozione, che sarà ospite del festival lunedì 15 marzo alle 19 insieme a Silvio Soldini, sulla pagina Facebook del festival.

Seguendo la strada delle rassegne che l’hanno preceduto in questi mesi di lockdown, i titoli della 20ª edizione del Glocal Film Festival saranno disponibili in streaming su streeen.org e ognuno sarà accompagnato da presentazioni sui social con registi, interpreti e produttori.

Tutto il programma e le informazioni: www.piemontemovie.com

 

Cultura

Dopo la presentazione del Cahier 31 dell’Ecomuseo Colombano Romean intitolato "Itinerari artistici quattro-cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese", a cura di Ilario Manfredini, che avverrà in video-première su Youtube con chat in diretta sabato 27 febbraio alle 15, il cartellone di Chantar l’Uvern 2021 prosegue martedì 2 marzo alle 21 con la proiezione del film “Lo sol poder es que dire”, un documentario di Andrea Fantino dedicato a Fausta Garavini, scrittrice, critica e studiosa di letteratura occitana contemporanea e compagna di vita di Robert Lafont, il linguista e storico francese della letteratura occitana, poeta, romanziere e drammaturgo dell'espressione occitana.
Sabato 6 marzo alle 21 sarà la volta di “Distillare è imitare il sole”, uno spettacolo teatrale a cura di ArTeMuDa in cui si racconta dell'antro dell'alambicco di Deveys (Exilles), uno degli ultimi della Val Susa che ogni anno torna ad esalare i suoi fumi: il Laboratorio permanente di ricerca teatrale di Salbertrand cerca di capire il segreto alchemico di trasformazione della grappa.

Chantar l’uvern 2021
L’edizione 2021 di Chantar l’Uver, la 14ª della sua storia, propone fino al 22 aprile una ventina di appuntamenti (teatro, cinema, musica, presentazioni di libri, conferenze e laboratori), tutti necessariamente online, organizzati dagli sportelli linguistici occitano, francoprovenzale e francese - all'interno del progetto di Città metropolitana di Torino sulla valorizzazione delle lingue madri in attuazione della legge nazionale 482 - e gestiti dall'Associazione Chambra d'Oc e dall'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, con la collaborazione del Centro Studi Documentazione Memoria Orale di Giaglione, dell'Ecomuseo Colombano Romean, del Consorzio Forestale Alta Valle Susa e con la partecipazione attiva delle Associazioni culturali ArTeMuDa, Banda musicale Alta Valle Susa, Opificio musicale e del Comune di Villar Focchiardo.
Due le tipologie di eventi: dirette streaming su Zoom e video-première su Youtube con chat in diretta.
Per collegarsi ai singoli appuntamenti occorre consultare il calendario sui siti www.parchialpicozie.it, www.chambradoc.it e www.cittametropolitana.torino.it o ancora le pagine Facebook Chambra d'Oc, Sportelli Linguistici francoprovenzale, occitano e francese, Parchi Alpi Cozie e CittaMetroTO.

Cultura

Sabato 27 la presentazione del Cahier "Itinerari artistici quattro-cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese"

Si chiama “Purus Purì” la seconda proposta del cartellone di Chantar l’Uvern 2021, in scena martedì 23 febbraio alle 21 in video-première su Youtube. Si tratta di uno spettacolo teatral-musicale dedicatoa Mil Pürüs - il suonatore e orologiaio occitano Emilio Sibille nato a Chiomonte nel 1891 - scritto e condotto da Renato Sibille, nipote di Emilio, con la collaborazione dei musicisti Flavio Giacchero (clarinetto basso, sax, cornamuse, voce), Luca Pellegrino (ghironda, organetto, voce), Peyre Anghilante (fisarmonica, organetto, voce) e Sara Cesano (violino, voce).
Il programma di Chantar 2021 prosegue sabato 27 febbraio alle 15, con la presentazione del Cahier 31 dell’Ecomuseo Colombano Romean intitolato "Itinerari artistici quattro-cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese", a cura di Ilario Manfredini.
L’edizione 2021 di Chantar l’Uver, la 14ª della sua storia, propone fino al 22 aprile una ventina di appuntamenti (teatro, cinema, musica, presentazioni di libri, conferenze e laboratori), tutti necessariamente online, organizzati dagli sportelli linguistici occitano, francoprovenzale e francese - all'interno del progetto di Città metropolitana di Torino sulla valorizzazione delle lingue madri in attuazione della legge nazionale 482 - e gestiti dall'Associazione Chambra d'Oc e dall'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, con la collaborazione del Centro Studi Documentazione Memoria Orale di Giaglione, dell'Ecomuseo Colombano Romean, del Consorzio Forestale Alta Valle Susa e con la partecipazione attiva delle Associazioni culturali ArTeMuDa, Banda musicale Alta Valle Susa, Opificio musicale e del Comune di Villar Focchiardo.
Due le tipologie di eventi: dirette streaming su Zoom e video-première su Youtube con chat in diretta. Per collegarsi ai singoli appuntamenti occorre consultare il calendario sui siti www.parchialpicozie.it, www.chambradoc.it e www.cittametropolitana.torino.it o ancora le pagine Facebook Chambra d'Oc, Sportelli Linguistici francoprovenzale, occitano e francese, Parchi Alpi Cozie e CittaMetroTO.

Cultura

Quante e quali sono le tradizioni che dall’antichità ad oggi continuano ad animare in Valle di Susa i piccoli centri e i borghi alpini?
Si rischia di disperdere questo patrimonio a causa dei vincoli dettati dalla pandemia?
Le Unioni Montane della Bassa e dell’Alta Valle di Susa insieme alla Città metropolitana di Torino hanno lavorato in questi mesi ad un progetto che in questi giorni ha preso forma online: si chiama #ritialpinivalsusa ed è racchiuso in una serie di pagine ospitate sul sito internet valdisusaturismo.it con immagini ed approfondimenti sulle feste e le celebrazioni con il loro profondo contenuto simbolico.
Chi non conosce la danza degli spadonari di Giaglione, Venaus, San Giorio, I branc di Meana o la simbolica cattura dell’Orso a Mompantero?
La ricerca riguarda le tradizioni di sei realtà: Chiomonte, Giaglione, Mompantero, Venaus, San Giorio, Meana di Susa con i loro riti di passaggio dall’inverno alla primavera che fino allo scorso anno animavano le comunità alpine valsusine con imperdibili appuntamenti tra sacro e profano, con danze rituali, costumi tradizionali della festa, cerimonie per unire le piccole comunità di montagna.
“La Città metropolitana di Torino ha accolto volentieri la proposta di supportare il progetto dedicato ai riti alpini della Valle di Susa - commenta il vicesindaco metropolitano Marco Marocco - per contribuire a raccontare un territorio ricco di cultura e storia: lo faremo anche su tutti i nostri canali di comunicazione per essere a fianco dei sei piccoli Comuni che hanno una storia importante da tramandare”.
L’assessore alla tradizione e cultura della Unione Montana dell’Alta Valle di Susa è Marco Rey, Sindaco di Giaglione: “ Nella media Val Susa, in un limitato concentrico questi comuni celebrano riti di provenienza lontana. Rituali agresti, il persistere di alcuni modi del paganesimo alpino integrati nelle feste cristiane. Origini di provenienza arcaica, molto forti. Significato propiziatorio, fallico, esorcizzante, ritualistico sia la danza delle spade sia l’albero fiorito attorno al quale la popolazione compiva riti di propiziazione per stimolare la fertilità della terra. Ci sono le spade, ma ci sono i fiori, i frutti, i colori sulle punte: i fiori e i nastri colorati sul cappello degli spadonari. Insieme vogliamo incuriosire, insieme vogliamo promuovere un territorio con una cultura radicata e viva. Queste feste sono sopravvissute a tanti eventi tragici, non le fermerà di certo questa pandemia”.
Concorda l’assessore alla cultura della Unione Montana della Bassa Valle di Susa Andrea Archinà, sindaco di Avigliana: “Le nostre Alpi custodiscono uno straordinario tesoro di riti e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e che oggi, grazie alla tecnologia, possono essere comunicate a tutto il Mondo. Un’operazione in primis di ricerca culturale, una preziosa lente di ingrandimento per interpretare il nostro territorio attraverso le emozioni delle donne e degli uomini che lo hanno abitato nei secoli. E poi anche di promozione turistica, se pensiamo ai tanti visitatori della nostra Valle che sempre più esprimono interesse verso quell’esperienzialità in grado di far scoprire la vera essenza di un luogo”.
Le pagine del progetto sono già on line al link 
https://www.valdisusaturismo.it/riti-alpini-valsusa/ anche se non ancora complete per tutti e sei i Comuni interessati; il lavoro di ricerca è in corso, grazie alla preziosa collaborazione dei ricercatori locali e al fondo fotografico di cultura materiale dell’Archivio Diocesano di Susa.

Intanto le immagini e le curiosità vengono postate sulle pagine social degli enti coinvolti nel progetto

Cultura


A Torino tra il 1868 e il 1872 si svolsero quattro manifestazioni in onore di Gianduja, nel periodo del Carnevale: andarono in scena lungo via Po sottoforma di una pantomima tra rievocazione storica e invenzione, secondo una trama ideata da Giuseppe Giacosa.
Una quinta edizione si svolse poi nel 1893 e coinvolse addiritura 1500 attori in costume.
Nella sua biblioteca di storia e cultura del Piemonte a Palazzo Cisterna, la Città metropolitana di Torino conserva traccia di questi avvenimenti tra le carte del "Fondo Morselli".
Si trovano ad esempio le annate complete 1866-67 de La Gazeta d'Gianduja, bisettimanale di dialoghi e poesie sull'attualità storica, ma anche gli Almanacch (anno 1868 e 1870), calendari a 5 centesimi l'uno e poi lo spartito de La Giandujeide, canzone carnascialesca (parole di Cesare Scotta e musica di Giuseppe Stella) a 50 centesimi.
E non mancano le famose carte che avvolgevano in forma esagonale le piatte caramelle Gianduja che si vendono ancor oggi.


Altre info sul Fondo Morselli al link http://www.cittametropolitana.torino.it/cultura/biblioteca_storica/fondi/morselli.shtml

Cultura

Dal 16 febbraio al 22 aprile 2021 la rassegna culturale dedicata alle lingue e culture occitana, francoprovenzale e francese

La nuova edizione online di Chantar l'Uvern propone una ventina di appuntamenti organizzati dagli sportelli linguistici occitano, francoprovenzale e francese - all'interno del progetto di Città metropolitana di Torino sulla valorizzazione delle lingue madri in attuazione della legge nazionale 482 - gestiti dall'Associazione Chambra d'Oc e dall'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, con la collaborazione del Centro Studi Documentazione Memoria Orale di Giaglione, dell'Ecomuseo Colombano Romean, del Consorzio Forestale Alta Valle Susa e la partecipazione attiva delle Associazioni culturali: ArTeMuDa, Banda musicale Alta Valle Susa, Opificio musicale e del Comune di Villar Focchiardo.
La passata edizione venne interrotta dalla pandemia il 22 febbraio 2020, domenica di carnevale. A distanza di un anno, Chantar l'Uvern vuole riprendere la propria programmazione, seppur con una edizione limitata e necessariamente a distanza. Le misure restrittive imposte dalla pandemia e la lunga chiusura di sportelli, biblioteche, centri visita, ecomusei, teatri hanno spento da mesi gli eventi e i loro spazi ma grazie all'uso delle tecnologie tutti noi partecipiamo a video chiamate, riunioni a distanza, corsi di formazione e webinar. La lunga storia di Chantar l'Uvern nasce nel 2006, all'interno del progetto celebrativo della lingua occitana, denominato Occitan lenga Olimpica e prosegue anche in lockdown, con un lavoro comune di enti e associazioni che credono nel valore delle lingue, del territorio e della cultura.
Il nuovo programma 2021, sotto la direzione artistica di Nadia Faure e Flavio Giacchero, ripercorre, in parte, le passate edizioni, attraverso video di repertorio, spettacoli e ricerche, e presenta nuove produzioni culturali, necessariamente declinate per la fruizione web. Sono previste alcune presentazioni editoriali e conferenze tematiche in versione webinar, tutorial e racconti con video documentari, e persino un laboratorio "Chantar Zoom: dal tsant'an tsamin al canto a distanza".
Per partecipare agli appuntamenti che seguiranno due tipologie diverse di eventi - webinar a distanza o video streaming ma con diretta social - occorre seguire e consultare il calendario eventi del sito www.parchialpicozie.it o le pagine dei siti www.chambradoc.it, www.cittametropolitana.torino.it o ancora le pagine facebook Chambra d'Oc, Sportelli Linguistici francoprovenzale, occitano e francese, Parchi Alpi Cozie, CittaMetroTO.
Lunedì 15 febbraio, alle ore 15.00 i promotori della nuova edizione di Chantar l'Uvern 2021 presenteranno e inaugureranno ufficialmente la rassegna su piattaforma Zoom. Il link di partecipazione sarà ben visibile sulla home page del sito www.parchialpicozie.it e di Città metropolitana di Torino.