I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Tutela fauna e flora

Nelle settimane scorse, per il sesto anno consecutivo, il Servizio Tutela Fauna e Flora e il Servizio pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette della Città Metropolitana di Torino hanno portato a termine una campagna di tutela dei rospi e delle rane durante la migrazione riproduttiva, grazie alla realizzazione di “rospodotti” che consentono agli anfibi di evitare di essere schiacciati dagli autoveicoli quando attraversano le strade extraurbane.

“Le specie maggiormente coinvolte nella migrazione, spiega Gemma Amprino, Consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna e ai parchi e aree protette - sono il Rospo comune, la Rana dalmatina e il Rospo smeraldino”. I batraci vengono “convogliati” con apposite reti verso i rospodotti o verso strutture preesistenti, che permettono il superamento delle sedi stradali nel viaggio dai siti di svernamento agli abituali luoghi di riproduzione e nel ritorno.

Le operazioni del Servizio Tutela Fauna e Flora vengono effettuate nei territori dei Comuni di Pertusio, Vidracco, Vistrorio, San Giorio di Susa, Rosta e Buttigliera Alta. Il Servizio pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette interviene invece nel territorio del Parco naturale del Lago di Candia.

Sei anni di esperienza nel salvataggio degli anfibi

L’attività del Servizio Tutela Fauna e Flora è stata avviata sperimentalmente nel 2011 a San Giorio di Susa. Già dal secondo anno di attivazione il numero di siti coinvolti è aumentato registrando il massimo nel 2013, con sette località. In sei anni l’elenco delle località interessate è cambiato, perché in alcune è venuta meno l’emergenza oppure perché in altre la popolazione era sovrastimata. L’andamento climatico generale, caratterizzato da inverni più miti, ha spostato il momento culminante della migrazione alla fine di febbraio, in corrispondenza con il primo periodo piovoso disponibile. “Anche nel 2016 è la migrazione è stata monitorata, - sottolinea la Consigliera Amprino - con sopralluoghi serali nelle serate umide e piovose del tardo inverno”. Il monitoraggio ha evidenziato realtà meritevoli di tutela, quali Pertusio, Vidracco e Vistrorio dove persiste un fenomeno migratorio importante: un migliaio di individui per ciascuna località. A Rosta e a Buttigliera la migrazione interessa alcune centinaia di esemplari, ma è comunque meritevole di tutela. Anche perché, nonostante i tre rospodotti realizzati una ventina di anni fa, è di fondamentale importanza l’intervento manuale di personale del Servizio Tutela Fauna e Flora e di volontari locali, i quali spostano gli animali da un lato all’altro della carreggiata. A San Giorio, prima della posa della barriera, si registravano numerosissimi schiacciamenti di anfibi. Già nel primo di intervento gli episodi sono drasticamente calati. I rospi percorrono una bealera con buona pendenza, in cui è sempre presente dell’acqua. Gli anfibi rimangono confinati da una barriera di plastica, che li indirizza verso un sottopassaggio, costituito da un profilato di alluminio.

Il rospodotto di Candia

Intorno al 2000, lungo la Strada Provinciale 84 Candia-Caluso vennero installate barriere artificiali mobili a tutela delle centinaia di rospi e rane dalmatine che durante la migrazione riproduttiva si dirigono verso le sponde del lago di Candia per deporre le uova. La Consigliera Gemma Amprino sottolinea che “grazie ai finanziamenti della Misura 323 del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino ha rinnovato e reso più efficiente il rospodotto”. Per consentire agli animali di superare incolumi la strada, sono state collocate sotto il manto stradale alcune canaline di cemento con una griglia di aerazione in ghisa. I vantaggi della soluzione adottata sono la salvaguardia degli animali che attraversano la strada, la facilità di manutenzione, l’umidità e l’illuminazione simili a quelle dell’esterno (il che attira gli animali). Nelle settimane scorse il Servizio Pianificazione e gestione rete ecologica e aree protette ha collocato ai bordi della carreggiata le nuove barriere temporanee che convogliano gli anfibi agli ingressi dei tunnel, garantendone l’incolumità pur in assenza di una sorveglianza diretta da parte di volontari o tecnici. La Consigliera Amprino sottolinea “la fondamentale importanza in tutta l’operazione della collaborazione delle Guardie Ecologiche Volontarie coordinate dalla Città Metropolitana”.

L’importanza delle zone umide per gli anfibi

Le zone umide sono fondamentali per specie animali e vegetali il cui ciclo vitale è, in tutto o in parte, legato alla presenza dell’acqua. Quando arriva la stagione degli amori e scende il buio, i rospi lasciano i luoghi in cui vivono abitualmente per andare in cerca di stagni, rive dei laghi o altre raccolte d’acqua, dove riprodursi. Dalle uova, deposte in lunghi cordoni gelatinosi ancorati alla vegetazione acquatica, nascono girini neri, che in due o tre mesi compiono la metamorfosi necessaria per abbandonare l’acqua e dirigersi verso i boschi o i prati umidi. Purtroppo gli esemplari adulti vengono uccisi in gran quantità dalle automobili mentre attraversano le strade che incontrano durante il cammino verso i luoghi di riproduzione. Trattandosi di animali a sangue freddo, il periodo riproduttivo dipende dalle condizioni climatiche di temperatura e umidità. In Piemonte la migrazione si svolge normalmente fra la fine febbraio e la fine di marzo.

Diffusione e morfologia

Il Rospo comune è un animale che si adatta a vari tipi di ambienti, in particolare ai boschi, sia di pianura che di montagna. È un anfibio senza coda, con la pupilla orizzontale e con ghiandole parotoidi dietro gli occhi molto evidenti. Ha una colorazione scura, dal bruno rossiccio al grigio olivastro, una corporatura tozza e la pelle rugosa. La differenza tra i sessi è molto, marcata perché le femmine sono nettamente più grandi dei maschi.

Un animale utile e indicatore della qualità ambientale

I rospi sono determinanti per il mantenimento dell’equilibrio ecologico del territorio e della sua biodiversità. Svolgono infatti un’azione di controllo degli insetti che vivono nelle zone umide, come le zanzare, ma si nutrono anche di altre specie dannose per l’agricoltura, come le lumache. Sono inoltre preziosi indicatori dello stato ambientale, perché la permeabilità della loro pelle li rende assai sensibili agli agenti tossici e ai cambiamenti climatici e ambientali.

Pericoli per la sopravvivenza

Il 36% degli anfibi italiani è a rischio di estinzione, nonostante le tutele previste dalla Convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore, dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea e dalla Legge regionale 32 del 1982. Le minacce più significative per la sopravvivenza dei rospi sono legate alle attività umane. Oltre alla viabilità, sulla consistenza delle popolazioni incidono la modifica, la perdita e la frammentazione dell’habitat: eliminazione o compromissione delle zone umide minori per cementificazione di fontane e sorgenti, copertura o interramenti di piccole pozze e stagni temporanei, inquinamento con sostanze nocive o rifiuti delle piccole raccolte d’acqua, frammentazione degli ecosistemi dovuta a eliminazione di siepi e fasce vegetali che possono servire da corridoi per lo spostamento degli animali. Sulla consostenza delle popolazioni di rospi incide anche l’utilizzo di pesticidi e diserbanti in agricoltura. Non bisogna poi dimenticare le forme di persecuzione immotivata e crudele, dovute ai pregiudizi sull’aspetto dei rospi e all’ignoranza del ruolo ecologico che rivestono. Anche l’introduzione di specie esotiche può alterare pericolosamente gli equilibri ambientali.

Tutela fauna e flora

Domenica 6 marzo una pattuglia di vigilanza faunistico-ambientale della Città Metropolitana di Torino, mentre effettuava un normale servizio di pattugliamento anti bracconaggio in collaborazione con due guardie venatorie volontarie, è stata aggredita da alcuni malintenzionati. Il fatto è avvenuto intorno alle 12 lungo le sponde del Po, nel Chivassese. Uno degli aggressori,  per opporsi ai controlli effettuati a norma di legge, si è prima scagliato fisicamente contro un agente faunistico-ambientale della Città Metropolitana e poi è fuggito con un fuoristrada, investendo l’agente stesso. 

Il dipendente del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana è stato trasportato in ospedale, dove gli sono state diagnosticate contusioni ad una gamba guaribili in sette giorni. Gli autori dell'aggressione sono stati denunciati all'autorità giudiziaria ed hanno già subìto un processo per direttissima.

Tutela fauna e flora

Nella mattinata di mercoledì 3 febbraio agli agenti faunistico-ambientali del Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino è giunta una telefonata del personale viaggiante delle ferrovie dello Stato, con la quale si segnalava la presenza della carcassa di un canide morto lungo la ferrovia Torino-Modane al Km 68+700, nel territorio del Comune di Salbertrand.
Gli agenti della Città Metropolitana hanno constatato che si trattava della carcassa di un Lupo maschio di età adulta, del peso di 34 Kilogrammi. L’animale è stato portato alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Universita di Torino per l’esecuzione dell’esame autoptico previsto in casi del genere.
“Si tratta del sessantesimo rinvenimento di Lupo morto dal momento della ricomparsa della specie nelle vallate alpine del territorio della Città Metropolitana di Torino. – sottolinea Gemma Amprino, Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, alla montagna e alla tutela della fauna e della flora - La prima carcassa di un Lupo è stata ritrovata il 18 dicembre del 2001”.
Nella quasi totalità dei casi i Lupi rinvenuti morti sono esemplari molto giovani, entro il secondo anno di vita, a conferma  dell'erraticità della specie negli stadi giovanili, propedeutica alla ricerca di nuovi territori ove insediarsi. La morte della stragrande maggioranza degli esemplari ritrovati deriva dall’investimento da parte di veicoli lungo le vie di comunicazione che intersecano i loro areali. I casi di uccisioni illegali sono pochissimi.
“Il cittadino che dovesse imbattersi in un lupo morto, - ricorda la Consigliera metropolitana Gemma Amprino - deve immediatamente segnalare il ritrovamento al numero 1515 della Guardia Forestale. Nel caso l’animale sia ferito o in difficoltà, senza avvicinarsi all'animale, occorre chiamare oltre al 1515 il 118, per l'attivazione del veterinario reperibile”.

A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO FERITI O IN DIFFICOLTÀ ANIMALI CHE NON SIANO LUPI: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA

- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13

- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.

Tutela fauna e flora

Nel tardo pomeriggio di ieri gli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino, su segnalazione di un automobilista di passaggio, hanno recuperato la carcassa di un giovane esemplare di Lupo sul bordo della Strada Provinciale 229 di Verna al Km 0+900. L’arteria stradale collega il Colle della Colletta alla borgata Verna e delimita il confine tra i Comuni di Giaveno e Cumiana. L’esemplare rinvenuto morto era una giovane femmina nata quest’anno, del peso di circa 12 Kilogrammi, presumibilmente investita da un’autoveicolo nella notte tra martedì 17 e mercoledì 18 novembre. Come previsto dal protocollo di monitoraggio e ricerca sul Lupo in Piemonte, la carcassa è stata portata alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino a Grugliasco per gli esami autoptici del caso.

“Si tratta del cinquantasettesimo rinvenimento di un esemplare di Lupo sul territorio della Città Metropolitana di Torino dal 2001 ad oggi. – precisa la Consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna e della flora, Gemma Amprino – Il fatto che si tratti di un esemplare di 5-6 mesi di età conferma la presenza di un branco stabile in riproduzione nella fascia pedemontana tra la Bassa Valsusa e il Pinerolese, da cui presumibilmente proveniva anche l’esemplare rinvenuto morto ad Airasca l’11 marzo del 2014”. “Il Lupo - ricorda Amprino – suscita paure ataviche, ma è bene ricordare che si tratta di una specie che gode della massima tutela, sia nella legislazione europea che in quella nazionale. Indipendentemente dalle opinioni personali, è fuori dubbio che dobbiamo imparare a convivere con il carnivoro per eccellenza, perché in natura in cima alle catene alimentari vi sono necessariamente i grandi predatori, dai quali nei secoli i pastori hanno imparato a difendersi, per evitare stragi di ovini e caprini, sfruttando oggi al meglio tutte le soluzioni tecniche che aiutano ad allontanare i predatori dalle greggi”.

Nella foto in allegato: la Lupa rinvenuto sulla Provinciale 229 dagli agenti del Servizio Tutela Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino

Tutela fauna e flora

Nella prima settimana di ottobre gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino hanno recuperato nel territorio del Comune di Monastero di Lanzo, su  segnalazione di cittadini residenti in zona, un esemplare di Biancone (Circaetus gallicus). Il rapace è stato visitato dal veterinari del CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università, convenzionato con la Città Metropolitana.La visita non ha evidenziato particolari patologie. Si suppone quindi che si tratti di un giovane esemplare, nato magari un po’ in ritardo, che non ha fatto in tempo ad essere pronto per la migrazione invernale verso l'Africa, tipica della specie. Il Biancone passerà l'inverno in un tunnel di riambientamento di grosse dimensioni ad Avigliana, per poi essere liberato nel momento del passo degli esemplari della sua specie nel nostro territorio.

La particolarità del Biancone, rapace diurno di grosse dimensioni con un'apertura alare che sfiora i due metri, è la dieta composta esclusivamente da serpenti e in maniera marginale da sauri. Il Circaetus gallicus si può tranquillamente definire uno sterminatore di serpi.

“L'incremento della presenza di animali una volta molto rari nel nostro territorio è la riprova della validità del lavoro svolto dal nostro Servizio. – commenta la Consigliera metropolitana delegata alla tutela della fauna e della flora, Gemma Amprino – L’impegno operativo e di studio da parte dei dirigenti, dei funzionari e degli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana e la collaborazione di molti cittadini amanti della natura, stanno concorrendo al miglioramento della situazione faunistica delle nostre zone rurali e montane”.  

A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTA’ METROPOLITANA

- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13

- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.

Tutela fauna e flora

E’ terminata la prima fase di svezzamento e accrescimento per sei piccoli Caprioli che, nei mesi scorsi, erano stati portati da alcuni cittadini al CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università, convenzionato con il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino. In alcuni casi i piccoli Caprioli erano stati sottratti inconsapevolmente alle cure della mamma, mentre in altri casi erano stati raccolti in evidente difficoltà.  

I piccoli erano giunti al Centro che ha sede a Grugliasco verso la fine di maggio e, grazie alle cure dei veterinari del CANC, sono cresciuti sani in una piccola area circoscritta. Avendo superato i cinque mesi di età, sono stati trasferiti presso un centro di riambientamento a Caprie, in una vasta area recintata dove acquisteranno il tipico comportamento della specie, contraddistinto da una elevata diffidenza nei confronti della specie umana. L’operazione si è svolta con successo stamani. Il centro di riambientamento di Caprie è anch’esso convenzionato con il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino. Alla piccola “truppa” di cuccioli di Capriolo si è aggiunta nei mesi scorsi una femmina adulta, che era stata trasportata ferita al CANC. Una volta guarita, la femmina ha fatto da mamma putativa ai piccoli. Trascorsi ulteriori sei mesi di relativa pace nell'area recintata, nella primavera del prossimo anno tutti i caprioli saranno catturati e liberati in località idonee.

E’ bene ricordare agli escursionisti che i piccoli di Capriolo nei primi mesi di vita si nascondono in caso di pericolo fra cespugli ed erbe alte, mentre la madre si allontana di poco. Passato il pericolo, la madre ritorna dal suo piccolo. Anche se appaiono soli, i piccoli caprioli non sono stati abbandonati. In caso di ritrovamento, è opportuno lasciarli in loco. Se sfortunatamente il piccolo è stato spostato, è opportuno riportarlo nel punto di ritrovamento il più celermente possibile. La madre tornerà a nutrirlo.

A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTA’ METROPOLITANA

- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13

- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.

Tutela fauna e flora

E’ terminata la prima fase di svezzamento e accrescimento per sei piccoli Caprioli che, nei mesi scorsi, erano stati portati da alcuni cittadini al CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università, convenzionato con il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino. In alcuni casi i piccoli Caprioli erano stati sottratti inconsapevolmente alle cure della mamma, mentre in altri casi erano stati raccolti in evidente difficoltà.  

I piccoli erano giunti al Centro che ha sede a Grugliasco verso la fine di maggio e, grazie alle cure dei veterinari del CANC, sono cresciuti sani in una piccola area circoscritta. Avendo superato i cinque mesi di età, possono ora essere trasferiti presso un centro di riambientamento a Caprie, in una vasta area recintata dove acquisteranno il tipico comportamento della specie, contraddistinto da una elevata diffidenza nei confronti della specie umana. L’operazione è in programma nella mattinata di domani, giovedì 29 ottobre. Il centro di riambientamento di Caprie è anch’esso convenzionato con il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino. Alla piccola “truppa” di cuccioli di Capriolo si è aggiunta nei mesi scorsi una femmina adulta, che era stata trasportata ferita al CANC. Una volta guarita, la femmina ha fatto da mamma putativa ai piccoli. Trascorsi ulteriori sei mesi di relativa pace nell'area recintata, nella primavera del prossimo anno tutti i caprioli saranno catturati e liberati in località idonee.

E’ bene ricordare agli escursionisti che i piccoli di Capriolo nei primi mesi di vita si nascondono in caso di pericolo fra cespugli ed erbe alte, mentre la madre si allontana di poco. Passato il pericolo, la madre ritorna dal suo piccolo. Anche se appaiono soli, i piccoli caprioli non sono stati abbandonati. In caso di ritrovamento, è opportuno lasciarli in loco. Se sfortunatamente il piccolo è stato spostato, è opportuno riportarlo nel punto di ritrovamento il più celermente possibile. La madre tornerà a nutrirlo.


A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTA’ METROPOLITANA

- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13

- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.

Tutela fauna e flora

Ieri sera intorno alle 22 il Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana è stato interpellato per la presenza di tre cinghiali selvatici in corso Casale a Torino, all’altezza del Motovelodrono. Due dei tre ungulati segnalati si sono infilati nel retro di un ristorante in via Castiglione e si sono fermati nel cortile dello stabile che ospita il ristorante. Un terzo ungulato ha fatto invece perdere le proprie tracce nell’oscurità.

Gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora hanno suggerito di lasciare indisturbati gli animali per l’intera notte. La presenza di persone avrebbe potuto aggravare la situazione, perché un cinghiale che si trovi in uno spazio ristretto e senza vie di fuga, nel tentativo di allontanarsi da quello che percepisce come un pericolo tende a travolgere qualsiasi oggetto o essere vivente trovi sulla sua strada, con conseguenze che possono essere molto gravi.

Stamani alle 8 gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana sono intervenuti sul posto ed hanno valutato che, stante la situazione di pericolo per l’incolumità delle persone presenti in zona, l’unica soluzione praticabile era l’abbattimento dei due cinghiali.

Come sottolinea la Consigliera metropolitana delegata alla Tutela della Fauna e della Flora, Gemma Amprino, “quella dei cinghiali in zone urbanizzate al confine con aree verdi boscate o coltivate è ormai una presenza abituale in tutte le grandi città europee, Torino inclusa. In caso si avvisti uno di questi ungulati, una elementare misura di sicurezza da adottare è quella di non spaventare ulteriormente l’animale, che teme l’uomo, evitando di costringerlo in spazi senza vie di fuga. Una buona misura di prevenzione consiste nel cintare orti e giardini con robuste recinzioni”.

In caso di pericolo, è bene contattare il personale altamente specializzato del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino ai numeri telefonici 011-8616987 e 349-4163347, attivi dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30 e il venerdì dalle 9 alle 13. Si può anche scrivere un’e-mail a infofauna@cittametropolitana.torino.it

Tutela fauna e flora

Dovrebbe essere liberato nel pomeriggio di sabato 17 ottobre lungo le sponde del Po il Cigno che ieri sera intorno alle 22 si è posato in corso Casale a Torino, dopo aver sbattuto in volo contro un cavo di una linea elettrica. Ieri sera il Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino ha ricevuto numerose segnalazioni sulla presenza del volatile in corso Casale, anche da parte di guardie zoofile. Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana hanno fornito indicazioni sulle modalità di cattura da adottare per evitare ogni danno al Cigno. E’ stata inoltre segnalata la necessità che l’animale venisse prontamente ricoverato per le cure del caso presso il CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria  dell'Università di Torino, che ha sede a Grugliasco. L'animale è stato sottoposto oggi a tutte le analisi necessarie ed è risultato in buona salute. Dopo un ulteriore giorno di osservazione, il Cigno dovrebbe quindi essere liberato lungo il Po, dove vive abitualmente.

A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTA’ METROPOLITANA

- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13

- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.

Tutela fauna e flora

Nei prossimi giorni, condizioni meteo permettendo, a Lanzo si procederà allo svuotamento di un tratto di un canale (della lunghezza di circa 10 km) utilizzato per il trasporto di acqua ad uso irriguo, prelevata sulla riva sinistra dal torrente Stura. Durante il percorso il canale alimenta quattro centraline per la produzione di energia elettrica. Il tratto interessato dallo svuotamento e dalle operazioni per la pulizia e la manutenzione dell'alveo inizia a Lanzo e attraversa i territori di alcuni Comuni a valle: Balangero, Mathi, Villanova, Nole e Ciriè. Si renderà necessario il recupero di tutti i pesci presenti nel corso d’acqua artificiale con l’utilizzo di elettrostorditori. L’operazione è stata programmata per venerdì 2 e sabato 3 ottobre e sarà effettuata dagli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino, in collaborazione con l'Associazione Tutela della Stura di Lanzo e con numerosi pescatori volontari.

“La cattura tramite elettrostorditore garantisce la migliore tutela per la salute degli animali. – precisa Gemma Amprino, Consigliera metropolitana delegata alla Tutela della fauna e della Flora - Negli anni nel corso di operazioni simili si è riscontrata una mortalità che non supera l'1%. I pesci, trasportati tramite vasche munite di ossigenatori, verranno liberati immediatamente nei torrenti Stura e Malone e nei loro affluenti”.

Vista l'assenza di predatori nel corso d’acqua, il canale viene utilizzato dal Consiglio "Valli di Lanzo" come “nursery” per l'accrescimento degli avannotti prodotti nell’incubatoio ittico locale. Come ogni anno, l’immissione degli avannotti nel canale è avvenuta nel mese di maggio ed, ora, dopo cinque mesi, è possibile catturare e spostare i pesci senza arrecare loro danni.

IL RUOLO DELLA CITTÀ METROPOLITANA PER LA TUTELA DELLA FAUNA ITTICA

Una produzione di oltre due milioni di avannotti di Trota Fario, Trota Marmorata e Luccio, che vengono immessi in primavera nei corsi d’acqua da cui, nell’anno precedente, erano stati prelevati i riproduttori idonei alla fecondazione artificiale. Sono numeri importanti quelli che sintetizzano l’attività svolta ogni anno nei tredici Incubatoi ittici che la Città Metropolitana di Torino gestisce, con la preziosa collaborazione delle associazioni locali dei pescatori, per salvaguardare la biodiversità delle popolazioni ittiche, tutelare le specie autoctone, evitare incroci impropri ed ovviare alla perdita di esemplari derivante dal deterioramento ambientale di alcuni corsi d'acqua.

Il sistema degli Incubatoi di valle è stato costituito a partire dalla metà degli anni ’80 ed è stato successivamente esteso alla pianura, al fine di potenziare alcune specie ittiche autoctone appartenenti alle famiglie dei Salmonidi (la Trota Marmorata), dei Timallidi (il Temolo) e degli Esocidi (il Luccio). Tali specie sono tipiche del bacino padano e negli ultimi anni sono andate incontro ad un processo di riduzione dell’areale di distribuzione, a cui si può ovviare con le operazioni di ripopolamento.

“La gestione degli incubatoi, - sottolinea la Consigliera metropolitana Gemma Amprino - sarebbe impensabile senza il volontariato organizzato nelle associazioni, che, in molti casi, si sono costituite proprio per avviare l’attività delle strutture di proprietà dell’allora Provincia (oggi Città Metropolitana), formalizzando in accordi scritti la collaborazione con l’Ente di area vasta per la produzione di materiale ittico da ripopolamento e le operazioni di tutela degli ecosistemi acquatici e gestione della fauna ittica”. Oltre a curare la cattura dei riproduttori, la fecondazione artificiale delle uova, la loro schiusa e il successivo svezzamento degli avannotti sino a 4-5 centimetri di lunghezza, i pescatori riuniti nelle associazioni recuperano i pesci di fiumi e torrenti nei casi in cui si verifichi un loro temporaneo prosciugamento. La collaborazione tra la Città Metropolitana e le associazioni piscatorie è regolata dalla Legge Regionale 37 del 2006 e dalle Linee di indirizzo per la tutela e gestione degli ecosistemi acquatici e l’esercizio della pesca, approvate dal Consiglio Provinciale il 21 febbraio 2012. Tali linee di indirizzo fissano la ripartizione del reticolo idrico provinciale in bacini gestionali, stabiliscono la zonazione ittica e la classificazione delle acque per la pesca, dettano le soluzioni tecniche per il potenziamento della fauna ittica, la gestione dell’attività della pesca e la tutela degli habitat acquatici.

LE ASSOCIAZIONI CHE COLLABORANO CON LA CITTA’ METROPOLITANA PER LA GESTIONE DEGLI INCUBATOI ITTICI:

- Incubatoio di Ceres: Associazione Sportiva Dilettantistica Tutela della Stura di Lanzo
- Incubatoio di Locana: Associazione Pescatori Riuniti dell’Alta Valle Orco
- Incubatoio di Luserna San Giovanni: Associazione per la tutela degli ambienti acquatici e dell’ittiofauna
- Incubatoi di Mattie e Oulx: Associazione Pescatori Valsusa
- Incubatoi di Perosa Argentina e Perrero: Associazione Pescatori Val Chisone e Germanasca
- Incubatoio di Porte: Associazione Pescatori Riuniti della Bassa Val Chisone e Lemina
- Incubatoio di Pont Canavese: Associazione Pescatori e Comuni Riuniti in Consiglio di
Valle Medio e Basso Torrente Orco
- Incubatoio di Quagliuzzo: Associazione Pescatori Bassa Val Chiusella
- Incubatoio di Trana: Associazione Sportiva Dilettantistica Sportiva Pescatori Consiglio di Valle della Val Sangone
- Incubatoio di Traversella: Gruppo Pescatori Sportivi Alta Val Chiusella
- Incubatoio di Carmagnola: Associazione Pescatori Carmagnolesi