I NOSTRI COMUNICATI

 

Comunicati

Cultura

Da sabato 10 novembre, con inaugurazione alle ore 14, fino al 9 dicembre il Castello di Miradolo ospita la mostra “Augusto Cantamessa. Fotografie”, la più importante retrospettiva dedicata al Maestro fino a oggi. Il progetto, curato dalla Fondazione Cosso, celebra l’arte di Augusto Cantamessa a poca distanza dalla sua scomparsa, dopo 70 anni di attività, e si sviluppa con la collaborazione di Bruna Genovesio e Patrik Losano, curatori del patrimonio fotografico di Augusto Cantamessa. 

La mostra racconta l’opera del Maestro attraverso una selezione di oltre 60 fotografie, in bianco e nero, modern print e vintage, tra cui diversi inediti, svelati al pubblico in questa occasione. Numerose le opere esposte per le quali Cantamessa ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti come Breve orizzonte (1955), icona senza tempo, in Europa come oltre oceano, oppure Giovane fabbro (1958), acquisito dalla Bibliothèque Nationale de France a Parigi. L’esposizione si articola in 5 sezioni che individuano altrettante aree tematiche, cardine della ricerca fotografica di Cantamessa: f8/1:200, Terra, Paesaggi, Ritratti, Vintage.

In f8/1:200 le fotografie fanno compiere un viaggio nel tempo che rievoca profondi cambiamenti avvenuti nella società italiana durante gli anni del boom economico, con il tramonto della civiltà contadina e l’emigrazione verso la città. Nella sezione Terra emerge il forte legame con il mondo rurale, del quale Cantamessa si sentiva parte, con scene di uomini e donne immortalati alle prese con le fatiche quotidiane: una raccolta di scatti, dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Settanta, che riproducono vedute del paese delle origini. I Paesaggi silenti del Maestro sono un invito a placare la mente per contemplare l’essenza dei luoghi e degli elementi naturali. In Ritratti i volti ci catturano: l’immagine è avvolta dalla luce e compaiono i segni del tempo. Con la sezione Vintage si alternano scatti intimi come Mia moglie (1950), sua musa ispiratrice, a ritratti che ci raccontano di antichi mestieri, come Il carradore (1956), in una chiusa di grande suggestione. Grazie a un’inedita installazione sonora curata dal progetto artistico Avant-dernière pensée nelle sale espositive, i visitatori sperimentano un’esperienza di visita insolita e coinvolgente: la dimensione musicale entra a far parte della narrazione visiva per rendere omaggio a Cantamessa, all’uomo, al professionista, all’amico. Un racconto musicale che esprime il legame di grande stima e vicinanza, consolidatosi nel tempo tra il fotografo, la Fondazione Cosso e Roberto Galimberti. In diverse occasioni, dal 2009, l’arte di Cantamessa ha incontrato le sperimentazioni di Avant-dernière pensée, trovando spazio di espressione al Castello di Miradolo.  

Info e prenotazioni
www.fondazionecosso.com
prenotazioni@fondazionecosso.it

Cultura

Sabato 17 novembre alle 21 nel teatro dell’oratorio Beato Carletti è in programma il prossimo appuntamento della stagione Chivasso in Musica 2018-19, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino. Protagonista della serata sarà l’ensemble “Gli otto violoncelli di Torino”, nato nel 2005 per iniziativa del maestro Fabrice De Donatis, desideroso di creare un gruppo violoncellistico di livello unico in Italia. Dell’ensemble fanno parte Giulio Arpinati, Massimo Barrera, Alberto Capellaro, Fabrice De Donatis, Paola Perardi, Claudia Ravetto, Pierpaolo Toso e Manuel Zigante.
Il programma del concerto del 17 novembre a Chivasso sarà aperto dalla “Sarabande” di Johann Sebastian Bach, tratta dalla Suite numero 6 in Re maggiore BWV 1012, a cui farà seguito “Bach en promenade”, una composizione del contemporaneo Gian Paolo Chiti.
Conclusa la prima sezione dedicata alla musica barocca e alla sua rivisitazione, si passerà all’ascolto della lirica, con un omaggio a Giuseppe Verdi. Il primo brano sarà il Preludio all’atto primo de “La Traviata”, mentre il secondo brano sarà la Sinfonia del “Nabucco”. La terza parte del programma sarà dedicata a celebri brani di musica leggera e ad alcune colonne sonore di film famosi: “Moonlight serenade” di Glenn Miller, “La vie en rose” di Edith Piaf, “Il padrino” di Nino Rota, “Il postino” di Luis Bacalov e “La Vita è bella” di Nicola Piovani.
Il concerto è organizzato in collaborazione con i due Lyons Club chivassesi, l’Host e il Duomo. Il biglietto d’ingresso costerà 10 Euro e i biglietti omaggio saranno riservati agli iscritti all’associazione Contatto in regola con il tesseramento.
Per saperne di più si può visitare il portale Internet www.chivassoinmusica.it, scrivere a info@chivassoinmusica.it o telefonare al numero 011-2075580.

Cultura

In occasione della Festa nazionale e del centenario dell’indipendenza della Polonia, il Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, il Console onorario a Torino, la Comunità Polacca torinese e l’amministrazione comunale hanno organizzato per sabato 3 novembre alla Mandria di Chivasso una serie di celebrazioni e di iniziative che rinsaldano il gemellaggio tra le città di Chivasso e di Przemysl e il legame tra la Polonia e il Canavese.
Le celebrazioni, patrocinate dalla Città Metropolitana di Torino, inizieranno alle 9,30 con lo scoprimento della lapide in ricordo dei soldati polacchi ospitati al termine della Prima Guerra Mondiale nella tenuta della Mandria, la posa di una corona d’alloro in memoria dei militari e i saluti delle autorità polacche e italiane. Alle 10 nel cimitero della Mandria saranno deposti fiori alla lapide che ricorda i primi soldati polacchi deceduti a Chivasso. Altri fiori saranno deposti alle 10,45 sulla tomba dei soldati polacchi nel cimitero del capoluogo. Una corona d’alloro sarà infine deposta alle 11,15 alla lapide che ricorda i caduti polacchi in piazza Dalla Chiesa.
Nella stessa piazza alle 11,30 si inaugurerà la mostra ”Da prigionieri a uomini liberi. L’Armata polacca in Italia 1918 – 1919”, allestita nei locali dell’ex biblioteca e celebrata con un annullo filatelico speciale.
Alle 16 nel cimitero di Ivrea sarà deposta una corona alla tomba dei soldati polacchi, mentre in serata, alle 20, il Teatro Civico di Chivasso ospiterà il Gran concerto vocale strumentale polacco-italiano, con canti patriottici dei due paesi, arie d’opera e canti di Stanisław Moniuszko. Protagonisti del concerto saranno la soprano Dominika Zamara, il pianista Andrea Musso e la voce recitante Beata Dudek.

LO STORICO LEGAME TRA CHIVASSO E LA POLONIA

Torino e il Piemonte hanno con la Polonia un legame storico, nato nell’Ottocento nel periodo in cui il popolo italiano e quello polacco lottavano per raggiungere l’agognata indipendenza nazionale. Centinaia di polacchi combatterono le guerre risorgimentali italiane, molti dei quali al comando del generale Garibaldi, il quale a sua volta fornì sostegno morale e concreto ai patrioti polacchi che lottavano per sottrarre il loro Paese al dominio russo, a quello austroungarico e a quello prussiano.

Negli ultimi dieci anni la Provincia di Torino prima e la Città Metropolitana poi hanno concesso il loro patrocinio alle iniziative per la Festa nazionale polacca, proprio in considerazione dei legami storici tra il nostro territorio - in particolare il Chivassese - e la Polonia. Concedendo il patrocinio, la Città Metropolitana prosegue quindi nel solco di una consolidata tradizione di attenzione e vicinanza alla comunità polacca, alla sua associazione Ognisko Polskie w Turynie e al Consolato onorario di Polonia a Torino.
Il legame forte fra Torino e la sua provincia e la Polonia si rinsaldò al termine della Prima Guerra Mondiale, quando 22.000 soldati polacchi, precedentemente inquadrati nell'esercito austro-ungarico e catturati dagli italiani durante il conflitto, si arruolarono come volontari nel nuovo esercito che venne costituito per iniziativa del Comitato Nazionale Polacco. Essi trascorsero un periodo di addestramento alla Mandria di Chivasso e, nel 1919, tornarono in patria per combattere ai confini orientali prima contro gli ucraini e poi contro le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, assicurando così alla Polonia un breve periodo di indipendenza nazionale, che sarebbe però terminato tragicamente nel 1939, con le contemporanee invasioni tedesca e russa seguite allo sciagurato Patto Molotov-Ribbentrop.
A Chivasso, ad Ivrea e a Torino sono sepolte le salme di molti dei soldati che non riuscirono a sopravvivere alle malattie contratte durante la prigionia in Italia negli anni che vanno dal 1915 al 1918. Nel 1990 il Papa polacco Giovanni Paolo II rese onore alla lapide che nel cimitero di Chivasso ricorda i connazionali militari, durante la sua visita alla Diocesi di Ivrea. Durante l'addestramento alla Mandria le condizioni dei militari polacchi migliorarono notevolmente. Per loro furono organizzate attività di istruzione primaria e professionale, iniziative culturali e sportive. A coordinare tali iniziative fu il Comitato Pro-Polonia, presieduto dall'avvocato Attilio Begey, il quale nel dopoguerra fu nominato Console onorario di Polonia a Torino.
La ricorrenza dell'11 novembre ricorda la riconquista della sovranità nazionale da parte dei polacchi nel 1918, al termine della Grande Guerra. La Comunità Polacca di Torino-Ognisko Polskie w Turynie si è invece costituita ufficialmente dopo la Seconda Guerra mondiale, quando alcuni ufficiali che avevano combattuto contro i nazifascisti, servendo nel corpo d'armata comandato dal generale Anders, si stabilirono a Torino per completare i loro studi, nell’impossibilità di tornare in una patria che era passata dal giogo nazista a quello sovietico. Gli ufficiali e i militari polacchi rimasti a Torino si laurearono al Politecnico e all’Università e, nel 1948, costituirono ufficialmente l’associazione Ognisko Polskie w Turynie, per mantenere vive le tradizioni nazionali e i legami con la madrepatria. Negli anni ’80, Ognisko Polskie w Turynie organizzò a Torino numerose iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di sostegno al sindacato Solidarność.
Oggi che la Polonia è a pieno titolo membro dell’Unione Europea, l’associazione continua a tenere vivi i legami tra la madrepatria e le famiglie dei polacchi che vivono e lavorano a Torino e in Piemonte, molti dei quali hanno un’elevata professionalità nel settore sanitario e nell’industria. Corsi di lingua polacca per i bambini e gli adulti (anche italiani), corsi di italiano per coloro che si sono stabiliti da poco a Torino, conferenze e momenti di svago aiutano i polacchi torinesi a sentirsi a casa loro in una città e in un Paese che li hanno sempre stimati e apprezzati.

Cultura

Nella sede di corso Inghilterra 7 della Città Metropolitana di Torino il Comune di Alpette ha ricevuto la Certificazione Herity International per il suo Polo Astronomico, al termine di un pomeriggio dedicato alla presentazione delle attività scientifiche e didattiche del Polo agli insegnanti e ai dirigenti delle istituzioni scolastiche.
La prima sessione dell’evento, condotta dal giornalista scientifico Antonio Lo Campo, si è aperta con i saluti istituzionali della Consigliera metropolitana delegata all’istruzione Barbarà Azzarà e del Sindaco di Alpette, Silvio Varetto. Il Presidente dell’associazione Amici del Polo Astronomico, Daniele Corna, ha illustrato l’attività scientifica e didattica che si svolge ad Alpette, mentre il fisico Sabino Saracino è entrato nel dettaglio sulla strumentazione dell’osservatorio e del planetario e sui progetti di ricerca in corso nel Polo. L’astronomo Walter Ferreri, direttore scientifico del Polo Astronomico, si è soffermato sugli eventi astronomici più importanti del 2018 e del 2019 e su come vengono seguiti ad Alpette. La seconda sessione si è aperta con il saluto della Consigliera metropolitana delegata al turismo, alle relazioni internazionali e ai progetti europei, Anna Merlin e con quello del Presidente dell’UNCEM, Marco Bussone. Ernesto Torti, autore di testi di divulgazione, ha poi parlato di come si può “Scrivere l’astronomia”. Il progetto di CLIL-Content and Language Integrated Learning che coinvolge il Polo Astronomico è stato illustrato dall’ACLE-Associazione Culturale Linguistica Educational e dal CeseDi, il Centro Servizi Didattici della Città Metropolitana di Torino.
La coordinatrice di Herity Italia, Gaia Marnetto - insieme al professor Maurizio Quagliuolo, Segretario generale di Herity – ha poi conferito la Certificazione Herity al Polo Astronomico di Alpette. Al termine la Coldiretti ha proposto un buffet con i prodotti della tradizione canavesana.

STORIA, VALENZA SCIENTIFICA E DIDATTICA E IMPORTANZA TURISTICA DEL POLO ASTRONOMICO DI ALPETTE

Quando si arriva ai quasi mille metri di Alpette è naturale e immediato apprezzare l’incantevole vista sulle valli e sui boschi dell’Alto Canavese. Se, grazie al potente telescopio dell’Osservatorio astronomico intitolato al prete astrofilo Don Giovanni Capace, pioniere dell’osservazione e dello studio delle stelle nel Canavese, si solleva lo sguardo alla volta celeste, il potente riflettore Ritchey-Chretien del diametro di 60 centimetri installato nella cupola che sovrasta il Municipio, apre le porte ad uno spettacolo emozionante: le profondità dell’Universo, le stelle, le nebulose e le galassie lontane anche milioni di anni-luce dalla Terra.
Grazie all’osservatorio e all’Ecomuseo del Rame e della Resistenza, Alpette passa dai 250 abitanti del periodo invernale ai 3.000 del periodo estivo, alcuni dei quali soggiornano nella guest house Spazio Gran Paradiso.
Negli anni ’70 Don Capace costruì il primo osservatorio, installando un potente telescopio Newton nella canonica della chiesa parrocchiale. Alpette, località già allora scelta da molti torinesi per rilassanti vacanze estive, diventò nota per il suo parroco astrofilo e per il suo osservatorio. Il Polo Astronomico "Don Giovanni Capace" è costituito dall'osservatorio e dal planetario e porta avanti le sue attività grazie all’entusiasmo degli Amici del Polo Astronomico di Alpette, associazione che organizza le visite guidate di gruppi e scolaresche e gli eventi come lo “Star Party” del solstizio d’estate.
L'osservatorio è posizionato sulla parte più alta del palazzo municipale, mentre il planetario è a poca distanza, nella vicina piazzetta Gran Paradiso. La cupola dell'osservatorio misura circa 5,5 metri. Vi è alloggiato un nuovo telescopio di tipo Ritchey-Chretien di 60 centimetri di diametro, al quale è accoppiato un telescopio di tipo rifrattore APO di 12 centimetri di diametro. Il telescopio principale consente di scorgere astri che emettono una luce più debole di quella del pianeta Plutone. Si tratta di strumentazioni ideali per osservare oggetti celesti della nostra galassia - come pianeti, nebulose, ammassi stellari - e altre galassie più lontane. Il planetario, inaugurato nell'ottobre del 2010, ha la possibilità di accogliere 54 visitatori per volta e consente di osservare la sfera celeste e i suoi fenomeni, proiettati sulla cupola, anche durante il giorno e con qualsiasi condizione climatica e atmosferica. È dotato di un sistema di proiezione a tecnologia digitale con risoluzione Ultra HD.
Scopo principale dell'attività del Polo Astronomico è la divulgazione scientifica, attraverso l'organizzazione di osservazioni e visite guidate, conferenze, seminari e “Star Party”. L'attività è diretta a tutti coloro che vogliono avvicinarsi all'astronomia, con particolare riguardo ai ragazzi della scuola primaria e secondaria. Per consultare le proposte didattiche rivolte alle scuole di ogni ordine e grado si può accedere al portale Internet www.osservatorioalpette.it o scrivere all’indirizzo e-mail info@osservatorioalpette.it
Per maggiori informazioni si può contattare il Comune di Alpette, al numero telefonico 0124-809122, al fax 0124-809122, oppure al numero 347-9098468.

Cultura

Anche se il fronte era lontano centinaia di chilometri, cent’anni fa la Prima Guerra Mondiale ebbe profonde ripercussioni su Torino e sull’intero Piemonte. Intere classi di operai, contadini, artigiani, tecnici e intellettuali per oltre tre anni combatterono (e in molti casi purtroppo morirono) nelle trincee delle Alpi Retiche, Carniche e Giulie, mentre nelle fabbriche, nelle botteghe, negli uffici e nei campi dovettero essere sostituiti da donne, giovani o persone la cui età non era più adatta al lavoro.
Fu un vero e proprio terremoto sociale ed economico, di cui, a livello locale, ha inteso dare conto il libro “La Grande Guerra e il Consiglio provinciale di Torino”, curato da Maria Valeria Galliano, che fa parte del direttivo della Consulta permanente dei Consiglieri e amministratori della Provincia e della Città Metropolitana di Torino.
Per iniziativa della Consulta, il libro è stato presentato oggi pomeriggio nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede storica della Città Metropolitana. A discutere i temi trattati da Maria Valeria Galliano sono stati l’autrice del volume e il generale degli Alpini in congedo Giorgio Blais.
Il libro, uscito per i tipi delle Edizioni SGI Torino, ripercorre i dibattiti e i provvedimenti del Consiglio Provinciale durante lʹamministrazione di guerra, che iniziò prima dell’entrata dell’Italia nel conflitto, nel 1914, protraendosi sino al 1920. Il confronto nell’assemblea è inserito nello scenario delle vicende belliche e delle loro conseguenze sulla vita socio-economica italiana e di Torino in particolare, fino alle soglie dell’avvento del regime fascista.
Nei sei anni dell’amministrazione di guerra in Consiglio si discussero temi amministrativi, ma anche sociali ed economici. Nelle sedute non poteva non giungere l’eco di temi particolarmente sentiti dalla popolazione: il rincaro del costo della vita e la conseguente necessità di un adeguamento degli stipendi dei dipendenti dell’Ente, la carenza di cibo, l’insufficiente distribuzione della farina e del pane, la scarsa qualità delle derrate alimentari, l’eccessiva mortalità infantile anche negli orfanotrofi e brefotrofi, l’arrivo di bambini profughi dal Friuli, le prospettive educative e formative della scuola.
In Consiglio riecheggiava lo scontro tra nazionalisti e interventisti da una parte e socialisti e neutralisti dall’altra. Tra gli interventisti vi era il liberale conservatore Paolo Boselli, per ben 44 anni – dal 1882 al 1926 - presidente dell’assemblea, parlamentare di lungo corso, promotore della fondazione del Politecnico di Torino e Presidente del Consiglio tra il giugno del 1916 e l’ottobre del ’17. A sinistra sedevano il leader sindacale socialista riformista Bruno Buozzi e il massimalista Francesco Barberis. Si discuteva delle visite a Torino del presidente statunitense Thomas Woodrow Wilson e di una delegazione dei rivoluzionari russi che avevano da poco rovesciato il regime zarista. La Russia stava vivendo la breve fase transitoria in cui, deposto lo Zar Nicola II Romanov, il potere era passato al governo guidato da Aleksandr Fëdorovič Kerenskij. Si discuteva anche dei tumulti della Settimana Rossa, dei sacrifici e delle sofferenze che le classi popolari stavano sostenendo a causa dell’evento bellico, della militarizzazione della produzione industriale particolarmente importante nella Torino della Fiat e di altre grandi aziende, del nuovo ruolo delle donne nel mondo del lavoro, degli scioperi per il pane, dell’influenza “Spagnola” e del suo mortifero dilagare.
Il libro è il ritratto di un’assemblea di carattere amministrativo, ma di grande peso e valenza politica, testimoniato dalla caratura di figure come quelle dei già citati Boselli, Buozzi e Barberis e quella del giovane avvocato Umberto Terracini, socialista massimalista, Consigliere del Mandamento di Lanzo, che fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia nel 1921 e avrebbe presieduto l’Assemblea Costituente nel secondo dopoguerra. Terminata con la “vittoria mutilata” la Grande Guerra, l’Italia sperimentò il “Biennio Rosso” e la successiva reazione autoritaria, avviandosi a tappe forzate verso la dittatura fascista, che, non a caso, avrebbe finito con il sopprimere gli organi elettivi degli Enti locali. Nel 1926, nell’ultima seduta del Consiglio Provinciale, vennnero dichiarati decaduti i consiglieri socialisti e comunisti ancora in carica, ad eccezione di Terracini, che, ufficialmente, aveva cambiato residenza ed era ritenuto irreperibile. In realtà il leader comunista era in carcere per la sua attività antifascista. La democrazia liberale e le sue istituzioni erano al tramonto. Nel 1927 con un Decreto prefettizio venne sciolta la Deputazione provinciale e venne nominato un commissario. Il fascismo avrebbe poi affidato le funzioni dei Consigli Provinciali ai Rettorati di nomina prefettizia e quelle delle Deputazioni provinciali e dei rispettivi Presidenti a Presidi di nomina regia. Il primo Consiglio Provinciale democratico del secondo dopoguerra sarebbe eletto a Torino soltanto sei anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1951.

Cultura

Nel Canavese torna in scena l’attore e presentatore Davide Mindo, con il suo spettacolo dedicato al personaggio immaginario del viandante medioevale Diamantinus. Lunedì 5 novembre alle 20,30 nella chiesa del Gesù di Tavagnasco, l’amministrazione comunale, l’associazione artistico-culturale “Il Diamante” e l’ensemble Canavisium MoyenAge proporranno “Diamantinus nel Cielo di Dante”, un viaggio tra le pagine della Divina Commedia, con particolare riferimento alla visione del cielo. Le terzine dantesche verranno proposte con l’accompagnamento musicale eseguito al liuto secondo le melodie indicate dal Sommo Poeta dal musicista Paolo Lova. La serata è patrocinata dall’associazione europea Vie Francigene AEVF, dalla Città Metropolitana di Torino e dal Comitato di Torino della Società Dante Alighieri. L’ingresso sarà libero. Per ulteriori informazioni si può telefonare al numero 349-1272524.

A SAMONE, QUINCINETTO E AZEGLIO SI VA “OLTRE IL RETICOLATO”

Sabato 3 novembre alle 21 nel salone pluriuso di via Alpini d’Italia a Samone, nell’ambito del ciclo di iniziative “Una Sera a Teatro Con…” organizzate dalla Pro Loco, andrà in scena la rappresentazione teatrale “Il Piave della Vittoria”, proposta in occasione del centenario della fine della Grande Guerra, con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino e la collaborazione dell’associazione “Il Diamante”. Lo spettacolo è ideato e interpretato da Davide Mindo, con la partecipazione del cantautore Riccardo Bonsanto e del coro CAI “La Serra”. Il coro diretto da Orroino Zilioli eseguirà alcuni tra i canti più conosciuti della Grande Guerra, costituendo un suggestivo intermezzo musicale tra i diversi personaggi che si alterneranno sul palco. La nuova versione dello spettacolo “Oltre il reticolato”, è stata inserita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel novero delle commemorazioni del centenario dell’evento bellico. Alla serata ad ingresso gratuito prenderanno parte i bambini della scuola elementare “Gianni Rodari” e i coscritti della classe 2001.
Domenica 4 novembre alle 17 nell’auditorium “Dante Conrero” di piazza Armonia e Concordia a Quincinetto la Pro Loco e il coro “La Rupe” proporranno in collaborazione con l’associazione “Il Diamante” lo spettacolo “Dal Piave al Don”, anch’esso frutto di una rielaborazione di “Oltre il reticolato”. Il coro “La Rupe” eseguirà sia i canti della Grande Guerra che quelli della Seconda Guerra Mondiale. I personaggi “parleranno” attraverso i documenti ufficiali e le memorie scritte. Nella scena dedicata alle lettere censurate saranno gli spettatori a leggere le parole scritte in trincea e mai recapitate perché “non conformi alle disposizioni” e pertanto segretate per ottant’anni negli archivi di Stato.
“Oltre il reticolato” sarà riproposto anche sabato 10 novembre nell’oratorio di Sant’Anna in via Marconi 30 ad Azeglio, sempre con ingresso libero e con il patrocinio della Città Metropolitana.

Cultura

E’ tempo di festeggiamenti all’Ecomuseo Regionale delle Miniere e della Val Germanasca: compie vent’anni “Scopri Miniera”, il complesso minerario recuperato, valorizzato e aperto al pubblico nell’autunno del 1998, grazie all’impegno dell’allora Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca.
I primi visitatori trovarono ad accoglierli vecchie pertinenze minerarie - magazzini, silos, officine, sale macchine - trasformati in biglietteria, museo, sale di proiezione, bar, punto di ristoro e bookshop. Ebbe subito successo il trenino di colore arancio squillante, pronto a far accomodare sessanta visitatori alla volta per portarli in visita al percorso turistico-minerario allestito lungo i quasi due km della miniera di talco “Paola”.
Oggi l’Ecomuseo delle Miniere di Prali è uno dei più strutturati e articolati a livello nazionale ed europeo e propone al pubblico la visita di due diversi complessi: oltre alla miniera “Paola”, la “Gianna”, dove dal 2015 si può effettuare il tour scientifico-geologico “Scopri Alpi”. L’Ecomuseo propone 1500 metri quadrati di spazi dedicati al pubblico, percorsi per disabili anche motori, visite didattiche per le scuole, i centri estivi, i tour operator e i gruppi organizzati.
In vent’anni lo staff e le guide hanno accolto, accompagnato e guidato 400.000 visitatori alla scoperta del microcosmo minerario del talco bianco della Val Germanasca. Sono state formate oltre cinquanta guide per l’accompagnamento e si sono creati una decina di posti di lavoro. Quasi il 50% dei visitatori sono studenti di ogni ordine e grado. Provengono da tutto il Nord-Ovest italiano e molti, inizialmente attratti dalle miniere, hanno poi voluto conoscere altre realtà del territorio, come i musei etnografici, i rifugi antiaerei e il Forte di Fenestrelle.
Con gli eventi in programma nella giornata di sabato 27 ottobre si festeggia il successo di un modello di turismo sostenibile, ma si analizzano anche le prospettive future dell’Ecomuseo. Dalle 9,30 alle 18 si svolgeranno visite guidate a “Scopri Miniera” e a “Scopri Alpi”, gratuite e aperte a tutti, con prenotazione obbligatoria al numero telefonico 0121-806987. Sono inoltre in programma una mostra mercato dei prodotti locali nello spazio espositivo adiacente alla biglietteria e il convegno ad inviti sul tema “ScopriMiniera: tra passato, presente e futuro”, a cui parteciperà la Consigliera metropolitana Ann Merlin, delegata agli affari istituzionali, affari e servizi generali, gare e contratti, comunicazione istituzionale, turismo, relazioni e progetti europei ed internazionali.
Per saperne di più: www.ecomuseominiere.it

Cultura

Quando si arriva ai quasi mille metri di Alpette è naturale e immediato apprezzare l’incantevole vista sulle valli e sui boschi dell’Alto Canavese. Se, grazie al potente telescopio dell’Osservatorio astronomico intitolato al prete astrofilo Don Giovanni Capace, pioniere dell’osservazione e dello studio delle stelle nel Canavese, si solleva lo sguardo alla volta celeste, il potente riflettore Ritchey-Chretien del diametro di 60 centimetri installato nella cupola che sovrasta il Municipio, apre le porte ad uno spettacolo emozionante: le profondità dell’Universo, le stelle, le nebulose e le galassie lontane anche milioni di anni-luce dalla Terra.
Martedì 30 ottobre alle 15 nella Sala Stemmi del palazzo della Città Metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7, è in programma una presentazione dell’attività del Polo Astronomico di Alpette, dedicata in particolare agli insegnanti e ai dirigenti delle istituzioni scolastiche. In tale occasione il Polo riceverà la Certificazione Herity International, rilasciata dall’organismo non governativo e non profit per la gestione di qualità del patrimonio culturale. Herity deriva il proprio nome dall'unione delle parole inglesi “heritage” e “quality”.
La prima sessione dell’evento si aprirà con i saluti istituzionali della Consigliera metropolitana delegata all’istruzione Barbarà Azzarà e del Sindaco di Alpette, Silvio Varetto. Il Presidente dell’associazione Amici del Polo Astronomico, Daniele Corna, presenterà la storia e l’attività scientifica e didattica che si svolge ad Alpette, mentre il fisico Sabino Saracino entrerà nel dettaglio sulla strumentazione dell’osservatorio e del planetario e sui progetti in corso nel Polo. L’astronomo Walter Ferreri si soffermerà sugli eventi astronomici più importanti del 2018 e del 2019 e su come vengono seguiti ad Alpette. Ernesto Torti, autore di testi di divulgazione, parlerà di come si può “Scrivere l’astronomia”. Il progetto di CLIL-Content and Language Integrated Learning che coinvolge il Polo Astronomico sarà illustrato dall’ACLE-Associazione Culturale Linguistica Educational e dal CeseDi, il Centro Servizi Didattici della Città Metropolitana di Torino.
La seconda sessione si aprirà alle 17 e sarà condotta dal giornalista scientifico Antonio Lo Campo. Sono previsti i saluti istituzionali del Sindaco di Alpette e della Consigliera metropolitana delegata al turismo, alle relazioni internazionali e ai progetti europei, Anna Merlin. A seguire la coordinatrice di Herity Italia, Gaia Marnetto - insieme al professor Maurizio Quagliuolo, Segretario generale di Herity - conferirà la Certificazione Herity al Polo Astronomico di Alpette. Al termine la Coldiretti proporrà un buffet con i prodotti della tradizione canavesana.

STORIA, VALENZA SCIENTIFICA E DIDATTICA E IMPORTANZA TURISTICA DEL POLO ASTRONOMICO DI ALPETTE

Grazie all’osservatorio e all’Ecomuseo del Rame e della Resistenza, Alpette passa dai 250 abitanti del periodo invernale ai 3.000 del periodo estivo, alcuni dei quali soggiornano nella guest house Spazio Gran Paradiso.
Negli anni ’70 Don Capace costruì il primo osservatorio, installando un potente telescopio Newton nella canonica della chiesa parrocchiale. Alpette, località già allora scelta da molti torinesi per rilassanti vacanze estive, diventò nota per il suo parroco astrofilo e per il suo osservatorio. Il Polo Astronomico "Don Giovanni Capace" è costituito dall'osservatorio e dal planetario e porta avanti le sue attività grazie all’entusiasmo degli Amici del Polo Astronomico di Alpette, associazione che organizza le visite guidate di gruppi e scolaresche e gli eventi come lo “Star Party” del solstizio d’estate.
L'osservatorio è posizionato sulla parte più alta del palazzo municipale, mentre il planetario è a poca distanza, nella vicina piazzetta Gran Paradiso. La cupola dell'osservatorio misura circa 5,5 metri. Vi è alloggiato un nuovo telescopio di tipo Ritchey-Chretien di 60 centimetri di diametro, al quale è accoppiato un telescopio di tipo rifrattore APO di 12 centimetri di diametro. Il telescopio principale consente di scorgere astri che emettono una luce più debole di quella del pianeta Plutone. Si tratta di strumentazioni ideali per osservare oggetti celesti della nostra galassia - come pianeti, nebulose, ammassi stellari - e altre galassie più lontane. Il planetario, inaugurato nell'ottobre del 2010, ha la possibilità di accogliere 54 visitatori per volta e consente di osservare la sfera celeste e i suoi fenomeni, proiettati sulla cupola, anche durante il giorno e con qualsiasi condizione climatica e atmosferica. È dotato di un sistema di proiezione a tecnologia digitale con risoluzione Ultra HD.
Scopo principale dell'attività del Polo Astronomico è la divulgazione scientifica, attraverso l'organizzazione di osservazioni e visite guidate, conferenze, seminari e “Star Party”. L'attività è diretta a tutti coloro che vogliono avvicinarsi all'astronomia, con particolare riguardo ai ragazzi della scuola primaria e secondaria. Per consultare le proposte didattiche rivolte alle scuole di ogni ordine e grado si può accedere al portale Internet www.osservatorioalpette.it o scrivere all’indirizzo e-mail info@osservatorioalpette.it
Per maggiori informazioni si può contattare il Comune di Alpette, al numero telefonico 0124-809122, al fax 0124-809122, oppure al numero 347-9098468.

Cultura

Anche se il fronte era lontano centinaia di chilometri, cent’anni fa la Prima Guerra Mondiale ebbe profonde ripercussioni su Torino e sull’intero Piemonte. Intere classi di operai, contadini, artigiani, tecnici e intellettuali per oltre tre anni combatterono (e in molti casi purtroppo morirono) nelle trincee delle Alpi Retiche, Carniche e Giulie, mentre nelle fabbriche, nelle botteghe, negli uffici e nei campi dovettero essere sostituiti da donne, giovani o persone la cui età non era più adatta al lavoro.
Fu un vero e proprio terremoto sociale ed economico, di cui, a livello locale, intende dare conto il libro “La Grande Guerra e il Consiglio provinciale di Torino”, curato da Maria Valeria Galliano, che fa parte del direttivo della Consulta permanente dei Consiglieri e amministratori della Provincia e della Città metropolitana di Torino.
Per iniziativa della Consulta, il libro sarà presentato lunedì 29 ottobre alle 16 nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, in via Maria Vittoria 12. A discutere i temi trattati da Maria Valeria Galliano saranno lo storico Gianni Oliva e il generale degli Alpini in congedo Giorgio Blais.
Il volume, uscito per i tipi delle Edizioni SGI Torino, ripercorre i dibattiti e i provvedimenti del Consiglio Provinciale durante lʹamministrazione di guerra, che iniziò prima dell’entrata dell’Italia nel conflitto, nel 1914, protraendosi sino al 1920. Il confronto nell’assemblea è inserito nello scenario delle vicende belliche e delle loro conseguenze sulla vita socio-economica italiana e di Torino in particolare, fino alle soglie dell’avvento del regime fascista.
Nei sei anni dell’amministrazione di guerra in Consiglio si discussero temi amministrativi, ma anche sociali ed economici: l’aumento dei prezzi, l’adeguamento degli stipendi dei dipendenti dell’Ente, la carenza di cibo, l’insufficiente distribuzione della farina e del pane, la scarsa qualità delle derrate alimentari, la mortalità infantile, l’arrivo di bambini profughi dal Friuli, le prospettive educative e formative della scuola.
In Consiglio riecheggiava lo scontro tra nazionalisti e interventisti da una parte e socialisti e neutralisti dall’altra. L’assemblea era presieduta da Paolo Boselli, Presidente del Consiglio tra il giugno del 1916 e l’ottobre del ’17. A sinistra sedevano il leader sindacale socialista riformista Bruno Buozzi e il massimalista Francesco Barberis. Si discuteva delle visite a Torino del presidente statunitense Thomas Woodrow Wilson e di una delegazione dei bolscevichi che avevano da poco rovesciato il Governo di Aleksandr Fëdorovič Kerenskij, il quale, dopo la caduta del regime zarista, aveva guidato la Russia per alcuni mesi. Si discuteva anche dei tumulti della Settimana Rossa, della militarizzazione della produzione industriale, del nuovo ruolo delle donne nel mondo del lavoro, degli scioperi per il pane, dell’influenza “Spagnola” e del suo mortifero dilagare. Il libro è il ritratto di un’assemblea di carattere amministrativo, ma di grande peso e valenza politica.

Cultura

L’ultimo concerto del cartellone di “Organalia sensazioni d’autunno 2018” si tiene venerdì 19 ottobre alle 21 nella chiesa Collegiata di Santa Maria della Scala a Moncalieri e ha come protagonisti il flautista Giovanni Miszczyszyn e Danilo Costantini, che siede alla consolle del claviorgano. Il flauto traversiere, o traverso, appartiene alla famiglia dei “legni” ed è utilizzato nella prassi esecutiva della musica barocca. Il claviorgano è una vera e propria “chimera musicale”, nata dalla combinazione o fusione di un clavicembalo con un piccolo organo e utilizzata soprattutto tra XV e XVIII secolo.
Nel concerto in programma a Moncalieri viene utilizzato un claviorgano costruito accoppiando un clavicembalo (copia di uno strumento di Antonio Scotti, cembalaro attivo a Milano nel XVIII secolo) costruito da Carlo Mascheroni di Paina di Giussano (Monza) ad un organo costruito da Walter Chinaglia di Cermenate (Como). Il programma è incentrato su compositori che operarono nella corte sabauda nel XVIII secolo: Felice Giardini (1716-96), Salvatore Lancetti (1710-80), Carlo Ignazio Monza (1685-1739) e Alessandro Besozzi (1702-93).
Il concerto è a ingresso con offerta libera ed è organizzato in collaborazione con l’Assessorato alla cultura della Città di Moncalieri.
Per ulteriori informazioni: www.organalia.org, e-mail info@organalia.org

CHIVASSO IN MUSICA DEDICA UN PREMIO ALLA CARRIERA A ROBERTO COGNAZZO

Sabato 20 ottobre alle 21, con il terzo concerto della stagione 2018-2019, la rassegna “Chivasso in Musica” ritorna nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore nel borgo Blatta.
Le associazioni Chivasso in Musica e Organalia e l’Università della Terza Età organizzano una serata nel corso della quale il presidente Piero Tirone consegnerà al celebre concertista e compositore Roberto Cognazzo il Premio Organalia alla carriera, in occasione del 75° compleanno del maestro. Alla consolle dell’organo costruito da Carlo Vegezzi Bossi nel 1894 Roberto Cognazzo proporrà un programma intitolato emblematicamente “Un palco all’opera”, con brani operistici trascritti per organo dal maestro piemontese: di Giacomo Meyerbeer la “Marcia dell’Incoronazione”, di Vincenzo Bellini la celeberrima “Casta diva”, di Pietro Mascagni alcuni brani tratti dalla “Cavalleria Rusticana”, di Giuseppe Verdi le sinfonie dalle opere “Nabucco” e “Giovanna d’Arco”, di Alfredo Catalani la “Danza delle Ondine”, di Giacomo Puccini l’Intermezzo dalla “Manon Lescaut”, di Jules Massenet la “Méditation” dall’opera “Thaïs”, di Gioacchino Rossini la sinfonia dall’opera “L’Italiana in Algeri”.
L’ingresso è come di consueto con libera offerta. Per favorire gli spettatori privi di automobile, l’associazione culturale Contatto ha messo a disposizione una navetta gratuita che, partendo alle 20.30 da piazza d’Armi (di fronte all’Oviesse) percorrerà viale Matteotti, viale Vittorio Veneto, viale Cavour, via Regis, via
Ivrea e via Blatta. Il ritorno verrà effettuato in senso inverso al
termine del concerto.

Per informazioni: sito Internet www.chivassoinmusica.it,
e-mai 
info@chivassoinmusica.it, telefono 011-2075580.