Tutela fauna e flora
Un cervo maschio legato a una pianta, immobilizzato da una rete di plastica. È l’allarme lanciato da un cittadino verso le 12 di mercoledi 28 novembre, al servizio Tutela fauna e flora della Città metropolitana di Torino. Gli agenti faunistico ambientali si sono recati immediatamente sul posto, Borgata Santa Maria nel Comune di Novalesa, e si sono subito resi conto che avrebbero dovuto agire d'urgenza per liberare l'animale, un esemplare maschio di circa 3 anni in ottimo stato di salute, che dibattendosi forsennatamente per liberarsi avrebbe rischiato la frattura delle vertebre del collo.Con una robusta corda hanno assicurato la stanga del palco, non impigliata dalla rete, a un albero e dopo aver immobilizzato il cervo hanno provveduto a tagliare la rete, restituendogli così la libertà.
La consigliera delegata all’ambiente e vigilanza ambientale, Barbara Azzarà, ringrazia i cittadini che hanno prontamente allertato gli agenti e ricorda che la fauna selvatica in difficoltà può rappresentare un serio pericolo per l’incolumità dell’uomo.
In caso di necessità occorre dunque avvisare il servizio metropolitano di Tutela fauna e flora telefonando ai numeri 011.8616982, 011.8616987 e 349.4163347, rimanendo possibilmente nelle vicinanze per indicare il luogo preciso in cui intervenire per porre in salvo l’animale.
Qui il filmato dell'intervento degli agenti faunistico ambientali per liberare l'animale
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È un lupo italiano (Cani lupus) e non un cane a aver aggredito e ucciso ovini e caprini nel Chivassese. Lo confermano le analisi fatte dall'Ispra su alcuni campioni biologici prelevati su una pecora predata che sono state rese note oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso il Municipio di Lauriano, organizzata dalla Città metropolitana di Torino in collaborazione con i comuni di Casalborgone e Lauriano.La consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna e della flora, Barbara Azzarà, dopo aver reso noto i risultati delle indagini svolte dall'Ispra, ha anche spiegato che il picco di predazioni avvenuto nelle ultime settimane è legato alla naturale espansione territoriale di questo predatore, che spinge i nuovi nati alla ricerca di un territorio idoneo e libero da esemplari della stessa specie.
"Nel più breve tempo possibile la Città metropolitana, che ha la competenza sulla fauna selvatica, riunirà tutte le varie professionalità presenti sul territorio che sono coinvolte dalla nuova presenza faunistica (Asl, Carabinieri e Carabinieri forestali, Parchi, Provincie, Polizie locali etc), per impostare un piano di azione comune che tenda a mitigare l'aspetto negativo che la presenza del lupo porta con sé".
Inoltre, ha proseguito la consigliera Azzarà, la Regione Piemonte ha messo a disposizione dei contributi economici per la stipula di un'assicurazione specifica e il rimborso delle spese per l'acquisto di recinzioni elettrificate e cani da guardania, a cui gli allevatori potranno accedere tramite le proprie associazioni di categoria.
"Organizzeremo anche incontri educativi sulla biologia ed etologia del lupo condotti dagli esperti della servizio Tutela della fauna e della flora, in modo che tutti possano avere indicazioni adeguate su come proteggere i propri animali d'allevamento".
Chiunque avvistasse un canide libero ovvero un animale predato, in ambiente rurale, può contattare i numeri della Città metropolitana 0118616987 oppure 0118616982 oppure 3494163347.
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Sabato 24 novembre 2018 alle 11.30 presso il Municipio di Lauriano, in via Mazzini 22 la consigliera delegata all’ambiente e alla tutela della flora e della fauna della Città metropolitana Barbara Azzarà e i sindaci del Chivassese si riuniranno per discutere le analisi effettuate dall'Ispra-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale per determinare la specie di carnivoro che in questi mesi ha predato ovini e caprini nelle colline del Chivassese e del Basso Monferrato.All'incontro sono invitati tutti i Comuni, le realtà -protezione civile, forze dell'ordine etc.- che in questi mesi hanno perlustrato i sentieri e partecipato con il personale della Città metropolitana di Torino alle ispezioni notturne, i giornalisti.
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Il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino, Ente territorialmente competente per la gestione della fauna selvatica, è impegnato nell’individuazione del carnivoro o dei carnivori responsabili delle predazioni di ovini e caprini che da qualche mese avvengono nelle colline del Chivassese e del Basso Monferrato. Gli agenti faunistico-ambientali di zona, stanno conducendo indagini, cercando tracce, prelevando campioni, posizionando trappole fotografiche, cercando testimonianze ed effettuando perlustrazioni notturne, anche in collaborazione con la Protezione Civile. Alcuni animali predati sono stati portati alla Facoltà di Veterinaria dell’Università di Torino per le analisi del caso. Campioni di tracce biologiche sono stati inviati all’ISPRA-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale per la determinazione della specie predatrice.“Scientificamente parlando, l’individuazione sicura dell'animale predatore non può essere effettuata analizzando un’immagine fotografica non molto definita, ripresa di notte e da lontano. Quell’immagine, che ha già fatto il giro del Web, è un indizio, non una prova della presenza di un lupo nelle colline del Chivassese. – precisa Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna e della flora - La prova inequivocabile scaturirà dai risultati delle analisi genetiche che presto l’ISPRA trasmetterà al Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana”.
La Consigliera Azzarà precisa che “qualora le indagini genetiche dovessero stabilire che le predazioni riscontrate sono da attribuirsi ad uno o più lupi, la Città Metropolitana, come già fece la Provincia di Torino nei primi anni 2000 quando iniziarono gli attacchi agli animali domestici nelle vallate alpine, adotterà le opportune iniziative di comunicazione e di formazione rivolte alla cittadinanza potenzialmente interessata dalla presenza dei lupi sul territorio. Diffonderemo informazioni scientificamente fondate sull’etologia ed ecologia della specie, al fine di evitare allarmismi e di migliorare la consapevolezza dei cittadini sul valore ecologico del lupo, in concomitanza con attività di monitoraggio della sua presenza”.
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Recenti fatti di cronaca dimostrano come la presenza del Lupo nelle vallate della Città Metropolitana di Torino induca alcuni malintenzionati ad uccidere esemplari del carnivoro, commettendo un reato punito dalla legge e allestendo raccapriccianti messe in scena, come l'esposizione di parti dei lupi soppressi lungo le strade.Fin dalla spontanea ricomparsa del Lupo nelle Alpi Occidentali, verso la fine degli anni ’90, il Servizio Tutela Fauna e Flora della Provincia, oggi Città Metropolitana di Torino, si è adoperato per la mitigazione dei contrasti che la presenza del predatore può generare nei territori montani e rurali. Il Servizio è sempre stato in prima linea nel contrasto alle uccisioni illegali.
Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna della flora, sottolinea che “un’adeguata, corretta e capillare opera di informazione ed educazione ambientale può produrre risultati positivi e rendere possibile la convivenza tra il Lupo e le attività umane, in primis la zootecnia. La ricolonizzazione di tutto l'arco alpino da parte del predatore è avvenuta in maniera esclusivamente naturale. La presenza di un predatore al vertice della catena alimentare è un elemento di equilibrio, che giova alla salute ambientale del territorio”.
Per segnalazioni inerenti la presenza del Lupo o di altri esemplari della fauna selvatica gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora possono essere contattati ai numeri telefonici 011-8616987 o 011-8616982.
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Si è svolta nel pomeriggio in alcune aree verdi della Città di Torino l’esercitazione dell’unità cinofila antiveleno del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino, messa in campo a seguito delle segnalazioni di “polpette avvelenate” contro animali sgraditi ad alcune persone, giunte alla Polizia Municipale del capoluogo. L’unità cinofila antiveleno è composta dall’istruttore direttivo di vigilanza Carlo Geymonat e dal cane pastore australiano Myrtille, di cui Geymonat è conduttore e proprietario. L’attività dell’unità cinofila antiveleno si svolge in collaborazione con il Gruppo Cinofilo Antiveleno regionale. L’esercitazione serve a testare la capacità del cane di riconoscere con il suo fiuto molto sensibile eventuali bocconi avvelenati.Ad assistere ad alcune fasi dell’esercitazione c’era Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna e della flora. “Oltre ad essere un metodo molto scorretto di soluzione di un eventuale problema di convivenza tra animali e uomo, l’abbandono di esche e bocconi avvelenati è un reato. - ha sottolineato la Consigliera Azzarà – Il veleno sparso per eliminare animali indesiderati è un pericolo per gli altri animali, ma può anche entrare nella catena alimentare, con conseguenze gravissime”. Un’Ordinanza del Ministero della Salute del 13 giugno 2016 detta infatti “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” e prevede cheil proprietario o il responsabile dell'animale deceduto a causa di esche o bocconi avvelenati o che abbia manifestato una sintomatologia riferibile ad avvelenamento deve segnalare l'episodio ad un medico veterinario. Una volta emessa la diagnosi di sospetto avvelenamento il veterinario deve darne immediata comunicazione al Sindaco del Comune in cui l’episodio di presunto avvelenamento è avvenuto, al Servizio Veterinario dell'Asl e all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competenti per territorio.
Il ritrovamento di esche sospette va segnalato per le verifiche del caso alle forze di Poliziacompetenti per territorio o alla Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987-8616982.
In un’unità cinofila antiveleno l’affiatamento tra uomo e cane scaturisce da un processo lungo e difficile, che richiede un costante allenamento. L’attività rientra tra quelle programmate nell’ambito del progetto LIFE Wolfalps per il monitoraggio della presenza del Lupo nelle Alpi. Di altre unità cinofile antiveleno operanti in Piemonte fanno parte Guardiaparco e Carabinieri forestali, sotto il coordinamento del Parco Naturale delle Alpi Marittime.
Myrtille ha tre anni e mezzo e il suo lavoro quotidiano al fianco di Carlo Geymonat è quello di rintracciare esche avvelenate o contenenti materiale tagliente, come chiodi o vetro, che molto spesso vengono seminate tra i boschi per contrastare, in modo del tutto illegale, la presenza dei lupi o di altri canidi predatori. Ha già all’attivo molte attività sul campo, nei comuni di Sauze d’Oulx e Bardonecchia, dove ha dato prova della sua abilità e soprattutto dell’importante rapporto creato con il suo padrone. “É un rapporto molto importante quello tra uomo e cane, - racconta Carlo Geymonat - perché è quello che ha reso possibile addestrarla nel modo più corretto e che le permette di svolgere la sua attività proprio come se fosse un gioco, anche durante le azioni preventive che svolgiamo su tutto il territorio provinciale”.
Myrtille è stata addestrata per circa un anno e mezzo in un centro specializzato piemontese, dove il meccanismo gioco-premio è stato alla base della formazione in vista dell’inserimento nell’attività di prevenzione antiveleno della Città Metropolitana.
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Sono frequenti le segnalazioni di “polpette avvelenate” contro animali sgraditi ad alcune persone che giungono alla Polizia Municipale della Città di Torino. Il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino dispone da qualche tempo di un’unità cinofila antiveleno composta dall’istruttore direttivo di vigilanza Carlo Geymonat e dal cane pastore australiano “Myrtille”, di cui Geymonat è conduttore. L’attività dell’unità cinofila antiveleno si svolge in collaborazione con il Gruppo Cinofilo Antiveleno regionale.Nel pomeriggio di martedì 13 novembre sono in programma alcune esercitazioni dell’unità cinofila in aree verdi della città di Torino, per testare la capacità del cane di riconoscere con il suo fiuto molto sensibile eventuali bocconi avvelenati.
“Oltre ad essere un metodo molto scorretto di soluzione di un eventuale problema di convivenza tra animali e uomo, l’abbandono di esche e bocconi avvelenati è un reato” sottolinea Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna e della flora. Un’Ordinanza del Ministero della Salute del 13 giugno 2016 detta infatti “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” e prevede che il proprietario o il responsabile dell'animale deceduto a causa di esche o bocconi avvelenati o che abbia manifestato una sintomatologia riferibile ad avvelenamento deve segnalare l'episodio ad un medico veterinario. Una volta emessa la diagnosi di sospetto avvelenamento il veterinario deve darne immediata comunicazione al Sindaco del Comune in cui l’episodio di presunto avvelenamento è avvenuto, al Servizio Veterinario dell'Asl e all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competenti per territorio.
Il ritrovamento di esche sospette va segnalato per le verifiche del caso alle forze di Poliziacompetenti per territorio o alla Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987-8616982.
In un’unità cinofila antiveleno l’affiatamento tra uomo e cane scaturisce da un processo lungo e difficile, che richiede un costante allenamento. L’attività rientra tra quelle programmate nell’ambito del progetto LIFE Wolfalps per il monitoraggio della presenza del Lupo nelle Alpi. Di altre unità cinofile antiveleno operanti in Piemonte fanno parte Guardiaparco e Carabinieri forestali, sotto il coordinamento del Parco Naturale delle Alpi Marittime.
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Avventura a lieto fine per la giovane femmina di Capriolo “domestica” che da alcune settimane si aggirava nei boschi intorno a Giaveno, avvicinandosi agli uomini senza scappare. Erano stati per primi due cacciatori ad avvistare l’animale, per nulla intimorito dalla loro presenza e talmente confidente da mangiare una mela che gli avevano offerto.Stamani gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino hanno recuperato l’esemplare e lo hanno trasportato all’Oasi degli Animali di San Sebastiano da Po, convenzionata con la Città Metropolitana. Non era possibile lasciare la femmina di Capriolo in quelle condizioni, perché era a rischio di cadere vittima di una predazione da parte di un Lupo o di uomini malintenzionati. L’animale, dell’età di un anno e mezzo, si è lasciato catturare facilmente nel cortile di una casa in una frazione montana di Giaveno. Si ipotizza che la giovane femmina possa essere stata avvicinata da piccola da qualcuno che, trovandola da sola, le abbia dato del latte e del cibo, abituandola alla presenza umana.
Barbara Azzarà, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora, ricorda che “a meno che non siano in evidente difficoltà o che siano feriti, occorre evitare di recuperare piccoli animali selvatici e allevarli in maniera amatoriale, perché possono sviluppare l’imprinting verso l’uomo, perdendo la loro naturale diffidenza ed esponendosi a pericoli. Accade sovente che piccoli apparentemente abbandonati siano invece sorvegliati a distanza dalla mamma, che, una volta allontanatisi gli uomini, li raggiunge”.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTÀ: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
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Domenica 28 ottobre a Villafranca Piemonte, il Parco del Monviso-Riserva della biosfera Mab, l’amministrazione comunale, il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino e le associazioni locali dei pescatori propongono una giornata intitolata “Puliamo il Pellice!”.Dopo la stagione estiva, durante la quale le rive del torrente sono una frequentata meta di svago e relax, è necessaria un’azione di pulizia per rimuovere mozziconi di sigaretta e altri rifiuti.
Il ritrovo di coloro che hanno interesse alla salute del fiume è per le 9 al ponte tra Vigone e Villafranca, muniti di guanti e pranzo al sacco. Non è una passeggiata: ci si spinge sino alla confluenza tra Po e Pellice e si trascorre una giornata di lavoro in amicizia, per dare un futuro migliore all’ambiente acquatico, aiutandolo a preservare la sua biodiversità.
Si può aderire contattando il Servizio Promozione del Parco del Monviso, ai numeri telefonici 0175-46505 e 348/7638609 o all’indirizzo e-mail didattica@parcomonviso.eu.
Alla giornata collaborano Legambiente, l’Associazione per la Tutela degli ambienti acquatici e dell'ittiofauna, l’associazione Pescatori carmagnolesi, il Club Italiano Pescatori a mosca e lo Spinning CLUB Italia.
Per informazioni si può contattare in orario d’ufficio il Parco del Monviso al numero telefonico 0175-46505 o scrivere a info@parcomonviso.eu
L’attività è organizzata in collaborazione con Legambiente e con il progetto VisPO- Volunteer Initiative for a Sustainable Po, focalizzato sulla gestione sostenibile del fiume Po, con il coinvolgimento di 250 volontari tra i 18 e i 30 anni in azioni di pulizia e valorizzazione delle sponde del Po e dei suoi affluenti in territorio piemontese. Il progetto è finanziato nell’ambito del “LIFE Preparatory Project in Support of European Solidarity Corps”, che promuove azioni a priorità ambientale a supporto del Corpo di Solidarietà Europeo (ESC) e prevede lo scambio di esperienze con attività analoghe svolte da 20 volontari sul Danubio in Ungheria. Oltre alle iniziative di pulizia del Po e dei suoi affluenti, che si svolgono principalmente nei siti Natura 2000, VisPO prevede attività di monitoraggio, sensibilizzazione, promozione, formazione ed educazione ambientale e sportiva. I partner del progetto, presentato a marzo di quest’anno a Torino, sono: Legambiente Piemonte e Val d'Aosta (Lead partner), Arpa Piemonte, ERI (European Research Institute).
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Nella giornata di lunedì 8 ottobre un cittadino ha segnalato la presenza di un Lupo morto sul ciglio di una strada a Giaveno in borgata Girba. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino. L’esemplare, un maschio adulto, era morto da almeno un giorno e presentava i segni di un investimento.La carcassa dell’animale è stata portata alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Grugliasco per l’esame autoptico che dovrà stabilire le esatte cause del decesso.
“La collaborazione tra i cittadini che segnalano e le istituzioni che operano è fondamentale. - commenta il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco – Qualsiasi persona di buona volontà con una telefonata può contribuire alla gestione, allo studio e alla salvaguardia delle specie animali selvatiche”.
In caso di rinvenimento del cadavere di un Lupo, gli esperti raccomandano di non effettuare alcuna manipolazione, se non strettamente necessaria, perché si rischia di modificare lo stato del luogo e della carcassa ritrovata, rendendo più difficile la ricostruzione della dinamica che ha portato al decesso dell’animale.
La carcassa non deve essere recuperata, neanche per consegnarla al Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino, che deve essere interpellato per effettuare il recupero ai numeri telefonici 011-8616987 e/o 349-4163347.
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