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Il paesaggio viticolo nel Pinerolese


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Nel Pinerolese la coltura della vite era presente diffusamente in pianura e sulle colline ma anche in alcuni lembi montani. Oggi la gran parte delle vigne si trova su terreni poco acclivi, facili alla meccanizzazione, e presenta gli schemi di allevamento contemporanei.

Il tradizionale alteno era stato sostituito localmente dalla pergoletta doppia e dalla pergoletta unilaterale o pantalera. L'allevamento a pergola unilaterale presentava la vegetazione rivolta verso valle e consentiva un'ottimale ricezione della luce. Sui pali, ad un'altezza di circa 1,5 m, erano fissate delle traversine orizzontali, perpendicolari alla direzione del filare e dirette verso valle. All'estremità di queste era fissato un filo metallico. I due tralci produttivi, spesso intrecciati, venivano piegati orizzontalmente e legati alle estremità sul filo. Nelle aree collinari era diffusa la taragna pinerolese, una forma a controspalliera nella quale i capi a frutto erano piegati ad archetto e la vegetazione era sostenuta da pertiche orizzontali in legno di castagno, oggi sostituite da fili metallici. I tralci erano intrecciati e poi ripiegati verso il basso a formare un capovolto. È ancora possibile osservare qualche vigneto impostato secondo questo sistema tradizionale.

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Esistono vigneti testimoni di un'agricoltura eroica, nascosti qua e la nella sui fianchi delle montagne. Un bell'esempio è l'alta collina di Santa Caterina che sovrasta il comune di Bricherasio, una sorta di prua che si affaccia alla pianura, rivestita di muretti e filari di viti.

Nel paese di Pomaretto la pietra è dominate in tutte le sue forme e per i diversi usi, dalle fontane in paese sino ai più alti terrazzamenti ormai occupati dal bosco. Le vigne sono aggrappate alla parete che sovrasta il paese su muretti ripidi e malagevoli. Dove la pendenza è particolarmente marcata, i ripiani sono collegati da scalette scoscese o gradini in pietra a sbalzo.
Si capisce perché su questi pendii per raggiungere alcuni appezzamenti e per vendemmiare si utilizzi la monorotaia. Qui le viti sono messe a dimora in stretti terrazzamenti, generalmente non organizzate in veri e propri filari ma disposte su linee che assecondano la forma del versante. I ceppi sono vincolati ad un sostegno singolo, una sorta di alberello con i tralci legati al tutore verticale. Inoltrarsi tra queste vigne è un'esperienza che fa meglio comprendere l'espressione viticoltura eroica. Risalendo il monte, i vigneti sono meno acclivi e formano gradoni ampi ricoperti di pietrisco, mantenendo il tipico allevamento ad alberello.