Risorse idriche

Contratti di Fiume e di Lago

Il Contratto di Fiume e di Lago: uno strumento di programmazione negoziata

Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume 2023

Il 18-19 dicembre a Napoli si terrà il XII incontro del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume.
Il Tavolo, a cinque anni dal XI incontro nazionale del febbraio 2018, intende riunire la Comunità dei Contratti di Fiume per fare il punto sui risultati del lavoro svolto in questi anni e sulle sfide da affrontare nel futuro.
Tra i mesi di giugno e novembre 2023 si sono tenute le Assemblee promosse dal TNCdF per contribuire con proposte alla costruzione di una visione d’insieme a livello nazionale che possa essere rappresentata in un “Documento di Posizione e Proposta” da discutere durante il prossimo incontro nazionale del Tavolo al fine di dare sempre maggior concretezza a una gestione più condivisa di fiumi, laghi e coste e uscire dalla cultura dell’emergenza.

 

La pagina dedicata alla mostra didattica "Acque chiare" - l'acqua, la vita, l'uomo in provincia di Torino: tutte le informazioni sui contenuti e le modalità per richiederla.

 

La programmazione negoziata
Torrente Sangone a Rivalta

Nel 1992 la Conferenza Internazionale di Dublino su Acqua e Ambiente ha sottolineato la necessità di sviluppare un approccio olistico per la gestione integrata delle risorse idriche, attraverso l'elaborazione di nuovi strumenti finalizzati a riconoscere ed integrare i valori economici sociali, ambientali e culturali in gioco, la gestione delle acque superficiali con quella delle acque sotterranee e i valori quantitativi con quelli qualitativi.

La Programmazione negoziata è disciplinata dalla legge n. 662 del 23 dicembre 1996 che la definisce come "regolamentazione concordata tra soggetti pubblici o tra il soggetto pubblico competente e la parte o le parti pubbliche o private per l'attuazione di interventi diversi, riferiti ad un'unica finalità di sviluppo, che richiedono una valutazione complessiva delle attività di competenza" (art. 2, comma 203, lettera a). Questo implica un processo di decisione che nasce "dal basso" e che utilizza la concertazione tra soggetti pubblici e parti sociali interessate allo sviluppo locale del territorio.

Anche il Piano di Azione dell ONU "Agenda 21" riconosce il ruolo fondamentale del confronto e del dialogo fra istituzioni e soggetti locali per la condivisione delle strategie di gestione sostenibile delle risorse del territorio.

In quest'ottica anche il Contratto di Fiume e di Lago può essere considerato un processo di programmazione negoziata.

Che cos'è il Contratto di Fiume?

L'importanza del coinvolgimento e della responsabilizzazione dei cittadini nei processi decisionali, viene evidenziata a tutti i livelli e contesti, prevedendo, nella definizione delle politiche in materia di acque, un'azione promossa direttamente dai portatori di interesse e non imposta dall'alto.

Il concetto di Contratto di Fiume e di Lago è stato introdotto per la prima volta nell'ambito del 2° Forum Mondiale sull'Acqua, tenutosi a L'Aia nel marzo del 2000, e ripreso dalla Direttiva Quadro Europea sulle Acque 2000/60/CE. Con tale strumento, in particolare si stabilisce un sistema di regole che mette sullo stesso piano i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale, nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla Direttiva stessa.

In sostanza, un Contratto di Fiume o di Lago è un accordo volontario che prevede una serie di atti operativi, concertati fra i gestori della risorsa e del territorio (strutture di governo), i cittadini e i rappresentanti delle categorie che hanno interessi legati ai territori fluviali (stakeholders o portatori di interesse) come agricoltori, industriali, pescatori, canoisti, associazioni ambientaliste, ecc.

La stessa Direttiva Quadro in materia di Acque, nel fissare gli obiettivi che ogni stato membro deve raggiungere, individua il "bacino idrografico" come corretta unità di riferimento per il governo delle acque; ne consegue che un Contratto di Fiume debba essere sviluppato comprendendo l'intero territorio di un bacino e non soltanto tenendo conto delle zone prospicienti i corpi idrici.

A livello nazionale la Carta Nazionale dei Contratti di Fiume  (pdf   230 KB), già ratificata da diverse Regioni italiane tra cui il Piemonte, individua metodologie e strategie di base da utilizzare nella gestione di Contratti su tutto il territorio.

Questi strumenti sono inoltre stati recentemente riconosciuti a livello nazionale nell’ambito della Legge 221 del 28 dicembre 2015, cosiddetta "Collegato ambientale" alla Legge di Stabilità 2014, di recente approvazione, che all'art. 24 bis per la prima volta prevede ed inquadra i Contratti di Fiume nell'ambito della Pianificazione di distretto idrografico, inserendoli all’art. 68 – bis del D.Lgs.152/2006:

"Art. 68-bis. – (Contratti di fiume). – 1. I contratti di fiume concorrono alla definizione e all'attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree".

Le esperienze nella Regione Piemonte

Con il Piano di Tutela delle Acque (PTA), la Regione Piemonte ha introdotto i Contratti di Fiume e di Lago quali strumenti di programmazione negoziata per la gestione integrata a livello di bacino idrografico, finalizzati alla tutela e valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi, unitamente alla salvaguardia del rischio idraulico (art. 10 delle Norme di Piano). Per attuare il PTA sul territorio, l'Amministrazione Regionale ha promosso nel tempo l'attivazione, in via sperimentale, di una serie di Contratti. I territori interessati dalla sperimentazione sono stati scelti in base alle loro specifiche criticità ambientali e rappresentano le esperienze pilota a partire dalle quali sono state redatte apposite Linee Guida Regionali (approvate con Delibera della Giunta Regionale n. 16-2610 del 19/09/2011) che consentiranno di dare omogeneità ai processi dei futuri Contratti di Fiume e di Lago sul territorio regionale.

I Contratti di Fiume e di Lago nella provincia di Torino
Il Lago Piccolo di Avigliana

Ad oggi, sul territorio della provincia di Torino sono stati attivati i processi per i seguenti Contratti di Fiume e di Lago

 

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