Consiglio metropolitano
Saranno 11 le Zone omogenee in cui verrà suddiviso il territorio della Città Metropolitana di Torino: lo ha deciso all'unanimità il Consiglio Metropolitano approvando la proposta della Commisisone competente. Quattro Zone sono nell'area metropolitana di Torino, le altre nei territori montani, collinari e di pianura esterni alla suddetta area. Dal lavoro della Commissione non sono emerse "zone grigie", in cui sia ancora da decidere la collocazione dei singoli Comuni nell'una o all'altra zona omogenea. La Commissione che si è occupata dalla zonizzazione ha lavorato riconoscendo e tenendo ben presenti l'identità storica, territoriale, sociale ed economica delle singole realtà ed ha considerato altri parametri, come l'organizzazione dei servizi pubblici. Sono stati consultati preliminarmente i Sindaci, ponendo attenzione alle caratteristiche geografiche, storiche, sociali, economiche dei territori.
Rimane ancora da precisare l'esatta collocazione definitiva dei Comuni di Osasio, Lombriasco e Carignano, che sono a cavallo tra la Zona Chierese-Carmagnolese e la Zona metropolitana Torino Sud. Le dimensioni demografiche delle Zone ed il numero di Comuni variano molto a seconda delle caratteristiche territoriali. Il governo di area vasta della Città Metropolitana dovrà tener conto sia del criterio dell'estensione dei territorio sia della composizione demografica.
Ora le proposte di zonizzazione saranno portate dal Sindaco metropolitano, Piero Fassino, alla consultazione dei territori insieme alla proposta di Statuto del nuovo Ente che ha sostituito la Provincia di Torino. Le consultazioni si terranno a partire dal 2 febbraio, con l'obiettivo di ultimarle entro due settimane.
Quali sono le Zome omogenee
Quattro Zone sono nell'area metropolitana torinese: Torino città (1 Comune, 869.312 abitanti secondo i dati ISTAT del 2011), Area metropolitana Torino Sud (18 Comuni, 264.124 abitanti), Area metropolitana Torino ovest (11 Comuni, 225.202 abitanti), Area metropolitana Torino Nord (7 Comuni, 133.869 abitanti).
Le altre Zone sono: Pinerolese (45 Comuni, 132.429 abitanti). Chierese – Carmagnolese (23 Comuni, 130.593 abitanti), Valli di Susa e Sangone (43 Comuni, 114.165 abitanti), Ciriacese - Valli di Lanzo (40 Comuni, 100.657 abitanti), Chivassese (23 Comuni, 98.177 abitanti), Eporediese (59 Comuni, 90.885 abitanti), Canavese occidentale (45 Comuni, 83.969 abitanti).
La proposta di zonizzazione è pubblicata nel portale Internet della Città Metropolitana alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/istituzionale/zone_omogenee.shtml
- Dettagli
- Categoria: Consiglio metropolitano
Consiglio metropolitano
E' iniziata ufficialmente oggi pomeriggio l'operazione "Statuto aperto". Il Consiglio Metropolitano di Torino ha adottato lo Statuto che ora sarà sottoposto a consultazione nei territori, per poi essere portato alla Conferenza Metropolitana per l'approvazione definitiva.
Lo Statuto è stato approvato con 14 voti favorevoli e tre astensioni.
Il testo verrà ora sottoposto alla consultazione di tutti gli amministratori dei 315 Comuni della Città Metropolitana, con specifici incontri per aree territoriali. E' prevista anche una consultazione delle rappresentanze sociali ed economiche. Anche i cittadini potranno esprimere il loro parere sullo Statuto per e-mail. Il form per inviare l'e-mail è disponibile accedendo alle pagine del sito Internet www.cittametropolitana.torino.it (o www.torinometropoli.it) dedicate all'operazione "Statuto aperto".
Al termine della consultazione, il Consiglio Metropoltano esaminerà gli emendamenti proposti dai territori e adotterà il testo definitivo, da sottoporre all'approvazione della Conferenza Metropolitana, composta dai 315 Sindaci.
"Con l'adozione dello Statuto e delle Zone omogenee in cui si articolerà il territorio, – ha dichiarato, esprimendo la sua soddisfazione, il Sindaco Metropolitano, onorevole Piero Fassino - la Città Metropolitana entra nel pieno della sua operatività. Statuto e perimetrazione delle Zone omogenee sono stati elaborati con l'obiettivo di garantire ai 315 Comuni della Città Metropolitana gli stessi diritti, le stesse opportunità e pari dignità, quale che sia la dimensione demografica di ogni comunità. Adesso la consultazione consentirà ad ogni territorio di contribuire con ulteriori proposte al profilo e all'identità della Città Metropolitana. L'obiettivo generale che vogliamo perseguire è una Città Metropolitana che rappresenti nuove e più ampie opportunità per i territori e per i cittadini".
La bozza dello Statuto discussa, emendata e approvata oggi dal Consiglio Metropolitano è pubblicata nell'home page del portale Internet della Città Metropolitana www.cittametropolitana.torino.it (o www.torinometropoli.it)
- Dettagli
- Categoria: Consiglio metropolitano
Consiglio metropolitano
Il sindaco metropolitano Piero Fassino ha convocato la seduta del Consiglio metropolitano per mercoledì 21 gennaio alle ore 14. Il giorno prima martedì 20si riuniscono nel pomeriggio a Palazzo Cisterna la Commissione Statuto e la Commissione Zone omogenee.
- Dettagli
- Categoria: Consiglio metropolitano
Consiglio metropolitano
Comincia l'attività della Città metropolitana di Torino, il nuovo Ente istituito dalla legge Delrio, la n. 56/2014, che dal 1 gennaio è subentrato alla Provincia di Torino.
Il sindaco metropolitano Piero Fassino ha convocato per il pomeriggio di venerdì 9 gennaio (ore 15) a Palazzo Cisterna la Commissione Statuto e subito dopo (ore 17) in piazza Castello la seduta del Consiglio metropolitano per i primi adempimenti.
- Dettagli
- Categoria: Consiglio metropolitano
Cultura
"È stata una grande e bellissima sfida, quella della candidatura di Agliè a Borgo dei Borghi 2025. Il 2^ posto lascia tanto orgoglio per il lavoro di squadra e la consapevolezza che ora Agliè è una meta conosciuta a livello nazionale": questo il commento della consigliera di Città metropolitana di Torino delegata al turismo Sonia Cambursano con i complimenti di tutto il nostro territorio al sindaco del Comune di Agliè Marco Succio e a tutta la comunità locale.Domenica sera 20 aprile durante la trasmissione di Rai3 Kilimangiaro è stato il borgo siciliano di Militello ad ottenere la vittoria su altri 19 Comuni candidati.
- Dettagli
- Categoria: Cultura
Cultura
L'Abbazia di Novalesa, gioiello di arte, storia e cultura in Val Cenischia, affidata da Città metropolitana di Torino alla comunità monatica benedettina accoglie i visitatori in questi giorni di fine aprile, ad eccezione di sabato 19 aprile.✅ All'Abbazia di Novalesa si può ammirare l'opera di Michelangelo Pistoletto "Il terzo paradiso" posizionata nel 2024
✅ La Cappella di Maria Maddalena è sempre visitabile prenotando l'apertura sull'app Chiese a porte aperte
✅Il Museo archeologico è aperto ad ingresso libero
✅ Domenica di Pasqua, 20 aprile il complesso abbaziale è aperto dalle 11 alle 13 con visita guidata alle ore 11.30
✅ Lunedi 21 aprile, Pasquetta visite guidate alle 10.30 e 11.30
✅ Venerdi 25 aprile alle ore 15,30 VISITA SPECIALE alla biblioteca dell'Abbazia e agli affreschi di Antoine de Lonhy.
Prenotazione obbligatoria scrivendo a visite@abbazianovalesa.org indicando nome e numero di partecipanti.
- Dettagli
- Categoria: Cultura
Cultura
Nel 2024, all’età di soli 67 anni, è venuto a mancare Luciano Viotto, uno dei protagonisti più appassionati della scena jazz torinese. Funzionario della Città metropolitana di Torino, Viotto era da poco in pensione dopo una lunga carriera nell’ambito dell’urbanistica, iniziata nel 2005 presso l’allora Provincia di Torino.Per ricordarne la figura e la passione per il jazz, la Città metropolitana di Torino, in collaborazione con il Torino Jazz Festival e la Fondazione per la Cultura Torino, promuove una mostra fotografica dedicata a Chet Baker. Le immagini esposte furono scattate da Luciano Viotto il 21 aprile 1988, durante il concerto al Teatro Carignano, pochi giorni prima della scomparsa del celebre trombettista, avvenuta il 13 maggio ad Amsterdam.
Luciano Viotto non era un musicista, ma un raffinato conoscitore del jazz e un appassionato collezionista. Tra i suoi progetti di studio e divulgazione, si ricorda una dettagliata discografia completa di Miles Davis.
Il concerto al Carignano fu un evento unico: Chet Baker si esibì con un quintetto d’eccezione composto da Enrico Rava, Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Giovanni Tommaso e Roberto Gatto. La partecipazione di Baker fu incerta fino all’ultimo: fermato alla dogana francese, riuscì a raggiungere Torino solo grazie all’intervento di un avvocato, arrivando in teatro per il secondo set. Nonostante le difficoltà, la sua performance fu memorabile.
Le fotografie scattate da Viotto in quell’occasione saranno esposte nel foyer della sede della Città metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7.
La mostra inaugura il 22 aprile alle ore 16, alla presenza della famiglia di Luciano Viotto, di Lorenza Cattadori di Musica Jazz e del sassofonista Gianni Denitto.
La mostra resterà aperta fino al 5 maggio, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 (chiusa nei weekend e nei giorni festivi).
Ingresso gratuito.
- Dettagli
- Categoria: Cultura
Cultura
Sono passati 121 anni dalla tragedia del Beth, causata da una delle più devastanti valanghe che si ricordino nella storia delle Alpi Occidentali. Sabato 19 aprile alle 11 nella piazzetta della frazione Plan di Pragelato che, giusto un anno fa, è stata intitolata alle vittime della più grande sciagura sul lavoro mai avvenuta in Piemonte, si terrà la cerimonia di commemorazione degli 81 operai periti nel 1904. L’evento è patrocinato dalla Città metropolitana di Torino.La storia industriale delle miniere di rame realizzate in Val Troncea a oltre 2700 metri di quota era iniziata nel 1863 con la concessione acquisita dall’imprenditore torinese Pietro Giani. L’iniziativa conobbe vicende travagliate dal punto di vista economico, ma fu anche un’occasione per la sperimentazione di nuove tecniche estrattive. La storia delle miniere del Beth si interruppe però nel peggiore dei modi, martedì 19 aprile 1904. Nei giorni precedenti gli operai, ormai a corto di viveri, impressionati dalle forti e persistenti nevicate, dai rumori e dal pericolo imminente, avevano deciso di scendere a valle per trascorrere la Pasqua in famiglia. Si narra che i minatori locali, che conoscevano i pericoli dell’alta montagna, avessero proposto invano ai compagni di ricoverarsi nelle gallerie delle miniere, portando con sé gli attrezzi, per poi liberarsi una volta che la valanga incombente fosse caduta.
Il distacco della massa nevosa avvenne tra le 12 e le 12,30 di quel 19 aprile, preceduto dal tuono che annuncia il distacco delle grandi masse nevose: un rumore che chi pratica l’escursionismo invernale con gli sci o con le racchette da neve ben conosce e teme. I diversi gruppi in cui si erano divisi gli operai furono travolti e trascinati a valle senza scampo. Fu possibile iniziare le ricerche dei pochi sopravvissuti solo il giorno dopo, mercoledì 20 aprile. I valligiani, gli artiglieri provenienti dal Forte di Fenestrelle, le Guardie Forestali e i Carabinieri riuscirono a salvare una trentina di minatori, mentre 40 salme furono trovate, ricomposte e seppellite in una fossa comune nel cimitero di Laval. Oltre due mesi dopo, il 28 giugno 1904, sotto la neve che ancora ingombrava il canalone del Gourée, venne alla luce il corpo dell'ultima vittima recuperata. Il più giovane degli operai uccisi dalla valanga era originario di Salza, in val Germanasca: aveva solo 16 anni. Gli altri minatori provenivano da Pragelato, da Pinasca, da Perosa Argentina, da Perrero, da Prali, da Massello e da Roure, ma c’erano anche alcuni operai esperti provenienti dalla Provincia di Belluno, dove esisteva una consolidata tradizione di estrazione del rame. Dopo la tragedia al Beth l’attività riprese con molte difficoltà, per poi cessare definitivamente nel 1914. Passarono gli anni e la tragedia di quei poveri minatori rischiò di essere dimenticata, fino a quando la passione di alcuni pragelatesi attenti alle tradizioni e alla storia del loro paese non l’ha riportata all’attenzione dell’opinione pubblica, riaprendo il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in ambiente montano.

- Dettagli
- Categoria: Cultura
Cultura
Lungo un tratto dell’antica via Francigena, nella bassa Valle di Susa, tra i Comuni di Buttigliera Alta e Rosta, sorge la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Il complesso architettonico, oggi di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, è il protagonista di Storie metropolitane, la rubrica dedicata al racconto delle eccellenze del territorio curata dall’Ufficio stampa della Città metropolitana di Torino.
La nuova puntata, pubblicata sul canale Youtube al link https://youtu.be/y702JcHWtwY , sottolinea l’importanza artistica di Giacomo Jaquerio, il noto pittore piemontese che sabato 5 e domenica 6 aprile i Comuni di Buttigliera Alta, Rosta ed Avigliana, insieme alla Fondazione Ordine Mauriziano, celebreranno in occasione del 650° anniversario della sua nascita.
Sulla statale del Moncenisio in direzione di Avigliana, poco lontano da Rivoli, si apre sulla sinistra un breve viale di platani che termina su uno spiazzo dove sorge uno dei più pregevoli monumenti di arte medievale del Piemonte: la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Il monumento risale al 1198, quando Umberto III di Savoia donò ai frati Antoniani un terreno su cui costruire un complesso che si prendesse cura dello spirito, negli spazi della chiesa, della sacrestia e del convento, e, nello stesso tempo, del corpo, nei locali dell’ospedale adibito al sollievo del cosidetto “fuoco di Sant’Antonio”.
“Il toponimo attuale – spiega Marta Fusi, direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano - deriva dal nome del canale, “ri invers”, che scorre a ridosso del complesso. Il cuore della Precettoria è la chiesa, con la sua splendida facciata asimmetrica con trionfo di ghimberghe in terracotta e pinnacoli che, insieme all’abside slanciata, rappresentano l’esempio più evidente dell’anima gotica di Ranverso. Completano la struttura la sacrestia e il chiostro, anche se ad attirare l’attenzione dei visitatori è soprattutto il piccolo portico di accesso alla chiesa”.
Lo spazio dell’ingresso, realizzato intorno alla metà del XIV secolo, è caratterizzato da volte a crociera rette da pilastri, sulle estremità dei quali si trovano curiose piccole sculture che decorano capitelli e mensole con teste umane e di animale e volti mostruosi. Le costruzioni vicine alla Chiesa costituiscono il concentrico, cioè il centro dell’antica vita di Ranverso. Qui il luogo più importante era l’Ospedale, o Spedale, di cui oggi è ancora possibile ammirare la facciata con decorazioni in terracotta del XV secolo.
“Nel presbiterio e nella sacrestia – commenta la direttrice Fusi - si conservano gli affreschi più importanti di Giacomo Jaquerio, pittore piemontese attivo dalla seconda metà del XIV secolo sino al 1453, anno della sua morte. Nel presbiterio a sinistra si trovano affreschi, uniche opere firmate dal pittore, come la Madonna in trono con Bambino e altri ritratti di profeti. A destra invece scene della Vita di Sant’Antonio attribuite ad una più generica “scuola di Jaquerio”, nelle quali vengono spesso rappresentati maiali”.
Il suino è infatti un elemento che ricorre molto spesso nell’iconografia legata a Sant’Antonio proprio per il largo uso che i monaci Antoniani facevano del grasso degli animali per la cura delle malattie cutanee legate al Fuoco di San’Antonio.
“Anche la cappella della sacrestia conserva affreschi di Jaquerio – prosegue Marta Fusi - Sulla volta sono raffigurati i quattro Evangelisti, ognuno dei quali è identificabile, grazie al simbolo che gli è proprio; sulla parete sud sono effigiati i santi Pietro e Paolo, a est l’Annunciazione, a nord la Salita al Calvario, a ovest la Preghiera nell’Orto degli Ulivi”.
Posto sull’altare maggiore un capolavoro di Defendente Ferrari, ritenuto l’ultima opera del grande pittore piemontese attivo tra il 1510 e 1530: il polittico, al cui centro si trova la Natività con a destra San Rocco e San Bernardino da Siena e a sinistra Sant’Antonio e San Sebastiano.
“Occuparsi di un bene così prezioso – conclude la direttrice della Fondazione Ordine Mauriziano, Marta Fusi – è una bella sfida e una grande responsabilità. Noi lavoriamo per i figli dei nostri figli. Operare per un luogo storico, artistico e culturale come la Precettoria tocca molteplici aspetti: da una parte occorre garantire l’apertura e l’accessibilità della parte museale, e dall’altra, trovare risorse per il restauro e la conservazione. Grazie ad importanti finanziamenti l’intero tetto della manica conventuale è stato restaurato e stanno per partire i lavori che riporteranno allo splendore il Corridoio degli Stemmi. Inoltre, col finanziamento di 5 milioni di euro della Regione Piemonte, si recupererà l’antico Ospedaletto e la Cascina Bassa, che verranno utilizzati come strutture ricettive per ampliare l’offerta turistica del sito con la realizzazione di un punto di ristoro, di un ampio parcheggio per i visitatori e di una foresteria a servizio di chi percorre gli itinerari dell’antica Via Francigena.
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2025/storiemetropolitane/index.shtml
- Dettagli
- Categoria: Cultura
Cultura
In occasione di tre ricorrenze dal profondo valore civico, il 25 aprile (anniversario della Liberazione), il 2 giugno (festa della Repubblica italiana) e il 4 novembre (giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate), sei istituzioni pubbliche che hanno sede in edifici storici torinesi aprono le loro porte per offrire un percorso insolito, nel cuore della città.
L’evento è promosso dalla Città di Torino - Presidenza del Consiglio comunale e dalla Prefettura di Torino, con la collaborazione della Città metropolitana di Torino, di Turismo Torino e Provincia, per il Ministero della Cultura, dei Musei Reali e dell’Archivio di Stato di Torino, e per la Fondazione Torino Musei, di Palazzo Madama.
L’itinerario ha inizio a Palazzo Civico, storica sede del municipio cittadino, inserita nel nucleo originario della Torino di fondazione romana. Il percorso di visita, la cui partenza è prevista dal Cortile d’Onore del Palazzo stesso, di impianto tipicamente barocco, si snoderà attraverso le sue Sale Auliche: lo Scalone d’Onore seicentesco, la neoclassica Sala dei Marmi e il suo loggiato, la Sala delle Congregazioni, la splendida Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, per concludersi presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale che, eccezionalmente, aprirà le sue porte ai visitatori.
Percorse le vie che collegano il Palazzo di Città con Piazza Castello, si raggiungono i Musei Reali per la visita nelle sale di rappresentanza di Palazzo Reale, centro di comando della dinastia sabauda e prima reggia dell’Italia unita. Si sale al piano nobile attraverso lo Scalone d’Onore, commissionato dal re Vittorio Emanuele II all’architetto Domenico Ferri nel 1861, all’indomani dell’Unità d’Italia, quando per i Savoia si prospettava un ruolo nazionale con Torino capitale del nuovo regno. È un’architettura di gusto eclettico, con una decorazione ispirata a modelli barocchi.
Si entra nel grande Salone delle Guardie Svizzere, si attraversano numerose sale fastose tra cui quella del trono e quella del Consiglio, nella quale il 4 marzo 1848 fu siglato lo Statuto Albertino, per giungere nella Galleria Beaumont, che prende il nome dal pittore di corte incaricato di dipingerne la volta. Qui ha sede l’Armeria Reale, che accoglie la raccolta dinastica di armi e armature antiche. Aperta al pubblico nel 1837 è una delle istituzioni culturali che Carlo Alberto promuove insieme alla quadreria di Palazzo Madama, futura Galleria Sabauda, l’Accademia Albertina e la Biblioteca Reale. Al termine si percorre lo scalone alfieriano, che collega gli appartamenti reali con le costruzioni destinate alle Segreterie di Stato, agli Archivi di Corte e al Teatro.
Si giunge al Palazzo delle ex Regie Segreterie di Stato, antica sede di ministeri sabaudi e dal 1866 della Prefettura di Torino. Il percorso prevede, la Galleria affacciata sui Giardini Reali realizzata da Benedetto Alfieri tra il 1738 e il 1756, lungo ambiente di raccordo tra la Galleria Beaumont e gli Archivi di Corte, che si apre in cima allo spettacolare scalone alfieriano, affrescata dal bolognese Pelagio Palagi durante la stagione del rinnovamento dei reali palazzi voluto da Carlo Alberto. Un affaccio sull’infilata delle sale di rappresentanza, allestite sempre da Alfieri, affrescate da Francesco Gonin e arredate con i migliori pezzi provenienti dal mobiliere di Palazzo Reale e dalle Raccolte Civiche culminante nell’ufficio che fu di Camillo Benso Conte di Cavour, una piccola stanza dalle pareti blu, la più vicina a Palazzo Reale, rimasta intatta dalla sua prematura scomparsa nel 1861. Tante le curiosità come la piccola porta segreta, alle spalle della sua scrivania, da dove si può raggiungere Palazzo Reale. Anche l’ufficio del Prefetto è aperto al pubblico.
Dalla Galleria si passa all’aula del Consiglio della Città metropolitana di Torino, già Provincia di Torino. Nel 1864 Torino non è più capitale. Gli intendenti delle Segreterie vengono sostituiti dai Prefetti ai quali viene collegato un consiglio provinciale. L’ampia sala dedicata alle riunioni del consiglio, con le sue decorazioni, è un’interessante espressione dei modelli eclettici propri del periodo umbertino, ispirati alla tradizione pittorica e architettonica italiana.
Dall’aula metropolitana si giunge all’ Archivio di Stato le cui sale furono ideate ancora una volta da Juvarra per conservare i documenti dell’Archivio di Corte, tuttora custoditi nelle «guardarobe» che circondano le stanze. Originariamente i Regi Archivi erano uno dei luoghi più segreti dello Stato sabaudo: potevano accedervi solo il re, i suoi ministri e gli archivisti. Questa parte della visita termina con il passaggio attraverso lo scalone juvarriano, antica via di accesso e di uscita dell’Archivio di Corte.
Le visite con partenza alle 14.30 e alle 15.00 si concluderanno a Palazzo Madama ove, accompagnati dal direttore Giovanni C.F. Villa, si avrà piena coscienza di quella che Guido Gozzano definì «la casa dei secoli» poiché «Nessun edificio racchiude tanta somma di tempo, di storia, di poesia». Un Palazzo Madama narrato nel suo essere ideale generatore dell’Italia unita e dell’Europa dei popoli, con la visita che si soffermerà nella Sala del Senato del Regno d’Italia che «volle preparò sancì l’unità nazionale. Costituì il Regno d’Italia, proclamò Roma capitale», come recita il fastigio a lettere d’oro in essa posto, e nella Sala Feste in cui, il 18 ottobre 1961, il Consiglio d’Europa firmò la Carta Sociale Europea, la carta dei diritti dei popoli d’Europa.
Modalità di visita
I gruppi saranno accompagnati nella visita dai volontari delle istituzioni coinvolte, insieme a studentesse e studenti delle scuole secondarie impegnati in un progetto di alternanza scuola-lavoro.
L’ingresso è gratuito esclusivamente su prenotazione. Per l’accesso in Prefettura è necessario esibire un documento di identità.
Informazioni e Prenotazioni: www.turismotorino.org/visite_palazzi_istituzioni
Turno A: partenza da Palazzo Civico ore 14.30; partenza da Palazzo Reale ore 16.00; la visita prosegue a Palazzo Madama
Turno B: partenza da Palazzo Civico ore 14.45; partenza da Palazzo Reale ore 16.15
Turno C: partenza da Palazzo Civico ore 15; partenza da Palazzo Reale ore 16.30; la visita prosegue a Palazzo Madama
Turno D: partenza da Palazzo Civico ore 15.15; partenza da Palazzo Reale ore 16.45
Massimo 30 persone per Gruppo.
Accessibilità
Il percorso è accessibile a persone con disabilità motoria, ad eccezione dello scalone di collegamento tra l’Armeria e la Prefettura. Sarà possibile utilizzare un percorso alternativo, con passaggio esterno, oppure entrare direttamente nella Prefettura saltando i Musei Reali, che potranno essere visitati in altra data.
- Dettagli
- Categoria: Cultura