Tutela fauna e flora
La notte scorsa intorno all’una il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino ha ricevuto una telefonata da parte dei Vigili del Fuoco che segnalava la presenza di un serpente di colore rosso e nero nel bagno di un'abitazione in corso Platone a Volpiano. In genere, in natura, la presenza del colore rosso nella livrea segnala la pericolosità dell'animale che la sfoggia.Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana, esperti in erpetofauna, si sono immediatamente recati sul posto e hanno identificato la specie del serpente: si tratta di un Lampropeltis triangulum, detto Serpente falso corallo, un ofide esotico innocuo, che, come strategia evolutiva, utilizza il mimetismo batesiano, ossia la forte somiglianza ad una specie pericolosa quale il Serpente corallo, dal morso mortale. Le specie che adottano tale mimetismo riescono a spaventare eventuali predatori e a metterli in fuga. L'animale è stato recuperato durante la notte ed è stato portato in un rettilario convenzionato con la Città Metropolitana di Torino.
“Esortiamo tutti gli appassionati allevatori di tali animali a porre scrupolose attenzioni nel ricovero di questi serpenti, la cui fuga può destare un elevatissimo allarme sociale” sottolinea il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, che ha la delega alla tutela dalla fauna e della flora.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI, IN DIFFICOLTÀ O POTENZIALMENTE PERICOLOSI: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Nel pomeriggio mercoledì 13 giugno il Servizio di Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino ha ricevuto una segnalazione su di un cucciolo di Capriolo in difficoltà nel territorio del Comune di San Didero, in Valle di Susa. Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana si sono recati sul luogo e hanno verificato che il piccolo animale selvatico non era in difficoltà, ma era semplicemente troppo giovane per badare a se stesso e quindi bisognoso esclusivamente della mamma. Dopo aver raccolto il giovane Capriolo, gli agenti lo hanno accovacciato nell'erba di un prato circostante, raccomandando ai troppo ansiosi salvatori di non avvicinarsi più. Dopo un po’ di tempo, quando tutto era tornato tranquillo, gli agenti hanno potuto osservare da molto lontano con un binocolo la mamma che andava ad accudire il proprio piccolo.Dall’inizio dell’anno sono già una quindicina i piccoli caprioli sottratti ai genitori naturali a seguito di un presunto abbandono, evento praticamente impossibile. Nella maggior parte dei casi i piccoli vengono consegnati al CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Torino, convenzionato con la Città Metropolitana.
Come ricorda Marco Marocco, Vicesindaco metropolitano con delega alla tutela della fauna e della flora, “alcuni anni orsono l’allora Provincia di Torino promosse una campagna di informazione e sensibilizzazione che aveva come slogan ‘Se vuoi aiutarlo non toccarlo!’. Il messaggio è ancora valido. L’intervento può essere giustificato solo da evidenti segni di traumi o patologie”.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O VERAMENTE IN DIFFICOLTÀ: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Una gita al Santuario di Sant’Anna di Vinadio, per ammirare la natura incontaminata della cuneese Valle Stura di Demonte, si è trasformata in un’esperienza insolita, ma a lieto fine per la famiglia Comacchio di Verolengo, che, nel pomeriggio di martedì 12 giugno ha sentito acuti e prolungati fischi provenire dall’intero del camper, parcheggiato nel cortile della propria abitazione.
Una volta aperto il vano motore, dietro la batteria si intravedeva un animale dal colore simile a quello di un gatto. Già, ma i gatti non emettono fischi… La signora Alessandra Comacchio ricordava però di aver sentito quei fischi domenica 10 giugno durante la gita al Santuario di Sant'Anna di Vinadio: erano i fischi emessi dalle Marmotte.
Gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino, chiamati dalla signora Alessandra, sono intervenuti sul posto ed hanno catturato con un laccio la spaventata Marmotta, con molte difficoltà e con l'ausilio della veterinaria Gabriella Capra, residente a Verolengo e gentilmente intervenuta nel caso vi fosse stato bisogno di effettuare una narcosi. L'animale è in buono stato di salute e in giornata verrà liberato in alta montagna, in una località idonea e già colonizzata dalle marmotte.
Gli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana spiegano che può capitare che animali selvatici spinti dalla ricerca di cibo o dalla ricerca di un luogo caldo si ritrovino in situazioni strane come quella vissuta dai signori Comacchio.
“Questa vicenda a lieto fine, - sottolinea il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, con delega alla tutela della fauna e della flora – ci consente di ricordare che la Città Metropolitana di Torino, grazie al progetto Salviamoli Insieme e grazie alla collaborazione dei cittadini, recupera ogni anno circa 3000 animali selvatici, dei quali il 40% circa viene restituito alla vita in natura in quanto in grado di riambientarsi in luoghi adatti”.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
A Rochemolles di Bardonecchia nei giorni scorsi si è conclusa nel migliore dei modi l'operazione di cattura di uno Stambecco (Capra ibex il nome scientifico) proveniente dal Dipartimento francese delle Hautes-Alpes, effettuata dagli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino.
L’esemplare maschio denominato “Dimanche” era stato catturato e dotato di un radiocollare per la prima volta nel maggio del 2015, quando aveva cinque anni, nella zona del Colle del Lautaret che, nel Briançonnais, segna il confine tra i Comuni di Villar-d'Arêne e di Monêtier-les-Bains. La cattura e il posizionamento del radio collare a scopi scientifici era stata effettuata dal personale di vigilanza del Parc National des Ecrins, nell’ambito del progetto di studi Alcotra Lemed-Ibex, cofinanziato dall'Unione Europea ed esteso dal Lac Léman (Lago di Ginevra) al Mediterraneo. Il progetto, a cui collabora la Città Metropolitana di Torino, prevede appunto una serie di catture per il posizionamento di collari e per l’effettuazione di prelievi genetico-sanitari su alcune centinaia di esemplari delle principali colonie presenti sul versante francese e su quello italiano delle Alpi Occidentali. La durata massima delle batterie dei radiocollari è di tre o quattro anni: era pertanto era urgente la sostituzione della radio con un analogo apparecchio con le batterie cariche.
La cattura avviene con la telenarcosi, utilizzando un fucile lancia siringhe. L’operazione di sabato 9 giugno è stata effettuata nei pressi della diga di Rochemolles, a circa 2.300 metri di altitudine. Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana di Torino hanno operato su richiesta del professor Luca Rossi della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, il quale ha gestito la parte sanitaria della cattura e della successiva liberazione. A coadiuvare gli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora sono intervenuti i Carabinieri Forestali delle stazioni di Bussoleno e Bardonecchia e due guardaparco del Parc National des Ecrins.
Lo studio degli spostamenti di “Dimanche” ha evidenziato un suo utilizzo del territorio anomalo rispetto alla consuetudine della specie, con un’elevata erraticità tra i territori alpini italiano e francese.
Come ricorda il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco (che ha le deleghe all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora), “nel 1994 l’allora Provincia di Torino avviò un progetto di ripopolamento denominato ‘Operazione Stambecco’, che ha consentito di reintrodurre nelle nostre vallate questo splendido animale, di cui a metà anni ’90 nelle aree esterne al Parco Nazionale del Gran Paradiso erano rimasti solo pochi esemplari. Gli Stambecchi presenti una ventina di anni orsono nel nostro territorio si erano insediati nelle Valli di Lanzo, proveniendo appunto dal Gran Paradiso. Oggi lo Stambecco è una presenza stabile e numericamente consistente in tutte le Alpi Occidentali”.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Ieri mattina intorno alle 9 è giunta al Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino una richiesta di intervento da parte della centrale operativa dei Vigili del Fuoco di Torino per la cattura di un Capriolo che si aggirava nel parco del Valentino.L'animale si trovava in difficoltà lungo la riva del Po e i Vigili del Fuoco sono riusciti ad aiutarlo a risalire sulla sponda. Appena guadagnata la riva il Capriolo è riuscito a fuggire, aggirandosi tra gli stand del Salone dell'Automobile. Gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana, hanno trovato l’animale in un’area recintata, abitualmente frequentata (ma non il quel momento) dai padroni dei cani e dai loro animali. Utilizzando una lunga rete da cattura sono riusciti a bloccare l’animale e a richiuderlo in un’apposita cassa per il successivo trasporto.
L’animale era in ottimo stato di salute generale, anche se presentava alcune escoriazioni superficiali al naso e al labbro inferiore con un modesto sanguinamento. Le piccole ferite non hanno pregiudicato la successiva liberazione, avvenuta in area boschiva della collina torinese.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Domenica 17 giugno a Villafranca Piemonte il Parco del Monviso proporrà la giornata “Un tuffo e un giro sul Po” alla scoperta dell’ambiente fluviale attraverso laboratori ludico-didattici per approfondire la conoscenza degli animali e delle piante del fiume. L’iniziativa è organiozzata in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino, che ha patrocinato l’evento. Le attività didattiche saranno coordinate dal Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana, con l’obiettivo di avvicinare le famiglie al fiume e al suo ecosistema spiegandone i segreti. Il laboratorio si svolgerà dalle 14,30 alle 17,30 nell’area attrezzata sul Po di Villafranca Piemonte. L’attività è gratuita e non necessita di prenotazione.Per informazioni: Parco del Monviso - Servizio Promozione, telefono 0175-46505 in orario d’ufficio, e-mail didattica@parcomonviso.eu
In mattinata chi lo desidera potrà scendere in gommone lungo il Po da Cardè a Villafranca Piemonte. per vivere il fiume da un’altra prospettiva. L’attività è adatta a tutti, è organizzata dall’associazione Amici del Po ed è a pagamento: 25 Euro per gli adulti e 10 per i bambini. Tutta l’attrezzatura sarà fornita alla partenza alle 9,30 a Cardè. All’arrivo a Villafranca sarà possibile pranzare al sacco (a carico dei partecipanti) nell’area attrezzata e poi partecipare ai laboratori. È possibile effettuare il rientro da Villafranca a Cardè in autonomia sul sentiero delle ochette (6 km circa) con una bella passeggiata lungo il fiume Po.
Per prenotazioni (obbligatorie per la discesa in gommone) e informazioni: Enrico Auxilia, telefono 328-0549652, e-mail enrico@freeflowkayak.it
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Da alcune settimane giungono al Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino segnalazioni di attacchi a passanti da parte di esemplari di Cornacchia grigia (Corvus cornix il nome scientifico), che si verificano in diversi quartieri del capoluogo.In questo periodo dell’anno i piccoli di Cornacchia grigia, giunti al termine del loro sviluppo, effettuano i primi voli di prova, cercando di allontanarsi dai nidi. Alcuni esemplari non riescono a volare e atterrano nelle vicinanze del luogo di riproduzione. Nonostante si trovino lontani dal nido, sono curati, alimentati e difesi dai genitori, che non esitano ad affrontare e attaccare animali e uomini che si avvicinano e sono ritenuti potenziali predatori dei piccoli. È questa la spiegazione degli attacchi subiti da alcuni cittadini torinesi.
Il periodo in cui il piccolo rimane a terra ed è potenzialmente a rischio non dura più di una settimana. Dopo di che riesce a spiccare il volo e i genitori si allontanano e cessano di sorvegliare la situazione e di cercare di scacciare i “predatori”.
Gli esperti del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino consigliano ai cittadini che scorgessero un piccolo di Cornacchia grigia a terra di non toccarlo e di allontanarsi, per non suscitare allarme nei genitori, che sicuramente sono nelle vicinanze. Solo se il piccolo è in evidente stato di difficoltà, presenta ferite sanguinanti o fratture è bene contattare gli agenti faunistico-ambientali della Città Metropolitana.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Terminata la fase di reinserimento nell’ambiente naturale in un luogo protetto, sono stati liberati in una zona boschiva di media montagna in località Cevrè (al confine tra i territori dei Comuni di Caprie e Condove) quattro giovani Caprioli che, circa un anno fa, erano stati portati da alcuni cittadini al CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università, convenzionato con il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino. La liberazione è avvenuta in un ambiente idoneo al sostentamento naturale degli animali, lontano dai centri abitati e dalle colture agricole e di notevole valenza naturalistica. All’operazione era presente il Vicesindaco metropolitano, che ha le deleghe all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora. Era presente anche il docente universitario Giuseppe Quaranta. Il Vicesindaco metropolitano e il professor Quaranta si sono poi recati a Cevrè per seguire da vicino le operazioni di liberazione degli animali, completate con successo dagli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana.I piccoli Caprioli erano stati sottratti inconsapevolmente alle cure della mamma ed erano giunti al Centro che ha sede a Grugliasco verso la fine del maggio 2017. Grazie alle cure dei veterinari del CANC, erano stati alimentati con latte di capra, il più simile a quello materno. A Grugliasco era iniziato il processo di svezzamento, limitando al massimo il contatto con gli esseri umani. Per completare lo svezzamento, i caprioli erano poi stati trasferiti in un centro di riambientamento a Caprie, in Valle di Susa, anch’esso convenzionato con il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino. Tale centro dispone di una vasta area recintata di circa 5.000 metri quadrati. A Caprie gli animali hanno potuto acquistare il tipico comportamento della specie, contraddistinto da un’elevata diffidenza nei confronti dell’uomo.
Ad un anno di età i caprioli sono considerati sub-adulti. I maschi pesano dai 25 ai 28 Kg, le femmine intorno ai 20-22 Kg. Si cibano di germogli, boccioli e fieno.
Sono abbastanza frequenti i casi di cittadini che si rivolgono al Servizio Tutela Fauna e Flora o ai veterinari del Centro Animali Non Convenzionali di Grugliasco per consegnare piccoli di mammiferi e uccelli selvatici rinvenuti in zone rurali o montane. E’ bene sottolineare che, nella maggior parte dei casi, non si tratta di animali abbandonati dai genitori. I piccoli non devono essere sottratti alle cure della mamma, che spesso si aggira nei paraggi dei luoghi in cui vengono avvistati. Si deve intervenire solo quando i cuccioli sono in evidente difficoltà o sono feriti. Quando non sono in difficoltà, prelevarli significa compromettere la loro capacità di vivere nell’ambiente naturale, perché si rischia di innescare il meccanismo dell’imprinting: quegli animali perdono il loro naturale timore dell’uomo.
La Città Metropolitana di Torino, grazie al progetto “Salviamoli Insieme”, garantisce un importante presidio sul territorio per la tutela della fauna selvatica. Ma si tratta appunto di un servizio da allertare solo in caso di effettiva necessità. Gli animali in difficoltà devono essere ricoverati presso centri di riabilitazione e riambientamento convenzionati con la Città Metropolitana (nei quali si cerca di farli tornare alla loro naturale “selvaticità”) e, quando è possibile ed opportuno, liberati nel corso di operazioni complesse e delicate, eseguite da personale specializzato.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTA’: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
I sanitari del CANC, il Centro Animali Non Convenzionali della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, hanno dovuto prendere una difficile decisione: quella di procedere all’eutanasia di Wolverine, l’anziano Lupo maschio che era stato recuperato ferito il 22 dicembre scorso a Borgone di Susa dagli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora della città Metropolitana di Torino.L'animale era stato segnalato da alcuni cittadini mentre si aggirava nei pressi dell'abitato della località Costa ed era stato recuperato dagli agenti faunistico-ambientali, con un laccio da accalappiacani in loro dotazione. Era poi stato trasportato nella clinica veterinaria universitaria di Grugliasco, dove le radiografie avevano evidenziato due fratture, una all'anca e una alla zampa anteriore destra. L’esemplare anziano, del peso di 24 Kg, era probabilmente errante perché scacciato dal branco. Le radiografie avevano confermato che un impatto con un'autovettura aveva provocato le fratture. La riduzione chirurgica, immediatamente effettuata, aveva avuto buon esito sulla frattura all’anca, mentre quella all’arto anteriore, a causa di un accanimento dell'animale sui punti di sutura, era rimasta esposta. Le continue e attente cure del team universitario - sia clinici che ortopedici - coadiuvato dagli agenti del Servizio Tutela Fauna e Flora della Città metropolitana, hanno consentito di far procedere la rimarginazione dei tessuti. Purtroppo l'ultima radiografia ha evidenziato la necrosi dell'osso, il che ha indotto i medici a prendere una decisione sempre difficile.
“Dobbiamo comunque ringraziare i medici della Facoltà di Veterinaria e i nostri agenti per aver fatto tutto il possibile per salvare un esemplare di una specie che è tornata a popolare le nostre vallate alpine. – sottolinea Marco Marocco, Vicesindaco della Città metropolitana con delega alla tutela della fauna e della flora – Siamo consci dei problemi che la presenza del Lupo può creare alle attività zootecniche in quota, ma occorre sempre tenere presente che stiamo parlando di una specie che gode della massima tutela da parte della legislazione nazionale e comunitaria. Il ritorno del Lupo nelle Alpi Occidentali completa la catena alimentare naturale e testimonia la qualità ambientale del nostro ambiente montano”.
A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI RINVENGONO ANIMALI FERITI O IN DIFFICOLTÀ: IL PROGETTO “SALVIAMOLI INSIEME” DELLA CITTÀ METROPOLITANA
- Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987, cellulare 349-4163347; dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 14,30, il venerdì dalle 9 alle 13
- Centro Animali Non Convenzionali dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, largo Braccini 2, Grugliasco, telefono accettazione 011-6709053 e 366-6867428. In orario notturno l’accesso avviene dal numero civico 44 di via Leonardo da Vinci.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora
Tutela fauna e flora
Alle 12 di venerdì 16 marzo gli agenti faunistico-ambientali del Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Città Metropolitana di Torino sono stati avvisati da un cittadino della presenza di un grosso uccello morto nel territorio del comune di Novalesa.Giunti sul posto gli agenti si sono trovati davanti ad un esemplare di Gipeto (“Gypaetus barbatus” è il nome scientifico) conosciuto anche come “Avvoltoio degli agnelli”, purtroppo deceduto. L'animale si trovava sotto una linea elettrica dell'alta tensione, il che fa ipotizzare che il decesso sia avvenuto in conseguenza di un impatto in volo dovuto alla scarsa visibilità. La folgorazione del Gipeto potrebbe anche essere stata causata dall’elevata apertura alare, che si avvicina ai 3 metri.
L’esame degli anelli inamovibili posti sulle zampe del volatile ha consentito di identificarlo: si tratta di Palanfrè, una femmina nata in cattività nel febbraio del 2004 nell'ambito del progetto internazionale di ripopolamento del Gipeto, promosso dalla Vulture Conservation Foundation. Una volta svezzata, la giovane femmina di Gipeto era stata liberata nei presso della borgata Palanfrè, nel territorio del Comune di Vernante, nella cuneese Valle Vermenagna. L’esemplare si era successivamente stabilito in Valle di Susa e lo si poteva notare sovente veleggiare sulle cime del gruppo del Rocciamelone.
Dopo gli esami autoptici, effettuati presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, la femmina di Gipeto recuperata a Novalesa verrà preparata tassidermicamente, cioè imbalsamata.
Il Gipeto è il più grande rapace presente nelle Alpi Occidentali. È un Vulturide che si ciba di ossa, che porta a grandi altezze per poi farle cadere sulle rocce in modo da frantumarle e poterle ingoiare.
Il Vicesindaco metropolitano, Marco Marocco, delegato alla Tutela della Fauna e della Flora, sottolinea che “la presenza del Gipeto nelle nostre vallate è importante perché chiude il cerchio della catena alimentare, certificando il buono stato di salute ambientale delle Alpi Occidentali, che è anche il risultato del lavoro e della presenza pluridecennali del Servizio Tutela Fauna e Flora, della Provincia prima e della Città Metropolitana di Torino oggi”.
- Dettagli
- Categoria: Tutela fauna e flora