Come è noto il decreto legge, all’articolo 35, impone ai termovalorizzatori di “lavorare” al massimo carico termico, un parametro che dipende dalla quantità di rifiuti bruciati e dal loro potere calorifico. Questo del “massimo carico termico” sarà quindi il nuovo parametro per indicare la capacità massima di un inceneritore.
Ma per il Gerbido, che opera a un massimo carico termico già definito nel 2006 di 206 Mw, cosa vuol dire questo in termini di tonnellate di rifiuti?
«Il nostro impianto – precisa Torresin – potrebbe bruciare anche 500-505.000 tonnellate annue, ma pensiamo che, in virtù di una buona gestione, il limite autorizzato potrebbe tradursi in 490.000 tonnellate annue di rifiuti».
Questa è quindi la quantità massima che Trm spera di portare a casa con la revisione della Autorizzazione integrata ambientale in corso negli uffici della ex Provincia. Proprio in questi giorni, il 15 gennaio, Trm ha ricevuto una richiesta di integrazioni e nelle prossime settimane si aprirà la Conferenza di servizi per discutere dell’istanza. Entro marzo potrebbe arrivare la nuova autorizzazione con i nuovi limiti “termici” che, appunto, tradotti in rifiuti, dovrebbe portare a 490.000 le tonnellate annue ammesse.
Con questa richiesta, Trm, società a controllo privato, fa naturalmente gli interessi dei suoi azionisti. Ma Torresin la interpreta anche come uno stimolo per il sistema di raccolta. «Per raggiungere il massimo carico termico autorizzato, non è necessario arrivare a 490.000 tonnellate di rifiuto: più il rifiuto è di buona qualità per effetto di una buona raccolta differenziata e più ha potere calorifico, dunque meno rifiuto serve a raggiungere il massimo carico termico.
Intanto, se l’effetto dell’adeguamento al decreto sarà l’aumento a 490.000 tonnellate annue, l’aumento di capacità con la saturazione che quasi sicuramente sarà raggiunta nel corso dell’esercizio, dovrebbe portare a Trm oltre 7 milioni di entrate lorde in più.
