Rifiuti e Bonifiche

I campioni di sangue custoditi per 30 anni

I campioni di sangue custoditi per 30 anni: "Una biobanca disponibile per analisi future, ma sempre legate all'inceneritore"

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I campioni di sangue e urine prelevati in tre anni per il biomonitoraggio del progetto Spott, oltre che a fornire risposte "immediate" sullo stato di salute della popolazione coinvolta, costituiscono una preziosa "banca" di materiale organico di diverso tipo. Per questo, durante le tre fasi di prelievo previste da Spott, una parte dei fluidi biologici è stata raccolta in apposite provette e inviata all'Istituto Superiore di Sanità dove viene conservata a temperature molto basse al fine di rallentare il deterioramento del materiale.
Questa banca biologica (o biobanca) costituisce una fonte molto importante di campioni che, nel caso si rendesse necessario, potranno essere analizzati in futuro con tecniche più sofisticate e fornire nuove risposte allo studio.
Ma queste provette con il loro contenuto potranno essere usate per altri studi?
«Ci tengo a sottolineare che non abbiamo costituito una banca dati da utilizzare per studi diversi da quello in corso – fuga ogni dubbio Antonella Bena responsabile del progetto Spott – Custodiamo in modo sicuro questi campioni per 30 anni, solo per usarli per nuovi approfondimenti sempre legati a questo preciso progetto di biomonitoraggio. In questo genere di studi la tecnologia evolve con una notevole rapidità. Abbiamo pensato che, se tra qualche anno, fossero disponibili nuove metodologie di analisi per trovare metalli, PCB, diossine, cioè tutti i possibili contaminanti ricercati in questo studio, potremmo disporre dei campioni su cui applicare anche queste nuove tecniche. Insomma, un modo per non dover chiamare tutti i volontari a donare nuovo sangue per rifare le analisi utilizzando tecnologie che oggi non conosciamo ancora».
Dunque, il sangue e le urine potranno ancora servire per progetti di tutela della salute rigorosamente collegati allo studio sulla salute della popolazione connesso all’inceneritore di Torino. Dopo gli scandali dei “furti di Dna” e visto che i campioni biologici umani contengono dati preziosi per scienziati e aziende farmaceutiche, tanto da avere anche un alto valore commerciale, è giusto fugare ogni dubbio.
Non per nulla, il Comitato Tecnico Scientifico del progetto Spott aveva, a suo tempo, approvato l'utilizzo di una banca biologica. La stessa approvazione è arrivata dal Comitato Etico. Tutte le persone selezionate per sottoporsi ai prelievi hanno sottoscritto un consenso informato che indicava la conservazione dei campioni per 30 anni e il loro possibile utilizzo per altre analisi legate all’impatto dell’inceneritore.
Come detto, la conservazione avrà una durata di 30 anni. Una custodia normalmente costosa (il valore di mercato di questo servizio è di circa 50 mila euro) che le Asl Città di Torino e TO3 hanno, invece, ottenuto a costi contenuti.
La procedura di raccolta, di stoccaggio e di invio di materiale biologico viene eseguita seguendo metodologie standard, impiegate in diversi studi internazionali: una quota del prelievo ematico (una provetta “sierologica” da 7ml e due provette con EDTA da 3,5 ml) viene destinato allo stoccaggio in biobanca. Il quantitativo di sangue consentirà di poter disporre per ciascun soggetto campionato di: 4 ml di siero, 4 ml di plasma, 1 ml di globuli rossi, 1 ml di buffy coat (ovvero la frazione di sangue che contiene principalmente leucociti e piastrine.).
Il diverso materiale biologico viene stoccato in appositi tubicini capillari di polietilene chiamati paillettes, distinguibili per colore del manicotto e per numerazione. Le paillettes vengono riempite con un’apposita macchina e conservate prima a - 80C° e poi inviate all’Istituto Superiore di Sanità per la conservazione in azoto liquido a - 179C°.
Dal quantitativo di urine raccolte la mattina stessa del prelievo sono state inviate alla banca biologica 2 provette da 15 ml. Dall’urina raccolta nelle 24h, sono state stoccate 8 provette da 10 ml di urina, che sono state congelate a - 80C° e anch’esse inviate all’ISS.
La banca biologica per lo stoccaggio definitivo è situata presso il Reparto epidemiologia delle malattie cerebro e cardiovascolare del Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità, a Roma.