Territorio e urbanistica
Hanno nomi suggestivi, come “UbIquA, Uomo, biosfera, innovazione, qualità dell’abitare”, “Ricami – Ricuciture dell’abitare metropolitano inclusivo”, “Residenza-Resilienza”. Sono questi i tre progetti integrati per partecipare al bando del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” (PINQuA) promosso dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti individuati dalla Città metropolitanaLo scorso dicembre la Città metropolitana di Torino aveva avviato, con la collaborazione della Fondazione per l'architettura - in virtù di un protocollo di intesa firmato nello stesso mese dal consigliere delegato allo sviluppo strategico Dimitri De Vita e l'Ordine degli architetti di Torino - una ricognizione di proposte progettuali, con le quali partecipare al programma PINQuA, per ridurre il disagio abitativo e insediativo, con particolare riferimento alle periferie e all'incremento della qualità della vita e che attribuissero all'edilizia residenziale sociale un ruolo prioritario.
Il bando, in linea con il Programma PINQuA, prevedeva che ciascun ente locale potesse presentare fino a tre idee progettuali, con un contributo massimo per ogni proposta ammessa di 15 milioni di euro. Il programma nazionale prevede che venga assicurato il finanziamento di almeno una proposta per regione. I temi attorno ai quali costruire le proposte progettuali erano :
- riqualificazione e riorganizzazione del patrimonio esistente;
- rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati;
- miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani, dei servizi e infrastrutture;
- rigenerazione di aree e spazi già costruiti, soprattutto ad alta tensione abitativa;
- individuazione e utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano nonché di processi partecipativi, anche finalizzati all'autocostruzione.
La risposta territoriale è stata un successo, considerando anche la difficoltà per i Comuni di organizzare, oltre tutto in tempi di lockdown e di congenita mancanza di personale: hanno partecipato alla “call” della Città metropolitana di Torino 24 Comuni oltre all’Atc, (Agenzia territoriale per la casa del Piemonte centrale), per un totale di oltre 200 milioni di euro, proponendo progetti singoli o in forma aggregata.
Le tre proposte emerse dalla ricognizione e che verranno candidate sono:
- “Ricami-Ricuciture dell’abitare metropolitano inclusivo”, presentata dalla Città di Collegno unitamente ai Comuni di Borgaro e Grugliasco, all’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte centrale “Atc” e alla Società Cooperativa edilizia a proprietà indivisa Giuseppe Di Vittorio (cluster ovest).
- “Residenza- Resilienza” presentata dalla Città di Moncalieri unitamente ai comuni di Nichelino, Beinasco, Trofarello, La Loggia, integrata dalle proposte presentate dai Comuni di Chieri, Piobesi, dall’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte centrale “Atc” e dall’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese(cluster sud).
- “UBIQuA Uomo, biosfera, innovazione, qualità dell’abitare” dalla Città di Settimo Torinese con aggregazione delle proposte di Venaria Reale, San Mauro, Foglizzo e dall’Agenzia territoriale per la casa del Piemonte centrale “Atc”(cluster nord/est).
“Riqualificazione di edifici, strade, aree verdi, attenzione al dissesto idrogeologico, promozione di spazi culturali, miglioramento delle infrastrutture digitali, mobilità sostenibile.” spiega il consigliere delegato metropolitano alla pianificazione strategica Dimitri De Vita “Gli interventi previsti dai tre progetti coprono a 360 gradi quegli aspetti che sono alla base di una vera riqualificazione dell’abitare e delle periferie, e che non si possono limitare a creare o aggiustare spazi cittadini ma devono proporre nuovi modi di vivere, di stare bene. Un elemento senza il quale è difficile guardare al futuro e pensare a un vero sviluppo economico e territoriale, in sintonia con il Piano di sviluppo strategico che la Città metropolitana di Torino ha appena approvato”.
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Dopo un lungo lavoro di concertazione e confronto con tutte le realtà del territorio il 10 febbraio il Consiglio metropolitano di Torino ha approvato il nuovo Piano strategico metropolitano 2021-2023.Il risultato, che trova una prima definizione nel titolo “Torino città aumentata”, è un documento articolato in 6 assi (Torino metropoli più produttiva e innovativa; più verde ed ecologica; più mobile, accessibile e collegata; più attrattiva, giusta ed eguale; più sana), 24 strategie e 111 azioni.
Il Piano strategico sarà illustrato in incontro pubblico online mercoledì 24 marzo dalle ore 14.45 alle ore 17.00. La conferenza di presentazione illustrerà anche i futuri passi per la sua attuazione e finanziamento.
Per approfondire:
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/sviluppo-economico/piano-strategico
Per partecipare all’incontro è necessario compilare il form di iscrizione disponibile al seguente link:
https://zoom.us/meeting/register/tJYtdu-tqDgvHNPTyjI3zvUjtPwG3_1sGR4a
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Partecipato e intenso il dibattito online tra le Zone omogenee che si è tenuto nel pomeriggio di mercoledì 11 novembre, con lo scopo di definire le priorità segnalate dai territori nel processo di elaborazione del Piano Strategico Metropolitano 2021-2023.Gli incontri dell’11 novembre hanno concluso la fase propedeutica all’elaborazione di soluzioni condivise. Centinaia i partecipanti alle diverse sessioni territoriali che hanno affrontato i principali nodi problematici e le sfide che Torino, i Comuni della conurbazione el’intera Città metropolitana affronteranno nei prossimi anni, a cominciare dalla riorganizzazione del sistema dei trasporti e proseguendo con la rete dei servizi sanitari e ospedalieri, il digital divide, la promozione della cultura, il contrasto alle nuove povertà e al degrado ambientale, i cambiamenti climatici, la difesa dei suoli fertili dalla cementificazione, il riutilizzo delle aree industriali dimesse.
Il Consigliere metropolitano Dimitri De Vita, delegato alla pianificazione territoriale, ha sottolineato che la fase di ascolto dei territori può contare per la prima volta sul sostegno scientifico del Politecnico e dell’Università di Torino, con l’obiettivo di colmare il gap tra la pianura urbana e periurbana e le zone rurali e montane, che non hanno parità di accesso ai servizi e alle opportunità.Secondo il Consigliere delegato, gli investimenti per l’innovazione devono essere diffusi sul territorio. Occorre lavorare in tutte le aree della Città metropolitana alla digitalizzazione e velocizzazione delle procedure burocratiche e della giustizia civile, impensabile senza l’estensione della banda larga a tutti i Comuni. Il Consigliere De Vita ha anche fatto riferimento all’azione della Città metropolitana per reperire risorse statali ed europee per i progetti riguardanti il dissesto idrogeologico e il miglioramento dell’edilizia scolastica. L’Ente di area vasta ha chiesto al governo di impegnare risorse che saranno messe a disposizione dal programma Next Generation EU, a vantaggio soprattutto delle aree montane e rurali. De Vita si è anche augurato che l’emergenza pandemica abbia segnalato a tutti i decisori pubblici l’urgenza del recupero di una capillare ed efficiente rete territoriale sanitaria. Da parte sua la Città metropolitana può intervenire sul trasporto pubblico nelle aree rurali, nell’ambito del nuovo Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile. L’obiettivo è di fare in modo che tutti i Comuni montani dispongano di almeno un servizio giornaliero di collegamento andata e ritorno con i movicentri o comunque con i nodi in cui si incontrano le principali linee di trasporto pubblico. In talune aree periferiche si possono attivare servizi a chiamata. L’importante, ha sottolineato il Consigliere De Vita, è che si ponga rimedio al taglio di 57 milioni di euro nelle risorse per il trasporto pubblico locale subìto negli ultimi 15 anni dalla Provincia di Torino prima e dalla Città metropolitana a partire dal 2015. Per quanto riguarda l’estensione della banda larga, De Vita ha ricordato di aver scritto a tutti i Sindaci del territorio, chiedendo loro di segnalare le criticità nelle connessioni Internet e indicando la possibilità di sopperire alle insufficienze con l’istallazione di reti wireless pubbliche. È in corso una ricognizione delle criticità e delle esigenze segnalate dai Comuni del Pinerolese e del Canavesein risposta alla lettera del Consigliere delegato. In materia di servizi sociali, De Vita ha segnalato che la Città metropolitana intende intervenire per creare o potenziare una rete di operatori di comunità a servizio degli anziani, utilizzando sia i finanziamenti europei che i fondi propri.
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I nuovi locali saranno utilizzati dall’UniversitàSaranno recuperati, dopo anni di abbandono e di degrado, i vecchi Laboratori del complesso architettonico della Certosa Reale di Collegno, utilizzati in passato per le attività lavorative dei ricoverati nell’ospedale psichiatrico. L’intervento, iniziato lo scorso luglio, usufruisce in parte delle risorse economiche del progetto Top metro, coordinato dalla Città metropolitana di Torino e finanziato con fondi ministeriali del Bando periferie.
I Laboratori sono un affascinante esempio di architettura industriale dell’inizio del secolo scorso, preziosa testimonianza della cultura architettonica e delle tecnologie costruttive del tempo. All’interno dei circa 3000 metri quadrati della loro estensione, i Laboratori si compongono di grandi cameroni adibiti a quelle che erano le diverse attività artigianali dei ricoverati dell’ospedale psichiatrico: tipografia, tessitura, falegnameria, tappezzeria e sartoria. La copertura dell’edificio è formata da vetrate sorrette da colonnine in ghisa con capitelli semplificati.
Una volta ristrutturati, i locali degli ex-Laboratori saranno utilizzati come sede dell’Università di Torino, in forza della convenzione già esistente tra Città di Collegno, Università e AslTo3.
I lavori termineranno entro la fine del 2021. Il costo totale è di € 4.570.000, di cui € 2.570.000 finanziati grazie al progetto ToP Metro.
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Esaurito, peraltro con risultanze positive, il monitoraggio sui danni patiti dalla fauna selvatica nelle vallate alpine colpite dagli incendi del mese di ottobre, la Città Metropolitana di Torino, su impulso del Vicesindaco metropolitano, Marco Marocco, ha avviato un progetto di assistenza tecnica ai Comuni, per la valutazione e rendicontazione dei danni patiti dalle infrastrutture pubbliche e dal patrimonio forestale e su eventuali processi di dissesto idrolegologico conseguente agli incendi.Il progetto riguarda in particolare i Comuni di Mompantero, Bussoleno, Chianocco, Venaus, Novalesa, Caprie, Locana, Ribordone, Sparone, Frossasco, Cantalupa e Cumiana e le rispettive Unioni Montane: “Valle Susa”, “Gran Paradiso” e “Del Pinerolese”. Gli amministratori degli Enti locali hanno richiesto al Vicesindaco Marocco l’intervento dei tecnici della Città Metropolitana, per una valutazione preliminare dei danni, indispensabile per poter successivamente richiedere i contributi della Regione Piemonte per i territori colpiti dall’emergenza incendi. La Città Metropolitana ha messo in campo squadre di tecnici composte da geologi, esperti di opere pubbliche ed esperti di tecnica forestale.
Le opere pubbliche che in queste settimane vengono monitorate dalla Città Metropolitana sono strade comunali e interpoderali, piste forestali, acquedotti e opere di sistemazione e messa in sicurezza dei versanti.
Il pericolo di dissesto idrogeologico in fase di valutazione è conseguente al passaggio del fuoco e al danneggiamento della copertura forestale, degli arbusti e dei pascoli alle quote più alte. Tale pericolo è particolarmente alto nei terreni già interessati a fenomeni di dissesto. I tecnici hanno il compito di valutare quale potrebbe essere l’effetto di intense pioggie primaverili sui versanti più colpiti agli incendi, quelli in cui una parte della vegetazione è stata incenerita e può andare incontro ad un processo di mineralizzazione, già constatato ad esempio in alcuni versanti a Mompantero.
Lo stato del terreno e la presenza di ceneri che possono volatilizzarsi in caso di vento sono parametri tenuti in grande considerazione nella valutazione in atto.
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Trasparenza, partecipazione ed equilibrate opportunità fra le diverse zone omogenee sono le parole chiave che hanno guidato la redazione della bozza del primo Piano strategico triennale della Città Metropolitana di Torino.La proposta è pronta e attende che, entro il prossimo 30 giugno, i Comuni, i Sindaci in prima persona, gli amministratori pubblici, le associazioni e i singoli cittadini formulino osservazioni sul merito e sull’ampio contenuto.
Il lavoro di redazione e confronto sull’importante atto di indirizzo e di programmazione per lo sviluppo socioeconomico e ambientale di tutto il territorio metropolitano era cominciato all’inizio del 2016. La bozza di piano è già stata adottata dal Consiglio metropolitano, ha ottenuto il parere obbligatorio dell'assemblea dei sindaci delle Zone omogenee e il parere vincolante della Conferenza metropolitana composta dai 315 Sindaci del territorio.
Dopo una prima fase di ascolto e confronto si è giunti alla proposta che è articolata in 5 piattaforme progettuali, 21 strategie e 50 azioni principali rivolte alla totalità dei Comuni del territorio.
Tra il 20 e il 30 giugno sono stati programmati incontri sul testo della proposta definitiva con i Sindaci delle Zone omogenee:
- martedì 20 giugno alle 18,30 nella sala consiliare del Comune di Rivarolo Canavese per la Zona 8 Canavese Occidentale
- mercoledì 21 giugno alle 21 nel Municipio di Volvera per la Zona 3 Area Metropolitana Torino Sud
- giovedì 22 giugno alle 17,30 nella sala consiliare del Comune di Chieri per la Zona 11 Chierese-Carmagnolese
- venerdì 23 giugno alle 18 a Pinerolo per la Zona 5 Pinerolese
- lunedì 26 giugno alle 20,30 a Borgaro Torinese per la Zona 4 Area Metropolitana Torino Nord
- martedì 27 giugno alle 18 nella Sala Dorata del Municipio di Ivrea per la Zona 9 Eporediese
- mercoledì 28 giugno alle 18 a Collegno per la Zona 2 Area Metropolitana Torino Ovest
- giovedì 29 giugno alle 18,30 nella sala consiliare del Comune di Chivasso per la Zona 10 Chivassese
- venerdì 30 giugno alle 18,30 nella sala consiliare del Comune di Sant’Ambrogio per la Zona 6 Valli di Susa e Sangone
UN PIANO PER FAR RIPARTIRE LO SVILUPPO LOCALE
La visione del Piano strategico, che avrà durata triennale e sarà aggiornato ogni anno, intende la Città Metropolitana come un vero e proprio strumento di accelerazione delle dinamiche di sviluppo locale, dà centralità all’economia sostenibile e intende applicare un sistema di governance integrata intercomunale attiva ed inclusiva, che passi prioritariamente attraverso un’accresciuta efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa dell’Ente e trovi la sua declinazione in esempi molto concreti, primi fra tutti un nuovo modello metropolitano di gestione delle strade, la razionalizzazione, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio di edilizia scolastica. La pianificazione strategica metropolitana dovrà essere declinata attraverso gli strumenti della pianificazione territoriale e attraverso l’assistenza tecnica ai Comuni, compresa quella riguardante la prevenzione del rischio idrogeologico, con il supporto nelle attività ed emergenze di protezione civile. Di eguale importanza il lavoro per garantire la creazione e il funzionamento di una stazione unica appaltante e di un soggetto aggregatore della domanda pubblica di beni e servizi. La bozza del Piano dedica approfondimenti anche ai temi del superamento del dualismo tra pianura e montagna, con l’impegno ad integrare i temi della montagna nelle diverse politiche dell'Ente e a creare nuove occasioni di turismo montano sostenibile, attraverso ad esempio la valorizzazione delle risorse territoriali e gli itinerari turistici tematici.
Inviare proposte sulla bozza del Piano Strategico suggerimenti è molto semplice: basta collegarsi al sito Internet della Città Metropolitana e compilare l’apposita scheda da inviare poi on line all’indirizzo di posta elettronica piano_strategico@cittametropolitana.torino.it.
Il link da digitare per consultare il documento è
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2017/piano_strategico_triennale/
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In occasione della giornata mondiale dell'acqua, l’Auditorium della Città metropolitana di Torino (corso Inghilterra 7) ospiterà domani, mercoledì 22 marzo, a partire dalle ore 8.30, il convegno "Il sistema di gestione delle piene nel bacino del Po alla luce dell'evento alluvionale del 22-25 novembre 2016". L’incontro è organizzato da Associazione idrotecnica italiana, Aipo, Arpa, Regione Piemonte e Politecnico di Torino, con il patrocinio di Città metropolitana di Torino e Anci Piemonte,
Tra le varie misure idrauliche adottate per il contenimento del grado di rischio cui sono soggetti i territori attraversati dai corsi d’acqua, nel bacino idrografico del Po spicca il sistema integrato per la gestione delle piene che l’Aipo (Agenzia Interregionale del fiume Po), le Regioni con le relative Agenzie di protezione ambientale e le strutture di Protezione civile si sono date per ridurre localmente, in caso di evento, il rischio alluvionale fino al valore corrispondente al rischio residuo ammissibile.
L’evento alluvionale del 22-25 novembre 2016 ha permesso di sperimentare il grado di sistemazione idraulica della rete idrografica e verificare sia il grado di protezione idraulica del territorio raggiunto sia il sistema di gestione delle piene per la riduzione del rischio, come richiesto dalla Direttiva alluvioni 2007/60/Ce.
Le criticità emerse, i punti di forza e le possibili misure migliorative del sistema attuale di difesa dalle piene e della gestione del rischio nei territori comunali sono le questioni che si affronteranno sia nelle relazioni di qualificati addetti ai lavori sia nell’ambito della tavola rotonda.
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Un piano per portare la banda ultralarga nelle aree a più forte divario digitale, vale a dire le zone montane, che in Piemonte rappresentano il 72% del territorio. Per realizzarlo, sono stati assegnati al Piemonte circa 284 milioni di euro, di cui 90 da fondi europei (Fesr e Feasr) e 194 da fondi nazionali (Fsc).Per mettere a punto tale piano, a partire dalla seconda metà di maggio la Regione Piemonte, in collaborazione con Uncem e Anci, ha organizzato degli appuntamenti sul territorio per conoscere esigenze e necessità dei Comuni. Dopo Cuneo, Vercelli e Alessandria, giovedì 26 maggio è stata la volta di Torino, con un incontro che si è svolto nella sede di corso Inghilterra della Città metropolitana di Torino. Dopo i saluti del vicesindaco metropolitano, è intervenuto l’assessore regionale alle attività produttive.
Il divario digitale non è solo internet, ma è anche tv e telefonia mobile: prima di navigare a 30 o 100 Mbps, chi vive e lavora in montagna vuole poter telefonare e vedere il digitale terrestre. Basti sapere che in Piemonte 600mila persone hanno difficoltà a "catturare" il segnale Rai. Ma una volta superato il dislivello, le vallate alpine non saranno più “a fallimento di mercato”, come dicono gli economisti. Le aree urbane diventeranno presto sature, colme di infrastrutture e di servizi, mentre le valli alpine saranno luoghi dove insediare impresa. Oggi sono "spazi liberi", e riempire questa libertà è l'impegno degli Enti locali e delle imprese.
Anche per questo, Uncem (che rappresenta solo in Piemonte 553 Comuni montani e 54 loro Unioni) ha chiesto alla Regione e di conseguenza al Mise e Agid di ragionare subito sui servizi da portare alla pubblica amministrazione, alle imprese, ai cittadini.
Dal punto di vista operativo, per poter investire subito le risorse disponibili, la Regione Piemonte firmerà con Ministero dello Sviluppo economico e Infratel un accordo per mettere in moto la macchina. Poi saranno i Comuni, attraverso le loro Unioni, a firmare le convenzioni che saranno l'ultimo passo prima dei bandi, interamente gestiti da Infratel.
“Uno dei compiti della Città metropolitana è quello di portare equilibrio tra le potenzialità delle aree più urbanizzate e quelle dei territori che lo sono di meno” ha detto il vicesindaco metropolitano. “Questo significa utilizzare al meglio le opportunità offerte dalle infrastrutture esistenti, ma anche immaginare delle misure a favore degli utenti delle zone decentrate”.
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“Ottima opportunità di confronto il Consiglio regionale aperto su un tema strutturale come quello di Eusalp, vera e propria strategia strategia di relazione tra territori diversi tra loro, ma unici proprio per le loro caratteristiche geomorfologiche, legati tra loro da un destino condiviso che si deve tradurre nell’alleanza concreta tra aree urbane, aree rurali e aree montane”.Lo ha detto il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Alberto Avetta intervenendo questa mattina ai lavori del Consiglio regionale del Piemonte dedicato ad Eusalp.
“La strategia alpina è un'opportunità per individuare obiettivi comuni e transnazionali e per consolidare la cooperazione transfrontaliera. Con EUSALP abbiamo l’occasione di fare qualche passo in più. La Città metropolitana di Torino ha il 50% dei suoi 315 Comuni in territorio montano, abbiamo 1 milioni di abitanti nella area urbana ed altrettanti nell’area più rurale e montana e questa composizione territoriale è unica in Italia. Lavoriamo per tenere insieme le diverse anime dei nostri territori cogliendo le opportunità che ci offre l’Unione Europea, in particolare sulla dimensione alpina e transfrontaliera”.
“Sappiamo - ha concluso Avetta - di poter contare su una Regione Piemonte forte ed autorevole: noi siamo pronti a dare il nostro contributo per condividere le esperienze e le scelte, evitando frammentazioni che possono pregiudicare il raggiungimento di questi obiettivi".
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Tutelare il consumo di suolo e promuovere lo sviluppo sostenibile a livello urbanistico, è un vantaggio non solo ambientale ma anche economico per tutta la comunità. È questo l'obiettivo del progetto SAM4CP "Soil Administration models for community profit" nell'ambito del programma LIFE+ cui partecipano la Città metropolitana di Torino, in qualità di capofila, l'Ispra, il Dipartimento interateneo di scienze progetto e politiche del territorio del Politecnico di Torino e l'Istituto nazionale di economia agraria (Inea).Ultima tappa in ordine di tempo del progetto è stato il seminario del 15 giugno 2015, che ha visto la partecipazione e l'interesse di 23 Comuni della Città metropolitana di Torino , nel corso del quale è stato presentato il regolamento rivolto ai Comuni per partecipare tramite nuovi atti di pianificazione urbanistica.
12 Comuni hanno manifestato esplicitamente (in forma scritta) il loro interesse ai contenuti del progetto LIFE SAM4CP e di questi, 11 (Candiolo; Casalborgone; Chieri; Ivrea; Montanaro; None; Pavarolo; Piossasco; Rivalta; Rivoli; Settimo Torinese) hanno inoltre dichiarato la disponibilità a partecipare tramite la predisposizione di un nuovo atto urbanistico redatto in copianificazione e teso alla sperimentazione dell'approccio ecosistemico elaborato dal progetto: fra questi candidati entro il 30 settembre, verranno scelti 3 comuni-pilota.
Prima però gli 11 Comuni riceveranno, come previsto dal bando, una richiesta a fornire entro il 10 settembre 2015 informazioni aggiuntive relativamente all'atto urbanistico e saranno invitati a un incontro con la Città metropolitana e Politecnico di Torino-DIST, che si svolgerà il 15 settembre 2015.
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