I NOSTRI COMUNICATI

 

Politiche sociali

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Saranno 48 sul territorio metropolitano le strutture di prossimità - ovvero case e ospedali di comunità – individuate dalla Regione Piemonte che andranno a rafforzare il sistema territoriale della sanità e del welfare grazie ai fondi del Pnrr: un insieme di servizi che dovrebbe decongestionare il sistema sanitario e offrire un approccio più integrato al benessere dei cittadini.

Individuare le strutture rappresenta un importante punto di partenza che deve però andare di pari passo con la modulazione dei servizi offerti ai cittadini: per questo la Città metropolitana di Torino ha avviato un tavolo di confronto con le quattro ASL dell’area metropolitana e i rispettivi Direttori generali, i presidenti delle Conferenze dei sindaci, la Città di Torino e le sigle sindacali Cgil Cisl Uil sull’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalle Missione 6 e 5 (Sanità e Welfare) del Pnrr.

Per sancire questo lungo lavoro - ad oggi in itinere – è stato definito un verbale di accordo che è stato firmato oggi presso la sede del Comune di Torino, a cui hanno preso parte Valentina Cera consigliera alle politiche sociali e di parità della Città metropolitana di Torino, l’assessore alle politiche sociali della Città di Torino Jacopo Rosatelli, tutte le Asl, i Presidenti della Conferenza dei Sindaci.

“L’obiettivo dell’accordo” ha spiegato la consigliera Valentina Cera, che per la Città metropolitana gestisce la cabina di regia sul tema “è condividere una strategia comune per il ridisegno della sanità territoriale a partire dall’opportunità offerta dai fondi del Pnrr”.

Cera ha sottolineato l’importanza che sia l’Ente di area vasta a coordinare questo lavoro: “Su tutti i territori devono esserci per tutti i cittadini eque possibilità di accessibilità ai servizi., E questo comporta anche mettere in campo ragionamenti che investono non solo sanità e servizi sociali, ma, per fare un esempio, il sistema dei trasporti”.

“Case e ospedali di comunità” ha precisato la Consigliera metropolitana “sono servizi che guardano alla cura della persona nel suo complesso, integrando dimensioni diverse: su questo indirizzo deve proseguire il confronto con la Regione Piemonte che recepisca le istanze dei territori”.

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Anche nel 2023 il calendario “Stop al Bullismo”, promosso dal Comitato UISP di Ciriè-Settimo-Chivasso e patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, proporrà una riflessione su di un fenomeno che può essere devastante nella vita degli adolescenti e dei giovani. Martedì 13 dicembre nella sede della Città Metropolitana il calendario 2023 è stato presentato ai giornalisti, al Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, ai Consiglieri metropolitani delegati Sonia Cambursano, Valentina Cera e Pasquale Mazza.
Quest’anno la pubblicazione e la diffusione del calendario possono contare sulla collaborazione dell’associazione “Bullismo No Grazie”, fondata dall’attore Fabio De Nunzio a seguito del successo del calendario 2022.
Nella pubblicazione e nella diffusione del calendario saranno coinvolti i territori del Comitato UISP di Ciriè-Settimo-Chivasso, di 72 Comuni della zona nord est della Città Metropolitana di Torino e dell’intera Provincia di Vicenza. Come nella scorsa edizione, sono stati i giovani di alcune associazioni e istituzioni sportive(tra cui l’Unione Sportiva Borgonuovo calcio a 5 di Settimo Torinese e l’Hockey Breganze), scolastiche (tra le quali l’Istituto Comprensivo di Borgaro Torinese) e culturali a prestare i propri volti per sensibilizzare sul tema del bullismo e del cyberbullismo.

UN’OCCASIONE DI RIFLESSIONE E SENSIBILIZZAZIONE

Come ha spiegato il Vicesindaco Suppo, la Città Metropolitana di Torinosensibilizzerà le amministrazioni comunali e le scuole del territorio affinché si mettano in contatto con il Comitato UISP di Ciriè-Settimo-Chivasso e il calendario possa così avere la diffusione più capillare possibile, con l’obiettivo di fornire uno strumento di informazione e di contrasto al fenomeno. Con una selezione delle immagini scattate gratuitamente dai fotografi professionisti Gabriele Cannone e Donovan Gionata Ciscatoe di cui sono protagonisti gli allievi dell’Istituto Comprensivo di Borgaro Torinese verrà allestita una mostra itinerante da esporre in spazi pubblici. I promotori del calendario hanno spiegato che l’abilità dei due fotografi è stata quella di mettere a loro agio i ragazzi, in modo che potessero interpretare il tema con grande spontaneità.
Durante la conferenza stampa Fabio De Nunzio ha spiegato che il calendario viene donato alle scuole e alle amministrazioni locali in tutta Italia, proponendo immagini fortemente evocative di situazioni di bullismo e cyberbullsmo, ma anche di situazioni positive, in cui i ragazzi imparano a tendere la mano ai coetanei che hanno bisogno di sostegno. L’associazione “Bullismo No Grazie” organizza inoltre eventi di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole di ogni ordine e grado. Tra gli obiettivi del calendario vi è quello di accorciare le distanze tra genitori e figli, incrementando il dialogo e il reciproco ascolto, di cui molti ragazzi lamentano l’assenza o l’insufficienza. L’iniziativa è un’occasione preziosa per sensibilizzare bambini e adolescenti sulle conseguenze e sui meccanismi del cyberbullismo, peraltro ignoti a molti genitori non particolamente avvezzi all’uso degli strumenti informatici e incapaci di controllare i contenuti e le applicazioni presenti negli smartphone dei figli. Anche grazie al calendario, quindi, la Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo del 7 febbraio viene vissuta con iniziative concrete e formative. Nella prima pagina del calendario sono ritratti i giovanissimi atleti del Borgonuovo Settimo calcio a 5 con il pallone blu senza camera d’aria che viene utilizzato in eventi per la promozione dello sport di cittadinanza in spazi urbani. I palloni vengono anche donati ai ragazzi che vivono nei campi profughi allestiti in Paesi martoriati dalle tante guerre che tuttora affliggono l’umanità. Come ha spiegato la professoressa Lucrezia Russo, dirigente dell’Istituto Comprensivo di Borgaro, la riflessione sul bullismo e sul cyberbullismo e le azioni di contrasto alla prevaricazione in corso da alcuni anni nella scuola hanno consentito agli allievi di partecipare alla realizzazione del calendario con la consapevolezza del ruolo che possono giocare, ben prima del raggiungimento della maggiore età, per contrastare il silenzio e l’indifferenza rispetto agli atti di bullismo. Perché, come hanno ben compreso i ragazzi di Borgaro, l’atteggiamento di chi sta a guardare e non fa nulla lo rende complice degli atti di bullismo, incrementando la sofferenza delle vittime, che può sfociare in una tragedia. Anche il silenzio delle vittime e il loro disagio possono essere contrastati, dando loro una mano ad esprimerlo quel disagio e aiutando gli adulti, genitori e insegnanti, a coglierne i segnali.presentazione calendario Stop al Bullismo 1

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Anche nel 2023 il calendario “Stop al Bullismo”, promosso dal Comitato UISP di Ciriè-Settimo-Chivasso e patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, proporrà una riflessione su di un fenomeno che può essere devastante nella vita degli adolescenti e dei giovani. Il calendario 2023 sarà presentato al Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e alla stampa martedì 13 dicembre alle 12 nella sede della Città Metropolitana, in corso Inghilterra 7.
Quest’anno la pubblicazione e la diffusione del calendario possono contare sulla collaborazione dell’associazione “Bullismo No Grazie”, fondata dall’attore Fabio De Nunzio a seguito del successo del calendario 2022.
Nella pubblicazione e nella diffusione del calendario saranno coinvolti i territori del Comitato UISP di Ciriè-Settimo-Chivasso, di 72 Comuni nella zona nord est della Città Metropolitana di Torino e dell’intera Provincia di Vicenza. Come nella scorsa edizione, saranno i giovani di alcune associazioni sportive, scolastiche e culturali a prestare i propri volti per sensibilizzare sul tema del bullismo e del cyberbullismo. Il calendario sarà distribuito alle scuole del capoluogo, con l’obiettivo di fornire uno strumento di informazione e contrasto del fenomeno.

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Un convegno in occasione del riunnovo del protocollo del Tavolo “maltrattanti”

La violenza maschile sulle donne non è frutto di contingenze ma è il risultato di una costruzione storica precisa dei rapporti tra i generi. Erroneamente, il pensiero comune ritiene che «gli autori della violenza contro le donne siano per lo più affetti da dipendenze di vario tipo (drogati o alcolisti), appartengano a categorie sociali disagiate e marginali (con pochi strumenti e risorse), costituiscano “l’altro da sé” (ad esempio siano extracomunitari) oppure siano malati di mente. La violenza diventa così l’esito di un raptus di rabbia incontrollata, irrazionale, patologica e trova quindi nell’irrazionalità dell’attore una sua spiegazione razionale.

Le ricerche condotte su questo tema in realtà chiariscono che si tratta di un fenomeno sociale trasversale sia per le vittime sia per gli autori di violenza. É quanto emerso nella giornata di confronto, dal titolo “Autori di violenza contro le donne: quali stereotipi e quali realtà?” organizzata dalla Città metropolitana di Torino giovedì 1 dicembre nell’ambito delle iniziative promosse in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Spiega Valentina Cera, consigliera delegata alle Politiche sociali e di parità della Città metropolitana di Torino: “È facile banalizzare e sbattere in prima pagina il mostro, l’uomo nero che aspetta per strada. È un modo di parlare alla pancia delle persone invece che affrontare la questione cruciale: la violenza contro le donne è una questione intima, che nasce quasi sempre in ambiente familiare. È una piaga sociale e come problema di tutta la società deve esser affrontato. Per prevenire episodi di violenza bisogna impegnarsi a portare avanti il cambiamento culturale necessario per ottenere parità di genere, una società più giusta e pari”.

Il profilo trasversale del “maltrattante” non è in sé una novità, ma per approfondire, al di là dello stereotipo, la realtà sul territorio metropolitano, la Rete Rac–Rete Azione Cambiamento ha avviato una collaborazione con il gruppo di ricerca Varco–Violenza contro le donne: Azioni in Rete per prevenire e contrastare del Dipartimento di culture politica e società dell’Università degli studi di Torino analizzando nello specifico i dati raccolti dalle A:ssociazioni che fanno parte della Rete nel periodo 2018-2021.

I primi risultati indicano che nel periodo considerato gli/le operatori/trici delle associazioni della Rete hanno gestito 600 colloqui che hanno coinvolto 200 uomini autori di violenza” spiegano Paola Torrioni  e Francesca Tomatis dellUniversità degli studi di Torino. “ I casi di azioni violente agite dagli uomini nei confronti di partner ed ex partner, sono stati 152. Si tratta principalmente di uomini con cittadinanza italiana (96%) e circa il 76% dichiara di avere figli/e. Inoltre, i dati raccolti contribuiscono ad avvalorale la tesi che la violenza maschile sulle donne è trasversale rispetto a vari gruppi sociali: gli uomini che hanno agito violenza contro la propria partner/ex partner e che sono stati presi in carico dalle associazioni dichiarano per il 72% di avere una occupazione e solamente nell’11% dei casi affermano di avere o di aver avuto problemi di dipendenza da sostanze. Un ulteriore elemento di riflessione riguarda le modalità con cui gli autori di violenza arrivano alla presa in carico: sono rare le situazioni in cui gli uomini si rivolgono spontaneamente alle associazioni, dato che segnala ancora la persistenza di una scarsa autoriflessività".

La Città metropolitana di Torino si è occupata degli autori di violenza contro le donne sin dal 2011 (quando ancora era Provincia), dando vita a un “Tavolo maltrattanti” formalizzato poi nel 2014, con l'obiettivo di mettere in rete le forze e dedicare al problema di chi "pratica" la violenza un'attenzione specifica – sia attraverso attività di recupero che attraverso attività di prevenzione, formazione e sensibilizzazione - da affiancare alle altre iniziative di contrasto alla violenza e di supporto alle vittime.

Nel 2018 è stato firmato un protocollo d'intesa che metteva in rete soggetti pubblici e privati – Comuni, realtà socio-assistenziali, forze dell’ordine, associazioni - per dare impulso ad azioni e interventi di prevenzione rivolti agli uomini autori di violenze.
Adeguandosi allo scenario cambiato in questi anni anche sotto il profilo normativo, la Città metropolitana proprorrà un nuovo protocollo, aperto alle adesioni di tutti i soggetti coinvolti e in particolare al mondo dell’associazionismo che oggi ha in carico gli autori di violenze contro le donne, per arrivare alla costituzione di un Tavolo permanente di lavoro.












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Autori di violenza contro le donne: quali stereotipi e quali realtà?

Giovedì 1 dicembre un convegno per ridefinire il profilo dei maltrattanti

Nell’ambito delle iniziative promosse in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Città metropoltana di Torino organizza una giornata di confronto, giovedì 1 dicembre a partire dalle 9.30 presso la sede di corso Inghilterra 7 (To) dal titolo “Autori di violenza contro le donne: quali stereotipi e quali realtà?”.

Il programma della mattinata punta a mettere in luce se è possibile tracciare un profilo dei cosiddetti “maltrattanti”, a partire dall’esperienza delle associazioni che in questi anni si sono dedicate in modo specifico al problema degli autori di violenza.

La Città metropolitana di Torino si è occupata degli autori di violenza contro le donne sin dal 2011 (quando ancora era Provincia), dando vita a un “Tavolo maltrattanti” formalizzato poi nel 2014, con l'obiettivo di mettere in rete le forze e dedicare al problema di chi "pratica" la violenza un'attenzione specifica – sia attraverso attività di recupero che attraverso attività di prevenzione, formazione e sensibilizzazione - da affiancare alle altre iniziative di contrasto alla violenza e di supporto alle vittime. Nel 2018 è stato firmato un protocollo d'intesa che metteva in rete soggetti pubblici e privati – Comuni, realtà socio-assistenziali, forze dell’ordine, associazioni - per dare impulso ad azioni e interventi di prevenzione rivolti agli uomini autori di violenze.

Adeguandosi allo scenario cambiato in questi anni anche sotto il profilo normativo, la Città metropolitana proprorrà un nuovo protocollo, aperto alle adesioni di tutti i soggetti coinvolti e in particolare al mondo dell’associazionismo che oggi ha in carico gli autori di violenze contro le donne, per arrivare alla costituzione di un Tavolo permenente di lavoro.

Di seguito il programma

Autori di violenza contro le donne: quali stereotipi e quali realtà?
Giovedì 1 dicembre 2022 9.30-13
Città metropolitana di Torino - Corso Inghilterra 7

Introduce e modera Monica Tarchi dirigente direzione Sviluppo economico e sociale della Città metropolitana di Torino

Saluti istituzionali
Valentina Cera consigliera delegata alle politiche sociali e di parità - Città metropolitana di Torino

Chi sono gli autori di violenza? una riflessione a partire dai dati raccolti dalla rete Rac”
Paola Torrioni professoressa associata Università degli studi di Torino
Francesca Tomatis assegnista di ricerca presso l’Università degli studi di Torino

Tavola rotonda Le associazioni rispondono”
Modera: Angela la Gioia presidentessa Università della strada Gruppo Abele
Intervengono: Cristina Moretta, Centro studi e trattamento dell’agire violento; Maria Laura Tkach, Centro psicoanalitico di trattamento dei malesseri contemporanei; Marco Foglino, Gruppo Abele; Maria Rostagno, Liberi dalla violenza; Donetti Pier Luigi, Punto a Capo

Discussione Le nuove sfide, presentazione nuovo protocollo d’intesa della Città metropolitana di Torino”
Valentina Cera, consigliera delegata alle politiche sociali e di parità - Città metropolitana di Torino
Antonella Ferrero responsabile Ufficio Pari opportunità e contrasto alle discriminazioni della Città metropolitana di Torino

Per partecipare all’evento IN PRESENZA sarà necessario accreditarsi inviando i propri dati all’indirizzo paritadiritti@cittametropolitana.torino.it.

Sarà possibile seguire l’evento anche da remoto sulla piattaforma Webex al link https://cittametropolitanatorino.webex.com/cittametropolitanatorino/j.php?MTID=m243f9612b21e246825be23c830127a7e

È previsto il riconoscimento di crediti formativi da parte dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte.

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Sabato 26 novembre la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare

Sabato 26 novembre in 11.000 supermercati tornano 140.000 volontari riconoscibili dalla pettorina arancione, perché torna la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, più che mai sentita anche nel territorio della Città Metropolitana di Torino, che patrocina come sempre l’iniziativa. Sono sempre di più le persone che chiedono aiuto per la spesa o per un pasto, rivolgendosi alle circa 7.600 strutture caritative che il Banco Alimentare sostiene in tutta Italia, attraverso una rete di 21 organizzazioni territoriali. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono state 85.000 in più le richieste ricevute, che hanno fatto salire ad 1.750.000 le persone aiutate. In un momento economico e sociale quantomai difficile, il Banco Alimentare deve far fronte anche ad un aumento del 45% dei costi di gestione, tra logistica, trasporti ed energia elettrica, a fronte di un calo del 30% delle donazioni economiche da aziende e privati.
Il Banco Alimentare fa dunque appello alla solidarietà di tutti, invitando a partecipare alla ventiseiesima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, acquistando alimenti non deperibili da donare alle persone in difficoltà, aiutate dalle strutture caritative territoriali. I prodotti a lunga conservazione acquistabili sono la verdura in scatola, il tonno e la carne in scatola, la polpa o la passata di pomodoro, l’olio, gli alimenti per l'infanzia come omogeneizzati o latte in polvere. I volontari indossano una pettorina arancione, nuovo colore di riconoscimento presente nel logo del Banco Alimentare e che viene utilizzato anche per i sacchetti forniti per fare la spesa.
Nel 2021 grazie alla Colletta Alimentare sono state raccolte 7.000 tonnellate di cibo, l’equivalente di 14 milioni di pasti (1 pasto equivalente corrisponde ad un mix di 500 grammi di alimenti in base ai Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana), per un valore economico di oltre 25 milioni di euro. La Colletta Alimentare, gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare Onlus aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri indetta da Papa Francesco, è resa possibile grazie alla collaborazione dell’Esercito Italiano, delle associazioni nazionali degli Alpini e dei Bersaglieri, della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli, della Cdo Opere Sociali e del Lions Club International. I main sponsor sono UnipolSai Assicurazioni, Eni e Coca-Cola. Il partner istituzionale è Intesa Sanpaolo, mentre partner logistici sono Poste Italiane, Number 1 Logistics Group, Gruppo Lactalis in Italia. In Piemonte il Banco Alimentare è nato nel 1993 e raccoglie e ridistribuisce le eccedenze delle produzioni agricole, delle industrie alimentari e della grande distribuzione. Il Banco Alimentare è al centro di una rete di solidarietà e fornisce i prodotti raccolti a strutture caritative che a loro volta li distribuiscono alle persone in difficoltà. Per questo, svolge un ruolo di accreditamento per il quale ha responsabilità sia nei riguardi dei donatori che forniscono le derrate alimentari, che degli assistiti, destinatari finali dei prodotti raccolti.
Dal 26 novembre la Colletta Alimentare prosegue anche online: è possibile continuare a donare alimenti su Amazon.it/bancoalimentare, Carrefour.it, Esselungaacasa.it e EasyCoop.com. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.colletta.bancoalimentare.it

I Dispanettoni per aiutare i bambini che soffrono

Non bisogna fermarsi a quello che vedono gli occhi. Ciò che a un primo sguardo sembra diverso, in realtà è buono come tutti gli altri: è un pensiero che vale anche e soprattutto per le persone, quelle che in un certo senso ci appaiono lontane dai canoni della normalità. Ed è con questa convinzione che la Onlus ConVoglio ha lanciato l’anno scorso l’iniziativa del Dispanettone di Natale, un progetto solidale per aiutare i bambini con lesioni cerebrali acquisite e le loro famiglie ad aver garantite la cura e l’assistenza di cui hanno bisogno. L’edizione 2022 dell’iniziativa è nuovamente patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino e consiste nella vendita a scopo benefico dei panettoni della ditta Bonifanti di Villafranca Piemonte dalla forma imperfetta, un po’ troppo bassi o un po’ meno rotondi rispetto alle altre creazioni. Grazie ai fondi raccolti con questi panettoni particolari, distribuiti ad offerta libera, si sostiene il progetto dell’associazione Minipuzzle a favore dei più piccoli che, in seguito a incidenti o a un tumore, hanno riportato lesioni cerebrali. Si tratta di bambini che hanno bisogno di cure mediche e riabilitazione funzionale, con il supporto di logopedisti, fisioterapisti e neuropsichiatri che li accompagnino nel recupero delle loro funzionalità. L’associazione ConVoglio è nata nel 2014 proprio con l’intento di organizzare eventi benefici per sostenere progetti ed enti che, altrimenti, non potrebbero contare su nessun tipo di aiuto. Da qui a Natale sono in programma appuntamenti solidali a Torino. Sabato 26 novembre i Dispanettoni si possono trovare nel dehors del Caffè Duca di corso De Gasperi 4 nel quartiere Crocetta, mentre sabato 3 dicembre li si potrà acquistare nel gazebo di Minipuzzle in via Lagrange, domenica 4 nel mercatino di Natale a Vigone. Per sapere in quali negozi li si potrà trovare basta accedere alla pagina https://www.2343ec78a04c6ea9d80806345d31fd78-gdprlock/ConVoglioonlusGiornata Colletta Alimentare repertorio 9

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Diciassette vestiti, ognuno accompagnato da una frase e da un fiore: sono gli abiti che indossavano altrettante donne vittime di violenza sessuale e che saranno esposti in mostra nei locali della Città metropolitana di Torino in corso inghilterra 7 a partire da mercoledì 16 fino al 25 novembre.
"La mostra ci avvicina alla data del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne" spiegano le consigleire metropolitane Valentina Cera e Rossana Schillaci che hanno raccolto l'invito di Amnesty international ed hanno deciso di ospitare la mostra “Com’eri vestita?”, dopo altre tappe in giro per l'Italia.
Non si tratta di semplici abiti, ma di gonne, pantaloni, felpe che aiutano le donne a gridare contro i pregiudizi, aiutano quante sembrano volersi giustificare, perché socialmente abituate a sentirsi colpevoli anche quando sono vittime.

L'inaugurazione è in programma mercoledì 16 intorno alle ore 12, a margine del convegno PROGETTO S.O.S - Sostegno Orfani Speciali in corso inghilterra 7 a Torino.




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Mercoledì 16 novembre l’Auditorium della Città metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7, ospita dalle 9 alle 13,30 la presentazione del progetto Centro S.O.S.Sostegno Orfani Speciali.

É un progetto, di cui è capofila i centri Centri antiviolenza E.M.M.A. onlus che coinvolge tre regioni del nord ovest (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta),e ha come obiettivo garantire accoglienza e ascolto agli orfani di femminicidio e alle loro famiglie affidatarie.

Primo in Italia ha già aperto dal 16 novembre a Torino, in via Nota 5, un centro che per 3 ore al giorno dal lunedì al venerdì sarà a disposizione di operatori, partner, cittadini e cittadinee offrirà una presa in carico integrata e tempestiva ad orfane e orfani di femminicidio (da zero a ventuno anni): prevede doti educative, assistenza medica e legale, sostegno psico-sociale e allo studio, accompagnamento all’inserimento lavorativo. Orfani, orfane e famiglie affidatarie saranno seguite da équipe multidisciplinari, formate nel primo anno del progetto, in un percorso di sostegno individualepensato in base all’età e ai bisogni dell’orfana/o e della famiglia affidataria. L’équipe agirà in collaborazionecon le figure istituzionali competenti (procure, tribunali, assistenti sociali,servizi sociali).

Tra gli obiettivi del progetto anche la creazione di una “Rete S.O.S. – Sostegno Orfani Speciali”e la sperimentazione di linee guidacondivise affinché l’esperienza acquisita possa rappresentare “una buona prassi”.

Di tutto questo si parlerà nel corso dell’incontro di mercoledì 16 che verrà aperto dai saluti istituzionali di Valentina Cera, consigliera delegata alle Politiche sociali e di parità dell Città metropolitana di Torino. Seguirà la presentazione degli altri progetti finanziati nell’ambito del programma “A braccia aperte”e una tavola rotonda di confronto.

Nel primo pomeriggio sarà quindi possibile visitare il Centro SOS Sostegno Orfani Speciali di Via Nota.

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Dal 2018 in Italia non vengono più allestiti campi rom.

Le strategie per i Comuni partono da un presupposto più inclusivo di cittadinanza, che vede i campi non come assembramenti di specifiche etnie, ma come vere e proprie baraccopoli nelle città, spesso abitate non solo da Rom e Sinti ma anche da altri invisibili e persone ai margini.

É questa la strategia che ha utilizzato in modo virtuoso il Comune di Moncalieri, con un approccio partecipato e trasparente che ha consentito di chiudere l'esperienza del campo di strada Brandina, l’ultimo rimasto sul territorio, oggi adibito a parcheggio: lo ha raccontato l’assessore Silvia Di Crescenzo soffermandosi sul confronto aperto con tutta la cittadinanza, sull'individuazione di alloggi in tutti i quartieri a cui le famiglie Rom, dopo un anno trascorso in un campo provvisorio, hanno avuto accesso.

L’obiettivo non deve esser chiudere i campi con la ruspa” ha detto l'assessore Di Crescenzo “ma occuparsi di queste persone come di tutti gli altri cittadini, fragili o meno, e farlo senza nascondersi”.

Una strategia che sta percorrendo anche la Città di Collegno, da tempo impegnata nel superamento e nella chiusura del campo della Berlia: l’assessore alle politiche sociali Maria Grazia De Nicola e la dirigente comunale Elena Acciari hanno spiegato che una parte importante del lavoro ha riguardato la regolarizzazione documentale delle persone presenti nel campo nomadi: basti pensare che l’impossibilità di essere registrati all’anagrafe comporta l’esclusione da molti diritti civili e di accesso ai servizi pubblici

Il confronto sulle strategie utilizzate dai territori per favorire l'approccio inclusivo si è svolto mercoledì 9 novembre in Città metropolitana di Torino con il convegno LabRom. Laboratori sulla questione Rom in Italia” organizzato dall’Associazione 21 luglio.

La tappa torinese di LabRom, che si replica su scala nazionale in altre città metropolitane italiane, è stata un’occasione per confrontarsi fra amministrazioni pubbliche e organizzazioni sulle nuove strategie nazionali di  inclusione dei Rom e dei Sinti e sui diritti dell’infanzia e politiche sociali. 

Si sono confrontati la consigliera della Città metropolitana delegata alle Politiche sociali e di parità Valentina Cera, l’assessore alle politiche sociali, alle pari opportunità e alle politiche abitative del Comune di Torino Jacopo Rosatelli, alcuni Comuni della cintura metropolitana da tempo impegnati sul tema con il rappresentante di Associazione 21 luglio Carlo Stasolla e Alessandro Maiocchi dell’Asgi. 

Collegato online il referente dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Bortone.

"La Città metropolitana di Torino ha in agenda una riunione con alcune decine di Comuni per comprendere le singole e diverse problematiche locali, un primo passo - spiega la consigliera metropolitana delegata alle politiche sociali e di parità Valentina Cera - per una studio e una  fotografia reale e documentata del nostro territorio. Le buone pratiche degli uni possono servire anche agli altri, ma una strategia globale su scala metropolitana è indispensabile per il superamento dei campi in una logica di cittadinanza diffusa. Non vogliamo discriminare, ma includere”.




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Politiche sociali

Confrontarsi sulle strategie utilizzate dai territori per favorire il superamento dei campi sosta: è questo il tema di “LabRom. Laboratori sulla questione Rom in Italia” che si svolgerà mercoledì 9 novembre a partire dalle 9 presso la sede della Città metropolitana di Torino (corso Inghilterra 7) , che patrocina  e promuove l’evento organizzato dall’Associazione 21 luglio.

La tappa torinese di LabRom, che si replica su scala nazionale in altre città metropolitane italiane, è un’occasione per confrontarsi fra amministrazioni pubbliche e organizzazioni sulle nuove strategie nazionali d  inclusione dei Rom e dei Sinti,sul superamento dei campi Rom, su diritti dell’infanzia e politiche sociali. .

All’evento parteciperanno, tra gli altri: la consigliera della Città metropolitana delegata alle Politiche sociali e di parità Valentina Cera, l’assessore alle Politiche sociali, alle pari opportunità e alle politiche abitative del Comune di Torino Jacopo Rosatelli, con alcuni rappresentanti di alcuni Comuni dell'area metropolitana da tempo impegnati sul tema. Sarà presente  il referente sulla questione rom dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Bortone, il rappresentante di Associazione 21 luglio Carlo Stasolla.

Per informazioni e prenotazioni: info@21luglio.org