Tutela fauna e flora
Mercoledì 26 settembre nel Chierese è stato arrestato un presunto bracconiere che cacciava con un’arma clandestina. La doppietta con matricola abrasa e numerose munizioni erano detenute dall’uomo, che è stato fermato dagli agenti della Polizia locale della Città Metropolitana unitamente alle Guardie Ecologiche Volontarie in località Madonna Delle Rovere di Riva presso Chieri. Altre munizioni sono state sequestrate a seguito delle perquisizioni effettuate nella residenza del fermato. Al presunto bracconiere sono state contestate violazioni amministrative che comportano una sanzione di 4.800 Euro, poiché cacciava senza la licenza per il porto del fucile, non era munito del tesserino venatorio regionale, non aveva stipulato la polizza di assicurazione, non aveva versato le tasse per l’esercizio dell’attività venatoria e, conseguentemente non era stato ammesso all'Ambito territoriale di caccia. Sono inoltre state contestate violazioni amministrative di minore entità.L’autorità giudiziaria ha disposto gli arresti domiciliari dell’indagato. La misura è stata eseguita dagli agenti della Città Metropolitana con la collaborazione dei Carabinieri della stazione di Chieri.
L’esame delle attrezzature sequestrate fa supporre che l’indagato si dedicasse alla caccia illegale di avifauna, anche protetta, per il consumo alimentare.
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Da alcuni giorni un grosso rapace diurno, un Astore (Accipiter gentilis), è stato visto in diverse parti di Torino e in alcuni casi con dei colombi appena predati fra gli artigli.Gli agenti faunistico ambientali del Servizio di tutela della fauna e della flora della Città metropolitana di Torino sabato 18 agosto sono intervenuti e hanno identificato l'animale come un Astore maschio, giovane dell'anno, un falco comune nei nostri territori che trova nel bosco il suo habitat ideale e che quindi è molto raro vedere in ambienti urbani.
Ieri e oggi il rapace è stato nuovamente avvistato nei pressi di corso Cincinnato e molti cittadini si sono rivolti preoccupati alla Polizia municipale. oppure al 118.
“L’astore non rappresenta alcun pericolo per le attività umane e non deve essere disturbato” ricorda il vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha la delega sullìambiente “Fra l’altro va ricordato che tutti i rapaci diurni e notturni sono animali particolarmente protetti dalla legislazione vigente, Se per qualche ragione chi lo avvista avesse qualche preoccupazione, è opportuno fare le segnalazioni al nostro Servizio, che da tempo lavora al progetto “Salviamoli insieme””
A chi rivolgersi quando si rinvengono animali feriti o in difficoltà: il progetto “Salviamoli insieme” della Città metropolitana
- Città metropolitana di Torino-Servizio tutela della fauna e della flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro animali non convenzionali dell’Ospedale veterinario della Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-
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Un serpente dall'insolita livrea, ma del tutto innocuo, è stato recuperato questa mattina, sabato 18 agosto, in un tombino in via Foscolo a Torino dal Servizio di tutela della fauna e della flora della Città metropolitana di TorinoIeri sera, circa alle 21,30 in via Ugo Foscolo 16 una signora residente nello stabile ha visto un serpente di medie dimensioni infilarsi in un tombino presente nel marciapiede. La signora ha avvisato la Polizia municipale che ha chiesto l'intervento degli esperti del Servizio di tutela della fauna e della flora della Città metropolitana di Torino. Gli agenti faunistico ambientali dopo aver sommariamente identificato l'animale quale un probabile Saettone, del tutto innocuo, hanno fatto chiudere il tombino ermeticamente, in modo che l'animale non potesse scappare, e al mattino presto di oggi sono intervenuti per il recupero.
Il serpente è quasi sicuramente un Colubro di Esculapio (Elaphe longissima), animale autoctono non pericoloso comune anche in città, che presenta le caratteristiche morfologiche tipiche della specie ma ha una livrea inusuale; per questa ragione verrà studiato da esperti erpetologi.
I serpenti sono animali carnivori che, a eccezione della vipera che non si trova in città, sono innocui e molto utili perché contribuiscono a tenere sotto controllo la popolazione dei topi.
“Rinnoviamo l’invito a tutti coloro che ritrovano o notano animali selvatici in difficoltà a rivolgersi ai nostri agenti faunistico-ambientali e/o ai sanitari del Centro animali non convenzionali dell’Università di Torino - ricorda il vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha le deleghe alla tutela della fauna e della flora – Anche quelli che possono fare paura, come i serpenti, spesso sono svolgono un ruolo importante nell'ecosistema e vanno salvaguardati"
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI, IN DIFFICOLTÀ: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città metropolitana di Torino-Servizio tutela della fauna e della flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro animali non convenzionali dell’Ospedale veterinario della Facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
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Palanfré, una femmina di gipeto nata in cattività e che è stata trovata morta lo scorso marzo a Novalesa, da oggi ha una nuova casa nell’atrio del Palazzo di corso Inghilterra della Città metropolitana di Torino, dove potrà essere ammirata dai cittadini.Il gipeto, che è stato trattato tassidermicamente –cioè imbalsamato- è ospitato in una grande teca e fa da testimonial al progetto “Salviamoli insieme” per la tutela della fauna selvatica. È un esemplare raro, non solo perché i gipeti non sono molto diffusi sul nostro territorio, ma anche perché raramente è possibile vederne di imbalsamati in musei e collezioni.
A marzo gli agenti faunistico-ambientali del Servizio tutela della fauna e della flora della Città metropolitana di Torino sono stati avvisati da un cittadino della presenza di un grosso uccello morto nel territorio del comune di Novalesa.
Giunti sul posto gli agenti si sono trovati davanti a un esemplare di gipeto (“Gypaetus barbatus” è il nome scientifico) conosciuto anche come “avvoltoio degli agnelli”, purtroppo deceduto.
L’esame degli anelli inamovibili posti sulle zampe del volatile ha consentito di identificarlo: si tratta di Palanfrè, una femmina nata in cattività nel febbraio del 2004 nell'ambito del progetto internazionale di ripopolamento del gipeto, promosso dalla Vulture Conservation Foundation. U
Una volta svezzata, la giovane femmina di gipeto era stata liberata nei presso della borgata Palanfrè, nel territorio del Comune di Vernante, nella cuneese Valle Vermenagna. L’esemplare si era successivamente stabilito in Valle di Susa e lo si poteva notare sovente veleggiare sulle cime del gruppo del Rocciamelone.
Il gipeto è il più grande rapace presente nelle Alpi Occidentali. È un Vulturide che si ciba di ossa, che porta a grandi altezze per poi farle cadere sulle rocce in modo da frantumarle e poterle ingoiare.
Il progetto “Salviamoli assieme”
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/fauna-flora-parchi/fauna-e-flora/salviamoli-insieme/salviamoli-insieme
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Nel pomeriggio di martedì 3 luglio gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino hanno ricevuto una chiamata dagli addetti al sistema di sgrigliatura di una centralina idroelettrica sita nel territorio del Comune di Chianocco.La chiamata segnalava la presenza di un Cervo femmina nel container di raccolta dei rifiuti. L'animale era evidentemente caduto nel canale che alimenta la centralina ed era stato trasportato dalla corrente fino al sistema di filtraggio, costituito da una griglia metallica con un pettine di grosse dimensioni, che raccoglie tutti i materiali trasportati dall’acqua che si fermano tra le sbarre della griglia stessa. Lo sgrigliatore è un dispositivo elettromeccanico, in genere automatico, che rimuove i detriti accumulati contro una griglia e, sollevandoli, li deposita in un contenitore, in questo caso un grosso parallelepipedo di acciaio senza tetto.
Il dettaglio che ha quasi del miracoloso è che la cerva è stata sollevata dallo sgrigliatore e depositata nel container senza riportare alcuna ferita. Gli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora intervenuti sul posto si apprestavano ad effettuare una telenarcosi (narcotizzazione con un fucile spara-siringhe) per poter sollevare l’animale dalle pareti del contenitore, alte quasi tre metri. In attesa del sedativo, con alcuni secchi d'acqua fresca stavano rinfrescando la cerva, la quale, appena refrigerata e rinfrancata dall'acqua, con un acrobatico balzo ha superato la parete, è uscita dal contenitore e si è dileguata nei boschi circostanti.
“Rinnoviamo l’invito a tutti coloro che ritrovano o notano animali selvatici in difficoltà a rivolgersi ai nostri agenti faunistico-ambientali e/o ai sanitari del Centro Animali Non Convenzionali dell’Università di Torino - sottolinea il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha le deleghe alla tutela della fauna e della flora – L’intervento di personale specializzato e qualificato è sempre decisivo per la sorte degli animali, soprattutto quando non si verificano circostanze fortunate come quelle di ieri a Chianocco”.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI, IN DIFFICOLTÀ: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
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La notte scorsa intorno all’una il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino ha ricevuto una telefonata da parte dei Vigili del Fuoco che segnalava la presenza di un serpente di colore rosso e nero nel bagno di un'abitazione in corso Platone a Volpiano. In genere, in natura, la presenza del colore rosso nella livrea segnala la pericolosità dell'animale che la sfoggia.Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana, esperti in erpetofauna, si sono immediatamente recati sul posto e hanno identificato la specie del serpente: si tratta di un Lampropeltis triangulum, detto Serpente falso corallo, un ofide esotico innocuo, che, come strategia evolutiva, utilizza il mimetismo batesiano, ossia la forte somiglianza ad una specie pericolosa quale il Serpente corallo, dal morso mortale. Le specie che adottano tale mimetismo riescono a spaventare eventuali predatori e a metterli in fuga. L'animale è stato recuperato durante la notte ed è stato portato in un rettilario convenzionato con la Città Metropolitana di Torino.
“Esortiamo tutti gli appassionati allevatori di tali animali a porre scrupolose attenzioni nel ricovero di questi serpenti, la cui fuga può destare un elevatissimo allarme sociale” sottolinea il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha la delega alla tutela dalla fauna e della flora.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI, IN DIFFICOLTÀ O POTENZIALMENTE PERICOLOSI: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
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- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
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Nel pomeriggio mercoledì 13 giugno il Servizio di Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino ha ricevuto una segnalazione su di un cucciolo di Capriolo in difficoltà nel territorio del Comune di San Didero, in Valle di Susa. Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana si sono recati sul luogo e hanno verificato che il piccolo animale selvatico non era in difficoltà, ma era semplicemente troppo giovane per badare a se stesso e quindi bisognoso esclusivamente della mamma. Dopo aver raccolto il giovane Capriolo, gli agenti lo hanno accovacciato nell'erba di un prato circostante, raccomandando ai troppo ansiosi salvatori di non avvicinarsi più. Dopo un po’ di tempo, quando tutto era tornato tranquillo, gli agenti hanno potuto osservare da molto lontano con un binocolo la mamma che andava ad accudire il proprio piccolo.Dall’inizio dell’anno sono già una quindicina i piccoli caprioli sottratti ai genitori naturali a seguito di un presunto abbandono, evento praticamente impossibile. Nella maggior parte dei casi i piccoli vengono consegnati al CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Torino, convenzionato con la Città Metropolitana.
Come ricorda Marco Marocco, Vicesindaco metropolitano con delega alla tutela della fauna e della flora, “alcuni anni orsono l’allora Provincia di Torino promosse una campagna di informazione e sensibilizzazione che aveva come slogan ‘Se vuoi aiutarlo non toccarlo!’. Il messaggio è ancora valido. L’intervento può essere giustificato solo da evidenti segni di traumi o patologie”.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O VERAMENTE IN DIFFICOLTÀ: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
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Una gita al Santuario di Sant’Anna di Vinadio, per ammirare la natura incontaminata della cuneese Valle Stura di Demonte, si è trasformata in un’esperienza insolita, ma a lieto fine per la famiglia Comacchio di Verolengo, che, nel pomeriggio di martedì 12 giugno ha sentito acuti e prolungati fischi provenire dall’intero del camper, parcheggiato nel cortile della propria abitazione.
Una volta aperto il vano motore, dietro la batteria si intravedeva un animale dal colore simile a quello di un gatto. Già, ma i gatti non emettono fischi… La signora Alessandra Comacchio ricordava però di aver sentito quei fischi domenica 10 giugno durante la gita al Santuario di Sant'Anna di Vinadio: erano i fischi emessi dalle Marmotte.
Gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino, chiamati dalla signora Alessandra, sono intervenuti sul posto ed hanno catturato con un laccio la spaventata Marmotta, con molte difficoltà e con l'ausilio della veterinaria Gabriella Capra, residente a Verolengo e gentilmente intervenuta nel caso vi fosse stato bisogno di effettuare una narcosi. L'animale è in buono stato di salute e in giornata verrà liberato in alta montagna, in una località idonea e già colonizzata dalle marmotte.
Gli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana spiegano che può capitare che animali selvatici spinti dalla ricerca di cibo o dalla ricerca di un luogo caldo si ritrovino in situazioni strane come quella vissuta dai signori Comacchio.
“Questa vicenda a lieto fine, - sottolinea il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, con delega alla tutela della fauna e della flora – ci consente di ricordare che la Città Metropolitana di Torino, grazie al progetto Salviamoli Insieme e grazie alla collaborazione dei cittadini, recupera ogni anno circa 3000 animali selvatici, dei quali il 40% circa viene restituito alla vita in natura in quanto in grado di riambientarsi in luoghi adatti”.
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A Rochemolles di Bardonecchia nei giorni scorsi si è conclusa nel migliore dei modi l'operazione di cattura di uno Stambecco (Capra ibex il nome scientifico) proveniente dal Dipartimento francese delle Hautes-Alpes, effettuata dagli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino.
L’esemplare maschio denominato “Dimanche” era stato catturato e dotato di un radiocollare per la prima volta nel maggio del 2015, quando aveva cinque anni, nella zona del Colle del Lautaret che, nel Briançonnais, segna il confine tra i Comuni di Villar-d'Arêne e di Monêtier-les-Bains. La cattura e il posizionamento del radio collare a scopi scientifici era stata effettuata dal personale di vigilanza del Parc National des Ecrins, nell’ambito del progetto di studi Alcotra Lemed-Ibex, cofinanziato dall'Unione Europea ed esteso dal Lac Léman (Lago di Ginevra) al Mediterraneo. Il progetto, a cui collabora la Città Metropolitana di Torino, prevede appunto una serie di catture per il posizionamento di collari e per l’effettuazione di prelievi genetico-sanitari su alcune centinaia di esemplari delle principali colonie presenti sul versante francese e su quello italiano delle Alpi Occidentali. La durata massima delle batterie dei radiocollari è di tre o quattro anni: era pertanto era urgente la sostituzione della radio con un analogo apparecchio con le batterie cariche.
La cattura avviene con la telenarcosi, utilizzando un fucile lancia siringhe. L’operazione di sabato 9 giugno è stata effettuata nei pressi della diga di Rochemolles, a circa 2.300 metri di altitudine. Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana di Torino hanno operato su richiesta del professor Luca Rossi della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, il quale ha gestito la parte sanitaria della cattura e della successiva liberazione. A coadiuvare gli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora sono intervenuti i Carabinieri Forestali delle stazioni di Bussoleno e Bardonecchia e due guardaparco del Parc National des Ecrins.
Lo studio degli spostamenti di “Dimanche” ha evidenziato un suo utilizzo del territorio anomalo rispetto alla consuetudine della specie, con un’elevata erraticità tra i territori alpini italiano e francese.
Come ricorda il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco (che ha le deleghe all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora), “nel 1994 l’allora Provincia di Torino avviò un progetto di ripopolamento denominato ‘Operazione Stambecco’, che ha consentito di reintrodurre nelle nostre vallate questo splendido animale, di cui a metà anni ’90 nelle aree esterne al Parco Nazionale del Gran Paradiso erano rimasti solo pochi esemplari. Gli Stambecchi presenti una ventina di anni orsono nel nostro territorio si erano insediati nelle Valli di Lanzo, proveniendo appunto dal Gran Paradiso. Oggi lo Stambecco è una presenza stabile e numericamente consistente in tutte le Alpi Occidentali”.
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Ieri mattina intorno alle 9 è giunta al Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino una richiesta di intervento da parte della centrale operativa dei Vigili del Fuoco di Torino per la cattura di un Capriolo che si aggirava nel parco del Valentino.L'animale si trovava in difficoltà lungo la riva del Po e i Vigili del Fuoco sono riusciti ad aiutarlo a risalire sulla sponda. Appena guadagnata la riva il Capriolo è riuscito a fuggire, aggirandosi tra gli stand del Salone dell'Automobile. Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana, hanno trovato l’animale in un’area recintata, abitualmente frequentata (ma non il quel momento) dai padroni dei cani e dai loro animali. Utilizzando una lunga rete da cattura sono riusciti a bloccare l’animale e a richiuderlo in un’apposita cassa per il successivo trasporto.
L’animale era in ottimo stato di salute generale, anche se presentava alcune escoriazioni superficiali al naso e al labbro inferiore con un modesto sanguinamento. Le piccole ferite non hanno pregiudicato la successiva liberazione, avvenuta in area boschiva della collina torinese.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
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