Politiche sociali
Il 7 marzo incontro on line in occasione della Giornata internazionale della donnaIn occasione della Giornata internazionale della donna la Città metropolitana di Torino ha organizzato, come ogni anno, un momento di incontro con le dipendenti e i dipendenti dell'ente.
Il lavoro è il tema che è stato scelto per ricordare questo giorno, perché rappresenta lo strumento principale per garantire concretamente la realizzazione delle pari opportunità e, come è riportato nella convenzione di Istanbul, ci ricorda che l’occupazione lavorativa è la principale misura per contrastare la violenza domestica.
É stata organizzata una rassegna dal titolo “Women@work” che sarà presentata on line lunedì 7 marzo 2022 – con i saluti istituzionali del sindaco metropolitano Stefano Lo Russo e della consigliera delegata alle politiche sociali e di parità Valentina Cera – con inizio alle 14.30 per approfondire e per discutere su questo tema a partire dall’esperienza della Città metropolitana stessa.
Nei mesi scorsi, infatti, la Direzione Istruzione e sviluppo sociale ha avviato un’indagine interna per capire chi sono le lavoratrici della Città metropolitana, quali ruoli ricoprono, quali sono stati i loro percorsi scolastici e di carriera.
In questa ricerca si è cercato di comprendere le funzioni ricoperte dalle donne nelle diverse Direzioni e all'interno delle Società partecipate, raccogliendo storie, esperienze e riflessioni delle lavoratrici che, con impegno e creatività, sono riuscite a trovare un equilibrio tra differenti ruoli e conciliare la cura della famiglia con la propria realizzazione professionale.
Dopo i saluti istituzionali, interverranno Sonia Bertolini, professoressa associata in Sociologia del lavoro, presso il Dipartimento cultura politica e società Università degli studi di Torino su “L’equilibrio tra lavoro e vita privata nel post pandemia” e Anna Maria Berloco Scalera, corso di laurea magistrale Politiche e servizio sociale su “Women at work... indagine sulla distribuzione di genere tra il personale della Città metropolitana di Torino e nelle Società partecipate”.
Per seguire l’incontro ci si può connettere a https://cittametropolitanatorino.webex.com/join/paritadiritti
La rassegna Women@work continuerà nelle settimane successive.
Tutti gli eventi nei Comuni metropolitani dedicati alla Giornata internazionale della donna sono aggiornati sul sito
http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2022/otto_marzo/- Dettagli
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Politiche sociali
La Città metropolitana di Torino prosegue il suo impegno per supportare i consumatori, le piccole e medie imprese, i commercianti, gli artigiani, i professionisti, gli imprenditori agricoli e gli enti privati non commerciali, nella gestione della crisi da sovraindebitamento. E' attivo uno sportello a Torino nella sede di corso Inghilterra 7, funziona su appuntamento inviando una email a sovraindebitamento@cittametropolitana.torino.it oppure telefonando al numero 011 861.6029 e lasciare i propri dati alla segreteria telefonica.In questi giorni viene pubblicato sulle testate settimanali locali del territorio e trasmesso sulle emittenti locali anche uno spot per informare i cittadini sullo sportello, realizzato da Città metropolitana di Torino.
L’immagine è quella di un uomo che precipita nell’acqua e sembra annegare, annegare nei debiti, appunto. Ma la soluzione - o meglio - un aiuto alla soluzione, può arrivare dalla legge 3/2012 e dallo sportello aperto dalla Città metropolitana, che offre un primo incontro orientativo gratuito con professionisti competenti. Nella seconda parte dello spot l’uomo nuota in una piscina dove anche i rumori rassicurano: non è più solo e potrà affrontare i problemi del sovraindebitamento con maggior serenità.
Le info sullo Sportello e il video su
http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/politiche-sociali/sportello-sovraindebitamento
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Politiche sociali
XXIII edizione per il rapporto dell’Osservatorio interistituzionale sugli stranieri in provincia di Torino, presentato nella mattina del 13 dicembre all’Auditorium del Campus Luigi Einaudi: una vera e propria fotografia, aggiornata al 2020, del fenomeno migratorio sul territorio metropolitano.Per mettere a punto questo quadro, nevralgico per le scelte sulle politiche migratorie, la Prefettura di Torino conta sulla collaborazione, ormai storica, con altri 14 soggetti istituzionali che contribuiscono a fornire i dati: Regione Piemonte, Città metropolitana, Comune di Torino, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri, Camera di Commercio; Centro per la giustizia minorile per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta del Ministero dell’Interno, Università di Torino, Ufficio scolastico regionale per il Piemonte, Ires Piemonte, Agenzia Piemonte Lavoro, Direzione territoriale del lavoro, Direzione Inail regionale, Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione.
“Fra le moltissime competenze che oggi sono in capo alle Prefetture” ha commentato il Prefetto di Torino Raffaele Ruberto “considero fondamentali due compiti: antimafia e immigrazione. E su questo tema, ammiro la grande capacità di Torino di costruire collaborazioni ampie e durature, come quella necessaria a realizzare il Rapporto”.
Il rapporto di quest’anno ha un tema centrale, legato ovviamente all’impatto della pandemia, dedicato a “stranieri e salute”.
La Città metropolitana di Torino ha contribuito alla stesura attraverso il lavoro dell’Ufficio statistica del Dipartimento sviluppo economico, con la Direzione Istruzione, Pari opportunità e Welfare, e con l’Osservatorio abitativo sociale della Direzione Territorio e trasporti.
Il dato più rilevante è che, a dispetto di tante paure e preconcetti, la popolazione straniera rappresenta solo il 9,3% di quella complessiva: sul territorio metropolitano gli stranieri al 31 dicembre 2020 sono 205.988 unità su 2.212.996 abitanti totali. Di questi 131.256 sono a Torino (su 866.150 abitanti) e rispetto al 2019 in calo: 1622 stranieri in meno. Sul resto del territorio metropolitano gli stranieri sono 86.259 (3mila in meno rispetto all’anno precedente) e i Comuni con una maggior concentrazione di stranieri si riconfermano essere Pragelato, Chiesanuova, Colleretto Castelnuovo e Mercenasco.
“Il rapporto mette insieme più punti di vista e questo consente alla politica di prendere decisioni ponderate conoscendo bene il contesto di cui si parla” ha commentato il vicesindaco della Città metropolitana Roberto Montà nell’intervento in apertura “I dati demografici ed economici presentati ci fanno capire che gli stranieri sono una risorsa e non un problema; tanto più in contesti non urbani, come i molti Comuni periferici e piccoli del nostro territorio, rappresentano un elemento vitale. Stiamo per vivere la più importante stagione di investimenti dal Dopoguerra, e dobbiamo pensare a investire le risorse in modo da favorire l’integrazione, perché una società inclusiva deve essere la base dello sviluppo del territorio”.
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Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne; data scelta dall'Assemblea Generale della Nazioni Unite nel 1999. Anche quest'anno sono numerose le iniziative che il territorio metropolitano intraprende per tenere alta l'attenzione sul tema, oggi più che mai scottante.
La Città metropolitana di Torino e la Rete azione cambiamento organizzano il 29 novembre dalle 14 alle 17 un webinar dal titolo “Due anni di codice rosso: attuazione criticità e nuove consapevolezze”che propone una riflessione sulla legge approvata nel 2019, a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze per atti persecutori e maltrattamenti.
La legge 69/19 conosciuta come: “Codice rosso” mira a rafforzare la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere, tramite interventi sul codice penale e sul codice di procedura penale. Tra le novità introdotte dalla norma, la possibilità, rivolta agli autori di violenza di genere, di sottoporsi a un trattamento psicologico con finalità di recupero.
La Città metropolitana di Torino è impegnata su questo tema dal 2009 attraverso il coordinamento di un Tavolo di lavoro denominato: “Tavolo per progetti finalizzati al cambiamento degli autori di violenza”, che ha come obiettivo favorire il cambiamento degli uomini “maltrattanti” e promuovere un "nuovo modello” di mascolinità attraverso il coinvolgimento diretto degli uomini.
In questi ultimi anni una delle principali attività del Tavolo è stata la realizzazione di di un coordinamento di associazioni presenti sul territorio metropolitano che si occupano di accoglienza degli autori di violenza di genere. Le associazioni coinvolte hanno scelto di costituire una Rete denominata Rac-Rete azione cambiamento - per condividere, confrontarsi e promuovere, in collaborazioni con i diversi soggetti che incontrano gli autori di violenza di genere, azioni e progetti per favorire il loro cambiamento
I limiti e vantaggi dell’applicazione del Codice rosso, sono stati spesso oggetto di confronto tra i mebri della Rete azione cambiamento: per questo, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne, è stata organizzata un’occasione di approfondimento del tema con alcune delle organizzazioni e istituzioni del territorio maggiormente coinvolte.
L’obiettivo del convegno è quello di approfondire le novità introdotte dal Codice e analizzare i principali cambiamenti appartati a due anni dalla sua emanazione.
Il webinar si svolgerà online su piattaforma Webex. Non è richiesta iscrizione. IPer partecipare è sufficiente connettersi alla piattaforma qualche minuto prima dell’inizio del webinar cliccando sul link, pubblicato sul sito della Città metropolitana di Torino e seguendo le indicazioni. Per informazioni: paritadiritti@cittametropolitana.torino.it – 011 8616387.
Programma
Introduce: Monica Tarchi, dirigente Istruzione, pari opportunità, welfare della Città metropolitana di Torino
Modera: Antonella Ferrero, responsabile Ufficio pari opportunità e contrasto alle discriminazioni della Città metropolitana di Torino Direzione istruzione pari opportunità, welfare
14.00-14.15 Saluti istituzionali
Roberto Montà - vicensindaco della Città Metropolitana di Torino
14.15-14.30 Presentazione del video “Cacciatori in agguato”
Anna Cellamaro – psicologa, Centro studi e trattamento dell’agire violento
14.30 -14.50 Il lavoro con gli uomini autori di violenza di genere. Pratiche a confronto e lavoro di rete
Maddalena Cannito - ricercatrice e coordinatrice Progetto Varco, Università degli studi di Torino
Raphael Tonchia - dottore in Politiche e servizi sociali, Università degli studi di Torino
14.50-15.20 Il Codice rosso: che cos’è, cosa ha cambiato? Effetti e modalità operative
Lisa Bergamasco - sostituto procuratore, Gruppo fasce deboli, Procura della Repubblica di Torino
15.20-16.30 Tavola rotonda
Modera: Marika Demaria - Giornalista, Università della strada Gruppo Abele
Intervengono:
Questura di Torino: Marco Poggi - vicequestore della Polizia di stato, Squadra mobile; Paola Fuggetta - commissario capo della Polizia di stato, Divisione polizia anticrimine
Ufficio interdistrettuale dell'esecuzione penale esterna di Torino: Domenico Arena, direttore
Rete R.A.C. (Rete azione cambiamento): Giovanna Galasso – psicologa, Servizio accoglienza e trattamento del Gruppo Abele; Lina Borghesio – presidente Associazione Punto a Capo
Centri Antiviolenza Emma onlus: Silvia Sinopoli – avvocata, vicepresidente
16.30-16.50 Discussione
16.50-17.00 Conclusioni
Monica Tarchi - dirigente Istruzione, pari opportunità, welfare della Città metropolitana di Torino
Le iniziative sul territorio
Sul territorio metropolitano questa ricorrenza è l'occasione per lanciare un messaggio contro la violenza e per diffondere una cultura di attenzione ai diritti delle donne attraverso varie proposte che, dopo due anni di appuntamenti in modalità solo virtuale, possono tornare a essere organizzati in presenza.
Tutti gli appuntamenti, sono pubblicati su: http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/giornata_contro_violenza_sulle_donne/
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L’Associazione Volontari di Scalenghe, il Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali CISS e il Comune di Scalenghe hanno organizzato per lunedì 22 novembre alle 20,45 nella chiesa sconsacrata di San Bernardino in via Carignano a Scalenghe una serata di restituzione alla comunità del progetto Cà Nosta, patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino.
L’evento intende fare il punto sul progetto, giunto alla fase conclusiva del finanziamento erogato dalla Regione Piemonte, illustrare alla comunità gli obiettivi che sono stati raggiunti ed indicare le prospettive per il 2022. La serata sarà intervallata da proiezioni di video, testimonianze dei partner, degli organizzatori e dei volontari e si concluderà con un rinfresco finale.
La Città Metropolitana di Torino ha patrocinato sin dall’inizio la Cà Nosta di Scalenghe, che è il frutto di un progetto socio-sanitario di comunità, finanziato dalla Regione Piemonte su progettazione del Comunee dell'Associazione Volontari di Scalenghe. L’apertura dei locali in via Cavour 24 rappresenta la premessa per la creazione e la crescita di un punto di riferimento per la comunità locale. Cittadini e amministrazione comunale hanno realizzato un centro di socialità e aggregazione tra generazioni diverse, ma anchedi supporto alle fasce più fragili della popolazione. “CàNosta” mette a disposizione degli scalenghesi uno sportello di segretariato socialee si propone come snodo di connessione sociale, ad esempio per mettere in rete proposte di lavoro, competenze, oggetti e tempo libero da dedicare alla comunità, al fine di rafforzare sul territorio lo spirito di reciprocità e sostegno.
Per contatti e informazioni si può chiamare il numero telefonico 351-9802237 o scrivere a info@canosta.it. La pagina Facebook CaNostaScalenghe e l’account Instagram ca_nosta aggiornano costantemente la popolazione e tutte le persone interessate sullo “stato dell’arte” del progetto.
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Le Rsa piemontesi sono Covid free. È il dato che emerge dalla rilevazione del mese in corso presentata nella riunione dell’Osservatorio regionale sulle Rsa, il coordinamento istituito lo scorso anno durante la prima fase della pandemia per farsi carico di dare risposte alle segnalazioni in arrivo dai diversi tavoli provinciali, composto daRegione Piemonte, Prefettura di Torino, Città metropolitana di Torino, Ordini dei medici, Ordine delle professioni infermieristiche, sindacati, associazioni datoriali, Anci Piemonte, Upi.Il 98% delle strutture che accolgono gli anziani sono risultate libere dal Covid, e il trend è confermato anche per le residenze – e le strutture semiresidenziali - che ospitano altre tipologie di persone fragili.
“L'osservanza delle regole e il completamento del piano vaccinale per il 100% degli ospiti è stato decisivo. È un dato confortante ma non bisogna abbassare ovviamente la guardia” commenta il vicesindaco Marco Marocco che rappresenta nell’Osservatorio le province piemontesi “Soprattutto è necessario guardare al futuro: le Rsa stanno vivendo una profonda crisi strutturale e occorre profondere il massimo impegno per risolverla, consci che l’invecchiamento della popolazione farà crescere il bisogno sociale di residenze per anziani che devono garantire un’alta qualità di vita e di sicurezza”.
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L’Ufficio decentrato di pubblica tutela a Ivrea è stato inaugurato a giugno dello scorso anno e ha ottenuto un riscontro fortemente positivo: ma a fine anno la Città metropolitana rischia di non avere più le risorse per continuare a farlo funzionare.L’Ufficio di pubblica tutela, attività che la Città metropolitana esercita su delega della Regione Piemonte, aiuta privati, enti pubblici, professionisti a orientarsi nelle procedure per aprire e gestire misure di protezione giuridica (tutela e amministrazione di sostegno).Aiuta cioè a districarsi fra i provvedimenti che servono a dare sostegno alle persone fragili che non riescono più a gestire in piena autonomia i propri interessi e bisogni. In molti casi la tutela o l’amministrazione è presa in carico da familiari, ma talvolta è necessario l’intervento di figure esterne: in ogni caso occorre interfacciarsi con il Tribunale.
La nascita dell’Ufficio decentrato di pubblica tutela presso il Tribunale di Ivrea -che si aggiunge a quelli già attivi a Torino presso la sede della Città metropolitana, il Tribunale di Torino e il Palazzo di Giustizia minorile - costituisce dunque un servizio di prossimità e infatti è stato accolto con favore, tanto più in un periodo in cui il Covid-19 ha messo ancor più in crisi le persone non autonome e i lockdown hanno reso difficili gli spostamenti: nei sei mesi di attività nel 2020 ha accolto 234 persone, e nei soli primi 5 mesi del 2021 oltre 350, con un trend in notevole crescita.
“Lo sportello a Ivrea” ricorda il vicesindaco Marocco “è stato aperto grazie alle risorse di un progetto europeo SociaLab di cui la Città metropolitana è capofila all’interno del Piter Graies, che mira a incentivare i servizi di prossimità. Ma con dicembre 2021 il progetto termina, e non avremo le risorse, né di personale né economiche, per continuare l’attività”.
Per questa ragione il vicesindaco Marocco ha scritto all’assessore regionale alle politiche sociali Chiara Caucino per chiedere un incontro: “Ci pare fondamentale un urgente confronto” scrive Marocco “ perché tale servizio possa essere consolidato. Vorremmo, infatti, condividere delle soluzioni che permettano di attuare la delega regionale alla luce delle risorse già definite dalla Regione Piemonte, ma non ancora messe a disposizione della Città metropolitana di Torino”.
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Continua la collaborazione tra Città metropolitana di Torino e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino per rendere fruibili le informazioni sul fenomeno delle povertà estreme.Un obiettivo assegnato e fortemente sollecitato dalla IV Commissione consiliare della Città metropolitana e condiviso dal vicesindaco metropolitano Marco Marocco sulla scia delle ricerche già promosse dall’ente metropolitano negli anni 2017 e 2019 sul nostro territorio.
Il lavoro si colloca in una più ampia strategia di ripensamento della governance del fenomeno delle povertà estreme sul territorio metropolitano di Torino: scopo dell’indagine è di coinvolgere gli operatori dei servizi nella costruzione di un osservatorio permanente nel quale far confluire in maniera costante e coordinata dati utili alla progettualità ed al coordinamento delle policies sul territorio metropolitano.
E' online su https://www.uniquest.unito.it/index.php/597485?lang=it il questionario anonimo sui bisogni informativi sul fenomeno delle povertà rivolto agli operatori del settore socio assistenzialedelle organizzazioni di terzo settore e del privato sociale che operano sui territori degli Enti gestori delle funzioni socioassistenziali.
C’è tempo per rispondere fino al 15 settembre.
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Si intitola “La strage silenziosa. Come l’Africa ha rischiato di morire di AIDS e come si è invertita la rotta” il libro che lo storico Roberto Morozzo Della Rocca ha pubblicato nei mesi scorsi per i tipi di Laterza e che sarà presentato martedì 8 giugno alle 17,30 sul canale YouTube del Centro Studi Africani di Torino, con il patrocinio della Città Metropolitana. Dialogheranno con l’autore il giornalista e inviato de “La Stampa” Domenico Quirico, l’ambasciatore Renzo Mario Rosso, presidente del Centro Strudi Africani, Raffaella Ravinetto, senior researcher dell’Istitute of Tropical Medicine di Anversa, la biologa Susanna Ceffa, che lavora per il programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio. Modererà l’incontro Daniela Sironi, responsabile della Comunità di Sant’Egidio per il Piemonte.“Nessuno si salva da solo”, ha ribadito più volte Papa Francesco, indicando alle nazioni una via condivisa per uscire dall’emergenza Covid, a partire dall’accesso universale al vaccini. L’errore da non ripetere è quello di non estendere ai paesi poveri i trattamenti sanitari, com’è avvenuto per lunghi anni con le pandemie di Ebola e di HIV. A documentare questo tragico errore nella strategia globale di contenimento dei virus è il libro del professor Morozzo della Rocca, ordinario di Storia contemporanea all’Università RomaTre e impegnato nei progetti di cooperazione internazionale della Comunità di Sant’Egidio. Il tema è particolarmente attuale per la connessione all’emergenza SARS-COV-2. Mentre in Occidente erano disponibili le cure per l’HIV e per Ebola, tra 1996 e 2002 in Africa quelle cure erano considerate impossibili. Poiché la gran parte dei malati di AIDS era in Africa, si registrarono decine di milioni di decessi evitabili. Secondo Morozzo della Ricca, a cavallo tra XX e XXI secolo si dubitava della capacità degli africani di assumere regolarmente le medicine, le fragili sanità pubbliche africane erano considerate inefficienti, i costosi farmaci antiretrovirali contro l'AIDS che in Occidente salvavano vite apparivano un lusso (senza però che i corrispettivi farmaci generici, a basso costo, fossero presi in considerazione). Dominava insomma un afro-pessimismo: curare i malati di AIDS nelle regioni subsahariane veniva giudicato una perdita di tempo e denaro. Intanto, la durata media della vita crollava e le economie collassavano. Malgrado gli sforzi di figure come Kofi Annan, Stephen Lewis, Jeffrey Sachs e di tanti medici e volontari sul campo, l'opzione terapeutica si sarebbe affermata in Africa lentamente. L'accesso universale alle terapie sarebbe stato convenuto a livello internazionale soltanto intorno al 2015. La storia di come si è invertita la rotta, nel nome della necessità di salvare il numero più alto possibile di vite, è una lezione esemplare che può aiutare ad affrontare meglio l’attuale pandemia, tutt’altro che contenuta in molti paesi africani, latino-americani e asiatici.

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Uno spot per informare i cittadini sullo sportello dedicato a chi è sovraindebitato, aperto giù dal 2020 e attivo su appuntamento (sovraindebitamento@cittametropolitana.torino.it telefono 0118616029).Lo ha realizzato la Città metropolitana di Torino con le professionalità della Direzione Comunicazione, rapporti con i cittadini e i territori che ha realizzato senza costi il video in due versioni, una di 30” adatta ai passaggi televisivi e una di 50” che sarà diffusa sul canale Youtube e i social, ma anche per la fruizione su canali non tradizionali, come gli schermi presenti nelle stazioni ferroviarie e in quelle delle stazioni della metropolitana.
L’immagine è quello di un uomo che precipita nell’acqua e sembra annegare, annegare nei debiti, appunto. Ma la soluzione - o meglio - un aiuto alla soluzione, può arrivare dalla legge 3/2012 e dallo sportello aperto da Città metropolitana di Torino, che offre un primo incontro orientativo gratuito con professionisti competenti. Nella seconda parte dello spot l’uomo ora nuota in una piscina dove anche i rumori rassicurano: non è più solo e potrà affrontare i problemi del sovraindebitamento con maggior serenità.
“In questo drammatico periodo di pandemia, il sovraindebitamento riguarda molti cittadini, che in alcuni casi per risolvere temporanei i problemi finanziari ricorrono a forme di prestito disastrose: l’illegalità non è mai la strada giusta” commenta il vicesindaco metropolitano Marco Marocco che ricorda la convenzione attivata da Città metropolitana di Torino con il Comune di Villastelloneper estendere l'attività dell'organismo "La Rinascita degli Onesti" per sostenere e tutelare i consumatori, le piccole e medie imprese, i commercianti, gli artigiani, i professionisti, gli imprenditori agricoli e gli enti privati non commerciali, nella gestione della crisi da sovraindebitamento.
Per vedere lo spot
Versione da 50”
https://youtu.be/8jQWwQo5tZk
Versione da 30”
https://youtu.be/EUljhel2P2w
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