I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Cultura

La Città metropolitana di Torino ha pubblicato in questi giorni un questionario online per rilevare la soddisfazione degli utenti della Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte intitolata a Giuseppe Grosso e collocata a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede aulica dell’Ente.
Una realtà attiva dalla fine degli anni '50 del secolo scorso, particolarmente indirizzata al mondo universitario ma aperta a tutti, che contiene circa 200mila volumi, tra cui anche libri rari e preziosi, oltre al settore di periodici, a un'ampia sezione archivistica e a raccolte grafiche e fotografiche.
L’obiettivo è quello di sondare il percepito degli utenti sui servizi della biblioteca, ma anche indagare le abitudini di utilizzo dei servizi bibliotecari in generale. L'esigenza di conoscere la valutazione degli utenti è nata in particolare all'indomani della ripresa in presenza del servizio di biblioteca, per rilevare se il lungo lockdown abbia consentito di mantenere un filo diretto attivo con i frequentatori: paradossalmente, infatti, la chiusura degli uffici pubblici durante la pandemia ha consentito ai bibliotecari della Città metropolitana di avviare un delicato lavoro di digitalizzazione, che proseguirà nei prossimi anni, e di fornire un'attività di scansione gratuita del materiale richiesto. Proprio questo servizio di scansione dei testi collocati nella biblioteca aulica di Palazzo Cisterna è stato particolarmente gradito e viene tuttora richiesto. 
L’indagine in un primo tempo ha riguardato chi si è rivolto alla biblioteca negli ultimi tre anni, e a oggi sono una settantina le riposte arrivate. Ma ora al questionario possono rispondere anche tutti gli altri: coloro che non conoscono la biblioteca Grosso, o che magari sanno della sua esistenza, ma non ci sono mai stati, o che hanno avuto a che fare con la biblioteca storica più di tre anni fa.
Per partecipare al sondaggio è sufficiente collegarsi al link https://sondaggi.cittametropolitana.torino.it/index.php/674719?newtest=Y&lang=it.
Biblioteca 2

Cultura

Si presenta a Palazzo Civico giovedì 30 marzo alle 11.10, in Sala Congregazioni l'edizione 2023 dell'iniziativa "I Palazzi delle Istituzioni si aprono alla città", organizzata da Presidenza del Consiglio comunale, Prefettura, Città metropolitana di Torino, Musei Reali, Archivio di Stato e Turismo Torino.

 

Cultura

È cominciata con le danze del gruppo storico “Principi di Piemonte” e si è conclusa con una passeggiata nel giardino storico, appena riaperto al pubblico, la visita animata di oggi a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino. Dame e cavalieri, nei loro suggestivi costumi settecenteschi, hanno intrattenuto il pubblico con due danze, la Pavana e la Follia, e hanno illustrato il complicato linguaggio del ventaglio, accessorio in apparenza insignificante, ma che è stato a lungo un vero e proprio strumento di comunicazione e di seduzione, secondo un codice ben preciso.
La mattinata, come sempre, è proseguita con il racconto della storia e delle trasformazioni di Palazzo Cisterna a partire dalla costruzione del nucleo originario del complesso, risalente agli ultimi decenni del XVII secolo, per arrivare al 1940, anno in cui la Provincia di Torino lo acquistò e lo destinò a sede istituzionale.
Il giardino storico di Palazzo Cisterna, con ingresso dal cancello di via Carlo Alberto, è aperto sette giorni su sette, dalle ore 9 alle ore 19. 
L'ingresso alle visite animate mensili è gratuito; occorre però prenotarsiscrivendo all’indirizzo email urp@cittametropolitana.torino.it o telefonando al numero 011 8617100.
Il complesso è anche visitabile, sempre su prenotazione, dal lunedì al venerdì per scolaresche, associazioni e gruppi di cittadini.
Le prossime visite si svolgeranno sabato 15 aprile, 27 maggio e 17 giugno.
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Cultura

Parteciperà anche il Gonfalone della Città metropolitana di Torino, che sarà rappresentata dal vicesindaco Jacopo Suppo, alla commemorazione per il 78° anniversario dell’eccidio dei Dieci Martiri del Maiolo che si terrà domenica 26 marzo ad Alpignano, con ritrovo alle 10.30 in via San Giacomo, nei presi del monumento del Maiolo.
I dieci giovani alpignanesi furono trucidati dai nazifascisti il 22 marzo 1945, a pochi giorni dalla Liberazione, come rappresaglia per un’azione militare condotta dai partigiani.
In caso di maltempo, la cerimonia si svolgerà nel salone Cruto, in via Matteotti 2.
Un’ulteriore occasione per ricordare il sacrificio dei dieci ragazzi del Maiolo sarà il “Viaggio con i Martiri”, una camminata a tappe che partirà alle 20 di venerdì 24 marzo in piazza Primo Maggio per terminare in piazza Caduti, a cui parteciperanno le associazioni locali, la scuola e la Consulta giovani.
Informazioni telefonando allo 011.9666612-48 o scrivendo a segreteria.sindaco@comune.alpignano.to.it

In allegato il pieghevole con il programma della manifestazione

Cultura

Tornano anche nel mese di marzo le visite gratuite animate dai Gruppi storici a Palazzo dal Pozzo della Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino.
Il prossimo appuntamento è organizzato sabato 25 marzo alle ore 10 in via Maria Vittoria 12 a Torino.
Ad accogliere il pubblico ed ad animare la visita i Principi di Piemonte, gruppo storico recentemente iscritto nell’Albo dei Gruppi storici della Città metropolitana.

Sabato 25 marzo saranno eleganti dame e distinti cavalieri in abiti del 1700 ad intrattenere il pubblico con due danze, la Pavana e la Follia, e a spiegare il complicato linguaggio del ventaglio, accessorio in apparenza innocente, ma che per moltissimo tempo è stato un vero e proprio strumento di comunicazione, con un suo codice ben preciso.

La mattinata, come sempre, prosegue con il racconto della storia e delle trasformazioni di Palazzo Cisterna a partire dalla costruzione del nucleo originario del complesso risalente agli ultimi decenni del 1600 per arrivare al 1940, anno in cui la Provincia di Torino lo acquistò e lo destinò a sede istituzionale. Parte della visita è dedicata a illustrare il periodo in cui il Palazzo, in seguito al matrimonio di Maria Vittoria, ultima discendente dei Dal Pozzo della Cisterna, con Amedeo di Savoia, I° Duca d’Aosta, diventò sede ducale. La visita si conclude nel Giardino aulico di Palazzo Cisterna, unicum nel centro di Torino, che dal 24 marzo sarà nuovamente aperto a torinesi e turisti e accessibile dal cancello di ferro battuto di via Carlo Alberto.

L'ingresso alla visita animata è come sempre gratuito, con prenotazione all’indirizzo email urp@cittametropolitana.torino.it o telefonando al numero 011 861 7100 dalle 9.30 alle 13.
Il complesso è anche visitabile, sempre su prenotazione, dal lunedì al venerdì per scolaresche, associazioni e gruppi di cittadini .

Le prossime visite si svolgeranno sabato 15 aprile, 27 maggio, 17 giugno.







 

Cultura

Nel primo giorno di primavera, martedì 21 marzo alle 21 nella chiesa di San Giorgio di Cernica di via Baraggina il circuito musicale Chivasso in Musica, organizzato dall’associazione Contatto e patrocinato dalla Città metropolitana di Torino, proporrà un concerto sacro all’insegna della musica vocale a cappella del Cinquecento. Protagonista della serata l’ensemble vocale Nox, di cui fanno parte Francesca Lo Verso, Giulia Bonagura, Alessandro Papini, Davide Galleano e Davide Sacco.
Nella chiesa della comunità ortodossa rumena di Chivasso la serata proporrà una sorta di racconto musicale, che prenderà le mosse da una lunga notte invernale in cui tutti attendono la venuta del Figlio di Dio, per poi arrivare alla calda luce del sole, la nuova vita della Resurrezione. Sarà quindi un viaggio spirituale e musicale che, nel primo giorno di Primavera, vedrà alternarsi composizioni di autori come Palestrina, Lasso, da Victoria e Gallus. Di Jacob Handl Gallus si potrà ascoltare la composizione “Omnes de Saba”, di Tomás Luis de Victoria il “Ne timeas Maria”, di Michael Praetorius il brano “Es ist ein Ros entsprungen”, di Giovanni Pierluigi da Palestrina il “Sicut cervus”, di Jacob Handl Gallus “O salutaris hostia”, di Roland de Lassus le “Lamentationes jeremiæ prophetæ” e la “Lamentatio Prima, primi diei”, di Lodovico Grossi da Viadana il brano “Sicut ovis”, dal Codex Calistinus il “Cangaudeant catholici”, di Christopher Tye il “Laudate nomen domini” e infine di Roland de Lassus il “Surrexit pastor bonus”.
Partecipa all’organizzazione del concerto il Comitato locale di Chivasso della Croce Rossa Italiana. L’ingresso al concerto è con libera offerta. Per saperne di più: www.associazionecontatto.itconcerto-21-marzo-2023 locandina

 

Cultura

Deforme, innaturale, assurdo: è questo il significato attribuito al termine “grottesco”. Anche certi ritratti caricaturali sono definiti come grotteschi. Nella storia dell’arte, invece, le grottesche sono tutt’altro che opere deformi: sono grandi pitture decorative di soffitti e pareti, a cui si dedicarono maestri come Raffaello, Pinturicchio, Giulio Romano e Giorgio Vasari. Il loro linguaggio espressivo conobbe un’evoluzione nel corso dei secoli in tutta Europa, lasciando un segno profondo nell’immaginario collettivo anche contemporaneo.
Da sabato 11 marzo a domenica 14 maggio il Comune di Vinovo dedica alle grottesche una mostra nel cinquecentesco castello Della Rovere, intitolata “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo”. L'esposizione, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, propone una sorta di immersione in un universo multiforme ed enigmatico, in cui si mescolano immagini oniriche che la fantasia umana ha distillato, esaltato, esagerato, trasformandole in opere d’arte. L’universo delle grottesche è popolato da esseri inauditi e improbabili, metà umani e metà animali terrestri o acquatici. Vi si trovano anche insetti e piante, a volte bellissimi nella loro mostruosità, altre volte decisamente spaventosi.
La cifra delle grottesche risiede proprio nelle deformità imbarazzanti di corpi sospesi tra cielo e terra, come in cerca di un’armonia perduta, ma ancor più nei volti beffardi, minacciosi o trasognati, che simbolizzano l’estrema varietà dei sentimenti umani.
La mostra si apre con il passaggio attraverso un corridoio alle cui pareti sono esposte alcune inquietanti incisioni create agli inizi del Cinquecento da un grande artista tedesco, Heinrich Aldegrever, stampate in gigantografia su materiale specchiante. Come nella Stanza degli Specchi di un lunapark, si potrà ridere oppure no, perché le grottesche sono fatte per stupire.
L’esposizione vera e propria comincia nel Salone d’Onore con un omaggio a Raffaello. Incisioni di Giovanni Volpato provenienti dalle Logge vaticane sono affiancate a pregiate maioliche decorate “alla raffaellesca”, provenienti da Faenza, Casteldurante, Deruta e dalla collezione di Raffaello Pernici di Rosignano Marittimo. Tre archi scenografici supportano grandi “candelabre a grottesca” tratte da disegni spesso minuscoli, ideati per abbellire stanze e cortili di palazzi signorili e castelli, come i fregi in terracotta che ornano il cortile interno del castello di Vinovo e le pitture del Salone d’Onore.
Per rendere l’idea della varietà di temi affrontati dagli artisti che in tutta Europa si impegnarono nella realizzazione delle grottesche, alle pareti sono esposte incisioni originali dei secoli XVI-XVIII, riproduzioni di arazzi e di disegni conservati in collezioni museali. Al centro della sala, due tavoli ospitano fedeli ristampe di libri antichi, con disegni di grottesche che il pubblico può sfogliare liberamente, come se avesse tra le mani l’originale.
Il gioco immersivo prosegue nella Sala degli Stucchi dove, nella semioscurità, soffitto e pareti si animano, facendo interagire i personaggi tratti da grandi cicli decorativi rinascimentali. Altri personaggi sono nascosti dentro un armadio, che chiunque può aprire per scoprirne il contenuto. Nella Sala della Torre è ospitato un prezioso tessuto in seta lavorato a mano con la tecnica del “soprariccio”, con grottesche del Settecento, prestato dal laboratorio veneziano di Luigi Bevilacqua. Nella stessa sala è proiettato un videomapping che esalta la bellezza e l’inventiva dei gioielli “mostruosi” ideati agli inizi del Seicento dai fiamminghi Jan e Adriaen Collaert. Le videoinstallazioni sono un ulteriore “gioco” perfettamente consono a ciò che i committenti e gli artisti volevano creare per coinvolgere emotivamente i visitatori e proiettarli in un mondo di simboli di libera interpretazione.
La mostra, curata dallo storico Giordano Berti e della designer Letizia Rivetti, avrà un’appendice spettacolare la notte di sabato 25 marzo, nel corso del 3° Festival delle Magie. In quell’occasione verrà proiettata La Grotta dei Sogni, un gigantesco videomapping sulla facciata del castello Della Rovere, mentre nel giardino si terranno numerosi eventi spettacolari che proseguiranno il giorno seguente.
La mostra “Enigmi dipinti. Dalla Domus Aurea di Roma al Castello di Vinovo” sarà visitabile a partire da sabato 11 marzo, il giovedì e il sabato dalle 14,30 alle 18,30, la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 18,30. Le scolaresche e i gruppi potranno visitare l’esposizione su prenotazione anche nelle altre giornate. L’ingresso costa 7 euro, ridotti a 5 per le comitive scolastiche, i gruppi di almeno 15 persone e i possessori della carta Abbonamento Musei. L’ingresso è gratuito per i ragazzi di età sino a 12 anni, le persone disabili e gli studenti degli istituti scolastici del territorio.
Per informazioni si può contattare l’Ufficio Cultura e Manifestazioni del Comune di Vinovo al numero telefonico 011-9620413 o all’indirizzo e-mail manifestazioni@comune.vinovo.to.it

 

locandina mostra Enigmi Dipinti

Cultura

Dal 10 al 24 marzo lo spazio mostre della Città metropolitana di Torino (corso Inghilterra 7) ospita la mostra “Francesco Paula Palumbo e il suo Canavese”.
Torinese d’adozione, il Maestro Palumbo nasce a Taranto il 14 marzo del 1917 e muore a Torino il 22 ottobre 2008.
Una ricca selezione di sue opere ritornano, dopo una lunga assenza, in mostra a Torino.
È infatti dal 1986 che le opere pittoriche di Francesco Paula Palumbo non vengono più esposte nel capoluogo piemontese, la città in cui visse fin dal 1921, quando all’età di quattro anni si trasferì con la famiglia per motivi artistici e lavorativi.
Si tratta della quindicesima esposizione in meno di quattro anni, una sorta di “Grand Tour” piemontese iniziato a Cuneo nel maggio 2019 e proseguito a Rivarolo nel 2021 e a Rivara nel 2022.
La mostra, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino e dal Consiglio Regionale del Piemonte, inaugura venerdì 10 marzo alle ore 12.
Oltre a riscoprire e a far conoscere al vasto pubblico un fecondo passato di iniziative artistiche presenti nel territorio canavesano, questa esposizione ha consentito il ritrovamento di altre opere del Maestro, appartenenti a collezioni private, che si ispirano per esempio alla zona di Rivara e dintorni. Il Canavese è il territorio a cui si è ispirato Francesco Paula Palumbo nel dipingere parte dei suoi paesaggi. In mostra scorci e suggestivi dettagli di Agliè, Bairo, Barone Canavese, Busano, Caluso, Candia, Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Fondo (Fraz. di Traversella), Forno Canavese, Locana, Meugliano, Montalenghe, Orio Canavese, Piamprato Soana (Fraz. di Valprato Soana), Rivara, San Francesco al Campo, San Giorgio Canavese, Sparone, Torre Canavese e Traversella.

INFO
INGRESSO GRATUITO

Orario: da lunedì a venerdì dalle ore 8:00 alle 19:00, sabato e domenica chiuso
Sono possibili visite guidate su prenotazione: andareoltre@hispeed.ch
Info al numero: 329 6295129

Cultura

A Novalesa torna la processione del patrono Sant’Eldrado, bloccata dall’emergenza pandemica negli ultimi tre anni. Come indica il calendario, la festa del Santo si celebra lunedì 13 marzo, ma la processione con l’urna contenente le reliquie di Sant’Eldrado di svolgerà domenica 12 marzo alle 10,15, partendo dalla chiesa parrocchiale del paese fino all’Abbazia, dove sarà celebrata la Messa. La festa di Sant’Eldrado assume particolare rilevanza nel 50° anniversario del ritorno dei monaci nell’abbazia novalicense, acquistata nel 1972 dall’allora Provincia di Torino, oggi Città metropolitana.
Il calendario delle celebrazioni per Sant’Eldrado inizia sabato 4 marzo alle 18,30 nell’Abbazia con la recita dei Vespri e con l’accensione della lampada votiva davanti all’effigie del SantoDal 5 al 12 marzo la novena sarà celebrata con i Vespri delle 18,30, mentre nella chiesa parrocchiale di Novalesa la novena sarà celebrata durante la Messa feriale delle 17. 
I monaci dell'Abbazia quest'anno vogliono anche incontrare gli abitanti di Novalesa: sabato 11 marzo alle 17 è in programma unincontro con il Priore, padre Michael David Semeraro. Infine,lunedì 13 marzo, la solennità di Sant’Eldrado sarà celebrata con una Messa alle 7,45 e con i Vespri alle 17.
Da sabato 18 marzo riprenderanno anche le visite guidate all'Abbazia, alle cappelle e al Museo archeologico, ancora con l'orario invernale:il sabatoalle 10,30 e alle 11,30, la domenica alle 11,30. Il Museo è visitabile il sabato e la domenica dalle 11 alle 13. Per prenotare le visite occorre scrivere a  visite@abbazianovalesa.org

PER APPROFONDIRE: LA FIGURA DI SANT’ELDRADO

Per la popolazione della Val Cenischia e delle vicine valli la festa di Sant’Eldrado è una delle ricorrenze più sentite: si tramanda e si celebra senza soluzione di continuità da oltre 1000 anni, tra fede e tradizioni. Sant’Eldrado era provenzale di origine e di famiglia nobile. Fu abate dell’Abbazia dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa nella prima metà del IX secolo, l’apogeo della storia novaliciense. Di lui si sa che nacque nella antica Provincia Narbonensis, in una non meglio precisata località bagnata dal “Dederadus flumen”, l’odierna Durance, affluente di sinistra del Rodano. Non se ne conosce la data di nascita e poche sono le notizie giunte sino a noi sul periodo che precedette il suo arrivo a Novalesa. Le fonti storiografiche gli attribuiscono le virtù dell’austerità, della pazienza, della saggezza, della nobiltà d’animo e d’intenti, della magnanimità verso i poveri,i ai quali distribuì gran parte delle cospicue ricchezze ricevute in eredità. Si narra che nel suo paese natale fece innalzare una chiesa dedicata a San Pietro e fece costruire alcune abitazioni e giardini per i pellegrini. Andò lui stesso in pellegrinaggio attraverso la Gallia, la Provenza, l’Aquitania e la Spagna, alla ricerca di una regola monacale, che trovò infine a Novalesa, ove soggiornò come semplice monaco per sette anni. Dopo la morte dell’abate Ugo, che taluni indicano come figlio di Carlo Magno, divenne egli stesso abate, conservando la carica fino alla morte. Ebbe rapporti con i sovrani franchi, riuscendo a mantenere una posizione di forza nei confronti del potere temporale. Ottenne che il re e imperatore carolingio Lotario, con un diploma del 14 febbraio 825, concedesse all’Abbazia di Novalesa il monastero di Pagno, nel Saluzzese, come ricompensa dei beni che le erano stati sottratti da Ludovico il Pio in occasione della fondazione dell’ospizio di Santa Maria sul colle del Moncenisio. Eldrado morì il 13 marzo, verosimilmente del 840. Gli si attribuirono numerosi miracoli, in vita e post mortem, come ad esempio la liberazione della valle di Briançon dai serpenti che l’avevano infestata, in particolare nel villaggio oggi noto come Monêtier-les-Bains. Alla sua intercessione si attribuisce il salvataggio da un naufragio di un gruppo di crociati che, travolti da un fortunale mentre tornavano dalla Terra Santa, avevano invocato l’aiuto suo e di San Nicola da Bari. La cappella a lui dedicata nel complesso abbaziale novalicense risale, per la parte più antica, alla fine del IX secolo o all’inizio del X, mentre la parte più recente risale all’inizio dell’XI secolo. I suggestivi affreschi della seconda metà dell’XI secolo illustrano scene della vita del santo: Eldrado nel “locus Ambillis” mentre coltiva le terre di famiglia; il futuro Santo in veste di pellegrino con bastone e bisaccia, accolto da un sacerdos; Eldrado che giunge al monastero di Novalesa; Eldrado che si china per indossare l’abito monacale offertogli dall’abate Amblulfo; il miracolo dei serpenti; la sua morte, attorniato da due fratres contristati. La fama di Eldrado è anche legata all’attività culturale da lui promossa durante gli anni in cui resse l’abbazia. Nel Chronicon Novaliciense si fa riferimento a quell’attività, che potrebbe riferirsi ad un incremento del patrimonio librario dell’Abbazia. Sempre nel Chronicon si legge che ad Eldrado furono attribuiti il bastone episcopale e le insegne proprie dei vescovi, per il suo zelo nella difesa dell’ortodossia. Dopo la sua morte il corpo fu deposto “infra techam dignissimam”, la “cassa di Sant’Eldrado” in argento sbalzato a forma di sarcofago, conservata nella chiesa parrocchiale di Novalesa e portata in processione nel giorno della festa a lui dedicata. Il culto di Sant’Eldrado è sentito soprattutto nei luoghi in cui vennero segnalati i miracoli a lui attribuiti: a Novalesa e in tutta la Val Cenischia, nella zona del colle del Moncenisio, a Bardonecchia, a Torino, ad Asti e in Francia.
Per tradizione, alla solenne processione in onore del Santo partecipano varie confraternite, cittadini di Novalesa, Venaus e dell’intera Val Cenischia, fedeli provenienti dalla Maurienne, dal Delfinato e dalla Savoia, in un momento di simbolico raccordo tra le genti dei due versanti delle Alpi Occidentali.processione SantEldrado storica 1

Cultura

Antiche usanze, festose sfilate, danze corali e costumi sgargianti: benvenuto Carnevale!
Dopo tre anni in cui le sfilate e i grandi eventi sono stati annullati a causa della pandemia, quest’anno tornano sul territorio importanti carnevali, come, ad esempio quello storico di Chivasso.
Di questo grande evento che ha come protagonisti la Bela Tolera e l’Abbà si occupa la nuova puntata delle “Storie metropolitane” che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta attraverso video pubblicati sul canale Youtube dell’Ente.
La nuova puntata si può vedere al link https://youtu.be/bPq-Huyw3Rs
Martedì grasso è stata incontrata a Palazzo Cisterna, sede aulica di Città metropolitana di Torino, dalla consigliera metropolitana Sonia Cambursano e dall'assessora comunale della Città di Torino Gianna Pentenero, tutta la corte 2023 dello storico carnevale di Chivasso.
La Bela Tolera, Arianna Greco e l'Abbà, Franco D’Aguanno, accompagnati dal Presidente della Pro Loco Chivasso L’Agricola, Davide Chiolerio e dall’amministrazione comunale chivassese hanno portato all'attenzione la grande valenza culturale dello Storico Carnevalone che animerà le vie del centro storico domenica 26 febbraio.
Il Carnevale a Chivasso vanta origini antiche: nel Quattrocento un gruppo di buontemponi eleggeva, a capo della propria "Società degli Stolti", l'Abbà che provvedeva ad istituire tasse e balzelli curiosi. Argomentazioni religiose indussero gli affiliati a cambiare costume e a assumere come patrono San Sebastiano: l'Abbà divenne allora titolare di privilegi nei giorni di Carnevale e fino al 1878 mantenne queste prerogative per poi scomparire come figura.
Il 1905 vede la nascita del Personaggio femminile del Carnevale, la Bela Tolera, fanciulla in grado di incarnare le caratteristiche della Città di allora, centro mercatale di rilevante importanza. L'appellativo traeva le proprie origini da una leggenda legata al campanile, nei tempi antichi rivestito di latta, o forse dallo spirito, fortemente commerciale, dei chivassesi d'inizio secolo. La riscoperta delle tradizioni si deve al "Circolo di Agricoltura, Industria e Commercio" comunemente detto, in forma abbreviata "L'Agricola", fondato nel 1862, sodalizio importante per i chivassesi che, fin dalle sue origini, legherà indissolubilmente il proprio nome al Carnevale. Ancora oggi la Pro Loco L’Agricola, insieme all’amministrazione comunale, è la macchina organizzatrice di questo grande evento.
La consueta sfilata di gruppi mascherati di Borghi e Frazioni di Chivasso, carri allegorici e maschere ospiti animeranno le vie del centro domenica 26 febbraio coinvolgendo chivassessi e non in una festa che è un modo, come ricorda bene il sindaco di Chivasso, Claudio Castello, per far rivivere un glorioso passato e per rigenerare le potenzialità che portano Chivasso ad accettare e vincere le sfide del domani.

http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/storiemetropolitane/