I NOSTRI COMUNICATI

 

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Il via al trasferimento dei fondi con un decreto della Città metropolitana

Con un decreto del vicesindaco Marco Marocco, la Città metropolitana di Torino ha dato il via ai contributi da erogare a favore dei Comuni sede di distaccamento dei Vigili del Fuoco. Il provvedimento fa riferimento alle norme che hanno trasferito a Città metropolitane e Province l’attuazione degli interventi urgenti in caso di crisi causata da calamità naturali, oltre ai primi interventi tecnici per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita delle aree colpite, e all’organizzazione e all’impiego dei volontari. Le stesse norme prevedono anche l’acquisizione di forniture e la prestazione di servizi per migliorare l’efficacia degli interventi di Protezione civile.
“Abbiamo impegnato per l’attribuzione di questi contributi” spiega il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco“un importo complessivo di 200 mila euro (5 mila euro a ogni Comune). Sono comprese dal decreto 40 amministrazioni comunali che ospitano una sede di distaccamento dei Vigili del Fuoco. È un passo importante per consentire, in caso di emergenza e non solo, lo svolgimento di tutte le attività di pronto intervento a opera dei Vigili del Fuoco, comprendendo anche il prezioso contributo delle organizzazioni di volontari, divenute negli anni indispensabili, a favore dei cittadini e del territorio.
“Desidero ricordare, tra l’altro" conclude Marocco "che il nostro decreto è stato sollecitato anche da una lettera di Paolo Ruzzola, capogruppo della Lista civica per il territorio del Consiglio metropolitano”.
Ecco l’elenco completo dei Comuni ai quali è stato assegnato il contributo di 5 mila euro:

ALMESE

ALPIGNANO

AVIGLIANA

BARDONECCHIA

BORGONE DI SUSA

BOSCONERO

BUSSOLENO

CARIGNANO

CARMAGNOLA

CASELLE TORINESE

CASTELLAMONTE

CHIOMONTE

CHIVASSO

CONDOVE

CUORGNÈ

FENESTRELLE

GIAVENO

GRUGLIASCO

LANZO TORINE SE

LUSERNA SAN GIOVANNI

MATHI

MONTANARO

NOLE

RIVA PRESSO CHIERI

OULX

SALBERTRAND

SAUZE D’OULX

RIVALTA DI TORINO

RIVAROLO CANAVESE

RIVOLI

SAN MAURIZIO CANAVESE

SANT’ANTONINO DI SUSA

SANTENA

SESTRIERE

SUSA

TORRE PELLICE

VENARIA REALE

VINOVO

VIU’

VOLPIANO.

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Il Consiglio metropolitano presieduto dalla sindaca metropolitana Chiara Appendino ha approvato all'unanimità l'integrazione al piano di alienazioni per la vendita di "Ponte Mosca", l'area torinese ricompresa tra via Aosta, Lungo Dora Firenze, C.so G. Cesare e C.so Brescia, di cui l'Ente è proprietario e che da diversi anni era sul mercato.
Dopo progressivi ribassi della base d’asta, è pervenuta una proposta di acquisto per il prezzo di 7 milioni e 308 mila euro.
Numerosi gli interventi dei consiglieri metropolitani: Silvio Magliano, Roberto Montà, Antonino Iaria, Paolo Ruzzola, Mauro Carena e la stessa sindaca Chiara Appendino per dichiararsi soddisfatti per la valorizzazione dell'area e per sottolineare la necessità che Città metropolitana venga coinvolta nella futura progettualità sulla destinazione di un'area così centrale per Torino. 

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E' una notizia importante quella dell'arresto in Brasile di Nicola Assisi, tra i più grandi traffianti di cocaina del mondo, condannato a 30 anni di carcere dal Tribunale di Ivrea.
"Una vittoria delle forze dell'ordine e della legalità - commenta il vicesindaco di Città Metropolitana di TorinoMarco Marocco - che ripropone con forza la necessità di un progetto condiviso sulla destinazione della villa di san Giusto Canavese. Chiunque abbia a cuore la legalità, vorrebbe dare al bene confiscato una destinazione anche simbolica importante per il territorio, ma non dobbiamo nasconderci allo stesso tempo le grandi difficoltà che gli Enti pubblici incontrano in questi casi".
Una progettazione pubblica condivisa sulla miglior destinazione per la villa di San Giusto Canavese, che non lasci quel bene confiscato senza un destino ma assicuri allo stesso tempo l'impegno di una rete di istituzioni  pubbliche piemontesi e nazionali potrebbe rappresentare una soluzione.  






 

 

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Il vicesindaco metropolitano a nome di tutta l"amministrazione di Città metropolitana esprime la massima  solidarietà a Chiara Appendino, ancora una volta raggiunta da vergognose  minacce  per il suo impegno e il suo ruolo politico amministrativo.
Commenta il vicesindaco metropolitano: la sindaca di Torino e della Città metropolitana svolge un ruolo amministrativo e politico delicato ed impegnativo insieme al suo ruolo di mamma: prenderla di.mira con continue minacce è un gesto inqualificabile che rafforzerà ancora di più la sua determinazione .

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Un Ente come la Città metropolitana di Torino che eroga servizi di area vasta a più di 2,2 milioni di cittadini e 312 Comuni può e vuole interpretare al meglio il ruolo di propulsore allo sviluppo che analoghe realtà territoriali già svolgono in Europa: l'Associazione nazionale dei Comuni italiani è una delle sedi dove esaminare le criticità della cosiddetta Legge Delrio e trovare una sintesi condivisa.
La sindaca metropolitana di Torino Chiara Appendino nei giorni scorsi a Roma ha partecipato al coordinamento dei sindaci metropolitani e coglierà l'occasione dell' assemblea regionale di ANCI Piemonte - in programma l unedì mattina 18 febbraio a Palazzo Cisterna - per sottolineare i punti forti del suo pensiero a partire dalla certezza di finanziamenti, funzioni delegate, fondamento della rappresentatività nel voto dei cittadini, istituzione di una conferenza permanente Stato-Città metropolitane.

L’intervento della sindaca metropolitana di Torino

Martedì 12 si è svolto a Roma il coordinamento dei Sindaci metropolitani promosso da ANCI nel corso del quale si è trattato il tema della revisione organica dell’ordinamento delle Città metropolitane. E’ infatti sentita fortemente la necessità di avviare una riforma della vigente disciplina degli enti di area vasta e delle Città metropolitane in particolare per segnare un momento di discontinuità rispetto ai diversi limiti imposti dalla legge n. 56 del 2014, la cosiddetta riforma Delrio. In quella sede, anche a seguito di incontri politici e tecnici, è stato possibile far emergere le maggiori criticità, condividendo le proposte di soluzione e le linee direttive di una riforma auspicata in modo unanime. In primo luogo deve essere affrontato il tema delle risorse finanziarie; solo con un sistema di finanziamento adeguato le Città metropolitane potranno essere in grado di realizzare quegli interventi incisivi per la competitività e lo sviluppo del territorio. E’ fondamentale ribadire il principio secondo il quale le funzioni assegnate, per poter essere esercitate, devono essere coperte da risorse adeguate e certe. Altro tema riguarda l’identità della Città metropolitana come istituzione il cui governo è incentrato sui Comuni del suo territorio che ne costituisco l’elemento fondativo, avendo il legislatore correttamente assegnato la titolarità fondamentale della pianificazione strategica considerata come documento di governo e programmazione dello sviluppo degli ambiti locali. Deve poi essere ulteriormente precisato l’elenco delle funzioni fondamentali attribuite alle Città metropolitane soprattutto in quelle materie che appaiono oggi troppo generiche; in tale ambito deve essere promossa l’esclusiva competenza delle Città metropolitane nella gestione strategica dei servizi di rete in un’ottica di massima semplificazione ed eliminazione di duplicazioni; vanno quindi eliminati quei soggetti ed organismi che svolgono competenze nelle materie rientranti nelle funzioni fondamentali che – diversamente – rischiano di generare sovrapposizioni di competenze, duplicazioni di costi ed inefficienze gestionali. Sempre in questa direzione occorre rafforzare il principio di delega delle funzioni da parte delle Regioni valorizzando la connessione con gli strumenti di programmazione territoriale a livello comunale. Le funzioni delegate devono essere concordate con le Regioni e soprattutto sostenute con risorse umane e finanziare adeguate e stabili nel tempo, preventivamente concertate e condivise nelle sedi istituzionali previste. La Città metropolitana ha quindi una vocazione forte di coordinamento, programmazione e gestione di servizi di area vasta; il maggior limite nell’esercizio di questo ruolo è costituito dall’assetto istituzionale disegnato dalla cosiddetta Legge Delrio, che ha generato risultati diversi su territori metropolitani molto disomogenei tra loro per collocazione, conformità territoriale, condizioni economiche ed assetti politici. Per quello che riguarda l’esperienza del territorio piemontese e di sindaca metropolitana -come ho affermato anche in altre sedi - il fondamento della rappresentatività non può che essere individuato nel voto dei cittadini che devono tornare a poter scegliere chi li rappresenta. Questo è un tema di dibattito aperto anche in ambito di riforma degli altri enti di area vasta (Province) che riteniamo debba essere affrontato in modo omogeneo per evitare disparità e paradossi tra due enti certamente non sovrapponibili ma con forti analogie in termini di ruolo di governance del territorio e servizi gestiti. Sempre in merito agli organi di governo è sentita comunemente da parte di tutti i sindaci metropolitani la necessità di dotare questi enti di una vera e propria Giunta (con assessori scelti anche al di fuori dei consiglieri metropolitani) che collabori collegialmente con il Sindaco nel governo dell’ente. Va poi nuovamente estesa la disciplina prevista dal Testo unico per gli amministratori locali in termini di doveri e condizione giuridica, permessi e licenze , nonché mediante la previsione di un’indennità di funzione per i componenti della Giunta perché non è ragionevole chiedere di amministrare gratuitamente (assumendo le relative responsabilità) un ente che nel nostro caso eroga servizi a più di 2,2 milioni di abitanti. L’ultimo tema riguarda i rapporti con lo Stato con il quale è imprescindibile la condivisione di modalità di collaborazione e raccordo, per le quali da tempo stiamo sostenendo l’istituzione di una conferenza permanente Stato-Città Metropolitane quale sede istituzionale paritetica di concertazione degli obiettivi di comune interesse.

Chiara Appendino

sindaca della Città metropolitana di Torino











 

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Sono stati fissati i funerali dei due cantonieri della Città metropolitana travolti dall'automobilista giovedì mattina a Villareggia sulla strada provinciale 595 mentre erano al lavoro.
Il rito funebre per Giuseppe Butera si celebrerà lunedì pomeriggio 11 febbraio nella chiesa di San Giuseppe lavoratore alle ore 15.30 con partenza un'ora prima dalla camera mortuaria di Strambino.
Il rito funebre per Giuseppe Rubino si celebrerà martedi pomeriggio alle  ore 14.30 nella chiesa  parrocchiale di Caluso.
La Città metropolitana sarà presente in forma ufficiale ai riti funebri con il gonfalone, una delegazione di consiglieri metropolitani ed i colleghi dell'Ente.
La tragica morte dei due cantonieri, molto conosciuti  e stimati, ha destato grande emozione e profonda commozione all'interno dell'Ente.

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La Città Metropolitana di Torino - amministratori e dipendenti - è in lutto per la tragica scomparsa dei due cantonieri investiti da un automobilista mentre erano in servizio questa mattina sulla Strada Provinciale 595 nei pressi del ponte sulla Dora a Villareggia.
Giuseppe Butera - 62 anni di Chivasso - e Giuseppe Rubino - 59 anni di Caluso - appartenevano al Circolo Viabilità di Chivasso della Città Metropolitana: due uomini da molti anni al servizio dell'Ente nel settore Viabilità, conosciuti nella zona per il loro impegno ed il rapporto collaborativo con le amministrazioni locali del territorio.
La Sindaca metropolitana Chiara Appendino è accorsa sul luogo dell'incidente insieme al Consigliere delegato ai lavori pubblici Antonino Iaria ed ha espresso vicinanza e cordoglio alle famiglie dei due cantonieri e a tutto il personale.
"Non si può e non si deve morire sul lavoro" ha aggiunto il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco, chivassese, particolarmente provato dalla tragedia avvenuta sul suo territorio.
Nel primo pomeriggio nella sede di corso Inghilterra si è tenuto un breve presidio dei lavoratori della Città Metropolitana, nel corso del quale è emersa la proposta di un sostegno concreto da parte dei dipendenti dell'Ente alle famiglie degli scomparsi. Un altro presidio è previsto nella mattinata di martedì 12 febbraio davanti alla Prefettura.
Giuseppe Butera e Giuseppe Rubino erano al lavoro per garantire la sicurezza dei cittadini e la transitabilità delle strade. - sottolinea la Sindaca metropolitana Chiara Appendino - L’intera amministrazione esprime cordoglio e vicinanza alle famiglie”.

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Entro il 31 gennaio gli Enti locali sono tenuti a dotarsi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. Il Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza 2019-2021 è stato adottato dalla Città Metropolitana di Torino con il Decreto della Sindaca Chiara Appendino numero 27 del 31 gennaio 2019, sulla base degli indirizzi espressi dal Consiglio metropolitano.
Tutti i soggetti interessati sono invitati a prenderne visione nella sezione Amministrazione Trasparente del sito istituzionale dell’Ente www.cittametropolitana.torino.it e potranno presentare le loro osservazioni entro il 1° marzo all'indirizzo di posta elettronica anticorruzione@cittametropolitana.torino.it
Al termine del periodo di consultazione pubblica, il Piano verrà se necessario adeguato alle proposte ritenute accoglibili e diverrà definitivo. Il Piano è incentrato sul ruolo fondamentale della dirigenza dell’Ente, che deve garantire il presidio della legalità degli atti attraverso il controllo di regolarità tecnica e contabile, ma anche attraverso il rispetto degli obblighi e vincoli previsti in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione.
Tra gli obiettivi del Piano vi è la revisione della mappatura dei processi e dei procedimenti amministrativi, per aggiornare l’elenco analitico delle misure anticorruzione suddivise per aree di rischio. La fase di avvio della nuova tecnostruttura della Città Metropolitana comporta infatti la necessità di adeguare il Piano all’evoluzione dell’Ente.
Tra le possibili aree di rischio che devono essere attentamente monitorate vi sono gli affidamenti diretti, le procedure di somma urgenza, i conflitti di interesse, le cause di incompatibilità e inconferibilità degli incarichi dirigenziali e di vertice, gli incarichi esterni, la gestione delle dotazioni strumentali, la rilevazione delle presenze in servizio. È prevista la revisione delle misure per contrastare la corruzione nei processi di affidamento di lavori, servizi e forniture e nella selezione e reclutamento del personale e dei collaboratori professionali.
Il Piano prevede la riattivazione del Tavolo anticorruzione metropolitano, a cui partecipano i responsabili della prevenzione della corruzione dei Comuni e delle Zone omogenee e il responsabile per la prevenzione della corruzione della Città Metropolitana. I soggetti che siedono al Tavolo rilevano congiuntamente le necessità di aggiornamento delle misure di prevenzione, condividendole quando è possibile ed orientandole. Nell’ambito del Tavolo la Città Metropolitana esercita una funzione di supporto agli Enti locali, per aiutarli ad individuare le buone pratiche e a programmare le attività. All’interno dell’Ente inoltre si opererà per omogeneizzare le strutture degli atti amministrativi e per favorirne la dematerializzazione.

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Il sindaco di Chieri Claudio Martano è da oggi consigliere della Città metropolitana di Torino. È infatti subentrato al defunto Vincenzo Barrea capogruppo della lista di centrosinistra Città di città in Consiglio metropolitano, prematuramente ed improvvisamente scomparso il 29 dicembre scorso per un malore.
Presieduto dalla sindaca metropolitana Chiara Appendino, il Consiglio metropolitano nella sua seduta di questa mattina ha proceduto all'unanimità alla surroga salutando il ritorno sui banchi metropolitani di Martano che aveva gia ricoperto il ruolo di consigliere metropolitano nel 2015 e 2016.
Subito prima in apertura di seduta il Consiglio metropolitano, alla presenza di numerosi sindaci del territorio e dei famigliari, aveva con commozione commemorato la figura di Barrea come amministratore pubblico, uomo politico generoso ed appassionato.

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Si è svolto in settimana a Roma il coordinamento dei sindaci delle Città metropolitane. Per la Città metropolitana di Torino è intervenuto il vice sindaco Marco Marocco.
Al termine dei lavori è stato posto l’accento, in particolare dal sindaco di Firenze Nardella, sull’attuazione del principio dell’autonomia fiscale di bilancio, sul conferimento di competenze a maggior carattere di programmazione, pianificazione strategica e coordinamento territoriale. Verrà richiesto un ruolo più accentuato ai sindaci che fanno parte delle aree metropolitane, per consentire al sindaco metropolitano, non eletto direttamente, di svolgere un ruolo di coordinamento effettivo.
E’ un punto molto delicato sul quale occorre porre ancora l’accento. – ha commentato il vice sindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco – Ci siamo parlati proprio durante l’incontro romano dell’elezione diretta del sindaco metropolitano. Qualsiasi ragionamento di riforma del governo delle Città metropolitane deve tenere conto delle diverse dimensioni delle aree metropolitane. Quella del sindaco Nardella comprende 41 comuni mentre la nostra ne conta ben 312, la più grande d’Europa”.
Marocco ha infine sottolineato che “la nostra amministrazione è favorevole a riformare il sistema elettivo delle Città metropolitane e tornare all’elezione diretta del Sindaco metropolitano da parte dei cittadini. A nostro parere sarebbe inoltre opportuno anche rivedere le modalità di elezione dei consiglieri metropolitani in modo tale che siano effettivamente rappresentativi di ogni area omogenea”.