Risorse idriche

Archivio pubblicazioni

Anni 2002-2014

Le copie cartacee delle pubblicazioni sono disponibili (salvo esaurimento delle copie) e possono essere richieste alla Direzione Risorse Idriche e Tutela dell'Atmosfera
pianificazione.acque@cittametropolitana.torino.it

 

Buone pratiche di gestione del corso d'acqua - Linee guida
Il Progetto PELLIDRAC e le Linee Guida sulle buone pratiche di gestione del corso d'acqua

Questa guida di buone pratiche è uno dei risultati perseguiti con le azioni previste dal programma di lavoro del Progetto Interreg Alcotra PELLIDRAC "Pellice e Drac si parlano - histoire d’eau" svoltosi in Italia e in Francia tra l’agosto 2009 e il novembre 2011 che ha coinvolto il Politecnico di Torino, come capofila e referente scientifico, la Provincia di Torino ed il Conseil Général des Hautes Alpes, Enti Locali con competenze amministrative territoriali, come partners.
Il Progetto PELLIDRAC nasce, come idea condivisa, all'indomani dell'evento alluvionale che, nel maggio 2008, colpì le Alpi Occidentali con perdite umane e materiali nel bacino del T. Pellice, in Italia, e sulla memoria di altri eventi precedenti che causarono altrettanti danni e altre vittime, in Francia. In quelle occasioni, si osservò infatti che, sia ad est che a ovest delle Alpi, le amministrazioni e i cittadini coinvolti dagli eventi distruttivi vivevano il bisogno di difesa dal rischio idraulico e la necessità di preservare e migliorare la naturalità del corso d’acqua come esigenze in contrapposizione fra loro, con una sentita e comprensibile urgenza di risolvere il primo anche a grave discapito della seconda.
In Italia in particolare, ma anche in Francia, questa contrapposizione è ritenuta insuperabile dalla stragrande maggioranza delle persone direttamente o indirettamente coinvolte dagli eventi e questo avviene troppo spesso sulla base di false memorie e di false credenze diffuse nella popolazione e, a volte, veicolate con troppa superficialità dai mezzi d'informazione.
Lo scopo del Progetto PELLIDRAC divenne quindi il perseguimento di obiettivi di conoscenza dei due torrenti, il Pellice e il Drac, e dei loro bacini, di approfondimento tecnico scientifico, di condivisione dei risultati e di formazione, informazione e sensibilizzazione alle tematiche relative ai corsi d’acqua. Obiettivi tutti indirizzati alla mitigazione di questo conflitto, in linea teorica falso, nella realtà a volte apparente, a volte procurato dall’uomo.
La guida di buone pratiche segue questo indirizzo e si propone di fare maggiore chiarezza su quando possa essere effettivamente necessario intervenire su di un corso d’acqua; su quale possa essere il modo migliore per farlo privilegiando, laddove possibile, la pianificazione urbanistica e la riqualificazione fluviale e intervenendo con maggiore consapevolezza, laddove indispensabile, con opere di ingegneria idraulica.
Questa consapevolezza emerge anche nella normativa europea che, con la Direttiva Acque, introduce un nuovo concetto di stato di qualità dei corpi idrici che non considera più, come in passato, le sole caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua, ma che valuta l'ecosistema del corso d’acqua nel suo complesso tenendo conto anche degli elementi biologici (vegetazione, macroinvertebrati, fauna ittica) e idromorfologici.

Su questa pagina sono disponibili i capitoli relativi alla SEZIONE GIALLA della pubblicazione, che contiene una diffusa trattazione del corso d'acqua a partire da alcuni concetti base di idrologia, di idraulica, di morfologia e di ecologia con l’intento di porre le basi conoscitive idonee ad un approccio multidisciplinare alla gestione del corso d’acqua.


 

Il Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Sangone
Il Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Sangone

"Quando cominciate a separare la gente dai loro fiumi che ottenete? Burocrazia!"
Jack Kerouac (da "On the Road")

Per Kerouac il fiume è il simbolo del territorio: il luogo dove gli abitanti lo riconoscono e nelle sue sponde si riconoscono. Conciliare la vita degli uomini con la vita del fiume, comprendere e gestire i problemi e le attività in modo compatibile con l'ambiente è l’imperativo categorico del nostro tempo.

Anche per una pubblica amministrazione diventa fondamentale impostare le proprie politiche di gestione delle risorse idriche tenendo conto dei principi di sostenibilità ed equità. Questo significa superare il vecchio concetto che separa la gestione idraulica da quella ambientale, considerando l’acqua non solo come bene economico, una semplice risorsa produttiva da sfruttare o da cui difendersi, ma riconoscendola come valore caratterizzante un territorio.

Nell’ambito del territorio provinciale, il Torrente Sangone rappresenta uno dei corpi idrici maggiormente compromessi; tale specificità ha fatto sì che a partire dal 2001 sia stato oggetto di progetti mirati alla sua riqualificazione. A partire dalle esperienze di indagine territoriale e individuazione delle criticità, derivanti dai progetti "Sangone per tutti" (2001) e "Progetto 33 - Riqualificazione e promozione del bacino fluviale del Sangone" (2003), si è giunti ad ampliare territori, attività e competenze da considerare nei processi di riqualificazione, fino a creare i presupposti per la costituzione di sinergie e partnership, attraverso la sperimentazione del Contratto di Fiume. La Provincia, i Comuni e gli altri Enti interessati, grazie anche al contributo ed al sostegno della Regione Piemonte, stanno sperimentando tale strumento di governance quale nuovo metodo di lavoro. La lunga fase concertativa che in questi anni ha interessato tutti i portatori di interesse che gravitano sul bacino del Sangone, oltre ad individuare e condividere gli obiettivi di riqualificazione, ha sicuramente messo in evidenza l’assoluta necessità di coordinamento nelle decisioni che competono ai diversi soggetti. Gli Enti ambiscono a riportare i corsi d’acqua ad essere elementi centrali del territorio, per essere percepiti sempre più come una nuova opportunità comune di sviluppo.

Questa pubblicazione, che esce a poco più di un anno dalla firma del Contratto di Fiume, costituisce l’occasione per un primo bilancio del lavoro finora svolto e rappresenta un importante momento di aggiornamento. Le azioni, tutte condivise, nate dal dialogo con i soggetti portatori di interesse e gli enti locali hanno contribuito a rafforzare i rapporti sovra comunali e sovra istituzionali.


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La pubblicazione del Masterplan del Piano d'Azione
IDRA II - Concorso di progettazione
Masterplan del Piano d'Azione del Contratto di Fiume del Torrente Sangone

La seconda edizione del progetto I.D.R.A., rivolta in particolare alle amministrazioni e alla cittadinanza, ha mirato ad un coinvolgimento stabile ed interdisciplinare del mondo accademico con la partecipazione del Politecnico di Torino - II Facoltà di Architettura e dell’Università degli Studi di Torino - Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali. La seconda edizione è stata ideata allo scopo di diffondere sull'intero territorio il Contratto di Fiume e il percorso di partecipazione e condivisione, entrando nello specifico delle attività contenute nel Il Piano d'Azione (pdf 47 KB). Gli studenti universitari di diverse Facoltà sono stati coinvolti nella partecipazione al bando di concorso di progettazione Masterplan del Piano d’Azione del Contratto di Fiume del bacino del Torrente Sangone".

Attraverso il coordinamento e la conduzione metodologica dello Studio Sferalab, il supporto tecnico della Provincia di Torino ed il tutoraggio dei docenti della II Facoltà di Architettura e della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali ai lavori di progettazione degli studenti, si è avviato un percorso che, tra i mesi di febbraio e giugno 2009, ha condotto alla realizzazione di 5 proposte progettuali in forma di elaborati grafici corredati da relazioni descrittive, valutate da una Commissione composta dai membri della Cabina di regia del Contratto di Fiume; la valutazione, che ha portato a stilare un’apposita graduatoria, si è basata su diversi criteri, tra i quali la valenza interdisciplinare, il contenuto concettuale e l’apporto innovativo dei lavori.

Dal mese di settembre 2009 il percorso progettuale ha mirato a valorizzare i progetti realizzati dagli studenti e creare i presupposti per lo studio di un Masterplan unico del bacino del Sangone con lo scopo di ottenere il disegno dell’area definendo la forma e il contenuto della trasformazione dell’ambito territoriale, dalla morfologia all’architettura facendo del Masterplan uno strumento di comunicazione del Piano d’Azione del Contratto di Fiume. La premiazione dei primi tre gruppi classificati è avvenuta nell'ambito di un evento pubblico (pdf 2 MB) tenutosi a Trana nel novembre 2009. Come previsto dal bando, gli elaborati dei gruppi vincitori sono stati integralmente pubblicati in un volume edito dalla Provincia di Torino; ad ogni membro del primo gruppo è stato inoltre assegnato un abbonamento annuale alla rete di trasporto pubblico.


 

Manuale per il censimento delle opere in alveo
Manuale per il censimento delle opere in alveo

Il "Manuale per il censimento delle opere in alveo" è uno strumento di lavoro nato dalla stretta collaborazione tra la Regione Piemonte, Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste - Settore Pianificazione e Difesa del Suolo e la Provincia di Torino, Area Risorse Idriche e Qualità dell'Aria - Servizio Pianificazione Risorse Idriche, a conclusione dell'attività di formazione dedicata alle Guardie Ecologiche Volontarie.

L'obiettivo principale del Manuale è quello di creare una cultura comune e diffondere un linguaggio condiviso tra chi opera sul territorio, facilitando il lavoro di riconoscimento delle opere di difesa, derivazione ed immissione che si incontrano lungo i corsi d'acqua piemontesi.

Il Manuale, scritto con linguaggio semplice ed immediato, offre anche le nozioni basilari per operare in campo e presenta gli strumenti che i nostri Enti hanno sviluppato per gestire e diffondere i dati raccolti sul territorio.


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Linee guida per il biomonitoraggio di corsi d'acqua in ambiente alpino
Linee guida per il biomonitoraggio di corsi d'acqua in ambiente alpino

Nell'ambito delle attività promosse a supporto delle politiche di intervento per lo sviluppo sostenibile, ed in particolare nel settore della salvaguardia ambientale, la Provincia di Torino ha promosso un progetto di ricerca finalizzato all'applicazione integrata di metodologie di biomonitoraggio dei corsi d'acqua in ambiente alpino.

La parte iniziale dei corsi d'acqua alpini è spesso esclusa dai piani di monitoraggio ambientale; infatti, in assenza di fonti inquinanti di origine industriale o di insediamenti urbani di grandi dimensioni, si presuppone che sia assente qualsiasi tipo di alterazione ambientale o che, comunque, questa sia di livello contenuto.
In realtà, alle quote più elevate, gli ecosistemi fluviali presentano caratteristiche intrinseche che ne determinano una particolare fragilità ecologico-funzionale ed hanno spesso uno stato di compromissione non rilevabile attraverso il solo monitoraggio chimico.

Il progetto, ideato in collaborazione con i ricercatori dell'Unità BIOTEC del Centro Ricerche ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente) di Saluggia (VC), è stato condotto lungo i tratti montani dei torrenti Dora Riparia e Chisone, includendo le aste fluviali principali e gli affluenti che confluiscono al di sopra dei 1000 m di quota.

La scelta del territorio "campione" deriva dalle caratteristiche delle valli oggetto di studio: si tratta di un'area soggetta ad impatti antropici considerevoli e, nel contempo, caratterizzata dalla presenza di ambienti di notevole rilevanza naturalistica. Inoltre, risulta utile uno studio di caratterizzazione ecologica degli ecosistemi fluviali nell'ambito territoriale che verrà interessato dalle Olimpiadi Invernali del 2006.

Le indagini, compiute tra il 2000 ed il 2001, hanno confermato l'applicabilità e l'efficacia, anche nei tratti alpini dei corsi d'acqua, di alcuni metodi quali l'Indice di Funzionalità Fluviale (IFF), l'Indice Biotico Esteso (IBE), il Biological Monitoring Working Party (BMWP), nonchè alcuni indici basati sulla vegetazione macrofitica e sulle formazioni riparie, mentre hanno posto in evidenza anche alcuni limiti relativamente all'efficacia di altri, in particolare, gli indici diatomici.

In senso più generale, la ricerca ha dimostrato l'utilità degli indici di biomonitoraggio negli ambienti alpini, dove spesso il solo controllo chimico non è in grado di evidenziare il reale stato di compromissione dei corsi d'acqua; ha rilevato, inoltre, l'importanza dell'applicazione congiunta ed integrata di metodologie diverse.

Punti di campionamento


 

Un progetto integrato per la tutela e la riqualificazione
Bacino del Sangone. Un progetto integrato per la tutela e la riqualificazione

Il progetto n° 33: "Riqualificazione e promozione del bacino fluviale del Sangone. Area intervento 1: fotografia dell'ambiente naturale" si è svolto in collaborazione tra la Provincia di Torino e l'ASSOT (Agenzia per lo Sviluppo del Sud Ovest di Torino) ed è inserito nel Programma Provinciale di Interventi in campo Ambientale 2002.

L'obiettivo del progetto è stato quello di estendere il monitoraggio ambientale già eseguito nell'ambito del progetto "Sangone per tutti" (anno 2002 - tratto da Sangano a Moncalieri - in collaborazione tra ARPA Piemonte e Provincia di Torino), nella parte alta del corpo idrico (da Forno di Coazze a Sangano) al fine di individuare le principali criticità e le possibili azioni per indirizzare il recupero della qualità ambientale dell'intero corso d'acqua. La metodologia utilizzata ha garantito il coinvolgimento attivo di tutte le componenti pubbliche e private e le categorie socioeconomiche del territorio, promuovendo altresì il perseguimento dello sviluppo turistico quale elemento in grado di concorrere alla stabilizzazione socioeconomica e demografica dell'area. 

Nello specifico, dal mese di settembre 2003 a gennaio 2004 si sono svolte attività di raccolta e elaborazione di tutti i dati ambientali disponibili, giungendo così alla predisposizione di una cartografia che ha consentito di georeferenziare e cartografare i punti di monitoraggio, i punti e le aree dove insistono maggiori criticità ambientali (scarichi idrici, derivazioni, difese spondali, etc.) e le aree degradate (abbandono rifiuti, orti abusivi, erosione spondale, etc.) e da riqualificare lungo tutta l'asta del torrente e lungo gli affluenti principali.

Il processo di concertazione ha portato alla realizzazione del workshop "Fotografia del torrente Sangone e primi interventi di riqualificazione" (Beinasco, 26 febbraio 2004), con l'obiettivo di individuare e condividere, attraverso una sessione di lavoro di progettazione partecipata, le priorità di intervento per la riqualificazione del torrente Sangone.

Da settembre 2004 a maggio 2005, si sono svolti ulteriori incontri con la cabina di regia del progetto con l'obiettivo di individuare gli interventi specifici di riqualificazione da realizzare.

Infine, tutti i risultati emersi durante il progetto dai processi di rilevamento dei dati e di condivisione degli interventi di riqualificazione sono stati raccolti nella pubblicazione "Bacino del Sangone. Un progetto integrato per la tutela e la riqualificazione" e si è organizzato il 12 maggio 2005 il Convegno "Bacino fluviale del Sangone: fotografia della situazione e primi interventi di riqualificazione" finalizzato alla presentazione e alla diffusione dei risultati finali del progetto.


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Risorse idriche superficiali dei principali bacini della Provincia di Torino
Risorse idriche superficiali dei principali bacini della Provincia di Torino

Con l'acquisizione della competenza sulle acque, avvenuta dall'1 maggio 1995, la Provincia di Torino ha adottato una politica di marcato impegno per riorganizzare e gestire il vitale e strategico patrimonio rappresentato dalle acque sia superficiali che sotterranee del proprio territorio. L'obiettivo principale dell'Assessorato alle Risorse Idriche ed Atmosferiche è infatti la tutela quali-quantitativa delle acque dei bacini idrografici della nostra Provincia.

Al fine di dotarsi di strumenti avanzati di gestione delle acque sono stati realizzati alcuni studi sulle acque superficiali dei principali bacini idrografici del nostro territorio, sulla base di un capitolato tecnico predisposto da docenti dell'Università degli Studi e del Politecnico di Torino, coadiuvati da tecnici della Provincia di Torino.

Dopo aver eseguito uno studio pilota applicato al bacino idrografico del Torrente Orco, sono stati realizzati gli studi riferiti ai bacini idrografici dei Torrenti Pellice, Chisone, Banna, Chisola, Sangone, Dora Riparia, Ceronda, Stura di Lanzo, Malone e Chiusella. Gli studi riferiti ai bacini idrografici dei Fiumi Po e Dora Baltea sono invece stati seguiti dalla Regione Piemonte e disponibili nella "Carta Ittica relativa al Territorio della Regione Piemontese" (Regione Piemonte 1991).

Lo studio di ogni singolo bacino è stato svolto per mezzo della predisposizione di rapporti di settore, ognuno dei quali tratta uno specifico aspetto: morfometria e cartografia, elementi climatici idrologici, carico antropico, qualità chimica delle acque, qualità biologica delle acque, ittiofauna, usi delle acque e rapporti di sintesi.

 

Le acque sotterranee della pianura di Torino
Le acque sotterranee della pianura di Torino

Il lavoro contiene una sintesi delle caratteristiche geologiche del sottosuolo dell'area di pianura e di fondovalle della Provincia di Torino e una carta, con le relative sezioni stratigrafiche, indicante la profondità del livello di base dell'acquifero superficiale.


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