I NOSTRI COMUNICATI

 

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Cultura

L’edizione di quest’anno di“Sette ponti resistenti”, la manifestazione culturale nata nel 2021 a Pinasca grazie alla ProLoco per far rivivere la memoria delle vicende avvenute in Val Chisone durante la Guerra di liberazione dal nazifascismo, si svolgerà sabato 21 ottobre, con partenza alle 14.30 dal ponte Annibale.
I promotori, grazie al prezioso lavoro di raccolta e trascrizione dei ricordi di chi quegli eventi li visse in prima persona, si sono posti l’obiettivo di ripercorrere i fatti storici che avvennero in particolare nel Vallone di Grandubbione, con le sue borgate e con i suoi sentieri che permettevano un rapido collegamento con le Valli Susa e Sangone attraverso il monte Aquila ed il Colle del Besso, nonché con Cumiana, Frossasco e la pianura del Pinerolese attraverso il Colle del Cro. Il sentiero prescelto, che dal centro abitato di Pinasca porta al cuore del Vallone di Grandubbione, è quello che il CAI ha identificato con il numero ETOS347B, da sempre importante via di comunicazione e commercio tra le borgate più alte del paese ed il fondovalle, ma legato alla memoria storica dei pinaschesi grazie al racconto di un testimone diretto degli anni della Resistenza che, percorrendo in qualità di staffetta questo sentiero, venne catturato da una colonna tedesca.
I partecipanti alla camminata troveranno lungo il percorso, grazie all’intervento dell’associazione “Costruire Cantando”, alcuni spunti di riflessione sotto forma di fotografie, canti e letture di testimonianze riferiti a episodi della guerra di liberazione combattuta in questi luoghi.
Anche l’edizione 2023 di “Sette ponti resistenti” si avvale del patrocinio della Città metropolitana di Torino.
Potrà partecipare alla rievocazione storicaanche chi non prenderà parte alla camminata : il ritrovo è fissato alle 18 al ristorante La Beppa del Grandubbione, per la cena necessaria la prenotazione al 392.1650923.
Locandina 7 Ponti

Cultura

Nella puntata di questa settimana delle “Storie metropolitane”, che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta con i reportage televisivi che vengono pubblicati nel canale Youtube dell’Ente, il “contenitore” è il castello-villa settecentesco che fu dei conti Asinari Piossasco di None, che sorge a Virle ed è attualmente di proprietà dell’Istituto San Vincenzo de’ Paoli. Mentre il “contenuto”, a dir poco insolito, è l’installazione “Square, perseveranza della forma, libertà del segno”, che, il 7 ottobre scorso, ha proposto la nuova collezione di opere dell’artista contemporaneo Andrés Avré.
Il reportage video è pubblicato all’indirizzo https://youtu.be/9T4Era-n8Vw
L’idea di abbinare le proprie opere con un prezioso scrigno di arte e di storia è venuta ad Andrés Avré visitando il castello-villa e ammirando il salone balconato che trecento anni orsono fu affrescato da Giuseppe Dallamano, pittore quadraturista modenese che operò nei cantieri delle residenze sabaude. Due espressioni artistiche, quella di Dallamano e di Avré, che sono distanti tre secoli e che nonostante tutto possono dialogare. Come già avvenuto in altre occasioni, Avré ha messo a confronto la sua produzione con il luogo storico scelto per la presentazione. Il castello-villa risalente alla prima metà del XVIII secolo è un prezioso gioiello da scoprire e valorizzare: soprattutto il suo salone, dove regna l'illusionistica dilatazione spaziale realizzata dal Dallamano intorno al 1724.
Il quadrato è l'elemento  ricorrente che caratterizza tutta l'opera di Andrés Avré fin dai primi lavori. La forma è la cornice di paesaggi dell'anima o la trasfigurazione di orizzonti astratti, in cui il segno diventa  cifra espressiva, l'elemento imprescindibile nella costruzione di un equilibrio, mentre luci mutevoli e ombre inaspettate alludono a skyline e paesaggi cari all'artista. L'installazione all'interno del salone del castello ha presentato una selezione di opere su carta e su tela di diverse dimensioni, realizzate con colori acrilici, pigmenti e sabbie.
Andrés Avré è nato a Torino nel 1966 e, dopo alcune esperienze nel mondo del fumetto e dell'illustrazione, è approdato in età matura all’informale e si è trasferito a  Monforte d'Alba, dove ha creato uno spazio espositivo personale: la Temporary Forge, nel cuore del centro storico del piccolo borgo di Langa. Il suo abitare stili e forme storicizzate come l’espressionismo astratto, l’informale materico e segnico, non gli impediscono di ricodificarli  e fonderli completamente su se stesso, in modo originalissimo. La stratificazione del colore, i graffiti, i segni e i toni che si accumulano e si dissolvono sono la trasposizione simbolica del suo indagare la mutevolezza dell'identità. “Il suo mezzo espressivo, - ha scritto il critico Alessandro Allocco nella sua nota curatoriale - è la forma, intesa come essenza stessa dell'opera. La sua percezione artistica è connaturata al suo vissuto, mutuato però attraverso il sogno, con un registro che emerge attraverso un processo di sovrapposizione, cambiamento e trasformazione, in un accumulo organico di strati, immagini e toni precedenti che affiorano e scompaiono, rivelando l'archeologia del passato. La sua spazialità geometrica produce opere divise in superfici interconnesse fra loro, che raccontano il conflitto tra complessità cromatica e logica seriale, fra il bisogno di ordine e la necessità di infrangerlo. La poetica di Andrés Avré produce infatti dipinti compatti, spesso definiti da bordi, apparentemente bidimensionali, eppure vitali e palpitanti. Questa contaminazione fra presente e passato, in continua evoluzione, rappresenta il linguaggio plastico di Andrés Avré che fa di lui un artista italiano innovativo ed unico nel suo genere”. Ammirando le opere di Avré la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un’arte concettuale che lavora sulla sottrazione, culminando nell’eliminazione del superfluo, per arrivare all’essenziale, in una sorta di autoanalisi degli stati d’animo e delle associazioni di idee che un paesaggio o un’immagine possono suscitare nell’artista.presentazione mostra Square Virle 07 10 2023 10

Cultura

La puntata di questa settimana delle “Storie metropolitane”, che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta con i reportage televisivi che vengono pubblicati nel canale Youtube dell’Ente, è dedicata a Piscina Arte Aperta, un museo diffuso di arte contemporanea che si snoda tra le piazze e vie del paese nella pianura Pinerolese: decine di artisti piemontesi hanno nel tempo trasferito sui muri del paese le proprie opere.
Il reportage è pubblicato all’indirizzo https://www.14dd5266c70789bdc806364df4586335-gdprlock/watch?v=e7MrNIcZpL4
Il progetto è nato una trentina di anni orsono per iniziativa del pittore locale Antonio Panino;nel tempo ha visto crescere la sua collezione all'aperto fino ad oltre settanta opere che oggi, dopo un periodo di abbandono, tornano ad essere valorizzate. È un grande impegno dell'amministrazione comunale di Piscina, pronta ad offrire al paese un vero e proprio luogo di incontro e di confronto per pittori, scultori, incisorie ceramisti.
Subito dopo la pandemia Piscina Arte Aperta è diventata Museo Civico di arte contemporanea all’aperto, grazie ad una delibera del Consiglio Comunale. Il progetto di valorizzazione e promozione dell’itinerario artistico, sul quale si trovano approfondite informazioni nel sito Internet www.piscinaarteaperta.it, ha registrato passi in avanti importantissimi, a cominciare dal protocollo d’intesa sottoscritto con l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, che ha dato vita ad un cantiere con attività seminariali per giovani allievi.
Ce ne ha parlato con grande orgoglio la Direttrice del Museo, Manuela Ghirardi, sottolineando come sia stata vincente la scelta di focalizzare l’impegno sugli artisti contemporanei piemontesi, che hanno di fatto creato un gruppo di amici insieme agli eredi di quanti sono già scomparsi che aiutano Piscina nel restauro delle opere en plein air. Manuela Ghirardi è un concentrato di passione: “Bisogna crederci. – ha sottolineato durante l’intervista per il reportage video - Avere un gruppo unito e coeso come quello del comitato che gestisce il museo è indispensabile. Ma ora il nostro impegno maggiore è condividere il progetto con la collettività, con il territorio, in primis con gli abitanti di Piscina, affinché prendano consapevolezza del patrimonio unico dipinto sulle loro case: arte bellissima ma fragile”.
Sul sito della Città metropolitana di Torino alla pagina www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/storiemetropolitane/ sono presenti le schede di tutti gli artisti le cui opere sono esposte nel Museo Civico di arte contemporanea all’aperto di Piscina.Museo Civico Arte contemmporanea allaperto Piscina 18

Cultura

Squareperseveranza della forma, libertà del segno” è il titolo della nuova collezione di opere che l'artista Andrés Avré propone al pubblico per la prima volta attraverso un’inconsueta installazione  al castello che fu dei conti Asinari di Piossasco a Virle. L’appuntamento per l’inaugurazione dell’installazione, curata da Alessandro Allocco, è per sabato 7 ottobre alle 11,30 nel salone aulico del castello. L'evento è patrocinato dall’Istituto San Vincenzo de Paoli, proprietario del bene architettonico, dalla Città metropolitana di Torino e dai Comuni di Virle e di Monforte d'Alba, quest’ultimo luogo di residenza dell'artista.
Come già avvenuto in altre occasioni l'artista Andrés Avré mette a confronto la sua produzione artistica con il luogo storico scelto per la presentazione delle sue opere. Il castello risalente alla prima metà del XVIII secolo è un prezioso gioiello da scoprire e valorizzare, con il suo salone dove regna l'illusionistica dilatazione spaziale realizzata dal pittore Giuseppe Dallamano intorno al 1724.
Il quadrato è l'elemento  ricorrente che caratterizza tutta l'opera di Andrés Avré fin dai primi lavori. La forma è la cornice di paesaggi dell'anima o la trasfigurazione di orizzonti astratti, in cui il segno diventa  cifra espressiva, l'elemento imprescindibile nella costruzione di un equilibrio, mentre luci mutevoli e ombre inaspettate alludono a skyline e paesaggi cari all'artista. L'installazione all'interno del salone del castello presenterà una selezione di opere su carta e su tela di diverse dimensioni, realizzate con colori acrilici, pigmenti e sabbie.
Andrés Avré è nato a Torino nel 1966 e, dopo alcune esperienze nel mondo del fumetto e dell'illustrazione, è approdato in età matura all’informale e si è trasferito a  Monforte d'Alba, dove ha creato uno spazio espositivo personale: la Temporary Forge, nel cuore del centro storico del piccolo borgo di Langa. Il suo abitare stili e forme storicizzate come l’espressionismo astratto, l’informale materico e segnico, non gli impediscono di ricodificarli  e fonderli completamente su se stesso, in modo originalissimo. La stratificazione del colore, i graffiti, i segni e i toni che si accumulano e si dissolvono sono la trasposizione simbolica del suo indagare la mutevolezza dell'identità. “Il suo mezzo espressivo, - scrive Alessandro Allocco nella sua nota curatoriale - è la forma, intesa come essenza stessa dell'opera. La sua percezione artistica è connaturata al suo vissuto, mutuato però attraverso il sogno, con un registro che emerge attraverso un processo di sovrapposizione, cambiamento e trasformazione, in un accumulo organico di strati, immagini e toni precedenti che affiorano e scompaiono, rivelando l'archeologia del passato. La sua spazialità geometrica produce opere divise in superfici interconnesse fra loro che raccontano il conflitto tra complessità cromatica e logica seriale, fra il bisogno di ordine e la necessità di infrangere. La poetica di Andrés Avré produce infatti dipinti compatti, spesso definiti da bordi, apparentemente bidimensionali, eppure vitali e palpitanti. Questa contaminazione fra presente e passato, in continua evoluzione, rappresenta il linguaggio plastico di Andrés Avré che fa di lui un artista italiano innovativo ed unico nel suo genere”.invito inaugurazione mostra Andrea Abre Virle 07 10 2023 r.jpeg

Cultura

Con il mese di ottobre si chiudono le visite animate a Palazzo dal Pozzo della Cisterna.

La sede aulica di Città metropolitana di Torino infatti sarà oggetto di importanti lavori che coinvolgeranno gli ambienti interni e il giardino storico.
Gli interventi proseguiranno nella stagione invernale in un ottica di tutela e conservazione dell’immenso patrimonio culturale che Palazzo Cisterna rappresenta.

L’ultimo appuntamento dell’anno è previsto sabato 14 ottobre alle ore 10 in compagnia del Gruppo storico Tradizioni Sabaude, recentemente iscritto nell’Albo dei Gruppi storici della Città metropolitana, che accoglierà e intratterrà il pubblico nel cortile d’onore di via Maria Vittoria 12.

Tradizioni Sabaude, grazie ad un’attenta ricerca storica, proporrà al pubblico situazioni, avvenimenti, curiosità che hanno coinvolto casa Savoia nel periodo che va dalla seconda metà del XVII secolo agli anni Trenta del XVIII secolo. Stupendi abiti d’epoca ed eleganti danze faranno da cornice alla mattinata che proseguirà con il racconto della storia e delle trasformazioni di Palazzo Cisterna a partire dalla costruzione del nucleo originario del complesso risalente agli ultimi decenni del 1600 per arrivare al 1940, anno in cui la Provincia di Torino lo acquistò e lo destinò a sede istituzionale. Parte della visita sarà dedicata alla storia di Maria Vittoria, ultima discendente dei Dal Pozzo della Cisterna, con un attenzione particolare ad illustrare il grande patrimonio artistico culturale ancora conservato nel Palazzo. La visita si concluderà sulla gradinata prospiciente al Giardino aulico di Palazzo Cisterna, unicum nel centro di Torino.
L'ingresso alla visita animata sarà come sempre gratuito, con prenotazione all’indirizzo email urp@cittametropolitana.torino.it o telefonando al numero 011 861 7100 dalle 9.30 alle 13.




Cultura

Sabato 7 ottobre torna un appuntamento con la storia: in tutto il territorio nazionale oltre 100 archivi, di cui 7 in Piemonte, apriranno gratuitamente i battenti. L’iniziativa “Carte in dimora. Archivi e Biblioteche: storie tra passato e futuro” precede e affianca la giornata “Domeniche di Carta” istituita dal Ministero della Cultura Torino e in programma l’8 ottobre, consentendo di viaggiare idealmente nelle pieghe del passato per conoscere meglio il presente.
Carte in dimora” è un’iniziativa dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, che nel territorio della Città metropolitana di Torino ha ottenuto il patrocinio dell’Ente di area vasta, perché gli archivi privati che aprono gratuitamente al pubblico sono luoghi di ricordi intimi ma anche di memorie storiografiche. In castelli, rocche e ville i visitatori possono ammirare da vicino volumi rari, carte, carteggi, manoscritti e raccolte, non solo librarie, che rappresentano la testimonianza tangibile della storia dei territori in cui sono collocate. L’elenco dei luoghi aperti al pubblico e le modalità di prenotazione, ove richiesta, sono consultabili al link www.associazionedimorestoricheitaliane.it/carte-in-dimora-2023/

GLI ARCHIVI APERTI IL 7 OTTOBRE NELLA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO

Nell’archivio del castello di Pavarolo sono conservati documenti riguardanti la storia della famiglia e più in generale del Casalese, che risalgono fino al 1326. Il maniero, già menzionato in un decreto del 1047, fra il XIII ed il XV secolo fu più volte assediato, devastato, riconquistato e ricostruito. Nei secoli successivi fu radicalmente ristrutturato e ampliando in più fasi. Nel 1884 fu venduto a Malvina Ganerì, figlia del Console inglese a Torino, che intraprese consistenti lavori di riadeguamento funzionale degli interni e di decorazione in stile neo-gotico anglosassone. Dal 1924 il castello appartiene alla famiglia Zavattaro Ardizzi. Sabato 7 ottobre lo si può visitare gratuitamente dalle 10 alle 13 insieme ai proprietari, con prenotazione obbligatoria ai numeri telefonici 338-4436886 o 011-9407626.
Casa Lajolo sorge nel borgo di San Vito a Piossasco ed è un esempio di architettura del verde del XVIII secolo. Grazie alla posizione alle pendici del Monte San Giorgio, che offre un clima mite, il giardino ospita specie come agrumi, canfora, cappero, mandorlo e pino domestico. Il giardino ospita eventi e attività divulgative per associazioni e scuole. In occasione di “Carte in Dimora", alle 15 e alle 16 sono previste due visite guidate gratuite alla scoperta dell'Archivio Ambrosio di Chialamberto Lajolo. Per la prenotazione si può scrivere a info@casalajolo.it. È inoltre possibile visitare autonomamente e con audioguida il giardino e l'orto-giardino, dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 17.
Il Castello di Pralormo, tuttora abitato dalla famiglia che vi fu infeudata nel 1600, è situato a circa 30 km da Torino, alle porte di Langhe e Roero. La visita della biblioteca consente di ammirare volumi che risalgono fino al 1500 e documentano onori, óneri, passioni e curiosità che gli eredi tramandano con passione e dedizione. I conti di Pralormo erano grandi viaggiatori e collezionarono negli anni Atlanti, di cui uno di grande formato del 1692 dedicato al delfino di Francia. Nella biblioteca sono conservati i 60 volumi dell’Histoire des voyages del 1749, stampe e caricature di personaggi di varie epoche, il Theatrum Sabaudiae, trattati di medicina e botanica, riviste sulla vita nelle corti europee, menu e ricettari dal XVIII secolo e libri per l’infanzia. Il castello è aperto dalle 10 alle 19. La visite guidate alle biblioteca sono gratuite e con prenotazione obbligatoria. A pagamento e senza prenotazione, sono possibili visite di 45 minuti agli interni del castello. Per informazioni e prenotazioni l’indirizzo e-mail è info@castellodipralormo.com. Si possono anche chiamare i numeri telefonici 011-884870-8840981 dal lunedì al venerdì, mentre il sabato e la domenica i numeri da chiamare sono 348-6826122 o 348 8520907.Casa Lajolo Piossasco Archivio 1

Cultura

Con gli appunti sonori “Aviste/Svegliati”, dedicati dai Blu L'azard & One flower left all'emergenza climatica nel mondo, è cominciata oggi a Oulx la 12ª Giornata delle minoranze linguistiche storiche, dedicata alla valorizzazione dell’occitano, del francoprovenzale e del francese.
Quest'anno la Città metropolitana di Torino con la consigliera delegata alla tutela e alla promozione delle lingue madriValentina Cera,insieme a Chambra d’Oc,che ha organizzato la giornata, ha voluto ritrovarsi con ragazzi e ragazze dell’Istituto scolasticoDes Ambrois, il dirigente scolastico Domenico Baglioni e il sindaco di Oulx Andrea Terzolo per ragionare sul valore delle lingue dei popoli alla vigilia dei festeggiamenti per la 529ª edizione della Fiera Franca.
“Valorizzare la diversità linguistica, e farlo in una terra di confine, è un atto rivoluzionario” ha detto salutando studenti e studentesse Valentina Cera, “e questo è da sempre l’intento della Città metropolitana, e prima della Provincia di Torino. Il linguaggio è il modo in cui esprimiamo il nostro pensiero, e tenere viva una lingua significa tenere vivo il pensiero”.
L’evento odierno di Oulx segue di pochi giorni la Giornata europea delle Lingue, celebrata il 26 settembre di ogni anno dal Consiglio d’Europa fin dal 2001 per diffondere la consapevolezza che che la diversità linguistica è un elemento chiave nel ricco patrimonio culturale del nostro continente ed è uno strumento per ottenere una migliore comprensione tra le persone e i popoli. Il Consiglio d’Europa promuove da sempre il pluralismo linguistico nel nostro continente, con oltre 24 lingue ufficiali e 60 lingue autoctone regionali o minoritarie riconosciute.
Oulx 1Oulx 2

Cultura

Il Crast, Centro ricerche archeologiche e scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia, celebra i 60 anni di attività in Asia e lo fa con una conferenza lunedì 2 ottobre (ore 15) nella Sala Bobbio in via Corte d’Appello 16 a Torino.
Saranno presenti rappresentanti dell'Ambasciata irachena in Italia e dell'Ambasciata italiana insieme ad esponenti del Ministero degli Esteri ed autorità culturali irachene, ai quali gli archeologi del Crast presenteranno i principali risultati delle missioni torinesi attualmente in corso in Iraq, Turkmenistan e Mongolia.
Il Crast è nato nel settembre 1963 su iniziativa del prof Giorgio Gullini, titolare della cattedra di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana: soci fondatori furono UniTo, Comune di Torino Provincia di Torino (oggi Città metropolitana) per sostenere le ricerche archeologiche all'estero dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Torino.
La conferenza è aperta al pubblico con ingresso libero sino ad esaurimento posti

Cultura

Sono ricominciate, con la consueta cadenza mensile, le visite animate di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede storica della Città metropolitana. Ad accogliere il pubblico, accorso come sempre numeroso, è stato oggi il gruppo storico Borgo Vecchio di Avigliana, recentemente iscritto nell’Albo dei Gruppi storici della Città metropolitana, accompagnato dal sindaco di Avigliana Andrea Archinà. A fare gli onori casa, la consigliera delegata Valentina Cera, in una giornata particolarmente significativa: l’appuntamento odierno, infatti, cade durante le celebrazioni delle Giornate Europee del Patrimonio, l’iniziativa congiunta del Consiglio d’Europa e della Commissione europea che offre ai cittadini l'opportunità di scoprire la ricchezza del patrimonio culturale europeo promuovendo il valore della diversità culturale.stava recando a Parigi a incontrare il suo promesso sposo Luigi di Valois, Conte di Turenna e futuro Duca D’Orleans.
La mattinata a Palazzo, come sempre, è proseguita con il racconto della storia e delle trasformazioni di Palazzo Cisterna a partire dalla costruzione del nucleo originario del complesso risalente agli ultimi decenni del ‘600, per arrivare al 1940, anno in cui la Provincia di Torino lo acquistò e lo destinò a propria sede istituzionale.
L'ingresso alla visite animate di Palazzo Cisterna è gratuito, ma è necessario prenotare scrivendo a urp@cittametropolitana.torino.it o telefonando dal lunedì al venerdì tra le 9.30 e le 13 al numero 011 861 7100.

Visita 2
  

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I ceci, cibo ingiustamente considerato “povero” e trascurato nei decenni di un discutibile benessere consumistico, sono al centro della Sagra d’le Cisi, che da venerdì 29 settembre a domenica 1° ottobre torna nel paese valsusino di San Didero dopo l’edizione “0” del 2022. La manifestazione, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, è stata presentata ufficialmente la settimana scorsa alla presenza del Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo ed è nata per iniziativa della Pro Loco, a seguito di ricerche nell’archivio storico comunale, da cui è emerso che “...nel 1777 il Comune vende dei grossi paioli di rame…”; paioli che, si è scoperto in seguito, venivano utilizzati per la cottura della minestra di ceci da offrire ai bisognosi: accadeva a San Didero come a Lanzo o a Dogliani, tutte località in cui, non a caso, la tradizione della cisrà si è mantenuta o è stata riscoperta. Ad offrire la minestra di ceci era la Confraternita del Santo Spirito nella solennità della Pentecoste, mentre altrove il piatto che sfamava i poveri veniva distribuito in occasione della Fiera dei Santi. All’inizio del 2023 a San Didero è stato costituito un gruppo di lavoro per la promozione e valorizzazione di realtà naturali, storiche e medievali poco conosciute; realtà che, grazie al lavoro paziente di ricercatori e studiosi, vengono e verranno riportate alla luce. Per questo nel giorno della Sagra d’le Cisi debutta, con un numero “0” sperimentale, l’evento “Medievalis Segusium et Turris”, durante il quale visitatori i potranno rivivere i secoli ingiustamente considerati bui, curiosando tra gli accampamenti dei gruppi storici.
Venerdì 29 settembre alle 21 il salone polivalente del paese ospiterà la conferenza sul tema “Val di Susa tra storia e mito”. Sabato 30 settembre i campi storici si apriranno alle 15 e proporranno momenti di vita quotidiana medioevale, con gli antichi mestieri, ma anche con il tiro con l’arco, la falconeria e le lezioni di combattimento. Alla Casaforte alle 17,30 si terrà una conferenza sul tema “Templari e Medioevo”. La cena medioevale delle 19,30 sarà seguita da uno spettacolo di giocoleria, da un’esibizione di tiro con l’arco, da canti e balli occitani. Il mercato dei contadini di domenica 1° ottobre aprirà alle 9, ma in piazza ci saranno anche hobbisti e artigiani, moderni e medioevali. I Templari presenzieranno alla Messa, alla benedizione del pane e al corteo storico. Il borgo storico e i campi medioevali apriranno alle 10,15 e a San Didero arriverà anche il Conte Verde con i suoi cavalieri, salutato dal feudatario locale. Willy il Giullare allieterà il pubblico prima e dopo il pranzo nel salone polivalente in piazza Europa. Alla Casaforte alle 15,30 si rievocherà un matrimonio medioevale e alle 16 ci sarà lo spettacolo equestre del Conte Verde e dei suoi cavalieri. Alle 16,45 il gruppo storico Taurus proporrà una ricostruzione dei combattimenti in armatura, mentre alle 17,30 il gruppo Triskel proporrà le danze medioevali.
Per prenotare la cena del sabato sera e il pranzo della domenica occorre mandare un SMS al numero 338-475 9704 o scrivere a prolocosandidero@gmail.comLocandina Sagra dle Cisi 2023 compressed page-0001