Cultura
Domenica 15 settembre è possibile visitare la villa romana di Almese e la villa romana di Caselette per scoprire come vivevano i romani in Valle di Susa nel primo secolo dopo Cristo. Tornando indietro nel tempo è possibile entrare nelle stanze delle ville e immergersi nell’atmosfera di due dei più importanti complessi residenziali extraurbani di epoca romana in Piemonte. È anche possibile partecipare al tour gratuito dell’area Primavalle, guidato da un naturalista, per conoscere da vicino numerose specie di animali e vegetali rari che rendono l’ambiente ai piedi del monte Musiné una delle aree piemontesi con la maggiore biodiversità, una vera e propria oasi xerotermica che comprende anche i laghi Superiore e Inferiore di Caselette.La villa romana di Almese è visitabile in località Grange di Rivera dalle 15 alle 18, con la prima visita in partenza alle 15 e la seconda alle 16,30. La villa romana di Caselette è visitabile con la prima visita in partenza alle 15,30, la seconda alle 16,30 e l’ultima alle 17,30. Per visitare l’area Primavalle il punto di ritrovo è alla villa romana di Caselette, alle 15,30 e alle 17. Alle 18, terminate le visite guidate gratuite alla villa romana di Almese, l‘associazione Ar.c.A., propone un concerto di pianoforte ad accesso gratuito con le musiche di Scott Joplin riproposte dal pianista Pier Paolo Strona. È possibile degustare l’apericena proposta dall’azienda Rare food&apewines di Giuliano Bosio, a base di vini e prodotti tipici almesini. Per informazioni e prenotazioni della degustazione si può chiamare il numero telefonico 329-7503934.
La giornata è promossa dall'associazione Ar.c.A.-Arte, Archeologia e Cultura ad Almese, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino e dei Comuni di Almese e Caselette, in collaborazione con Fondazione Magnetto, Finder spa, Univoca, Tesori d’arte e cultura alpina e Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino. Per maggiori informazioni si può scrivere ad arca.almese@gmail.com o chiamare il numero telefonico 342-0601365.


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Con la pubblicazione dell’inventario dell’archivio di Lorenzo Valerio, la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”, istituzione culturale della Città metropolitana con sede a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, completa la messa online dei cataloghi di tutti i 51 archivi storici che fanno parte del suo ricco patrimonio. Un lavoro iniziato nel 2020, durante i mesi del lockdown dovuto alla pandemia, e giunto ora felicemente al termine, nell’ambito di un vasto programma di digitalizzazione dei beni della biblioteca.Il carteggio di Lorenzo Valerio (Torino 1810 - Messina 1865) è uno tra i più importanti archivi risorgimentali. Organizzatore culturale e uomo politico liberale, deputato del Regno d'Italia, nominato da Vittorio Emanuele II governatore della provincia di Como, poi governatore straordinario delle Marche, infine senatore del Regno e prefetto di Messina, Valerio intrattenne fitte relazioni con tutti i personaggi protagonisti della storia dell'epoca. Nella sua casa torinese, dove si teneva un affollato salotto di intellettuali e patrioti liberali, era stato presentato, e quindi musicato da Michele Novaro, l'Inno i cui versi erano stati scritti nel 1847 dal giovane patriota Goffredo Mameli.
Il suo archivio, compreso fra gli anni Trenta del XIX secolo e il 1865, contiene una miniera di informazioni sui rapporti politici e culturali dell'epoca, di fondamentale importanza per il processo unitario italiano: si contano nel complesso oltre 2800 lettere di eminenti personalità politiche e letterarie dell'800. Troviamo tra gli altri Cavour, D'Azeglio, Gioberti, Cristina di Belgioioso, Balbo, Cattaneo, Bixio, Garibaldi, Depretis, Crispi, Pisacane e Rattazzi tra gli italiani, e fra gli stranieri il generale Chrzanowski, Victor Hugo, Kossuth e il principe Gerolamo Napoleone. Ma non mancano le missive di una folla di personaggi minori, fondamentali per restituirci il clima di quegli anni, come i profughi ungheresi e polacchi.
Grazie alla collaborazione con la Fondazione Luigi Einaudi, è in corso la pubblicazione di questi materiali, a cura inizialmente di Luigi Firpo, Guido Quazza e Franco Venturi, e ora di Adriano Viarengo. Sono stati editati cinque volumi, e i lavori sono tutt’ora in corso d’opera.
Per consultare il materiale dell’archivio Valerio, così come qualsiasi altro elemento del patrimonio librario e archivistico della biblioteca “Giuseppe Grosso”, è necessario prendere un appuntamento scrivendo (a partire da lunedì 2 settembre, alla riapertura dopo la chiusura estiva) a biblioteca_storica@cittametropolitana.torino.it.
Tutte le info e l’inventario dell’archivio Valerio su http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/patrimonio-artistico-culturale-storico/biblioteca-storica/fondi-archivistici/fondo-valerio



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La biblioteca che ha sede nel Museo delle tradizioni e delle genti alpine della borgata Rivets di Pragelato festeggia i quarant’anni di attività, con una serie di iniziative programmate dalla Fondazione Guiot Bourg e incentrate sul pane, inteso come alimento principale per il sostentamento umano, ma anche come nutrimento della mente. La festa della biblioteca con “I libri, pane per tutti noi” è in programma sabato 27 e domenica 28 luglio con il patrocinio della Città metropolitana di Torino. Da sabato 27 nel museo pragelatese sarà possibile visitare la mostra fotografica “La tradizione del pane a Pragelato” e nella giornata inaugurale verrà presentato il libro “Pane, Acqua, Fede e Culti” scritto da Renzo Guiot sulla base di un progetto delle associazioni “La Valaddo” e “Vivere le Alpi”. Attraverso fotografie e testimonianze, la mostra e il libro raccontano come avveniva un tempo la preparazione dell’alimento base della dieta dei montanari: dalla predisposizione del terreno ai metodi di semina e raccolta, dalla preparazione dell'impasto alla cottura. Nei 12 pannelli della mostra emergono scorci e spaccati della vita comunitaria di un passato ricco di insegnamenti e conoscenze, ma anche la proposta di un percorso dedicato alla scoperta dei forni nelle varie borgate di Pragelato.Il programma della giornata inizierà alle 10,30 in via Rivet 2 con il racconto dei quarant’anni della biblioteca, seguito dall’inaugurazione della mostra, allestita lungo la strada che porta al museo e alla biblioteca. Lo scorso anno via Rivets accolse la mostra dedicata alle “Fontane e abbeveratoi” ideata da Ezio Giaj, per la quale il compianto grafico e animatore culturale disegnò anche una cartina. In continuità con alcuni dei filoni di valorizzazione e promozione culturale promossi da Giaj con il Centro Arti e Tradizioni e con il Consorzio Vittone in tanti anni di collaborazione con la Fondazione Guiot Bourg, la mostra pone in evidenza il ruolo economico e sociale dei mulini e dei numerosi forni comuni un tempo attivi nelle frazioni. L’allestimento è stato curato da Remo Caffaro con il Centro Arti e Tradizioni Popolari del Pinerolese e con il Consorzio Vittone. Nel pomeriggio di sabato 27 luglio alle 15,30 verrà presentato il libro “Pane, Acqua, Fede e Culti”, dedicato alla comunità pragelatese di un tempo e ai momenti di aggregazione, con immagini d’epoca di particolare bellezza. Ci sarà anche la relazione dei Mansìa, i tradizionali capi delle borgate, sulle letture nelle rispettive frazioni. L’intervista immaginaria ad un minatore del Beth ripercorrerà la memoria della terribile valanga che 120 anni orsono uccise 81 lavoratori. Alle 17 è invece in programma la conferenza “Un pezzo di pane. Alla ri-scoperta di un grande della tavola”: la giornalista e animatrice culturale Alessandra Maritano coinvolgerà Dario Calcagno e Andrea Goitre dell’Associazione panificatori della Provincia di Torino per gli approfondimenti tecnici. La storia del pane locale ornato con i fiori sarà raccontata dal panificatore e dalla mansìa della borgata Soucheres Basses e ci sarà anche un laboratorio didattico rivolto ai bambini. Domenica 28 luglio a partire dalle 16 sono in programma i balli tradizionali a cura dell’associazione Lou Magnaut di Pragelato e alle 16,15 l’incontro dedicato a “Una valle di memorie”, con LAReditore.
Per maggiori informazioni si possono contattare i numeri telefonici 0122-78800 e 348-4434357.

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Nel prossimo fine settimana il circuito concertistico Organalia 2024, patrocinato e sostenuto dalla Città metropolitana di Torino, approda ad Ala di Stura e a Corio.Sabato 20 luglio alle 21 nella chiesa parrocchiale di San Nicola vescovo ad Ala di Sturadel 19° concerto della rassegna saranno protagonistil’organista torineseLuca Benedicti e il violinista emiliano Maurizio Cadossi.La serata valorizzerà l’organo costruito dalla Pontificia Fabbrica d'Organi Tamburini di Crema nel 1937, con un programma di tipo antologico, che comprende brani per organo solo e per organo e violino di Johann Sebastian Bach, Johann Pachelbel, Tomaso Albinoni, Felix Mendelsshon, Giacomo Puccini, Friedrich Oskar Wermann, Pietro Mascagni e Albert Becker.
A Corio domenica 21 luglio alle 21 nella chiesa parrocchiale di San Genesio martireal 20° concerto della rassegna parteciperannol’organista torinese Matteo Cotti e il soprano veneto Ilenia Tosatto. Cotti siederà alla consolle dell’organo costruito dai Fratelli Concone nel 1752 e restaurato tra il 2004 e il 2006 dall'organaro torinese Marco Renolfi che ne cura la manutenzione. Il programma per organo solo e per organo e voce prevede l'esecuzione di pagine di Paolo Quagliati, Claudio Monteverdi, Girolamo Frescobaldi, Nicolas Bernier, Bernardo Storace, Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach, Johann Christian Bach e Wolfgang Amadeus Mozart.
I concerti ad Ala di Stura sono organizzati con il contributo della Fondazione CRT, delle amministrazioni comunalie con la collaborazione dell'Unione dei Comuni delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone. L'ingresso ai concerti è con libera offerta.


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La nuova puntata di Storie metropolitane, i video-racconti realizzati da Città metropolitana di Torino per la valorizzazione delle eccellenze del territorio, ci porta nella parte terminale della Val Grande delle Valli di Lanzo.
Un luogo naturalmente favorito dalla bellezza del paesaggio, dalla vicinanza a Torino e dalle notevoli possibilità escursionistiche.
Il nostro viaggio si ferma a Groscavallo, frazione Richiardi, per visitare insieme ai nuovi proprietari, ai rappresentanti dell’amministrazione comunale e all’Associazione Dimore Storiche Italiane Villa Pastrone, un’elegante villa liberty appartenuta a Giovanni Pastrone, regista di “Cabiria” (1914), grande kolossal nazionale che ottenne una fama mondiale.
La proprietà, acquistata dal regista nel 1922, è costituita di due edifici: la villa vera e propria, costruita tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, e una dépendance, che ospita un salone da ballo al primo piano e altre salette al pianterreno dedicate alla conversazione e al gioco del biliardo. Villa e dépandance sono immerse in un grande parco adorno di alberi secolari, fontane, statue di importante valore artistico.
Ceduta negli anni Settanta del Novecento dagli eredi Pastrone, la proprietà è passata ad altre famiglie con successive compravendite, fino ad essere acquistata nel 2023 dagli attuali proprietari: Vittorio Cassano e Stefano Caraffa Braga.
È quest’ultimo che ci accoglie sul terrazzino prospiciente l’ingresso contraddistinto da un elegante e affascinante portoncino liberty. “Non eravamo alla ricerca di una dimora” ci racconta Stefano Caraffa Braga “quando, per caso, nell’estate 2022 ci siamo trovati a Groscavallo e siamo rimasti colpiti da questa villa. Abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo scoperto che era in vendita e che proprio in quei giorni la richiesta di acquisto era scesa in modo importante. Abbiamo fatto un’offerta e la casa è stata nostra”.
Un colpo di fulmine che, accompagnato da un’attenta programmazione di lavori di restauri conservativi, prosegue con passione avvalendosi del supporto dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, organizzazione a cui i proprietari si sono immediatamente iscritti in seguito all’acquisto della proprietà. Terminati i lavori di ripristino del parco e di buona parte della villa, ora i lavori proseguono sulla dépendace, sulle statue e sulla fontana avvalendosi di molte imprese locali.
“I restauri sostengono il mantenimento dei saperi artigiani” spiega Teresa Besostri Grimaldi di Bellino, consigliera ADSI “e offrono lavoro alle ditte specializzate nei restauri e ai giardinieri che conoscono le peculiarità dei parchi storici. ADSI aiuta i proprietari a scegliere gli artigiani più preparati grazie alla costituzione di un portale dedicato alle imprese specializzate per lavori su edifici storici”. Il recupero della villa e la scelta dei proprietari di abitarla e di alternarla come sede di lavoro contribuiscono alla vita di Groscavallo. Così come avvenuto già la scorsa estate, anche per la stagione estiva 2024 il parco di Villa Pastrone sarà palcoscenico naturale di appuntamenti musicali.
“Siamo felici” spiega Maria Cristina Cerutti Dafarra, assessore alla Cultura di Groscavallo “di poter ripetere la positiva collaborazione con la nuova proprietà avvenuta lo scorso anno. Villa Pastrone è un gioiello del nostro territorio che contribuisce a tenere in vita tutto il tessuto economico locale”.
Il video https://youtu.be/x-Hi0UR2v_0
Lo speciale dedicato al link http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2023/storiemetropolitane/
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Sabato 20 e domenica 21 luglio l'Associassiôn Festa dël Piemônt al Còl ëd l'Assieta torna al Colle dell’Assietta per la 56ª edizione della festa e della rievocazione della battaglia del 1747, eventi patrocinati dalla Città metropolitana di Torino. Per sabato 20 luglio la Direzione Viabilità 2 della Città metropolitana ha previsto una deroga al divieto di circolazione dei mezzi motorizzati sulla Strada Provinciale 173 da Pian dell’Alpe al Col Basset. Chi salirà al Colle dell’Assietta deve tenere però presente che sabato 20 la vicina Provinciale 172 del Colle delle Finestre sarà interessata dal passaggio della gara ciclistica Granfondo Sestriere-Colle delle Finestre, in partenza alle 9 da Sestriere Borgata. È prevista la chiusura della SP 172 dalle 9 alle 13 circa da Meana al Colle delle Finestre. Dalle 10 alle 14 la 172 sarà chiusa dal Colle delle Finestre al bivio di Pra Catinat, dalle 10,30 alle 13,30 dal bivio di Pra Catinat ad Usseaux e a Pourrieres.
Tornando alla Provinciale 173 dell’Assietta, è da ricordare che per domenica 21 luglio dalle 6 alle 12 è istituita la circolazione a senso unico in salita da Pian dell’Alpe (km 34, incrocio con la strada comunale per Balboutet di Usseaux) al Colle dell’Assietta (km 22+750). Dalle 14 alle 18 nello stesso tratto della Sp 173 è istituita la circolazione a senso unico in discesa dal Colle dell’Assietta a Pian dell’Alpe. Se si desidera lasciare l’auto a casa, iComuni di Fenestrelle e di Meana di Susa, con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte, hanno messo a disposizione gratuitamente un servizio di bus navetta per gli over 65 con partenza domenica 21 luglio alle 7 dal campeggio di Fraisse di Usseaux, da piazzale Kandahar a Sestriere, da piazzale Sportinia a Sauze d’Oulx, da piazza Europa e dalla stazione ferroviaria di Meana di Susa (quest’ultima partenza in coincidenza con il treno che arriva da Torino alle 6,38).
IL PROGRAMMA DELLA FESTA E IL COMPORTAMENTO DA SEGUIRE
Sabato 20 luglio il programma della Festa dël Piemônt al Còl ëd l'Assieta prevede le visite al campo storico dalle 15,20 in avanti e la cena al rifugio Casa Assietta Jack Canali (ex casa cantoniera) alle 19, prenotabile al numero telefonico 375-6291465 (è preferibile telefonare con WhattsApp) o all’indirizzo e-mail rifugioassiettajackcanali@gmail.com. A partire dalle 21,30 sono previsti la camminata con le torce fino all'obelisco sulla Testa dell’Assietta, gli onori ai caduti della battaglia del 1747 e il falò a Casa Assietta con accompagnamento musicale. Domenica 21, dopo l’alzabandiera, la Messa in piemontese sarà celebrata alle 10, mentre la commemorazione ufficiale all'obelisco si terrà alle 11 e la rievocazione storica della battaglia a Casa Assietta alle 11,45. Alle 12,30 è in programma il pranzo organizzato dai gestori del rifugio, seguito dai balli tradizionali piemontesi e dalla musica proposti dalla Filarmonica di Cavour e dal coro alpino Rivoli. Alle 15 verrà presentato il libro “La battaglia dell’Assietta e la campagna militare alpina del 1747”.
Gli organizzatori sconsigliano la salita all’Assietta a chi è affetto da problemi cardiaci, respiratori e di pressione. Chi sale deve utilizzare scarpe chiuse, possibilmente scarponcini o scarpe da ginnastica, evitare assolutamente infradito, ciabatte, scarpe con tacco e con suola scivolosa. Vista la notevole variabilità del meteo in alta quota, è bene munirsi di mantelline per la pioggia, maglioncini e giacche a vento. Meglio evitare gli ombrelli, visto che, in caso di temporali, ci si trova in aree esposte ai fulmini. Se dovesse scatenarsi un temporale è meglio ripararsi al coperto o in auto. Il sole cocente delle alte quote suggerisce di munirsi di creme solari e cappellini, soprattutto per i più piccoli. Gli organizzatori raccomandano il rispetto dei segnali stradali, soprattutto quelli che indicano il divieto di sosta nel tratto della Provinciale 173 tra la zona in cui viene celebrata la Messa e il rifugio Casa Assietta Jack Canali. I partecipanti all’evento sono tenuti a rispettare le indicazioni dei volontari della Protezione Civile e delle forze dell’ordine. Le zone di parcheggio indicate nei pressi del rifugio sono gestite dai volontari. È meglio limitare l’afflusso all’obelisco durante la commemorazione, visto che sulla Testa dell’Assietta lo spazio è ristretto. È bene ricordare che la Festa del Piemonte e la commemorazione della Battaglia dell’Assietta vengono organizzare in un’area protetta. L’Ente di gestione dei Parchi delle Alpi Cozie invita a non calpestare inutilmente i prati, non molestare gli animali autoctoni (tra i quali gli anfibi che popolano il laghetto vicino a Casa Assietta), non raccogliere fiori, erbe e piante, non calpestare le aree di torbiera segnalate. Sono vietati il fuori strada con biciclette, moto ed auto e l’accensione di fuochi liberi. Si raccomanda di limitare l’inquinamento acustico e luminoso, ripulire le aree utilizzate e non abbandonare rifiuti. La Croce Rossa Italiana allestirà unatenda di pronto soccorso presso il Rifugio Casa Assietta Jack Canali e metterà a disposizione un’ambulanza con personale medico nelle ore di maggior afflusso del pubblico. Per ulteriori informazioni si può scrivere a info@festa-del-piemonte-al-colle-assietta.it o si possono chiamare gli organizzatori: Enrico Tenivella al numero telefonico 337-225401, Carlo Maina al 348-5146050.
LA BATTAGLIA DELL’ASSIETTA, FEROCE PAGINA DI STORIA MILITARE
La battaglia del Colle dell’Assietta del 19 luglio 1747 fece seguito ad una lunghissima serie di schermaglie tra francesi e piemontesi. Nei giorni precedenti lo scontro, i piemontesi collocarono una serie di trinceramenti sul piano dell'Assietta, visibili dal contrafforte fra il Colle del Sestriere e la Testa del Gran Serin, che divide la Val Chisone dalla Valle di Susa. I piemontesi affidarono il comando al tenente generale Giovanni Cacherano, conte di Bricherasio, che, oltre alle truppe piemontesi regolari, poté contare sull’apporto delle milizie valdesi del Pinerolese e dell'alta Val Chisone, mentre quattro battaglioni austriaci, guidati dal generale Colloredo, arrivarono all’ultimo a rinforzo delle posizioni. Le postazioni piemontesi erano disposte a semicerchio su di una cresta ristretta e si appoggiavano alla Testa dell'Assietta e alla Testa del Gran Serin. L'assalto dei francesi fu lungo e spietato, ma, grazie all’eroica Compagnia Granatieri del 1° battaglione delle Guardie, poi rinforzata dalla Compagnia Granatieri del Reggimento provinciale di Casale, i nemici furono fermati. I francesi, dopo aver rimpiazzato i combattenti in prima linea con truppe fresche, continuarono nell'assalto, ma i granatieri piemontesi, anche se erano privi di munizioni, li attaccarono facendone strage. Al tramonto, l'esercito francese, ormai esausto, si ritirò dal campo di battaglia, lasciandosi dietro 5.300 soldati, 439 ufficiali, tra cui due generali, cinque brigadieri e nove colonnelli, mentre i piemontesi persero solo sette ufficiali e 185 soldati e gli austriaci due ufficiali e 25 soldati.
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Nell'Abbazia di Novalesa è stata realizzata una nuova installazione del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, artista biellese, pittore e scultore, animatore e protagonista della corrente dell'Arte povera, 91 anni compiuti da poche settimane.
L'opera è stata realizzata utilizzando frammenti costruttivi residui conservati nel sito, diventando così un'estensione creativa e rigenerativa dell'abbazia benedettina.
L'inaugurazione - alla presenza di Pistoletto, dei monaci benedettini che animano l’Abbazia e dei rappresentanti della Città metropolitana di Torino, l’Ente proprietario del gioiello di storia, arte e cultura in val Cenischia - è in programma nel pomeriggio di giovedì 11 luglio, alle ore 17.
Pistoletto ha scritto il manifesto del Terzo Paradiso nel 2003 e ne ha disegnato sulla sabbia il simbolo, una riconfigurazione del segno matematico d’infinito; l’anno seguente, in occasione del conferimento della laurea honoris causa da parte dell'Università di Torino, ha annunciato il Terzo Paradiso come nuova fase del suo lavoro. A partire da questa data, per Pistoletto il Terzo Paradiso è diventato la principale direttrice di un lavoro condotto intessendo una fitta rete di relazioni e collaborazioni con innumerevoli partner.
Quella dell'Abbazia di Novalesa è l’ultima tappa in ordine di tempo di una grande opera collettiva e partecipata.
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A pochi chilometri da Carmagnola, l'Abbazia di Casanova è un capolavoro di arte e storia, immerso nelle campagne al confine tra la Città metropolitana di Torino e la Provincia di Cuneo, alle porte del Roero e a poca distanza dal casello dell'autostrada Torino-Savona.
La puntata di questa settimana delle "Storie metropolitane", che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta con i reportage televisivi che vengono pubblicati nel canale Youtube dell'Ente, è dedicata ad un complesso che è un vero e proprio campionario di stili architettonici appartenenti ad epoche storiche diverse, a testimonianza del ruolo spirituale, sociale, politico ed economico che l'Abbazia assunse a partire dalla metà del XII secolo, quando l'ordine monacale cistercense volle dedicare il suo nuovo insediamento sulla Via Francigena all'Assunzione di Maria Vergine e a San Michele di Casanova.
Per vedere il video del reportage basta andare nel canale YouTube della Città metropolitana di Torino all'indirizzo https://youtu.be/gvBreH9gNu8
Bonificando le campagne circostanti, donate loro dai Marchesi di Saluzzo, i monaci cistercensi, provenienti dalla Badia ligure di Tiglieto, vollero che il monastero diventasse un esempio vivente e tangibile del ritorno all'austerità, alla regola di San Benedetto e al lavoro manuale di cui erano fautori.
I cistercensi rimasero a Casanova sino al XVI secolo, spesso disputando con il potere politico sul diritto di nominare gli abati. I Savoia nel 1588 assunsero il controllo del territorio e per l'Abbazia iniziò un periodo di declino, perché Emanuele Filiberto, duca D'Aosta, decretò di fatto l'alienabilità del patrimonio ecclesiastico e buona parte delle ricchezze dell'Abbazia andarono a favore dell'abate commendatario di turno. Il più illustre abate di Casanova fu il principe Eugenio di Savoia, maresciallo d'Austria ed eroe della battaglia di Torino del 1706.
Nel XVII secolo furono numerosi i saccheggi, uno dei quali ad opera di truppe calviniste. A causa di un incendio, tra il 1743 e il 1753, il complesso fu totalmente demolito e venne ricostruito sulla base di un progetto di Giovanni Tommaso Prunotto, allievo di Filippo Juvarra, mentre la chiesa venne utilizzata come residenza sabauda. L'attuale campanile risale al 1825, e sostituisce il precedente che aveva a sua volta preso il posto della torre-lanterna originaria della prima costruzione cistercense. Ospita un concerto di cinque campane, di cui quattro fuse dalla storica fonderia Achille Mazzola di Valduggia e una, il campanone, rifusa dalla Ecat di Mondovì in anni recenti.
DAL DECLINO ALLA RINASCITA SPIRITUALE E CULTURALE
Tornando alla storia del complesso abbaziale, è da notare che la soppressione del monastero fu decretata da Papa Pio VI il 3 aprile 1792: la chiesa abbaziale divenne parrocchia e il re Vittorio Amedeo III ebbe la facoltà di disporre liberamente dei beni dell'abbazia, divenuta un castello e un luogo di caccia di Casa Savoia.
Nel 1868 Vittorio Emanuele II vendette l'intero patrimonio al Regio Economato Generale, che nel 1921 cedette il complesso all'Opera Nazionale Combattenti, la quale divise la grande tenuta in piccoli poderi da cedere ai privati. Nel 1928 la restante proprietà passò alle suore di Maria Ausiliatrice che la destinarono, fino al 1970, a sede per il noviziato internazionale.
Nel 1999 il complesso architettonico di Casanova venne rilevato all'asta dall'associazione di volontariato Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, fondata dal sacerdote dell'Ordine di San Giuseppe Benedetto Cottolengo don Adriano Gennari, che ha adibito il complesso a casa di spiritualità e centro di ascolto. Il Cenacolo fondato da don Gennari mette a disposizione per brevi soggiorni posti letto in camere con servizi. Sono stati recuperati le cucine, il refettorio e alcuni locali di servizio. Tra gli ambienti restaurati e accessibili vi sono una cappella per l'adorazione permanente e una per le celebrazioni eucaristiche, saloni polivalenti per ritiri spirituali, congressi, mostre e incontri culturali. Il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione accoglie sacerdoti, comunità religiose e gruppi di persone che desiderano raccogliersi nel silenzio in preghiera, in meditazione e in adorazione eucaristica nei week-end o in giorni feriali da concordare.
LA CHIESA ABBAZIALE E LA SUA CRIPTA RISCOPERTA
Per il rifacimento settecentesco della facciata della chiesa principale del complesso, l'architetto monregalese Francesco Gallo adottò lo stile del tardo barocco piemontese, con i mattoni a vista. Nonostante il rimaneggiamento, l'edificio denota chiaramente l'originale stile gotico, con le forme romaniche che prevalgono all'esterno e quelle gotiche all'interno. Nel XVIII secolo i pilastri furono rivestiti in muratura, mentre i capitelli in cotto assunsero il tipico aspetto con decorazione corinzia.
Gli affreschi della volta e delle pareti sono opera di Bartolomeo Guidobono, contemporaneo del Parmigianino e del Correggio. Sulla volta campeggia la figura della Beata Vergine Assunta, con intorno cori di angeli e santi. Ai margini le figure degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa, mentre sulla parete di sinistra un affresco raffigura Amedeo III di Savoia mentre fonda l'Abbazia di Hautecombe. Interessanti affreschi ornano anche la cripta dei monaci, visitabile su appuntamento e recentemente riscoperta sul lato absidale della chiesa, innanzi al prato che ospitava l'antico cimitero. E' attualmente allo studio un progetto di recupero del percorso di cunicoli sottostanti l'abbazia, il cui accesso avveniva proprio dalla cripta. Nell'abside si trova la pala dell'Assunta, del pittore veneto Federico Cervelli.
Le visite alla chiesa abbaziale e parrocchiale di Santa Maria a Casanova sono possibili tutte le domeniche e nei giorni festivi da aprile a settembre dalle 15,30 alle 18,30. Grazie ai volontari dell'associazione Amici dell'Abbazia di Casanova, è possibile organizzare visite guidate per gruppi. Per informazioni si può telefonare al numero 334-3001779, scrivere a ass.amiciabbaziadicasanova@gmail.com o visitare la pagina Facebook dell'associazione. Come sottolinea Enrico Tachis, vicepresidente dell'associazione, "per la nostra comunità, l'Abbazia è sempre stata un punto di incontro. La vita sociale di Casanova da sempre trova il suo fulcro nell'antico monastero, che per noi è come una seconda madre. Il complesso richiede una manutenzione continua, con rilevanti investimenti. Per questo cerchiamo di far conoscere e promuovere l'Abbazia e di raccogliere fondi per i restauri futuri".
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Nel fine settimana si conclude l’edizione 2024 del circuito concertistico Regie Armonie-Itinerari musicali lungo la Via Francigena, proposto da Itinerari in Musica con il patrocinio della Città metropolitana di Torino.Venerdì 14 giugno alle 21 nella chiesa di San Giovanni Battista in via Umberto I 34 ad Avigliana l’organista Valter Savant Levet, la contralto Stefania Balsamo e il basso Fabrizio Blandino propongono un concerto che rientra nel programma delle iniziative in occasione del 41° Palio Storico dei Borghi di Avigliana alla Corte del Conte Rosso. Sono in programma pagine di Giovanni Morandi, Johannes Brahms, Johann Sebastian Bach, Gottfried Heinrich Stölzel, Felice Moretti, Wolfgang Amadeus Mozart, Georg Friedrich Händel, Charles Gounod, Cesar Franck e Vincenzo Antonio Petrali.
L’ultimo appuntamento di Regie Armonie-Itinerari musicali lungo la Via Francigena è organizzato in collaborazione con il circuito Organalia ed è in programma alle 16,30 di domenica 16 giugno all’Abbazia di Novalesa. La soprano Danae Rikos, accompagnata da Alessandro Tonietti all’organo, propone il concerto “Pagine eterne dal Barocco allo Stile Galante”, con musiche di Johann Sebastian Bach, John Stanley, Georg Friedrich Händel, William Boyce e Wolfgang Amadeus Mozart. In concomitanza con l’appuntamento musicale, sono possibili percorsi di visita alla chiesa di Santo Stefano nel borgo medievale di Novalesa, al Museo Etnografico di Vita Montana (per la prenotazione delle visite si può chiamare il numero telefonico 349-7114475 o scrivere a museo.novalesa@libero.it) e all'Abbazia alle 10,30, alle 11,30 e alle 15.30. L’ingresso ai concerti di Regie Armonie-Itinerari musicali lungo la Via Francigena è ad offerta libera. Per maggiori informazioni si può scrivere a soloclassica@gmail.com
Nell’ambito del circuito Organalia, sabato 15 giugno alle 21 nella chiesa della Confraternita dell'Immacolata a Volpiano l’organista Massimo Gabba, accompagnato dai giovani percussionisti della Filarmonica Volpianese, nel concerto intitolato “Fuochi d’artificio” propone alcune pagine del repertorio bandistico e teatrale di Giovanni D’Andrea, Giovanni Quirici, Giovanni Simone Mayr, Carlo Bodro, Felice Geremia Piazzano, Vincenzo Petrali e Padre Davide da Bergamo.
Sabato 22 giugno a Monastero di Lanzo alle 21 nella chiesa di Sant'Anastasia la soprano Sara Lacitignola e l’organista Andrea Banaudi proporranno il concerto “Musica sacra del Barocco Veneziano”, con pagine di Heinrich Schütz, Andrea Gabrieli, Alessandro Grandi, Andrea Gabrieli, Claudio Monteverdi, Claudio Merulo, Heinrich Schütz, Giovanni Gabrieli, Alessandro Grandi, Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi.
Sabato 29 giugno alle 21 nella chiesa di San Pietro in Vincoli ad Andrate l’organista Matteo Cotti proporrà il concerto “Echi dal primo Barocco Italiano”, con musiche di Marc’Antonio Cavazzoni, Giovanni Battista dalla Gostena, Giovanni de Macque, Luzzasco Luzzaschi, Claudio Merulo, Girolamo Frescobaldi, Michelangelo Rossi, Gregorio Strozzi e Bernardo Storace.
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Una giornata dedicata alla memoria degli oltre seicento caduti nel Pinerolese durante la guerra di Liberazione: l’iniziativa è una tradizione del Comune di Prarostino, che, domenica 16 giugno, celebra il 57° anniversario della costruzione del Faro della Libertà.Le iniziative, patrocinate dalla Città metropolitana di Torino, iniziano alle 10,30 con il ritrovo dei partecipanti sul piazzale del Municipio, da dove prende le mosse il corteo che tocca il cimitero e il parco della Rimembranza e si conclude nel parco del Faro, dove avviene la deposizione delle corone d’alloro in memoria dei caduti per la libertà. Partecipano al corteo tutte le associazioni locali e la banda musicale di Inverso Pinasca. Alle 11 sono in programma i saluti del Sindaco di Prarostino e del rappresentante dell’ANPI. A seguire gli interventi della Consigliera regionale Monica Canalis e del Consigliere metropolitano delegato ai trasporti, alla protezione civile, alla pianificazione territoriale e alle difesa del suolo, Pasquale Mazza. La mattinata si conclude con la consegna di una copia della Costituzione della Repubblica Italiana ai diciottenni del paese.
La torre-faro di Prarostino venne inaugurata il 18 giugno 1967 e fu voluta dalla popolazione e dagli amministratori locali per ricordare con la sua ardita architettura i 600 partigiani dei 51 Comuni delle valli pinerolesi caduti nella lotta di Liberazione contro il nazifascismo. Progettato dagli architetti Roberto Gabetti ed Aimaro Isola, realizzato con vari contributi, l'apporto gratuito di ex-partigiani e il dono del pietrame da parte dei cavatori di Bagnolo Piemonte, il monumento si presenta come una torre-traliccio su pianta quadrata, realizzata in pietra greggia e alta 15 metri. La torre termina con un terrazzino e una stele metallica sormontata da un faro, la cui luce è visibile dalla pianura pinerolese anche a notevoli distanze.

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