I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Cultura

Il Festival delle Luci torna per la sesta edizione a illuminare e far brillare il centro storico di Giaveno. Grazie alle proiezioni di videomapping, sono esaltati i monumenti e le bellezze architettoniche. La novità degli eventi del 2023 è la Piazza del Natale, cioè l’illuminazione di piazza Mautino con giochi interattivi. Il cartellone degli eventi natalizi a Giaveno, patrocinato dalla Città metropolitana di Torino, proseguirà durante le vacanze e si concluderà il 7 gennaio alle 18 con l’arrivo della Befana. Tra Natale e l’Epifania una visita serale nel capoluogo della Val Sangone è un’esperienza indimenticabile, perché in piazza San Lorenzo i palazzi prendono vita con le animazioni e gli effetti speciali, trasformandosi in magiche dimore innevate; il campanile e la chiesa sono vestiti a festa. Anche quest’anno accompagnano il Natale le storie del Mascherone Borbottone e di Frondo, il cedro parlante del parco Marchini. Nelle borgate sono illuminati i monumenti principali.
Tante le iniziative che rendono il Natale ancora più bello: i mercatini del 24 dicembre e 7 gennaio, la pista di pattinaggio, il trenino di Natale con il Natale dei bimbi di venerdì 22 dicembre, i concerti, gli spazi per foto ricordo spettacolari, la cassetta per le letterine a Babbo Natale, la cioccolata calda, gli artisti di strada, i trampolieri e i mangiafuoco il 7 gennaio, la musica, le letture, le mostre d’arte, l’animazione per i bimbi, le iniziative di beneficenza con le associazioni e gli Aiutanti di Babbo Natale, il concorso “Presepe in vetrina” e l’iniziativa per le scuole “Quattro chiacchiere con Babbo Natale”. Sabato 6 gennaio dalle 11 alle 18 si festeggerà la riapertura della piscina con l’entrata gratuita e con la Befana che regala a tutti i bambini dolciumi e caramelle.
Il programma dettagliato degli eventi e delle iniziative è pubblicato nel sito Internet della Città di Giaveno alla pagina www.comune.giaveno.to.it/festival-delle-luci-2023/

NATALE: STORIA E TRADIZIONE, SIMBOLI E CURIOSITÀ”, UNA MOSTRA RICORDANDO EZIO GIAJ

Venerdì 29 dicembre alle 17,30 nella chiesa dei Batù a Giaveno sarà inaugurata la mostra “Natale: storia e tradizione, simboli e curiosità”, sottolineata dai  buoni auspici del vischio, pianta sacra ai Celti, a cura dei figuranti dell’associazione culturale celtica La terra degli Adanati  di  Ugo Giai Gischia. La mostra sarà visitabile ad ingresso liberoil 30 dicembre, il 3, 4, 5 e 6 gennaio dalle 16 alle 18,30; il 31 dicembre e il 7 gennaio 2024 dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.30. Attraverso una serie di pannelli con immagini e testi la mostra presenterà la tradizione  nordica del Natale e  renderà omaggio agli 800 anni dal primo Presepe, quello di Greccio, messo in scena da San Francesconel 1223Si potranno ammirare presepi di diversa fattura ed epoca, provenienti da collezioni private come quelle di Danilo Giuliano e Marco Marinello, ma anche unavideoproiezione di Remo Caffaro,  i disegni dedicati al presepe dei bambini e delle bambine delle classi III e V della maestra Patrizia Motta della Scuola Primaria Sandro Pertinidella borgata Sala e le caricature di Carlo Pognante.  L'iniziativa è  dedicata alla memoria del compiantoEzio Giaj e nasce da un’idea di Alessandra Maritano, compagna di vita e di progetti dell’animatore culturale e turistico, ideatore di innumerevoli iniziative, mostre, rassegne e occasioni per stare insieme riflettendo sui valori importanti della vita.Alessandra ha coordinato la mostra, che coinvolge  le associazioni  P.I.C.S., Centro Arti e Tradizioni Popolari  del Pinerolese,  Circolo Ricreativo Culturale,  Consorzio Vittone,  Cesmap  e  Associazione  Culturale Celtica degli Adanati. Festival delle Luci Giaveno 2023

Cultura

Si concluderanno a giugno 2024 i lavori di riqualificazione del sagrato abbaziale di Novalesa interessato da un importante intervento che è iniziato a fine giugno di quest’anno grazie ad un finanziamento di 150.000 euro derivante da NextGenerationEU, il Bando PNRR al quale la comunità dei monaci benedettini di Novalesa ha partecipato.

La Città metropolitana di Torino, proprietaria del complesso abbaziale, è parte attiva del progetto di riqualificazione non solo garantendo il supporto tecnico e la direzione lavori, ma anche finanziando con risorse proprie, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, gli scavi archeologici avviati nell’estate scorsa atti a visionare e rilevare parti non ancora sondate.
Il sagrato abbaziale e quindi l’ingresso alla chiesa, da domani, venerdì 15 dicembre, nonostante i lavori non siano ancora conclusi, sarà nuovamente accessibile. Il cantiere riprenderà in primavera, non appena le temperature più alte consentiranno il proseguimento dei lavori.

Nei giorni scorsi il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Jacopo Suppo, insieme alla Soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Emanuela Carpani, ha incontrato il Priore Padre Michael David Semeraro per fare il punto sui lavori terminati e su quelli ancora in cantiere affidati alla ditta MI.T.A.F di Mompantero.
“Molti interventi sono conclusi – spiega il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo – come ad esempio la realizzazione di una intercapedine attorno ai muri del complesso abbaziale che si affacciano sul sagrato e che hanno la funzione di proteggere l’interno dall’umidità”. “Tutti i sottofondi della pavimentazione esterna – prosegue Suppo – sono stati realizzati e in primavera si provvederà con la sistemazione dei camminamenti con lastroni di pietra di Luserna e del restante spazio con prato erboso”.

Un investimento di denaro e lavoro che rientra in un più ampio progetto di riqualificazione del sito che riguarderà il restauro di tutte le facciate. Un’azione finanziata da Città metropolitana di Torino con fondi propri per un ammontare complessivo di 2 milioni di euro con l’obiettivo di festeggiare, nel 2026, i 1300 anni di fondazione dell’Abbazia con i lavori conclusi.

L’attenzione e la cura che la Città metropolitana di Torino ha per il complesso abbaziale, acquistato nel 1972 dalla Provincia di Torino per essere affidato a una piccola comunità benedettina, dimostra come il rapporto dell’Ente, oggi Città metropolitana, con l'ordine religioso ha consentito, e consente tutt’ora, di valorizzare l'importanza storica ed artistica del monumento e di diffondere la conoscenza dell'antichissima tradizione spirituale, culturale e sociale dell'Abbazia.




 

Cultura

Dalla Costituente allo Statuto regionale. Riflessioni sulla Basilicata del secondo dopoguerra” è il titolo del libro che sarà presentato martedì 5 dicembre alle 16.30 al 15° piano della sede di corso Inghilterra della Città metropolitana di Torino. Il testo, edito da Franco Angeli, è un’opera collettiva su trent’anni di storia della Basilicata (1946-76) e del suo ceto politico, formatosi nel clima della guerra fredda e dello scontro Dc-Pci, scritta da quattro autori, che saranno presenti all'incontro: Giovanbattista Colangelo, Pietro Dell’Aquila, Tommaso Russo e Rosa Maria Salvia.
Porteranno i loro saluti Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, e Alessandro Sicchiero, sindaco di Chieri e consigliere della Città metropolitana di Torino, e nel corso della presentazione del volume, moderata da Valentina Caputo, segretaria generale del Centro studi Giorgio Catti, interverranno Andrea Giorgis, parlamentare e professore di diritto costituzionale all’Università di Torino, e Pietro Polito, direttore del Centro studi Piero Gobetti.
L’incontro è organizzato dalla Città metropolitana di Torino, dall'Associazione culturale “Amici della Lucania” di Chieri e dall'Associazione lucana "Giuseppe Novello" di Chivasso.
Basilicata

Cultura

A Chivasso saranno due gli appuntamenti natalizi organizzati dall’associazione Contatto, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino, il sostegno dell’assessorato al commercio della Città di Chivasso e in collaborazione con l’Ascom.  Sabato 9 dicembre alle 16, dopo la presentazione in piazza Carlo Alberto dalla Chiesa del corpo bandistico Bèrghem Baghèt formato da cornamuse bergamasche, inizierà una sfilata per le principali vie cittadine, che si concluderà con la Messa in Duomo alle 17. Collaborano all’organizzazione dell’evento la Pro Loco Chivasso l’Agricola, l’Ordine delle Bele Tolere e il Magnifico Coro degli Abbà. La sera del 9 dicembre alle 21 in Duomo si terrà il concerto con la partecipazione di altri musicisti che suonano la musetta, l’organo Hammond e la cornamusa scozzese. 
Sabato 16 dicembre alle 21 in Duomo è invece in programma un concerto del Coro G di Torino, diretto da Carlo Pavese, che quest’anno celebra il ventennale della propria attività e presenterà il cd dedicato al compositore estone Urmas Sisask, recentemente scomparso. All’organizzazione della serata collabora l’Università della Terza Età. Farà da anteprima a questi eventi l’inaugurazione della mostra nazionale dei presepi, a cura della Prevostura del Duomo, che sarà visitabile nella chiesa dei Santi Giovanni Battista e Marta da sabato 2 dicembre a domenica 7 gennaio 2024.
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito Internet www.associazionecontatto.it, scrivere a info@associazionecontatto.it o chiamare il numero telefonico 011-2075580.Berghem Baghet

Cultura

Quest'anno si celebra il centenario della nascita di Bruno Ciari, un pedagogista partigiano che ha lasciato una traccia profonda nel mondo della scuola del dopoguerra. La Città metropolitana di Torino insieme a Istoreto - Istituto piemontese per la storia della resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” - gli dedica una due giorni di riflessione, cominciata mercoledì 29 novembre, alla presenza della moglie Marcella Bufalini Ciari, presidente onoraria del Movimento di Cooperazione educativa, e dei due figli.
Bruno Ciari, salito ventenne in montagna con il nome di Davide, che al freddo faceva già scuola ai compagni e dava lezione, nel tentativo di cambiare il mondo.
Negli anni '60 del Novecento Ciari andò a dirigere i servizi scolastici del Comune di Bologna e approfondì la sperimentazione del tempo pieno e la partecipazione dei genitori alla vita sociale della scuola.
Il seminario di Città metropolitana su “Bruno Ciari e la scuola dei diritti oggi” è stato introdotto dagli interventi del presidente del Comitato Resistenza e Costituzione e vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele Valle, della consigliera delegata all’istruzione della Città metropolitana Caterina Grecoedella dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Elena Cappai.
Il seminario è affiancatodalla mostra “Nasolungo e Orecchiofino. Il giornale scolastico da Bruno Ciari ai giorni nostri”, prodotta dal Movimento di Cooperazione educativa, con immagini e testi che illustrano le attività e le ricerche realizzate dai piccoli studenti e poi ripensate e raccontate sempre con grande intensità nelle pagine dei giornali di classe.
Foto convegno Ciari 1Foto convegno Ciari 2

Cultura

Il fiume va via taciturno” e Michelle vive un incontro-scontro tra la sua personale esistenza e la storia del Novecento europeo: è il filo conduttore della narrazione di un romanzo che Giorgia Garberoglio, scrittrice e giornalista appassionata e praticante del canottaggio, ha pubblicato recentemente e sta presentando in tutta Italia. Il romanzo è al centro dell’ultima delle “Storie metropolitane”, che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta con i reportage televisivi che vengono pubblicati nel canale Youtube dell’Ente.
Il reportage video di questa settimana è pubblicato all’indirizzo https://youtu.be/1i5wCXbFFAo
A Torino è stata proprio la sede della Città metropolitana in corso Inghilterra ad ospitare il 17 novembre scorso una delle presentazioni pubbliche del romanzo, a cui fanno da sfondo due fiumi, la parigina Senna e il torinese Po, ma anche vicende tragiche a noi vicine come l’attentato del teatro Bataclan e più lontane, come le barricate durante la Liberazione di Parigi nel 1944: due momenti di violenza e paura, un prima e un dopo che toccano da vicino la vita di Michelle, prima da bambina, e poi da madre e nonna.
Presentando il suo libro, Giorgia Garberoglio ha rivendicato il suo amore per Torino, per il Po e per la Reale Società Canottieri Cerea, di cui è socia. Perché la Cerea è, dopo la Canottieri Limite, il più antico club remiero in Italia, ma è soprattutto il più longevo, svolgendo ininterrottamente dal 1863 attività sportiva e ricreativa. Della trama non sveliamo nulla, per non togliere ai lettori il piacere di scoprire un intreccio che propone riflessioni sull’importanza dei sentimenti e degli affetti familiari, ma anche sul significato della passione per uno sport come il canottaggio; uno sport che a Torino è storia ed è presente e che, nella vita di Michelle, è soprattutto una grande passione.
Ma perché ambientare un romanzo anche e soprattutto nel mondo del canottaggio? Lo abbiamo chiesto a Giorgia Garberoglio, che ci ha risposto: “Ho un rapporto molto forte con quel mondo, di cui scrivo per La Stampa. Cercavo da tempo un escamotage per parlare di uno sport di cui sono appassionata”. Il canottaggio potrebbe essere considerato il fil rouge della narrazione ma, visto che si parla di uno sport sull’acqua, possiamo parlare di “fil bleu”. Perché lo sport sul fiume, come sottolinea Giorgia Garberoglio, “diventa una metafora della vita e il romanzo inizia proprio nella notte dell’attentato al Bataclan, per poi andare a ritroso: proprio come fanno i canottieri in barca sul fiume. Perché quando si è in barca non si sa cosa si ha alle spalle. Possiamo anche interpretare quello che incombe dietro di noi come il nostro futuro, a cui spesso andiamo incontro senza vederlo”.
Quello che è certo è che Michelle ed Ettore, i protagonisti di una storia iniziata nella notte del Bataclan, sono fortemente legati con il mondo del canottaggio. Ma c’è una lezione di vita che una disciplina che all’Italia ha regalato una ricca messe di medaglie olimpiche e mondiali lascia ogni giorno alle persone che ne sono appassionate? Giorgia Garberoglio ci ha risposto che per lei “non c’è una vera e propria lezione, ma certamente il canottaggio mi ha cambiato la vita da quando, a trent’anni, sono salita in barca a Roma. Come molte altre discipline, il canottaggio ci aiuta ad affrontare le difficoltà e, a me, ha aperto un mondo. In barca sul Po si vede una Torino diversa, sia che si remi in solitudine, sia che si esca in barca con i compagni di voga. Si scoprono angoli della città che io chiamo il mio giardino segreto”.
Non a caso, quindi, Emilia Lodigiani, presidente regionale della Federazione Italiana Canottaggio, intervenuta alla presentazione del libro di Giorgia Garberoglio, sottolinea che “sono ormai tanti i torinesi che negli ultimi anni hanno scoperto il Po, che possiamo considerare come la migliore palestra a cielo aperto disponibile in città. Il nostro è il fiume cittadino migliore d’Italia, con il più lungo tratto navigabile in sicurezza con le barche da canottaggio per gran parte dell’anno. Il rapporto con i cittadini e con il Comune è migliorato negli ultimi anni e i circoli remieri torinesi sono coinvolti nei progetti di valorizzazione ambientale e turistica del fiume. A chi viene a gareggiare a Torino il Po e le società che vi organizzano eventi agonistici lasciano un’ottima impressione e un ottimo ricordo”.
D’ora in avanti, aggiungiamo noi, i veri appassionati di canottaggio potranno confrontare le loro sensazioni e le emozioni vissute in barca con quelle raccontate nel romanzo di Giorgia Garberoglio.Giorgia Garberoglio 1

Cultura

All’indomani dell8 settembre 1943 negli alpeggi sopra Condove e Caprie trovarono rifugio e si organizzarono in bande partigianemolti esponenti dellantifascismo emilitari sbandati e impossibilitati a rientrare alle proprie case. Tra loro spiccavano Felice Cima, Alessio Maffiodo e Marcello Albertazzi. Quest’ultimo era un vecchio militante comunista giunto in Valle di Susa un mese dopo l’armistizio, provenendo dalla Val Germanasca, dove aveva avuto contrasti con il locale Comando militare di tendenza badogliana. Per Felice Cima, studente universitario e sottotenente dei Bersaglieri sbandato con il suo reggimento e riparato a Condove a casa di uno zio, la Resistenza affondava invece le sue radici nella stanchezza, nel rifiuto di continuare la guerra fascista al fianco dei tedeschi. Inizialmente fu proprio la diversa sensibilità nei confronti degli atteggiamenti da assumere verso l’occupazione tedesca ad essere foriera di contrasti. Divenne quindi importante l’azione condotta da altre due figure rappresentative del neonato movimento resistenziale valsusino, don Francesco Foglia e Sergio Bellone, entrambi esponenti del Comando militare della Val Susa, che svolsero un’importante opera volta a smussare i contrasti sorti tra Cima e Albertazzi riuscendo ad ottenere così una leale collaborazione fra i due capi banda.
Ma il destino era in agguato. Il 27 novembre 1943, all’inizio di un inverno che per la Resistenza sarebbe stato durissimo, Cima, Albertazzi e l’autista Camillo Altieri scesero dalla borgata Rocca di Condove per incontrare a Novaretto gli altri comandanti delle bande che nei primi tre mesi di lotta ai nazifascisti si erano organizzate in Valle di Susa. Al ritorno i tresalirono con il comunista torinese Giuseppe Garbagnati sull’auto del maggiore Egidio Liberti del Comando militare unificato. Il veicolo andò quasi subito in panne, forse a causa del radiatore bucato, ma si pensò di risolvere l’inconveniente, tanto da rifiutare il traino offerto da un autocarro in transito. Albertazzi, Cima e Altieri scesero per raccogliere acqua in un vicino fossato, mentre Liberti controllava la strada e Garbagnati rimaneva nella vettura. D’improvviso sopraggiunserodue veicoli tedeschi. I militari a bordo aprirono il fuoco, uccidendo Cima, Altieri e Albertazzi, mentre Liberti riuscì a fuggire verso la Dora e a traversarla a nuoto. Garbagnati, liberatosi della pistola, venne arrestato. A Felice Cima venne successivamente intitolata la 17ª Brigata Garibaldi, protagonista delle vicende della lotta per la Liberazione a cavallo tra la Valle di Susa e la Valle di Viù.
L’80° anniversario dell’agguato di Caprie, che segnò sanguinosamente la prima fase della guerra partigiana in Bassa Valle di Susa e in Val Casternone, sarà commemorato domenica 26 novembre alle 10 nella sala consiliare del Comune di Caprie, dove si inaugurerà la mostra “80 e non sentirli – Nasce la Resistenza”. All’inaugurazione interverranno il curatore della mostra Marco Sguayzere Giuseppe Siracusa, pronipote di Felice Cima. In rappresentanza della Città metropolitana di Torino sarà presente il Vicesindaco Jacopo Suppo, anche nella sua veste di Sindaco di Condove. La mostra sarà visitabile domenica 26 novembre dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 16, lunedì 27 dalle 9,30 alle 13.Le commemorazioni, patrocinate dalla Città metropolitana di Torino,proseguiranno lunedì 27 alle 9,30 nel Municipio di Caprie, con la visita alla mostra da parte degli studenti dell’istituto comprensivo di Condove e dei ragazzi partecipanti al Treno della Memoria. Alle 10,30 studenti e autorità si recheranno in corteo al monumento che ricorda i caduti Felice Cima, Marcello Albertazzi e Camillo Altieri. Dopo i saluti delle autorità locali e del Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, interverranno il parroco di Caprie, don Franco Davì e gli studenti dell'ICS di Condove e del Treno della Memoria. L’orazione ufficiale sarà affidata a Giorgio Cesari, nipote di Felice Cima.locandina manifestazioni 80 agguato Caprie 26-27 11 2023 1.jpeg

Cultura

Nel mese di novembre la rassegna Chivasso in Musica, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, proporrà due concerti, realizzati grazie al sostegno della Città di Chivasso per il tramite del bando MusicArt.
Giovedì 16 novembre alle 21 nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore alla Blatta è in programma un concerto per organo e coro. La Corale Roberto Goitre, diretta da Corrado Margutti, proporrà il repertorio romantico europeo, con pagine di Brahms, Bruckner, Liszt, Mendelssohn e Rheinberger. La parte organistica vedrà alla consolle dell'organo a trasmissione pneumatica costruito da Carlo Vegezzi Bossi nel 1894 l'organista torinese Marco Limone, che eseguirà brani di Vincenzo Antonio Petrali, definito nel XIX secolo il principe degli organisti.  Il concerto, al quale parteciperà il Rotary Club di Chivasso, sarà dedicato alla memoria dell’organista Massimo Nosetti del quale ricorre il decennale dalla scomparsa.
Mercoledì 22 novembre il concerto avrà luogo alle 21 nel Duomo di Santa Maria Assunta e sarà interamente dedicato ad Antonio Vivaldi.  Accanto a celebri composizioni strumentali, saranno eseguite arie da opere del "Prete rosso”, nell'interpretazione della soprano Cristina Mosca.  L'Ensemble Andromeda, diretto dal primo violino concertatore Francesco Bergamini, sarà formato dai violinisti Joanna Crosetto, Michele Alziati, Gabriele Cervia, dal violista Alessandro Curtoni, dal violoncellista Lamberto Curtoni, dal contrabbassista Roberto Stilo, dal tiorbista Francesco Olivero e, al clavicembalo, fornito dalla Bizzi Clavicembali, da Matteo Cotti. Il concerto, al quale prenderanno parte i due Clubs Lions chivassesi, Host e Duomo, sarà dedicato alla memoria di Monsignor Pietro Bertotti nel decennale della scomparsa.
L'ingresso sarà consentito al pubblico a partire dalle 20,30 con libera offerta. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito Internet www.associazionecontatto.it, scrivere a info@associazionecontatto.it o chiamare il numero telefonico 011-20755.80.

Cultura

Venerdì 17 novembre viene presentato a Torino il nuovo libro di Giorgia Garberoglio "Il fiume va via taciturno", edito da Affiori.
La presentazione è prevista alle ore 17 al XV° piano della sede i Città metropolitana di Torino (corso Inghilterra 7).
Con l’autrice saranno presenti Enrico Marucco, presidente del Circolo Canottieri Cerea e Carla Gatti, direttrice Comunicazione, Rapporti con i cittadini e il territoriodi Città metropolitana di Torino.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.


Il libro
Michelle, la protagonista de Il fiume va via taciturno, vive un incontro-scontro tra la sua personale esistenza e la storia del Novecento europeo. Il filo conduttore della narrazione è il fiume che segue placidamente il racconto, silenzioso e complice spettatore di amori, tragedie, storie di una famiglia e dei suoi dolori. Nel canottaggio – sport che lega i protagonisti proprio su quel fiume – si va indietro per andare avanti: così Michelle dovrà spesso guardare al passato per capire che strada intraprendere, chi imparare a essere, chi decidere di divenire.
Ivo, Victoire ed Ettore, il cane Pongo, i circoli remieri, le case e le isolette nascoste nel verde: tutti diventano attori in questo teatro intimo e al tempo stesso corale, privato ma anche pubblico.

L'autrice
Giorgia Garberoglio scrive per La Stampa, specialmente di canottaggio. Si occupa della comunicazione della regata internazionale Silverskiff, della storica Reale Società Canottieri Cerea. É autrice di Amalia (Feltrinelli, 2015), del manuale con il professor Giovanni Cavagni Bambini allergici (Red, 2013).
Per Giulio Perrone Editore ha scritto dei racconti brevi in Cartoline da Torino, Storie da bar, Una storia al giorno. Ha collaborato con Leggo, con la Rai, con Ciaoweb, iniziando il percorso giornalistico dal 1995, a diciassette anni. È laureata al Dams di Torino. Dal 2020, dopo aver vissuto tra Roma e Torino, ha rivoluzionato la sua vita e preso la gestione, con il marito Andrea, di due piccoli ristoranti - “La Montanara” - nelle montagne di Torino, ad Ala di Stura. Ha due figli grandi, Bianca e Alessandro, una casa in città e una tra le montagne, due barboncine e la valigia sempre pronta.

Cultura

Da venerdì 3 novembre in cinque prestigiosi spazi espositivi la Città di Chieri ospiterà la mostra diffusa di arte contemporanea "La Materia Parla. Sculture d'autore in dialogo con la città", curata da Monica Trigona. Le sculture di 18 artisti saranno esposte nella cappella dell'Oratorio di San Filippo Neriche riapre al pubblico dopo un importante intervento di restauro conservativo che l'ha riportata agli splendori originali, suisagrati delle chiese di San Filippo e di San Bernardino, nella cappella dell'Ospizio di Carità (Giovanni XXIII) e all'Imbiancheria del Vajro; il tutto in un'affascinante contaminazione tra architetture classiche e declinazioni artistiche contemporanee.
Grazie alla collaborazione con la Città metropolitana di Torino e nell’ambito del PUMS-Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, nelle giornate di sabato 4 novembre e sabato 9 dicembre, alle 14,30 un bus navetta gratuito partirà da piazza Castello (lato Teatro Regio) e accompagnerà turisti e visitatori a Chieri, prima all'Imbiancheria del Vajro e poi in centro città, da cui ripartirà alle 17,30. Il pubblico potrà così visitare la mostra e gustare a prezzo convenzionato una merenda nelle pasticcerie Dolci&Dolci e Buttiglieri. È necessario prenotare il viaggio scrivendo una mail a cultura@comune.chieri.to.it
La mostra si inaugura martedì 31 ottobre alle 18 nel complesso di San Filippo Neri in contemporanea all'apertura al pubblico della cappella dell'Oratorio, che torna così ad essere uno dei principali luoghi della cultura a Chieri. L'intero percorso espositivo sarà invece aperto al pubblico da venerdì 3 novembre e fino a domenica 7 gennaio. Curata da Monica Trigona, la mostra si collega a una tradizione che accredita Chieri come una città attenta alle suggestioni dell'arte contemporanea: una vocazione che si è rafforzata negli anni con la scelta di valorizzare la Fiber Art, espressione artistica del tessile, un altro elemento che tradizionalmente caratterizza il territorio. Questa corrente artistica, che ha una dimensione internazionale, prende a prestito le tecniche dei tessitori utilizzandole in maniera del tutto inedita e concettuale ed è animata da uno spirito pionieristico nel processo di riuso dei materiali più svariati. La mostra “La Materia Parla. Sculture d'autore in dialogo con la città” si connette idealmente alle esperienze espositive precedenti in ambito della Fiber Art, che ha contribuito a legittimare l'utilizzo di qualsiasi medium, a fronte di una forte e sincera verve creativa. L'esposizione si propone di indagare le produzioni plastiche, originali e personalissime, che dagli anni Ottanta del secolo scorso sino ai giorni nostri hanno concorso allo sviluppo della multiforme espressione contemporanea, attribuendo grande importanza all'elemento profondo e primario che è sostanza del proprio linguaggio: la materia, appunto. Gli artisti infatti hanno assunto atteggiamenti sempre più radicali nei confronti della materia, che talora si piega alle sue forze interne, condizionando forme e superfici delle opere; talora gioca con le sue caratteristiche intrinseche, praticando differenti aggregazioni e giustapposizioni; talvolta ne stravolge la natura, provocando interessanti slittamenti di senso e spiazzamenti percettivi.
La cappella di San Filippo, la cappella dell’Ospizio di Carità e l’Imbiancheria del Vajro saranno aperte al pubblico dal 3 novembre 2023 al 7 gennaio dal venerdì alla domenica 
dalle 15 alle 18, mentre le opere posizionate sul sagrato delle chiese di San Bernardino e San Filippo saranno sempre visibili. In alcuni giorni di apertura, nell'ambito di un accordo con il Liceo Augusto Monti, alcuni studenti chieresi accompagneranno i visitatori lungo il percorso espositivo. Per saperne di più si può scrivere a cultura@comune.chieri.to.it

PER APPROFONDIRE: LE OPERE ESPOSTE

Nel percorso espositivo diffuso tra cinque sedi cittadine appaiono due opere antecedenti al quarantennio preso in considerazione: una nel giardino dell'Imbiancheria del Vajro realizzata da Umberto Mastroianni, l'altra nella cappella dell'Ospizio di Carità  da Maria Lai. Mastroianni e Lai, attraverso le loro ricerche trasversali, hanno aperto idealmente la strada alle sperimentazioni più ardite. Di Umberto Mastroianni è stata scelta una scultura bronzea degli anni ‘60 dalle caratteristiche informali. Di Maria Lai viene proposta una riproduzione bronzea della seconda metà degli anni Cinquanta: un Presepio con due figure umane semplificate, quasi geometrizzate, memori della lezione di Arturo Martini di cui l'artista sarda fu allieva, che evocano i contadini della Barbagia, sua terra d'origine. Nella stessa cappella barocca i visitatori troveranno un'istallazione della giovane svedese Diana Orving. Sospesa nella volta, la sua scultura tessile di juta riciclata, ricorda una placenta e di conseguenza il legame tra madre e figlio, omaggiando la ricerca di Lai e richiamandone i lavori tessili. Negli spazi esterni dell'Imbiancheria del Vajro saranno esposte le sculture in bronzo "Lobby Star" e "Faccia di bronzo", realizzate da Aldo Mondino alla fine degli anni ‘80. All'interno dell'edificio si incontreranno i coevi lavori dal sibillino titolo "Latomia" di Piero Fogliati, dedicati alla percezione di fenomeni fisici. La "Sottiletta" di fine anni ‘80 (come le tre paia di pattini a rotelle realizzati successivamente) di Umberto Cavenago sarà esposta nella cappella di San Filippo. Di Giacinto Cerone sono i quattro gessi di inizio anni ‘90 posizionati all'Imbiancheria. Di Silvano Tessarollo, invece, è il carretto-giocattolo di fine anni ‘90 collocato nella cappella di San Filippo e inglobato nella cera. Nello stesso locale il visitatore troverà il modellino di sommergibile in bottiglia di Antonio Riello. A pochi passi di distanza si troveranno le macchie, le screziature e gli arabeschi delle opere realizzate da Carlo Pasini nel secondo decennio del XXI secolo. Gli “Incidenti planetari” del 2017 di Marco Mazzucconi, esposti all'Imbiancheria dimostreranno che “la logica delle cose si può incrinare”. L'idea di mutevolezza è altresì intrinseca nella scultura esile di Stefano Bonzano. Del tour espositivo all'interno del museo fanno parte anche le plastiche in resina antropomorfe e ibride di Domenico Borrelli. Nella stessa area sarà esposto il “grumo” di Paolo Grassino, un accumulo di corpi neri che si accavallano e stringono gli uni sugli altri. Sul sagrato della chiesa di San Bernardino si potrà ammirare un’installazione ambientale di Theo Gallino, mentre Gabriele Garbolino Rù sarà presente nella cappella di San Filippo con due lavori che ne evidenziano l'interesse per l'iconografia contemporanea quanto per la tradizione più classica. Lo stesso scenografico luogo farà da sfondo al maestoso portale in acciaio inox realizzato da Salvatore Astore, collocato al posto dell'altare. Sul sagrato della chiesa di San Filippo i visitatori troveranno il gruppo scultoreo più recente, una scena plasmata da Carlo D'Oria con elementi in acciaio che, saldati abilmente, hanno originato figure stilizzate e dinamiche.
Venerdì 24 novembre alle 18 all'Imbiancheria del Vajro si terrà una tavola rotonda sul tema “L'evoluzione della materia”, alla quale parteciperanno la curatrice della mostra Monica Trigona, Roberto Mastroianni, docente all'Accademia Albertina di Belle Arti, e alcuni artisti partecipanti al percorso espositivo. Durante la serata verrà inoltre presentato il catalogo della mostra, pubblicato dalla Società Editrice Allemandi di Torino.locandina La Materia Parla ridotta