I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Tutela fauna e flora

È stato nuovamente rinviato a data da destinarsi l’evento “Conoscere per convivere” in programma domani, sabato 2 dicembre, a Noasca.
Seguiranno comunicazioni su nuova data e orario.

Tutela fauna e flora

Lupo e cinghiale sono due specie che, per motivi diversi, impongono una riflessione sul nostro concetto di natura e sul modello di sviluppo territoriale che intendiamo promuovere, soprattutto nelle aree montane. Ne discuteranno sabato 2 dicembre a Noasca il Sindaco Domenico Aimonino, la Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, alla tutela della fauna e della flora, ai parchi e alle aree protette, Elisa Pirro, il Consigliere metropolitano Mauro Fava e alcuni esperti. L’incontro era stato in un primo momento programmato per sabato 28 ottobre, ma era stato rinviato a causa dell’emergenza incendi.
Luca Giunti, guardiaparco dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, si porrà e porrà ai presenti “Le domande del lupo”. Il dirigente del Servizio tutela della fauna e della flora della Città metropolitana, Mario Lupo, tratterà il tema della gestione del cinghiale nel territorio dell’Ente di area vasta che ha ereditato le competenze dell’ex Provincia di Torino. Bruno Bassano, responsabile del settore Biodiversità e ricerca scientifica del parco Nazionale del Gran Paradiso, terrà una relazione sul tema “Ecologia delle specie problematiche: il punto di vista di un Parco nazionale”. Sergio Barone, Vicepresidente della Coldiretti di Torino, si soffermerà sull’impatto degli animali selvatici sul territorio agricolo.
L’appuntamento è alle 15 al Pala Noasca della frazione Gere Sopra.

Tutela fauna e flora

Gli incendi boschivi di fine ottobre in Valsusa e in altri territori montani della Città Metropolitana di Torino hanno seriamente danneggiato la fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato e quindi della collettività? È l'interrogativo che ha spinto la Città Metropolitana a mettere in campo le competenze dei tecnici e dei funzionari dei servizi Tutela Fauna e Flora e Pianificazione e Gestione Rete Ecologica, Aree Protette e Vigilanza Ambientale, per capire quanti e quali danni possono aver subito gli animali che popolano i territori montani e pedemontani.
“Le operazioni, - spiega la Consigliera metropolitana Elisa Pirro, delegata all'ambiente, alla tutela della fauna e della flora, ai parchi e alle aree protette - si sono svolte con la collaborazione del personale dei Comprensori Alpini di caccia TO1, TO3 e TO5, del Parco Nazionale del Gran Paradiso, del Parco regionale delle Alpi Cozie e dei Carabinieri Forestali. La Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino ha impegnato una quindicina di studenti del corso di Gestione delle Risorse faunistiche per affiancare gli operatori coinvolti”.
La Consigliera Pirro ha voluto rendersi conto di persona della metodologie utilizzate per il monitoraggio, assistendo alle operazioni condotte venerdì 17 novembre nella zona di Mompantero, a cui si riferiscono le allegate foto da lei scattate.

IL MONITORAGGIO NELLE VALLI DI SUSA, CHISONE, GERMANASCA E ORCO

A partire da venerdì 10 novembre è stato effettuato un monitoraggio campione in Val di Susa,Valle dell’Orco e Val Chisone, poi esteso anche alla zona del Parco provinciale del Tre Denti-Monte Freidour. Nel frattempo è stata acquisita la cartografia digitale delle aree interessate dagli incendi, elaborata a partire da foto satellitari del Politecnico di Torino, che partecipa al programma “Copernicus” dell’Unione Europea.
In Valle di Susa sono state controllate in particolare le zone tutelate, le oasi di protezione del Rocciamelone, i SIC e l'oasi xerotermica dell'Orrido di Foresto, che rientra nel Parco Naturale Alpi Cozie. Hanno partecipato al monitoraggio due operatori del Comprensorio Alpino TO3, due guardaparco del Parco Alpi Cozie, quattro agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana, accompagnati da un ex-collega in pensione come volontario e da una dozzina di studenti accompagnati dal professor Luca Rossi. Sono stati percorsi a piedi alcuni tratti, per verificare l'eventuale presenza di animali selvatici morti o feriti e la presenza di fauna selvatica viva, segnalata dalle tracce di passaggio. L’area è stata suddivisa in nove transetti percorsi a piedi, interessando in modo omogeneo una zona che si estende dal Comune di Chianocco a quello di Mompantero. In quasi tutti i transetti sono state rilevate alcune tracce recenti del transito di cinghiali, cervi, caprioli, camosci, lepri, volpi e lupi. Alcuni animali sono stati osservati direttamente: ad esempio gli scoiattoli. Nei giorni precedenti, durante il normale svolgimento del loro servizio gli agenti faunistico-ambientali avevano osservato esemplari di Coturnice presenti a quote insolitamente basse, sicuramente a causa degli incendi che ne avevano compromesso l’habitat e la disponibilità alimentare alle quote in cui abitualmente svernano. Lo spostamento dal territorio abituale è avvenuto per tutte le specie per mancanza di cibo nelle zone attraversate dal fuoco. Nel Comune di Mompantero nel periodo successivo all’incendio sono stati recuperati un capriolo e un camoscio in evidente difficoltà, per cause da imputare all’azione del fuoco. Gli animali sono stati affidati alle cure del Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco. Durante l’incendio si era già intervenuto per un caso analogo per un altro capriolo a Bussoleno. Nelle prime perlustrazioni sono stati segnalati altri cinque caprioli morti, di cui si sono però perse le tracce nei successivi sopralluoghi congiunti.
In Valle Orco, grazie alla collaborazione del personale del Comprensorio Alpino TO5 sono stati eseguiti tre transetti nelle zone montane dei Comuni di Locana, Sparone e Ribordone, ciascuno percorso da quattro operatori. Non sono state rinvenute carcasse di animali, ma sono state rilevate tracce ed è stata avvistata fauna selvatica viva. Le fiamme avevano attraversato velocemente il bosco, bruciando essenzialmente il substrato di foglie e rami secchi senza in apparenza compromettere o intaccare le piante verdi, tanto che dall'esterno non si nota quasi il passaggio del fuoco, in quanto le chiome degli alberi sono integre.
In Val Germanasca una squadra composta da operatori del Comprensorio Alpino TO1 ha effettuato un sopralluogo dalla località Bovile di Perrero alla Punta Muret, percorrendo la cresta di confine con la Val Chisone e scendendo poi lungo la pista di accesso all’alpeggio del Muret. L’area ha un'altitudine compresa tra 1400 e 2200 metri e, nonostante l’esposizione prevalentemente a sud, al momento del monitoraggio si presentava in gran parte innevata. Nelle settimane precedenti alla nevicata di metà novembre era però stata interessata da un incendio che, sui tre versanti della Punta Muret, era proseguito per quasi quattro settimane, con effetti per il bosco meno gravi rispetto a quanto avvenuto in Valle di Susa. Nessuna carcassa è stata rinvenuta e sono stati osservati direttamente solo alcuni caprioli. Sulla neve sono state rinvenute numerose tracce di camosci, caprioli, cervi, cinghiali, lepri e scoiattoli. Il fatto di aver constatato la presenza recente di fauna selvatica è il segno di un’alta capacità di resilienza dell’ambiente ai danni causati dell’incendio.

LA SITUAZIONE NEL PARCO TRE DENTI-FREIDOUR: POCHI DANNI ALLA FAUNA, MA IL TERRENO SI È IMPOVERITO

Nella zona di Cumiana i tecnici del Servizio Gestione Rete Ecologica, Aree Protette e Vigilanza Ambientale hanno avviato a partire da mercoledì 15 novembre il rilievo dei danni prodotti dall'incendio boschivo all'interno e nei pressi del Parco provinciale Tre Denti-Freidour, sia per verificare l'eventuale presenza di carcasse di animali morti, sia per la verifica dei danni al patrimonio forestale. L'incendio ha interessato una superficie che è circa il 50% dell'intera estensione del Comune di Cumiana. Il rilievo si è per ora concentrato nella zona compresa fra la Borgata Bastianoni, il colle Aragno, il monte Freidour, il colle Prà l'Abbà e il colle Crò. Non sono stati rinvenuti resti di animali morti mentre, nonostante l'estensione e la durata, l'incendio non pare aver prodotto danni gravi. Nell'area finora indagata il fuoco ha  avuto un andamento di tipo radente, rimanendo cioè a livello della lettiera di foglie e salendo molto raramente sulle chiome degli alberi. In poche decine di piante sono state verificate scottature irreversibili: soprattutto in una porzione limitata di bosco presso la fontana del Pieu. Nelle zone più elevate vicine alle creste le fiamme hanno bruciato quasi esclusivamente praterie disseccate, interessando marginalmente la copertura forestale. E' chiaro però che la mineralizzazione della sostanza organica e la scopertura del terreno in forte pendenza diminuiranno la fertilità dei terreni, con il rischio di smottamenti o frane, che la presenza di alberi e arbusti concorreva ad evitare.
I monitoraggi proseguiranno nei prossimi giorni sulla restante parte del parco e su altre aree interessate da incendi, con un progetto più articolato di assistenza ai Comuni.

Tutela fauna e flora

Nella mattinata di lunedì 13 novembre in Alta Valle di Susa un automobilista ha segnalato un Lupo investito da un automezzo poco prima dell'abitato di Salbertrand, in direzione Oulx, al km 72+500 della Strada Statale 24. Si tratta di un giovane maschio. Dopo essere stata portata alla vicina sede del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, la carcassa dell’animale è stata recuperata dagli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana di Torino e controllata dal veterinario dell'ASL competente. E' prevista la consegna della carcassa alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, i cui medici, congiuntamente con i colleghi dell’Istituto Zooprofilattico, si occuperanno dell’autopsia.
Dal mese di ottobre anche in Alta valle di Susa è ripartito il monitoraggio sistematico del Lupo nell’ambito del progetto europeo Life WolfAlps. Rispetto a quanto avvenuto nel 2015 e 2016 sono stati aggiunti alcuni settori geografici, Val Sangone, Pinerolese, Valli Tesso, Malone, Gallenca e Pellice, in modo da estendere l’area di indagine per avere un quadro il più dettagliato possibile della distribuzione della specie. Il monitoraggio intensivo procederà fino alla fine di febbraio.

Tutela fauna e flora

Sospendere temporaneamente l’attività venatoria per un periodo non inferiore ad un mese e fintanto che l’emergenza incendi non sarà stata superata”: lo chiede la Città Metropolitana di Torino in una lettera che la Consigliera delegata all’ambiente, parchi e aree protette, tutela della fauna e della flora, Elisa Pirro, ha inviato alla Regione Piemonte.
La Città Metropolitana, sollecitata a segnalare le situazioni di maggiore criticità causate dagli incendi boschivi delle ultime due settimane, ricorda che sul proprio territorio sono attualmente censiti roghi nelle valli Chisone, Germanasca, Susa, Sangone, Orco, Chiusella, ossia nella quasi totalità dei versanti alpini, eccettuate le Valli di Lanzo, la Val Soana e la Val Pellice. La lettera è firmata anche dal dirigente del Servizio Tutela Fauna e Flora Mario Lupo ed è indirizzata al Settore Conservazione e gestione della fauna selvatica e acquacoltura della Direzione Agricoltura della Regione.
Nella comunicazione si sottolinea che gli incendi diffusi sul territorio comportano la perdita di molti esemplari di fauna selvatica. La Consigliera Pirro e il dirigente del Servizio Tutela Fauna e Flora chiedono pertanto che la sospensione della caccia riguardi l’intero territorio della Città Metropolitana in cui è ammessa la caccia programmata e quello delle aziende faunistico-venatorie che fanno parte dei Compensori Alpini, per consentire di realizzare una serie di corridoi di sicurezza nei quali gli animali superstiti possano rifugiarsi. La sospensione della caccia solo nelle zone direttamente coinvolte dagli incendi sarebbe probabilmente soggetta a continue correzioni, in funzione dell’evoluzione del fenomeno e comporterebbe difficoltà nell’informazione capillare ai cacciatori e al personale di vigilanza, con il probabile risultato di dar vita a numerosi contenziosi. La Città Metropolitana ritiene opportuno sospendere la caccia anche nei territori degli ATC confinanti con i comprensori interessati dagli incendi - ATC TO1, TO2 e TO3 - in cui è probabile che la fauna selvatica in fuga si andrà a concentrare.

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A causa dell’emergenza causata dagli incendi boschivi che stanno interessando numerosi territori montani, è stato rinviato a data da destinarsi l’evento “Conoscere per convivere” in programma domani, sabato 28 ottobre, a Noasca.
Seguiranno comunicazioni su nuova data e orario.

Tutela fauna e flora

Lupo e cinghiale sono due specie che, per motivi diversi, impongono una riflessione sul nostro concetto di natura e sul modello di sviluppo territoriale che intendiamo promuovere, soprattutto nelle aree montane.
Ne discuteranno sabato 28 ottobre a Noasca il Sindaco Domenico Aimonino, la Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, alla tutela della fauna e della flora, ai parchi e alle aree protette, Elisa Pirro, il Consigliere metropolitano Mauro Fava e alcuni esperti.
Luca Giunti, guardiaparco dell’Ente di Gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, si porrà e porrà ai presenti “Le domande del Lupo”. Il dirigente del Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana, Mario Lupo, tratterà il tema della gestione del cinghiale nel territorio dell’Ente di area vasta che ha ereditato le competenze dell’ex Provincia di Torino. Bruno Bassano, responsabile del settore Biodiversità e Ricerca scientifica del parco Nazionale del Gran Paradiso, terrà una relazione sul tema “Ecologia delle specie problematiche: il punto di vista di un Parco nazionale”. Sergio Barone, Vicepresidente della Coldiretti di Torino, si soffermerà sull’impatto degli animali selvatici sul territorio agricolo.

L’appuntamento è alle 15 al Pala Noasca della frazione Gere Sopra.



Tutela fauna e flora

Dopo le recenti inchieste giornalistiche e le prese di posizione di alcuni esponenti di associazioni animaliste in merito al Piano di contenimento della Nutria adottato nello scorso febbraio dalla Città Metropolitana di Torino, Elisa Pirro, Consigliera delegata all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora, tiene a fomulare alcune precisazioni.
“Il piano – spiega la Consigliera delegata - riguarda una specie non autoctona e non tutelata dalle normative sulla fauna selvatica e viene implementato dalla Città Metropolitana così com’è stato predisposto durante il passaggio dalla precedente all’attuale amministrazione. Il lungo iter di approvazione non consentiva di apportare modifiche senza ritardare l'emanazione, che era ritenuta urgente per far fronte ad alcuni problemi rilevanti per gli agricoltori”.
“Essendo consci delle criticità del piano, - precisa la Consigliera Pirro - abbiamo deciso di non attuare interventi cruenti di contenimento in ambito cittadino. Stiamo valutando la possibilità di rivedere il piano ponendo più attenzione a metodi alternativi a quelli tradizionali. Dobbiamo però tenere presente che il Regolamento europeo 1143 del 2014 ed i relativi regolamenti di esecuzione emanati nel 2016 fissano l’elenco delle 100 specie esotiche più dannose per l’ecosistema europeo. In tale elenco è compresa la Nutria, di cui si prevede l’eradicazione dal territorio europeo”. In Italia pertanto la Nutria non gode attualmente di alcun tipo di tutela giuridica. La Consigliera Pirro ricorda che “l’ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è stato incaricato dal Ministro dell’Ambiente di redigere un piano nazionale di intervento da presentare alle Regioni, che sono state sollecitate ad adottare a loro volta appositi piani. La Regione Piemonte nel marzo 2016 ha ribadito la competenza della Città Metropolitana di Torino e delle altre Province nel controllo della fauna ed ha invitato gli Enti di area vasta ad adottare nel proprio territorio piani di contenimento della Nutria. Il Servizio Tutela Flora e Fauna della Città Metropolitana opera con personale regionale distaccato e impegnato nell’esercizio di una funzione delegata e non può pertanto rifiutarsi di adottare atti espressamente richiesti dalla Regione”.

Tutela fauna e flora

L’animale potrà essere utilizzato per un progetto di ripopolamento sul nostro territorio

E’ un’autentica sorpresa, che rientra a pieno titolo nel Progetto Salviamoli Insieme della Città Metropolitana di Torino, quanto accaduto dopo oltre 25 anni di attività: è stata consegnata da cittadini di Moncalieri una tartaruga palustre europea (Emys orbicularis).
Si tratta del primo esemplare di questa specie autoctona, oramai rarissima nei nostri territori, recuperata in condizioni di difficoltà. L'animale è stato portato al Centro Animali non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino, che collabora con la Città Metropolitana, Giuseppe Quaranta e Mitzy Mauthe, professori del Centro, dopo una accurata visita, ne hanno diagnosticato il perfetto stato di salute.
La progressiva rarificazione di questa specie è dovuta, oltre all'inquinamento ambientale, alla massiccia invasione dei nostri ambienti umidi da parte della tartaruga esotica acquatica Trachemys scripta, animale comunemente venduto nei negozi di animali o regalato in fiere paesane nello stadio giovanile, grande come una moneta da 2 euro.
In qualche anno l'animale esotico,molto longevo, può superare i 50 anni di vita, raggiunge ragguardevoli dimensioni fino a 30 centimetri di lunghezza e la sua stabulazione diventa problematica, ciò ha portato sconsiderati proprietari a violare le norme penali sull'abbandono di animali liberandoli in natura, creando così quello che viene definito un vero e proprio inquinamento genetico.
Per il soggetto recuperato, il Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino sta realizzando una convenzione con il centro Emys Piemonte di Livorno Ferraris, affinchè possa essere utilizzato quale riproduttore per poter eventualmente, con la sua progenie, iniziare un progetto di ripopolamento nel nostro territorio.

Tutela fauna e flora

Gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino hanno concluso positivamente le operazioni di cattura e liberazione in ambiente naturale di due caprioli, un piccolo con la mamma, che nei primi giorni di giugno si erano ritrovati accidentalmente all'interno di una proprietà privata recintata a Borgone di Susa.
Gli agenti della Città Metropolitana erano subito intervenuti ma, a causa della giovane età del piccolo, meno di un mese, in accordo con i proprietari del terreno avevano deciso di rimandare la cattura e la successiva liberazione a quando lo stato di sviluppo del cucciolo lo consentisse, anche per preservare dallo stress da cattura la femmina neo-mamma.
Per alcune settimane i proprietari del terreno hanno monitorato con discrezione e senza interferenze gli animali. La settimana scorsa hanno comunicato agli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana che il giovane capriolo e la mamma sembravano in condizione di poter essere liberati in un ambiente naturale senza recinzioni. Dopo aver constatato il perfetto stato di sviluppo e la salute degli animali, sono iniziate le operazioni di cattura, che si sono concluse positivamente.
“Ricordiamo a tutti coloro che dovessero entrare in contatto con animali selvatici che sono tenuti ad avvisare immediatamente il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana. - sottolinea la Consigliera metropolitana delegata Elisa Pirro – In questo caso la procedura di semi-detenzione dei caprioli è stata possibile solo perché era stata concordata con le autorità competenti in materia di fauna selvatica”.

A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA

- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.