I NOSTRI COMUNICATI

 

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Assistenza ai Comuni

Comporterà un investimento di 411.000 euro per le casse comunali di Brandizzo l’ampliamento dell’asilo nido e della scuola per l’infanzia “Pajetta-Andersen”, che prevede la realizzazione di un padiglione aggiuntivo per la refezione scolastica aderente all’edificio esistente. Il progetto, elaborato dai tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana di Torino, consentirà di recuperare il locale attualmente utilizzato per la refezione, aumentando gli spazi a disposizione dell’asilo nido. L’ufficio tecnico comunale aveva predisposto nel 2015 un primo studio di fattibilità, integrato dal progetto di fattibilità tecnica ed economica della Città Metropolitana.
I progettisti della Città Metropolitana si sono confrontati con l’amministrazione e con l’ufficio tecnico comunali, per definire le esigenze, i vincoli, le potenziali interferenze e le disponibilità nel corso di sopralluoghi, rilievi strumentali dell’area e del fabbricato esistente.
L’area di intervento è di proprietà comunale ed è compresa nel lotto di pertinenza della scuola “Pajetta-Andersen”, all’incrocio tra le vie Cena e Morandi, da cui si accede all’ingresso principale del fabbricato scolastico. La scuola fa capo all’Istituto comprensivo “Brandizzo Rodari” e, insieme alla scuola dell’infanzia “Montessori” di recente realizzazione, assolve alle funzioni territoriali di asilo nido comunale e scuola dell’infanzia statale.
Il progetto di fattibilità tecnica ed economica prevede un ampliamento, al fine di realizzare un nuovo locale mensa in grado di accogliere 75 bambini della scuola dell’infanzia. L’amministrazione comunale ha chiesto ai tecnici della direzione Azioni integrate con gli Enti locali di progettare un corpo di fabbrica scolastico sostenibile dal punto di vista ambientale, energeticamente efficiente, realizzato con materiali naturali, adatto all’utilizzo delle energie rinnovabili, confortevole e sostenibile dal punto di vista economico.
Il lotto scolastico ha un’estensione complessiva di 3.426 metri quadrati e ospita tre sezioni di scuola dell’infanzia per un totale di 75 bambini e una sezione di nido comunale con 30 bimbi. L’ampliamento in progetto si articola su un unico livello fuori terra, così come la struttura esistente. L’orientamento est-sud-ovest consente si sfruttare al meglio l’esposizione solare per l’illuminazione naturale e il comfort termico. Il collegamento mette in comunicazione la struttura esistente con la nuova sala refezione e consente di dotare la scuola dell’infanzia di un possibile ingresso separato rispetto al nido, oltre ad assolvere la funzione di via di fuga in caso di emergenza.
Lo spazio refettorio dovrà essere dotato di tutti gli impianti necessari al suo funzionamento e di una zona con lavabi. La verifica sommaria degli spazi esistenti e il riferimento agli standard normativi non consentono di prevedere un incremento del numero degli iscritti per entrambe le scuole.
La struttura spaziale e volumetrica in ampliamento è stata pensata come indipendente e si affiancherà lateralmente a quella esistente, con un corpo di fabbrica che ne consente il collegamento. Il blocco di collegamento consentirà anche la realizzazione di un altro ingresso alla scuola, indipendente e utile per separare il flusso degli alunni dei due ordini scolastici. Le sistemazioni delle aree esterne interesseranno principalmente lo spazio circostante il nuovo ampliamento, in gran parte mantenuto a verde per il gioco, realizzando un camminamento, pavimentato con materiali drenanti, dal cancello all’ingresso del collegamento. Tutti gli alberi e gli arbusti esistenti verranno per quanto possibile mantenuti.
L’ipotesi progettuale prevede quindi di costruire un nuovo corpo di fabbrica a consumo energetico molto basso, qualificando l’intervento alla migliore classe energetica raggiungibile, attraverso l’utilizzo di tipologie di tamponamento a bassissima trasmittanza termica, la riduzione delle dispersioni per ventilazione, l’attenzione all’orientamento e l’uso di fonti energetiche rinnovabili. Il progetto è pensato per rispondere al meglio ai requisiti valutati nell’ambito del Protocollo Itaca della Regione Piemonte e del Protocollo Itaca nazionale per la destinazione d’uso. I criteri tenuti presenti vanno dalla qualità del sito all’energia rinnovabile utilizzata, dall’utilizzo di materiali eco-compatibili a quello dell’acqua piovana recuperata, dalla riduzione o annullamento delle emissioni di anidride carbonica al benessere visivo, termo-igrometrico e acustico. In particolare, il corretto orientamento dell’edificio assicura un ampio affaccio sufficientemente vetrato verso sud e verso est, che consentirà di sfruttare l’irraggiamento solare passivo in inverno e di illuminare correttamente l’ambiente nei mesi estivi, evitando il surriscaldamento grazie a vetri basso-emissivi e selettivi, eventuali frangisole e pensiline. Le finestre del locale mensa saranno esposte verso est, sud e verso ovest, mentre il collegamento si affaccerà sul fronte ad est.
Per la sala refettorio sono previste anche due finestre per tetti inclinati del tipo velux, apribili elettricamente, in modo tale da contribuire a creare una sovrapressione e agevolare la ventilazione naturale del locale, riducendo l’aria insalubre e il calore in eccesso durante i mesi più caldi. Nel corridoio di collegamento è prevista una finestra per tetti piani del tipo velux non apribile, che contribuirà a migliorare l’apporto di luce naturale anche per il locale polivalente.
Il corpo di fabbrica in ampliamento da realizzare, seppure adiacente all’esistente, è progettato come indipendente e disgiunto. Si dovrà quindi prevedere un giunto strutturale, che separerà fisicamente i due corpi di fabbrica.
La struttura in elevazione sarà di tipo prefabbricato in legno, con pannello multistrato XLAM (o eventualmente a telaio), rivestito all’esterno da uno strato in lana di roccia con finitura ad intonaco e all’interno con una contro-parete con una struttura metallica di supporto, uno strato di isolante in lana di roccia e pannelli in fibra di legno e cemento. Anche il solaio di copertura sarà realizzato con pannelli XLAM e pacchetto isolante ed insonorizzante.
La possibilità di realizzare l’edificio con una tipologia costruttiva prefabbricata in legno consente di ridurre le tempistiche del cantiere, senza però ridurre le prestazioni complessive dell’edificio, ma anzi migliorando la risposta ad eventi sismici, grazie alla sua flessibilità e leggerezza, ad elevate prestazioni termiche e in termini di salubrità degli spazi interni, utilizzando un materiale naturale e proveniente da fonti primarie rinnovabili.
Dal punto di vista impiantistico, si prevede per l’ampliamento l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili per la copertura dei consumi di calore e di elettricità, secondo i principi minimi di integrazione, in ossequio alla normativa nazionale e regionale sull’utilizzo delle fonti rinnovabili. Tutto questo anche se il volume lordo in ampliamento climatizzato è inferiore al 15% di quello esistente o comunque è inferiore a 500 metri cubi. Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento si prevede la possibilità di installare unapompa di calore per lo scambio aria-acqua. Per rendere maggiormente sostenibile l’intervento e ridurre il consumo di energia elettrica proveniente dalla rete, si prevede di inserire un impianto fotovoltaico dimensionato sul fabbisogno complessivo dell’ampliamento. La normativa sui Criteri ambientali minimi impone inoltre di realizzare un impianto di recupero delle acque piovane, che potrà servire per l’irrigazione delle aree esterne sistemate a verde. Gli impianti di sicurezza antincendio verranno integrati con quelli esistenti. progetto refettorio asilo nido scuola materna Brandizzo 1

Assistenza ai Comuni

Prevede una spesa di 335.000 euro la messa in sicurezza della Strada Provinciale 195 che, su richiesta del Comune di Frossasco, è stata progettata dall'Ufficio Pianificazione e realizzazione opere pubbliche della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana di Torino. L'intervento è cofinanziato dall'Ente di area vasta con il bando per gli investimenti sulla rete stradale provinciale effettuati dai Comuni per il 2020. Il finanziamento della Città Metropolitana copre un importo di 164.000 euro, mentre il Comune di Frossasco interverrà con uno stanziamento di 170.000 euro, di cui circa 50.000 attinti dai fondi del PNRR.
La messa in sicurezza della Provinciale 195 riguarda i 415 metri di strada compresi tra il km 0+605 e il km 1+020, sui quali esiste un problema derivante dalla compresenza del traffico veicolare e di numerosi pedoni diretti verso il cimitero e il centro cittadino. Il progetto elaborato dai tecnici della Città Metropolitana prevede un marciapiede che collegherà le numerose abitazioni presenti lungo la Provinciale 195 con il cimitero e il centro del paese. Si prevede un allargamento della carreggiata della Provinciale, che permetterà di realizzare un camminamento largo un metro e mezzo, protetto da un guard-rail. L'allargamento della sede viabile garantirà inoltre la larghezza minima per due corsie di 6 metri e mezzo (3,25 metri per corsia). Attualmente la carreggiata ha una larghezza inadatta ad ospitare due corsie ed è priva della linea di mezzeria. L'area oggetto dell'intervento si trova al confine tra i territori comunali di Frossasco e Roletto e termina in prossimità di un'intersezione a raso, con una strada comunale e alcuni accessi a proprietà private, fino ad un rio minore che funge da limite del confine comunale.
La Provinciale 195 ha attualmente una sezione in mezza costa, con altezza delle scarpate variabile e una ridotta sezione della carreggiata, causa principale dei problemi nella circolazione e del pericolo per i pedoni. L'amministrazione comunale ha così deciso di partecipare al bando indetto dalla Città Metropolitana per il finanziamento di investimenti sulla rete stradale provinciale ai Comuni per l'anno 2020. Il progetto prevede la realizzazione di un marciapiede lungo tutto il tratto, realizzato con una pavimentazione bituminosa alla stessa quota della carreggiata, protetto da un guard-rail e con una larghezza netta di un metro e mezzo. I volumi di traffico rilevati sulla Provinciale 195 in quel tratto hanno consigliato l'adozione di una barriera di tipo N2 in acciaio Corten, che potrà inserirsi nel contesto agricolo senza un forte impatto visivo.
La carreggiata attuale nel tratto in questione è larga meno di 6 metri e mezzo, che è la larghezza minima di due corsie per un'infrastruttura della categoria F2 extraurbana. Nel caso si realizzasse il marciapiede, in corrispondenza dell'attuale ciglio asfaltato destro non sarebbe più possibile adeguare la strada agli standard di legge. Si è quindi scelto di prevedere un adeguamento della carreggiata tale da garantire i 6 metri e mezzo di larghezza per le due corsie. L'allargamento necessario per arrivare alla classe F2 extraurbana sarebbe solamente di 2 metri, larghezza libera disponibile e garantita sul ciglio destro.
Nel tratto della Provinciale 195 oggetto del progetto attualmente non è presente un'illuminazione pubblica. Visto che il progetto prevede la costruzione di un marciapiede lungo il ciglio di valle della SP 195, si è previsto un impianto di illuminazione per incrementare la sicurezza stradale e dell'utenza "debole" che percorrerà il nuovo marciapiede.
Tutti i progetti che rientrano tra i lavori finanziati dal PNRR soddisfano il criterio di non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali. Il vincolo si traduce in una valutazione di conformità degli interventi al principio del "Do No Significant Harm" (DNSH). Tale principio è declinato sui sei obiettivi ambientali, che sono stati individuati nell'accordo di Parigi sul Green Deal europeo e sono definiti nell'ambito del sistema di tassonomia delle attività eco-sostenibili.Sezione tipo adeguamento infrastruttura 1

Assistenza ai Comuni

Su richiesta del Comune di Villar Perosa, i tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana di Torino hanno redatto quattro diverse alternative progettuali per la realizzazione di un nuovo percorso ciclopedonale verso San Pietro in Vincoli e la borgata la Roul. Lo scopo del progetto è di servire la parte alta dell’abitato principale di Villar Perosa, partendo dal Municipio, raggiungendo la chiesa di San Pietro in Vincoli per poi servire la borgata Roul e collegarsi alla ciclabile in fase di realizzazione lungo la Strada Provinciale 23 del Sestriere. Il percorso dovrà snodarsi lungo le vie IV Novembre, del Castello, Rubino e Juvarra, con adeguamenti della sezione stradale nei punti in cui occorre migliorare la sicurezza dei ciclisti. Per consolidare le scarpate dovranno essere adottate tecniche di ingegneria naturalistica.
Il progetto è finalizzato allo sviluppo del cicloturismo cittadino e all'acquisizione di nuove fasce di utenza locale, promuovendo l'uso quotidiano della biciclettain condizioni di sicurezza. Il percorso dovrà prevedere soluzioni architettoniche adeguate al contesto e di elevata qualità paesaggistica, che valorizzino la naturalità dell’antico tratturo denominato strada comunale della Rol-strada comunale delle Serre, presente sulle mappe del catasto di impianto e sulle più antiche mappe del Catasto Rabbini del 1867. La conservazione dei valori storico-culturali ed estetico-percettivi del contesto non potrà in alcun modo indebolire le piantumazioni dei viali alberati. La pista ciclabile dovrà essere realizzata in modo da eliminare le situazioni di pericolo per il transito e migliorare l'accessibilità e il servizio per il potenziale bacino turistico, limitando gli interventi invasivi e di allargamento stradale.

UN’INFRASTRUTTURA A VOCAZIONE TURISTICA E PER LA MOBILITÀ LOCALE DOLCE

La pista ciclabile progettata toccherà i territori dei Comuni di Villar Perosa e di Pinasca, partirà dal centro abitato di Villar Perosa e raggiungerà la chiesa di San Pietro in Vincoli, una notevole attrattiva turistica, un elemento di rilevanza paesaggistica ed un polo della religiosità locale. Proseguendo, la pista intercetterà nel tronco 2 B-C il parco della Villa Agnelli attribuita allo Juvarra, al cui interno verrà realizzata la pista in terra rinforzata con finitura in polvere di frantoio. Il progetto prevede la sistemazione di staccionate in legno per la protezione dei pedoni nel tratto più a ridosso della scarpata, la costruzione di una recinzione in legno e la sistemazione di una siepe a protezione visiva della proprietà privata.
Per la realizzazione dell’intervento si utilizzeranno tecniche e materiali in grado di minimizzare l’impatto ambientale e paesaggistico. Ad esempio, nelle aree agricole si realizzerà la pista con finitura in terra rinforzata, che si contraddistingue sia per la minore impermeabilizzazione dei suoli che per l’aspetto pressoché mimetico rispetto all’intorno, ottenuto mantenendo il colore naturale del terreno. Per gli attraversamenti del rio è prevista la realizzazione di una passerella, privilegiando l’utilizzo dimateriali riciclabili come legno e acciaio per ridurre l’impatto ambientale e adottando un design semplice ed elegante per ridurre al minimo l’interferenza sul paesaggio circostante.
Uno degli obiettivi del progetto è la creazione di una coerente rete ciclabile, in grado di assolvere contemporaneamente sia la funzione trasportistica che quella turistico-ricreativa, anche con l'integrazione delle ciclopiste comunali già esistenti o in progetto come la “Pinerolo-Valli Olimpiche”, finanziata dalla Regione Piemonte nell’ambito del bando Percorsi ciclabili sicuri, attuato mediante un accordo di programma sottoscritto nel 2019 da tutti i Comuni interessati.

LE ALTERNATIVE PROGETTUALI

Si tratterà quindi della realizzazione di un percorso promiscuo ciclo-pedonale con più alternative, la prima della lunghezza di 2850 metri, la cui realizzazione ha un costo complessivo di 748.000 euro; la seconda di 2513 metri, con un costo di 351.000 euro; la terza lunga 2594 metri e con un costo stimato in 680.000 euro, la quarta lunga 4546 metri (alternativa complessiva), con un costo di realizzazione stimato in 960.000 euro. Il nuovo collegamento tra il centro abitato di Villar Perosa e la chiesa di San Pietro in Vincoli ha lo scopo di evitare il passaggio di ciclisti e pedoni sui bordi della Via del Castello.
Le esigenze da soddisfare saranno:
sicurezza e comodità del tracciato, destinato alle utenze “deboli” della strada; collocazione tale da non interferire con il passaggio dei veicoli; inserimento ambientale e paesaggistico, nel rispetto del contesto agrario e dell’area boscata su cui grava un vincolo espresso; garanzia degli accessi privatidai passi carrabili e dagli accessi ai campi coltivati per i trattori.
Le esigenze da soddisfare s
ono: sicurezza e comodità del tracciato, destinato alle utenze “deboli” della strada; collocazione tale da non interferire con il passaggio dei veicoli; inserimento ambientale e paesaggistico, nel rispetto del contesto agrario e dell’area boscata su cui grava un vincolo espresso; garanzia degli accessi privati dai passi carrabili e dagli accessi ai campi coltivati per i trattori.

LE SOLUZIONI TECNICHE

Dopo la comparazione delle varie soluzioni è stata scelta la stratigrafia proposta dai tecnici della Città Metropolitana esperti in piste ciclabili. Per i tratti extraurbani verrà infatti utilizzata la terra rinforzata per la buona tenuta al passaggio dei mezzi agricoli. La stratigrafia sarà così composta: scasso di 50 centimetri, geotessuto, fondazione composta di vari strati di differente granulometria, il tutto rifinito con uno strato di polvere di frantoio. Nei passaggi agricoli verrà inserita una rete elettrosaldata doppia nel corpo di fondazione, con aggiunta di cemento in polvere per la formazione di un misto stabilizzato. I tratti che verranno realizzati su precedenti itinerari stradali, ad esempio sul tratturo denominato strada comunale della Rol-strada Comunale delle Serre, si manterrà la medesima stratigrafia della terra rinforzata, ad eccezione dello strato di fondazione. Per i tratti urbani si è scelto di mantenere o rifare il manto asfaltato complanare al piano stradale.

I COSTI DI REALIZZAZIONE

Nella composizione del quadro economico si evidenziano somme dedicate all’affidamento di consulenze a professionisti esterni, relative al piano di sicurezza e coordinamento, al coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, alla valutazione dell’interesse archeologico e alle varianti urbanistiche. I restanti incarichi verranno affidati ai tecnici della Città Metropolitana a seguito della stipula di una convenzione: espropri e frazionamenti catastali, consulenza idro-geologica e geotecnica, schema di contratto, relazione generale e specialistica, supporto al RUP, collaudo tecnico amministrativo in corso d’opera, direzione lavori. Il costo medio dell'opera è stimato in circa 211euro al metro lineare, in linea con i costi medi unitari per opere simili realizzate dalla Città Metropolitana di Torino. Per quanto riguarda invece la ripartizione dei costi tra le amministrazioni locali, per quella di Villar Perosa, nel cui territorio il percorso avrà uno sviluppo di 3700 metri, si ipotizza una spesa di 397.979,76 euro; mentre per quella di Pinasca, sul cui territorio insistono 846 metri della pista ciclopedonale, si stima una spesa di247.513,99 euro.percorso Villar Perosa 7

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Prevede una spesa di 46.700 euro il progetto di fattibilità tecnica del prolungamento di un marciapiede lungo la Statale 228 del Lago di Viverone a Bollengo e dell’incrocio a rotatoria con la Provinciale 76. Il progetto era stato richiesto dall’amministrazione comunale di Bollengo all’Ufficio Pianificazione e realizzazione opere pubbliche della Direzione Azioni integrate con gli enti locali della Città Metropolitana di Torino. L’area oggetto dell’intervento si trova ad ovest del centro abitato di Bollengo, al confine con il Comune di Burolo e fa parte del sedime stradale della Statale 228 sul lato in direzione di Bollengo. Il confine tra i due Comuni è in parte segnato dal Rio dell’Albera e in parte dalla Statale del Lago di Viverone. La linea di confine tra Bollengo e Burolo attraversa la Statale 228 da lato a lato, tagliando in due l’area oggetto dell’intervento, che è stato progettato dai tecnici della Città Metropolitana allo scopo di realizzare un camminamento sicuro per i pedoni che raggiungono la fermata degli autobus GTT.
È un progetto di dimensioni e rilevanza economica limitate, ma è un segnale importante per il territorio eporediese, nella direzione della sicurezza degli utenti della strada e della promozione dell’utilizzo del trasporto pubblico locale” sottolinea il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, delegato ai lavori pubblici e all’assistenza tecnica ai Comuni.
Il marciapiede esistente si interrompe in corrispondenza della rotatoria con la Provinciale 76, costringendo i pedoni a camminare sulla banchina sterrata per una sessantina di metri prima di raggiungere la fermata. L’area più indicata per realizzare il marciapiede è al di sopra dell’attuale fosso di raccolta delle acque, che dovrà essere intubato e collegato alle condotte presenti in corrispondenza dell’attuale marciapiede esistente e della fermata dell’autobus. Il progetto del nuovo marciapiede è in sostanza la naturale estensione di quello esistente, per cui dovranno essere utilizzati gli stessi materiali e si dovranno mantenere le caratteristiche di costruzione.
Il camminamento rialzato sarà largo due metri e sarà costituito da un sottofondo in calcestruzzo armato, ricoperto con un tappetino d’usura di conglomerato. Il manufatto sarà contenuto tra una bordatura e un muretto di calcestruzzo armato gettato in opera. Il muretto sarà realizzato in continuità con quello esistente, che si interrompe poco meno di 10 metri prima del marciapiede. Il nuovo tratto di marciapiede sarà lungo 20 metri e alto 70 centimetri, per poi scendere gradualmente, su di una lunghezza di 15 metri, fino alla quota dell’asfalto. La differenza di altezza è dovuta alla presenza di un rilevato in terra. Oltre che per delimitare la proprietà privata e quella pubblica, il muretto esistente ha la funzione di sostenere il rilevato. La realizzazione del marciapiede al di sopra dell’attuale fosso rende necessaria la realizzazione di opere di raccolta delle acque di piattaforma. La sopraelevazione del marciapiede non consente alle acque di defluire liberamente nei terreni limitrofi. Il progetto prevede quindi l’installazione di alcune caditoie a “bocca di lupo” per la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane. Realizzando il marciapiede al di sopra dell’attuale fosso sarà necessario prevedere alcuni allargamenti non uniformi della banchina asfaltata, per adeguarla al nuovo filo esterno del marciapiede. marciapiede esistemte SS 228 Bollengo 1

Assistenza ai Comuni

Allontanare dai centri storici dei paesi il traffico pesante che insiste sulle strade provinciali è da molti anni una priorità per le amministrazioni comunali e per quella della Città Metropolitana di Torino. Spesso non basta realizzare nuovi assi viari: occorre curare e rendere più sicuro possibile il raccordo tra le nuove arterie - che vengono prese in carico dalla Città Metropolitana - e la viabilità “storica” che attraversa i centri abitati. È il caso di Pancalieri, dove, su richiesta dell’amministrazione comunale, l’Ufficio pianificazione e realizzazione opere pubbliche della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana ha redatto il progetto di fattibilità tecnica ed economica della trasformazione dell’incrocio a raso tra la Provinciale 141 e la via Circonvallazione. L’intervento rientra appunto in un progetto più ampio per alleggerire il concentrico di Pancalieri dal traffico pesante della Provinciale 129. L’idea è di deviare i mezzi pesanti su via Circonvallazione e sulla Provinciale 141, sino al congiungimento con la Provinciale 33.
Il quadro economico dell’opera prevede una spesa totale di 454.700 Euro e un impegno totale generale di 490.000 euro. “I nostri tecnici, - spiega il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, con deleghe ai lavori pubblici e all’assistenza agli enti locali - hanno ipotizzato di incanalare il traffico proveniente da Casalgrasso sulla SP 30 della Provincia di Cuneo nella nostra Provinciale 141. I mezzi destinati a Pinerolo potranno reimmettersi sulla 129 utilizzando la via Circonvallazione, che collega le due provinciali. Per realizzare questo obiettivo sarebbe necessario adeguare tutte le intersezioni a raso, costruendo alcune rotatorie nei punti focali”.

NECESSARIO ANCHE IL RIFACIMENTO DELL’ATTRAVERSAMENTO DEL CANALE DEL MOLINO DI OSASIO

Il progetto elaborato dai tecnici della Città Metropolitana di Torino si concentra per il momento sulla trasformazione dell’intersezione a T tra la Provinciale 141 e via Circonvallazione in una rotatoria. È previsto inoltre il rifacimento dell’attuale ponticello, che verrà demolito e sostituito con un nuovo ponticello scatolare in cemento armato. In corrispondenza dell’incrocio sono anche presenti due accessi privati, strade bianche, separati dal canale del Molino di Osasio, che interseca la Provinciale 141. L’impronta della nuova rotatoria ricadrà sul corso d’acqua, il che ha reso la progettazione tutt’altro che banale. La larghezza del ponte attuale dovrebbe essere incrementata, ma le nuove misure sarebbero incompatibili con la rotatoria. Meglio quindi demolire e ricostruire, per rendere sicuro l’incrocio dal punto di vista viabile, strutturale e idraulico, con un beneficio anche dal punto di vista della manutenzione. Il progetto dovrà essere esaminato e approvato dai tecnici della Direzione Viabilità della Città Metropolitana. Il progetto della rotatoria ha tenuto conto della necessità di rallentare i veicoli, in modo che non superino la velocità di 40-50 Km orari, prevedendo un raggio e una curvatura che obblighino i conducenti a procedere in modo da garantire la sicurezza. Oltre che per ridurre la velocità all’interno del centro abitato, la rotatoria è stata progettata per migliorare la svolta dei mezzi tra la strada provinciale e quella comunale. Le aree su cui insisterà l’opera sono in parte di proprietà della Città Metropolitana e in parte di proprietà privata. Sarà quindi necessaria una procedura di espropriazione per circa 2400 metri quadratidi terreni.

CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA NUOVA ROTATORIA

La rotatoria sarà dotata di quattro bracci, di cui due sulla Provinciale 141, uno di innesto su via Circonvallazione e uno per l’accesso alla strada privata a nord della nuova infrastruttura. La strada privata a sud del canale del Molino Osasio non avrà un accesso diretto nella rotatoria, perché in tal caso si dovrebbe prevedere un secondo attraversamento. Si dovranno quindi definire le modalità con cui i mezzi potranno svoltare in immissione e in uscita dalla Strada Provinciale senza compromettere la sicurezza degli altri veicoli. Limmissione sulla Provinciale provenendo dalla strada privata sarà regolata da una segnaletica che prevederà l’obbligo della svolta verso la rotatoria. Il progetto prevede dunque la rotatoria con pavimentazione drenante, la demolizione e la ricostruzione dell’attraversamento della Provinciale 141 sul canale del Molino di Osasio, la realizzazione di muri d’ala in massi ciclopici non legati, un nuovo impianto di illuminazione, l’adeguamento della condotta in cemento armato esistente per lo smaltimento delle acque raccolte nei fossi all’interno del canale irriguo. La carreggiata dell’attraversamento sul canale del Molino di Osasio dovrà essere ampliata dagli attuali 7 fino ad un massimo di 12 metri. In corrispondenza dell’attraversamento dovranno essere installati guard-rail e barriere stradali. Dato che l’attraversamento ha una luce netta complessiva inferiore ai 6 metri il manufatto non viene definito come ponte e pertanto non necessita della verifica di un franco idraulico. Sarà sufficiente verificare che l’attraversamento non vada in pressione in caso di piena. Il nuovo attraversamento in progetto avrà una sezione rettangolare con altezza netta di 1,55 metri e larghezza netta di 5 metri. La superficie netta sarà superiore a quella attuale, garantendo un deflusso maggiore rispetto all’opera presente. Una serie di opere minori serviranno ad evitare fenomeni di erosione e di instabilità delle sponde: muri d’ala in massi ciclopici non legati, una platea antierosiva a valle dell’attraversamento, un dente di fondazione in cemento armato.ipotesi tracciato circonvallazione Pancalieri 1

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È pronto lo studio di fattibilità delle alternative di progetto per il miglioramento della viabilità comunale che serve la borgata Villaretto di Usseglio, redatto su richiesta del Comune all’Ufficio Pianificazione e realizzazione opere pubbliche e all’Unità specializzata tutela del territorio della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana di Torino. “Lo studio progettuale, - precisa il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo - riguarda la realizzazione di un ponte stradale sul rio Servin e dei relativi collegamenti stradali. I tecnici della Città Metropolitana hanno elaborato e analizzato una soluzione progettuale principale A e un’alternativa B. Prosegue quindi l’azione del nostro Ente a supporto delle amministrazioni locali, soprattutto quelle delle aree rurali e montane, che hanno più necessità di poter disporre di professionalità altamente specializzate nella progettazione e, in alcuni casi, anche nella direzione dei lavori”.

I DETTAGLI DELLE DUE IPOTESI PROGETTUALI

L’area dell’intervento si trova alla base del versante sulla sinistra orografica della Valle di Viù. Il nuovo tronco di viabilità comunale da realizzare si trova all'interno del concentrico della borgata Villaretto, nel perimetro definito tra le vie Castello e Arnas e la Strada provinciale 32 della Valle di Viù.
La soluzione A comporta lo scavalcamento del rio Servin e la nuova viabilità comunale progettata dai tecnici della Città metropolitana avrebbe lo scopo di migliorare la percorribilità di alcuni tratti in cui la sezione stradale tra le case è molto stretta. In sostanza si realizzerebbe una bretella a senso unico che, partendo dall’imbocco tra la Provinciale 32 e via Arnas, consentirebbe di raggiungere la strada comunale Castello. La circolazione stradale potrebbe essere gestita tramite un senso unico, con l’ingresso verso l’abitato di Villaretto da via Arnas e l’uscita dalla strada comunale Castello. La lunghezza complessiva del nuovo tronco sarebbe di 195 metri. La larghezza della piattaforma, progettata per il senso unico, sarebbe di 3 metri e mezzo, a cui vanno aggiunte due banchine da mezzo metro. Lo scavalcamento del rio Servin potrebbe essere realizzato con spalle in cemento armato che poggino su fondazioni indirette e con un impalcato a struttura mista, mediante travi in acciaio assemblate in loco e soletta in predalles con armatura e getto di completamento in opera. Tale soluzione ottimizzerebbe la logistica del trasporto dei materiali da costruzione ingombranti, tenendo conto della ridotta sezione della Provinciale 32. Il ponte ipotizzato nel progetto avrebbe una carreggiata larga 4 metri, banchine portabarriera di mezzo metro ciascuna, una luce di calcolo di 17,45 metri e una luce libera di 16,80. L’opera dovrebbe essere completata da una ricalibratura e dall’allargamento dell’alveo del rio nella zona di attraversamento, ma anche da opere di difesa spondale, consistenti in scogliere in massi ciclopici intasate. L’imbocco con via Arnas sarebbe realizzato in trincea, con l’ausilio di muri controterra in cemento armato. Per aumentare la sicurezza della zona i progettisti hanno previstoopere per il contenimento delle colate di detriti e delle slavine, da individuare in un successivo approfondimento progettuale. La soluzione A prevede un costo dei lavori di 675.000 euro.
La soluzione “B” riguarda invece la nuova viabilità comunale nell’area Caserme e prevede il completamento di via Arnas con un tronco stradale da realizzare all’interno dell’area delle caserme Rocciamelone. Tale soluzione rientra nell’ottica più ampia del cambio di destinazione e del riuso delle caserme, previsti da uno studio promosso dal partenariato tra l’associazione Amici del Museo civico alpino Tazzetti di Usseglio (capofila), il Comune di Usseglio, il Politecnico e l’Università di Torino, l’Uncem e il Gal Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone. La soluzione B dovrebbe essere inclusa negli approfondimenti progettuali di sviluppo dell’area delle caserme, sebbene la viabilità rivista possa costituire un lotto funzionale autonomo e separato. Il tracciato ipotizzato dai progettisti della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali sfrutterebbe parzialmente l’attuale viabilità interna alle aree delle caserme e si ricongiungerebbe con il tratto esistente di via Arnas nella parte superiore della borgata, consentendo l’ingresso e l’uscita dal concentrico sulla Provinciale 32. Il nuovo tratto di strada sarebbe lungo 120 metri e la larghezza della piattaforma, progettata sempre per il senso unico, sarebbe di 3 metri e mezzo più le due banchine di mezzo metro. Sono previsti la parziale demolizione del muro di cinta verso l’ingresso delle caserme sulla Provinciale 32, la realizzazione di opere di sostegno all’imbocco con via Arnas ed eventuali consolidamenti dei muri esistenti. L’importo dei lavori è stimato in 210.000 euro. ipotesi tracciato 1

Assistenza ai Comuni

Prevede una spesa complessiva di 820.000 Euro, di cui 201.000 già finanziati dalla Città Metropolitana per il primo lotto, il progetto di fattibilità tecnica ed economica della riqualificazione di piazza Risorgimento a Lauriano, attraversata dalla Strada Provinciale 100. Il progetto è stato redatto dall’ufficio tecnico della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana, su richiesta dell’amministrazione comunale di Lauriano. L’attuale configurazione della Provinciale 100 rende il centro storico del paese comodamente accessibile ma taglia in due la piazza e comporta la presenza di un traffico veicolare veloce, che mal si concilia con il valore sociale del principale spazio di incontro del concentrico. La piazza e le strade che vi convergono hanno una superficie complessiva di circa 3650 metri quadrati, interamente asfaltata e circondata per metà da una cortina di platani. Il sagrato della chiesa parrocchiale è leggermente rialzato rispetto alla piattaforma stradale, mentre uno stretto marciapiede separa l’area al centro delle cortine alberate dalla Provinciale 100. L’amministrazione comunale ha espresso la volontà di riqualificare la piazza come polo di aggregazione e nodo di connessione, mantenendone l’impianto storico con la cortina alberata e gli usi già in atto, ossia il mercato settimanale, il parcheggio e la presenza di dehor. Ai progettisti della Città Metropolitana il Comune ha chiesto di adottare la medesima pavimentazione in pietra già realizzata in via Mazzini, per dare continuità all’intervento.

La progettazione suddivisa in lotti ha quindi adottato un criterio di flessibilità nell’uso degli spazi, per armonizzare le diverse esigenze, ovviamente nel rispetto degli obblighi normativi riferiti alla sicurezza, agli aspetti igienico-sanitari, all’abbattimento delle barriere architettoniche, all’efficienza energetica, alla sicurezza degli impianti e alla valorizzazione architettonica. Piazza Risorgimento è un bene culturale tutelato dalla normativa di settore, per cui la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Torino dovrà avallare il progetto, per garantire la tutela del patrimonio pubblico sotto il profilo storico-culturale.

UN PROGETTO CHE PARTE DALLA RICERCA STORICA

Proprio la ricerca storica è stata quindi il punto di partenza di uno studio di fattibilità che si colloca in un territorio comunale articolato in due principali nuclei abitativi, corrispondenti agli insediamenti storici di Lauriano in pianura e di Piazzo in collina, a sua volta diviso in borgate, a lungo separate e riunite in un unico Comune solo nel 1928. Il territorio di Lauriano è attraversato dalla Provinciale 590 della Val Cerrina, che ricalca l’antica strada militare tra Torino e Casale Monferrato. Dalla 590 si dipartono a pettine una serie di strade che collegano i centri abitati e proseguono verso le colline del Monferrato, tra cui appunto la “Strada comunale a Lauriano”, l’attuale Provinciale 100 che attraversa la piazza. Il concentrico del capoluogo sorge ai piedi della collina e si apre a nord verso il Po, dove un tempo sorgeva un porto con traghetto. La configurazione attuale risale alla metà del XVII secolo, quando il paese fu ricostruito dopo l’ennesima piena distruttiva del fiume, spostando l’abitato e la parrocchia in posizione sicura. Studiando la cartografia storica si è compreso come fin da allora la piazza antistante la chiesa abbia avuto la funzione di porta di accesso al centro urbano. La strada che attraversava e attraversa tuttora la piazza prosegue diritta fino al castello. La “Via Grande”, l’attuale via Mazzini è la vera spina dorsale dell’abitato. Successivamente la viabilità è stata modificata, dando alla Provinciale 100 l’attuale conformazione “ad elle”, che taglia la piazza, lasciando alla stretta via Mazzini una connotazione esclusivamente urbana.

UN PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DI UN SUGGESTIVO CENTRO STORICO

Il progetto della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali ha l’ambizione di mettere in sicurezza la piazza, moderando la velocità dei veicoli e attuando nel contempo una riqualificazione urbana e architettonica, con un ripensamento degli spazi e delle visuali che valorizzi anche il legame con il territorio. Del resto, in tutta Europa laddove le piazze sono diventate incroci o parcheggi si tenta di creare spazi sicuri, dove i diversi utenti della strada possano convivere pacificamente. Si interviene sul disegno della pavimentazione e sulla riduzione degli spazi veicolari, anche con elementi di arredo che inducono l’automobilista a circolare con maggiore prudenza e a dare la precedenza ai pedoni. Si persegue il concetto di “piazza traversante”, in cui la strada si dissolve nel disegno della piazza portata su un unico livello. In poche parole, la strada attraversa una piazza e non è più un elemento al suo fianco.
Il progetto prevede quindi la creazione di una mini-rotatoria in corrispondenza dell’incrocio tra la Provinciale 100 e la via Chivasso-Garibaldi, che servirà sia a fluidificare il traffico lungo la via comunale (in aumento a seguito della realizzazione della rotonda presso il negozio Luxottica) sia a rallentare il traffico sulla Provinciale 100 all’ingresso della piazza. La velocità verrà limitata a 30 km/h, non solo imponendo il limite ma anche mantenendo una larghezza ridotta della carreggiata e delimitandola con due file di dissuasori, in modo da indurre gli automobilisti a una maggiore cautela. La stessa mini-rotatoria segnalerà l’accesso al centro urbano e alla zona 30. Il primo tratto della Provinciale 100 nel suo ingresso in piazza verrà rettificato, riportandolo per un breve tratto sull’antico tracciato in asse con la via Mazzini e offrendo quindi per un istante a chi transita in auto la prospettiva della salita al castello, apprezzabile grazie alla ridotta velocità. Un’ampia curva raccorderà questo tratto con quello del lato sud della piazza, che resterà inalterato, in quanto vincolato dagli edifici e dal filare di platani. In tal modo si recupererà anche spazio per il parcheggio.
La valorizzazione architettonica della piazza prevede il rifacimento della pavimentazione, adottando quella già utilizzata in via Mazzini, in masselli di porfido posato ad archi contrastanti con bordi in pietra di Luserna. Si creerà un unico piano senza discontinuità né dislivelli, ottenendo uno spazio polivalente ed eliminando le barriere architettoniche. Gli spazi dedicati alla viabilità, al parcheggio e al mercato saranno individuati e protetti da una serie di paletti dissuasori, che potranno all’occorrenza essere rimossi, per disporre di uno spazio più ampio in occasione di sagre, feste patronali e altri eventi pubblici.
Le alberature storiche sono parte integrante del progetto, in quanto creano una cortina che individua la zona centrale e più protetta della piazza, luogo di incontro e spazio di mercato. Se ne prevede pertanto il mantenimento, a meno di piccole modifiche necessarie per una maggiore fluidità e sicurezza del traffico.

QUADRO ECONOMICO E PRIORITÀ PERSEGUITE NELLA PROGETTAZIONE

L’importo complessivo previsto al momento per l’intervento è di 567.600 euro, per un quadro economico complessivo di 820.000 Euro. Gli importi sono stati stimati parametricamente, mentre in sede di progettazione definitiva si provvederà ad un conteggio più preciso. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica ha individuato, come previsto dal Codice dei contratti, il quadro delle esigenze da soddisfare, le aree impegnate, le eventuali fasce di rispetto e le occorrenti misure di salvaguardia, le specifiche funzionali e i limiti di spesa delle opere da realizzare, i profili e le caratteristiche più significative degli elaborati dei successivi livelli di progettazione. Le successive fasi della progettazione approfondiranno tutti gli aspetti tecnico-progettuali, tra i quali il disegno della pavimentazione, che dovrà richiamare e valorizzare il contesto delle facciate circostanti e ritmare lo spazio, possibilmente agganciandosi ad allineamenti o disegni preesistenti. Non bisogna poi dimenticare che la creazione di un unico piano favorisce gli utenti con disabilità motorie, ma costituisce una criticità per i disabili visivi. Pertanto la pavimentazione dovrà essere integrata con piste tattili a pavimento, che facilitino l’orientamento nello spazio aperto di non vedenti e ipovedenti. Il rifacimento della pavimentazione sarà infine l’occasione per verificare ed eventualmente implementare l’attuale sistema di raccolta delle acque piovane. L’illuminazione dovrà essere oggetto di uno studio redatto da specialisti, per rispettare i requisiti di sicurezza, valorizzare l’architettura della piazza, evitare l’inquinamento luminoso e perseguire il risparmio energetico, tenendo conto delle diverse attività e delle diverse possibili configurazioni, anche con l’adozione di un sistema computerizzato di gestione ed eventualmente integrando nell’impianto pannelli fotovoltaici. La dotazione impiantistica dello spazio del mercato verrà potenziata, con colonnine per la fornitura di corrente elettrica agli operatori, da collocare lungo il perimetro alberato.
Il tutto dovrà essere studiato nel rispetto dei criteri ambientali minimi che tutti i progetti pubblici devono rispettare, tra cui è importante ricordare l’uso di materiali riciclati o riciclabili, l’attenzione al corretto smaltimento delle acque piovane, la gestione intelligente dell’illuminazione pubblica.
Data l’entità dell’intervento, si prevede fin d’ora la possibilità di suddividerlo in lotti, per ottimizzare la gestione finanziaria e della viabilità. Il primo lotto, riferito alla viabilità, corrisponde all’intervento di messa in sicurezza lungo la Provinciale 100 nel centro abitato con opere di mitigazione della velocità, mediante posa di porfido ad archi contrastanti. Come detto, per questo intervento il Comune di Lauriano ha da poco ottenuto un finanziamento di 201.829 euro da parte della Direzione Coordinamento Viabilità-Viabilità 1 della Città Metropolitana, che ha anche avallato in linea di massima l’impostazione del progetto sotto il profilo della sicurezza stradale.
Nel rispetto del Codice dei contratti è stata stilata la Verifica preventiva dell’interesse archeologico, da parte di archeologi qualificati, che hanno studiato la documentazione d’archivio. Nell’esprimere il parere di massima favorevole all’intervento, la Soprintendenza ha prescritto l’esecuzione piano di saggi archeologici preliminari, che verranno eseguiti all’avvio della progettazione definitiva, parallelamente al completamento del rilievo topografico e alle verifiche sui sottoservizi.rendering configurazione spazi ipotesi 1-2

Assistenza ai Comuni

Prevede una spesa di 42.000 euro il progetto di una nuova tettoia per il ricovero di attrezzatura che il Comune di Prarostino ha chiesto di redigere ai tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città metropolitana di Torino. Il progetto prevede che la tettoia sia realizzata sulla facciata sud-est dell'edificio polivalente che l'amministrazione comunale possiede in località San Bartolomeo. La redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica è stata autorizzata con un Decreto del Vicesindaco metropolitano del 19 ottobre scorso. La tettoia sarà realizzata in un'area già utilizzata per il deposito di attrezzature comunali, che non dispone di un adeguato riparo dalle intemperie e non consente un'organizzazione ordinata e funzionale delle attrezzature stesse.
Per rendere completamente in piano l'area su cui sarà edificata la nuova tettoia sarà necessario realizzare un'opera di sostegno in cemento armato, con fondazioni sul terreno roccioso, in modo da creare un idoneo terrapieno. Il vuoto verso la scarpata verrà protetto con un parapetto. La nuova tettoia comunale avrà una struttura a telaio ad unica falda in legno ed è prevista la realizzazione di otto pilastri in legno massiccio, sormontati da travi di "banchina" in legno lamellare, su cui sarà poggiata l'orditura della copertura, costituita da puntoni dello stesso materiale. La struttura sarà completata con il fissaggio sui puntoni di un tavolato in legno massiccio con incastro maschio-femmina e con un manto superiore di lamiera precoibentata in acciaio preverniciato. La struttura in legno sarà fondata mediante tasselli in parte su muro in blocchi armati e in parte su una piastra in cemento armato, che avrà anche funzione di battuto di pavimentazione. Il muro in blocchi verso valle servirà per il contenimento di prodotti sfusi stoccati sotto il nuovo ricovero.
Il progetto prevede anche una rete di raccolta delle acque piovane, per evitare il ristagno e l'infiltrazione in prossimità dell'edificio in caso di intense e prolungate precipitazioni. Le acque raccolte dovranno essere allontanate dall'area e scaricate in modo da evitare l'avvio di processi di instabilità del terreno.PROGETTO NUOVA TETTOIA COMUNE PRAROSTINO 1

Assistenza ai Comuni

Prevede una spesa di 485.000 Euro il progetto per la messa in sicurezza dell’incrocio a raso tra le Strade Provinciali 141 e 146 e due strade comunali non asfaltate che i tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali della Città Metropolitana di Torino hanno redatto su richiesta del Comune di Castagnole Piemonte. L’intervento ha lo scopo di ridurre la velocità dei veicoli in transito sulle provinciali e migliorare le condizioni di sicurezza dell’incrocio per il traffico proveniente dai Comuni di Virle Piemonte, Scalenghe e None. Immediatamente a nord dell’intersezione scorre un canale irriguo di proprietà del Comune di Castagnole, il rio Pascolo Croce, oggetto di una valutazione finalizzata all’ampliamento del suo attraversamento, allo scopo di ridurre il rischio di esondazione nei terreni limitrofi.
L’area presa in considerazione dai tecnici della Città Metropolitana è invece a sud del centro abitato di Castagnole Piemonte e il progetto richiesto dal Comune è stato redatto in modo da essere compatibile con la futura viabilità. Nel luglio del 2016 era stato infatti redatto un progetto di fattibilità per la realizzazione della circonvallazione che collega le Provinciali 145 e 146. Oltre alle rotatorie e all’ampliamento delle sedi stradali, il progetto di cinque anni fa prevedeva una pista ciclabile sulla dorsale della Provinciale sprovvista di una carreggiata indipendente, che è utilizzata per raggiungere l’abitato di Scalenghe e la Via delle Risorgive, pista ciclabile realizzata sul sedime della ex ferrovia Saluzzo-Moretta-Airasca.
Il Comune di Castagnole Piemonte intende potenziare la mobilità sostenibile, realizzando una nuova pista ciclabile che colleghi il centro abitato del capoluogo con Virle Piemonte. Attualmente il crocevia oggetto del progetto dei tecnici della Direzione Azioni integrate con gli Enti locali presenta diverse problematiche, sia dal punto di vista viario che da quello della sicurezza. La progettata rotatoria sulla Provinciale 141 al km 14+750 in sostituzione dell’incrocio a raso con la Provinciale 146 ridurrà la velocità dei veicoli in transito, andando ad interrompere l’attuale rettifilo e facilitando la svolta per l’imbocco della 146. La rotatoria avrà un raggio esterno di 18 metri e uno interno di 9,5. Il raggio dell’isola centrale è di 8 metri, mentre la larghezza totale della carreggiata della rotatoria è di 7 metri, con una banchina interna di mezzo metro e una esterna di un metro. La corsia in entrata sarà larga 3,5 metri, quella in uscita 4,5. Dei quattro accessi previsti due saranno sulla Provinciale 141, uno sulla 146 e uno per l’accesso alle due strade comunali.
La scelta progettuale per le due strade sterrate comunali, utilizzate principalmente per le attività agricole e separate da un canale irriguo di modesta portata, è stata quella di convogliarle in un unico braccio, per poi prevedere una successiva biforcazione, con l’utilizzo di un attraversamento situato a circa 15-20 metri a valle dalla rotatoria.
Il progetto comprende anche il raddoppio dell’attuale attraversamento della Provinciale 141, che servirà anche per ridurre il rischio idraulico, oltre ad un attraversamento per unire le due strade sterrate. Le aree su cui insisterà l’opera, sono in parte di proprietà della Città Metropolitana di Torino e in parte di proprietà privata. Sarà quindi necessaria una procedura per espropriare circa 1310 metri quadrati di terreni privati. La durata del cantiere è prevista in circa 140 giorni naturali consecutivi.

planimetria progetto Castagnole Piemonte 1

Assistenza ai Comuni

Scuole materne, elementari e medie più moderne e sicure, rotatorie e piste ciclabili che risolvono annosi problemi della circolazione in ambito locale, attraversamenti pedonali che riducono l’incidentalità sulle strade provinciali e comunali, varianti che liberano i centri storici di paesi e città dalla morsa del traffico, sistemazioni idrauliche dei corsi d’acqua che prevengono disastrose inondazioni, edifici storici rurali o urbani che trovano una nuova funzione diventando accoglienti sedi per le associazioni che ravvivano il tessuto sociale locale. Non sono progetti e opere che calano dal cielo su comunità locali che, da sole, non avrebbero la forza amministrativa e tecnica per progettarle e per seguire i lavori. Sono semplicemente impegni che, dando continuità ad una buona prassi dell’allora Provincia, la Città Metropolitana di Torino porta avanti, svolgendo funzioni di assistenza tecnico-amministrativa alle amministrazioni locali e mettendo gratuitamente a disposizione dei Comuni e delle loro Unioni le risorse umane e strumentali della Direzione Azioni Integrate con gli Enti Locali per l'attività di progettazione, gestione e direzione di lavori pubblici e consulenza. L’assistenza tecnica ai Comuni è prevista dalla Legge Delrio del 2016, è uno dei capisaldi dello Statuto della Città Metropolitana di Torino e trova la sua origine e la sua prima sanzione politica negli indirizzi che nel 2005 il Consiglio Provinciale dettò alla Giunta, approvando il modello di un’intesa-tipo, da stipulare con i Comuni e le Unioni di Comuni che richiedevano l'assistenza tecnica.
Su richiesta e per conto delle amministrazioni locali, la
Direzione Azioni Integrate con gli Enti Locali provvede alla progettazione e/o all'esecuzione di opere pubbliche, sia direttamente, sia fornendo consulenza e assistenza tecnica ai vari livelli di progettazione. I tecnici della Direzione redigono relazioni geologiche e geotecniche a supporto della progettazione di opere pubbliche, assistono gli Enti locali in materia di difesa del suolo, di idraulica e predisposizione di pareri geologici su strumenti urbanistici e progetti, anche privati, la cui autorizzazione è di competenza comunale, forniscono consulenza e pareri in materia di normativa tecnica e di gestione di procedure informatiche relativamente alle opere pubbliche.
L’elenco completo delle opere e degli studi conclusi comprende circa 140 interventi di varia entità ed impegno progettuale, pubblicati nel portale Internet della Città Metropolitana alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/azioni-integrate-enti-locali/assistenza-tecnica-comuni/lavori-ultimati
Tanto per fare qualche esempio, l’elenco comprende la progettazione preliminare del nuovo
polo educativo del Comune di Caprie, con una spesa prevista di oltre 5 milioni di euro, la progettazione della nuova scuola primaria di Sant’Ambrogio di Torino, che prevede una spesa di 4 milioni e 400.00 euro, gli interventi nell’ambito del progetto Corona Verde a Nichelino per la sistemazione naturalistica spondale e la fruizione ciclopedonale del Sangone, il progetto preliminare della ricostruzione del ponte in località Bertenga a Torre Pellice, la sistemazione di un’area verde pubblica a Tetti Neirotti di Rivoli e la progettazione di collegamenti ciclo-pedonali, la riqualificazione della piazza Risorgimento di Lauriano, l’edificio che a Monteu da Po dovrebbe ospitare il Municipio, le scuole e la biblioteca, le paline del car pooling in Valle di Susa. Ma, come detto, questi sono solo alcuni esempi, di quanto progettato e in parte già realizzato negli anni scorsi sotto la supervisione dei tecnici della Città metropolitana.
Sono invece ben 33 le opere e gli studi in corso. L’elenco, aggiornato al 21 ottobre, è pubblicato alla pagina
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/azioni-integrate-enti-locali/assistenza-tecnica-comuni/lavori-corso. Anche in questo caso si tratta di lavori di modesta o media entità, come rotatorie, marciapiedi, piste ciclabili e attraversamenti pedonali, ma anche di lavori che potranno cambiare la qualità della vita nei territori, come il secondo lotto della sistemazione del ponte della Bertenga a Torre Pellice, la progettazione della ristrutturazione e le ipotesi di riutilizzo delle caserme Rocciamelone ad Usseglio.

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